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CAPITOLO 4.

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Il 28 giugno 1914 l’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo nipote di Francesco Giuseppe fu
ucciso insieme alla moglie a Sarajevo. in quel periodo la Bosnia era abitata per la metà tra serbi e
l’attentatore era uno studente diciannovenne serbo Gavrilo PrincipGabri lo principe che venne
arrestato. Il governo di Vienna attribuì fin da subito la responsabilità dell’assassinio alla vicina
Serbia dove agiva la “mano nera” una società segreta che rivendicava l’indipendenza dei popoli
slavi dal dominio imperiale. Il regno di Serbia era divenuto il punto di riferimento per i movimenti
irredentisti che sognavano di creare un grande Stato slavo. le accuse dell’Austria Ungheria erano
pretestuose: il Consiglio dei Ministri austriaco vedeva l’assassinio dell’arciduca come l’occasione
per eliminare la minaccia serba ai confini dell’impero. al governo di Belgrado fu inoltrato un
ultimatum inoltre i serbi avrebbero dovuto accettare la presenza sul proprio territorio di funzionari
austroungarici che avrebbero collaborato alla repressione del movimento ma era una richiesta che
risultava inaccettabile. L’ultimatum venne respinto e il 28 luglio 1914 venne dichiarata guerra alla
Serbia. Si può dunque affermare che la scintilla della prima guerra mondiale è scoccata nei Balcani,
l’area più turbolenta. La prima a muoversi fu la Russia dello zar Nicola secondo che prese le
proprie truppe e si schierò a sostegno della Serbia. La risposta della Germania che era alleata con
l’Austria Ungheria non si fece attendere e dichiarò guerra alla Russia e il 3 agosto alla Francia che
era alleato con lo zar. le truppe tedesche invasero il Lussemburgo e il Belgio violandone la
neutralità per procedere verso Parigi. questa aggressione spinse la Gran Bretagna il 4 agosto a
dichiarare guerra alla Germania schierandosi a fianco dei francesi. anche l’Austria Ungheria aprì
formalmente le ostilità contro la Russia e si unì all’alleanza antigermanica il Giappone che voleva
togliere le postazioni tedesche in oriente fu così che questo conflitto raggiunse dimensioni
mondiali. All’annuncio della guerra le strade e le piazze si riempirono di folle che festeggiavano
l’entrata in guerra e spinse migliaia di persone a riconoscersi in un sentimento patriottico che
superava qualsiasi appartenenza politica o sociale. Le distinzioni di classe di partito di opinione si
annullarono di colpo di fronte a un obiettivo superiore ovvero la difesa degli interessi nazionali. Al
momento dell’entrata in guerra della Germania il parlamento tedesco approvò i crediti di guerra e
allo stesso modo si comportarono i socialdemocratici austriaci i francesi e gli inglesi fino ad allora i
movimenti socialisti vedevano le guerre come l’espressione di una politica determinata dagli
interessi della borghesia e a scapito del proletariato ma ora i borghesi e proletari si uniscono
contro borghesi e proletari di altre nazioni. In molti paesi nacquero governi di unione nazionale e
infine il pacifismo venne considerato nient’altro che disfattismo. Questo spirito di fratellanza
nazionale portò molti civili a presentarsi come volontari per partire verso il fronte e l’occasione di
partecipare alla guerra appariva non solo come un dovere patriottico ma anche un’occasione per
liberarsi dalle vecchie convenzioni e dalla routine quotidiana per costruire una nuova società.
Diverso fu l’atteggiamento di operai e contadini, per loro la partecipazione alla guerra fu un
obbligo o una dura necessità per sfuggire alla povertà. la maggior parte delle potenze coinvolte nel
conflitto erano pronte ad uno scontro nel cuore dell’Europa in particolar modo lo era la Germania.
La strategia di guerra tedesca elaborata da Von Schlieffen prevedeva di cogliere di sorpresa la
Francia passando per il Belgio e Lussemburgo e per puntare poi verso Parigi. Sul versante della
Francia che con il cosiddetto piano XVII ideato dal maggiore Joffre prevedeva di concentrare le
forze nella zona della Lorena e di rafforzare l’alleanza con la Russia, furono mobilitati più di 21
milioni di soldati. entrambi gli schieramenti erano convinti che la guerra sarebbe durata solo
qualche settimana al massimo fino a Natale ma le operazioni militari in Francia misero in luce fin
da subito quanto che queste previsioni fossero sbagliate. all’idea di una guerra di movimento
elaborata da Schlieffen si attenne pur con qualche variante il generale Von Moltke. L’esercito
tedesco composto da uomini perfettamente addestrati e dotati di una forza formidabile sembrava
invincibile. Ma la sua avanzata verso il Belgio fu ostacolata da una resistenza da parte delle truppe
del re Alberto I che ritardò di quasi due settimane la penetrazione tedesca dentro le linee difensive
francesi. lo schieramento militare francese comandato da Joffre fu costretto poi ad arretrare.
L’esercito tedesco si trovava poche decine di chilometri da Parigi ma il suo potenziale si era
indebolito così le forze anglo francesi ricevuto l’ordine di resistere a oltranza riuscirono a bloccare
l’offensiva nella battaglia della marna che fermò l’avanzata nemica lungo i fiumi Asine e somme e
pose fine alle speranze tedesche di concludere il conflitto in poche settimane. con la
stabilizzazione del fronte occidentale ebbe inizio una guerra diversa da tutte quelle combattute
fino a quel momento infatti la guerra di movimento si era trasformata in una guerra di posizione
infatti vennero create trincee scavate nel terreno che vennero inizialmente viste come un rifugio
provvisorio da cui puoi muovere un attacco ma essi finirono per diventare la sede permanente dei
reparti di prima linea e il simbolo stesso della guerra e in questi piccoli fossati puntellati da travi di
legno e circondati da reticolati di filo spinato i soldati trascorrevano lunghi mesi. La guerra di
posizione non significò un risparmio di vite umane ma per tentare di abbattere le difese degli
avversari e guadagnare pochi metri vennero fatti attacchi frontali. Nel frattempo l’avanzata in
Prussia orientale dell’esercito russo minacciava la stessa Berlino costringendo lo Stato tedesco a
togliere uomini che erano dedicati nella guerra francese e i tedeschi riuscirono a fermare
l’avanzata russa nelle battaglie dei laghi Masuri e di TannenBerg, i russi riuscirono in Galizia a
vincere la battaglia e solo nel 1915 gli austriaci riuscirono a riprendere la Galizia con l’aiuto dei
tedeschi che penetrarono in Polonia e in Lituania.

CAPITOLO 4.2
Il governo italiano guidato da Salandra aveva scelto la neutralità proclamata il 2 agosto 1914. A
differenza dell’ondata di patriottismo con cui la guerra era stata accolta dal popolo inglese
francese e tedesco, in Italia tra l’estate e l’autunno del 1914 ci fu un dibattito tra interventisti e
neutralisti. Fra gli interventisti ottenne sempre più importanza l’ipotesi di entrare in guerra a
fianco dell’intesa. Tra i sostenitori della neutralità trovavamo simpatizzanti del partito socialista
che è l’unico a manifestare una ferma opposizione all’ingresso in guerra. All’interno del partito
socialista Italiano l’atteggiamento che era contrario all’entrata dell’Italia nel conflitto non fu
omogeneo difatti troviamo Benito Mussolini tra i massimi dirigenti socialisti che si schierò in favore
della guerra. Espulso dal partito socialista continua a battersi a sostegno dell’intervento in un
nuovo giornale da lui fondato il Popolo d’Italia. il vasto schieramento cattolico era in favore
all’opzione neutralista, lo era anche la grande maggioranza del parlamento che era rimasta
perlopiù Giolittiana, a favore di un ingresso nel conflitto si schierarono i nazionalisti, i gruppi e i
partiti della sinistra democratica inoltre troviamo anche i fuoriusciti dall’impero austroungarico
con a capo Cesare battisti. Per loro la guerra avrebbe consentito di far sì che Trento e Trieste
tornassero all’Italia in modo da completare il processo di unificazione. Diversi erano i pensieri
politici dei liberali di destra tuttavia il governo si orientò sempre di più verso la strada
dell’intervento nella convinzione che l’entrata in guerra potesse ricreare nel paese le condizioni
per una svolta conservatrice e a consolidare queste ipotesi di intervento importante fu il ruolo del
Corriere della Sera di Luigi Albertini. Per quanto riguarda il re Vittorio Emanuele III era favorevole
ad una guerra contro l’Austria Ungheria nella speranza che si potessero rinsanare le fondamenta
della monarchia. Tra la fine del 1914 e l’inizio del 1915 l’Italia cominciò a essere considerata una
sorta di ago della bilancia e nel 1915 il governo italiano stipulò con le potenze dell’intesa un
trattato segreto. il patto prevedeva che in caso di vittoria l’Italia acquisisse dall’Austria Ungheria il
Trentino l’Alto Adige il Venezia Giulia con Trieste Gorizia. inoltre gli sarebbe stato riconosciuto il
protettorato sull’Albania. una volta firmato il patto di Londra divenne essenziale per il governo
orientare in favore della guerra il parlamento e il popolo che era contrario all’intervento. Gabriele
D’Annunzio nei comizi del maggio radioso il poeta tornato dalla Francia trasformò la piazza
genovese e romana contro Giolitti e contro i neutralisti e giunse a definire la guerra come la più
feconda matrice di bellezza apparsa sulla terra. in questo clima Giolitti rinunciò all’incarico.
Salandra fu riconfermato dal re e si ripresentò al parlamento e nel 1915 l’Italia dichiarò guerra
all’Austria Ungheria e il giorno successivo le prime truppe partirono per il fronte. Già dalla fine del
1914 numerose fabbriche dovettero ridurre il proprio operato a causa di mancanza di scorte
dimostrando quanto comunque era una illusione il fatto di non partecipare al conflitto e
partecipare alla guerra dal punto di vista economico era più vantaggioso schierarsi con la Francia e
con la Gran Bretagna che assicura all’Italia grandi rifornimenti. L’esercito italiano nel 1915 varcò la
frontiera dell’Isonzo e nel corso dell’intero conflitto, gli italiani chiamati alle armi sono stati circa 5
milioni e quindi per la prima volta molti italiani di diverse provenienze geografiche si incontrarono
e impararono a conoscerci. Questo fu un primo passo per una nazionalizzazione delle masse.

CAPITOLO 4.3
le truppe italiane furono schierate su due fronti in Trentino e in Venezia Giulia. Il comandante
Cadorna aveva puntato sul secondo contando sul fatto che un offensiva vincente su questo
versante avrebbe permesso di avanzare verso il cuore dell’impero austroungarico. Si tentava di
compiere attacchi frontali ma all’Isonzo l’esercito italiano restò bloccato tuttavia l’unico risultato
importante fu la conquista di Gorizia nel 1916. gli austriaci attaccarono poi in Trentino tra lago di
Garda e il fiume brenta e la cosiddetta spedizione punitiva si concluse con la conquista degli
austriaci di oltre 20 km dei confini italiani. Tuttavia il nostro esercito riuscì a fermare l’avanzata
austriaca. Il rischio corso con la spedizione austriaca portò gli ambienti politici a sostituire il
ministero Salandra con un governo di concentrazione nazionale posto sotto la guida del liberale
Boselli. il governo dichiarò guerra alla Germania inserendo definitivamente l’Italia nel conflitto
mondiale. Convinto che solo con la massima severità si potesse mantenere la disciplina
dell’esercito Cadorna impose agli ufficiali l’applicazione di estremi misure di coercizione come la
fucilazione senza processo di coloro che risultavano colpevoli e la decimazione ovvero esecuzione
di soldati estratti a sorte per essere d’esempio che è una pratica molto brutale. Sul Fronte
occidentale il generale tedesco Erich attaccò la fortezza di Verdun in uno scontro che impegnò i
francesi che riuscirono a resistere, sul fronte opposto gli anglo francesi tentarono di sfondare il
fronte tedesco attaccando il fiume somme senza alcun risultato ed entrambi i due scontri si
risolsero in una carneficina. il versante orientale era più movimentato, i russi furono costretti ad
abbandonare buona parte della Polonia. sul fronte balcanico il conflitto risultò favorevole all’inizio
per gli imperi centrali in quanto poterono contare sull’ingresso in guerra anche dell’impero
ottomano legato alla Germania. nel 1915 le truppe inglesi australiane e neozelandesi sbarcarono
nella città di Gallipoli ma l’operazione voluta da Winston Churchill si rivelò un complesso
fallimento. il conflitto si era allargato anche verso altri paesi, la Bulgaria che si era schierata con gli
imperi centrali contribuì alla sconfitta della Serbia e a fianco della triplice intesa entrò in guerra
oltre al Portogallo anche la Romania. L’intervento nel conflitto dell’impero ottomano rese più
drammatica la difficile condizione della minoranza armena, gli armeni avevano riconosciuto lo zar
un alleato e quando il governo dei giovani turchi entrarono in guerra contro i russi videro il popolo
armeno come il nemico interno che avrebbe minato le fondamenta di quel che restava dell’impero
ottomano e in seguito le prime sconfitte il governo turco non esitò a ordinare lo sterminio e la
deportazione in massa degli armeni. A determinare i successi militari degli ottomani sul fronte
russo era stata anche la scarsa efficienza del loro apparato militare. Della situazione se ne
approfittò il governo britannico che incitò gli arabi alla rivolta in Medioriente in modo tale che a
guerra conclusa si sarebbe creato uno Stato arabo indipendente. tuttavia queste promesse non
sono state mantenute. Quello che giocava a favore delle potenze dell’intesa non era l’andamento
delle operazioni nel cuore del continente ma la supremazia della flotta britannica sui mari, l’unica
grande battaglia navale si è svolta in Danimarca ed ebbe un esito incerto in quanto le perdite
subite dalla foto tedesca essendo inferiori a quelle inglese furono così pesanti da consigliare
l’ammiragliato tedesco di far rientrare le navi nei porti. La superiorità della Gran Bretagna assicurò
alle potenze dell’intesa un vantaggio cruciale in quanto impedì ai nemici di approvvigionarsi dei
prodotti alimentari e materie prime. La Germania reagì fin dall’inizio con l’intensa guerra
sottomarina attuata attraverso i micidiali sommergibili U-BOT e nel 1915 la nave passeggeri inglese
LusiTania venne affondata e questo portò il presidente americano Wilson a un passo dalla
dichiarazione di guerra e la Germania accettò così di porre fine agli attacchi sottomarini. Nel 1917
la guerra sottomarina tedesca riprese affermando che sarebbero state affondate tutte le navi
militari o mercantili di qualunque paese anche neutrale e la guerra sottomarina avrebbe spinto gli
Stati Uniti d’America ad entrare in guerra.

CAPITOLO 4.4
in tutti i paesi in guerra si era affermato un indirizzo basato su un’azione sempre più estesa dei
governi volta alla mobilitazione di ogni energia e risorsa disponibile in funzione della guerra, gli
stabilimenti vennero sottoposti ad una vera propria militarizzazione che si tradusse nella
sospensione di tutti i diritti sindacali, tutti i governi diedero vita a speciali organismi ministeriali, in
Germania venne istituito l’ufficio delle materie prime di guerra dove la produzione di cannoni
crebbe. In Gran Bretagna venne creato il ministero per le munizioni e l’industria bellica. in Francia
e Stati Uniti il potenziamento delle costruzioni navali contribuì a fare del paese americano un
concorrente diretto della Gran Bretagna in campo dei trasporti marittimi. In Italia venne istituito il
ministero delle armi e munizioni e il comitato centrale di mobilitazione industriale, vennero creati
organismi statali per garantire la fornitura di materie prime dai mercati internazionali in
particolare il carbone, di fronte alle difficoltà e al prolungarsi della guerra il sistema divenne
sempre meno efficace e si creò il cosiddetto mercato nero ovvero la vendita clandestina a prezzi
maggiorati. I settori che si svilupparono di più furono quelle dell’industria mineraria siderurgica
chimica automobilistica e aeronautica, alla fine della guerra le navi in circolazione erano così
numerose che avrebbero potuto compiere il fabbisogno per il successivo decennio. in Italia
l’industria chimica progredì molto. Le imprese metalmeccaniche si convertirono alla produzione
bellica e moltiplicarono le dimensioni dei propri stabilimenti. In alcuni settori dell’industria come
nella aereonautica o in altri comparti della meccanica si cominciano ad applicare le tecniche che
favorirono l’impiego di manodopera meno specializzata ovvero ragazzi e donne. L’ingresso in
massa delle donne rappresentò un passo per l’emancipazione femminile in quanto rafforzò la
posizione delle donne e permise a molte di loro di ottenere un’indipendenza economica. La guerra
sconvolse anche il sistema finanziario infatti i paesi in guerra ricorsero al finanziamento in deficit
dei loro bilanci e sospendendo le politiche di rigore finanziario legate all’applicazione del gold
standard ovvero il principio della convertibilità aurea. La fonte principale del finanziamento in
deficit furono i prestiti ma la sospensione del sistema aureo permise alle banche di ricorrere
all’emissione di carta moneta senza una necessaria copertura il che portò a una infrazione nella
quale i prezzi dei beni salirono ulteriormente.

CAPITOLO 4.5
nel 1917 i risultati delle operazioni belliche per la Russia risultarono catastrofiche dato che le
armate tedesche cominciarono a penetrare nel loro territorio. La situazione sociale era così tesa
che scoppiò una manifestazione contro il carovita iniziata a Pietrogrado nel 1917 e si trasformò poi
in uno sciopero generale di protesta contro la guerra e l’operato zarista. Questo portò alla
formazione di un governo provvisorio e alla creazione di diverse città dei soviet ovvero consigli di
operai ed i contadini. lo zar Nicola secondo abdicò e venne arrestato con il resto della famiglia. il
governo provvisorio dichiarò che avrebbe proseguito la guerra a fianco dell’intesa e ordinò
un’offensiva in Galizia che doveva risultare definitiva e che si risolse invece in una disfatta facendo
esplodere la ribellione, i gruppi di rivoluzionari assalirono il palazzo d’inverno e rovesciarono il
governo liberale nasce così la repubblica dei soviet che portò all’uscita della Russia dalla guerra. il
governo guidato da Lenin avviò le trattative per una pace, il cosiddetto trattato di Brest-Litovsk nel
1918. Anche in altri paesi crebbero moti di protesta e di ribellione a Lione e a Parigi ma anche in
Austria e in Germania uomini e donne entrarono in sciopero, in Italia il rincaro dei prezzi
alimentari portò a una sommossa a Torino nel 1917 e fu così che Papa Benedetto XV fu costretto a
rivolgersi ai paesi in guerra chiedendo di fermare questa inutile strage. L’esercito italiano aveva
condotto con successo due offensive sull’altopiano di Asiago e sul Carso ma si erano concluse
senza successo e durante la notte del 1917 il fronte italiano dell’alto Isonzo ovvero Caporetto
venne sottoposto a una sconfitta da parte dell’esercito austriaco e l’esercito italiano fu una
catastrofe. I risultati della disfatta di Caporetto fu che il Friuli e metà del Veneto caddero in mano
dell’esercito austriaco e tedesco. le conseguenze psicologiche di Caporetto furono traumatiche.
Boselli rassegnò le dimissioni e nacque un nuovo governo guidato da Vittorio Emanuele Orlando
che sostituì Cadorna con il generale Armando Diaz. Cadorna non solo accusò i soldati di essersi
arresi senza combattere ma accusò i socialisti di disfattismo. Infatti la causa principale della
sconfitta fu il ritardo con cui gli alti gradi dell’esercito si erano resi conto della portata dell’attacco
nemico. al posto della disciplina della coercizione, Diaz inaugurò una disciplina della persuasione
volta a rianimare il morale delle truppe sul piano militare, Diaz abbandonò la tattica offensiva e
venne così risparmiato ai soldati l’incubo di continui assalti delle trincee. Sotto il controllo
dell’autorità militari venne mobilitata l’industria e l’esercito venne ben rifornito di quantità
crescenti di cannoni mitragliatrici e munizioni così l’esercito italiano riuscì a riorganizzare la linea
del fronte sulle rive del Piave e presso il Montegrappa e a resistere a un nuovo attacco
dell’esercito austriaco e tedesco. La ripresa della guerra sottomarina da parte della Germania fece
si che gli stessi Americani rimasti neutrali vedevano comunque le simpatie del presidente Wilson
verso la Gran Bretagna quindi avendo dato aiuti alla Gran Bretagna è come Washington già
partecipasse al conflitto e dopo aver detto alla Germania che un attacco alla flotta americana
avrebbe portato all’entrata in guerra dell’America stessa, i tedeschi ritennero che una guerra
sottomarina avrebbe procurato loro la vittoria in pochi mesi prima che gli Stati Uniti riuscissero a
sbarcare in Europa. Quando i sottomarini tedeschi affondarono tre navi mercantili americane,
Wilson nel 1917 dichiarò guerra alla Germania. Alla decisione contribuì anche la scoperta che il
governo tedesco aveva cercato di allearsi con il Messico contro gli Stati Uniti. Dal punto di vista
formale gli Stati Uniti d’America non erano alleati all’intesa ma soltanto associati infatti l’obiettivo
dell’America non era la potenza ma l’assicurare la sicurezza e la libertà dei popoli.

CAPITOLO 4.6
il 1917 si chiuse all’insegna dell’iniziativa dell’imperi centrali. Lo Stato maggiore tedesco sferrò
cinque grandi offensive sul fronte occidentale che arrivarono a minacciare nuovamente Parigi che
sotto la guida del generale francese Foch e gli alleati riuscirono a respingere tutti gli attacchi e
respinse le truppe germaniche oltre le loro posizioni di partenza. forte degli aiuti forniti dagli Stati
Uniti, l’intesa passò all’offensiva e nella battaglia di Amiens, venne inflitta alla Germania la
peggiore sconfitta. In Italia dopo il crollo del fronte a Caporetto la causa della resistenza nazionale
coinvolse anche i quanti non avevano condiviso fino a quel momento la guerra infatti i socialisti
come turati esortarono gli italiani a battersi per sbarrare il passo al nemico. Al fronte l’Italia con i
cosiddetti ragazzi del 99 riuscirono ad opporre sull’altopiano di Asiago sul Montegrappa e sul Piave
una resistenza alla esercito austriaco che dopo essere stato bloccato fu costretto a ripiegare e un
anno dopo Caporetto le truppe italiane sfondarono la linea del Piave e venne conquistata Vittorio
Veneto Trento e Trieste. Gli Austriaci firmarono a villa giusti un armistizio con l’Italia che proclamò
la vittoria dell’Italia nel 1918. Quando gli italiani lanciarono l’ultima offensiva l’impero austriaco si
stava ormai sfaldando sotto la pressione dei vari movimenti indipendentisti tanto è vero che
l’Ungheria e molte popolazioni slave si dichiararono indipendenti. Carlo I fu costretto a rinunciare
al trono e fu così che dopo 600 anni al trono austriaco non si trova più gli Asburgo. Crollato anche
l’impero ottomano insieme a quello austriaco questo accelerò la crisi tedesca. Un ammutinamento
della flotta tedesca portò ad una insurrezione dove gli operai presero il controllo della città.
Guglielmo Secondo abdicò e venne proclamata la Repubblica con Ebert e l’11 novembre la
Germania uscì dal conflitto. Finito il conflitto le nazioni coinvolte si trovarono elaborare un lutto
dove furono circa 9 milioni e mezzo i morti tuttavia ai morti di guerra si aggiunsero anche quelli
morti per fame per malattie soprattutto l’epidemia conosciuta come spagnola uccise dai 40 ai 50
milioni di persone inoltre da ricordare sono anche i reduci ovvero coloro che traumatizzati da
questa esperienza bellica così atroce facevano fatica a rinserirsi nella vita sociale.

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