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PASCAL

IL PROBLEMA DEL SENSO DELLA VITA


Secondo Pascal la questione importante e decisiva per l'uomo è l’interrogativo sul senso della vita.
Egli è basito riguardo la considerazione che l'uomo ha di sé stesso. Difatti critica coloro che non
pongono al centro delle loro ricerche l’uomo, l’anima, Dio e la sua natura. L'unico studio
appropriato per Pascal è quello della natura umana (della natura dell’anima e di Dio). Tutti gli altri
studi che non la riguardano sono degli svaghi.
L'enigma dell'uomo e della vita, Secondo Pascal, non ha alcuna possibilità di soluzione al di fuori
della fede. Infatti nel pensiero di Pascal si nota una sfumatura religiosa che afferma che l’anima e
l'uomo non possono essere spiegati senza fede.
Egli vuole dimostrare:
- le reali posizioni della scienza della mentalità e della filosofia di fronte al problema
dell'esistenza
- mette in rilievo la capacità del cristianesimo di dare un'adeguata risposta a ciò.

I LIMITI DELLA MENTALITà COMUNE: IL DIVERTISSEMENT, O LO STORDIMENTO DI SÉ


L'indifferenza dell'uomo riguardo la propria esistenza per Pascal viene chiamata
“DIVERTISSEMENT” e significa “oblio e stordimento di sé” oppure “distrazione/divertimento”. Di
per sé l’uomo cerca tutto ciò che è un possibile svago con lo scopo di evadere da sé stesso.
L'uomo sostanzialmente fugge da due cose:
- Dalla propria infelicità.
- Dagli interrogativi riguardo la vita e la morte.
Quando l'uomo non ha nulla da fare subentra la tristezza, la disperazione e soprattutto la NOIA,
attraverso la quale si rivela all'uomo la sua insufficienza e la sua strutturale miseria. Per questo
l’uomo è sempre alla ricerca di qualcosa con cui intrattenersi, un qualcosa che non vuole
realmente ma che cerca per non pensare alle domande esistenziali. Da qui deriva il gioco, la guerra
che non sono cercate in vista della felicità ma semplicemente sono le uniche cose che distraggono
l’uomo. Pertanto, noi non cerchiamo mai le cose, ma la ricerca delle cose, non viviamo mai nel
presente, ma in attesa del futuro. Questa continua ricerca del divertimento non genera però una
vera felicità. Anche se può sembrare, Il divertimento non è l'alternativa propria e degna
dell'uomo. L'uomo non deve chiudere gli occhi di fronte alla sua miseria, ma deve saper accettare,
lucidamente, la propria condizione e tutto ciò che essa implica.

I LIMITI DEL PENSIERO SCIENTIFICO: << SPIRITO DI GEOMETRIA >> e << SPIRITO DI FINEZZA >>
Secondo Pascal la scienza presenta alcuni limiti strutturali sia in sé stessa sia riguardo ai problemi
dell’uomo. I limiti sono:
- Il primo limite della scienza è l’esperienza. Che sebbene possa sembrare un motivo di
forza è pur sempre qualcosa che deve fare i conti con la ragione. L'esperienza frena e
circoscrive i poteri della ragione, che non sono assoluti.
- Il secondo limite della scienza è costituito dall’indimostrabilità dei suoi primi principi.
Infatti alcune regole che stanno alla base del ragionamento scientifico (es. Il tempo, lo
spazio il movimento…) sfuggono al ragionamento stesso, poiché è impossibile regredire (=
andare all’indietro) all' infinito, quindi ci si deve per forza fermare ad alcuni termini primi
che rappresentano il limite oltre il quale non si può procedere.
- Il terzo limite è che la ragione è del tutto impotente di fronte a problemi esistenziali,
l’unica via di accesso all’uomo è il CUORE, che viene inteso come “organo” capace di
captare gli aspetti più profondi e problematici dell’esistere.
Questa contrapposizione tra ragione e cuore possiamo riassumerla come:
- LO SPIRITO DI GEOMETRIA è la ragione scientifica, che ha per oggetto le cose esteriori o gli
enti astratti della matematica e procede istintivamente in modo discorsivo e dimostrativo.
- LO SPIRITO DI FINEZZA ha per oggetto l’uomo e si fonda sul “cuore”, sul sentimento e
sull’intuito.
Si può ben capire la differenza stabilita da Pascal tra spirito di geometria che ragiona con
l’intelletto e spirito di finezza che comprende con l’intuito. Per di più un certo grado di finezza
consente di fondare il ragionamento geometrico. Inoltre lo spirito di finezza ha come oggetto il
mondo degli uomini mentre lo spirito di geometria ha come oggetto le figure ideali e il mondo
della natura. L’ELOQUENZA; LA MORALE E LA FILOSOFIA sono fondate sullo spirito di FINEZZA
poiché solo il giudizio, sentimento e il cuore possono portare ad un’eloquenza persuasiva, una
morale autentica e una vera filosofia. La scienza di fronte agli interrogativi dell’uomo risulta
impotente, estranea. QUINDI LA COSA Più IMPORTANTE DELL’UOMO è CONOSCERE Sé STESSI.

I LIMITI DELLA FILOSOFIA


I FILOSOFI E IL PROBLEMA DI DIO
La filosofia si pone i massimi problemi esistenziali e metafisici, ma poi non li risolve, infatti i filosofi
cercano di indagare attorno all’uomo e all’essere mediante la dimostrazione di dell’esistenza di Dio
ma Dio secondo Pascal non esiste (non è certo che esista) perché è sempre stato dimostrata la sua
esistenza mediante il creato (il mondo) ma questo secondo Pascal non è una spiegazione perché
uno può crederci o meno. Dio inoltre è astratto, inutile e non vicino all’uomo perché viene
descritto come un ente puro di ragione

I FILOSOFI E LA CONDIZIONE UMANA


Oltre ad essere limitata nell’ambito di risolvere la questione di Dio, La filosofia è limitata anche a
spiegare la condizione dell’uomo nel mondo. Di solito l’uomo è sempre stato o niente o tutto, ma
Pascal dimostra la posizione mediana dell’uomo (l’uomo è una via di mezzo) perché per esempio
è compreso tra l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo, l’uomo è nulla di fronte al tutto ed
è tutto di fronte al nulla quindi si tratta di un misto tra essere e non essere. Questa medianità tra
massimo e minimo trova un riscontro anche nell’ordine della conoscenza e nell’ordine pratico. Nel
conoscere l’uomo non si trova né in una completa insipienza né in una totale sapienza, quindi si
trova in una via di mezzo tra l’ignoranza assoluta e la scienza assoluta, ovvero non così ignorante
da non sapere nulla, né cosi bravo da sapere tutto nonostante abbia un illimitato desiderio di
conoscere, quindi è nell’impossibilità di comprendere il principio e il fine delle cose si deve
accontentare di apprendere qualche cosa della zona mediana dell’universo. Le cose estreme per
noi è come se non ci fossero. Invece nell’ordine pratico l’uomo propone il bene e insegue la
felicità totale, ma nello stesso tempo risulta inadatto a realizzare il bene e ad ottenere la felicità.
Questa situazione mediana determina nell’uomo un DESIDERIO FRUSTATO, in quanto l’uomo
pascaliano preso tra volere e non potere si trova in un tragico disaccordo con sé stesso. Tuttavia
questa spinta verso la felicità assoluta vuol dire che esiste in lui una vocazione naturale verso un
ordine superiore di essere e di valore, ossia un segno di grandezza e nobiltà. Inoltre grandezza è
anche la facoltà del pensiero dell’uomo perché anche se in relazione allo spazio lui risulta una
parte infinitesima di tutto dal punto di vista del valore lui è molto più superiore alla materia e ai
complessi meccanismi di essa. Quindi l’uomo si trova in una condizione di miseria e grandezza che
fa di lui un “mostro incomprensibile”, ovvero qualcosa di unico al mondo in quanto come abbiamo
detto l’uomo all’interno di sé stesso ha una vocazione che lo spinge verso un ordine superiore di
essere e di valore ma non riesce a raggiungerla mai. Quindi i filosofi sbagliano ad escludere o la
miseria o la grandezza infatti c’è chi mette l’uomo al centro della grandezza e chi lo lascia nella
miseria. La verità secondo Pascal sta nel mezzo.

I FILOSOFI E I PRINCIPI PRATICI


La filosofia è limitata anche nei principi pratici morali e politici, perché gli uomini sulla base della
ragione non sono mai riusciti a mettersi d’accordo creando delle regole universali e immutabili
come il bene, il che porta una grande confusione. Infatti per gli uomini comuni il bene sono le
ricchezze e il divertimento. I filosofi si dividono in chi sostiene consista nella virtù e chi dice che il
bene consista nel piacere. Quindi appena si riflette su una qualunque norma etica si presentano
dei dubbi irrisolvibili. I PRINCIPI UNIVERALI del comportamento sono dovuti all’abitudine, alla
storia, all’interesse, …
Per Pascal il relativismo, secondo lo schema della sua filosofia, è uno strumento la quale afferma
che la filosofia è limitata anche nei campi pratici perché la ragione non è in grado di fornire
regole solide e immutabili e universali

LA META-FILOSOFIA DI PASCAL E LA “RAGIONEVOLEZZA” DEL CRISTIANESIMO


Per Pascal anche la filosofia ha dei limiti. Di conseguenza per lui la vera filosofia è quella
consapevole dei propri limiti che lui chiama meta-filosofia. Questa meta-filosofia funge da
cerniera tra ragione e religione, risulta al servizio della fede e vede il cristianesimo come quel
messaggio sovra-razionale in grado di risolvere tutti quei problemi che la ragione non riesce a
risolvere e nonostante lasci gli interrogativi sull'uomo sulla natura e sul destino irrisolti è
fondamentale poiché spinge l'uomo a cercare costantemente una risposta ad essi specialmente
nel campo della fede, infatti Pascal ritiene che l'uomo sia un problema la cui soluzione si trova
soltanto in Dio.
Secondo Pascal, tra tutte le religioni, l'unica vera è quella cristiana che fornisce una risposta
riguardo l'uomo conoscendo la sua reale condizione, inoltre è l’unica ad aver conosciuto la
miseria e la grandezza tra tutte le religioni esistenti. Solo il Cristianesimo e la dottrina biblica del
peccato originale, spiegano la condizione esistenziale dell’uomo. La religione inoltre spiega la
perenne frustrazione dell'uomo che è sempre alla ricerca dell'infinito e della felicità (nonostante
l’uomo viva in un mondo finito) dimenticando che la vera felicità può essergli data solo da Dio.
Essendo il cristianesimo una fede e non una filosofia, è così aderente alla ragione da essere in
grado di chiarire ciò che essa non chiarisce, sollecitando, da parte dell'intelletto, un'autonoma
sottomissione. La fede quindi, secondo Pascal, risulta l'unico modo per spiegare ciò che la
ragione, non riesce a spiegare.

LA “SCOMMESSA” SU DIO
Pascal elabora il celebre argomento della scommessa, nella quale si afferma che l'uomo deve
scegliere tra il vivere come se Dio ci fosse e il vivere come se Dio non ci fosse. Non ci si può
sottrarre a questa scelta.
Chi scommette sull'esistenza di Dio, Se guadagna, guadagna tutto, se perde, non perde nulla:
bisogna quindi scommettere senza esitare perché in caso di perdita si perderà solo dei beni finiti (i
piaceri mondani), mentre in caso di vincita si guadagnerà quel bene infinito che è Dio e la sua
beatitudine eterna. Quindi in un gioco dove ci sono le stesse probabilità di vincere o di perdere,
rischiare il finito per guadagnare l’infinito conviene tantissimo.
Pascal crede che l’uomo non può impegnarsi nella fede con solo la ragione bisogna impegnarsi
nella fede con tutto noi stessi diminuendo le passioni e fare tutto il possibile per convincersi
sull'esistenza di Dio

DALLA RAGIONE ALLA FEDE: IL “CUORE” E DIO


Che il cristianesimo sia conforme alla ragione non vuol dire che:
- Sia completamente riportabile alla ragione e giustificabile per mezzo di essa
- Si fonda sulla ragione
Per Pascal tra ragione e fede oltre ad un passaggio c’è anche una rottura, visto che la logica della
fede è meta-razionale.
Visto che il cuore di Pascal non è qualcosa di puramente emotivo e sentimentale, esso è qualcosa
di diverso dalla ragione e che va ben oltre il suo orizzonte.

RICERCA UMANA E GRAZIA DIVINA


La concezione della fede come puro dono di Dio, fa sì che l’opera di Pascal risulti ambigua. Infatti
se da un lato da importanza alla scelta della fede e alla persuasione degli intelletti. Dall’altro
dicendo che la fede è (solo) un dono di Dio e non una conquista dell’uomo e della mente,
sembra mettere in forse il valore dell’esaltazione e difesa della fede. Tutto questo deriva dalla
sua ambigua concezione della GRAZIA, il filosofo francese dice che le azioni dell’uomo da un lato
sono dell’uomo (secondo il libero arbitrio che le produce) ma dall’altro lato queste azioni sono di
Dio che con la grazia fa si che la volontà umana le crei. Perciò la posizione di Pascal sulla grazia
rimane legata al GIANSENISMO quindi più vicina alle tesi protestanti. Questo spiega perché Pascal
sembra dare valore alla ricerca umana ma poi di fatto la annulla come dimostra la DOTTRINA DEL
DIO NASCOSTO dove Dio si manifesta e si nasconde al tempo stesso risultando per gli uomini
impossibile negarlo ma anche impossibile affermarlo. Questa dottrina sembra attribuire all’uomo il
merito o il demerito della fede.
Tuttavia Pascal afferma che è Dio che con la grazia ci dà l’occhio per vedere e l’orecchio per sentire
ovvero quella sensibilità che serve per cogliere le sue manifestazioni.
Infine sembra che si verifica una negazione dell’iniziativa dell’uomo e una perdita di senso
riguardo la difesa e l’esaltazione della filosofia. Quest’ultima frase rischia di creare un misticismo
fideistico nella quale il problema sull’uomo sparisce come tale e il Pascal teologo mette a tacere il
Pascal filosofo.

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