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LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE INGLESE (Inizio 1760-1780 – Fine 1820-1840)

Nel 1700 la Gran Bretagna aveva messo in atto delle riforme politiche che l'avevano fatta
progredire, eliminando l'assolutismo e creando una monarchia costituzionale e un sistema
parlamentare, dividendo i poteri. Dopo la guerra dei Sette Anni, nella quale vince con la Prussia, ha
il predominio dei mari.

- Emerse il partito dei Whigs che rappresenta gli interessi della jentry (piccola e media nobiltà). Gli
Whigs assecondano le forze sociali più dinamiche e intraprendenti: vengono abolite politiche
mercantilistiche (protezionismo) che ostacolavano l'apertura del mercato su larga scala.

- Comincia a nascere lo spirito imprenditoriale: non si voleva solo commerciare, ma anche


guadagnare e venne fatta una legge che tutela i diritti di proprietà sui brevetti (1624).

- Si cerca di razionalizzare il sistema economico fiscale istituendo un ministero del commercio


estero (board of trade).

Ma quali sono i fattori che aiutano la rivoluzione a nascere?


Senza dubbio, i progressi nell'agricoltura:
- Sin dal settecento cominciano le bonifiche che aumentano il terreno coltivabile.
- Il sistema delle enclosures (delle recinzioni, della proprietà privata solo per i nobili) stava
cambiando il paese. Le terre si concentrano nelle mani di pochi grandi e medi proprietari. I piccoli
proprietari sono costretti a vendere e andare in affitto altrove oppure andare a lavorare nelle zone
industrializzate.
- I grandi proprietari terrieri, investono sui loro campi introducendo nuove tecniche agricole per
coltivare, come la quadruplice rotazione (con colza, orzo, trifoglio e grano) a sostituzione della
vecchia rotazione (mettendo a riposo un terzo del terreno). La colza e il trifoglio avevano un alto
potere fertilizzante ed erano utili per far pascolare il bestiame, così si scopre che la quadruplice
rotazione serve sia a incrementare l'allevamento, sia l'agricoltura.
- Si adottano anche attrezzi di ferro, accrescendo la produttività.

Vi è una rivoluzione demografica, che fa decollare l'industria in Inghilterra. La popolazione inglese


cresce in modo vertiginoso: si passa da 6 a 9 a 14 milioni di abitanti dal 1750 al 1850.
- Aumenta la natalità e diminuisce la mortalità.
- Le bonifiche ai territori fermano le epidemie e la maggiore disponibilità di alimenti accresce la
speranza di vita.

I progressi agricoli portano più produzione al minor prezzo, l’aumento di popolazione crea molta
manodopera e a basso costo. Questo favorisce la rivoluzione industriale. Oltre ai progressi
nell'agricoltura (con la quadruplice rotazione, le bonifiche, attrezzi di ferro) e alla rivoluzione
demografica (aumento di popolazione crea molta manodopera e a basso costo), sono soprattutto
le innovazioni tecnologiche a favorire l'industrializzazione.

- Si hanno grandi invenzioni nell'industria del cotone (con il filatoio meccanico) e del ferro (con la
macchina a vapore). Queste invenzioni sono il frutto dell'inventiva e del talento di brillanti artigiani
e operai.
- Prima della rivoluzione industriale la produzione tessile è a domicilio nelle campagne. Un
mercante forniva gli attrezzi e le materie prime ai contadini i quali potevano scegliere una data di
consegna (i tempi erano molto lunghi)

- Dal 1750 tutto cambia quasi all'improvviso: i consumi di lana e lino, molto costosi e poco
resistenti, si riducono; cresce enormemente quello del cotone (importato dall'America e India);
introdotte innovazioni tecniche per la filatura e la tessitura;

- il filatoio intermittente (mule jenny), Questo filatoio intermittente produceva filato di grande
qualità a prezzi inferiori, impiegando un solo operaio producendo, in poco tempo, ciò che prima
avrebbero fatto cento lavoratori.

- In Inghilterra il flusso commerciale punta sull'esportazione limitando (con alti dazi) le


importazioni (mercantilismo). Si esporta più cotone che lana.

Il settore tessile, era la scintilla che fa partire la rivoluzione industriale, che poi si estende agli altri
settori.
- James Watt inventa la macchina a vapore (1775) che aziona il telaio meccanico. Con
questa macchina a vapore l'energia termica viene convertita in energia meccanica (lavoro).
La macchina viene utilizzata prima per estrarre il carbone. In seguito, viene utilizzata sia nel
settore tessile sia in quello del ferro come fonte di energia. Viene poi perfezionata,
riducendo consumi e dimensioni.
- Grazie a questi progressi, Trevithick costruisce la prima locomotiva a vapore (1796).

L'industria del ferro conosce invece innovazioni meno radicali.


- Per la fusione del ferro si utilizza il carbone purificato (cocke). Si voleva convertire questo
metallo (cocke) in ghisa e ci si riesce grazie all'invenzione del forno di pudellaggio, di Cort.
In questo forno si raggiungevano temperature altissime, così da poter lavorare meglio il
materiale.

Si diffonde il lavoro salariato nelle campagne e nelle città. Si forma un mercato interno, con
conseguente crescita della domanda di beni quotidiani e si stimola la produzione.

Dal 1750 si estendono anche le reti dei canali navigabili dove si trasportavano materiali pesanti
come il ferro e il carbone.

Cambia in maniera radicale l'organizzazione del lavoro, con il passaggio al moderno sistema di
fabbrica. Le fabbriche sono di grandi dimensioni e riuniscono un alto numero di lavoratori e di
macchinari. Nelle fabbriche si trovano macchinari che funzionano grazie a un'unica fonte di
energia. Essendo la fabbrica un luogo unico chiuso, poteva esserci un controllo più efficace delle
lavorazioni e dei lavoratori. Le prime fabbriche vennero avviate grazie all'autofinanziamento e
poco con i prestiti: gli imprenditori preferivano mettere in gioco il loro patrimonio, investendo per
il futuro. Non c'era poi bisogno di molto denaro per acquistare gli attrezzi necessari. Poi con gli alti
ricavi ottenuti si reinvestiva per migliorare o per ingrandire il sistema di fabbrica. I prestiti, poi, non
si facevano perché le banche non si fidavano.
Inizialmente, l'organizzazione della fabbrica era a livello familiare, dove vi era il capofamiglia che
gestiva il lavoro. Dunque, con l'avvento del sistema di fabbrica si reclutano interi nuclei familiari
che prima erano impegnati con il lavoro a domicilio.
L'autorità del capofamiglia resta invariata:
- questo gestiva il salario di familiari
- svolgeva le mansioni più specializzate,
- controlla il lavoro di tutti.
Si sviluppa una forte gerarchia tra i lavoratori: al vertice c'erano i capifamiglia e grandi operai; alla
base, le donne e i bambini.

L'industrializzazione porta a una grande e disordinata crescita delle città, nelle quali trovavano
luogo le fabbriche. Le più grandi città raddoppiano in pochi decenni il loro numero di abitanti.
Ma in fabbrica le condizioni di lavoro erano terribili: le giornate superano le 12 ore anche per i
bambini; gli ambienti erano poco igienici e poco sicuri. In città, le famiglie si ammassano in case
improvvisate e malridotte: addirittura non vi erano strade pavimentate e fognature: le condizioni
igieniche erano inesistenti. Queste terribili condizioni portano a un aumento della mortalità,
soprattutto infantile. il sistema di lavoro nelle fabbriche è penoso ed estenuante.
Dagli ultimi decenni del Settecento cominciano le reazioni contro il sistema di fabbrica: Le reazioni
consistevano nel sabotare e distruggere le macchine, poiché si pensava causassero
disoccupazione e bassi salari. Questo movimento viene chiamato "luddismo”. Tuttavia, il
parlamento è severo contro gli scioperi e le associazioni operaie e dopo qualche anno il fenomeno
riprende e con maggior violenza così segue una dura repressione che termina spesso con la
condanna a morte degli operai ribelli.

LA RESTAURAZIONE
Il Congresso di Vienna
Gli storici chiamano Restaurazione il periodo immediatamente successivo alla caduta di
Napoleone. I sovrani che lo avevano sconfitto cercarono, infatti, di “restaurare” quell’ordine che le
idee rivoluzionarie francesi avevano sconvolto.
Il periodo della restaurazione va dalla sconfitta di napoleone al 1830.

La pace di Parigi (primo trattato – Maggio 1814) aveva stabilito che la Francia veniva riportata ai
confini del 1972 e successivamente si ebbe Il Congresso di Vienna (Novembre 1814) ancor prima
della battaglia di Waterloo, mentre Napoleone era in esilio all’Isola d’Elba, fu convocato a Vienna
un grande congresso internazionale per ristrutturare l’assetto politico dell’Europa.

Il Congresso fu inaugurato nel Novembre del 1814 e si concluse a Giugno del 1815, e vi prese
parte anche la Francia del nuovo re Luigi XVIII (fratello di Luigi XVI), appoggiata dal primo ministro
austriaco von Metternich. Ne fecero parte i rappresentanti dell’Austria, della Gran Bretagna, della
Russia e della Prussia.

Obiettivo del Congresso di Vienna era restaurare i regimi politici precedenti alla Rivoluzione
francese e garantire una pace duratura in Europa. A tal fine ogni decisione fu presa in base a due
principi:

- il principio di legittimità, per il quale i sovrani “legittimi” spodestati dalle rivoluzioni o da


Napoleone avevano diritto di riprendere il trono;

- il principio di equilibrio, secondo cui le principali potenze d’Europa dovevano ottenere


vantaggi equilibrati, così che nessuna prevalesse sulle altre.
Per disposizioni del Congresso:
- Francia e Spagna tornarono ai confini del 1789,
- Olanda e Belgio furono uniti nel regno dei Paesi Bassi,
- Gli stati tedeschi furono riuniti nella Confederazione germanica (39 stati), presieduta
dall’Imperatore austriaco Ferdinando I.
- La Prussia ottenne gran parte della Sassonia e territori sulle sponde del Reno e furono
creati degli stati cuscinetto per evitare l’espansione della Francia: venne così rafforzato il
Piemonte e fu creato il Regno dei paesi bassi.
- La Russia ottenne la Finlandia e buona parte del territorio polacco.
- L’Inghilterra poté consolidare il suo enorme impero marittimo, acquistando importanti basi
come Malta e la colonia del Capo nell’Africa del Sud.
- All’Austria, poi, fu conferita notevole influenza sul territorio italiano, il cui assetto politico
cambiò profondamente. Acquisì la repubblica di Venezia, Il Veneto venne unito alla
Lombardia, formando il Regno lombardo-veneto, che entrò così a far parte dell’Impero
austriaco.

Terminato il Congresso di Vienna lo zar Alessandro I di Russia propose un patto d’alleanza ad


Austria e Prussia, dichiaratamente allo scopo di sostenere la cristianità nella politica europea, ma
in pratica per formare una coalizione contro ogni rivoluzione. La nuova coalizione prese il nome di
Santa Alleanza (26 Settembre 1815); i sovrani che vi avevano aderito si impegnarono a prestarsi
reciproco aiuto contro chiunque andasse contro l’ordine stabilito. Rifiutarono, invece, l’Inghilterra
e lo Stato pontificio, la prima perché politicamente in forte contrasto con i regimi assoluti di
Austria, Prussia e Russia, il secondo perché diffidava della religiosità di un sovrano cristiano-
ortodosso (non cattolico) come Alessandro I. Venne poi istituito il principio di Intervento che
autorizzava a prendere le armi contro qualsiasi tentativo rivoluzionario.

Successivamente la Gran Bretagna si unì nella Quadruplice alleanza (1815) con Austria, Prussia e
Russia. Gli obbiettivi erano il ridimensionamento della potenza francese e la conservazione
dell’equilibrio. Essi si riunirono periodicamente in congressi e conferenze, “concetto europeo” per
discutere dei vari problemi.

Per ridurre la frammentazione dell’Italia, il Congresso di Vienna sacrificò la Repubblica di Genova


annessa al Piemonte e quella di Venezia portata all’interno del Regno Lombardo - Veneto. Gli altri
stati furono restaurati:
- La Repubblica di Lucca divenne Ducato di Lucca.
La presenza austriaca aumentò e l’unico a conservare una certa autonomia fu il Regno di
Sardegna.
In Italia l’obbiettivo di Metternich era quello di voler reprimere il progetto di unificazione
nazionale. Dopo il Congresso di Vienna,
- Vittorio Emanuele I di Savoia riprese possesso di tutti i suoi territori. Tornato a Torino,
ristabilì i privilegi della nobiltà e del clero, abolendo i codici napoleonici. Mantenne solo il
sistema fiscale e poliziesco di Napoleone. Venne creato inoltre il corpo dei Carabinieri.
- Nel 1815 Papa Pio VII ripristinò il suo potere. Il governo fu affidato a Consalvi, che
riorganizzò il territorio, dividendolo in 17 province ma venne poi eletto Leone XII e Consalvi
perse il potere.
- L’Italia meridionale fu restituita a Ferdinando IV di Borbone, che acconsentì ad un’alleanza
permanente con l’Austria. I regni di Napoli e Sicilia furono uniti nel regno delle Due Sicilie
(1816) Il sovrano cambiò il proprio nome in Ferdinando I.
- Il Granducato di Toscana venne riassegnato a Ferdinando III di Lorena, che riprese in parte
una politica assolutista. Inoltre il primo ministro Vittorio Fossombroni attuò un programma
di ammodernamento dell’agricoltura e diede un impulso all’industria.
- Il ducato di Parma, Piacenza e Guastalla furono affidati a Maria Luisa d’Austria (ex moglie
di Napoleone) dove venne promulgato un nuovo codice civile.
- Nel ducato di Modena e Reggio, Francesco IV d’Asburgo ristabilì la legislazione
prerivoluzionaria, restituendo privilegi ai nobili.
- Nel regno lombardo-veneto ancora vi era presente un pesante carico fiscale e l’obbligo del
servizio militare.
Vi fu introdotto un nuovo codice civile
venne migliorata la pubblica istruzione. L’economia aumentò e la borghesia
imprenditoriale era interessate alle novità tecniche e scientifiche, Così Milano divenne la
capitale della cultura italiana. Spiccò la rivista “il Conciliatore” scritta da Luigi Porro e
Federico Confalonieri anche se la censura era molto attiva.

La restaurazione fu oggetto delle riflessioni di alcuni intellettuali come Burke (secondo cui la
Rivoluzione francese aveva preteso di creare uno Stato dal nulla, perciò era degenerata) e Maistre
(secondo cui la radice di tutti i mali era stata la Riforma protestante che aveva sostituito
l'obbedienza con la libertà, sovvertendo così ogni ordine (ordine che si ha solo con la Chiesa
Cattolica).
Il romanticismo politicamente, si manifestò in due tendenze opposte:
• CONSERVATRICE E REAZIONARIA, la quale esalta il passato, l'assolutismo, l'alleanza trono-altare
e sostenuta dai teorici della restaurazione;
• PROGRESSISTA, la quale ritiene che la riposta alle nuove esigenze risieda solo nel rinnovamento
dell'ordine sociale e politico.

Inoltre in questo periodo inizia a farsi strada l'idea di Nazione vista come una collettività umana
che condivide il medesimo passato, la medesima storia, la lingua, la religione e la tradizione.
Vennero reinterpretati i principi di uguaglianza (sono uguali le persone a cui le vicende storiche
hanno attribuito la medesima lingua, religione e costumi), di fraternità (colore che appartengono
alla stessa nazione sono fratelli) e di libertà (la nazione deve liberarsi dallo straniero e dai sovrani
assoluti).

LIBERALISMO (nato dal pensiero di Locke, Smith e Montesquie): la libertà consente all'individuo di
cercare la felicità. Il liberalismo:
• respinge l'assolutismo, in quanto la Costituzione e la divisione dei poteri evitano gli abusi;
• Garantisce le libertà pubbliche e l'uguaglianza giuridica; si appoggia al costituzionalismo con la
concessione di carte costituzionali che potessero anche limitare il potere del sovrano
• Non interviene nella vita economica (liberismo), né sulla disuguaglianza sociale.

PENSIERO DEMOCRATICO (nato con Rousseau):


• sostiene l'uguaglianza politica e il suffragio universale;
• sostiene che lo Stato debba moderare le ingiustizie sociali e garantisce l'istruzione a tutti.
Sulla linea del pensiero democratico si sviluppano poi il socialismo e il comunismo.
In Francia, patria dei movimenti più radicali si confermò il giacobinismo con un’impronta
democratica e repubblicana.
9.1 I MOTI DEGLI ANNI VENTI IN EUROPA
Dopo la fine del Congresso di Vienna, sfociarono insurrezioni che miravano ad abbattere l’ordine
politico e sociale imposto dalla Restaurazione con l’obbiettivo di ottenere
costituzioni,
parlamenti elettivi
concessione delle libertà e dei diritti fondamentali.
A tutto questo si aggiunge anche la richiesta dell’Indipendenza e dell’Unità nazionale.

Protagonisti di questi moti furono soldati, ufficiali, intellettuali, studenti, commercianti. I moti
partirono da società segrete che per difendersi da spie e corpi di polizia erano poco conosciute e
in pochi sapevano il loro obbiettivo. Le principali erano:
- La Carboneria: con Orientamenti liberali e moderati
- Gli Adelfi e Filadelfi: Con orientamenti democratici
- Sublimi Maestri Perfetti: fondati da Buonarroti che richiedevano la ripartizione delle terre,
e la creazione della Repubblica fondata sulla sovranità popolare

Il primo moto rivoluzionario scoppiò in Spagna, luogo in cui la repressione dei liberali e
democratici era stata la più dura. Nei territori spagnoli del Sud America si crearono movimenti
indipendentisti, guidati da capi militari con idee liberali, successivamente nel 1820 l’esercito
spagnolo si rifiutò di partire per fermare questi moti. L’Ammutinamento si estese molto
velocemente e provocò numerose sollevazioni in tutta la Spagna che obbligarono il re a ripristinare
la Costituzione, nella quale quella di riferimento doveva essere quella di CADICE.
Sempre nel 1820 un colpo di stato militare impose in Portogallo una costituzione uguale a quella
Spagnola

I MOTI IN ITALIA
In Italia si generò un forte malcontento che stimolò la nascita di sette con alcune che ambivano
ad una monarchia costituzionale
altre ambivano a idee repubblicane.

La rivoluziona spagnola influenzò molto il Regno delle 2 Sicilie dove era molto diffusa la
Carboneria. I principali moti italiani furono:
- Napoli (notte tra il 1° Luglio e 2 Luglio 1820): chiedevano una costituzione simile al
modello spagnolo anche se questo moto ebbe esito fallimentare dato che venne represso
dall’Austria e venne ristabilito l’assolutismo.
- Sicilia (Luglio 1820): chiedevano l’indipendenza da Napoli e una costituzione simile a quella
spagnola ma ebbe esito fallimentare a causa dell’occupazione austriaca di Napoli
- Piemonte (Marzo 1821 – Alessandria): chiedevano una costituzione simile a quella
spagnola e di muovere guerra all’Austria per la liberazione del Lombardo-Veneto. Tuttavia
intervenne l’Austria e tutte le concessioni vennero annullate e molti insorti piemontesi
furono incarcerati nella prigione di Spielberg

Una volta riportato l’ordine in Italia, grazie all’Austria, le truppe della Santa Alleanza si
incontrarono nel CONGRESSO DI VERONA (Autunno 1822) dove venne deciso di fermare la
rivoluzione spagnola e l’incarico di far tornare l’assolutismo in Spagna.
Questo compito venne affidato alla Francia, nel 1823 i Francesi varcarono i Pirenei e sconfissero
facilmente i ribelli. La Spagna tornò ad essere una Monarchia conservatrice e poco dopo (1824)
avvenne lo stesso anche in Portogallo. Gli interventi di Francia e Austria misero in evidenza la
debolezza dei moti degli anni 20.
- Tuttavia scoppiò un moto rivoluzionario anche in Russia, a San Pietro Burgo nel 1825
iniziato dalla società segreta dei “Decabristi” con l’idea di creare un regime costituzionale
ma il poco appoggio ai decabristi consenti allo Zar Nicola I, succeduto a Alessandro I, di
reprimere duramente il moto.
- L’unico moto ad esito positivo fu quello Greco, dove gli insorti liberarono il paese
dall’impero Ottomano, il moto con a capo Ypsilanti, capo della società segreta ETERIA,
mirava ad abbattere il dominio turco. La rivolta ebbe successo e nel 1822 venne
proclamata l’indipendenza del paese e venne istituita una monarchia costituzionale.
Tuttavia in favore dei Turchi interverranno gli egiziani che ripresero il controllo della Grecia.
A causa dei numerosi morti di questa guerra, le potenze europee di Gran Bretagna, Austria
e Russia (NO Austria e Prussia) riunite a Londra decisero di inviare una flotta coniugata e
nell’Ottobre 1827, la flotta europea sconfisse quella turco-egiziana a Navarino.
Nel 1829 venne poi firmato il TRATTATO DI ADRIANOPOLI che confermerà l’indipendenza
della Grecia con a capo un sovrano tedesco Ottone I, la quale non consentirà nessuna
costituzione e affermerà un regime assolutista.

Tuttavia i Turchi dovettero poi rinunciare alla Serbia, Moldavia e Romania, si creò così sulla
penisola balcanica una forte instabilità che alimento le espansioni delle potenze europee
(“QUESTIONE D’ORIENTE”).

9.2 INDIPENDENZA AMERICA LATINA  Sintesi pag. 306

9.3 I MOTI DEGLI ANNI TRENTA IN EUROPA


Dopo il fallimento degli anni venti ci fu un periodo di buio anche se la diffusione degli ideali liberali
e democratici non si fermarono.
- Dalla Francia, inizio anni 30, ci fu una nuova ondata rivoluzionaria, che segnerà la fine della
Restaurazione.
Questi moti non erano più guidati da società segrete ma da intere masse urbane come i
lavoratori e i ceti medi.
Il Re Luigi XVIII aveva varato una CARTA COSTITUZIONALE con all’interno scritto:
Un sistema bicamerale diviso in Camera dei Pari e Camera dei Deputati,
garantiva l’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge,
garantiva la libertà di culto, di opinione e di stampa.
Luigi XVIII aveva deciso di tenere il codice civile di Napoleone,
il sistema scolastico
tutte quelle riforme che rendevano lo stato più efficiente.

Questo tipo di governo non andava d’accordo con gli ultrarealisti, o ultras, che volevano
la restaurazione dell’assolutismo monarchico. Ci furono ondate di TERRORE BIANCO (Sud
della Francia) con omicidi e arresti. Tuttavia dalle elezioni era emersa la maggioranza
liberare ma gli ultras tornarono al potere dopo aver ucciso nel 1820 l’erede al trono Carlo
Ferdinando di Borbone. Con l’avvento al trono di Carlo X,
venne ridotta la libertà di stampa
vennero restituite prerogative al clero
MA si opposero i gruppi liberali e democratici che vinsero le elezioni del 1830.
Carlo X reagì sciogliendo la camera e abolendo la libertà di stampa, ma gli oppositori
insorsero mettendo barricate per le strade e in 3 giornate di combattimenti, il re abdicò.
Allora il popolo di Parigi offrì la corona a Luigi Filippo D’Orleans ed iniziò cosi l’esperienza
della “Monarchia di Luglio” dove il sovrano adottò anche il tricolore al posto della bandiera
con i gigli dei Borbone.

- Il Belgio nel 1830 si separò dall’Olanda e ottenne l’indipendenza come Monarchia


Costituzionale con il Re Leopoldo di Sassonia
- I moti polacchi nel 1830-31 vennero fermati dall’esercito russo
- In Italia i moti furono fallimentari a causa della reazione austriaca
- In Svizzera ci furono agitazioni con la delibera di costituzioni democratiche

Questi moti del 1830 misero in risalto l’incapacità della Santa Alleanza di far rispettare gli
equilibri del congresso di Vienna.
- Austria, Russia, Prussia  Assolutismo (monarchie conservatrici)  fedeli alla Santa
Alleanza
- Gran Bretagna, Francia, Spagna e Portogallo  si riuniscono in una nuova Quadruplice
Alleanza (monarchie liberali)

Intanto la Russia era interessata al passaggio attraverso lo stretto dei Dardanelli e Gran Bretagna e
Russia furono d’accordo nel contenere l’espansionismo in Medio Oriente della Francia che intanto
aveva conquistato l’Algeria e nel 1833 la Gran Bretagna conquista l’Egitto

Intanto in Svizzera i CANTONI ELVETICI CATTOLICI (appoggiati dai Francesi) si separarono da quelli
protestanti (appoggiati dagli inglesi) dando origine alla LEGA SEPARATA. Tuttavia nel 1847 i
protestanti ebbero la meglio e crearono la CONFEDERAZIONE ELVETICA con un governo centrale e
il paese ebbe una costituzione liberale federale.

9.4 LA GRAN BRETAGNA LIBERALE  Sintesi pag. 306

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