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Amartya Sen, Identità e violenza, tr. it. di F.

Galimberti, Laterza, Roma-Bari 2006


Citazioni più significative
Nella nostra vita di tutti i giorni, ci consideriamo membri di una serie di gruppi, e a tutti questi
gruppi apparteniamo. La cittadinanza, la residenza, l’origine geografica, il genere, la classe, la
politica, la professione, l’impiego, le abitudini alimentari, gli interessi sportivi, i gusti musicali, gli
impegni sociali e via discorrendo ci rendono membri di una serie di gruppi. Ognuna di queste
collettività, a cui apparteniamo simultaneamente, ci conferisce un’identità specifica. Nessuna di
esse può essere considerata la nostra unica identità, o la nostra unica categoria di appartenenza (p.
6)
L’inaggirabile natura plurale delle nostre identità ci costringe a prendere delle decisioni
sull’importanza relativa delle nostre diverse associazioni e affiliazioni in ogni contesto specifico.
Un ruolo centrale nella vita di un essere umano, quindi, è occupato dalle responsabilità legate alle
scelte razionali (p. IX)
La libertà di determinare a chi va la nostra lealtà, quali sono le nostre priorità tra i diversi gruppi ai
quali apparteniamo, è una libertà particolarmente importante, che abbiamo motivo di riconoscere, di
apprezzare e di difendere (p. 7)
La classificazione per religioni o per civiltà può ovviamente rappresentare anche una fonte di
distorsione a scopi violenti (p. 15)
La difficoltà di agire sulla base del presupposto di un’identità unica – quella religiosa – ovviamente
non è un problema che riguarda solo i musulmani (p. 78)
Il fatto che trascurare tutte le identità di una persona diverse da quelle legate alla religione sua un
modo poco efficace di ridurre la capacità di penetrazione del settarismo religioso è cosa che non
dovrebbe sorprendere (p. 79)
Nel mondo contemporaneo esiste un’impellente necessità di interrogarsi anche sui valori, sull’etica
e sul senso di appartenenza che dà forma alla nostra concezione del mondo globale, oltre che
sull’economia e sulla politica della globalizzazione […]. Impegnarsi su tali questioni non impone di
‘sostituire’ le nostre fedeltà nazionali e le nostre lealtà locali con un sentimento di appartenenza
globale, che si riflette nell’operato di un gigantesco “Stato globale”. Anzi, l’identità globale può
iniziare a riscuotere quanto le è dovuto senza cancellare le altre fedeltà (p. 188)
Citazioni unite e un po’ modificate
“Nella nostra vita di tutti i giorni, ci consideriamo membri di una serie di collettività, e
apparteniamo a ciascuna di esse. La cittadinanza, la residenza, l’origine geografica, il genere, la
politica, la professione, i gusti musicali, gli impegni sociali e via discorrendo ci rendono membri di
una serie di gruppi. Ognuna di queste collettività, a cui apparteniamo simultaneamente, ci
conferisce un’identità specifica. Nessuna di esse può essere considerata la nostra unica identità, o la
nostra unica categoria di appartenenza […]. L’inaggirabile natura plurale delle nostre identità ci
costringe a prendere delle decisioni sull’importanza relativa delle nostre diverse associazioni e
affiliazioni in ogni contesto specifico. Un ruolo centrale nella vita di un essere umano, quindi, è
occupato dalle responsabilità legate alle scelte razionali”
La classificazione per religioni o per civiltà può ovviamente rappresentare anche una fonte di
distorsione a scopi violenti […]. La difficoltà di agire sulla base del presupposto di un’identità unica
– quella religiosa – non è un problema che riguarda solo i musulmani […]. Il fatto che trascurare
tutte le identità di una persona diverse da quelle legate alla religione sia un modo poco efficace di
ridurre la capacità di penetrazione del settarismo religioso è cosa che non dovrebbe sorprendere”
“Nel mondo contemporaneo esiste un’impellente necessità di interrogarsi anche sui valori, sull’etica
e sul senso di appartenenza che dà forma alla nostra concezione del mondo globalizzato, oltre che
sull’economia e sulla politica della globalizzazione. Impegnarsi su tali questioni non impone di
‘sostituire’ le nostre fedeltà nazionali e le nostre lealtà locali con un sentimento di appartenenza al
mondo nel suo complesso, che si riflette nell’operato di un gigantesco ‘Stato globale’. Anzi,
l’identità globale può iniziare a riscuotere quanto le è dovuto senza cancellare le altre fedeltà”

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