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Erasmo da Rotterdam - il modello educativo

Erasmo s’interessò di tematiche educative e, con una capacità di analisi psicologica che
anticipa i tempi, ritenne che il curriculum degli studi dovesse tendere a una formazione
integrale: intellettuale, morale, religiosa e civile.

Lo studio delle lingue e della letteratura classica rafforza la religione, in quanto consente una
comprensione più intelligente della fede e impedisce che degeneri in superstizione. Inoltre gli
insegnamenti morali dei pensatori antichi aprono la strada alla morale cristiana.

I fattori essenziali dell’educazione sono la natura, la ragione e l’addestramento.

- Natura: comprende l’attitudine a imparare, comune a tutti gli uomini, ma anche le


inclinazioni individuali che un buon maestro deve riuscire a individuare nei suoi allievi.
- Ragione: capacità di elaborare concetti e giudizi (fattore che differenzia l’uomo dai
bruti);
- Addestramento è l’esercizio, cioè l’applicazione assidua di quello che si è imparato.

Erasmo accetta il fatto che ciascun allievo possa avere o no alcune facoltà innate, ma ritiene
che l’azione educativa abbia sempre se necessario per inserimento una grande potenzialità.

L’educazione deve essere graduale e rispettare le età degli educandi.

Secondo Erasmo, i tre beni sommi dell’umanità sono una fede religiosa, una cultura, una
concordia universale e l’educazione umanistica è lo strumento più valido per realizzarli.

Nonostante ciò, non esita a ritenere eccessiva la pedanteria dell’Umanesimo, in particolare nel
culto della grammatica.

Erasmo si occupa di educazione utilizzando diverse modalità di riflessione e di scrittura, a


seconda dell’età dei soggetti da educare: in alcune opere si rivolge all’educazione dei bambini,
in altre alla formazione degli adulti.

Nel trattato per educazione, affronta i temi dell’educazione dei bambini piccoli, fino a sei
anni: riconosce l’importanza dei fattori ereditari, la forza dell’imitazione inconscia, la validità
delle prime impressioni estetiche e dei primi insegnamenti morali. Erasmo accetta il fatto che
fino a sei anni i bambini debbano essere affidati alle madri ma, dato che le donne sono poco
istruite, ritiene che non siano buone educatrici. Diventa quindi importante curare l’educazione
delle donne, in particolare delle future madri, in quanto avranno la responsabilità
dell’educazione dei figli.

La sua idea è che nella prima fase della vita, attraverso il gioco, in un’atmosfera di spontaneità
e serenità e basandosi molto sull’osservazione diretta, si debbano già in segnare diverse cose
ai bambini: la lettura, la scrittura e il disegno. La caratteristica che definisce un buon
maestro è la sua capacità di osservare il mondo dei bambini con simpatia.
L’educazione sistematica dovrebbe iniziare a sette anni; l’ideale sarebbe che se ne potesse
occupare il padre ma, nella pratica, Erasmo riteneva che fosse più opportuno inserire il
bambino in un gruppetto di coetanei affidato all’educazione di un maestro colto e moralmente
inconfutabile.

Nella prima fase dell’educazione sistematica, cioè dai sette anni in avanti, deve essere
introdotta la disciplina ma in modo mite, per consentire di incanalare le aspirazioni, non
reprimerle. In questa fase dell’educazione la base dello studio deve essere il latino. Nel
modello educativo di Erasmo il latino andrebbe insegnato attraverso la conversazione, la
lettura, la composizione scritta e orale.

A seguire troviamo:

- la storia, basata sulla conoscenza dei personaggi e degli avvenimenti, in quanto


rappresenta una buona fonte di esempi morali;
- le scienze, ritenute opportune in quanto forniscono un vocabolario ampio, utile a
comprendere i classici.

Come la maggior parte degli umanisti, anche Erasmo non attribuisce troppa importanza
all’orientamento professionale: ritiene, invece, essenziale sviluppare le attitudini innate in
ciascun allievo attraverso una cultura generale; di conseguenza saranno ottenuti buoni
risultati anche nei vari campi professionali.

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