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L’EMILIO – ROUSSEAU

LIBRI I E II
All’epoca erano presenti due modelli di strutture educative:
1. Chi poteva, nelle famiglie benestanti, assoldava un precettore che seguiva la crescita del bambino:
difficilmente le donne si prendevano cura dei loro figli, i quali, infatti, venivano affidati alle nutrici
(facevano tutto quello che si fa nella primissima infanzia, come per esempio allattare). C’era
un’altissima mortalità infantile durate il parto perché all’epoca mancavano le conoscenze per riuscire
ad affrontare parti complicati. Morivano di setticemia perché dimenticavano di lavarsi le mani e,
quando hanno iniziato a farlo, la mortalità cadde. Il 50% dei bambini non raggiungevano i 12 anni,
morivano tantissimo in piccola età. Le madri e i padri prima dei 12 anni non vedevano i figli, non
c’era un attaccamento affettivo fino a quando non erano un po’ più grandi. Nelle famiglie contadine
invece era molto diverso: ad occuparsi dei figli erano o le madri, o, nel caso lavorassero, le nonne, le
zie o comunque chi fa parte della famiglia.
2. L’altro modello erano i collegi. La primissima educazione veniva comunque data in casa, poi i
ragazzi venivano mandati nei collegi dove veniva imparato il latino, il greco e si faceva una
scorpacciata di letteratura antica; poi inizia lo studio della filosofia, della matematica e della fisica.
Erano solitamente collegi religiosi (per esempio i gesuiti). Chi voleva proseguire gli studi andava
all’università e faceva un approfondimento di filosofia, successivamente si sceglieva tra
giurisprudenza, medicina o teologia.

Rousseau ha svolo il lavoro del precettore quando era giovane e prima di scrivere l’Emilio ha scritto altri
libri che parlano di pedagogia.
 1740: Projet pour l’éducation de M. de Sainte-Marie (per Jean Bonnot de Mably). Rousseau si trova
a Lione che a quel tempo era già nota come una città molto ricca e lavora per questa famiglia nobile.
 1752: Narcisse, prefazione (critica dell’educazione contemporanea)
 1761: Nouvelle Éloise (Prima parte, lettera XII; Quinta parte, lettera III)
 1762: Émile, scritto su richiesta di Madame de Chénonceaux, appartenete alla borghesia francese e
con cui Rousseau è in contatto. Lui vuole scrivere come si educa non un figlio di un nobile, ma vuole
educare l’uomo in generale, una persona che non è connotata da un punto di vista sociale. Perché ha
come obbiettivo di formare un uomo e non una persona specifica.

L’Emilio e diviso in 5 libri che seguono lo sviluppo del bambino.


 Libro I: da 0 a 2 anni
 Libro II: da 2 a 12 anni
 Libro III: da 12 a 15 anni
 Libro IV: da 15 a 20 anni
 Libro V: Sophie, ritrovamento della moglie ideale di Emilio.

Principi generali che ritroviamo nel testo.


 Il primo è uno degli elementi più noti della pedagogia di Rousseau: educazione naturale e
negativa.
 Il secondo principio è critico. Rousseau insiste sull’educazione del suo tempo poiché i precettori o i
pedagogisti dell’epoca trattavano i bambini come se fossero dei piccoli uomini, non adattando il
sistema educativo all’età del bambino stesso. Nel momento in cui intervengono gli parlano e gli
insegnano delle cose come se il bambino avesse tutte le capacità di un adulto: vogliono preparalo
all’età adulta e ciò significa trattarlo sin dall’inizio come un adulto.
 Il terzo principio è che ciò che bisogna formare quando il bambino è piccolo (0-12 anni) è il cuore e
non l’intelletto. Questa contrapposizione cuore e intelletto deriva da Pascal. Per Rousseau cuore è
sia l’aspetto morale che l’aspetto sentimentale, ma vuol dire anche sensazione. Attraverso le
sensazioni noi educhiamo anche le prime emozioni.
 Il quarto principio riguarda il fatto di esercitare e formare il giudizio. Emilio deve essere capace di
giudicare. Questo viene da Montaigne. Bisogna usare altri strumenti e non la punizione (in
particolare la punizione corporale). Formare il giudizio, tramite un’educazione non violenta, e non
puntare sull’educazione nozionistica.
Se da una parte l’Emilio ha un successo strepitoso, dall’altra parte viene condannato e vi è una grossa
attenzione dell’opinione pubblica. Lo scandalo è perché l’opera contiene un testo che riguarda la fede che
suscita la repressione. Mobilita l’opinione pubblica francese, l’Emilio piace moltissimo soprattutto alle
lettrici donne ma suscita grande scandalo.

Tutto è buono uscendo dalle mani dell'Autore delle cose; tutto degenera in quelle dell'uomo. Questi sforza
un terreno a nutrire le produzioni di un altro, e induce un albero a portare frutti non suoi; mescola e
confonde i climi, gli elementi e le stagioni; mutila il suo cane, il suo cavallo e il suo schiavo; sovverte tutto,
altera tutto; predilige le deformità e i mostri; nulla vuole come natura l'ha creato; neanche l'uomo che gli
occorre addestrare per sé, come fosse cavallo da circo, oppure torcere a modo suo, come albero del suo
giardino.
Senza di ciò, tutto andrebbe ancor per la peggio; e la nostra specie non comporta di venir raffazzonata a
mezzo. Nello stato in cui le cose oramai si trovano, un uomo abbandonato sin dal suo nascere a sé stesso,
sarebbe fra gli altri il più malmenato di tutti. I pregiudizi, l'autorità, la necessità, l'esempio, tutte le
istituzioni sociali nelle quali ci troviamo sommersi, soffocherebbero in lui la natura, e nulla sarebbe
messo al posto di quella, la quale sarebbe arboscello che il caso fa nascere in mezzo ad una strada e che i
passanti fanno subito perire urtandolo da tutti i lati, e facendolo piegare in tutti i sensi.

L’Autore delle cose è ovviamente Dio, usa un sostantivo di tipo diverso. Dio ha fatto tutto bene, mentre
l’uomo deturpa le cose, le modifica. Che tipo di educazione vogliamo fare? Perché non lasciamo fare tutto
alla natura?
Non si può non dare un’educazione ai bambini perché viviamo in una struttura sociale, la quale ci modifica
comunque. Non possiamo illuderci di lasciar fare alla natura, poiché viviamo in uno stato sociale in cui esiste
una società.

Altro brano critico sulla nostra società:


Tutta la nostra saggezza consiste in pregiudizi servili, tutte le nostre consuetudini si risolvono
nell’asservimento, nella costrizione. L’uomo civile nasce, vive e muore nella schiavitù: alla nascita lo
imprigionano nelle fasce; alla morte lo inchiodano in una bara; finché conserva sembianze umane, è
incatenato dalle nostre istituzioni.

In questo testo abbiamo i pregiudizi che, secondo Rousseau, vengono creati, formati e diffusi dalla società,
essi sono servili e tendono a fare di noi degli schiavi. Dopo i pregiudizi ci sono le consuetudini, la società
crea delle abitudini: per esempio abitua i bambini a stare seduti in classe. Le abitudini hanno lo stesso scopo
dei pregiudizi, di essere degli schiavi e di obbligarci a fare qualcosa. L’abitudine è un fatto corporeo e della
mente. Per Rousseau questo meccanismo serve a riprodurre la servitù.

Rousseau ci dice che noi impariamo da tre fonti:


1. Natura. Deve avere come scopo lo sviluppo delle nostre disposizioni, di quello che sappiamo fare
con il corpo e con la mente.
2. Uomini. Deve favorire il primo processo, come usare le nostre disposizioni e le nostre capacità al
meglio.
3. Cose. Ci permettono di fare esperienza del mondo esterno.
Rousseau ci dice per ognuno di questi tre elementi come usarli: ancora una volta ce lo dice criticano qual è
l’attuale situazione nelle società.
La natura ci permette di dare una educazione che corrisponde all’uomo naturale ed è un’educazione
dedicata al singolo (si educa il singolo e i caratteri individuali dell’uomo). Deve essere un’educazione privata
(non i collegi, ma il precettore) e che abbia come scopo di formare l’uomo che possa poi stare in società e
non formare una persona che in futuro dovrà fare un determinato lavoro (specializzazione).
La società (antica) formava non l’uomo naturale ma il cittadino, il membro di una certa città dell’antichità.
Era mirata a formare una persona che si integrasse perfettamente all’interno di una precisa società. È
un’educazione non privata ma pubblica come quella che è benissimo descritta nella Repubblica di Platone.
La società antica è però finita, non c’è più Sparta, non c’è più Atene e quindi questo modello non è più
perseguibile, quello che c’è oggi (società attuale) è quello che Rousseau detesta poiché mira a formare
l’uomo dei nostri tempi (borghese). È un’educazione che si fa nei collegi. Cerca di formare l’uomo e il
cittadino contemporaneamente, ma non riesce a fare né l’uno né l’altro.
Che cosa vuol dire seguire l’educazione della natura?
 Allattamento al seno. Rousseau si rivolge direttamente alle madri e la prima cosa che dice è di
smettere di mandare i bambini dalle nutrici e di allattare loro stesse: la cosa ha funzionato perché
molte madri hanno iniziato ad allattare.
 Niente fasce. Non usare le fasce, perché secondo Rousseau impediscono al bambino di muoversi e
di sviluppare la propria muscolatura: bisogna lasciare libero il bambino di muoversi.
 Padre: precettore. Le madri devono svolgere il ruolo delle nutrici, in compenso, i padri devono
essere i precettori dei loro figli.
 Campagna. La natura significa anche che il bambino deve essere cresciuto in campagna, in cui sono
presenti due elementi a favore: la natura e l’allontanamento di Emilio all’influsso diretto della
società

Educazione negativa
 L’educatore non deve educare tramite precetti, bensì deve trovare esempi predisponendo un buon
ambiente educativo.
 Impedire, e non vietare.
 Rendere consapevoli della debolezza e dei limiti (cose ed esperienza).
 Tutelare il cuore dal vizio e la mente dall’errore. Emilio fino ad un’età avanzata non impara a
leggere e a scrivere, non ha amici, perché la società ha dei pregiudizi.

Un rapporto totalizzante
 Emilio è orfano. Non importa che abbia un padre e una madre: assunti su di me i loro doveri,
eredito tutti i loro diritti.
 Sappia soltanto che egli è debole e che voi siete forte, sappia che, tale essendo la sua condizione e
la vostra, la sua esistenza dipende interamente da voi. Emilio non deve mai mettere in dubbio
l’autorità del precettore.
 Lasciategli sempre credere di essere lui il padrone, ma siate sempre voi ad avere le redini in pugno.
Non v'è soggezione tanto perfetta quanto quella che conserva l'apparenza della libertà: la sua stessa
volontà viene ad essere così nelle vostre mani. Deve essere lui che crede di scegliere una cosa
piuttosto che un'altra, però in realtà è sempre il precessore che decide in che direzione vadano le
cose. La figura della manipolazione psicologica è molto presente.

Perciò, anziché destinare fin dall'infanzia una sposa ad Emilio, ho aspettato di conoscere quella adatta per
lui. Non sono io a destinargliela, è la natura: il mio compito e di scoprire la scelta che essa ha compiuto. Il
mio compito, dico, e non quello del padre, perché nell'affidami il figlio mi cede il suo posto, sostituisce il
mio diritto al suo: sono io il vero padre di Emilio, sono io che ne ho fatto un uomo. Avrei rifiutato di
educarlo se non fossi stato padrone di farlo sposare secondo la sua scelta, che poi vuol dire secondo la mia.
[...]
Questa finta ricerca non è che un pretesto perché impari a conoscere le donne e possa meglio apprezzare il
valore di quella degna di lui. Da lungo tempo Sofia è stata trovata forse Emilio l'ha già vista, ma la
riconoscerà solo al momento opportuno.
Sviluppo delle facoltà
L’educazione segue lo sviluppo delle facoltà umane, tutta la prima educazione di Emilio è un’educazione dei
sensi; poi è un’educazione della fantasia e dell’immaginazione; infine, è un’educazione della ragione e la
capacità di confrontare delle idee. Prima c’è uno sviluppo dei sensi e del corpo (bisogna sviluppare una
ragione sensitiva, cioè, non basta semplicemente vedere una cosa ma la devo sentire???). Successivamente
devo sviluppare dei ragionamenti sui suoi interessi immediati, su cose concrete e solo così si può iniziare a
sviluppare il senso morale di Emilio. Poi bisogna sviluppare dei ragionamenti sulle idee attratte e sulla
coscienza morale.

Educare i sensi
La prima che cosa fa il precettore è educare Emilio al giudizio sensibile, prevedere l’effetto a qualcosa che io
faccio; esercitare un senso alla volta, isolando un senso dall’altro; in una seconda fase, devo predisporre un
esperienza, dei giochi, ad esercitare alla combinazione dei sensi (associare due o più sensi), per validare (?)
gli effetti di quello che lui fa; bisogna partire sempre da qualcosa di concreto: Emilio bambino non sa fare
ragionamenti astratti, bisogna partire da qualcosa di concreto.

Non bisogna puntare sulla competitività, perché innesca un meccanismo di confronto con gli altri. Rousseau
dice, per quanto riguarda i maschi, che confrontarsi con gli altri è sempre qualcosa di negativo poiché si è
sempre sotto il giudizio altrui. La competitività è utile solo se alla fine di una gara, per esempio, c’è un
premio e non il giudizio degli altri.

Esempio di morale prima dell’età della ragione


 Impulsi naturali: conservazione e benessere
Primi doveri: verso noi stessi
 Primo sentimento della giustizia: quella che è dovuta a noi (vs quella che è dovuta ad altri)
 Lavorare sull'idea di proprietà: qualcosa in cui ha messo il suo lavoro.
o Coltivare delle fave
o Creare un incidente col giardiniere
o Rispetto reciproco delle proprie coltivazioni
o Diritto del primo occupante e proprietà
Secondo questo metodo Emilio imparerà il concetto di proprietà.

Prescrizioni
 Emilio non deve imparare niente a memoria; imparare giocando.
 Scrittura e lettura: tardi e sollecitate dal bisogno.
 Movente: concreto; premio in dolci.
 Non insegnare le lingue in tenera età. Rousseau è contrario all’apprendimento in più lingue in tenera
età, mentre quando è più grande sembra apprendere più lingue contemporaneamente. Non è chiaro se
Rousseau si riferisce all’apprendimento di lingue morte.

LIBRO III E IV
Sviluppo della mente
Emilio preadolescente deve cominciare a sviluppare non solo i sensi ma anche la mente, quindi:
 Bisogna passare dalla necessità come guida all’utile. Il ragazzino deve cominciare a cercare le cose
che gli possono essere utili.
 Bisogna cominciare a sviluppare e guidare la sua curiosità.
 Bisogna sviluppare anche e continuare a rafforzare la capacità di usare gli oggetti sensibili e anche
gli strumenti (iniziare a imparare una serie di mestieri) perché Emilio deve saper fare tante cose.
 Deve imparare non tanto i contenuti, ma il metodo per arrivare ad essi.

Utile
Viene concesso ad Emilio di leggere un libro: si tratta di Robinson Crusoe. È uno dei libri più adatti da far
leggere a Emilio, poiché il protagonista deve imparare a sviluppare una serie di abilità artigianali (quello che
deve fare Emilio). Che tipo di mestiere si vuole far insegnare ad Emilio? L’agricoltura è un lavoro troppo
umile, mentre invece fare l’artigiano va bene. I contadini sono il livello sociale più basso in assoluto e sono
la maggior parte della società; a differenza, gli artigiani, viene concepito come imprenditore di sé stesso.
Emilio imparerà un mestiere da artigiano; deve essere un mestiere maschile, pulito, e che necessità abilità: il
falegname.
Conoscenza
Le teorie della conoscenza che emergono da questo libro: Rousseau ci spiega che abbiamo delle sensazioni
semplici che arrivano da un unico senso, e ci portano ad un giudizio che è solo passivo (la mente non è
attiva); mentre quando passiamo alle idee, esse implicano un confronto e quindi che ci sia una attività da
parte della mente e quindi un giudizio attivo. Il giudizio attivo che prevede dei confronti tra idee può
sbagliare: quando c’è una semplice ricezione non sbaglia, quello che sbaglia è il giudizio che emettiamo sulla
base di questa sensazione. La sensazione è sempre giusta, è sbagliato il giudizio che io do sulla ???? da
rivedere. Come si rimedia a questo errore? Con l’esperienza. È l’esperienza che corregge l’esperienza.

Questo libro prepara anche la parte del libro IV dedicato alla moralità, una morale di tipo religioso.
L’amore di sé genera delle passioni che sono negate ai nostri veri bisogni, e queste passioni fanno parte di
noi, non sono qualcosa di negativo. Quali sono le passioni tipiche dell’amore di sé? L’amore per chi ci è
utile e l’odio per chi ci nuoce. Per quanto riguarda i veri bisogni (avere fame, avere sete, questi sono i
bisogni fondamentali), essi si autoregolano, non crescono in maniera esponenziale. Per quanto riguarda
l’amor proprio, da esso discendono tendenzialmente passioni d’odio e quindi la presenza di molti bisogni
e la presenza della soggezione all’opinione altrui, a quello che gli altri penano di noi.

Conoscenza
 Dalla sensibilità derivano le passioni;
 Dobbiamo usare l’immaginazione per controllare le passioni, creando un’abitudine;
 La ragione deve essere usata per far tacere le opinioni altrui, per evitare di assoggettarci a quello
che gli altri pensano di noi.

Gli altri uomini


 Noi abbiamo bisogno degli altri uomini, si crea così un interesse tra di essi e di conseguenza un
legame sociale;
 Nel vedere le altre persone noi ci accorgiamo anche dei loro difetti: vediamo quelle che sono le
miserie degli altri, soffrono e in questo caso gli uomini hanno compassioni, o pietà, istintiva e
questo costituisce un legame sociale.

Massime
Alcune frasi di seguito riportate che riguardano la compassione degli uomini:
 È proprio dell’uomo non vedersi mai al posto di chi è più felice di lui, ma solo di chi più di lui è da
compiangere;
 L’uomo compiange negli altri quei mali da cui non si crede immune;
 La pietà che proviamo per i mali altrui non è proporzionata alla grandezza di quei mali, ma al
grado di sensibilità che attribuiamo a chi li patisce.

Le tappe dello sviluppo del bambino


 Sviluppo fisico, che corrisponde alla prima fase dell’educazione di Emilio;
 Sviluppo affettivo, che si trova tra il terzo e il quarto libro;
 Uno sviluppo di tipo morale e giuridico: si passa all’astrazione, alla regola, e non solo all’esempio
pratico (fave – giardiniere).

Nel IV libro, Emilio entra in società, sempre accompagnato dal precettore. Prima di entrare in società, però,
deve essere educato: Emilio deve essere capace di osservare gli uomini senza corrompersi e per fare ciò è
utile leggere i libri di storia antica da giudice. Legge Tucidide, storico greco, perché ha descritto i fatti
storici senza giudicare (oggettivo) e Plutarco perché descrive grandi uomini del passato e ci spiega come
funziona l’animo umano (cuore umano). L’educazione dell’osservare gli uomini senza corrompersi passa
anche attraverso l’esperienza diretta della società: estendere amor proprio al genere umano.

Religione
 È contrario al metodo che Locke ha usato per dimostrare le convinzioni religiose: secondo Rousseau
bisogna partire dallo studio dei corpi alla realtà spirituale, e non viceversa;
 Bisogna poi tenere conto che nel popolo e nei fanciulli lo spirito, cioè la parte più elevata dell’uomo,
equivale di fatto al corpo: sia il popolo, sia i fanciulli non sono in grado di fare ragionamenti astratti
e non sono in gradi di percepire qualcosa di completamente spirituale e immateriale come è l’anima,
ma immaginano tutto come se fosse corporeo;
 Tutti i popoli, tranne gli ebrei, hanno avuto una concezione di Dio di tipo antropomorfa (si fa
riferimento alle religioni dell’antichità, latina e greca); solo gli ebrei, secondo Rousseau, hanno
concepito Dio come qualcosa di diverso dall’uomo;
 La maggior parte degli altri popoli pensano che tutto sia animato e che tutto sia vitale. Nella società
contemporanea di Rousseau. 13.08.
Critica al catechismo
 L’insegnamento del catechismo deve essere, per Rousseau, molto semplificato e deve insegnare la
morale. Non ci devono essere misteri incomprensibili e in cui non si può credere, sono, per
Rousseau, motivo di crisi religiosa poiché non riusiamo a crederci a queste cose. Ti allontana dalla
religione stessa
 Polemica contro il principio dell’intolleranza: deve essere assolutamente necessario credere e
avere fede in quei misteri incomprensibili, per essere salvati.
 La conseguenza di questo modo di pensare la salvezza è che essa è una questione geografica:
dipende da dove sei nato.
 Ignoranza invincibile: non posso essere punito su qualcosa che ignoro. Non dipende assolutamente
da me.

Si parte da questa condizione di incertezza (riguardo alla religione), non trovo nessuna evidenza e mi
sembra ragionevole accettare una serie di spiegazioni che mi danno una spiegazione coerente del mondo,
anche se non risponde a tutte le obiezioni.
Il punto di partenza del sistema è l’io: io esisto. Quindi esistono anche gli oggetti delle mie sensazioni,
quindi esistono i corpi.

Abbiamo da una parte la percezione (= sensazione) e dall’altra parte abbiamo il confronto (= giudizio): l’io è
composto quindi da un aspetto attivo e da un altro passivo.

Esistenza di Dio
Rousseau parte dalla constatazione che la materia è in quiete, non è attiva. Se la materia non è attiva, ci deve
essere stata una volontà che ha animato la natura; poi. Constatiamo che ci sono delle leggi del moto e che la
natura sia ordinata e se c’è ordine c’è un’intelligenza che ha immesso questo ordine. Questa intelligenza è
buona ed è quindi Dio.

Uomo
La visione che ha Rousseau dell’uomo è antropocentrica: ritiene che l’uomo sia superiore agli animali
perché è dotato di un’intelligenza e di una moralità oltre che di senso e di passioni, gli animali invece non
hanno lo stesso tipo di intelligenza dell’uomo e lo stesso tipo di moralità e quindi sono inferiori. Il fatto che
l’uomo sia dotato di intelletto e di moralità vuol dire che è dotato anche dell’immaterialità dell’anima.

Teologia
Per quanto riguarda i caratteri di Dio, il vicario ci dice che si tratta di un Dio che conosce le cose, ma ha una
conoscenza delle cose diversa dalla nostra: l’uomo ragiona, ma Dio ha un’intelligenza intuitiva. È un Dio
onnipotente e il Dio di Rousseau è anche un dio buono. È un Dio che ha una provvidenza, è un ente che si
occupa dell’uomo e del mondo, e in qualche modo predispone le cose.

Anima
Per quanto riguarda l’anima, che è immateriale, Rousseau porta degli argomenti e parte da una posizione
dualista: una cosa è la materia, una cosa è l’anima. La materia è estesa e divisibile (posizione cartesiana);
l’anima è attiva, caratterizzata dalla volontà e dal giudizio. L’immaterialità dell’anima è caratterizzata dalla
libertà ed è capace quindi di azione morale; l’uomo può essere premiato ma anche punito, ma dopo la
morte, nella vita eterna.

Coscienza
È una nozione molto importante in Rousseau: Emilio non deve tenere assolutamente conto di quello che la
società pensa di lui e quindi emerge in primo luogo la coscienza in senso morale. Noi abbiamo dei sensi e
delle passioni, abbiamo la ragione, ma anche la coscienza che deve assolutamente guidarci nella nostra
azione morale perché la coscienza è, per Rousseau, la voce della natura.
La coscienza è un sentimento morale innato, e ci dà due indicazioni diverse che noi dobbiamo bilanciare:
una diretta a noi stessi, l’amore di sé e l’istinto di conservazione che noi abbiamo, e dall’altra parte ci indica
qualcosa di altruistico; il nostro agire morale deve bilanciare questi due elementi.

Religione naturale vs religione rivelata


Le più alte idee intorno alla divinità ci vengono dalla sola ragione. Contemplate lo spettacolo della natura,
ascoltate la voce interiore. Non ha forse Dio detto tutto ai nostri occhi, alla nostra coscienza, al nostro
intelletto? Che cosa gli uomini potranno dirci di più? Le loro rivelazioni non fanno che degradare Dio,
attribuendogli passioni umane. Lungi dal rischiarare la nozione dell'Essere supremo, vedo che i dogmi
particolari la rendono più confusa, l'avviliscono invece di nobilitarla: ai misteri incomprensibili che la
circondano, essi aggiungono assurde contraddizioni, e rendono l'uomo orgoglioso, intollerante, crudele;
anziché stabilire la pace sulla terra, vi portano il ferro e il fuoco.

Noi possiamo concepire Dio grazie alla ragione e per concepire queste idee le due strade sono: vedere la
natura (ordinata) e sentire la voce interiore della coscienza. La rivelazione non è necessaria. Ci basta solo la
religione naturale; la religione rivelata non è utile ed è solo dannosa.

Ci troviamo, quindi, di fronte a delle contrapposizioni:


 Coscienza vs autorità.
 Ordine della natura vs miracoli.
 Elezione di un popolo vs genere umano.
 Oscurità dei dogmi vs chiarezza.
 Precetti vs comportamenti.
 Obbligo della rivelazione vs giustizia di Dio.
 Socrate vs Gesù: Socrate è da sempre l’esempio più alto della morale antica che conosce il
cristianesimo; poi Socrate è un personaggio così elogiato che viene avvicinato alla morale cristiana e
alla figura di Gesù. Rousseau qui ci dice che la morale di Socrate non arriva alla stessa altezza di
Gesù.
 Parti incredibili del Vangelo vs santità del Vangelo.
 Incertezza razionale vs certezza sulla pratica: la ragione è incerta, e nel Vangelo troviamo un
messaggio pratico, che è a morale ed è assolutamente certo, il cuore.
 Il culto essenziale è quello del cuore.
 Religione del proprio paese (ma senza arrivare all'intolleranza): il Vicario consiglia ad Emilio di
seguire la religione del proprio paese, non c’è motivo di cambiarla.

Contro Bayle
Rousseau discute un’opera molto famosa di Bayle, quest’ultimo aveva detto che il fanatismo religioso era il
male peggiore possibile. In confronto al fanatismo, essere ateo era molto meno grave. La superstizione e il
fanatismo erano molto peggio dell’ateismo ed era perfettamente concepibile per lui una società di atei
virtuosi che si comportavano moralmente. Per contrastare questo, Rousseau dice che non è d’accordo con
Bayle, e dice che il fanatismo ha degli effetti immediati funesti, ma nel lungo periodo può avere delle
conseguenze benefiche. L’irreligione e lo spirito filosofico hanno effetti immediati non funesti ma hanno
conseguenze a lungo andare distruttive. Rousseau si impegna contro l’ateismo a lui contemporaneo.

Dalla sensazione alla ragione


L’educazione di Emilio, che ormai è un giovane adulto pronto ad entrare in società, deve essere rivolta alla
sensazione ma anche, e soprattutto, alla ragione e alla coscienza morale. Come la coscienza e la religione
possono guidare l’aspetto passionale dell’uomo? Attraverso la consapevolezza. Bisogna insegnare ad Emilio
ad essere consapevole di quello che gli succede. Il precettore deve affrontare tutti gli argomenti con Emilio
senza nascondergli nulla.

Prescrizioni
Le prescrizioni che Rousseau dà ai precettori:
 Bisogna fare attività fisica per tenere occupati i sensi, e l’attività che individua come opportuna è la
caccia (una caccia di stile contadino: la singola persona che si fa un’intera giornata di caccia per
portare a casa un piccolo animale).
 Commuovere e guidare l’immaginazione e non utilizzare aridi ragionamenti.
 Il precettore deve diventare il confidente di Emilio.
 Usare una passione (l’amore) per combattere un’altra passione (gli impulsi sessuali): educare i
sentimenti di Emilio (unione dei cuori per calmare il richiamo dei sensi)
Società
 Entrare in società per trovare moglie.
 Creare l’aspettativa di Sofia: amiamo più l’immagine creta dalla nostra mente che non l’oggetto cui
è riferita.
 Disattivare la vanità (non deve cercare l’approvazione altrui) e l’amor proprio (fonte di tutti i mali),
mentre deve lasciar sviluppare la pietà.

Gusto
L’educazione del gusto (tipicamente illuminista). Il gusto delle donne riguarda la dimensione della
sensibilità: sono attente alla decorazione, alla moda e ad una serie di cose importanti nella società
settecentesca che è anche una delle prime società dove si sviluppa la moda. Mentre gli uomini sviluppano un
gusto che riguarda la dimensione intellettuale: l’arte in senso proprio; Rousseau ribadisce che le letture che
in questo caso bisogna fare sono quelle degli autori antichi.
Perché è importante educare il gusto? Ha un ruolo anche di tipo morale, nel senso che attraverso il gusto noi
educhiamo anche i nostri sensi (quello che è bello e quello che non è bello) e ciò ha una ricaduta medica:
impariamo a guardare la nostra salute e impariamo ad essere temperanti.

LIBRO V
Il modo in cui Rousseau delinea il ruolo della donna è molto segnato dai pregiudizi di genere, i quali
richiamano Aristotele. C’è subito una descrizione di che cos’è la donna, cos’è il fisico della donna e che
cos’è il morale della donna (le categorie fisico e morale sono tipiche della filosofia del Settecento). Per
morale non si intende tanto e solo ciò che noi intendiamo per la morale (virtù, vizi, doveri, diritti), ma per
morale, quando si trova insieme al fisico, si intende l’aspetto psicologico e a volte i costumi e le usanze
(aspetto culturale). Quella che fa Rousseau è partire dal fisico per descrivere la sfera culturale, sociale e
psicologica delle donne e questo ci ricorda Aristotele, il quale partiva dalla medicina per poi trarre gli aspetti
fondamentali delle donne e degli uomini. La connessione tra fisico e psicologico è simile in Aristotele come
in Rousseau.
Rousseau comincia dichiarando “in tutto ciò che non concerne il sesso la donna è uomo”. Non utilizza il
termine genere, ma sesso: l’uso di genere per indicare le differenze tra uomini e donne o altre identità è
qualcosa di molto recente, che parte dagli anni Sessanta e Settanta del Novecento.
Il rischio dell’universalismo: modello dell’uguaglianza tra uomo e donna. Si insiste sul fatto che le donne
debbano essere uguali agli uomini, soprattutto riguardo ai diritti (femminismo). Le femministe non vogliono
aderire ad un modello maschile perché ci venga riconosciuta una forma di parità, loro vogliono rimanere
donne, avere le proprie caratteristiche.

Per Rousseau è la donna che è uguale all’uomo per ciò che non riguarda il sesso. Egli sottolinea l’elemento
maschile, il livello di umanità è sessuato ed è l’uomo. Rousseau non dice che la donna e l’uomo sono
entrambi esseri umani, ma dice che la donna in quello che non riguarda il sesso è un uomo (come se l’unico
esempio di umanità possa essere l’uomo).
In seguito, dice: “In tutto ciò che concerne il sesso donna e uomo presentano corrispondenze e diversità”.
Poi enuncia il suo metodo: si può passare dall’anatomia dei sessi alle loro caratteristiche psicologiche e ai
loro ruoli nella società.
Anche le teorie della differenza sono pericolose: se diciamo che gli uomini e le donne differiscono per
natura, poi gli diamo dei ruoli socialmente diversi.
Diversità tra uomo e donna:
 Attivo e forte – passivo e debole
 Necessario che uno voglia e possa – sufficiente che l’altro offra resistenza
“L’uno deve essere attivo e forte, l’altro passivo e debole; è necessario che l’uno voglia e possa, è
sufficiente che l’altro offra resistenza”

Stabilito questo principio, ne consegue che la donna è fatta soprattutto per piacere all’uomo. (pagina 496)
Tutta questa prima parte del V libro è concentrata sul rapporto uomo – donna come rapporto sessuale.
All’interno di questa analisi, per Rousseau la donna è fatta per piacere all’uomo.
Come?
La donna deve rendersi piacevole all’uomo (sedurre) ma non provocarlo. Nello stesso tempo deve sollecitare
l'uomo ad usare la forza. Il modo più sicuro per sollecitare la forza è rendere l’uso della forza necessaria
tramite la resistenza. La donna deve sedurre l'uomo e deve sedurlo in una forma in cui lo invita ad usare la
forza e deve resistere a questa forza, perché resistendo sollecita l'amor proprio dell’uomo e lo spinge ad usare
ancora più forza per raggiungere i propri scopi.
Dopo di che c'è un'altra parte in cui arrivano affermazione di Rousseau che suonano familiari: la donna ha
desideri illimitati, però hanno il pudore come freno. La donna ha bisogno del pudore come freno, a
differenza degli animali (pagina 498)

Gli uomini hanno affetti smisurati e passioni sfrenate (non si parla di desideri e non per forza si riferiscono
alla sfera sessuale) e li tiene a freno con la ragione. Le donne hanno desideri senza limite (sesso) e li tiene a
freno con il pudore. La ragione è propria degli esseri umani, ma la donna non è abbastanza ragionevole e
quindi per lei c’è il pudore.

La dinamica che Rousseau descrive nelle pagine successive corrisponde a quello che noi oggi chiameremmo
stupro. La donna respinge sempre l’uomo, non solo perché è pudica ma perché fin dall’inizio Rousseau ci ha
detto che il compito della donna è quello di respingere l’uomo. Non sempre questa sottrazione ha successo
(finto rifiuto). Certe volte si arriva altre no, si arriva quando l’iniziale rifiuto della donna è finto, non si arriva
quando il rifiuto della donna è reale. Rifiuti finti perché la donna ha sempre la forza di resistere. Quando la
donna non resiste in realtà è voluto dalla donna e quindi Rousseau ci fa una spiegazione in seguito in cui dice
che le storie antiche ci raccontano di tanti atti di violenza, ma nel suo periodo no. Come mai questo
cambiamento? Non sono cambiati i costumi, ma siamo diventati più intelligenti e furbi da un punto di vista
culturale e non si fanno abbindolare dalle proteste delle donne; in quanto siamo consapevoli che in realtà
quando si arriva ad un atto sessuale la donna l’ha voluto e la resistenza è un atto dovuto anche quando la
donna in realtà vuole.
In seguito, è presente una parte che prelude ai doveri delle donne. Questa parte è preceduta da un’ulteriore
spiegazione dell’importanza della reputazione.

Dato che i sessi sono diversi, non c'è parità tra i sessi.
Tutte le rivendicazioni di un'uguaglianza femminile sono da respingere perché contrarie da ciò che è la
condizione naturale delle donne. Il maschio non è maschio tutta la vita, mentre la femmina lo è, o almeno per
tutta la giovinezza.

La morale tra maschi e femmine non è uguale. Non vengono applicate le stesse cose nella stessa misura.

Il rigore dei doveri reciproci esistenti tra i due sessi non è non può essere il medesimo. Quando la donna si
lamenta a questo riguardo dell'ingiusta ineguaglianza con cui l'uomo li valuta ha torto: tale ineguaglianza
non è un'istituzione umana, o almeno non è opera del pregiudizio, ma della ragione: tocca a quello dei due
cui la natura ha affidato la responsabilità dei figli risponderne all'altro.
Ma la sposa infedele fa qualcosa di più grave, dissolve la famiglia e infrange tutti i vincoli della natura:
dando all'uomo dei figli non suoi, tradisce l'uno e gli altri, aggiunge perfidia all'infedeltà. Non c'è disordine,
non c'è crimine che non derivi da questioni

I doveri non sono uguali. Questa disuguaglianza non è un prodotto della ragione, del pregiudizio → è un
fatto naturale e dipende dal fatto che la donna ha la responsabilità dei figli.
In che senso?
La donna è responsabile dei figli nella misura che i figli potrebbero non appartenere al legittimo marito.
Se la donna è infedele, può rimanere incinta → se non viene scoperta i bambini vengono attribuiti al
legittimo marito → gravissimo
Rousseau dice anche che l'uomo infedele è barbaro e ingiusto (pagina 501), non tradire è anche un dovere del
marito, ma il tradimento della moglie è più grave di quello del marito: dissolve la famiglia e infrange tutti i
vincoli della natura.
 Infedeltà giudicata negativamente per entrambi, ma più grave per le donne.
 Infedeltà dell'uomo vista come un’infrazione, i figli illegittimi sono solo una responsabilità della
donna.
Per la donna c’è un vincolo non solo sostanziale, cioè, bisogna comportarsi virtuosamente, che per la donna
vuol dire appunto essere fedele, essere pudica o ubbidire al marito, occuparsi dei figli: questi sono i doveri
della donna. Non c’è solo un vincolo oggettivo, ma c’è anche un vincolo soggettivo e sociale, cioè la donna
non solo deve essere virtuosa ma deve anche apparire in tale modo perché è soggetta alla reputazione: questo
è un elemento che va esattamente in direzione opposta nel caso dell’uomo e nel caso della donna. Rousseau è
molto critico rispetto all’idea che noi siamo condizionati dall’opinione pubblica e quindi dal parere delle
altre persone (diventiamo sempre più dipendente dal parere degli altri).
Una buona parte dello sviluppo dei bambini consiste nel relazionarsi prima con i genitori e poi con il gruppo
dei pari e in quest’ultima relazione costruisce la propria personalità. Ci sono anche teorie politiche
contemporanee che sottolineano proprio questo: sono tutte le teorie politiche che parlano di riconoscimento:
cioè, per noi è fondamentale essere riconosciuti dagli altri e non essere discriminati da nessun punto di vista
perché altrimenti ne soffriamo da un punto di vista psicologico e quindi ne abbiamo una ricaduta negativa.
Ora questo che appunto Rousseau dice per quanto riguarda gli uomini, invece, non dice per quanto riguarda
le donne perché per le donne Rousseau prevede esattamente il contrario: ritiene che la donna si debba
occupare costantemente dell’opinione che gli altri hanno di lei.
Innanzitutto, la donna deve occuparsi e deve assicurarsi che il marito la ritenga una moglie fedele: non solo
essere fedele ma comportarsi in maniera tale che il sospetto che lei sia infedele, non possa nascere nella
mente del marito.

Non occorre dunque soltanto che la moglie sia fedele, ma che sia giudicata tale dal marito, dai congiunti da
tutti; occorre che sia modesta, attenta, riservata, e che porti agli occhi altrui, come nella propria coscienza,
testimonianza della sua virtù. Infine, se è necessario che un padre ami i suoi figli, è altrettanto necessario
che stimo la loro madre. Sono queste le ragioni che fanno annoverare anche l'apparenza tra i doveri della
donne e rendono per lei l'onore e la reputazione non meno indispensabili della castità. Da questi principi
deriva, insieme con la differenza morale tra i sessi, un ulteriore motivo di dovere e di convenienza, che
prescrive specialmente alle donne la più scrupolosa attenzione alla loro condotta, sulle loro maniere,
sul loro contegno.

Contro Platone
Rousseau in una pagina, si scaglia contro Platone e contro la sua opera: la Repubblica (uno dei più grandi
testi dedicati a come educare il cittadino, che all’inizio Rousseau elogiava). Nell’Emilio, in questo capitolo
dedicato a Sophie, riparla della Repubblica di Platone ma in maniera negativa: cioè Rousseau critica la
struttura sociale che Platone dà al suo stato ideale, perché le donne erano in comune e i bambini venivano
educati non dai propri genitori ma dallo Stato, dalla comunità intera. Non è questo però il problema più
grave, ma la parità tra i sessi, perché Platone sosteneva che quando nasciamo siamo predisposti o verso la
conoscenza, e quindi siamo filosofi e conosciamo il vero bene, o nasciamo predisposti ad essere coraggiosi
(guerrieri), oppure ancora nasciamo interessati ai beni materiali, alle ricchezze (classe produttrice). A
seconda di questa predisposizione (che secondo Platone c’è proprio già alla nascita) i bambini venivano
destinati a far parte di un determinato gruppo sociale e ad avere delle attività e dei lavori diversi: filosofo,
guerriero e classe di produzione). Questa suddivisione in tre gruppi è fissa, e non riguarda solo i maschi,
secondo Platone (innovatore rispetto alla società greca), ma prevede che anche le donne possano svolgere
esattamente gli stessi compiti dell’uomini (filosofe, guerriere, classe dei produttori). Con questo Rousseau
non è assolutamente d’accordo, perché dare le stesse funzioni significa sovvertire la natura: abbiamo dei
corpi diversi e quindi le nostre funzioni sociali sono diverse, diverso è anche lo sviluppo psicologico e lo
sviluppo morale nei due sessi.
Rousseau parla di sentimenti perché si riferisce agli affetti e ai sentimenti che si sviluppano all’interno della
famiglia e qui Rousseau dice una cosa che non è del tutto coerente quello che lui ci dice da un punto di vista
politico, perché quando lui descrive come nasce lo Stato, non ci dice che lo Stato nasce da una struttura, per
esempio, familiare per cui il sovrano è l’equivalente del padre, ma ci descrive lo Stato come una
comprensione, come il prodotto di un patto tra persone che sono assolutamente uguali l’una dall’altra.
Ovvero, nella struttura politica di Rousseau, la famiglia non ha nessun ruolo, invece, qui ci dice che gli
assetti che si sviluppano alla all’interno della famiglia sono il presupposto per l’amore della patria. Questo è
poco compatibile con quello che ci dice della nascita di uno Stato, dove la famiglia non ha assolutamente
nessun ruolo.
La donna e l'uomo sono fatti l'uno per l'altro, ma la loro reciproca dipendenza non è uguale; gli uomini
dipendono dalle donne per i loro desideri; le donne dipendono dagli uomini sia per i loro desideri che per i
loro bisogni; potremmo vivere meglio noi senza di loro che non loro senza di noi. Perché abbiano il
necessario, perché si mantengano nella loro condizione di vita, occorre che gli uomini glielo concedano, che
vogliano concederlo e che le stimino degne di ciò. […]

Quello che Rousseau ci sta descrivendo in questo brano, è una società in cui le donne non lavorano e
dipendono da un punto di vista economico dagli uomini, quindi, se quest’ultimi non le vogliono più
mantenere, le donne si trovano in forte difficoltà. Gli uomini devono concedere alle donne di mantenerle,
devono voler concedere questo mantenimento, e quindi per concedere devono stimarle degne (ritorna il
discorso della stima e della reputazione). In realtà Rousseau sta descrivendo una parte della società francese:
la media-alta borghesia e la nobiltà, perché nelle altre classi sociali la donna lavorava (famiglie contadine per
esempio).
La fortuna che una donna, di un ceto medio-alto, si può augurare è che dopo essersi sposata e aver fatto
qualche figlio, rimanesse vedova perché la condizione della vedova era quella più libera; infatti, rimanevi a
con il tuo patrimonio e non dovevi risposarti per forza.

L'uomo, quando agisce rettamente, dipende da sé stesso e può sfidare la pubblica opinione; ma la donna,
anche comportandosi bene, non ha assolto che la metà del suo compito, perché ciò che si pensa di lei non è
meno importante di ciò che ella realmente è. Ne consegue che il metodo della sua educazione dev'essere
sotto tale aspetto opposto a quello della nostra: per gli uomini l'opinione è la tomba della virtù, per le donne
è il suo trono.

Rousseau è estremamente consapevole che sta dicendo due cose completamente diverse per gli uomini e per
le donne ed è anche estremamente consapevole che l’educazione che lui descriverà per Sophie è
un’educazione molto diversa da quella che ha descritto per l’Emilio, per questo motivo: cioè, che la donna
deve essere sempre consapevole che dipende dall’opinione altrui, dipende da quello che gli altri pensano di
lei.

Educazione di Sophie
Anche l’educazione di Sophie, come quella di Emilio, è un’educazione privata, cioè non viene fatta collegio
o in un convento. La differenza con Emilio però, è che quest’ultimo ha un precettore, invece Sophie non ne
ha bisogno, le basta la madre. Rousseau dice sempre che più che il precetto, è molto più efficace, da un punto
di vista pedagogico, per l’appunto l’esempio, cioè, far vedere il proprio comportamento, che è la maniera
giusta di comportarsi. Quindi, se l’esempio è la cosa più importante e più efficace da un punto di vista
educativo, la madre è adatta, purché si comporti esattamente come vuole che poi si comporti sua figlia.
L’educazione di Sophie prevede, come per Emilio, l’esercizio fisico (quando i bambini sono piccoli):
Rousseau insiste molto di più per Emilio. Sophie, ma in generale tutte le donne, è descritta come più precoce
rispetto ai maschi, e questo vale anche per l’esercizio fisico: lo smettono perché possono cominciare a
occuparsi di qualcos’altro. Quello di Emilio, deve sviluppare la forza, la resistenza al dolore, l’agilità;
invece, l’esercizio fisico di Sophie deve sviluppare la grazia, attraverso attività come la danza e il canto, che
insistono su questo elemento (inclinazioni delle bambine  prendersi cura della propria fisicità e dei propri
bambolotti).
Le bambine, sin da piccole, devono prestare attenzione alle proprie inclinazioni innate: l’attenzione al
proprio fisico, l’attenzione ai propri vestiti, l’attenzione alla cura degli altri.
L’educazione di Sophie deve essere un’educazione pratica (elemento di somiglianza con Emilio), perché la
donna non ha attitudine alla teoria e si interessa alle questioni pratiche: il cucito, perché le sarà utile dopo, e
il disegno, che rientra nello sviluppo del gusto, che è un altro elemento tipicamente femminile.
Un altro elemento, ancora più disturbante, è che Rousseau teorizza un’educazione alla costruzione, cioè la
vita futura di qualunque donna è quella di essere soggetta al marito, di occuparsi dei figli, di non avere
nessun spazio proprio di fatto. La bambina, fin da subito, deve essere abituata a questo: non può scegliere
liberamente come occupare il proprio tempo, deve essere educata alla pazienza e alla sottomissione.
Infine, l’educazione deve coltivare la bellezza e anche l’astuzia, che deve essere finalizzata a mettersi in
mostra, e ad accattivarsi la benevolenza delle persone (moderata perché finalizzata al marito e non deve
catalizzare eccessivamente l’attenzione degli altri).
Educazione alla frustrazione o alla costrizione
Le bambine non devono mai avere momenti di ozio, devono essere sempre attive e laboriose: preparazione
alla loro vita di adulte in cui dovranno sempre occuparsi della famiglia, non hanno tempo per loro.
Devono essere abituate per tempo a sopportare la costrizione, perché così sarà nella vita familiare, e devono
essere avvezzate a esercitare anche la pazienza: non solo devo riempire il tempo delle bambine dandogli
sempre un’attività pratica e utile, ma allo stesso tempo devo abituarla alla frustrazione, cioè se vedo che si
sta divertendo a fare una determinata cosa, ad un certo punto la interrompo e le do un’altra cosa da fare.
Questo perché le bambine devono essere abituate a essere interrotte nel momento in cui stanno facendo
qualcosa che gli piace e a passare ad un’altra attività che le interessa di meno, senza protestare e senza
opporsi perché è quello che le succederà nella loro vita.
Devono essere represse tutte le loro fantasie perché la fantasia femminile deve essere sottoposta alla volontà
degli altri, devono sentirsi sempre dipendente dalla volontà di quant’altro. Per Emilio, è il contrario, la sua
educazione è predeterminata da un precettore, ma non ha l’impressione di essere irregimentato, si sente
libero.

Educazione eteronoma
L’educazione delle donne è sempre finalizzata a piacere a qualcun altro (cura del corpo e dei vestiti) ma
deve essere anche finalizzata alla conversazione che si occupi di oggetti particolari, cioè di cose piacevoli;
mentre, invece, i maschi devono conversare tra di loro di cose utili. I secoli tra il Seicento e Settecento sono
stati definiti l’età della conversazione, la socialità passava attraverso la conversazione: saper parlare bene,
saper brillare nella conversazione, saper essere spiritoso e saper parlare in maniera animata dando valore alle
cose che si sta dicendo, è fondamentale. Questo perché buona parte della vita sociale si svolgeva nei salotti
delle padrone di casa, che invitavano i loro amici e le loro amiche, e durante la serata si parlava di qualunque
argomento e quindi era fondamentale saper parlare bene, saper attirare l’attenzione degli altri e sapersi
mettere in luce. Rousseau ci dice anche che le donne sono particolarmente abili in questo, cioè le donne
sanno parlare particolarmente bene e sviluppano questa capacità prima degli uomini.
Infine, l’ultimo elemento è la cortesia, la padrona di casa, ma generale le donne, deve essere cortese perché
dipende dallo sguardo altrui.

La ricerca delle verità astratte e speculative, dei principi, degli assiomi scientifici, tutto ciò che tende a
generalizzare le idee non è di competenza delle donne; i loro studi debbono riferirsi tutti alla pratica; è
compito loro provvedere all'applicazione dei principi che l'uomo ha trovato, è compito loro fare quelle
osservazioni che conducono l'uomo a stabilire i principi. Tutte le riflessioni delle donne, quando non
abbiano immediato rapporto coi loro doveri, debbono tendere allo studio degli uomini oppure a quelle
piacevoli cognizioni che appartengono esclusivamente alla sfera del gusto. Infatti, per quanto riguarda le
opere di genio, fa loro difetto la necessaria capacità; neppure posseggono abbastanza precisione e
attenzione per riuscire nelle scienze esatte, e quanto alle conoscenze fisiche, spetta al sesso più attivo, più in
grado di muoversi e di osservare maggior copia di oggetti, a quello che ha più forza e più sovente l'esercita,
di giudicare i rapporti tra gli esseri sensibili e le leggi della natura.

Il testo sopra riportato parla appunto del fatto che l’intelletto femminile è un intelletto tipicamente pratico,
quindi, un intelletto che non è adatto alle conoscenze delle verità astratte e speculative, mentre invece queste
sono tipiche della mentalità maschile e ciò ha delle ricadute nel tipo di educazione che viene data alle donne
e nel tipo delle di educazione che viene data agli uomini (pratico = donna; teorico = uomo  stereotipo).
Le riflessioni delle donne devono rapportarsi ai loro doveri che sono: occuparsi del marito, dei figli e poi
devono tendere allo studio degli uomini cioè, come si comportano gli uomini e che tipo interazione posso
avere con loro, sempre però finalizzata ad essere una brava padrona di casa, a compiacere mio marito, a
trovarmi marito quando siamo ancora nella fase della ricerca, quindi, io devo studiare gli uomini in questo
senso qui. Sulla base di ciò, poi le donne avranno una felice vita, secondo Rousseau, di mogli, di madri e di
padrone di casa; gli uomini, se vogliono, possono invece costruire una teoria morale, una teoria sociale, una
teoria filosofica e di qualunque genere.
La cosa più interessante, da un certo punto di vista, è quello che Rousseau dice delle conoscenze fisiche, cioè
per quale motivo gli uomini sono particolarmente adatti allo studio della fisica piuttosto che le donne e
Rousseau collega questa cosa direttamente all’attività fisica che i maschi fanno come se per studiare la fisica
ci fosse bisogno di forza, cioè è veramente una stranissima idea della fisica che ha Rousseau, che non
corrisponde nemmeno a quello che era la fisica sui suoi tempi, cioè ai suoi tempi era una disciplina
matematica, questa connessione tra capacità teoriche e capacità di esercitare la forza sembra particolarmente
poco adatta a un momento in cui la fisica è largamente matematizzata.

La religione
La donna non raggiunge mai l’età della ragione astratta (conosce i mezzi ma non il fine). Ad Emilio la
religione viene insegnata quando raggiunge la ragione astratta.
Per la donna la religione è una questione di autorità: deve avere la religione della madre (la madre educa
Sophie) e poi quella del marito. Bisogna insegnare le cose in cui credere e non le ragioni, bisogna insegnare
il catechismo.
Esiste un Dio, di cui siamo figli. Poi c’è la parte morale: essere giusti, amarci a vicenda, essere benefici e
misericordiosi, tenere fede agli impegni. Bisogna credere nella vita eterna perché questo rafforza l’idea di
giustizia; non dobbiamo credere nella mortalità dell’anima (se non ho avuto fortuna in vita, la avrò nella vita
dopo la morte).

Risoluzione dei conflitti


Come donne siamo soggette all’opinione altrui, l’uomo invece non ne deve essere soggetto, ma deve
semplicemente considerare la propria coscienza.
Ma cosa succede quando l’opinione altrui dice una cosa ed il sentimento interiore dice l’opposto? La ragione
(poca) nella donna deve aiutarla a seguire ciò che rafforza l’obbedienza e la fedeltà nei confronti del marito e
la tenerezza e la cura nei confronti dei figli. Donna mai come personalità autonoma, sempre pensata
dipendente da qualcosa.

Sofia: come è?
 Buon carattere;
 Grande sensibilità;
 Eleganza semplice (ci tiene a come si veste ma non usa vestiti elaborati, motivo economico ma
anche un motivo di gusto): artificio nascosto (non far vedere lo sforzo che ci è voluto);
 Golosa (difetto): smette per non guastarsi i denti (denti cariati e neri  bruttezza) e non ingrassare
(non è più seduttiva), è la madre che le fa passare questo vizio, perché le donne sono sempre sotto al
giudizio altrui;
 Musica e pizzo: coltivate per mettere in risalto la bellezza e la grazia del suo portamento, a Sofia non
piace la musica, ma le piace il movimento della sua mano nello schiacciare i tasti (è bello l’atto 
per gli altri);
 Maniaca della pulizia (difetto): trasmessa dalla madre;
 Allegra;
 Dolce;
 Paziente: è una dote importantissima per le donne;
 Religiosità interiore: non è tanto interessata a recitare il rosario, andare a Messa o fare le processioni,
ma è una religiosità di altro genere;
 Ama la virtù;
 Moderazione e modestia.

Lo spirito di Sofia è piacevole senza essere brillante, solido senza essere profondo; uno spirito su cui
nessuno ha niente da dire, perché nessuno lo trova superiore o inferiore al proprio. Esso ha il pregio di
piacere sempre alle persone che le parlano, benché non sia adorno di una grande cultura, almeno secondo
l'idea che abbiamo noi della cultura intellettuale delle donne; la sua, infatti, non si è formata con la lettura,
ma soltanto con le conversazioni del padre e della madre, con le sue riflessioni personali, con le
osservazioni su quel poco che ha visto del mondo.

Effetto della lettura: Sofia legge Les aventures de Télémaque e si innamora del personaggio romanzesco
(Telemaco), quindi non trova marito e langue.

Volevo descrivere una donna comune ma poi, pretendendo di sollevare il suo animo a un'altezza sublime,
le ho fatto perdere la ragione e mi sono sviato anche io.
La cultura di Sofia dipende dall’uomo del suo futuro: infatti, quando conoscerà Emilio, quest’ultimo gli
spiegherà un sacco di cose.

Cercare un marito: discorso del padre di Sofia


Il padre di Sofia le fa un discorso che è più avanzato rispetto a quelli di quel tempo (erano i padri a scegliere
per le figlie in base al “partito”). Lui dice alla figlia che la cosa più importante è che il marito se lo deve
scegliere lei, non sarà il padre a farlo per lei. Come sceglierlo? In base alla simpatia. Prima c’è
l’innamoramento e poi c’è il matrimonio. Il padre dice a Sofia che è meglio non cercare un uomo ricco,
troppo distante dalla classe sociale della famiglia di Sofia. Dopo l’innamoramento ci deve essere la
consultazione dei genitori ed il padre ha comunque il diritto di veto: Sofia può scegliere chi vuole lei ma
saranno i genitori a confermare tale scelta (libertà sì, ma non assoluta).

Natura
Nello stato selvaggio, ogni donna è adatta ad ogni uomo e c’è una sola forma di vita: primitive e comune;
invece, nello stato civile, c’è un’influenza delle istituzioni sociale sul carattere, la formazione è determinata
dall’indole e dall’educazione e bisogna far conoscere le persone per vedere se si armonizzano (conoscere
prima di sposarsi).

Cercare una moglie: criteri


Mente Sofia si deve cercare un marito, anche Emilio dovrà cercare una moglie (glielo viene detto dal suo
precettore). Che caratteristiche deve avere la moglie ideale per Emilio?
 Sviluppo dei caratteri individuali: trovarsi simpatici e armonizzare prima del matrimonio; divisione
degli individui in ceti: non guarda alla felicità della coppia, invece, cercare qualcuno con cui andare
d’accordo è un criterio di un altro genere.
 Il marito deve cercare una moglie più povera di lui, se la trova più ricca si forma una coppia
squilibrata secondo Rousseau (è l’uomo che domina).
 Deve quindi cercare una donna di condizione sociale più bassa, ma deve essere anche stata educata
(che non faccia parte della “feccia del popolo”), ma non saccente e nemmeno troppo bella (perché
poi avrà la fila dei pretendenti).
Rousseau ha una pessima idea delle donne troppo colte.

Attrazione
Quello che Emilio deve cercare nella sua compagna sono: la sensibilità, la virtù e l’amore delle cose oneste.
Quello che Sofia deve cercare nel suo compagno sono: la stima dei veri beni, la frugalità, la semplicità, la
generosità disinteressata, il disprezzo delle ricchezze.

Doveri di genere
La donna deve onorare il suo capo (futuro marito), colui che lavora per lei, che guadagna il suo pane e che la
fa mangiare: è l’uomo.
L’uomo deve amare la sua compagna, perché Dio gliela dà per consolarsi dalle proprie pene e perché gli sia
di sollievo nei suoi mali: è la donna.

Stile di comando
Rousseau dice spesso che, in realtà, quella che ha il comando nella coppia è la donna, è un comando
indiretto: la donna è manipolatrice.

C'è una gran differenza tra l'arrogarsi il diritto di comandare e il guidare colui che comanda. Il potere della
donna è fatto di dolcezza, di accortezza, di compiacenza; i suoi ordini, sono carezze, le sue minacce pianti.
Ella deve dominare nella casa, come un ministro nello Stato: facendosi comandare quello che vuole fare. In
questo senso è incontestabile che i migliori esempi di armonia familiare si hanno là dove maggiore è
l'autorità della donna. Ma quando ella non ascolta la voce del capo della famiglia, quando vuole usurparne
i diritti ed esercitare direttamente il comando, gli effetti di tale disordine non sono altro che miseria,
scandalo e disonore.
Virtù: uomo
Chi è dunque l'uomo virtuoso? È colui che sa vincere i propri affetti; allora infatti obbedisce alla sua
ragione, alla sua coscienza; compie il proprio dovere; si mantiene nell'ordine morale a nessun patto se ne
discosta. Finora eri libero solo in apparenza: non avevi che la precaria libertà dello schiavo a cui nulla è
stato comandato. Ora sii veramente libero: impara a diventare signore di te stesso, comanda al tuo cuore,
o Emilio, e sarai virtuoso. [...] E un errore distinguere tra passioni lecite e proibite, per abbandonarsi alle
prime e respingere le altre. Sono tutte buone quando ne restiamo padroni; sono tutte cattive, quando ce ne
lasciamo assoggettare. Ciò che vieta la natura, è di estendere i nostri vincoli d'affetto oltre la portata delle
nostre forze; ciò che vieta la ragione, è di volere quello che non possiamo ottenere; ciò che vieta la
coscienza, non è già l'essere tentati, ma il lasciarci vincere dalle tentazioni. Non dipende da noi avere o non
avere passioni, ma dipende da noi signoreggiarle. Tutti i sentimenti che dominiamo sono legittimi, tutti
quelli che ci dominano sono colpevoli.

La virtù consiste nel vincere i propri affetti, obbedire alla ragione e alla coscienza. Le passioni sono tutte
buone quando ne siamo padroni, quando le sappiamo controllare, ma sono cattive quando ce ne lasciamo
assoggettare.
Tutto il Settecento continua a lavorare sul tema delle passioni, tra cui Rousseau: il cui parla di una vita
emotiva che non viene repressa, ma bisogna distinguere tra emozioni e passioni.

Viaggi e considerazioni politiche


Emilio fa una serie di viaggi, il cui obbiettivo e saper scegliere dove andare ad abitare e che lavoro fare dopo
il matrimonio. Emilio è abbastanza ricco da vivere di rendita, quindi la questione del lavoro è “come vuoi
destinare la tua vita”. Egli voleva prendersi una casa in campagna, vicino alla città, e coltivare la terra. Il
maestro accompagna Emilio alla ricerca del paese giusto in cui vivere.

Rousseau ci dice quali sono i criteri che ci fanno vedere se uno stato è ben governato oppure no.
 Andamento demografico. Quando gli stati hanno un andamento demografico molto basso, allora
non è un buon segnale;
 Distribuzione della popolazione (uniformità e città non grandi);
 Elogio della campagna: “è la campagna che forma il paese ed è la popolazione rurale che forma la
nazione”.

Essere virtuosi in uno Stato non virtuoso


La conclusione di questi viaggi è che si può essere liberi ovunque, non tano in senso politico ma a livello
morale; si può essere virtuosi ovunque, anche in uno stato che non è virtuoso.

È vano aspirare alla libertà sotto la salvaguardia delle leggi. Leggi! Dov'è che ce ne sono? Dov'è che sono
rispettate? Sotto questo nome, in ogni luogo, non hai visto trionfare che l'interesse particolare e le passioni
degli uomini. Ma le leggi eterne della natura e dell'ordine esistono. Esse fanno le veci di legge positiva per
il saggio e sono impresse in fondo al suo cuore dalla coscienza e dalla ragione; a codeste leggi egli deve
sottomettersi per essere libero; schiavo è solo colui che compie il male, poiché lo compie sempre per difetto
di volontà. La libertà non risiede in alcuna forma di governo, ma vive nel cuore dell'uomo libero, che in
ogni luogo la porta con sé. Il vile porta dappertutto la servitù. L'uno sarebbe schiavo a Ginevra, l'altro
libero a Parigi. [...] Qualunque sia questo paese, gli deve ciò che vi di più prezioso per l'uomo: la moralità
delle sue azioni e l'amore per la virtù.
Nato nel fondo di un bosco, sarebbe vissuto più felice e libero, ma non avendo alcuna lotta da sostenere
per seguire le sue inclinazioni native, sarebbe stato buono senza merito e quindi senza virtù, mentre ora
sa essere virtuoso nonostante la forza delle passioni.

In nessuno Stato vi sono leggi emanate dalla volontà generale, ma comunque esistono le leggi eterne della
natura che, per chi le sa riconoscere, fanno le veci delle leggi giuste emanate dalla volontà generale. La
libertà morale dipende dal cuore dell’uomo.

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