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Il medioevo finisce quando finisce quella che chiamiamo noi l’età moderna (che

viene dopo, che da un certo momento in avanti la cultiverà europea al posto di


conservare quello che c’è a pensato di produrre qualcosa di nuovo).
Il medioevo termina dal 1492.
In quest’anno ci furono anche altri grandi fatti come ad esempio l’invenzione dei
caratteri a stampa.
Rinascimento, rinasce qualcosa che era già vivo prima, nasce di nuovo dall’antico
la libertà.
Nel medioevo la filosofia del diritto non aveva più di tanto senso poiché fossero
convinti che il re regna per la detta di Dio. Legge positiva è la legge scritta,
quella che c’è, quella che agisce perché in vigore adesso, anche se ingiusto quindi
è positiva perché appunto è scritta. Come si fa a proporre una legge giusta?
Nel medioevo bastava che fosse detta da Dio, ora invece cosa posso fare? Ora si
basa sulla “ragione”. La carta dei diritti dell’uomo non è che ha legge positiva, è
quel documento in cui della gente è risalita a quali diritti avremmo dovuto avere
tutto noi.
Nel 1500/1600 moltissimi filosofi cominciano a riflettere per trovare un modo per
capire se qualcosa fosse sbagliato o giusto.
Hugh de Groot è quello che si inventa un metodo, una specie di esperimento mentale,
ovvero quello di immaginare lo stato di natura che sarebbe la condizione degli
umani prima che qualunque legge fosse stata scritta o inventata.
Lui sosteneva che noi umani siamo esseri capaci di essere naturalmente socievoli,
facilmente amichevoli e benevoli. Thomas Hobbes è convinto che noi per natura siamo
egoisti (l’unica che ti frega per davvero sei tu).
Nello stato di natura abbiamo il diritto su tutto e in tutto ma la vita com’è? è
brutta poiché non si sarebbe mai sicuro di avere qualcosa.
Il diritto alla sopravvivenza però un tuo diritto psicologico. L’ipotesi di Hobbes
è che noi siamo egoisti, badiamo solo a noi stessi, l’altruismo lo abbiamo
imparato, lo abbiamo imparato per rendere vivibile, piacevole la vita. Per vivere
una vita vivibile l’essere umano deve limitare la propria libertà perché la libertà
massimo ti accorcia anche la vita poiché sia davvero estrema e anche pericolosa.
La nostra società è una società imparata.
Il giusnaturalismo si basa sull’esperimento mentale ovvero una proiezione
possibile, e per la proiezione dei giusnaturalisti era il mondo senza politica.
Sarebbe come immaginare una condizione naturale sempre possibile.
Siamo egoisti e lupi l’uni agli altri, i nostri nemici sono i nostri simili e
combattiamo una guerra di tutti contro tutti, per evitare ciò bisogna rinunciare
alla libertà assoluta. Non è sufficiente l’accordo con gli altri, per far cambiare
tutto e per uscire dallo stato di natura è che ci sottomettiamo ad un’ autorità. Il
re viene deligittimato dal metterti in pericolo, non sono un suo oggetto anche se
sono sotto il suo potere. Anche quando siamo davanti ad una filosofia di diritto
così particolare siamo riusciti a costruire una vita. Gli esseri umani possono
essere criminali essendo egoisti, gli esseri umani devono essere tenuti sotto
controllo. Lo stato deve tenere sotto controllo la natura umana ma riconoscere ai
cittadini la possibilità di vivere come vogliono essendo che la loro natura è
egoista. Ritiene che gli esseri umani sono mediamente socievoli, per Loch i
comportamenti anti socievoli sono delle eccezioni che ogni essere umano dovrebbe
saper gestire. Nel caso di Loch il carcere potrebbe anche rieducare le persone per
farle essere socievoli, per lui quindi una persona poco socievole è “aggiustabile”.
Le persone quindi devono essere educate ad essere socievoli. Per lui la tendenza
dell’essere umano è la collaborazione. Mentre per Hobbes il passaggio dallo stato
di natura allo stato civile è più artificiale, per Loch invece questo passaggio è
come se fosse più graduale senza possedere una differenza grandissima, questo
passaggio rendere il valore di natura ancora più utile e ancora più efficace ma
essendo nello stato civile sono anche più ordinate ed educate. Questo passaggio
viene svolto da Loch in una maniera molto razionale. Se sei tu che usi una cosa
alla fine diventa di tua proprietà. Difendeva le persone che lavoravano la terra
poiché nonostante la lavorassero non ne avevano nemmeno un pezzo e quindi per Loch
quelle persone che la lavoravano dovevano possederne almeno un minimo. Jean-Jacques
Rousseau, è di lingua francese ma è svizzero, rappresenta il più evidente
ispiratore della rivoluzione francese, e anche nel suo libro “il contratto sociale“
include una riflessione riguardo la situazione. Lui pensa che nella condizione
originale ad esempio una vita tribale, primitiva, sia migliore della nostra
attutale, gli esseri umani vanno peggiorando. Rousseau appartiene al periodo dell’
illuminismo. L’Emilio è un romanzo in cui presenta l’inizio di un esperimento
educativo, Rousseau decide di portarlo fuori città e decide di portarlo in
campagna, luogo dove verrà educato. La vanità sarebbe un bene immateriale che gli
esseri umani cercano all’interno delle società organizzate. Secondo lui è
necessario recuperare l’attenzione dal mondo esterno, ma senza doverla elemosinare
o cercare. Un vero educatore deve educare molto poco. I bambini devono fare
esperienza da soli. Il rischio della vanità è quello che ti potrebbe impedire di
essere inutile per la civiltà. Perdiamo la capacità di sceglie quale sia il bene
per la nostra collettività. Dovremmo scegliere ciò che è meglio per tutti, senza
essere troppo egoisti e scegliere la cosa che ci conviene di più o che ci viene più
incontro. Lui è in disaccordo con la società attuale ma è pro alla stato di natura,
dato che però indietro non si può tornare il suo intento è di immaginare e
descrivere come dovrebbe essere lo stato giusto per tutti, e dovrebbe assomigliare
a quello di natura e anzi ancora meglio.

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