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ACCORDO-DIRITTO POSITIVO...
Il termine “giusnaturalismo” deriva dal latino "ius naturale" ("diritto
naturale/ di natura").
È una corrente filosofica che presuppone l'esistenza di diritti naturali
universalmente validi e immutabili, inalienabili, fondati su una
peculiare idea di natura.
Gli uomini, originariamente, vivono in uno stato di natura (condizione
che hanno quando non sono ancora associati in uno stato).
Per vivere in comunità, in uno stato di diritto/politico/civile, devono
stipulare un patto/accordo.
Nutrono il desiderio di essere liberi, e proprio perché questo desiderio
è comune a tutti gli uomini, deve esserci una limitazione di tale
libertà, ci deve essere un patto per fare in modo che la libertà di un
uomo non danneggi quella di un altro.
In altre parole, il diritto naturale, lo possiede ogni uomo ma è limitato
dal diritto naturale degli altri uomini. ( questa è una limitazione
benevola, perché permette di vivere in pace)
Quando si arriva all'accordo e quindi gli uomini vivono nello stato di
diritto, il diritto naturale (quello che è innato nella ragione umana) si
trasforma in diritto positivo (diritto con l’aggiunta di leggi, che deve
tutelare il diritto naturale).
Ovvero: noi nasciamo con un diritto naturale, ma questi diritti della
natura rischiano di essere violati da alcuni, ed allora gli stati quando
fanno le leggi non devono farle contro il diritto di natura, ma per
tutelare il diritto di natura.
Quindi, il diritto positivo è quello che presenta leggi che ricalchino i
diritti naturali, che li tutelano, che li rafforzino
Diversi filosofi parlano di diritto naturale, di stato di natura, contratto
sociale.
c'è ingiustizia” e , non essendovi legge non c'è neppure proprietà, che
appunto viene difesa e mantenuta dalla legge. Ognuno ha diritto su
tutto, compresa la vita degli altri. Questo diritto non è la legge di
natura, bensì un istinto naturale, di sopravvivenza.
Questo stato di guerra di tutti contro tutti porterebbe inevitabilmente
all’autodistruzione della specie umana e alla distruzione di ciò che
vuole la natura: l’autoconservazione (sicurezza sulla tutela della
propria vita).
L’uomo sa che può morire, ma non vuole morire, ed allora si deve
porre fine alla guerra di tutti contro tutti, a questa condizione di
Gli uomini hanno un limite (il sovrano), ma in questo limite c’è la loro
libertà.
A differenza di Hobbes, secondo cui gli uomini cedono la sovranità ad
una persona per la tutela della vita, per Locke gli uomini lo fanno per
la tutela delle libertà, i diritti inalienabili.
Il sovrano, a differenza di quello di Hobbes, non ha potere assoluto:
nessuno, neanche il sovrano, può provare gli uomini delle loro libertà.
Il suo potere ha dei limiti, che appunto sono le libertà individuali, i
diritti inalienabili.
Se il sovrano non rispetta le libertà, i cittadini hanno il diritto di
resistenza: il diritto di fargli guerra, di andargli contro, di scioglierlo
dal suo incarico e sciogliere il patto.
Locke, nei “Due trattati sul governo” articola il potere sovrano in: potere
legislativo, esecutivo (che comprende anche il giudiziario) e federativo
(relativo alla politica estera e alla difesa).
Potere legislativo= al parlamento
Potere legislativo e federativo= al monarca
Ricapitolando, lo stato:
•Non può avere potere assoluto, perché nessuno, neanche un sovrano,
può privare gli uomini dei loro diritti naturali
•Si forma grazie ad un contratto tra cittadini e sovrano, scandito da 2
momenti. Il sovrano può esserci, ma non deve andare contro i diritti
inalienabili dei cittadini. Questi ultimi, in caso contrario, possono
ribellarsi
•Lo stato non deve intervenire nelle questioni di fede.
Infatti, Locke è un fautore della fede religiosa.
•Per Locke, i poteri (legislativo, esecutivo, giudiziario), devono essere
separati. Hobbes rifiuta questa teoria, Montesquieu invece la
riprenderà.
Lo stato di Locke è "liberale", quindi garantisce all' individuo i diritti
che aveva allo stato di natura ed ha potere limitato.
•Per Hobbes il potere deve essere assoluto, non può essere diviso in
più poteri, e deve essere concentrato unicamente nelle mani del
sovrano.
Per Locke i 3 poteri ( legislativo, esecutivo, giudiziario) devono essere
divisi e ricoperti da più entità.
•In entrambi ci sono due patti, quello di unione e di subordinazione,
ma, mentre per Hobbes i due coincidono, per Locke il patto di unione
precede quello di subordinazione.
•Hobbes è il filosofo del caos, Locke dell’ordine.