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- secolo caratterizzato da molte contraddizioni: secolo dei totalitarismi e della democrazia, del capitale monopolistico e
del welfare state, delle masse e delle élites, degli integralismi e della globalizzazione. Secolo delle utopie e dei
disincanti di crisi delle certezze.
- Ricerca di un di un focus attraverso cui leggere gli eventi attraverso analisi che siano legate al corpo strutturale
Hobsbawn → primo a leggere il secolo in una sua struttura definendolo “secolo breve” dominato dal mito comunista.
Ma il secolo non è stato solo quello: sviluppo delle scienze e tecniche, scolarizzazione, emancipazione delle donne
- Secolo di cerniera e di svolta. Studio è interessante per capire da dove veniamo
- Il valore individuo, il valore democrazia, il valore solidarietà, il valore comunicazione, ecc. sono valori politici e
culturali che richiamano problemi irrisolti e che sono ancor più valori antropologici ed etici e quindi pedagogici.
2. LA COMPLESSITÀ DEL NOVECENTO
- Eventi che hanno segnato l’identità del novecento:
a. La fine della tradizione: la modernizzazione ha creato opposte ideologie: reazione e rivoluzione, destra e sinistra,
conservazione ed emancipazione.
La cultura, la società da un lato si sono decostruite eliminando i vincoli della tradizione verso l'avvenire, ma c'è stato
anche un ancorarsi alle appartenenze e alle identità producendo nazionalismi e integralismi.
b. L'ascesa della tecnologia: penetra nelle coscienze e governa tutta la vita sociale che ormai si nutre di queste
“protesi” dell'uomo → sfida.
c. Le masse: individui omologati, ma anche più consapevoli di diritti e funzioni. Donne, giovani
d. L'olocausto: punto di non ritorno della storia dell'uomo
e. Mondializzazione: dal colonialismo alla decolonizzazione per arrivare alla globalizzazione economica,
comunicativa, informatica. Terra patria unica → uomo planetario capace di dialogare con fedi diverse e dar
vita a un'etica laica fondata sul rispetto dei diritti, sulla responsabilità e la solidarietà.
- Attraverso queste innovazioni la pedagogia si è progressivamente affrancata dalla filosofia facendosi scienza
empirica con il focus nel proprio ruolo sociale. - Tra pedagogia e politica c'è legame e sinergia, ma anche
confronto, opposizione, relazione dialettica.
- Anche per la pedagogia il Novecento è secolo di trasformazione, ma anche di decantazione.
2. La pedagogia critica. Modello aureo di fare pedagogia non ridotta alle sole scienze dell'educazione, settori
e supporti della pedagogia, ma rimanendo in contatto stretto con la filosofia come forma del pensiero critico e
critico-radicale, a cui la stessa pedagogia per possedersi in modo autonomo, organico e totale, deve ispirare il
proprio pensiero.
3. La pedagogia sociale. Verte attorno alle emergenze e ai bisogni educativi delle società attuali a causa delle
sue continue e rapide trasformazioni della vita sociale.
Educazione degli adulti, famiglia, ecc.
Famiglia: da educazione seconde regole innate e metodi indiscussi ad una famiglia che deve essere educata
essa stessa (adulti sempre più privi di certezze, agenzie sempre più extra-famigliari)
4. L'alfabetizzazione. Mai come nel Novecento si impone l'alfabeto. Fenomeno planetario → battaglia vinta
anche se oggi non basta più (nuove tecnologie). Uomini educati a parlare.
5. La cultura di massa. Cinema, radio e televisione → nuove potenzialità educative, ma anche nuovi problemi
(conformazione capillare che modifica l'interiorità, uniformando gesti, modelli, linguaggi, stili di vita). La
cultura di massa resta un problema per la pedagogia poiché cattura, omologa, rende subalterni. Che fare?
Ridurre il tempo di esposizione ai media? Controllarli? Migliorarne i prodotti?
6. L'educazione per tutta la vita. La vita media si è allungata. Vita privata e vita pubblica sono meno stabili →
educazione per tutta la vita – soggetto chiamato a riorientarsi sui vari fronti. Grande sfida per la società e per
la pedagogia.
1. L'avventura dell'attivismo
Nel XX secolo la scuola si apre alle masse e si afferma sempre più come centrale nella società.
Massima espressione nella tradizione attivistica, quando la scuola s'impose come istituzione chiave della
società democratica → primato del fare
Grande esperienza fino almeno agli anni '50. Movimento internazionale (europeo e nordamericano).
Larghissimo influsso nelle pratiche educative → rovesciamento radicale dell'educazione!
1) Al centro il Bambino con i suoi bisogni e capacità
2) Il Fare deve precedere il conoscere, dal globale al distinto (Piaget)
3) L'Ambiente al centro dell'apprendimento e non il sapere codificato.
- Tra la fine dell'800 e gli anni '30 si affermano alcune esperienze educative di avanguardia, alternative alla
scuola tradizionale.
- La base sta negli apporti della psicologia (diversità della psiche infantile) e nei movimenti di emancipazione di larghe
masse popolari che venivano a innovare in profondità il ruolo della scuola à scuole nuove à Furono esperienze
isolate, ma importanti.
- carattere dominante di queste scuole è centralità dell’attività del fanciullo.
Infanzia è vista come età pre intellettuale e pre morale in cui i processi cognitivi si intrecciano con quelli dinamici.
- Il fanciullo è spontaneamente attivo e necessita di essere liberato dai vincoli dell'educazione famigliare e
scolastica permettendogli una libera manifestazione delle sue inclinazioni primarie.
- vita della scuola deve cambiare:
L'apprendimento deve avvenire a contatto con l'ambiente esterno e attraverso attività di manipolazione, rispettando la
natura “”globale” del fanciullo che non tende mai a separare conoscenza e azione, attività intellettuale e
attività pratica.
- Le scuole nuove sono anche voce di protesta (di sapore quasi tardo-romantico), contro la società industriale
e tecnologica.
-Si alimenta di un'ideologia democratica e progressista, di sviluppo in senso libertario dei rapporti sociali, anche se
connessa ad una concezione fondamentalmente individualistica dell'uomo → essenziali i rapporti con gli altri,
ma senza che intacchino l'autonomia della coscienza e la libertà personale di scelta.
In Inghilterra da Cecil Reddie (scuola aperta nel 1889) → scuole come “piccolo mondo reale, pratico”
Edmond Demolins in Normandia Ecole des Roches (1899) → formazione globale del fanciullo: intellettuale,
fisica, morale e sociale. Partecipazione dei ragazzi all'organizzazione della vita comune. Contesto simile a
quello famigliare.
Studio a partire dai “centri d'interesse” che hanno alla base il legame dei ragazzi con la “terra”.
In germania
Wyneken:
contro l'autorità della famiglia e la tirannia degli adulti;
più spazio alle lingue moderne e alle conoscenze scientifiche;
richiamo al popolare al semplice, al naturale
libera iniziative dei giovani
Kerschensteiner (scuola del lavoro):
introduzione del lavoro nel curricolo, come lavoro serio e produttivo, avere un fine obiettivo;
le scuole dovevano avere laboratori
La formazione sociale è l'obiettivo principale della scuola popolare per dare ai ragazzi l'ideale della propria messa a
servizio degli altri.
Scheda Dewey – scuola e società (1988)
- Scuola deve integrarsi nella società ed adattarsi alle continue trasformazioni
- Con l’avvento della società industriale, la scuola deve:
formare allo spirito scientifico (perché la scienza - tecnica è motore della società)
formare alla democrazia (per formare uomini partecipi)
- Scuola laboratorio (integrata con l’ambiente)
Diversi laboratori e conoscenza sviluppata attraverso l’approfondimento e lo studio
Partenza dagli interessi e bisogni del bambino che vengono supportati attraverso sussidi dei libri per soluzioni e
approfondimenti
- Scuola comunità
Ragazzi svolgono un’occupazione per la finalità di un prodotto senza scopo di lucro. Occupazioni che collegano
bambino all’ambiente e allo studio
2. LE SCUOLE NUOVE IN ITALIA
- Giuseppe Lombardo Radice la definisce “Scuola Serena”, ideale di continuità tra scuola e famiglia.
Insegnamento non secondo schemi rigidi, ma secondo i principi di spontaneità, attività, serenità ed equilibrio.
Collaborazione col maestro capace di fare della scuola un'agenzia di crescita di tutta la società.
- Boschetti Alberti → impegno pedagogico innovativo del maestro (accademia = teatro letture; controllo = insegnante
porta avanti una materia al giorno sulla base del lavoro individuale, lavoro libero = fatto a gruppi su ciò che interessa)
secondo l'approccio “amore, amore” → giudicato troppo poco personale e legato alla intuizione personale.
- Rosa Agazzi → continuità tra asilo infantile e atmosfera famigliare. Ruolo materno dell'educatrice e bambini liberi e
attivi (giardinaggio, pulizia, ecc)
Utilizzo di materiale non preordinato “cianfrusaglie” → ciò che i bambini portano a scuola
Principio di collaborazione e di ordine tra i ragazzi (nasce dai ragazzi, come materiale non scientifico vs Montessori)
Giuseppina Pizzigoni → necessario collegare i bambini alla vita sociale portandoli a visitare officine, città, monti
e mare. Precedenza assoluta all'esperienza dell'alunno rispetto alla parola del maestro.
Ernesto e Anna Maria Codignola → Scuola Città Pestalozzi (1945) → obiettivo è la formazione sociale dei
ragazzi per renderli consapevoli di diritti e doveri. → organizzazione interna che rispecchi quella adulta gestita
direttamente dai ragazzi. → metodo didattico libero e non prefissato. Educazione all'autonomia mentale e
manuale.
L'educazione è formazione spirituale del soggetto (idealismo), ma ha anche valenza sociale e politica (sulle orme di
Dewey) indirizzata a far nascere nel soggetto il valore della libertà individuale e collettiva.
Robert Baden Powell → boy scout → impegno nel risolvere il problema del tempo libero.
3. I MODELLI PIÙ MATURI: IN USA E EUROPA
Kilkpatrick (1871 – 1954)→ vicino al modello attivista di Dewey. → il metodo dei progetti (contrapposto a quello dei
problemi → accento sulla motivazione → il fine è lo stimolo vers0 la ricerca di soluzioni creative. Progetto è un’attività
intenzionale, rivolta al fine. Scuola si deve modulare sul metodo. Attivismo e cognitivismo.
Helen Parkhurst (1887 – 1973)→ fece sue le linee guida della Montessori in USA. Individualizzazione
dell'insegnamento → -unità minime di studio di cui il fanciullo deve appropriarsi autonomamente. Compiti
mensili da svolgere, l'insegnante controlla. La classe non è della gruppo, ma del docente.
Washbourne (1889 – 1968): insegnamento individualizzato e secondo il libero raggruppamento e libero programma.
Programma si divide in una parte comune con conoscenze e tecniche e una parte creativa e libera. Lavoro
creativo per sviluppare le proprie abilità e differenziarsi. Spazio all’autocorrezione e a test delle attività comuni.
Cousinet e Freinet → fase meno spontaneistica delle scuole nuove. Studio delle implicazioni sociali, cognitive e
politiche dell’educazione infantile. Sintesi degli elementi caratterizzanti le scuole nuove.
Cousinet: → (1882 – 1973) (1950) permettere ai ragazzi di agire, istruirsi ed educarsi da se stessi sotto il controllo
dell'insegnante.
L'ambiente deve favorire curiosità e processi di socializzazione.
Per ciò l'apprendimento deve essere non individuale, ma di gruppo.
Importanza nel curriculum alla “storia delle cose” (rapporto realtà a partire dalla casa, paese..). conoscenza e creazione.
Tutto si svolge in un contesto sociale e comunicativo che sviluppa autodisciplina e rispetto degli altri.
Uso dei documenti preparati dell’insegnate per materia ma non ordinati per favorire intelligenza dei ragazzi.
Scheda Cousinet (1950)
Riflessione in contrapposizione con educazione tradizionale (tesa alla adultizzazione del bambino) vs insegnamento
attivi, fondato su valorizzazione del bambino e bisogni.
Fondamento dell’insegnamento attivo:
psicologia infantile: carattere dell’infanzia, aperto ad esplorare e agire
pedagogia nuova
pedagogia sperimentale: gioco come attività - base e atteggiamento mentale nuovo dell’educazione basato sulla
progettazione e verifica.
Sintesi educazione attiva: valorizzazione bambino, apprendere motivato in un’organizzazione dell’ambiente pedagogico
(scolastico) per sviluppo intelligenza e socializzazione. Bambino scopritore nell’ambiente.
Celestine Freinet (1896- 1966) → stamperia nella scuola per sviluppare cooperazione. Andare a tentoni sulla base dei
bisogni del fanciullo, che si nutre della conoscenza tecnica della comunità.
Obiettivo della scuola è orientare il bambino esperienza attraverso il lavoro - gioco.
Lavoro cantiere sulla base di un libro scritto dal bambino e sulla stamperia per la creazione del giornalino in cui si
apprendono fondamenti delle scienze (aritmetica..)
Dall'attività pratica si parte per avviare argomentazioni di altro genere su aritmetica, ecc. Forte orientamento verso
posizioni socialiste. Ampia diffusione in Europa: Movimento di Cooperazione Educativa (MCE).
Scheda Freinet: nascita di una pedagogia popolare (1949)
Studi orientati alla scuola del popolo, inclinazione politica
Schedario scolastico con tutti i documenti per insegnamento individualizzato che sostituisce libro
4. I TEORICI DELL'ATTIVISMO: DEWEY, DECROLY, CLAPARÈDE, FERRIÈRE, MONTESSORI
Lavoro di teorizzazione per mettere in luce i fondamenti filosofici e scientifici di questo movimento di rinnovamento
della pedagogia in opposizione ai sistemi della scuola e pedagogia tradizionali (svalorizzazione della natura infantile,
visione separata dell'insegnamento, attività mentale ripetitiva e non creativa).
Attivismo:
a) Puerocentrismo, centralità del bambino
b) Valorizzazione del fare, centralità dell’attività manuale
c) Motivazione - interesse
d) Ambiente, perché gli stimoli derivano dalla realtà
e) Socializzazione
f) Anti-autoritarismo, no supremazia dell’adulto e dei suoi fini
g) Anti-intellettualismo, negazione dell’insegnamento rigido, per la organizzazione più libera
Decroly → (1871-1932) → medico Belga → pedagogia differenziale → per conoscere meglio il fanciullo in generale
→ per arrivare ad un processo d'apprendimento individualizzato.
La psiche agisce in maniera globale → l'approccio del fanciullo è dal globale al particolare. Ogni processo che
muove dal concreto all'astratto. Dal semplice al complesso. Dal noto all'ignoto (processo di simbolizzazione)
deve avvenire con un lento processo di contatto con la realtà.
L'interesse del fanciullo è strettamente legato agli interessi primari dell'uomo: nutrizione, intemperie, difendersi
dai pericoli, agire e lavorare. → sulla base di questi “centri d'interesse” si può sviluppare il percorso formativo e
soprattutto sviluppare il rapporto tra l'uomo e gli altri uomini e la natura.
processo di apprendimento:
Osservazione: uso del materiale e manipolazione
Associazione: organizzazione dell’ambiente che bimbo ha osservato in termini spazio – tempo (storia e geo)
Espressione: concreta e astratta (linguaggio e lettura =Non si muove dalle lettere per passare alle sillabe, ma prima
conosce le cose, poi le frasi e poi le parole)
Claparède → (1879-1940) Istituto J.J. Rousseau di Ginevra. Educazione funzionale e scuola su misura. L'educazione
deve essere sempre sostenuta da un bisogno → occorre per questo rivedere i sistemi tradizionali che non tengono
conto di questo. La scuola (su misura)deve organizzarsi attorno a questo e offrire possibilità di scelta per attuare
processi d'apprendimento il più possibile individualizzati.
Ferrière → (1879-1961) Ginevrino → difesa dei diritti del fanciullo connessi all'esercizio di un'attività libera. Solo così
la scuola nuova potrà educare alla libertà attraverso la libertà. Al centro sia il gioco che il lavoro.
Formazione del carattere e dell’incremento dell’autonomia in quanto vita scolastica si organizza sul principio
dell’autoregolazione
Maria Montessori → (1870-1952) Medico. Si occupa di bambini subnormali. Clima positivistico. 1907 → prima “Casa
dei Bambini”. Sue dottrine più all'estero che in Italia.
- Le attività senso motorie del bambino vanno sviluppate attraverso esercizi pratici e quindi un materiale didattico
preparato scientificamente apposta.
- Ruolo formativo dell'ambiente (per questo deve essere studiato).
- Concetto di “mente assorbente”, capace di assimilazione e di partecipazione comunicazione attraverso il gioco,
l’immaginazione creativa.
- L'apprendere in libertà, non va confuso con lo spontaneismo. L'adulto, scientificamente consapevole dei bisogni del
fanciullo, struttura attorno a lui un ambiente in grado di farlo attingere a certe esperienze per il maturare di una crescita
ricca e armonica à studio della progettazione e materiali
- Il bambino deve fare da sé e ricevere stimoli soprattutto dall'ambiente e non dall'adulto.
- critica è che è troppo limitato rapporto con la società, ma ha cmq sviluppato valorizzazione dell’educazione alla pace e
alla solidarietà. Ha saldato insieme indagine scientifica e “liberazione” del fanciullo. Ytard, Rousseau, Pestalozzi,
Froebel.
Codignola (creò la rivista “Scuola e Città” nel 1950), Borghi (1907-2000 Educazione alla libertà attraverso la libertà),
De Bartolomeis (1918--), Visalberghi (1919--), Laporta (1916-2000), Cives (1926 ---) furono tra i maggiori promotori
dei principi dell'attivismo, diffondendo una trasformazione dei dei metodi didattici, che se non attecchirono
completamente nelle scuole pubbliche, coinvolsero molti insegnati nelle sperimentazioni dei nuovi metodi didattici.
Accusa, alla fine degli anni '50, alla scuola attiva di aver generato una formazione insoddisfacente delle nuove
generazioni, dimenticando lo scopo culturale e cognitivo della scuola.
Attivismo → valorizzazione della psicologia infantile e nesso che lega indissolubilmente l'educazione alla società e
quindi alla politica. Declino dagli anni sessanta con critica per essere poco attento allo sviluppo della conoscenza
scientifica, dimenticando finalità culturale e cognitive.
Scheda Montessori Metodo della pedagogia scientifica applicato all’educazione infantile nelle case dei Bambini
(1909)
Il secolo nasce in Italia con le critiche di Gentile al positivismo, per sottolineare l'identità solo filosofica della
pedagogia, poiché “scienza dello spirito”. Col suo attualismo da vita a una pedagogia incentrata sul tema
dell'identità spirituale del soggetto umano. Pedagogia d'opposizione ai modelli dominanti e restauratrice di un
ordine educativo e scolastico che privilegia l'autorità e la tradizione. Grande peso in Italia.
Giovanni Gentile → (1875-1944) Attualismo → filosofia dell'atto puro. Atto del pensiero come principio unico e
fondante di tutta la realtà. Si avvicinò al nazionalismo e al fascismo.
Riforma della scuola 1923.
- Per lui la pedagogia si fa veramente scienza solo se diviene filosofia. La vera pedagogia scientifica è quella che pensa
l'educazione e l'uomo in termini si spirito. In tal modo la vera scienza è solo la filosofia e la vera educazione è auto
educazione.
Si oppone a tutte le concezioni pedagogiche a base naturalistica che non riconoscono sufficientemente la natura
spirituale dell'uomo. Tali pedagogie separano la teoria e la pratica, il conoscere e il fare. Il positivismo dà un'immagine
troppo rigida e astratta della vita spirituale rendendola troppo materialista.
- La scuola è il luogo dove si svolgono i processi di formazione spirituale attraverso una didattica assolutamente
alternativa a quella di tipo naturalistico (prima gioco e poi fatica dell’imparare – bambino mitico di infanzia obbligata).
-Tentativo di rimuovere i dualismi tra educazione formale ed educazione morale, tra istruzione ed educazione.
- Maestro e scolaro si unificano nella concreta vita dello spirito che si realizza nel processo formativo della lezione →
sostanziale centralità dell'insegnante. - E' la scuola del maestro e della cultura e per nulla la scuola del
fanciullo e dei bisogni, anche se giustificata col principio della comunicazione spirituale.
- elabora teoria del fanciullo: Fanciullo Eterno (quello dentro di noi) – Fanciullo Fantoccio (quello
costruito dalla psicologia dell'infanzia = fanciullo mitico) – Fanciullo Reale (quello in carne e ossa, vero
argomento dei una filosofia dello spirito).
- Distanza dalla scuola italiana di quegli anni anche sul tema della Laicità: dal momento che il fanciullo
non può elevarsi a una concezione filosofica del mondo, occorre che entri in contatto con chi può fornirgli
una filosofia dei fanciulli e delle masse, la religione. La religione diventa il principio di orientamento
ideale della scuola.
- didattica, insegnamento deve seguire le norme dettate del soggetto e non dell’oggetto. apprendimento è dialettica della
vita spirituale che si ritma su tre momenti: arte religione e filosofia.
Arte: momento costitutivo della umana personalità
Religione: momento oggettivo (pone davanti una verità)
Spirito: autonomia, come da farsi, come unità. Insegnamento deve dialogare con uno di questi aspetti
Orientamento autoritario e conservatore dell'educazione e della pedagogia (nonostante aperture all'arte nella scuola
elementare).
Da un lato si riaffermava l'assoluta centralità della figura del maestro e della lezione passiva, mentre
dall'altro si riduceva, senza residui, la pedagogia a filosofia distaccandola da tutte quelle scienze che essa
era venuta postulando da circa un secolo come propria base e proprio sostegno.
Scheda Gentile
Sommario di pedagogia come scienza filosofica (1912)
Opera filosofica – pedagogica
Teoria della scuola come formazione spirituale
Pedagogia come svolgimento dello spirito
Uomo come autocoscienza e spirito in svolgimento à educazione è farsi, educazione spirituale con ruolo del maestro
che agisce nello spirito
Soggetto si forma conoscendo le varie forme della cultura
La riforma dell’educazione (1920)
Costruzione della coscienza della nuova Italia. Ruolo dei maestri a fondare una cultura italiana
2. LA PEDAGOGIA DEL NEO IDEALISMO ITALIANO
- Posizioni si ritrovano nei principi della prima internazionale del primo Novecento e da Lenin attraverso la 3
internazionale
- La pedagogia della II Internazionale, che si sciolse con la prima guerra mondiale, si allontanò dalle posizioni
rivoluzionarie e antiborghesi e tentò una collaborazione tra socialdemocrazia e forze borghesi. Si mantenne la
rivendicazione laica. →
Max Adler (1873-1937) in Austria:
• educazione pedagogica immersa nella vita sociale, che reagisce attivamente
• educazione legata alla politica
• rivendicava la non neutralità dell'educazione → l'educazione socialista doveva staccare il fanciullo dalle logiche del
capitalismo. La lotta di classe creava il legame tra l'educazione e la politica.
Rodolfo Mondolfo (1877-1976) in Italia.
• Riforma della scuola in senso popolare e piccolo borghese.
• Ancorato a un estremo laicismo, ad aiuti per i poveri.
• Difende però il classicismo e il latino. Scuola media unica e scuola professionale (convergenza tra cultura e lavoro).
Lenin → la teoria marxista entra nella tradizione russa. Il comunismo deve essere l'erede del passato culturale borghese,
attraverso “organizzazione” e “disciplina” → stretto rapporto tra scuola e politica (la migliore è quella che ha come
orizzonte la lotta rivoluzionaria) e istruzione politecnica (incontro tra istruzione e lavoro produttivo).
ripresi temi trattati da lenin soprattutto da Lunaciarskij e Kruspkaja. → dal 1917 al 1930 --> scuola unica del lavoro =
scuola di cultura generale e politecnica fondata sull'unione di lavoro, natura e società (rimasto più principio
che andò poco oltre la scuola artigianale).
conquiste raggiunte nel superamento della scuola vecchia con esclusione della religione e uso di testi (anche se ci sono
state estremizzazioni).
Con Stalin si ha un ritorno ad una prevalenza di una formazione culturale, contro ogni estremismo e privilegio nello
studio delle scienze.
Ripudio di ogni forma di attivismo e riorganizzazione secondo alcuni principi tradizionali (classi, orari). Mantenute le
scuole professionali, ma scompariva la centralità del lavoro di fabbrica.
Pedagogia senza fanciullo, intellettualistica e conformistica, dal 1931al 1953.
Pensiero pedagogico con base sperimentale (elaborato sulla pratica) all'interno di colonie. Pedagogia in fieri, tutt'altro
che dogmatica “non è possibile stabilire nessun provvedimento o sistema pedagogico giusto in assoluto”.
Il collettivo, organismo vivente, è posto come fine e come mezzo dell'educazione.
L'autenticità è sempre data dalla coerenza tra fini e mezzi. Solo il collettivo è in grado di formare uomini nuovi, richiesti
per la creazione e lo sviluppo della società rivoluzionaria. Centrale è la disciplina e i principi di “dovere”, “onore” e
“produttività”.
- Il lavoro produttivo nasce dalla consapevolezza del collettivo di essere inserito nello sviluppo della società, alla quale
deve partecipare attivamente.
Ogni giornata lavoro deve essere orientata da prospettive (sviluppo economico e collettivo, uomo nuovo)
- Confermata la centralità della famiglia la quale deve trasmettere però solidarietà reciproca e affetto. Il
collettivo è più importante anche della famiglia.
Deve essere offerto un ambiente che realizzi il benessere del ragazzo.
Posizione intrecciata alla ideologia rivoluzionaria ma che risulta anche estrema posizione riconducibile a tutta la
pedagogia contemporanea da Marx a Compte a Dewey i quali hanno risolto il processo educativo all'interno
di un “collettivo”, specchio della società.
Scheda Makarenko – poema pedagogico 1935
Descrive avventura della formazione dell’uomo, come soggetto socializzato
Modello di scuola politecnica – lavoro più istruzione
Pedagogia della socializzazione – socializzazione è conquista della sua libertà
Concetto del collettivo
Pedagogia dell’esperienza
Antonio Gramsci (1891-1937) → ripensa le strategie politiche del marxismo ( struttura sovrastruttura, dialettica, critica
all’ideologia) alla luce delle condizioni italiana ed europea. Scarsi mezzi e salute minata. Ridefinisce il
marxismo come filosofia della prassi e la strategia verso il comunismo come la costruzione di un'esperienza
innanzitutto culturale (prima la sovrastruttura e poi la struttura), attraverso la costruzione del “partito nuovo”.
La filosofia della prassi si contrappone a ogni tipo di sapere positivistico ed empiristico teso a delineare una
concezione scientifica del reale; muove da una visione storico-critica della realtà, sottolineando il primato
economico-politico come fondamento di ogni attività umana.
Marxismo letto in chiave storica incentrato sulla attività dell’uomo. Realtà è un processo storico che può essere diretta
dall’uomo attraverso un progetto. Non è partendo dalla struttura (l'economia) che si può modificare la società,
ma dalla sovrastruttura (ideologia e cultura). E' attorno a queste che si possono aggregare strati diversi della
società, classi e ceti sociali interessati al cambiamento (blocco storico) per costruire un'egemonia culturale e
politica (non viceversa) di cui il “Partito nuovo” (rivoluzionario, proletario e di massa) è garante.
Dominante in questo l'aspetto pedagogico: l'egemonia culturale si costruisce attraverso l'azione di tante
agenzie educative. La scuola deve farsi unica e obbligatoria fino a 14 anni e con apporti di scienza e di storia
e di cultura del lavoro e non più latino. Deve permettere di uscire dal folklore e da una concezione religiosa
del mondo. E' comunque una scuola ancora nozionistica incentrata su rigore e disciplina e non certo
spontaneistica. Il lavoro si sviluppava in una scuola di cultura e non in un istituto politecnico. La cultura deve
permettere a tutti i cittadini di sentirsi protagonisti della vita sociale. Il lavoro industriale permetterà di fare
proprio questo: conformare sì ma dinamicamente (in maniera attiva e aperta ) l'individuo alla società.
Profondo influsso sulle politiche della scuola in Italia nel secondo dopoguerra.
Scheda Gramsci quaderni dal carcere 1929
Opera che affronta diversi aspetti, dalla politica alla chiave storica
Per la pedagogia, diffusione della cultura – pedagogia dell’emancipazione elevando la qualità del popolo da folklore a
scienza – individuo consapevole nella e della vita sociale
Riforma della scuola ispirata alla cultura moderna (meno latino) alla formazione dell’uomo nuovo – contribuisce il
lavoro industriale che collettivizza e lo rende partecipe del sistema sociale – conformismo dinamico aperto e
attivo.
Dina Beroni Jovine (1954) → evidenzia gli scontri tra clericalismo e laicità e tra una scuola emancipatrice e una scuola
rivolta a perpetuare la subalternità.
storia dell’educazione popolare in italia 1954
si sviluppa una riflessione che si pone sul fronte della sfida al mondo moderno su posizioni laiche e dialogo.
Soluzioni non omogenee anche se tutte hanno seguito il tracciato dettato dal magistero della chiesa, che si è impegnata a
definire i caratteri irrinunciabili di una educazione cattolica.
1. Leone XIII piccole aperture, ma orientamento al ruolo centrale della famiglia e al diritto della chiesa di
avere libertà di educazione.
2. Pio X → papa dell'anti-modernismo.
3. Pio XI → 1929 divinis illius magistri Testo guida per la dottrina della chiesa in campo educativo, fino al
concilio II.
“Non può darsi adeguata e corretta educazione se non quella cristiana”. Essa sola garantisce una formazione
integrale dell'uomo per il perseguimento del suo fine ultimo: la salvezza attraverso la fede.
Ruolo preminente della chiesa nell'educazione in quanto depositaria della salvezza, alla famiglia che ha ruolo
di educare i figli e allo stato il ruolo di garante, proteggere e promuovere educazione senza assorbire. Si
auspica un pluralismo di scuole.
Il testo condanna molti aspetti dell'educazione moderna come la coeducazione dei due sessi, ecc.
4. Concilio Vaticano II → educazione non più vista come un diritto della chiesa, ma come uno dei compiti
legati al suo apostolato, partecipa tutta la comunità. Si ribadisce comunque il primato della famiglia
nell'educazione e la libertà della chiesa di istituire scuole.
- Nascono esperienze formative legate all'associazionismo per risvegliare una coscienza cristiana (Opus Dei,
Focolarini, Neucatecumenali, Comunione e Liberazione, ecc.) a contatto con la società civile.
- Desiderio di assimilare anche in ambito educativo cristiano le scoperte in campo psicopedagogico →
“attivismo cristiano”.
Manjon e Devaud (inizio del secolo) → educazione all'aria aperta, centralità del gioco e del lavoro / si
oppone a naturalismo pedagogico (comprime aspetti dell’uomo) e al tecnicismo pedagogico (non trasforma
educazione in un processo di vita) ma resta la centralità del maestro ed un approccio positivo all'autorità.
PERSONALISMO → indirizzo pedagogico che intende sviluppare una concezione “totale” dell'esperienza
educativa ponendo come centrali i “valori”, oggettivi e trascendenti.
La persona è valore radicato nella trascendenza → il personalismo ha il compito di svolgere questo valore,
realizzarlo e affermarlo in ogni ambito della vita.
Forster → (1907) L'etica, in quanto formazione del carattere, si definisce come impegno rivolto verso valori
trascendenti che trovano la loro fondazione nel divino. LA pedagogia si definisce dunque attraverso un
indissolubile legame con filosofia e teologia à congiunge problemi di tecnica scolastica ai problemi della vita.
Educazione integrale che implica una valorizzazione dell'ideale e che si apre dunque a profonde trasformazioni nella
pratica educativa con la coeducazione dei due sessi, affermazione dell'importanza del lavoro, una visione del
ruolo sociale della scuola, ma resta valore l'obbedienza, l'unica forma per fare di un'individualità una
personalità e quindi opposizione alla moderna pedagogia della libertà (istinto).
Cristianesimo ha collegato aspetti del lavoro, fatica, disciplina alla realizzazione della propria personalità-
Personalismo fondato sull'appello alla responsabilità è l'impegno sociale come antidoto alla crisi spirituale
connessa all'esasperato individualismo.
Hessen → (1940) si forma a contatto con la filosofia dei valori
Pedagogia come teoria della cultura volta a rendere partecipe l’uomo dei valori del gruppo sociale e spirituali à
necessità di apertura agli altri e educazione alla personalità
la pedagogia una filosofia applicata, intesa come teoria della morale e della cultura.
Scuola contemporanea à carattere democratico con tema dell’obbligo scolastico e scuola unica che è caratterizzata da
una struttura, gerarchia e autonomia.
Contro l’individualismo e il sociologismo, per la centralità della persona.
scheda Hessen – pedagogia e mondo economico (1949)
- Analisi del mondo industriale in chiave educativa à valore del lavoro da tenere integrato con l’educazione
- Influenza dell’economia e della sua evoluzione non può essere negata
- Più ampia formazione à ampliamento della cultura
- Vita industriale deve essere raggiunto come obiettivo di cultura nell’ambito della formazione complessiva del soggetto
e della sua personalizzazione
Maritain → Umanesimo Integrale (1936) → polemica contro il mondo moderno e la sua cultura (soggettivismo e
naturalismo) e teorizzazione di una concezione “integrale” della persona.
- La pedagogia deve ritrovare il proprio fondamento nella metafisica e ispirarsi a una visione della persona che metta in
rilievo il suo rapporto con valori spirituali.
- Fine primario dell'educazione è far conoscere la verità, fine secondario trasmettere la cultura.
- L'educazione deve essere liberale e per tutti, mirante a sviluppare negli spiriti la capacità di pensare con rettitudine.
- Baricentro nella filosofia e nelle grandi opere della letteratura.
- Severa disciplina come condizione necessaria per arrivare ad una disciplina volontaria à virtù sono volte a essere
perfezionate attraverso la conoscenza della verità
- Personalismo di Mounier à realizzazione di un uomo totalmente impegnato verso la storia e i valori à duplice valenza
pedagogica:
a. Impegno volto allo sviluppo di una educazione in senso comunitario e fine di suscitare la persona à incremento del
soggetto attraverso le tre tensione (basso, corpo; alto spirito e largo comunione)
b. Centralità dell’amore, come incontro con altro uomo e impegno per un dialogo costruttivo e comune / attività di farsi
donandosi (livello interiore)
- Educazione come riconoscimento di una vocazione
Scheda mounier che cos’è il personalismo? 1948
- risvegliare negli uomini il senso totale dell'uomo. Ricerca di una nuova soluzione, né tutta politica, né tutta morale
incentrata sulla persona: sull'uomo come individuo portatore e costruttore di valori intersoggettivi, ovvero comunitari.
Tale risveglio si svolge nell'interiorità per arrivare a un uomo-persona-comunità.
Scheda Meritain Umanesimo integrale 1936
- si colloca nella crisi europea tra le due guerre
- rilanciare a una nuova cristianità e filosofia sociale
- umanesimo che ha al centro l’uomo non solo spirituale ma che rende giustizia a tutte le sue esigenze, con stretto legale
alla comunità spirituale
l’educazione al bivio 1943
- scopo educazione=formazione della persona in senso religioso spirituale
- dinamismo dell’educazione = muove dalla libertà e la integra rispetto a verità lavoro, altri e ne sviluppa la mente in
senso non solo cognitivo
- centralità scuola superiore e insegnamenti volti a fissare carattere ell’educazione
- valorizzazione delle istituzioni e sistema educativo in funzione della formazione del cittadino
Stefanini, Casotti, modelli educativi in cui il maestro è al centro come guida intellettuale e morale e che partono da
presupposto pessimista sull'uomo e sul fanciullo segnati dal peccato originale e bisognosi dell'intervento della
grazia. L'educazione dell'uomo come persona si svolge in una clima di limitazione della libertà →
rivalutazione della scuola tradizionale come più autentica formatrice.
Catafalmo (1921-1990) si ispira a Mounier e rimane aperto verso l'attivismo sottolineando l'esigenza di
socialità in educazione, ma con il maestro sempre figura dominante.
Scheda i fondamenti del personalismo pedagogico 1966
- Uomo protagonista attivo del fare esperienza à esplicita il processo di interiorizzazione dei valori che danno corpo al
suo farsi persona
- Pedagogia come disciplina filosofica capace di illuminare le teorizzazioni filosofiche
- Centralità del soggetto come persona à valore reale da sorreggere e costruire (istituzioni maestri e cultura)
Giuseppe Flores D'arcais → (1908 –) sviluppa un progetto educativo che valorizza l'uomo come “fine in sé”, senza
scartare gli aspetti qualificanti della pedagogia moderna: autoeducazione e valorizzazione dell'attività. L'uomo è
strutturalmente aperto alla trascendenza, al superamenti di sé, al senso e al valore. Si fa educazione solo se si attua la
valorizzazione della persona che è autonomia, differenza, comunità e apertura.
Pedagogia cattolica → anche voci di dissenso.
Laberthonnière → (1860 – 1932) accolse alcune delle istanze fondamentali del modernismo. Occorre che i valori di
fede vengano assorbiti con convinzione e non imposti e recepiti per inerzia. Ruolo alla libertà e alla partecipazione.
Nomadelfia → Don Zeno Saltini (1945) → modello della famiglia piuttosto che della scuola → si ispira ai principi del
personalismo comunitario di Mounier. Impegno radicale verso libertà e giustizia attraverso un ritorno allo spirito del
vangelo → comunità educante
Don Milani → (1967) atto d'accusa verso una scuola pubblica classista e discriminatoria. Dispensatrice di cultura
elitaria e parziale. 1) Non bocciare 2) A quelli in difficoltà dargli il tempo pieno 3) Dare a tutti motivazioni.
La scuola deve insegnare a inserirsi in maniera critica nella società.
Contenuti devono legarsi al politico e sociale. Attenzione alla linguistica, che deve conferire chiarezza al pensiero e
efficacia logica e comunicativa.
L'Isolotto, Don Mazzi
Don Ernesto Balducci → (1957) “L'indignazione etica deve diventare contenuto pedagogico”
TOTALITARISMI E EDUCAZIONE
- Fascismo: agli inizi il suo programma educativo elaborato da Gentile (1923), fu solo conservatore: scuole
umanistiche per i dirigenti e tecniche per i subalterni, religione alle elementari, ecc.
Selettività e blocco sociale per le classi subalterne.
- Poi dal '25 ci fu un processo di fascistizzazione (testo unico, religione anche nelle scuole secondarie,
giuramenti dei professori, ecc.).
Riforma Bottai → vera riforma della scuola fascista (1939) → autarchia e quindi lavoro nelle scuole
elementari. Extrascuola → GIL, ONB → organizzava il tempo libero dei giovani conformandoli all'ottica
fascista.
Nazismo → ancora più marcatamente razzista, militarista, autoritaria fu la politica educativa in Germania.
Indebolimento della cultura a favore dell'ideologia e delle attività di carattere fisico. Intento dichiarato di
condizionamento a ogni costo.
Centralità dell’educazione fisica e dell’organizzazione del tempo libero
In URSS si ebbe solo con Stalin un sistema educativo totalitario.
Prima di lui, apertura alla sperimentazione delle scuole nuove, nell'ottica di creare l'uomo nuovo (collaborativo,
socializzato, non individualista, laico, con mentalità scientifico-tecnica). Scuola politecnica impegnata a
saldare istruzione e lavoro di fabbrica.
Nel 1936 venne condannata la pedologia cioè l'attivismo pedagogico.
Nel 1937 si abolì il lavoro nelle scuole.
Ci fu però un'espansione fortissima della scolarità e un miglioramento dell'efficienza delle strutture
scolastiche.
- Carattere comune dei totalitarismi:
riarticolazione dell’educazione della società di massa
l'uscita dell'educazione dalla sola scuola e famiglia per chiamare in causa lo stato anche per la gestione del tempo libero
à innerva la società e lo stato ne è garante
non si parte dall’individuo, ma si accorpano in stili di vita e concezioni comuni dove le agenzie extrascolastiche sono
più in grado di veicolare le concezioni del mondo comuni
Attraverso di esso si arriva al condizionamento delle masse considerate come unico corpo.
- Novità della pedagogia è apertura ai problemi mondiali e teorizzazioni elaborate nei paesi extra europei à caratterizzati
da cultura economica e sociale diversa
- educazione investita di nuovi problemi: alfabetizzazione di massa, formazione rapida di tecnici, processi di sviluppo
disequilibrati, educazione in società divenute rapidamente di massa legate ancora a culture arcaiche, hanno portato a
nuovi modelli educativi e nuovi orizzonti di teorizzazione pedagogica.
- 3 ambiti in cui si è manifestata questa apertura:
a. Studi culturali su pratiche educative presso culture non occidentali
b. Pratiche pedagogiche e innovazioni legate alla alfabetizzazione
c. Campagne di educazione degli adulti
➔ Decostruzione di alcuni assunti pedagogici dell’occidente
- studi antropologici fatti su culture “altre” Levy Strauss (gesti e carezze in famiglia tendono a produrre soggetti più
giocosi e liberi) e Margareth Mead (inesistenza della crisi adolescenziale nella tribù Samoa. Meno problematico il
passaggio all'età adulta. Il comportamento sessuale non è innato, bensì prodotto dalla cultura d'appartenenza), Ernesto
De Martino (occorre emancipare il sud dalla sua cultura arcaica fatta di credenze magiche che ancora oggi lo educano.
Riti e fascinazioni).
2) Innovazioni pedagogiche attuate nei paesi in via di sviluppo (Ghandy e sua pratica non violenta) 3) Campagne di
educazione degli adulti (Capitini, Freire, ecc.).
- sviluppo società del Terzo Mondo → processi che incidono: colonizzazione e decolonizzazione.
✓ La cultura europea ha esportato se stessa, ma è stata anche toccata dall'incontro con le altre (gandhi).
✓ Con la decolonizzazione si è avuto un radicale processo di alfabetizzazione di massa il quale non ha inciso sullo
sviluppo economico e di giustizia sociale.
✓ Riflessione sulla scuola : processo di de scolarizzazione e valorizzazione di vie alternative di apprendimento (lavoro
di comunita – no istituzione)
✓ educazione comparata / ruolo discriminatorio o emancipatorio (Jullien, Cousin, Horace Mann, Tolstoy → tutti
viaggiatori attenti).
✓ Alfabetizzazione degli adulti in un processo di allontanamento dal folklore per una presa di coscienza culturale →
Dolci, Capitini, Freire (Liberazione degli oppressi – dare diritto di parola e formarli alla libertà, coscientizzazione –
metodo di socializzazione e di dialogo per far entrare le classi povere nella cultura) e l'associazionismo politico e
religioso.
Nell'educazione necessariamente informale degli adulti, si vede tutto il bagaglio di possibile innovazione che viene da
un certo tipo di pedagogia che non guarda alla valutazione, ma al processo di scambio reciproco tra educatore ed
educando.
- Nel Novecento, rilettura dei modelli eurocentrici attraverso la comparazione con altri modelli.
- Seconda meta del Novecento → radicale trasformazione della pedagogia che ne ha ridefinita l'identitààDalla
pedagogia alle scienze dell’educazione.
✓ Da un sapere chiuso a un sapere aperto e plurale.
✓ Dal primato della filosofia a quello delle scienze.
✓ Traguardo non più in discussione.
✓ Passaggio che non è solo dovuto a evoluzione del pensiero ma per istanze sociali e storiche: E' la società che chiede
uomini aperti capaci di far fronte alle innovazioni tecnologiche, sociali e culturali. Occorre quindi un nuovo sapere
pedagogico, più sperimentale, più problematico.
- il passaggio si definisce per:
a. Declino della pedagogia come sapere unitario
b. Affermazione di Molte discipline costitutive del sapere pedagogico.
c. Controllo riflessivo della filosofia che si muove fra queste discipline.
- Pedagogia è entrata in crisi nel momento in cui si è fatta sempre più tributaria dei saperi ausiliari. Il sapere pedagogico
si è pluralizzato al suo interno dando vita ad una serie di competenze settoriali àviene meno quel sapere unitario rivolto
ai problemi dell’educazione. Non scompare ma trova il suo ambito, il suo settore
Sapere pedagogico → rientrano tutti i saperi specializzati di cui tener conto per affrontare i fenomeni educativi – non
c’è un relazione fissa, ma fluidi
- Cambia l’immagine del sapere pedagogico - sapere ipercomplesso costituito da molti elementi da sottoporre a un
coordinamento riflessivo e autoriflessivo.
- Centralità della riflessione filosofica come elemento per indicare basi epistemologiche e fini guida dell'azione
pedagogica.
E' nata una pedagogia che vive ora attraverso il filtro scientifico-tecnico il suo stretto rapporto con la pratica.
- Anche se ci sono state critiche: trascurato l’aspetto normativo, l’unità teorica, riduzione a fascio di scienze
- Mielaret (1967) e Visalberghi (1958) (importanza della valutazione per riorientare l'azione educativa) →fare filosofia
diventa lavoro scientifico à centralità della filosofia (critica e storicamente collocata) accanto alle scienze
dell'educazione, come discorso generale sull'educazione, come elaborazione razionale di fini e mezzi.
Centralità della scuola come agenzia fondamentale delle e nelle società che deve essere presidiata dalla pedagogia (nei
principi e nei mezzi)
GUERRA FREDDA E PEDAGOGIA
- Accanto alla scientifizzazione, la pedagogia si avvicina sempre più all'ideologia delle due facce di un mondo
contrapposto. Democrazia e Socialismo, Libertà e Totalitarismo, alienazione ed emancipazione, la logica
della divisione dopo la guerra, ha dominato la visione del mondo.
- Anche la pedagogia, come la filosofia e addirittura le scienze, si è schierata a supporto di uno dei due
schieramenti: ad ovest a difesa dei principi della democrazia liberale e dell'organizzazione capitalistica (della
proprietà privata, concorrenza, libertà d'impresa, ecc.). A Est una pedagogia di stato spesso rigida e dogmatica
sulle tesi marxiste.
Occidente → attivismo deweyano assieme alle istanze più o meno reazionarie del personalismo cattolico.
Claparède, Cousinet e sul fronte cattolico, Maritain e Mounier.
- In Italia tutte le contraddizioni:
1) al potere il fronte cattolico con politiche educative ispirate al personalismo che richiede una pedagogia
filosofica di impianto metafisico; si è poi aperto dopo il concilio con Ernesto Balducci e don Milani.
2) Pedagogia laico-progressista attraverso il ripensamento dell'educazione democratica di Dewey (Codignola,
Borghi, Visalberghi). Attenzione all'attivismo come momento anche politico verso una trasformazione
sempre più democratica della società.
3) Fronte Marxista → Manacorda, Lucio Lombardo Radice, Dina Bertoni Jovine → difesa della specificità
marxista dell'educazione (connessa al lavoro, all'unità di cultura umanistica e scientifica, dialogo tra scuola e
società per ridefinire gli obiettivi del fare pedagogico nel senso della trasformazione sociale, rispetto a quanto
chiedono mediamente, sia laici che cattolici alla scuola.
- crollo dell’89 ha portato un ripensamento della pedagogia marxista. Con l'era dopo Stalin, Krushow nel
1958 si reintroduce il lavoro manuale accanto allo studio intellettuale; più attenta la selezione scolastica.
Ricomporre lavoro manuale a quello intellettuale.
- Altre vie nazionali al marxismo sono state elaborate (Mao, Fidel Castro, PCI, ecc.).
- paesi dell’Est tra 45 e 49 mettono in atto una riforma della organizzazione dell’istruzione che segue
l’evoluzione della Russia.
- In polonia:
Bogdan Suchodolski (1947) ha tentato di saldare i principi dell'etica cristiana con l'impianto teorico e pratico del
marxismo. La sintesi è data dalla prospettiva del progresso secondo la quale è importante creare un uomo
nuovo dalla personalità poliedrica capace di sviluppare cooperazione con gli altri, sul piano morale.
- cina:
Mao → la riorganizzazione dello stato deve passare attraverso l'educazione; i ragazzi devono lottare contro le
concezioni borghesi che riemergono fatalmente in una società (rivoluzione culturale) che non ha ancora
ricomposto armoniosamente la spaccatura fra lavoro intellettuale e manuale.
Educazione di tipo proletario fondata primariamente sul lavoro.
- Cuba: l'opera di alfabetizzazione delle masse per una prima emancipazione dopo l'epoca coloniale. Si sono
diffusi alcuni principi classici del marxismo: Importanza del lavoro produttivo, formazione dell'uomo nuovo,
diffusione universale delle cultura superiore.
- Attività del PCI
Dopo 45, le posizioni si fanno più mature assimilando i principi di Gramsci.
Gramsci → critica della tradizione scolastica italiana (riforma Gentile) e riaffermazione di un nuovo principio
educativo quello basato su connubio istruzione e lavoro produttivo.
Scuola media unica e obbligatoria fino a 14 anni secondo un metodo che privilegiasse lo sforzo e l'impegno allo
spontaneismo → educazione come processo non di crescita naturale, ma di conformazione alle regole sociali.
Fare di ogni uomo un intellettuale organico; un governante e un governato.
- Mario Alighiero Manacorda → (marx e la pedagogia moderna) 1966 → pedagogia marxiana trova nell'onnilateralità
dell'uomo, nel lavoro e nella scuola politecnica, i connotati di base e gli elementi di modernità.
Occorre che l'uomo alienato si disalieni per poter sviluppare la propria totalità (onnilateralità) → ciò è possibile solo se
la società si struttura per avere questo come obiettivo
Althusser → ruolo ideologico della scuola come cinghia di trasmissione della cultura della classe egemone.
- Rivoluzione cognitivistica degli anni '50 con la psicologia cognitivista (Bruner, Chomschy).
- Prese corpo una nuova concezione della pedagogia scarsamente attenta ai problemi sociali dell'educazione e molto a
quelli dell'apprendimento e dell'istruzione, soprattutto scientifica àTassonomie, ricerche didattiche hanno dato un taglio
specialistico alla pedagogia degli ultimi decenni.
- Grandi interpreti di questa svolta psicopedagogica Piaget, Vygotschij, Bruner
Piaget → (1896.1980) teorico dell'epistemologia genetica e psicologo dell’età evolutiva.
- Ha segnato con la sua teoria psicologico – evolutiva = La mente infantile è caratterizzata da un'intelligenza che muove
da atteggiamenti animistici e soggettivistici, ma scopre e si adegua gradatamente all'oggettività e ad un uso sempre più
formale e astratto dei concetti logici regolando il proprio percorso di sviluppo attraverso “assimilazione” e
“accomodamento”, che collegano la mente all’ambiente.
- Il pensiero infantile si scandisce in:
-Fase senso motoria (pensiero egocentrico, in distinzione di soggetto e cose, coglie i primi rapporti con le cose)
-Fase intuitiva (distingue sé dagli altri, ma da del mondo delle spiegazioni animistiche)
-Fase operatorio-concreta (riconoscimento degli altri)
-Fase ipotetico-deduttiva (valore del simbolo e pensiero astratto)
- Pedagogia deve ricostruirsi su qst principi operando una ottimizzazione per un uso più ampio a favore dell’uomo
- Effetti pratici sulla educazione dell'uomo => scuola attiva MA
Rispetto alla scuola attiva classica, Piaget assegna grande importanza all'insegnamento intellettuale poiché esso è
capace di trainare la formazione della mente che è la cosa più caratteristica dell'animale uomo.
In ogni caso occorre andare dall'esperienza al concetto e non viceversa.
Importanza dell’insegnamento delle scienze e delle procedure didattiche.
A Piaget si deve una nuova visione della mente infantile, ma sussistono delle critiche (mente molto poco socializzata,
troppo e solo cognitiva, etnocentrica).
- Vygotschij → (1896-1934) → centralità della creatività; il gioco non solo allena alle regole (come sosteneva
Piaget), ma permette di stimolare quella zona di sviluppo mentale potenziale. Vygotschij riconosce più di
Piaget un ruolo attivo all'insegnamento e in generale all'ambiente nello sviluppo dell'individuo (per arrivare al
pensiero formale). Reclama quindi un insegnamento più consapevole di questa sua responsabilità.
- teorie del curricolo – nel riflettere sul curriculum per l’insegnamento vengono elaborati principi per fare cv
- tecnologie educative
Macchine per l'insegnamento, studi di Skinner, à cambia il modo d'insegnare: più impersonale, controllato, auto
correttivo, più rispondente ai propri ritmi d'apprendimento.
Mastery learning → apprendimento per padronanza = didattica su misura, insegnamento si attiva
indicando indirizzi e scelte.
- Richieste per l'allargamento dell'obbligo non solo da politici (per creare cittadini liberi) per una vera partecipazione
democratica prevista dalle costituzioni più avanzate, ma anche da industriali ed economisti per rispondere sempre
meglio alle esigenze del mercato → doppia istanza: 1) cultura disinteressata 2) creare profili professionali → dibattito e
conflitto.
- Secondo Althusser (1970) la scuola agisce nel senso della riproduzione sia della forza lavoro che della visione
ideologica della classe sociale al potere.
- aspetti problematici che la scuola deve affrontare: Opposizione tra scuola di massa e scuola di elite, tra scuola di
cultura e scuola professionalizzante, tra scuola libera e scuola conformatrice.
- La scuola contemporanea è ancora in evoluzione cercando di dare risposte a situazioni sociali, culturali e di mercato
del lavoro profondamente nuove.
Carta costituzionale del 1948 e riforma della scuola del 1962 con scuola media unica e senza latino e più aperta alle
scienze → aumenta il tasso di scolarizzazione del paese.
1974 con i decreti delegati che inaugurano la gestione sociale della scuola.
Situazione di difficoltà soprattutto della scuola di secondo grado per mancanza di un disegno organico e un corpo
insegnati scarsamente qualificato → difficoltà a introdurre nuove sperimentazioni didattiche.
scheffer
analisi del linguaggio. Non ha un linguaggio omogeneo e sempre rigoroso à uso di termini specifici e tecnici come di
slogan, parole convenzionali o inventive
Modello strutturalistico-critico: indagini di Brezinka che si ispirano al razionalismo critico di Popper – mettere in luce
aspetti scientifici delle pedagogie ma anche le scelte storico ideologiche
Brezinka
Scienza della pedagogia (scienza sociale empirica che si distanzia dalla dalle pedagogie ideologiche) filosofia
dell’educazione (funzione normativa di fissare leggi e modelli, determinando obiettivi educativi orientando
opera degli educatori) pedagogia pratica (supporta scienza e filosofia)
Modello dialettico: Marx, Lenin, Gramsci posizioni che riconducono la pedagogia al terreno della ideologia
in quanto sapere operativo condizionato da valori che sono visioni del mondo.
Modello ermeneutico: interpreta il sapere della pedagogia come radicato nel tempo storico, nelle sue
tradizioni.
Attraverso queste posizioni si è delineata una nuova immagine della pedagogia caratterizzata per il fatto di
essere un sapere complesso che deve essere interpretato sulla base di diversi paradigmi teorici à sapere
articolato
Femminismo
Problema Ecologico
Problema Multiculturale
Terza Età
Problema del genere. Al principio la rivendicazione era in direzione di una parità di opportunità; a partire dagli anni '80
la rivendicazione ha riguardato la rivendicazione della differenza, della specificità del femminile → pedagogia della
differenza.
Partire dalla differenza per valorizzare la differenza emotiva cognitiva valoriale. Irigaray
Ecologia → nuovi parametri: comprensione, rispetto, scambio non violento. Una più intima collaborazione fra ecologia
e pedagogia non si è ancora realizzata. Recepito nozione di ambiente intesa come nicchia da rispettare e
preservare. Ci sono spazi per un ripensamento e la creazione di sempre più urgenti neo paradigmi educativi
e pedagogici che tengano conto proprio di questo problema per la creazione di un nuovo rapporto
uomo/uomo, uomo/natura e uomo/società.
Multiculturalità (rispetto e autonomia) e intercultura (dialogo di scambio attivo) → emergenza non
transitoria che chiede soluzioni in tempi brevi ed efficaci per evitare scontri tra etnie, tra religioni, tra
culture. La pedagogia deve attrezzarsi a comprendere le culture altre, allenando al dialogo e alla tolleranza.
Occorre porre in questione l'etnocentrismo della nostra pedagogia e smascherarne i caratteri occultamente
razzisti.
Modello Multiculturale: melting pot statunitense→ convivenza pacifica tra culture con a ciascuno la propria
autonomia.
Modello Interculturale: incontro attivo fra le culture con anche una loro ibridazione per dar luogo a una
cultura nuova → metissage.
Terza Età: → accanto a problemi economici e sociali, nascono problemi educativi e pedagogici. Ricollocare
la terza età a pieno titolo nella vita sociale → percorsi educativi di apprendimento, di ricreazione, di
scambio sociale.
Luhmann funzionalista (1979- legge l'educazione e la scuola come sottosistemi sociali la cui funzione è
quella di conformare e selezionare e che ha bisogno di una pedagogia capace di guidarli, la quale però è
sempre anch'essa funzionale alla società nel suo presente storico. La formula è quella d'apprendere ad
apprendere ed apprendere per tutta la vita.).
Coloro che hanno spinto per l'introduzione delle macchine per insegnare sono stati i fautori più convinti di
questo approccio della pedagogia.
sistema educativo
- educazione è un sistema specifico della società che ha una teoria (pedagogia) e una istituzionalizzazione (scuola).
- Caratterizzato dall’autoriferismo (riflessione è svolta da specialisti)
- Si organizza per formule di contingenza – modelli di formazione ideali che regolano l’agire educativo che si evolvono
con la società (mondo tradizionale, modello del buon cristiano – mondo moderno formazione umana,
autonomo – ora apprendere per apprendere
- in relazione ai bisogni educativi si pone un dualismo tra cultura e tecnica àcela bisogni diversi della
società: bisogni sociali / bisogni individuali
- Tecnica: bisogno di professionalità adeguate al funzionamento della macchina sociale per come si è definita sino ad
oggi – attenzione allo sviluppo delle capacità tecniche e applicative
- Cultura: bisogno di formazione personale di un sé autonomo capace anche di inserire prospettive di cambiamento
sociale. Per fare ciò occorre che il soggetto sia formato centrato nel proprio sé – attenzione alla formazione
della psiche e cura di sè
- istruzione. tecnica: competenze e professionalità, addestramento alle conoscenze; cultura: formazione del soggetto
come mente individuo, cultura che è sia fascio di sapere strumento che alimento per la crescita della
intelligenza.
- Anche la scuola si struttura in maniera differente: tecnica: trasmissiva, cognitiva, produttrice di competenze,
addestramento alle competenze; cultura: formativa, culturale, stimolatrice di tutto
Luhmann → apprendere ad apprendere, ma con un ottica “integrata” agli interessi del sistema sociale
contrapposto al modello del Bildung (formazione umana dell'uomo).
Morin (1999) → reclama un sapere che sappia pensare, sempre e insieme, mezzi e fini assegnando ai fini la
priorità sui mezzi → la complessità impone la creazione di una “testa ben fatta” capace di far fronte ai
problemi con intelligenza critica.
Questo dualismo dovrebbe diventare oggetto di confronto affinché il problema non resti o – o, ma diventi e – e!
La ripresa del soggetto e il “lifelonglearning”
Società postmoderna → pluralistica, frammentata, decentrata, perdita di identità individuale à ritorno alla
riflessione sulla formazione del soggetto à passaggio dal sociale al soggetto
- “Assoluto pedagogico”, secondo Laporta è la centralità dell'educando che deve essere principio motore
dell'agire educativo e dell'azione pedagogica, è nel DNA della pedagogia attuale.à si vive una crisi del
soggetto e delle sua identità e solo ripatendo dal soggetto e sua formazione si può recuperare
- Pedagogia del soggetto à lifelonglearning = formazione alla cura di sé – formazione in itinere di sé à pratica
dell’autobiorafia e delle storie del vissuto
- Formazione continua per gli adulti
- La congiuntura attuale ha determinato il concretizzarsi di più agenzie formative, a volte in armonia, ma più spesso in
contrasto fra loro.
Famiglia, scuola, chiesa, stato, media → agire confusi, frammentati e non integrati hanno relegato l'educazione a
istruzione o apprendimento di tecniche / risorsa perché articola l’educare su tutta la società
Situazione complessa e contraddittoria l'educazione nelle società avanzate a capitalismo maturo à occasione per una più
compiuta riflessione, consegna ai processi formativi con maggiore consepevolezza à fare orientare la propria
formazione
- L'educazione va nella direzione imposta dalla società dei consumi! Solo con il risveglio dell'io, con il sollecitarlo alla
ricerca di sé, collocando il sé su una frontiera critica della società, si compie vera educazione.
L'orizzonte mondialità e la pedagogia come speranza