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MARX

Per considerare Marx partiamo da un suo testo che è uscito postumo.


Egli l’aveva prodotto da giovane.
É un testo breve, sono solo 11 proposizioni, dette “Tesi su Feuerbach”.
In questo testo Marx si chiede quali sono i limiti di Feuerbach, cioè, dove Feuerbach
è insufficiente.

La critica di Marx a Feuerbach

Feuerbach ha capito il perché dell’alienazione, cioè ha spiegato in cosa consiste la


religione, ma non ha spiegato il perché. Nell’alienazione avviene che l’individuo
empirico (L’uomo reale) si aliena da se stesso: rende estranee a se le proprie
rappresentazioni. —> quando l’uomo pensa a dio, cercherà di pensare a dio ma in
realtà sta pensando alle proprie rappresentazioni.
Feuerbach, dice Marx, ha compreso il “che” (cosa succede in realtà quando l’uomo
pensa a dio), ma non si è posto nella maniera adeguata il problema del “perchè” che
invece è l’obbiettivo della filosofia di Marx: capire perché l’uomo si è alienato
nell’idea di dio.
Il problema è il “dove” andare a cercare quella risposta; il difetto di ogni filosofia
(anche quelle materialiste) consiste nell’essere stato affrontato come un problema
teoretico (come ha fatto Feuerbach), cioè speculativo, mentre invece dev’esser
affrontato come un problema pratico. Teoretico: contemplativo (come la scienza di
Aristotele; le scienze pratiche in Aristotele erano l’etica e la politica: scienze nelle
quali la competenza modifica l’agire di colui che le sviluppa) Pratico: hanno come
oggetto il possibile, non il necessario.
Perciò: il merito riconosciuto a Feuerbach da Marx è quello di aver compreso che
l’essenza della religione consiste nell’alienazione. Il limite di Feuerbach e di tutti i
materialisti è di essersi posti la questione dell’alienazione della religione come un
problema teoretico anziché essere affrontato come un problema pratico. La ragione
per la quale l’uomo si aliena, è una ragione che va ricercata in una dimensione
pratica, che è quella dell’economia politica.
Non ci si può limitare a dire che la religione è un fenomeno di alienazione, ma
bisogna comprendere il perché l’uomo si aliena nell’idea di dio.
Feuerbach da un paio di ragioni:
1) L’uomo eleva l’idea di dio che ha pensato prima di tutto come idea del genere
umano nel suo
insieme, e quindi la finitezza che io percepisco rispetto alla totalità del genere
umano diventa
per me l’idea di dio.
2) Secondo Feuerbach ciò che viene divinizzato è l’idea stessa della natura. Io mi
percepisco
assolutamente finito davanti all’infinitezza della natura e la divinizzo.
Entrambe sono soluzioni speculative, di pensiero.
Il problema è che invece bisogna affrontare la domanda in termini di filosofia
pratica, cioè, del modo in cui l’uomo organizza la propria vita nel mondo, cioè a
proposito del modo in cui l’uomo organizza la ripartizione del prodotto del lavoro.
In cosa consiste quindi l’essenza dell’alienazione?

Marx qua sviluppa la

Teoria del gius valore

(esempio dell’operaio a cui vengono pagate solo le prime 6 ore e non tutte 12)
Marx dice che non è una questione di cattiveria e sentimenti personali, ma è una
questione di sistema: chi riesce a ridurre le economie di scala al massimo, riesce ad
essere competitivo, chi non riesce a ridurre il costo del lavoro il più possibile non è
competitivo. Quindi nel sistema capitalista, ciò che detta le regole è la struttura del
sistema, non la bontà d’animo degli imprenditori. La struttura del capitalismo
costringe i padroni a rapportarsi in questo modo con gli operai—>pagarli il minimo
possibile. Non possono pagarli di più perché senno chiuderebbero, non possono
neanche pagarli di meno. —>legge bronzea dei salari
Quindi, il guadagno dell’operaio non dipende da quanto l’operaio produce.
Le altre sei ore che non vengono pagate all’operaio costituiscono il pluslavoro: parte
della giornata dell’operaio che eccede il lavoro salariato. Il plus valore è il valore
prodotto dal lavoro dell’operaio che non viene riconosciuto sotto forma di salario.
Le seconde dei ore l’operaio produce un valore, solo che invece che darlo a lui,
l’imprenditore lo intasca per se.
Ciò che il padrone intasca, forma il capitale. Si divide in 2 parti: Capitale costante,
Capitale variabile.

Capitale costante: capitale investito sotto forma di fabbrica, ,macchinari, brevetti.. è


costante perché non moltiplica il proprio valore.
Capitale variabile: capitale investito sotto forma di lavoro. L’unica merce che ha
cambiato valore è la forza lavoro: la compero il minio del sostentamento e mi
produce un valore che è tutto il valore aggiunto del lavoro nei prodotti finali.
Il plus lavoro può essere incrementato così:
1) aumentando la giornata di lavoro (ma c’è un limite, sarebbe
controproducente)—>plus valore assoluto
2) migliorando la tecnologia—>plus valore relativo
Marx si rifà alla distinzione tra il valore d’uso e il valore di scambio.
Valore d’uso delle sedie: quello di sedersi
Valore di scambio: valore di quei beni come merci: io produco le sedie per venderle.
Il valore che hanno per essere scambiate con altre merci si chiama valore di
scambio. Esso è determinato dalla quantità di ore di lavoro sociale necessarie per
produrre quel bene.
Il sistema precapitalistica è regolato dalla formula

MDM1

cioè, si produce una merce (M) per il suo valore di scambio, lo si scambia con una
quantità di denaro (D) che mi permette di comprare un’altra merce (M1), il cui
valore è equivalente in termini di lavoro sociale che è stato necessario per produrla.
Questo è il mondo pre-capitalista.
Cosa succede nel mondo capitalista?

DMD1

La competenza non è più sul genere del prodotto, ma sull’investimento economico,


quindi il produttore si è convertito nel capitalista, cioè in uno cui professionalità
consiste nel far rendere bene il proprio denaro. Lui investe una quantità di denaro
per produrre una merce in modo che quando questa merce (D) viene messa sul
mercato, produca un valore D1 che dev’essere superiore a D. D1-D da il plus valore.
Il padrone compera il lavoratore per il suo valore di scambio e lo sfrutta per il suo
valore d’uso.
Nel mondo del capitalismo, dice Marx, il lavoro è diventato una merce, cioè viene
comperato per il suo valore di mercato. Quant’è il costo della manodopera? Il
minimo possibile (legge bronzea dei salari). La manodopera (lavoratore) viene
sfruttata per il suo valore d’uso.
Il lavoro è una merce che compero per il suo valore di mercato, e sfrutto per il suo
valore d’uso.
Siamo partiti da: da che cosa si basa l’alienazione religiosa? Qual’è l’essenza
dell’alienazione? Questa domanda va posta come un problema pratico: l’essenza
dell’alienazione è data dal sistema capitalistico il quale aliena la vita umana, cioè,
quando nelle prime sei ore di lavoro l’operaio si vede portar via la sedia dal padrone,
sa che il padrone l’ha riconsciuto pagandolo 1$ il valore del suo lavoro che si è
oggettivato nella sedia.
Il pomeriggio succede la stessa cosa, io lavoro i pezzi di legno, diventano sedia e
l’imprenditore me la porta via. L’euro che mi spettava non mi viene dato, perché
finisce nel capitale, cioè nel plus valore. Quando il padrone non mi ha riconosciuto il
valore economico che c’è della sedia in conseguenza del mio lavoro, ciò che mi ha
rubato è un’ora della mia vita: ha reso estranea, aliena a me la mia vita. —>mi ha
portato via il prodotto che io in quell’ora di vita ho fatto.
L’essenza dell’alienazione è quindi l’alienazione economica.

“La religione è l’oppio dei popoli”

Quando l’uomo pensa a Dio, pensa ad una cosa che si è immaginato: alienazione.
Oppio nel senso che mi fa vedere cose che non ci sono “Dio”.
Ma sopratutto oppio come lenitivo, analgesico: ti permette di sopportare la
sofferenza che altrimenti non sopporteresti, perché?
Esempio: sono sfigato, nato da una famiglia poverissima, ma la religione dice che in
realtà sei fortunato: “più soffri in questa vita più sarai beato nel regno dei cieli”.
Questa ovviamente, dice Marx che è una balla.
A cosa serve dunque la religione? Serve a sopportare ciò che non riusciresti a
sopportare tramite l’oppio, religione.

La religione dunque è lo strumento che frena lo spirito di ribellione di colui che


dovrebbe sapere di essere sfruttato. La consapevolezza (autocoscienza) deve
spingere alla ribellione.
Marx riprende da Feuerbach (che aveva perso da Hegel) il concetto di
autocoscienza: capacità della classe operaia di riuscire a comprendere cosa
veramente accade di lui.
Guardare appunti autocoscienza (servo-padrone).
Marx dice che in questa logica alienata, si capovolge il rapporto tra lavoro e la vita:
dovremmo dire che il lavoro è lo strumento per la vita, diventa il contrario: io vivo
per lavorare.
Perchè mi riproduco? Per mettere al mondo dei figli il cui destino è l’essere forza
lavoro, se non nel momento in cui tutti insieme faremo la rivoluzione.
TESI SU FEUERBACH

Questo testo tanto breve quanto denso fu scritto da Marx nel marzo del 1845.
Rimase tuttavia a lungo inedito finchè non fu pubblicato nella Neue Zeit (1886) da
Engels che lo riprodusse in appendice al suo Ludwig Feuerbach e il punto di approdo
della filosofia classica tedesca (1888).
I
Il difetto principale di ogni materialismo fino ad oggi, compreso quello di Feuerbach,
è che l'oggetto, il reale, il sensibile è concepito solo sotto la forma di oggetto o di
intuizione; ma non come attività umana sensibile, come attività pratica, non
soggettivamente. E' accaduto quindi che il lato attivo è stato sviluppato
dall'idealismo in contrasto col materialismo, ma solo in modo astratto, poiché
naturalmente l'idealismo ignora l'attività reale, sensibile come tale. Feuerbach vuole
oggetti sensibili realmente distinti dagli oggetti del pensiero; ma egli non concepisce
l'attività umana stessa come attività oggettiva. Perciò nell'Essenza del cristianesimo
egli considera come schiettamente umano solo il modo di procedere teorico,
mentre la pratica è concepita e fissata da lui soltanto nella sua raffigurazione
sordidamente giudaica. Pertanto egli non concepisce l'importanza dell'attività
"rivoluzionaria", dell'attività pratico-critica.

SPIEGAZIONE:
Termine he esprime il concetto di oggetto: Gegenstand—> il termine “oggetto”
come Gegenstand indica la contrapposizione tra l’oggetto e il soggetto; ciò contro
cui mi vado a scontrare.
Io posso rapportarmi al mondo di cose, come ad un oggetto contro il quale mi vado
a scontrare, se per esempio questo oggetto è il capitale.
Marx dice che “proletari” sono coloro che vengono al mondo privi dei mezzi di
produzione, cioè non hanno nient’altro che il proprio corpo come forza lavoro. La
loro unica ricchezza è la “prole”, i loro figli. Nella società contemporanea che è
quella capitalista, qual’è l’unica possibilità che i proletari hanno di procurarsi una
ricchezza? Vendere il proprio corpo ai padroni come forza lavoro.
Marx dice: I socialisti degli inizi del secolo sono utopisti—> favoleggiano di un
mondo in cui sarebbe bello che gli imprenditori fossero meno sfruttatori e più
filantropi, e creassero una società nella quale l’uomo fosse meno infelice.
Marx dice che non è questione di capitalisti cattivi, ma la questione è il sistema: nel
momento in cui c’è crisi, il capitalista che non sfrutta l’operaio al massimo
soccombe.
Il capitalismo non è questione di bontà di cuore o di cattiveria dei padroni, ma è un
meccanismo che costringe gli imprenditori a pagare gli operai il meno possibile.
Il minimo indispensabile alla loro sopravvivenza—>salario minimo.
Siccome il salario è minimo per la sopravvivenza, non succederà mai che il proletario
possa avere in mano gli strumenti di produzione per diventare imprenditore per
proprio conto.
L’idea di oggetto come “Gegenstand” indica proprio ciò contro cui vado a
scontrarmi, a contrappormi dialetticamente.
Il primo limite del materialismo è riconoscere che il mondo in cui viviamo, che è un
mondo di merci, è il mondo prodotto del nostro lavoro. Quindi quel mondo contro
cui in qualche modo ci

andiamo a scontrare in realtà è il nostro mondo, è nostro lavoro che l’ha prodotto,
solo che quel lavoro ci è stato portato via secondo la teoria del gius valore.
Il mondo delle merci è stato sviluppato dall’idealismo in contrasto con il
materialismo: l’idealismo che fa il contrario di ciò che si deve fare, perché crede che
reale sia l’idea e che l’idea abbia prodotto questo mondo, mentre è vero il contrario.
Gli idealisti credono che il nostro mondo serva soltanto perché l’assoluto torni a se
stesso. Questo mondo invece è la realtà.
•Marxiano è ciò che si riferisce direttamente a Marx
•Marxista è ciò che si riferisce alla filosofia di Marx e continua per proprio
conto divenendo una corrente (Lenin)

Il lavoro diventa una merce che viene comperata per il suo valore di scambio e
utilizzata per il suo valore d’uso.

Viene chiamato CAPITALE VARIABILE perché


A differenza del capitale COSTANTE, che è un costo che si ritrova nel prodotto così
com’è senza diminuire (imprenditore ci rimette) né aumentare (imprenditore non
competitivo), varia.

Sovrastruttura e ideologia
Ciò che si costruisce attorno alla struttura. (Struttura=bau)
(Sovrastruttura=Überbau)
1)La struttura esprime l’essenza della realtà. Il mondo dell’uomo è il mondo in cui
l’uomo attraverso il lavoro ricava le risorse per vivere. L’economia politica spiega in
che modo il prodotto del lavoro viene distribuito in modo diseguale.
2)La sovrastruttura costruisce un’immagine delle cose che è diversa da ciò che esse
sono realmente: è ciò che serve per mascherare l’essenza dei rapporti economici-
sociali per evitare la rivolta, per esempio:
La religione è un elemento tipicamente sovrastrutturale perché funzionale al
mantenimento dei rapporti sociali.

L’ideologia è il vestito con cui rivestiamo delle cose per farle apparire diverse da
quello che sono. La sovrastruttura crea un rivestimento ideologico che ci fa vedere
le cose diverse da come sono, così da accettare ciò che in realtà sarebbe
insostenibile e condurrebbe quindi alla rivolta sociale.
Far sembrare che la società sia il contrario di quello che è (romanzo=borghesia)

Il feticismo delle merci


Si tratta di una sorta di smascheramento di quella che è la falsa coscienza:
Rimaniamo incantati davanti alle cose come in una sorta di atteggiamento di
adorazione imposto dall’ideologia e dalla struttura sociale e che nasconde la vera
natura delle cose, ovvero il fatto che queste effettivamente siano MERCI, prodotto
di un lavoro ALIENATO (il lavoro non è più lavoro libero e creativo ma diviene coatto
è costretto, affermazione del mio legame di schiavitù).
= adorazione dei prodotti del mondo contemporaneo (a Marx) nelle quali è però
oggettivato il lavoro alienato.
(Esempio: meraviglia di fronte alle Piramidi, nate dal lavoro di migliaia di schiavi
sfruttati per la loro creazione).
Marx dice che bisogna interrogare le cose in un modo differenze, non bisogna essere
adoratori dell’oggetto, ma riconoscere cosa lo ha prodotto, ovvero un lavoro, che
non è un lavoro LIBERO e CREATIVO, ma ALIENATO.

Il socialismo scientifico di Marx


Marx afferma che il suo è un socialismo scientifico, e non utopista.
Socialisti utopisti: sono socialisti che auspicano una società nella quale la classe
operaia venga trattata umanamente, fondata quindi su un desiderio utopico.
=
Immaginare che i padroni possano fare una cosa del genere, significa raccontare la
società industriale come non è, perché gli imprenditori filantropi sarebbero destinati
a soccombere nella competizione e perderebbero il loro capitale, contro a coloro
che hanno sfruttato al massimo i loro lavoratori.
Lo sfruttamento dell’operaio non è quindi l’esito della cattiveria d’animo
dell’imprenditore, ma è risultato della società capitalista, poiché se non facesse così
soccomberebbe.
Marx quindi pretende un’analisi scientifica, non basata su come vorremmo le cose
ma su come esse sono realmente, senza scivolare nell’utopia.

Previsioni erronee del socialismo scientifico di Marx


1) La rivoluzione proletaria scoppierà per la prima volta in paesi ad avanzata
produzione industriale.
(La pressione del proletariato non potrà più essere contenuta)
Viceversa la rivoluzione del proletariato, storicamente parlando, avvenne per la
prima volta in Russia, in un paese prevalentemente agricolo e contadino.
Ma paradossalmente, il fatto che sia stata smentita dai fatti, è la dimostrazione
che è una previsione scientifica:
Per Popper se fai una previsione e questa previsione può avverarsi oppure no,
questa fa della tua previsione una scienza. Se la tua previsione è vera in generale,
questa è una pseudo-scienza.
La scienza= materialismo storico-dialettico (perché la struttura del divenire
storico è quello della dialettica, con il capovolgimento tra sfruttati e sfruttatori)
Ragioni caduta capitalismo
1. Il capitalismo necessariamente deve sfruttare gli operai sempre di più=

Questa classe sfruttata non può non portare la classe operaia all’autocoscienza.
La classe operaia ci arriva guidata dagli intellettuali di partito, Elite rivoluzionaria.
Quando tutti gli operai saranno pienamente autocoscienti inevitabilmente si avrà
la rivoluzione, perché saranno consapevoli della loro situazione.
2. Ragioni intrinseche alla struttura del capitalismo=

Caduta del saggio di profitto

pv:c+v
Se al numeratore poniamo il plus valore e al denominatore poniamo il capitale
variabile, cioè i salari, otteniamo un rapporto che è costante.

Se noi dobbiamo essere competitivi sul mercato, non possiamo puntare soltanto
sull’investimento sotto forma di capitale variabile, perché l’aumento del plus
valore è direttamente proporzionale all’aumento dei salari.
Siccome quel rapporto esprime il tasso di sfruttamento, bisogna immaginare che
quegli imprenditori paghino i dipendenti il minimo necessario.
La riforma si può introdurre il capitale costante: quello investito nei macchinari ( I
macchinari nuovi su cui investo sono più efficienti).
L’aumento del profitto non è proporzionale all’aumento dell’investimento:
I padroni continueranno a guadagnare, ma per poter guadagnare dovranno
investire di più in vista di un guadagno che in proporzione sarà di meno.
Ad un certo punto arriverò al limite in cui il rapporto tra il rischio
dell’investimento e la prospettiva del guadagno sarà tale che non investirò più
(non mi converrà più
investire).

L’anarchismo dell’investimento capitalista


Il sistema non procede in maniera perfettamente ordinata ma compie errori. Se
troppi si buttano in un determinato settore dovranno produrre altro
(sigarette/sottilette).

Sovrapproduzione
È una crisi strutturale a cui il sistema è stato sottoposto in maniera ciclica: il sistema
capitalista deve pagare i lavoratori il meno possibile e quindi significa che i lavoratori
vedranno crescere il costo delle merci più di quanto crescano effettivamente i loro salari.
Ci sarà quindi un eccesso di produzione delle merci che non avrà più sbocchi nel mercato,
quindi sarebbe un capitale perduto.
Colonialismo-imperialismo
Le colonie non sono solo produttrici di merci a basso costo ma diventano serbatoi di
mercato.

“Imperialismo fase suprema del capitalismo” Lenin


I Paesi capitalisti hanno affrontato la sovrapproduzione attraverso il colonialismo. Nelle
colonie si vanno a vendere le merci in eccesso.
Adesso che tutte le potenze imperialiste hanno conquistato tutte le colonie, non possono
più risolvere il problema della sovrapproduzione vendendo il proprio prodotto ad altre
terre ancora, quindi si genererà una guerra tra di loro, perché chi vincerà conquisterà lo
spazio di mercato dell’altro.
Siamo quindi arrivati alla contraddizione che non può più essere risolta, perché la
prossima crisi di sovrapproduzione non avrà più sbocchi, non sarà più possibile
risolverla

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