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La filosofia di Marx

CRITICA ALLA RELIGIONE (SE TI DOVESSE CHIEDERE L’ALIENAZIONE IN


GENERALE)
Perché l’uomo crea la religione? (E’ il problema che Feuerbach si è posto ma non ha risolto)
Gli uomini si alienano proiettando il proprio essere in un dio immaginario solo quando l’esistenza reale
nella società classista impedisce lo sviluppo e la realizzazione della loro umanità.
La religione è l’oppio dei popoli, l’opera di una società sofferente e oppressa che è costretta a cercare
consolazione nella fede.
Feuerbach non ha capito che la religione è un prodotto sociale: esiste il mondo degli dei perché esiste
quello irrazionale e ingiusto degli uomini.
Per superare l’alienazione religiosa occorre cambiare le condizioni di vita che spingono l’uomo ad
alienarsi a favore della divinità perché le illusioni non svaniscono se non si eliminano le situazioni
che le creano.
Il primo compito di una filosofia a servizio della storia è quello di smascherare l’autoalienazione
religiosa. Per questo motivo la critica del cielo si trasforma in critica della terra, la critica della
religione in critica del diritto e la critica della teologia in critica della politica.

L’ALIENAZIONE DEL LAVORO


Marx passa dalla critica del cielo a quella della terra, ma sulla terra non trova un uomo che si realizza
insieme ad altri uomini. Quello che trova sono uomini alienati, espropriati del loro valore di uomini a opera
dell’alienazione del loro lavoro.
Chi mette se stesso nella realizzazione delle proprie opere, realizza il proprio scopo attraverso il
proprio lavoro. Questo significa vivere umanamente e realizzarsi in quanto uomini.
Il lavoro sociale è ciò che distingue gli uomini dagli altri animali
Guardando la società però Marx si accorge che il lavoro non è più compiuto per il bisogno di
oggettivare la propria umanità, le proprie idee e i propri progetti nella materia, ma l’uomo lavora per
pura sussistenza
La proprietà privata, fondata sulla divisione del lavoro, rende il lavoro costrittivo
Il lavoratore si aliena a 4 ambiti.
1. Alienazione rispetto al prodotto del proprio lavoro (L’operaio mette nell’oggetto la sua vita, che da
quel punto appartiene all’oggetto). Inoltre, quanto più produce, tanto meno ha da consumare.
2. Rispetto al lavoro stesso che diventa obbligatorio, ripetitivo. L’uomo non è libero di
lavorare ma è obbligato a farlo per potersi mantenere socialmente.
3. Alienazione rispetto alla propria essenza (vesen) di uomo libero perché l’uomo si trasforma in
bestia
4. Alienazione rispetto agli altri uomini. Si stabilisce una differenza fra ricchi e poveri, possidenti e
non possidenti, capitalisti e proletari.
Il superamento di questa situazione avviene attraverso la lotta di classe, che eliminerà la proprietà
privata e il lavoro alienato.

ALIENAZIONE: il lavoro è esterno all’operaio, egli nel suo lavoro non si afferma ma si nega, non si
sente soddisfatto e realizzato ma è infelice, sfinisce il suo corpo e distrugge lo spirito. Il lavoro non è il
soddisfacimento di un bisogno ma un mezzo per soddisfare bisogni estranei.
L’operario diventa + povero, + merce produce
Diventa + merce quanto + grande è la quantità di merce che produce.
IL CAPITALE, 1867 (PLUSVALORE)
Il suo fine ultimo è quello di svelare la legge economica del movimento della società moderna
L’analisi del capitale inizia con l’analisi della merce e del suo duplice valore:
• valore di uso: si basa sulla qualità della merce che, proprio grazie ad essa soddisfa un certo bisogno
• Valore di scambio: Due merci totalmente diverse hanno in comune il valore di scambio, che le rende
appunto scambiabili in date proporzioni. Il valore di scambio di una merce è dato dal lavoro
socialmente necessario per produrla (come valori, le merci sono misure determinate di tempo
coagulato). Due merci non si possono scambiare se il lavoro necessario per produrle è diverso
(nonostante lo scambio si faccia attraverso la moneta).
Non si può parlare della merce senza considerare il fatto che è un prodotto umano (lo scambio delle
merci non è un rapporto tra cose ma tra produttori, uomini)
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La forza-lavoro, costituita dall’attività del lavoratore nella società capitalistica è, dunque, considerata
alla stregua di una merce: il lavoratore la vende in cambio del salario e il capitalista l’acquista.
Il salario (mezzo con cui il capitalista paga la merce/forza-lavoro) ha un valore che viene dato dalla
quantità di lavoro necessaria per produrla, ovvero dal valore delle cose necessarie per garantire la
sussistenza al lavoratore (per continuare a lavorare) e alla sua famiglia.
La forza-lavoro non ha solo il suo valore ma il suo valore d’uso ha la caratteristica di essere fonte di
valore, che viene consumato dal capitalista.
Ma se il proletario lavora 12 ore e in 6 produce quello che basta per coprire quanto il capitalista
spende per il salario, il prodotto delle altre 6 ore è valore di cui si appropria il capitalista
(plusvalore).
///Capitale costante: investito per l’acquisto dei mezzi di produzione
Capitale variabile: investito nell’acquisto della forza lavoro
La formula generale che rappresenta il processo di produzione capitalistico è: D-M-D’ (denaro speso
per acquisto merce- mezzi di produzione e forza lavoro- denaro guadagnato, che grazie al plusvalore
non pagato dal capitalista è maggiore di D)///
L’aumento del plusvalore è possibile attraverso:
• plusvalore assoluto: prolungamento della giornata di lavoro
• Plusvalore relativo: riduzione della giornata di lavoro necessario
Analizzando la produzione del plusvalore relativo Marx trova tre fasi dell’aumento della produttività
del lavoro
1. Cooperazione: offre al capitalista il vantaggio di: economia dei mezzi di lavoro e aumento della
forza lavoro. La somma meccanica delle forze dei singoli è differente dal potenziale di forza che si
sviluppa quando molti lavorano contemporaneamente a una stessa operazione divisa
2. Divisione del lavoro e della manifattura: l’arricchimento di forza produttiva da parte
dell’operaio complessivo è la conseguenza dell’impoverimento delle forze produttive dell’operaio.
3. Macchine e grande industria
Il plusvalore quindi può essere aumentato e reinvestito dal capitalista per evitare la concorrenza

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