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Fichte

Saturday, November 19, 2022 5:40 PM

Considerato come l'iniziatore del Romanticismo tedesco, in quanto fu il primo a


"scoprire" il concetto romantico dell'infinito e dello spirito dove pone un uguale fra
io=Dio nella Dottrina della scienza.
Con Fichte nasce anche l'idealismo, ovvero la massima espressione filosofica del
Romanticismo, lui fu il primo ad inaugurare una nuove metafisica dell'infinito,
infrangendo i limiti conoscitivi kantiani, perciò sposta il discorso dal piano gnoseologico
al piano metafisico e abolisce qualsiasi cosa estranea all'io, che cos' diventa un'entità
creatrice e infinita.
Fu Fiche ad attribuire all'io il suo carattere infinito, non è più solo ordinatore (Kant) ma è
creatore, ovvero è il soggetto (spirito) che crea ogni cosa sia conoscitivo che materiale e
non è più vincolato da nessun tipo di ostacolo. Se tale spirito, l'Io, rappresenta la fonte
creatrice di tutto ciò che esiste, la natura e la materia sono la causa dello spirito, in
quanto esiste solo per l'io e in funzione dell'io (polo dialettico dell'Io).
Dunque lo spirito crea e plasma la realtà, identificata con l'individuo che rappresenta la
ragion d'essere dell'universo, e la natura esiste come momento dialettico necessario
della vita dello spirito. Essendo l'uomo la ragion d'essere e lo scopo dell'universo
coincide con l'assoluto e l'infinito, cioè con Dio stesso. Dio inteso come lo spirito
dialetticamente inteso, ovvero il soggetto che si costituisce tramite l'oggetto, la libertà
che opera attraverso l'ostacolo, l'io che si sviluppa attraverso il non-io.

Nella Dottrina della scienza Fichte spiega come l'io finito sia in realtà infinito. Siccome
tutto esiste nell'Io e per l'Io è evidente che sia infinito, è quindi il principio formale e
materiale della realtà. Si identificano l'io divisibile, finito, che ha come causa e fine l'Io
puro, tale io finito è limitato da un nonio che è mondo, natura (l'io finito che si sforza
per arrivare all'Io infinito).
Con i tre principi di deduzione moderna (tesi, antitesi, sintesi) afferma una filosofia che
diventa un sapere assoluto e metafisico.
Nella prima tesi afferma che l'Io pone se stesso, si auto-crea ed è infinita.
Poi afferma che l'Io pone il non-Io, per potersi realizzare come attività creatrice ha
bisogno del suo momento dialettico, che servono da ostacoli da lottare per potersi
autoperfezionare. Dunque l'Io oppone, nell'Io, all'io divisibile, un non io divisibile. L'io
infinito, avendo creato il non-Io, si ritrova materialmente ad esistere come tanti
individui divisibili e finiti opposti ai non-io divisibili. E' la situazione del nostro mondo.
Dunque spiega che l'Io infinito si concretizza in molteplici io finiti che si sforzano a
realizzarsi nell'Io infinito. La vita dunque del singolo uomo è, dunque, una tensione
verso l'infinito che non avrà mai fine.

L'idealismo di Fichte è un idealismo etico (prevalenza morale che conoscitivo), ovvero è


una filosofia della libertà (infinito) che insegna e presuppone che essere uomini sia uno
sforzo e una conquista (Streben). Secondo Fichte contrapposto all'idealismo c'era il
dogmatismo, che parte dall'oggetto per arrivare al soggetto, limitava l'autonomia e
l'indipendenza del singolo.
L'idealismo etico di Fichte afferma che il fine supremo di ogni singolo uomo, come della
società tutta intera è il perfezionamento morale di tutto l'uomo, morale in quanto
richiede uno sforzo.
Dunque l'uomo, ovvero lo spirito, dunque L'Io si rende infinito svincolandosi da ostacoli
posti da lui stesso, in quanto tali ostacoli servono in quanto si sforza incessantemente
autoperfezionandosi e con se stesso il mondo circostante. Dunque con gli ostacoli l'io
(finito) si realizza come attività e libertà, Io puro.

Nella dottrina morale Fichte afferma che il compito proprio dell'uomo è l'umanizzazione
del mondo, ossia il tentativo incessante di spiritualizzare le cose e noi stessi, dando
origine ad una natura plasmata secondo i nostri scopi e ad una società di essere
razionali e liberi.
Noi esistiamo per agire e il mondo esiste solo come teatro della nostra azione (la legge
dell'Io si impone al non-io).
Nell'azione vi è la ragione e lo scopo ultimo dell'universo.
Come già detto, l'io finito ha scopo morale di realizzarsi come Io puro, questo dovere
morale si può realizzare soltanto con altri io finiti, infatti un individuò si rende libero con
la libertà degli altri, l'umanità nel suo complesso deve essere sempre libera. Farsi liberi
e rendere liberi gli altri in vista della completa unificazione del genere umano, sono detti
dotti, coloro che sono consapevoli e devono guidare, essere maestri ed educatori del
genere umano.

La filosofia politica si caratterizza di un certo spirito nazionalistico. Nei Discorsi alla


nazione tedesca (1807) è il popolo tedesco che deve promuovere l'educazione del
mondo a realizzare l'umanità fra gli uomini, in quanto popolo che è esempio migliore di
Nazione, ovvero ciò che un insieme di individui legati fra loro da vincoli indissolubili di
lingua, religione, cultura e tradizioni. Infatti il popolo tedesco mantenne sempre la
stessa lingua dei loro antenati.
Questi discorsi saranno poi interpretati come predominio, nazionalismo di tipo diverso…
(nazismo).

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