Il Romanticismo fu un movimento culturale eterogeneo che comporta l'esaltazione
del sentimento come organo più funzionale per rapportarsi all'universo, in contrapposizione alla ragione "limitata" di Kant, infatti i romantici avevano una tendenza di contrapporsi al razionalismo di cui si caratterizza l'illuminismo. Il Romanticismo quindi nasce come una reazione all'esaltazione della razionalità (illuminismo), ma anche al culto della bellezza classica del Neoclassicismo, ai quali si contrappone la spiritualità, l'emotività e la fantasia. I temi principali sono perciò: la negazione della ragione illuminista, l'esotismo (fuga dalla realtà temporale e/o spaziale), l'individualismo e ili soggettivismo, l'affermarsi dei concetti di popolo e di nazione, il ritorno alla religiosità e alla spiritualità (rifiuto i limiti della ragione), lo studio della Storia e perenne tensione verso l'assoluto (l'assoluto, nel romanticismo, è l'infinito immanente alla realtà provoca nell'uomo una perenne tensione verso il suo raggiungimento, che si traduce in: titanismo, l'idea del sublime, l'ironia).
La filosofia romantica si basa soprattutto sul superamento della filosofia illuminista, il
sui massimo esponente fu Kant, che riconosce i limiti della ragione umana, incapace di andare al di là dell'esperienza sensibile e di accedere quindi alla metafisica (filosofia che si occupa della realtà fuori le esperienze sensibili). Si esalta il sentimento il quanto è ritenuto l'organo più funzionale per rapportarsi alla vita e per penetrare nell'essenza più riposta dall'universo, appare come un'ebbrezza indefinita di emozioni, in sui palpita la vita stessa al di là dei limiti della ragione. Il movimento romantico è caratterizzato dal primato dell'arte, è detto l'estetica romantica, l'estetica della creazione in quanto ripudia il principio di imitazione neoclassica. Di fianco all'estetismo e al misticismo vi è l'affermazione della ragione "dialettica", che si afferma del pensiero di Hegel.
Il protagonista, dunque, dell'universo culturale romantico è la ricerca dell'infinito,
superando la filosofia del finito kantiano. I romantici cercano ovunque l'oltre-limite, ovvero ciò che rifugge dai contorni definiti e si sottrae alle leggi dell'ordine e della misura. I filosofi romantici assumono diversi metodi di intendere il rapporto tra finito e infinito: il modello immanente che si identifica con il panteismo (finito come realizzazione vivente dell'infinito, può essere naturalistico o spiritualistico) e il modello trascendente (distinzione fra finito e infinito, il finito è manifestazione dell'infinito). Motivo ricorrente romantico è la concezione della vita come inquietudine e sforzo incessante. L'uomo è in preda di un "demone dell'infinito" che lo porta a volere sempre superare gli orizzonti del finito (lo Streben di Fichte). In risposta a ciò si assumono atteggiamenti di ironia e di titanismo.
Dal romanticismo, dall'idealismo e dal criticismo kantiano, nasce l'idealismo post-
kantiano. Movimento di filosofi, tipicamente romantici, che cercano di risolvere il problema del noumeno, della cosa in sé lasciato da Kant. Si critica il fatto che Kant fosse rimasto in mezzo tra idealismo (tutto dipende dall'io, ossia dalla soggettività) e realismo (la realtà esiste indipendentemente dal soggetto) e si sottolinea la contraddittorietà dal concetto di cosa in sé come realtà inconoscibile ma esistente. L'idealismo, tedesco, tende a liberarsi di da ogni oggettività indipendente dal soggetto e a proclamare l'assolutezza di questo ultimo. Abolita la cosa in sé, scompare qualsiasi realtà estranea al soggetto: quest'ultimo non è più un'entità finita che dà ordine alla realtà (forme a priori) per il tramite delle sue categorie, ma un'entità infinita che crea tutta la realtà. I filosofi idealisti sono, dunque, dominati dall'insofferenza verso i limiti della ragione e dall'aspirazione a ricostruire un sistema filosofico universale, che superi il dualismo tipicamente moderno tra finito e infinito, tre mondo e Dio, raggiungendo l'Assoluto.