Il primo stabilisce che lio pone se stesso, chiarendone come il
concetto di Io generale si identifichi con quello di unattivit auto creatrice e infinita. Il secondo stabilisce che lIo pone il non-io, cio oppone a se stesso qualcosa che, in quanto opposto, un non-io (oggetto,mondo,natura). Tale non-io tuttavia posto dallIo e quindi nellIo. Ci deve accadere per forza in quanto non esiste la tesi senza lantitesi. Il terzo perviene alla situazione concreta del mondo, in cui abbiamo una molteplicit di Io finiti che hanno di fronte a se una molteplicit di oggetti a loro volta finiti. Lio oppone nellio allio divisibile un non-io divisibile. Puntualizzazioni. I tre principi sono i capisaldi della sua dottrina perch stabiliscono lesistenza di un Io infinito, lesistenza di un Io finito e la realt di un non-io. Sono il nerbo della deduzione idealistica del mondo contrapposta alla metafisica dellessere e delloggetto, con una nuova metafisica dello spirito e del soggetto. I tra principi non vanno interpretati in modo cronologico ma logico: esiste un Io, ch per poter essere tale, deve presupporre di fronte a s il non-io, trovandosi in tal modo a esistere concretamente sotto forma di io finito. Ha voluto mettere bene in luce come la natura non sia una realt autonoma, che precede lo spirito, ma qualcosa che esiste soltanto come momento dialettico della vita dellIo, e quindi per lIo nellIo. Perci lIo risulta finito e infinito al tempo stesso. Finito perch limitato dal non-io, infinito perch questultimo (la natura) esiste solo in relazione allIo nellIo. LIo infinito anche linsieme degli Io finiti come lumanit che perdura mentre i singoli nascono e muoiono. LIo infinito la meta ideale degli Io infiniti. LIo infinito al meta ideale. Gli io finiti sono lIo infinito in quanto tendono a esserlo. Per luom linfinito una missione; luomo uno sforzo infinito verso al libert, cio una lotta inesauribile contro il limite (natura esterna ed interna);la missione non si conclude mai poich se lIo, la cui essenza lo sforzo (Streben) riuscisse ad eliminare tutti i suoi ostacoli, cesserebbe di esistere (la vita lotta ed opposizione). La perfezione sta nello sforzo infinito di auto perfezionamento. 3.2 La missione sociale delluomo e del dotto Il dovere morale pu essere realizzato dallio finito solo insieme agli altri io finiti. Fiche arriva anche a dedurre lesistenza degli altri io in base al principio per cui la sollecitazione e linvito al dovere possono venire soltanto da esseri fuori di me, che siano come me nature intelligenti. Io sono obbligato a riconoscere ad essi lo scopo della mia esistenza, la libert. Quindi ogni io finito non solo costretto a porre dei limiti alla sua libert ma anche ad agire in modo tale che lumanit nel suo complesso risulti sempre pi libera. Il senso dello sforzo sociale dellIo farsi liberi e rendere liberi gli altri. Per realizzare questo scopo si richiede la mobilitazione degli intellettuali, che non devono essere individui isolati ma persone pubbliche e con precise responsabilit sociali. Essi esistono mediante e per la societ e devono essere maestri ed educatori del genere umano. Il fine supremo di ogni singolo uomo, come della societ intera, il perfezionamento morale di tutto luomo.