Sei sulla pagina 1di 27

Dottrina della scienza

Dottrina della scienza


=
Tentativo sistematico di dedurre dal principio di autocoscienza la
vita teoretica e pratica dell’uomo.
=
DEDUZIONE ASSOLUTA O METAFISICA
perché DEDURRE
fa derivare dall’Io: procedimento logico
con premesse valide

sia il soggetto
di partenza e regole

sia l’oggetto certe
del conoscere una
perveniamo a che
conclusione
consegna in modo
logico e necessario
ES SILLOGISMO
DIMOSTRAZIONE
Dottrina della scienza MATEMATICA

Da questo principio di autocoscienza (intuizione intellettuale) si


deduce l’intero mondo del sapere, necessariamente .
Scopo della Dottrina della scienza = Costruzione di un sistema
unico e compiuto del mondo del sapere.
MA
La Dottrina della scienza NON deduce il principio stesso della
deduzione che è l’IO.
I 3 principi della Dottrina della scienza

1) TESI
ESISTENZA DELL’IO
=
Primo principio del sapere
L’esistenza iniziale di A (es., del triangolo)
dipende dall’Io che la pone.

L’IO PONE SE STESSO


Deve esistere A
Deve esistere 1 lo
I 3 principi della Dottrina della scienza

2) ANTITESI
L’IO PONE IL NON-IO ma non c'è nulla
all infuori dell Io
L’Io (oltre a porre se stesso) oppone anche a se stesso qualcosa che è un non-io
(in quanto gli è opposto) = oggetto, mondo, natura.
e l'iochedecide
Ma tale non-io è posto dall’IO ed è quindi nell’IO.
“QUESTO FATTO DEVE ACCADERE AFFINCHÉ UNA COSCIENZA DEL REALE
SIA POSSIBILE”
Che senso avrebbe un io senza il non-io, un soggetto senza oggetto, un’attività
senza ostacolo, un positivo senza negativo?
I 3 principi della Dottrina della scienza

3) SINTESI
L’Io , avendo posto il non-io, si trova ad essere limitato da esso= si
trova ad esistere sotto forma di io MOLTEPLICE e FINITO (=divisibile)
e limitato da una serie di non-io altrettanto molteplici e finiti.
Così, con il 3° principio si perviene alla SITUAZIONE CONCRETA DEL
MONDO dove c’è una molteplicità di io finiti che hanno di fronte a sé
una molteplicità di oggetti a loro volta finiti.
=

L’IO OPPONE / NELL’IO / ALL’IO DIVISIBILE/, UN NON-IO DIVISIBILE
Chiarificazioni

3 PRINCIPI DELLA DOTTRINA DELLA SCIENZA


=
capisaldi dell’intera dottrina di Fichte
In quanto stabiliscono:
1) l’esistenza di un Io infinito = attività assolutamente libera e creatrice
2) l’esistenza di un io finito = l’uomo come intelligenza o ragione
3) La realtà di un non-io = mondo o natura
I 3 principi della Dottrina della scienza
IO PONE SE STESSO ponete Finiti a
SONO UNA REALTÀ LOGICA, NON CRONOLOGICA
Vanno cioè interpretati in modo logico, non
cronologico.
Esiste un Io che, per poter essere tale, deve
presupporre di fronte a sé un non-io trovandosi in tal
modo a esistere concretamente sotto forma di un io
finito.
NATURA

NO realtà autonoma,
non precede lo spirito
ma ESISTE SOLO COME MOMENTO
DIALETTICO DELL’IO E PER L’IO E
NELL’IO
L’IO di Fichte

L’IO DI FICHTE è
al tempo stesso:

FINITO e INFINITO

perché perché la natura


limitato (il non-io) esiste solo
dal NON-IO in relazione all’Io e
dentro l’Io

L’Io infinito

L’IO infinito o puro non è qualcosa di diverso dall’insieme degli


Io finiti in cui si realizza, così come l’umanità non è qualcosa di
diverso dagli individui che lo compongono, anche se l’io infinito
perdura nel tempo, a differenza dei singoli io finiti.
IO INFINITO
=
META IDEALE DEGLI IO FINITI
L’INFINITO

GLI IO FINITI SONO IO INFINITO


SOLO IN QUANTO
TENDONO
GLI IO EMPIRICI SONO IO PURO AD ESSERLO
L’INFINITO PER L’UOMO

UN DOVER ESSERE, UNA MISSIONE


IO INFINITO O PURO
=
IO LIBERO VITTORIOSO SUI PROPRI OSTACOLI
=
PURO
=
SENZA LIMITI
per l’uomo un semplice ideale
UOMO

Sforzo infinito verso la libertà, una lotta inesauribile contro il limite, quindi
contro la natura esterna (cose) e interna (istinti irrazionali e egoismo)

COMPITO DELL’UOMO= umanizzazione del mondo


tentativo incessante di “spiritualizzare” le cose e noi stessi, generando:

una natura plasmata secondo i nostri scopi

una società di esseri liberi e razionali
STREBEN

Missione inesauribile dell’io MAI CONCLUSA


perché l’Io è lo SFORZO = STREBEN dei Romantici

Questa è la sua essenza. Se cessasse di essere tensione e
sforzo, cesserebbe di esistere = concetto DINAMICO di
tensione alla perfezione.

Diverso dal concetto statico di perfezione dei classici.
“ESSERE LIBERO E’ NIENTE, DIVENIRLO E’ COSA
CELESTE”
La struttura dialettica dell’IO

L’IO presenta una struttura triadica e dialettica articolata nei


tre momenti di tesi-antitesi-sintesi e incentrata sul concetto di
una “sintesi degli opposti”.
L’attività dell’IO è dialettica e ritmica, infatti ogni dire esige un contraddire, ogni tesi
un’antitesi, non come punto di arresto o come un disfare quel che si è fatto, ma
come un limite produttivo che vivifica gli elementi della tesi.
La sintesi che si realizza attraverso questo processo di negazione e di critica, non è
la pura e semplice ripetizione della tesi iniziale, ma è la sua riaffermazione, arricchita
e rafforzata dal superamento dell’antitesi; è un possesso fattosi più sicuro e
consapevole.
Lo spirito vive di opposizioni e di lotta

Le affermazioni dello spirito devono essere delle vittorie.



Nella tesi c’è l’esordio spontaneo, ma ancora malcerto dello
spirito.

Nelle antitesi c’è il dubbio, l’obiezione, la negazione
sconfortante, tutto il travaglio interiore della riflessione e della
critica.

Nella sintesi c’è la riconquista, la sicurezza, il possesso.
Ogni traguardo una ripartenza

Ogni traguardo è il punto di partenza di una nuova lotta.



Ogni sintesi segna una pausa e un riposo, ma pausa e riposo
sono momenti di tregua e di raccoglimento, premesse di un
nuovo slancio dialettico, stati di equilibrio instabile, in vista di un
nuovo squilibrio.

La visione dialettica del reale è una visione dinamica e
progressiva.
LA DOTTRINA MORALE

Il “primato” della ragione pratica


La conoscenza presuppone l’esistenza di un io (finito) che ha dinanzi a sé un non-io
(finito), ma non spiega il “perché” di tale situazione:
perché l’io pone il non-io,
realizzandosi come io che conosce, conoscente, finito?
L’io pone il non-io ed esiste come attività conoscente solo per poter agire:
“Noi agiamo perché conosciamo, ma conosciamo perché siamo destinati ad agire”.
=
Noi esistiamo per agire.
Il mondo esiste solo come teatro della nostra azione.
Che cosa significa AGIRE?

Agire significa imporre al non-io la legge dell’Io.


L’agire assume la forma del “dovere”, un imperativo teso a far trionfare lo
spirito sulla materia.
come?

sottomettendo i nostri impulsi alla ragione

plasmando, trasformando la realtà esterna secondo il nostro volere

l’infinità dell’Io = l’ideale etico (una realtà mai conclusa, ma un compito


incessante)
La “missione” sociale dell’uomo e del dotto

Per Fichte, il dovere morale può essere realizzato dall’io finito


solo insieme agli altri io finiti.
Streben (sforzo) sociale dell’Io – il fine ultimo dell’uomo e della
società:
Farsi liberi e rendere liberi gli altri in vista di una completa
unificazione del genere umano.
“L’uomo ha la missione di vivere in società; egli deve vivere in società; se viene
isolato, non è un uomo intero e completo, anzi contraddice se stesso”.
Il DOTTO educatore del genere umano

Chi possiede una la maggiore consapevolezza, il dotto, il


sapiente, l’intellettuale, deve mobilitarsi in vista di tale
realizzazione.

Così gli intellettuali non devono essere individui chiusi e isolati
nella torre della loro scienza, ma devono essere delle persone
pubbliche e con precise responsabilità sociali.

Il dotto deve essere l’uomo moralmente migliore del suo tempo,
deve farsi maestro ed educatore del genere umano.
LA FILOSOFIA POLITICA


Il pensiero politico fichtiano presenta varie fasi, correlate alle vicende
storiche del periodo in cui visse il filosofo:

Rivoluzione Francese,

guerre napoleoniche,

invasione della Germania

Fichte è sensibile al tema della libertà di pensiero:



“No, o popoli, a tutto voi potete rinunciare, tranne alla libertà di pensiero”
Libertà e rivoluzione

Scopo del contratto sociale = educazione alla libertà (da cui discende il
diritto alla rivoluzione):
se lo Stato non permette l’educazione alla libertà, ciascuno ha il diritto
sociale di formarne un altro, che possa fornire maggiori garanzie e che sia
in grado di assicurare un sistema politico giusto.

Lo Stato è un semplice mezzo e lo scopo di ogni governo è di rendere
superfluo, inutile il governo = come il compito dei genitori è quello di
rendersi superflui formando individui adulti autonomi, così il fine dello Stato
è quello di rendere inutile se medesimo, formando una società di persone
libere e responsabili.

Fine
Diritti naturali originari dell’uomo


La libertà

La proprietà

La conservazione
Opera: “Stato commerciale chiuso” 1800

Lo Stato deve tendere a rendere impossibile la povertà


garantendo a tutti lavoro e benessere.

Statalismo socialistico = lo stato ha il compito di controllare
l’intera produzione e distribuzione dei beni.

Statalismo autarchico = lo stato deve organizzarsi come un tutto
chiuso, senza contatti con l’esterno; (chiusura commerciale
possibile quando lo Stato ha, nei suoi confini, tutto ciò che serve
per la fabbricazione dei prodotti necessari) – vantaggio: evitare
gli scontri tra gli stati.
Lo Stato-nazione e la celebrazione
civilizzatrice della Germania
Battaglia di Jena e occupazione napoleonica della Prussia
=
fase nazionalistica di Fichte
Opera: “ Discorsi alla nazione tedesca” , uno dei documenti intellettuali più rilevanti della storia
della Germania moderna.

Tema dell’opera: l’educazione. Soltanto il popolo tedesco risulta adatto a promuovere la nuova
educazione, ha una missione, esercita il ruolo di guida, è l’esempio:

Se la Germania fallisse, l’umanità intera perirebbe.

Il primato della Germania è di tipo spirituale e culturale (non politico-militare)

Il popolo tedesco deve avere come interesse ultimo l’umanità intera

Il fine dell’umanità intera sono i valori etici della ragione e della libertà
Interpretazione dell’opera
Discorsi alla nazione tedesca
Anche se l’interpretazione pangermanista e
razzista è affrettata e testualmente scorretta,
l’opera di Fichte ha esercitato un’influenza
storica proprio in questa direzione.
Quindi la “supremazia spirituale” è stata
interpretata come “supremazia della razza” e di
potenza.

Potrebbero piacerti anche