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L’ONDA SONORA
La particella d’aria rimane ferma e si sposta solo tra il suo punto di equilibrio. Ciò che si muove
veramente è l’onda sonora
Per la rappresentazione non si usa la distribuzione lineare perché ci sarebbero troppe ottave
all’inizio della scala nelle frequenze basse.
Per una rappresentazione migliore si usa la distribuzione logaritmica. Questo perché il nostro
orecchio ragiona per ottave.
ALTRI INTERVALLI
Questo fa sì che ci sia una FORMULA PER CALCOLARE GLI INTERVALLI DI FREQUENZA
N
12
f =2 ∙ f rif
DOVE:
N= numero di semitoni che vogliamo trovare (calcolare)
f rif = frequenza di riferimento (440)
Se si vuole trovare una frequenza sotto i 440, si mette il meno (-) all’esponente di N.
Si misura in ms (millisecondi)
LUNGHEZZA D’ONDA (L o λ): spazio che serve all’onda per compiere un ciclo
Si misura in m/cm
È in correlazione con il PERIODO
Varia in base al mezzo.
Più la frequenza è BASSA, PIÙ ENERGIA serve per farla e PIÙ SPESSORE serve per bloccarla.
ONDA RETTIFICATA
In molti macchinari si usa questo tipo di onda dove viene portata la semionda negativa sopra per
capire meglio il valore del picco
Questo tipo di ampiezza è quella che si avvicina di più la nostra percezione (è leggermente più della
media)
√
n
√ ∑ x 2i
2 2 2 2 2
x 1 + x 2+ x 3 + x 4 + …+ x n
RMS = => i=1
n
n
L’orecchio ragione RMS.
Nell’onda quadra la media e l’RMS sono il PICCO MASSIMO perché si rettifica l’onda e diventa il
picco.
AMPIEZZE PARTICOLARI
LOUDNESS
FASE (Φ)
Nelle macchine come il mixer, c’è il tasto Φ dove avviene una INVERSIONE di fase ELETTRICA
(cambia polarità elettrica)
Quando due microfoni sono in controfase (esempio doppio microfono sul rullante), quelle che si
perdono più facilmente sono le BASSE FREQUENZE perché le basse frequenze hanno meno
oscillazioni del tempo e sono più facili che vengono eliminate con la controfase.
Nelle onde complesse si usano onde con polarità invertita dove i picchi sono opposti.
Per il problema di fase delle onde si può agire invertendo di polarità un’onda oppure usando lo
sfasamento (cioè spostare la traccia del tempo) così da non avere onde in controfase.
La controfase elettrica è un’inversione PRIMA di arrivare allo speaker. Si invertono i poli (polo
negativo al polo positivo e viceversa)
Nella controfase acustica l’inversione si crea DOPO l’uscita allo speaker dove si percepiscono dei
“buchi” all’ascolto.
BATTIMENTI
Il battimento avviene quando c’è una differenza minima tra due onde.
Delle frequenze vicine mandate in ascolto si crea una variazione in modo ondulatorio del volume.
Più le frequenze sono vicine e tanto più il battimento a minore. es.: accordare la chitarra
y ( t ) =A sin ( ωt+ ∅ )
-COMPLESSE: composte da più frequenze, anche con ampiezze diverse. Si possono comunque
rappresentare
Le onde complesse, oltre alla sua nota FONDAMENTALE, hanno la presenza di ARMONICHE e
PARZIALI.
Il TIMBRO di una nota ci fa capire se quella nota è emessa da uno strumento rispetto ad un altro.
Nel timbro cambia il RAPPORTO del volume tra FONDAMENTALE e ARMONICHE.
Si possono distinguere due strumenti, senza vederli, anche solo dal grafico grazie all’inviluppo e
allo spettro di frequenza.
OSCILLATORE
-APERIODICHE: suoni formati quasi con tutte le frequenze ma con periodi e ampiezze casuali.
Difficili da rappresentare.
Sono tutte le frequenze l’ordine sparso.
Si dividono in:
RUMORE BIANCO
RUMORE ROSA
Nel RUMORE BIANCO ci sono tutte le frequenze alla stessa intensità (suono più acido)
Il rumore rosa a tutte le frequenze ma applica la stessa intensità solo a tutte le ottave (risulta più
caldo perché ci sono più ottave le basse frequenze)
TRASFORMATA DI FOURIER
Ci aiuta a comprendere che un suono complesso è la somma di più suoni puri. Si sommano più
informazioni e vengono messi sul grafico.
L’analizzatore di spettro utilizza la trasformata di Fourier MA NON TIENE CONTO DEL TEMPO.
ATTACK: È il tempo in millisecondi in cui lo strumento raggiunge il picco massimo (in strumenti
percussivi è molto veloce)
DECAY: È la discesa che dal picco massimo va al SUSTAIN
SUSTAIN: rappresenta il mantenimento della nota (corpo della nota)
RELEASE: È la coda, cioè l’abbassamento dell’intensità fino a zero
I sensi servono per dare un’interpretazione della realtà e per sopravvivere. Si raccolgono
informazioni, cerchiamo di comprendere ciò che ci circonda e prendiamo decisioni.
Ragioniamo sul fatto che ci sia UN SOLO SENSO, quello del CERVELLO, dove vengono
elaborati tutti i dati degli altri sensi.
I sensi sono poco affidabili perché RELATIVI e NON ASSOLUTI. Sono relativi rispetto nostre
sensazioni, cioè si adattano al cambiamento.
Il nostro orecchio tende ad abituarsi a ciò che stiamo facendo (meglio non lavorare per troppo
tempo consecutivo)
CONSIGLIO: per il missaggio conviene lavorare la mattina ad orecchio fresco
Anche il cervello è selettivo perché non riesce ad elaborare abbastanza velocemente tutte le
informazioni che arrivano. Per questo è facile perdere qualcosa che non si sta cercando.
TRA UDITO E VISTA, QUANDO SONO IN CONFLITTO, VINCE LA VISTA (LA VISTA È
PIÙ IMPORTANTE) effetto McGurk
Infatti nell’audio per il video (film) spesso i suoni che si sentono non corrispondere suoni reali e
fedeli.
MEMORIA
Olfatto e gusto hanno una percentuale maggiore perché sono sviluppati per la sopravvivenza.
MEMORIA A BREVE TERMINE
UDITO VISTA
MEMORIA ECOICA MEMORIA ICONICA
Fino a 4 sec. Fino a 1 sec.
LA MEMORIA ECOICA È DA TENERE A MENTE QUANDO SI FANNO COMPARAZIONI
TRA DUE SUONI RELATIVAMENTE BREVI
Un bel confronto si dovrebbe fare escludendo le interferenze con gli altri sensi, cioè SENZA
CONDIZIONAMENTI. (A/B blind test)
Non si dovrebbe capire se si sta ascoltando il prima o il dopo di due modifiche di suono.
APOFENIA
Riconoscimento di schemi o connessioni in dati che sono casuali (Cerchiamo schemi dove non ci
sono).
PAREIDOLIA
Tendenza a ricondurre a forme o profili dalla forma casuale. La vista influenza ciò che sentiamo.
Es: ricostruzione di voti su nuvole / canzoni travisate
Questo porta, a volte, conclusioni sbagliate.
EURISTICHE
Sono scorciatoie, modelli e schemi che usa il cervello per arrivare a delle conclusioni anche se a
volte risultano sbagliate.
BIAS COGNITIVI
Non sono altro che delle euristiche sbagliate. “pregiudizi a priori”
BIAS DI CONFERMA
Quando cerchiamo conferme, informazioni che avvalorano la nostra tesi e non quelle che le
contraddicono
EFFETTO STRUZZO
Collegato al bias di conferma, evita di ascoltare l’ipotesi opposta la nostra.
EFFETTO CARROZZONE
È la tendenza a fare ciò che fanno tutti, anche se a volte non è giusto. Non è un approccio neutro
CORRELAZIONE ILLUSORIA
Quando il cervello cerca di creare con relazioni causa-effetto anche dove non c’è
EFFETTO DUNNING-KRUGER
Quando c’è la tendenza a non valutare correttamente la propria competenza. Inizialmente si tende a
sovrastimare le proprie competenze.
EFFETTO PLACEBO
Tendenza a credere, autosuggestionarsi, che qualcosa funziona quindi funziona veramente.
Nell’audio sempre presente.
Es: credere che un plugin faccia suonare meglio un brano, allora il brano suona meglio
FREMMING EFFECT
Quando il contesto influenza la percezione di qualcosa. Nell’audio, per esempio, ascoltare credere
che un brano suoni bene uno studio costoso solo perché c’è attrezzatura costosa.
SELF-SERVING BIAS
Quando si prende il merito dei successi e non prendersi la colpa di quando qualcosa non va.
Es: sei un concerto va bene grazie alla band, se va male è colpa del fonico
DECLINISMO
Tendenza a pensare che il passato sia meglio del presente.
EFFETTO BARNUM
Tendenza di immedesimarsi in un certo profilo psicologico quando si riferisce direttamente alla
persona.
Es: nell’oroscopo dove ci immedesimiamo.
NEUROMARKETING
Quando siamo influenzati da come ci viene venduto qualcosa anche quando non ci serve.
CONCLUSIONI
I sensi sono poco affidabili
I sensi sono relativi
I sensi sono selettivi
I sensi si influenzano l’un con l’altro
Tutti i risentiamo dei bias cognitivi
Siamo tutti influenzabili
È fondamentale avere dei riferimenti oggettivi e confrontare in modo corrett
L’esperienza è importante, perché permette di adattare la percezione
ORECCHIO ESTERNO
ORECCHIO MEDIO
Se il suono arriva troppo forte al timpano, interviene la tuba di Eustachio che permette di livellare la
pressione statica e quella esterna.
ORECCHIO INTERNO
Dalla finestra ovale il segnale passa alla coclea. È a forma di chioccia. All’interno della coclea ci
sono tre camere: scala vestibolare, dotto cocleare e scala timpanica. Nel dotto cocleare è presente
l’organo dei Corti. È importante perché
all’interno sono presenti le cellule ciliate.
Esse, quando stimolate dalla vibrazione
meccanica del liquido della coclea,
generano impulsi elettrici che vengono
mandati al cervello per elaborarli. Da
notare che la coclea è più sensibile alle
alte frequenze nella parte iniziale mentre
all’estremità opposta è più ricettiva sulle
basse frequenze.
Cioè:
-A volumi di ascolto bassi le frequenze medie più accentuate mentre le basse le alte frequenze sono
più attenuate
-A volumi di ascolto alti, le basse e le alte frequenze sono enfatizzati mentre le medie sono meno
accentuate.
(Questo nel missaggio è da tenere a mente perché può essere un problema)
Queste curve infatti misurano la sensazione sonora.
L’unità di misura è il PHON e coincide con i dBSPL di 1000 Hz. Cioè se la frequenza di 1000 Hz ha
una pressione in dBSPL di 20, allora e 20 PHON.
Da ricordare che la sensazione del suono NON è direttamente proporzionale al livello dei relativi
phon.
Es: livello di 60 Phon non è il doppio di 30 Phon. Sopra i 40 Phon, per raddoppiare la sensazione
provata occorrono incremento di 10 Phon.
PERCEZIONE BINAURALE
Percezione uditiva grazie alla ricezione dei suoni da entrambe le orecchie e la percezione di un
unico suono.
Orecchio capisce la provenienza di una sorgente sonora grazia all’ ITD e l’ILD.
L’effetto precedenza avviene quando un suono è seguito da un altro suono separato da un ritardo
sufficientemente breve (sotto la soglia dell’ego), così si percepisce un solo suono. La posizione è
spaziale dipende dalla posizione che giunge per primo. Questo effetto è importante per l’ascolto in
luoghi chiusi.
Il ritardo si deve trovare in un range di 35-50 ms massimo, oltre si avvertono due suoni distinti.
Si può fare anche in fase di messaggio per rendere più aperto un suono anche se può creare
problema di monocompatibilità.
MASCHERAMENTO
Quando una frequenza con ampiezza elevata può mascherare frequenze vicine con ampiezza
inferiori. Si può usare per coprire un rumore di fondo (esempio quando si usa la musica sotto un
parlato per coprire i suoni di sottofondo)
SHEPARD TONE
Consiste in parecchi toni separati da un’ottava messi uno sopra l’altro. Come il tono sale nella scala,
le note più alte si sentono meno, il tono medio rimane forte, mentre il tono basso comincia diventare
udibile. Questo fa percepire all’orecchio un tono in perenne ascesa. Funziona anche in effetto
discendente (es: Shepard-Risset Glissando)
FONDAMENTALE MANCANTE
Il cervello percepisce la presenza di una fondamentale in un suono anche dove non c’è. Ricostruisce
una fondamentale.
DISTORSIONE E dB
FUNZIONE DI TRASFERIMENTO
y=f ( x )
La funzione di trasferimento descrive il comportamento di una macchina, di come l’uscita della
macchina è stato variato dall’input (x)
Macchina come mixer, altoparlanti, ecc.
RAPPORTO LINEARE
1
Un attenuatore di segnale, come un fader, può anche avere una funzione y= x
2
La distorsione è una qualsiasi alterazione della forma d’onda originale di un segnale in uscita da un
sistema.
Dati i tre parametri di un’onda (frequenza, ampiezza e fase) esistono tre tipi di distorsione:
Distorsione di frequenza
Distorsione di ampiezza
Distorsione di fase
Le distorsioni di FREQUENZA e di FASE sono DISTORSIONI LINEARI
La distorsione di AMPIEZZA è una distorsione NON LINEARE
DISTORSIONE DI FREQUENZA
DISTORSIONE DI FASE
È una distorsione in cui alcune onde di cui fanno parte in un suono, in uscita dalla macchina non la
fase diversa rispetto alla fase di entrata.
Non introduce nuove frequenze ma è la distorsione più subdola.
Il risultato dell’onda di uscita può essere diverso da quello di entrata perché alcune onde, come la
TERZA ARMONICA della fondamentale vada incontro fase. Il problema è che NON È
PERCEPIBILE palesemente.
Esistono alcuni macchinari che introducono per forza questa distorsione come l’equalizzatore.
Esistono anche dei plugin a fase lineare che non introducono questa distorsione di fase.
Per capire se c’è distruzione di fase, si potrebbe fare un blind test.
DISTORSIONE DI AMPIEZZA
È UN PROBLEMA DI MACCHINA in quanto deve descrivere il suono che gli arriva in ingresso.
THD =
√V 2
2
2 2 2
+V 3 +V 4+ V 5+ …
V1
Dove:
V x = armoniche
V 1 = fondamentale
Cioè la distanza tra il limite massimo superiore è uguale a quella del limite massimo inferiore.
Esistono macchinari in cui la distorsione è asimmetrica, cioè dove il limite massimo superiore è
diverso da quello inferiore.
Quando l’onda viene distorta asimmetricamente, si forma UN’ONDA DENTE DI SEGA dove, oltre
alla fondamentale, si aggiungono tutte le armoniche. Questa distorsione rende il suono più caldo.
Esempio negli amplificatori valvolari la distorsione è asimmetrica
Quando si raggiungono il limite massimo, si creano altre frequenze che sono SIA LA SOMMA
CHE LA DIFFERENZA tra le frequenze f1 e f2.
Queste frequenze non hanno un rapporto matematico e si chiamano PARZIALI.
Di solito è un suono spiacevole e viene sfruttato per creare i suoni fantascientifici, robotici.
ALIASING
Deriva dal fatto che in ogni sistema ci sono anche dei limiti di range di frequenza, soprattutto in
macchine digitali.
Se arriva una frequenza oltre al limite della macchina, queste si vanno a riflettere all’indietro della
DIFFERENZA tra la frequenza che arriva e limite di frequenza del sistema.
Es: limite=20kHz onda=13kHz armonica=26kHz
L’onda da 26 kHz si riflette sulla 14 kHz (26–20=6, 20–6=14). Torna indietro di 6 dal limite di
20kHz cioè 14 kHz.
DECIBEL
Dobbiamo prima capire che la SENSIBILITÀ DELL’UDITO e la capacità di sentire suoni leggeri e
suoni forti (il paragone come misurare una cellula è la distanza Roma-L.A.).
Per questo è scomodo usare una scala lineare, si usa una SCALA LOGARITMICA.
log ( x )= y
log z ( x )= y
log 10 ( x )= y => 10 y = x
log 1=0
log 2=0,3
Il DECIBEL è un logaritmo
x
dB = 10 log y
x
dB = 10log per potenze
y
x
dB = 20 log per pressioni e tensioni
y
x
Il 20 log è da tenere in mente per il suono e per situazioni di studio.
y
Il decibel ci aiuta per misurare un range molto grande perché i numeri molto alti li riduce i numeri
più bassi li alza. I numeri tra l’uno e zero li rende negativi.
0 dB SPL = 0,000020 Pa
Es: 35/40 dB è il valore di rumore di fondo, sotto di esse è difficile percepire in modo chiaro.
Oltre 80/85 dB l’orecchio fatica e può esserci una percezione poco corretta.
PESATURE
La pesatura è la correzione che si fa sul fonometro per farlo simulare all’orecchio umano.
Nei fonometri ci possono essere valori diversi da vari fonometri in base alle varie pesature
PESATURE A,B,C,D
LIVELLI DI RIFERIMENTO
Abbiamo considerare il segnale audio in cui ci sono parti più forti e meno forti.
HEADROOM: zona di sicurezza in cui il segnale può fluttuare sopra lo zero prima di grippare (di
solito 12/20 dB)
SNR: RANGE tra lo zero e la soglia del rumore di fondo (di solito -65 dB)
I numeri sotto lo 0 sono dB negativi. È bene stare nella zona “verde chiaro” per avere un buon
margine.
Con la LOUDNESS WAR si sono stabiliti degli standard validi che variano dal tipo di piattaforma
(FTW.com per vederli).
Il LUFS ci permette di capire qual è la Loudness media del prodotto che consegniamo.
La distorsione è stata scoperta circa negli anni ’40 con gli amplificatori valvolari.
Saturare il suono delle valvole = OVERDRIVE
Il primo a farlo fu JUNIOR BARNARD negli anni ‘40
Poi vari chitarristi: GOREE CARTER (1949), HOWLIN’ WOLF (1951), JACKIE BRENSTON
(ROCKET 88-1951), LINK WRAY (1958), THE KINKS (YOU REALLY GOT ME – 1964).
Negli anni ‘50 si cercava la distruzione danneggiando il cono dell’amplificatore.
Nel 1961 con GRADY MARTIN e GLENN SNODDY (tecnico del suono) avviene la svolta. Viene
inserito il basso in un canale del mixer rotto, distorcendo il suono. Glenn ricrea quella distorsione.
Nacque il FUZZ.
Da lì SATISFACTION – ROLLING STONES (1965) e tutti cominciano ad usare il FUZZ. Poi
anche JIMI HENDRIX.
L’evoluzione della distorsione ci fu con JIM MARSHALL.
OVERDRIVE (leggera)
DISTORTION (media)
FUZZ (più distorto, vicina all’onda quadra)
L’importante è non avere una distorsione non voluta.
ACUSTICA
È lo studio del comportamento del suono nei mezzi e negli ambienti.
È importante gestire controllare l’acustica sia in sala di ripresa che in sala di ascolto.
Se lavoriamo in un ambiente non controllato è meglio lavorare in cuffia.
Il RAPPORTO tra l’intensità e distanza è dato grazie alla LEGGE DELL’INVERSO DEL
QUADRATO.
dL = LB – LA
LB = 2d2 LA = d2
dL = 10 log (2 d /d)2
dL = 20 log 2 d /d
dL = 20 log 2
dL = 6 dB
dove L = punto sorgente sonora LA = distanza tra L e il punto A (d) LB = distanza tra L e il
punto b (2d)
ASSORBIMENTO
L’onda è l’energia e l’energia quando incontra un corpo è parzialmente assorbita, cioè parte
dell’onda non è più in vibrazione. Dipende anche dal materiale che colpisce.
Materiali morbidi, paurosi e flessibili tendono ad assorbire perché tendono a vibrare e quindi ad
assorbire (esempio lana di roccia).
Materiali lisci, duri e rigidi non vibrano e quindi sono materiali riflettenti.
ASSORBIMENTO Vs FREQUENZA
In aiuto ci sono i PANNELLI ACUSTICI. Sono pannelli a sandwich in cui tra due pannelli poco
assorbenti, al centro, c’è materiale assorbente.
Esiste anche il RISONATORE ACUSTICO che consiste in un oggetto che viene messo in risonanza
da una certa frequenza che viene assorbita in quanto all’interno del risonatore c’è materiale
assorbente.
Il pannello BASS TRAP viene messo negli angoli della stanza. È fatto da più strati e ha un
coefficiente di assorbimento maggiore per le basse frequenze.
TRASMISSIONE
RIFLESSIONE
Negli angoli, le onde riflesse tornano nella direzione della sorgente. Possono esserci problemi di
fase perché le onde tornano con un certo ritardo. Per trattare l’angolo delle pareti è bene spezzare
l’angolo nelle pareti in qualche modo.
Il riverbero (riflessioni) non ci devono essere in sala di regia mentre in sala di ripresa può andare
bene per ricreare determinati effetti.
L’ideale è che la stanza non sia quadrata ma rettangolare con il lato lungo dietro di noi. Meglio
ancora se irregolare, comunque è meglio avere tanto spazio dietro la testa. Se c’è una finestra, non
davanti a noi.
Per i pannelli è bene cominciare a metterli DIETRO GLI SPEAKER, di fronte a noi, e mettere negli
angoli le bass trap. I pannelli vanno messi anche nel primo punto di riflessione degli speaker (2
punti di prima riflessione degli speaker, 1 per speaker) (per capirlo usare il “trucco dello
specchietto”).
SUPERFICI CONCAVE
Con le superfici concave, tutte le onde convergono in un unico punto chiamato fuoco. Sono più
problematiche degli angoli.
Le SUPERFICI CONVESSE sono invece migliori perché il suono viene disperso da una superficie
maggiore (DIFFUSORE).
I pannelli DIFFUSORI hanno una superficie non lineare e spesso vengono messi dietro di sé.
Ottima combo con pannelli e diffusori.
DIFFRAZIONE
Non per forza è una cosa negativa perché l’onda si spalma su una superficie maggiore (es:
sfruttabile nei pannelli assorbenti).
RIFRAZIONE
RISONANZA
ONDA STAZIONARIA
È un’onda che in una determinata frequenza crea punti in cui quella frequenza viene attenuata e
punti in cui viene esaltata.
Una CAMERA ANECOICA è una stanza priva di riflessioni acustiche, senza riverbero. È un
ambiente non naturale e viene usata per fare test.
(esperimenti: Rubens’ flame tube / Kundt’s tube)
L’ AUDITORIUM è un luogo dove invece sfrutta l’ambiente per far sì che tutta la platea possa
ascoltare.
INSONORIZZAZIONE
Combinazione di
Con la FONOIMPEDENZA si cerca di creare una “stanza nella stanza” sollevando anche il
pavimento, dividendola sia con materiale che con aria (aria perché fa perdere energia tra un
materiale e l’altro).
Es: 1 lastra da 1,5 cm di piombo isola meno di una lastra di piombo da 3 cm MA 2 lastre di piombo
da 1,5 cm intervallate da aria isola di più di 1 latra da 3 cm.
(ottimo anche l’alternanza tra lastra di lana, cartongesso e lastra di lana di roccia)
(Sito ottimo per pannelli zstyle.com)
Esistono software per vedere come suona il proprio ambiente e crea un’equalizzazione sui monitor
rispetto all’ambiente così da suonare successivamente meglio (es: SMART V8)
Il MONO è 1 speaker che riproduce un segnale (possono essere pure 2, basta che riproducono lo
stesso segnale).
Lo STEREO sono almeno 2 speaker che mandano suoni diversi che ricreano un’immagine (suono)
centrale.
Di solito si registrano gli strumenti in mono e poi li dividiamo in stereo, creando così un “finto
stereo”.
Il 1° ad utilizzare la ripresa stereofonica fu ALAN BLUMLEIN negli anni ’30. Prima di allora solo
registrazioni mono.
STEREO 2.0
PANPOT
Quando in output, il suono lo facciamo uscire in stereo 2.0 e possiamo decidere se L o R tramite
potenziometro. Se lo facciamo uscire in 5.1 o 7.1 non c’è un potenziometro ma un grafico.
Il problema dei sistemi 5.1 e 7.1 è che spesso il consumatore non ha un supporto di riproduzione
adeguato. Esistono plug-in di downmix che decodificano il segnale 5.1 o 7.1 e lo trasformano in
stereo. Così cambia in base all’impianto non trasformando completamente la traccia in stereo.
Negli ultimi anni si è arrivato ad un sistema di 64 canali (DOLBY ATMOS). È un suono che ti
circonda. Usato più nel cinema.
In questo sistema non c’è bisogno del downmix (può essere usato anche a casa). NON
NECESSITANO DI 64 SPEAKER. Il prodotto però, per funzionare, deve essere mixato in dolby
atmos.
Il dolby atmos ha un vantaggio, un plug-in (DOLBY ATMOS RENDER) che in base al numero di
speaker in possesso, manda e gestisce l’audio negli speaker posseduti.
Ragiona in BED e OBJECT (2 tipi di suono) dove BED è un suono a cui non diamo troppa
importanza. OBJECT sono suoni non ancorati al canale (il sistema lavora in meta-dati).
RIPRESA MONOFONICA
RIPRESA STEREOFONICA
PSEUDO STEREO
Questo anche grazie al panpot. Questo si trova sui canali MONO del MIXER. Nei canali STEREO
non c’è bisogno di essere pannati perché già divisi in L e R.
SWEET SPOT
Nel mixer c’è un tasto “MONO” dove somma i canali L e R e li manda in mono così da verificare
quanto si perde.
Ci sono anche strumenti che ci dicono se il pezzo stereo è in fase o meno.
Uno di questi è il PHASE CORRELATION METER.
Si muove tra un valore da -1, 0, +1
Per un’ottima compatibilità è bene stare sullo 0, tendente a +1.
Se 0 c’è un buon effetto stereo, se +1 è totale in mono, se -1 è tutto in controfase.
DISTRIBUZIONE DE SUONI
L–C–R
LEFT – CENTER – RIGHT
CAVI
CAVI DI POTENZA E DI LINEA
CAVI SBILANCIATI
BILANCIATO SBILANCIATO
1 Massa 1 Massa
2 Caldo (+) 2 Caldo (+)
3 Freddo (-) 3
PHANTOM POWER
Pin 1: Common
Pin 2: +48 V
Pin 3: + 48 V
CAVI STERO
In ambito professionale si trovano solo sulle cuffie. In questo caso il segnale è SEMPRE
SBILANCIATO.
CONNETTORI JACK
CONNETTORI XLR
Pin 1: Massa
Pin 2: Positivo (Caldo)
Pin3: Negativo (Freddo)
CONNETTORI RCA
D.I. BOX
STAGEBOX
È una scatola che permette di trasportare il segnale dal palco o sale ripresa al mixer percorrendo
lunghe distanze.
CAVO MULTICORE
È un cavo, di solito bilanciato, che può contenere da 4 a 64 fili conduttori contenuti in una guaina
robusta.
PATCHBAY
La patchbay permette di creare con facilità i percorsi del segnale mettendo così tanti ingressi e
uscite a distanza ravvicinata, rendendo facile la possibilità di sperimentare e trovare nuovi effetti
audio senza lasciare la propria sedia davanti al monitor del computer o console.
Esso consente di patchare facilmente le uscite di uno strumento agli ingressi di un altro.
La più comune è la patchbay con 48 prese TRS sul frontale e 48 prese TRS sul pannello posteriore,
per un totale di 24 punti-patch (esistono altre versioni es: da 96 prese).
Non tutte le patchbay sono uguali e ne esistono diversi tipi con caratteristiche uniche:
OPEN
NORMALIZZATE
SEMI-NORMALIZZATE
PARALLELE
Per convenzione la presa A posteriore è utilizzata come ingresso, mentre la presa B come uscita;
viceversa sul pannello frontale la presa A è utilizzata come uscita mentre la presa B come ingresso.
OPEN
Questa configurazione viene utilizzata per collegare apparecchi audio (compressori, effetti,
equalizzatore, campionatori, ecc…) e strumenti musicali per avere i relativi ingressi e uscite
organizzati e facilmente accessibili sul pannello anteriore della patchbay per inserirli in una catena
audio.
NORMALIZZATE
Questa particolare configurazione viene molto spesso utilizzata per sorgenti audio che non
dovrebbero avere più di un incarico, ad esempio l’uscita di un preamplificatore microfonico.
L’uscita del preamplificatore viene collegato nella presa A posteriore, senza nessuna
connessione frontale il segnale del microfono va direttamente al mixer tramite la presa B
posteriore; con questa modalità si può inserire un effetto prelevando il segnale del microfono
dalla presa A anteriore, elaborarlo e quindi rinviarlo al mixer attraverso la presa B anteriore.
SEMI-NORMALIZZATE
Questa particolare configurazione viene utilizzata per prelevare dal normale flusso del segnale
audio (tra presa A posteriore e presa B posteriore) lo stesso segnale audio da utilizzare per altri
scopi.
Utilizzo classico di questa modalità operativa è di gestire gli insert di un mixer permettendo di
prelevare il segnale in ingresso del canale del mixer senza interrompere il flusso del canale, tale
impostazione denominato “Input Break”, e permette di dotare il proprio mixer di uscire dirette
mantenendo l’ascolto del canale. È possibile utilizzare gli insert di ritorno collegati sulla presa B
frontale della patchbay come ingresso di linea nel mixer.
PARALLELE
In questa particolare modalità operativa il punto patch distribuisce il segnale in entrata dalla
presa A posteriore su tutte e tre le restanti prese.
Se sono inseriti i soli connettori posteriori del segnale audio entra dalla presa A ed esce
dalla presa B.
Se oltre ai due connettori posteriori viene inserito anche il
connettore nella presa A frontale troveremo lo stesso
segnale in entrata sulla presa A posteriore sia sulla presa B
posteriori che sulla presa A anteriore.
Analogamente al caso precedente viene eseguita la stessa
logica anche quando si inserisce il connettore nella presa
B frontale.
Se tutti i connettori sono inseriti il segnale in ingresso sul
connettore A posteriore viene mandato
contemporaneamente al connettore B posteriore, al
connettore A anteriore e al connettore B anteriore.
MICROFONI
Il microfono è un trasduttore e allo scopo di trasformare una forma di energia meccanica in energia
elettrica.
PRINCIPIO DI TRASDUZIONE
RESISTIVI (A CARBONE)
ELETTRO DINAMICI (A BOBINA MOBILE E A NASTRO)
ELETTROSTATICI (A CONDENSATORE)
MICROFONI A CARBONE
Cioè quando l’elettricità genera un campo magnetico e viceversa. Ogni volta che ho corrente
elettrica, si crea un campo magnetico.
Questa corrente che si genera dal magnete il movimento si chiama CORRENTE INDOTTA.
L’INDUZIONE ELETTROMAGNETICA viene sfruttata anche per alcuni speaker i pick-up della
chitarra
Il diaframma cattura la differenza di pressione e attaccato ad esso c’è un solenoide con rame sottile
perché deve muoversi. Sotto di esso c’è un magnete fisso.
Altre caratteristiche che sono MOLTO RESISTENTI MA POCO SENSIBILI. Possono avere vari
aspetti.
Non per forza il microfono ha un solo funzionamento, non per forza va bene solo per uno scopo.
Spesso non basta solo leggere le caratteristiche del microfono per conoscerli, è bene anche aver
provato come risponde il microfono per capire quali utilizzare in base a ciò che ci serve.
Potrebbe avere più sensibilità sulle frequenze alte perché può muoversi più rapidamente.
La portata dell’energia che si può accumulare dipende dalla grandezza della piastra e dalla distanza
tra loro.
Se sono distanti, minore capacità. Se sono vicine, maggiore capacità.
La phantom serve anche per alimentare il circuito di amplificazione (questo circuito è molto
delicato).
Hanno una pressione massima inferiore rispetto agli altri microfoni cioè se un segnale (suono) è
troppo forte, è il circuito che distorce il suono in uscita. Per questo si usa il pulsante “pad”.
STANDARD PER LA VOCE IN STUDIO = NAUMANN U87 (ma anche altri microfoni vanno
bene
AKG C414 è buono.
NEUMANN KM184 in coppia usati come panoramici della batteria.
MICROFONO A ELETTRETE
Se la capsula è piccola c’è una tendenza ad un suono brillante ed enfatizzare le alte frequenze
IMPEDENZA
Indica l’opposizione che è un circuito fa il passaggio della corrente.
Queste due impedenze devono avere un buon rapporto. Quella di uscita deve avere un’impedenza
BASSA, quella di ingresso avere l’impedenza ALTA.
L’impedenza di ingresso della macchina a cui arriva il segnale dovrebbe essere CINQUE VOLTE
l’impedenza di uscita del microfono.
Questo rapporto è per la gestione del microfono ed è usato anche per non distorcere il segnale.
Meno impedimento in uscita dal microfono perché esce ad un basso voltaggio di tutto il segnale
“scorre meglio”.
Dovremmo controllare l’impedenza del microfono (di uscita) e del preamplificatore (di ingresso).
Se collego il microfono ad una macchina che non ha questo rapporto si rischia di compromettere il
segnale.
SENSIBILITÀ (mV/Pa)
IN EUROPA =>
RISPOSTA IN FREQUENZA
Un microfono lineare è un microfono dove più o meno tutte le frequenze escono a 0 dB (il grafico è
una linea).
Così il microfono risponde uguale a tutte le frequenze.
Un microfono lineare non “colora” è un segnale.
Noi però scegliamo microfono o un’altra macchina per il “colore” che danno al suono per dare una
certa caratteristica che vogliamo dare.
Questo questi grafici vengono semplificati perché le piccole variazioni non sono significative.
Si può calcolare la MASSIMA PRESSIONE ACUSTICA che il microfono può sopportare grazie la
formula della THD.
THD =
√ 2 2 2 2
V 2 +V 3 +V 4+ V 5+ …
V1
È un valore espresso in percentuale più basso è e meglio è.
Indica la percentuale del segnale distorto perché la pressione è alta.
Indica anche il valore massimo di pressione che possiamo avere prima che il segnale venga distorto.
Per calcolarlo si prende la pressione in cui la distorsione è a 0,5% e poi si aumenta e si misurano ad
altre pressioni quanto viene distorto il segnale.
Il microfono dinamico può sopportare più pressione mentre il microfono a condensatore posso
portare meno pressione.
Nei microfoni a condensatore possiamo usare il segnale “PAD” che ci
attenua il livello di ingresso di dB così da poter introdurre più pressione
senza distorcere il suono.
RUMOROSITÁ
FIGURA POLARE
CARDIOIDE
SUPERCARIOIDE
IPERCARDIOIDE
FIGURA A 8
SHOTGUN
Il corpo del microfono aiuta a capire che tipo di figura polare abbia.
Dobbiamo tenere presente della diffrazione della possibilità che ci siano o
meno delle fessure.
MICROFONI MULTIPATTERN
Hanno due capsule, con figura cardioide in contro fase perché in posizione opposte, che permettono
di scegliere la figura polare.
Sono microfoni costruiti con un numero seriale consequenziale così da avere le caratteristiche più
simili tra di loro.
EFFETTO PROSSIMITÀ
ACCESSORI
SPEAKER
Lo speaker è un trasduttore elettroacustica che serve per convertire un segnale elettrico in onde
sonore.
In studio vengono usate come monitor per sentire ciò a cui si sta lavorando.
Lo spira formato da più coni di diversa grandezza e ognuna di esse sono sua funzione specifica: in
base alla grandezza del suo cono può riprodurre determinate frequenze.
Il cono ed il cappuccio antipolvere (le parti che muovono l’aria e producono suono)
Il ragno e il surround (chiamati anche sospensioni, queste sono le parti che mantengono il
cono in posizione consentendo comunque di muoversi)
Il magnete e la bobina (le parti che interagiscono per convertire l’energia elettrica in
movimento)
Il cesto
Il polo e la piastra superiore
E infine il telaio che monta tutto insieme
Un magnete permanente genera un campo magnetico nel quale è immersa una bobina mobile,
collegata al cono dell’altoparlante. Quando alla bobina viene applicato un segnale elettrico, il
campo elettromagnetico che si genera la fa muovere permettendo al cono di comprimere e
decomprimere l’aria circostante producendo un’onda sonora. Per una buona riuscita di un progetto
di altoparlante, tutta la parte mobile deve essere molto leggera mentre quella fissa, cestello in
primis, deve essere molto rigido.
TWEETER A NASTRO
Il tweeter a nastro funziona come
l'altoparlante a bobina mobile, cioè con
un campo magnetico e con un condotto
attraversato da corrente. In questo caso,
però, al posto di una bobina c'è un nastro
molto leggero, costituito per esempio da
alluminio. Il nastro funziona allo stesso
tempo da condotto elettrico e da
membrana. Dal momento che il nastro
ha una resistenza molto bassa, viene
collegato ad un amplificatore oppure ad
un crossover mediante un trasduttore che
è integrato nel nastro.
Sono popolari perché forniscono un suono ad altissima fedeltà con una bassa distorsione. Sono
anche in grado di proiettare il loro suono a distanze maggiori rispetto a molti altri tipi di tweeter. Un
tweeter a nastro ha anche una direzionalità intrinseca al modo in cui proietta il suono. Questi
tweeter proiettano molto bene il suono su un piano, una caratteristica che consente ai diffusori che li
utilizzano di focalizzare il suono in un modo particolare, a seconda del modo in cui sono disposti,
soprattutto se combinati in serie.
TWEETER AL PLASMA
l tweeter al plasma è un trasduttore acustico, ma invece di impiegare una membrana mobile (come i
classici altoparlanti) diffonde delle onde di pressione per mezzo di una scarica elettrica (che essendo
formata da ioni è, appunto, un plasma).
Ha alcuni vantaggi come le masse movimento estremamente ridotte e il fatto che la scarica viene
modulata in tutte le direzioni in maniera più o meno uniforme.
Ma anche degli svantaggi come il fatto che la massima pressione acustica prodotta dipende dalla
dimensione della scarica e che il tweeter al plasma molto complesso.
Per quelli non amplificati, appunto, serve un amplificatore che aumenti il segnale che viene
mandato.
Una differenza sostanziale tra gli speaker amplificati e non amplificati si vede dal retro dello
speaker stesso.
In quelli amplificati il cavo della corrente e il cavo del segnale che viene asportato sono separati
mentre in quelli non amplificati viene mandato tutto con il connettore speakon.
Ci sono anche altre differenze sostanziali come:
Pesanti Leggere
Necessitano alimentazione Niente alimentazione
Composte da un componente Composte da due componenti
Amplificazione ottimizzata Amplificatore da abbinare
Componenti non sostituibili Componenti sostituibili
Protezioni Niente protezioni