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CARATTERISTICHE DEL

MICRORRELATO ISPANICO

Letteratura spagnola I A.A. 2020-2021


Prof. M.A. Garribba
Ellissi
(cf. I.Andres-Suárez, El microrrelato español)
• È una figura retorica ma anche una tecnica narrativa. Consiste
nell’omettere elementi e parti del racconto che il lettore può e deve
ricavare da solo grazie al contesto
• L’ellissi in qualsiasi testo serve a non annoiare e a creare mistero. Nel
microracconto è usata in modo estremo e gli permette di ottenere la
brevità estrema.
• L’ellissi estrema provoca una tensione tra il detto e il non detto che è
ciò che caratterizza il microracconto e che lo distingue maggiormente
da altri generi.
• L’ellissi viene spiegata dai critici attraverso metafore come quella
dell’iceberg o della materia oscura
Caratteristiche principali del microracconto (Dolores Koch)

0. Brevità
1. Cura del linguaggio e precisione linguistica. L’ambiguità linguistica
permette diverse interpretazioni
2. Umorismo, paradosso, ironia, satira.
3. Intertestualità (si fonda su un’altra opera letteraria, vi allude,la rielabora).
Uso di quadri di riferimento
4. Riprende generi letterari antichi (come la favola o il bestiario)
5. Include formati nuovi, non letterari, legati alla tecnología o ai mezzi di
comunicazione.
Come si ottiene la brevità (D. Koch)
1. Uso di personaggi già noti (biblici, storici, leggendari, mitologici, letterari,
tradizionali)
2. Inclusione nel titolo di elementi che non appaiono nel racconto
3. Scrivere il titolo in un’altra lingua
4. Uso nel finale di un’espressione colloquiale o volgare (effetto umoristico)
5. Uso dell’ellissi (presenza di elementi sottintesi che il lettore deve ricostruire, a
volte basandosi su conoscenze previe)
6. Uso di una lingua scarna, precisa, e bisemica
7. Uso di un formato sorprendente per elementi familiari (dizionario, bestiario,)
8. Uso di formati extra-letterari (annuncio, ricetta, libretto di istruzioni)
9. Parodia di testi o contesti familiari
10. Uso dell’intertestualità letteraria
Umorismo, parodia, ironia
1)Parodia di testi conosciuti
Mascota (Esteban Erlés)
Tras la muerte de mi viejo perro me dio por ir a la pajarería y comprar un dinosaurio. Verde. Horroroso. Enorme. Cuando
la chica de la tienda lo sacó de la jaula ya le tenía un poco de miedo, pero aún así pagué poir ser su esclavo. Todavía crecerá
bastante, me dijo la dependienta, mirándome con algo de lástima al devolverme el cambio. Pensé que con el tiempo me
acostumbraría a su cara de ginecóloga sádica y al cráter de escamas y excrementos que sembraba entre mis sábanas cada
noche. Pero con todo, lo peor de nuestra convivencia no era tener que dormir en el sofá o salir a la calle en busca de
animales perdidos que calmaran su milenaria falta de escrúpulos. Lo peor era levantarse por la mañana, asomarse de
puntillas al dormitorio y comprobar que, por desgracia, él seguía estando allí.

El dinosaurio (Hipólito G. Navarro)


El dinosaurio estaba ya hasta las narices.

2) Scomposizione della realtà, accostamento realtà inconciliabili, elementi quotidiani e assurdi


El elefante (Fernández Molina)
Al abrir la puerta vi subir por el hueco de la escalera a un elefante.
Creí que era una broma o una alucinación y cerré la puerta sin preocuparme. Pero, al cerrarla entonces, leí sobre ella, como
en un anuncio luminoso: “Cada vez que abras la puerta verás a un elefante”. Y sentí que mi vida estaba arruinada.
Desde entonces no salgo a la calle y cuando me asomo por la mirilla veo siempre ascender a un elefante por el hueco de la
escalera.
Umorismo, parodia, ironia
3) Finali con sorpresa
4) Satira e ironia
Yo no me considero un funcionario corrupto (A. Sequera)
¡No, yo no soy, yo no me considero un funcionario corrupto, porque un funcionario
corrupto es un individuo que no tiene vergüenza, que carece de moral y que ha perdido
el sentido ético…! ¡
Yo no, yo todavía me sonrojo, cuando me sobornan…!

5) Comicità del linguaggio. Giochi di parole. Letteralizzazione di frasi fatte

Monstruo (A. Olgoso)


“Eres un monstruo”, le gritó ella.
Él asintió con lo que parecía su cabeza.
Tipi di umorismo

[comicità del linguaggio]


Amor a la literatura (Hervás Rodrigo)
Desde pequeño siempre había tenido esa obsesión por los libros, una obsesión a la que sus padres
contribuyeron de un modo decisivo, mostrándole los beneficios que la literatura podía
proporcionarle. Devoraba cualquier volumen que cayera en sus dominios sin importar tema o
autor: Geografía, Historia, Ciencias, Poesía… Todo lo asimilaba de una manera compulsiva, y
entraba, sin remisión, a formar parte de su ser. Buscaba por las estanterías de la amplia biblioteca
los ejemplares más voluminosos, con los cuales se entretenía durante largo tiempo, y cuando los
terminaba, volvía, ansioso, a por otro.
Desgraciadamente, la adquisición de un nuevo aerosol antipolillas acabó cierto día con su ilustrada
vida, cuando aún no había acabado de engullir por completo una interesante descripción del
motor de explosión en la Enciclopedia Británica.

De medio pelo (Aguado)


Era un pelafustán, un pelagallos y un pelagatos, es decir, holgazán, vagabundo, pobre y tres veces
despreciable.
El pelanas —sin que nadie lo supiese— era un pelantrín y en su pequeña hacienda cultivaba
almendros para conseguir peladillas. Las cuatro perras que ganaba en este mísero negocio las
gastaba en pelarse, siempre iba a un barbero distinto para no levantar sospechas.
Come si ottiene l’umorismo (Koch)

1. Trasgressione dei generi


2. Sorprendere il lettore con una logica inaspettata
3. Cambiamento di contesto a sorpresa
4. Accostare passato e presente
5. Interpretazione letterale di una metafora o detto
6. Eludere il significato di una frase fatta e interpretarla letteralmente
7. Usare un formato non letterario
8. Usare una lógica deviata
9. Creare false attribuzioni
10. Usare l’ironia
11. Desacralizzazione di personaggi conosciuti
12. Creazione di una prospettiva infrequente o unica
Estetica del grottesco. Umorismo nero. Paradosso
Il GROTTESCO in letteratura, è uno degli aspetti del comico, che nasce da uno squilibrio, da
una sproporzione voluta fra gli elementi rappresentativi o dal contrasto fra la drammaticità, la
grandiosità della rappresentazione obiettiva di un personaggio e lo spirito parodistico o
satirico nel quale lo scrittore lo immerge o con cui risolve inaspettatamente una situazione
non comica (come, per es., in taluni episodî del Don Chisciotte, o dei poemi cavallereschi
italiani).
L’aggettivo grottesco si riferisce a ciò che, per essere goffo, paradossale, innaturale, muove il
riso pur senza rallegrare.
Si lega al grottesco il meccanismo dello STRANIAMENTO (in sp. Desautomatización) che
consiste nel guardare con occhi «estranei» un elemento familiare.
Lo straniamento si ottiene anche quando si interpreta letteralmente un’espressione metaforica,
un luogo comune o un modo di dire
Es. La oveja negra di A. Monterroso, Deudas di C. Graciet (Antologia); Los mejores calzados di
Luisa Valenzuela
Grottesco

Mago con serrucho (Ana María Shua)

Con el serrucho, el mago corta en dos la caja de donde asoman las piernas, los
brazos y la cabeza de su partenaire. La cara de la mujer, sonriente al principio,
se deforma en una mueca de miedo. En seguida empieza a gritar. Brota la
sangre, la mujer aúlla pidiendo socorro y mueve los brazos y las piernas con
aparente desesperación mientras la gente aplaude y se ríe. Al rato sólo se queja
débilmente. Después se calla. En otras épocas, recuerda el mago, el público
era más exigente: pretendía que la mujer volviera a aparecer intacta. Ahora, en
cierto modo, todo es más fácil. Excepto conseguir ayudante, claro.
L’intertestualità
Secondo la teoria della letteratura, l’intertestualità è la rete di relazioni che il
singolo testo intrattiene con altri testi dello stesso autore (i. interna) o con modelli
letterari impliciti o espliciti (i. esterna), sia coevi sia di epoche precedenti. Il
termine viene usato per la prima volta nel 1969 da Julia Kristeva e la teoria
dell’intertestualità fu sviluppata da Roland Barthes e Gérard Genette
Nel microrrelato l’intertestualità è una delle strategie principali per abbreviare, e il
suo uso comporta uno sforzo particolare di interpretazioneda parte del lettore
(maggiore quando l’allusione è meno esplicita).
In particolare consiste nello scrivere il microrrelato «appoggiandolo» a un’opera
letteraria già esistente che il lettore conosce e deve riconoscere per capire il testo.
L’intertestualità può essere tematica (riutilizzo di temi, motivi, trame e personaggi
o allusione ad essi) o formale (riutilizzo di forme narrative iperbrevi della
tradizione letteraria, come la favola, la leggenda, il diario, la lettera, o non letteraria,
come l’articolo, l’annuncio, la ricetta)
Intertestualità tematica nel microrrelato
È frequente la rielaborazione di personaggi o scene famose delle opere letterarie,
delle storie e delle leggende più famose e universali (Don Quijote, La Bibbia,
opere di Shakespeare, La metamorfosi di Kafka):

Cien (José María Merino)


Al despertar, Augusto Monterroso se había convertido en un dinosaurio.
Te noto mala cara, le dijo Gregorio Samsa, que también estaba en la cocina

ANTOLOGIA:
La verdadera historia de Romeo y Julieta
Génesis 3
Intertestualità formale nel microrrelato
• Appropriazione di modelli formali della tradizione letteraria (favola, parabola,
giallo, bestiario, leggenda, genere epistolare, diario, ecc.) o non letteraria:

AVISO (Maria José Barrio González)


Estimados clientes:
He salido un momento a pedir la mano de Rosaura, la hija del sastre. Llevo
demasiado tiempo solo.
Si acepta, huiremos juntos de la ciudad, nos casaremos en la primera iglesia que
encontremos en el camino, y tendremos dos hijos. Al mayor lo llamaremos
Anselmo, por mi abuelo.
De lo contrario volveré en cinco minutos.
Disculpen las molestias.
M.
Intertestualità formale
José de la Colina Cuento de las croquetas de huevo
Exposición: cuatro huevos, un poco de salsa bechamel espesa, huevo batido, pan rallado, aceite, salsa de
tomate. Nudo: se cuecen los huevos hasta endurecerlos, se corta cada uno en seis trozos, estos se envuelven en
la salsa bechamel, se dejan enfriar y se rebozan en huevo batido y pan rallado y se fríen en aceite bien
caliente. Desenlace: se ponen en platos, se envían a la mesa y buen provecho (Receta de Genoveva Bernard
en el libro Vamos a la mesa. Recetas rápidas. Bruguera, Barcelona, 1969)

José Manuel Benítez Ariza


Ensalada
La lechuga blanda, semipodrida, empapada en los jugos de su descomposición. Arrancas las hojas dañadas,
cortas el troncho ennegrecido, salvas el corazón todavía fresco, apto para ensaladas. Lo mismo el tomate: la
piel rugosa, demasiado blando ya. Todo un baño de sangre acuosa sobre la tabla de cortar verduras. Y una lata
de atún, y un resto de judías cocidas, y unos cuadraditos de pimiento. Cebolla no queda. Todo bien aliñado,
rematado con un airoso volatín de la mano que sostiene la aceitera, del chorro dorado que rubrica, sobre las
verduras pasadas, el fin del proceso. Lávate las manos. Ya puedes comer.
(Hubo tiempos mejores, quién lo duda).
Y esa silla vacía, que te mira con lástima.
Funzioni dell’intertestualità

L’intertestualità nel microracconto svolge tre compiti principali:


1) sottoporre i motivi letterari e i generi canonici a una rielaborazione
innovativa con il proposito di suscitare una riflessione
2) stabilire una relazione dialogica con la tradizione, con diversi effetti
3) portare la brevità alle sue estreme conseguenze
PRINCIPALI TIPI DI MICRORRELATO

• Riscrittura («Racconto palinsestico»)


• Fantastico
• Basato su giochi linguistici
• Metaletterario
• Poetico
• Bestiario/Fábula
Riscrittura
Ipotesti: Bibbia, Mitologia grecolatina, Letteratura, Leggende, Favole, Storie popolari

• non si cambia nulla della storia originale ma si offre una nuova interpretazione,o si
inserisce la storia all’interno di un’altra
• riscrittura da un diverso punto di vista,
• reinterpretazione del significato,
• ripresa dei soli personaggi,
• riscrittura in chiave ironica
• Parodia
• Si rivela un particolare sconosciuto della storia originale
• Si cambiano uno o più fatti
• attualizzazione o versione in chiave moderna,
• ricontestualizzazione

pastiche (omaggio a un genere o a uno stile).


Riscrittura di fatti e personaggi storici
Microrrelatos fantastici

Il genere fantastico si caratterizza per 3 aspetti:


1) la dimensione inquietante
2) la rottura delle aspettative del lettore
3) il gioco basato sull’incertezza e l’ambiguità, generato attraverso l’omissione [=ellissi]
di una buona parte dell’informazione necessaria ad interpretare ciò che ci viene
raccontato.

Il microrrelato fantastico è ambientato in un mondo quotidiano simile a quello del lettore


che però presenta dei fenomeni o situazioni che non sono riconducibili alla realtà come la
conosciamo.
Temi e motivi della letteratura fantastica presenti nel microrrelato
• il doppio (dubbio sull’identità)
• la metamorfosi
• il vampiro
• il fantasma
• L’altro che ci osserva
• la trasgressione delle leggi fisiche (racconti dell’assurdo) [Javier Tomeo]
• esistenza di mondi paralleli al nostro, con leggi proprie [J.L. Merino]
• il confine tra sogno e realtà
• confusione tra la realtà e la sua rappresentazione (o il suo riflesso)
• coscienza post-mortem
• Micro/macro (dimensione microscopica/dimensione cosmica)
• Intersezione tra finzione e realtà
• Inversione del punto di vista
Microrrelato fantastico: L’altro che ci osserva

Más allá (David Roas)


El amanecer los alcanza en plena discusión. Los ánimos están algo exaltados.
El escéptico- Sigo pensando que te lo inventas. El otro lado no existe. Son
cuentos de viejas para asustar a los niños y a los imbéciles.
El creyente- Y yo te digo que los he visto. Una vez, fugazmente. Pero son
horribles. Nada nos une a ellos....
El asustadizo- No quiero seguir escuchándoos. Esas son cosas con las que no hay
que jugar.
El incauto- Pues yo he leído que es posible comunicarse con ellos. Podríamos
probarlo...
Un ruido llega desde el pasillo. Todos se desvanecen en el aire.
Microrrelato fantastico: mondi paralleli

Ecosistema - José María Merino


El día de mi cumpleaños, mi sobrina me regaló un bonsái y un libro de instrucciones para
cuidarlo. Coloqué el bonsái en la galería, con los demás tiestos, y conseguí que floreciese.
En otoño aparecieron entre la tierra unos diminutos insectos blancos, pero no parecían
perjudicar al bonsái. En primavera, una mañana, a la hora de regar, me pareció vislumbrar
algo que revoloteaba entre las hojitas. Con paciencia y una lupa, acabé descubriendo que se
trataba de un pájaro minúsculo. En poco tiempo el bonsái se llenó de pájaros, que se
alimentaban de los insectos. A finales de verano, escondida cutre las raíces del bonsái,
encontré una mujercita desnuda. Espiándola con sigilo, supe que comía los huevos de los
nidos. Ahora vivo con ella, y hemos ideado el modo de cazar a los pájaros. Al parecer,
nadie en casa sabe dónde estoy. Mi sobrina, muy triste por mi ausencia, cuida mis plantas
como un homenaje al desaparecido. En uno de los otros tiestos, a lo lejos, me ha parecido
ver la figura de un mamut.
Microrrelato fantástico: Micro/macro

La hormiga en el asfalto (José María Merino)


Agosto, cuatro de la tarde. Casi cuarenta grados de temperatura. Una calle en obras,
una profunda zanja lateral. La gran grúa mueve tierra y cascotes. En la soledad
deslumbradora, un hombre espera el autobús. Se ha colocado un pañuelo sobre la
cabeza, está inmóvil y siente brotar el sudor de toda su piel. Muy cerca se alza el
pequeño surtidor de una cañería rota. El hombre descubre en la calzada un insecto
minúsculo, acaso una hormiga solitaria que avanza en línea recta. El chorro de agua
golpea contra un montón de arena y hace saltar piedrecitas que caen cada vez más
cerca de la hormiga. El hombre piensa que aquel insecto avanza ciego hacia el punto
en que una de las piedrecitas lo aplastará. En el silencio sólo se oye el ruido del
pequeño surtidor fortuito, a sus pies, y el chirrido del contenedor de material que se
bambolea en lo alto, justo encima de su cabeza.
Mundo para-lelos (Guillermo Bustamante Zamudio )
Acá no somos libres. Debemos dejar la más inaplazable ocupación para correr tras los
espejos cuando ustedes van a mirarse. Nos toca sonreír falsamente, excoriar la piel,
improvisar el llanto, ejecutar los movimientos más absurdos... todo para no
decepcionarlos o asustarlos, para alimentar su vanidad, para corroborar diagnósticos,
para que no los acusen de locos.
Microrrelato fantastico: confine morte/vita
El despistado
El avión ha aterrizado, han parado los motores, ya se apagó la señal que obligaba a usar el
cinturón. Sin embargo, nadie se levanta. No comprendo cómo los demás no tienen ganas de
abandonar este sitio después de haber experimentado el horroroso vuelo, los ruidos extraños,
la explosión, el humo espeso, el terrible zarandeo. Me levanto yo, abro el maletero, saco mi
cartera, mi abrigo. Acabo de descubrir que todos me están mirando. De repente me señalan y
se echan a reír con una carcajada extraña, una carcajada que parece llena de dolor, y aquí estoy
yo con la cartera en una mano y el abrigo en la otra, sin enterarme de lo que sucede.
Microrrelatos basati sul gioco linguistico (discurso sustituido)
• Giochi fonici (Lipogrammi, tautogrammi, esercizi monovocalici, re-invenzione della lingua, allitterazioni)

Palabras parcas (Luisa Valenzuela)


Abelardo Arsaín, astuto abogado argentino, asesino agudo, apuesto, ágil aerobista acicalado. Atento. Amable.
Amigo asiduo, afectuoso, acechante. Ambicioso. Amante ardiente, arrecho. Autoritario. Abrazos asfixiantes,
ansiosos, asustados. Aluvión apagado, artefacto ablandado, apocado. Agravado. Altamente agresivo, al acecho.
Abelardo Arsaín. Arma al alcance, arremete artero, ataca arrabiado, asesina. Atrapado. Absuelto: autodefensa. ¡Ay!

El abecedario (Luisa Valenzuela)


El primer día de enero se despertó al alba y ese hecho fortuito determinó que resolviera ser metódico en su vida.
En adelante actuaría con todas las reglas del arte. Se ajustaría a todos los códigos. Respetaría, sobre todo, el viejo y
buen abecedario que, al fin y al cabo, es la base del entendimiento humano.
Para cumplir con este plan empezó, como es natural, por la letra A. Por lo tanto, la primera semana amó a Ana;
almorzó albóndigas, arroz con azafrán, asado a la árabe y ananás. Adquirió anís, aguardiente y hasta un poco de
alcohol. Solamente anduvo en auto, asistió asiduamente al cine Arizona, leyó la novela Amalia, exclamó ¡ahijuna! y
también ¡aleluya! y ¡albricias! Ascendió a un árbol, adquirió un antifaz para asaltar un almacén y amaestró una
alondra.
Todo iba a pedir de boca. Y de vocabulario. Siempre respetuoso del orden de las letras, la segunda semana birló una
bicicleta, besó a Beatriz, bebió borgoña. La tercera, cazó cocodrilos, corrió carreras, cortejó a Clara y cerró una
cuenta. La cuarta semana se declaró a Desirée, dirigió un diario, dibujó diagramas. La quinta semana engulló
empanadas y enfermó del estómago.
Cumplía una experiencia esencial que habría aportado mucho a la humanidad, de no ser por el accidente que le
impidió llegar a la Z. La decimotercera semana, sin tenerlo previsto, murió de meningitis.
Microracconti basati sul gioco linguistico (discurso sustituido)

• Giochi semantici:
interpretazione letterale di espressioni e frasi fatte (straniamento/desautomatización), sviluppo narrativo
della polisemia, creazione di neologismi, attribuzione di nuovi significati a una parola

Golpe (Pía Barros)


- Mamá, dijo el niño, ¿qué es un golpe?
- Algo que duele muchísimo y deja amoratado el lugar donde te dio.
El niño fue hasta la puerta. de casa. Todo el país que le cupo en la mirada tenía un tinte violáceo.

A gusto (Saúl Yúrkievich)


Ese glotón ama los agustinos en salsa corcheta, pero qué sobresalto conseguirlos. Primero desgañitarse para cazarlos y luego pelarlos al
desgarrón. Preparó su espinal, le puso perengano reducido a papilla, machacado con pizcas de tris, y dejó la encarnada en remojo hasta
el alba. Dormitó tres quilates con quebraja. Cuando clareaba se puso al pormenor, empuñó la quilla y se fue a echar su espinal a la
tragantera. No es fácil atraer agustinos. Tuvo que tirarles vírgulas, pedazos de vital, tuvo que trapacear arduamente, hasta que la tanda
restalló, gorgoriteó, entró en el ponedero y e agusteniente pudo de un golpe cerrar el quídam […]

Final no sexista (J. M. Marino) [Antologia]


Microracconti basati sul gioco linguistico (discurso sustituido)
• Giochi morfologici
Pinza en mano la señora se cuida las cejas
El chófer, desenfrenado la observa en el espejo
La señora no ceja.
El chófer frena bruscamente.
Pinza en mano la señora sin espejo siente que su ojo la mira desde la cuneta.
(Jorge Montealegre)
• Giochi sintattici
Se arrojó al mar porque leyó que la abandonaría. Sus pulgares cubrían un NO y un NUNCA
que encerraban aquel trágico TE DEJARÉ como un insulso paréntesis.
(Gaetano Vergara)
Microracconti basati sul gioco linguistico (discurso sustituido)

Gioco basato sull’omissione di parole o lettere


Elipsis amiloidea (G. de Biurrun)
Último cuento ( Juan Carlos García Reig):
–En sus cuentos breves el tema de la muerte
suele aparecer con cierta frecuencia, ¿a qué se
debe?
–No es un tema privativo de mis cuentos, habrá
notado que en la vida también suele aparecer
con cierta frecuencia.
–¿No teme jugar con la muerte?
– Soy un escritor temerario.
–¿Qué está escribiendo ahora?
–Un cuento trivial: el escritor que dialoga con la
Muerte y la muy pícara lo sorprende en la mitad
de una palabra.
–¿Cuál palabra?
–No sé, pero seguramente le va a faltar la
última sílaba y el cuento quedará inconclu.
Microrrelatos metaletterari
(l’oggetto e tema del racconto è l’atto di scrivere il microracconto stesso)
Al incontable lector (Fabián Vique)
Los veinticinco microrrelatos que integran este librito son combinaciones de cien palabras.
Usted dirá, y a quién le importa cuántas palabras tiene un relato. Yo le diré que la exactitud es un
mérito. Usted me replicará que quiere leer textos buenos, no textos exactos. Yo le diré que es
difícil dictaminar la bondad o maldad de un texto, en cambio, es fácil contar la cantidad de
palabras. Usted alegará que no quiere comprobar, que quiere leer, simplemente leer. Yo le diré
que entiendo su lógica, pero que nuestro diálogo debe terminar porque ya hemos empleado cien
palabras.
Final infeliz (José María Merino)
Un cuentín y una cuentina se encontraron en una mesa redonda y se escaparon juntos, pero un
profesor los logró atrapar de nuevo y los devolvió a la antología. A ella la puso en la jaula de las
minificciones y a él en la de los microrrelatos. Nunca más volvieron a encontrarse.

La podadera (José María Merino)


Para el vigoroso crecimiento del cuento minúsculo es muy conveniente el arte de la poda: hay
jardineros enloquecidos que sueñan con conseguir un minicuento que no precise texto, ni título.
Microrrelatos metaletterari

Escribir (A. Bioy Casares)

Cada frase es un problema


que la próxima frase plantea
nuevamente
Microrrelato poetico
Microrrelato poetico

TANGO (Mario Goloboff)

Aquel hombre bebió para olvidar a la mujer


que amaba, y la mujer amó para olvidar al
hombre que bebía
Microrrelato Fábula-Bestiario
EL PERRO QUE DESEABA SER UN SER HUMANO (A. Monterroso)
En la casa de un rico mercader de la Ciudad de México, rodeado de comodidades y de toda clase de máquinas, vivía
no hace mucho tiempo un Perro al que se le había metido en la cabeza convertirse en un ser humano, y trabajaba con
ahínco en esto.
Al cabo de varios años, y después de persistentes esfuerzos sobre sí mismo, caminaba con facilidad en dos patas y a
veces sentía que estaba ya a punto de ser un hombre, excepto por el hecho de que no mordía, movía la cola cuando
encontraba a algún conocido, daba tres vueltas antes de acostarse, salivaba cuando oía las campanas de la iglesia, y
por las noches se subía a una barda a gemir viendo largamente a la luna.

EL CAMELLO I (J. TOMEO)


– Los camellos – me dice el rumiante de mirada ensoñada, alzando majestuosamente la cabeza – somos capaces de
resistir cinco largos días sin beber. “No sea usted camello”, aconsejan algunos taberneros a sus clientes. Y los muy
necios lo proclaman a grito limpio o lo escriben en sus cartelones que cuelgan luego de la pared, entre la botellería,
como si pertenecer a nuestro pueblos fuese realmente algo vergonzoso. Yo te aseguro, sin embargo, que, pese a lo que
puedan decir esos maldicientes, ser camello es una de las pocas cosas realmente importantes que se puede ser en este
mundo.
– Yo también pienso lo mismo – le digo para animarle.
– Sí, sí – prosigue el enorme animal, persuadido de su importancia y envolviéndome con su mirada de terciopelo –,
ya sé que estás pensando que te digo todo eso porque yo, al fin al cabo, soy un camello. Muy bien, piensa lo que
quieras. […]
Elementi per l’analisi del microrrelato
STRUTTURA NARRATIVA (non è sempre applicabile)
• Titolo: fa parte del testo, orienta la lettura e può avere diverse funzioni
• Esordio (planteamiento): in medias res. ‘Falsi deittici’.
• Sviluppo e nodo (desarrollo/nudo): breve, solo le parole necessarie ed esatte. Semplicità
sintattica.
• Finale (desenlace): sorprendente. Può essere aperto o chiuso.

• Personaggi: senza nome (tranne che quando ci si riferisce a personaggi conosciuti), non
vengono descritti né fisicamente né psicologicamente
• Dialogo e descrizioni: quasi sempre assenti
• Spazio: spesso indeterminato o descritto in modo essenziale
• Tempo: uso estremo dell’ellissi.

Altri elementi per l’analisi: Temi e motivi. Intertestualità. Umorismo. Retorica. Lingua.
Intersezione con altri generi
IL TITOLO del microrrelato
Estrema brevità
Sintassi: predominio di strutture non verbali
Stile: ellissi e ambiguità
Rapporto con il co-testo: rappresenta una parte imprescindibile del microrrelato. Rapporto
dialettico da cui scaturisce l’interpretazione del testo

Tipi di titolo (Basilio Pujante)


• onomástico (basado en el personaje);
• referencial (resume lo esencial de la trama);
• intertextual (alude a personajes históricos o motivos de la tradición);
• genérico (orienta respecto al género al que pertenece el texto);
• catafórico (anticipa una parte relevante del discurso o del significado del relato);
• Desautomatizador (interpretación literal de una frase hecha u otra expresión)
Funzioni del titolo del microrrelato
a) Funz. di Focalizzazione: orienta la lettura, sottolineando una parola chiave.
b) Funz. di Localizzazione: allude al contesto nel quale si deve intepretare il racconto (ipotesto) .
c) Funz. Esegetica. permette di interpretare correttamente il racconto
d) Funz. Dilatoria: costituisce una pista falsa il cui proposito è quello di intensificare la sorpresa finale
e) Sperimentale: il titolo è oggetto di sperimentazione linguistica (giochi di parole, figure retoriche)

Rapporto con il co-testo


• Annuncia il tema senza anticipare lo sviluppo né altro. La sua neutralità può contribuire alla
sorpresa finale
• Esplicitazione dell’ipotesto (o allusione). A volte indica anche il tipo di manipolazione realizzata
• Titolo ironico (anticipazione del testo)
• Titolo-commento
• Titolo che fornisce la chiave interpretativa
Il finale (“el final de lo que no ha hecho más que empezar” )

È un elemento fondamentale della struttura del microrrelato.


Il finale del microrrelato arriva, per definizione, subito dopo l’inizio. In alcuni
casi rappresenta il tema stesso del racconto (per es. nell’antologia Fecundidad di
Monterroso).
Molto frequentemente ha carattere ingegnoso o si usa per sorprendere o
spiazzare il lettore

Tipi di finale secondo D. Lagmanovich


1) Chiuso (spesso inaspettato e sorprendente). Può essere regressivo, cioè
legato all’inizio del racconto.
2) Aperto. Lascia lo sviluppo del racconto in sospeso. Può essere di carattere
poetico
Un genere proteico
Intersezioni con altri generi e forme
Instrucciones para llorar (Julio Cortázar)

Dejando de lado los motivos, atengámonos a la manera correcta de llorar, entendiendo por esto un llanto que no ingrese
en el escándalo, ni que insulte a la sonrisa con su paralela y torpe semejanza. El llanto medio u ordinario consiste en una
contracción general del rostro y un sonido espasmódico acompañado de lágrimas y mocos, estos últimos al final, pues el
llanto se acaba en el momento en que uno se suena enérgicamente. Para llorar, dirija la imaginación hacia usted mismo, y
si esto le resulta imposible por haber contraído el hábito de creer en el mundo exterior, piense en un pato cubierto de
hormigas o en esos golfos del estrecho de Magallanes en los que no entra nadie, nunca. Llegado el llanto, se tapará con
decoro el rostro usando ambas manos con la palma hacia adentro. Los niños llorarán con la manga del saco contra la
cara, y de preferencia en un rincón del cuarto. Duración media del llanto, tres minutos

.
E- mail
www.anaycarlosseconocieronporinternet.estana-trapadosenel@mor.hot-hothotmail.fin” (Cuca Canals)
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Oriundo de Hamelín, soy flautista y alquilo mis servicios: puedo sacar las ratas de una ciudad o, si se
prefiere, a los niños de un país sobrepoblado. (René Avilés)

Manuel Rebollar Barro


Microrrelatista ocasional. Encuentros rápidos sin posibilidad de cariño. Sacio tu afán de lectura. Hotel y
domicilio. Máxima discreción. Ni Cervantes ni Proust se enterarán

Aviso de robo (Lilian Elphick)

Mi silencio ha sido robado.


La persona que lo encuentre, trátelo con cariño.
No le grite, que se asusta.
No lo maree con palabras inútiles.
Una vez que el silencio se haya acostumbrado,
favor de clavarle el puñal bien adentro, en el centro
de su total indiferencia.
Deje los restos en la calle.
No faltará quien se los lleve.
Telúrica (José María Merino)

Conjugación (Ángel Olgoso)

Yo grité. Tú torturabas. Él reía.


Nosotros moriremos. Vosotros
envejeceréis. Ellos olvidarán.
Microteatro (Javier Tomeo, Historias mínimas)
CAMPESINO plantando árboles y HOMBRE solitario. Se aproxima la hora
solemne del ocaso. El hombre, que ha recorrido todos los caminos del mundo,
suspira profundamente. LISTA DE LA COMPRA DE
HOMBRE: (Tras un largo silencio.) Oiga.
JACK THE RIPPER (LAURA
ATAS)
CAMPESINO: Qué.
HOMBRE: (Con voz cansada.) Plánteme también a mí. Té
CAMPESINO: (Sorprendido.) ¿Cómo? Huevos
HOMBRE: Que me plante. Limones
CAMPESINO: (Sin ceder en su sorpresa.) ¿Por qué?
5 plátanos
3 onzas de patatas
HOMBRE: Estoy cansado. Pan
CAMPESINO: ¿Y cómo quiere que le plante? Espinacas
HOMBRE: Como si fuese un manzano. 3 navajas de diferentes tamaños
CAMPESINO: ¿Está hablando en serio?
Tomates
Carne picada
HOMBRE: Yo no sé ya hablar de otra forma. 5 pares de guantes
Pausa. El CAMPESINO encoge los hombros, carga al HOMBRE sobre sus Detergente
espaldas, le traslada al pequeño hoyo y le entierra hasta los tobillos. El 1 trituradora
HOMBRE, que ha abierto los brazos en cruz, levanta la mirada al cielo y se
queda muy quieto, apenas sin respirar, esperando el milagro de una nueva
primavera que le haga, por fin, fructificar.
Ana María Shua
Linguaggi specializzati
NAUFRAGIO (Ana María Shua)
¡Arriad el foque!, ¡Orzad a estribor! ,¡Cuidado con el bauprés! , ¡Abatid el palo de mesana!, ordena el capitán.
Entretanto, la tormenta arrecia y los marineros corremos de un lado a otro de la cubierta, desconcertados. Si no
encontramos pronto un diccionario, nos vamos a pique sin remedio.

LINGÜISTAS (Mario Benedetti)


Tras la cerrada ovación que puso término a la sesión plenaria del congreso internacional de lingüística y afines, la
hermosa taquígrafa recogió sus lápices y papeles y se dirigió hacia la salida abriéndose paso entre un centenar de
lingüistas, filólogos, semiólogos, críticos estructuralistas y desconstruccionistas, todos los cuales siguieron su
garboso desplazamiento con una admiración rayana en la glosemática.
De pronto las diversas acuñaciones cerebrales adquirieron vigencia fónica:
¡Qué sintagma!
¡Qué polisemia!
¡Qué significante!
¡Qué diacronía!
¡Qué exemplar ceterorum!
¡Qué zungenspitze!
¡Qué morfema!
La hermosa taquígrafa desfiló impertérrita y adusta entre aquella selva de fonemas. sólo se la vio sonreír, halagada y
tal vez vulnerable, cuando el joven ordenanza, antes de abrirle la puerta, murmuró casi en su oído: “cosita linda”.
LAS HORMIGAS Códigos no verbales
(… 442.413, 442.414, 442.415, 442.416
Cuando salió la primera hormiga no le
442.417, 442.418, 442.419, 442.420 EL FANTASMA
di importancia y creí que después de la
442.421, 442.422, 442.423, 442.424
excursión se habría quedado escondida
442.425, 442.426, 442.427, 442.428
debajo de la uña del dedo gordo del pie
442.429, 442.430, 442.431, 442.432
pero salió otra y otra. Hace tiempo
442.433, 442.434, 442.435, 442.436
que me ha desaparecido parte de la pier
442.437, 442.438, 442.439, 442.440
na. Comienza a nublárseme la vista, las
442.441, 442.442, 442.443, 442.444
hormigas siguen saliendo, sale otra y
442.445…
otra, otr…

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