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Pallazzani
Filosofia Del Diritto
Università degli Studi di Teramo
33 pag.
GIUSNATURALISMO
La dottrina del diritto naturale, poi detta del giusnaturalismo, concezione dualistica /
bidimensionale del diritto: parte dalla rilevazione dell’esistenza del diritto positivo ,ossia
quello posto dal legislatore, punto di partenza, ma ritiene che il diritto non sia riducibile
solo a quello. Non nega il diritto positivo ma giustifica l’esistenza di un diritto naturale. C’è
un diritto PRIMA, OLTRE, e SOPRA il diritto vivente. C’è dunque un diritto precedente in
ordine cronologico e superiore in senso gerarchico.
Definizione di diritto naturale, non semplice: un diritto NON POSTO, definizione in negativo.
Esiste indipendentemente dall’atto di posizione o statuizione del legislatore. È inoltre un
diritto non scritto nelle leggi poste dagli uomini. Non coincide dunque con le leggi emanate
dal legislatore.
E la definizione in positivo? L’uomo non lo produce, ma lo scopre e trova nella natura, in
quanto è DATO. La natura è un limite, un orizzonte della volontà, l’uomo non lo sceglie
intenzionalmente ma ci si trova.
Varie definizioni sono state date nel contesto delle teorie del diritto naturale per il
termine natura:
teorizzazione biologico-naturalistica : natura intesa in senso fisico, il diritto è le
leggi biologiche impersonali, include tutti gli esseri viventi;
teorizzazione teologica: il diritto naturale è fatto coincidere con la divinità
sovrannaturale
teorizzazione razionalistica, che riconosce il diritto naturale nelle norme dettate
dalla ragione. Ragione o in grado di cogliere l’essenza della realtà o di gestire le
modalità per garantire una convivenza sociale.
Cosa è comune a questi tre modi di intendere il diritto naturale? Che è un diritto
spazialmente universale. Ossia rivolto a tutti coloro che condividono l’origine naturale.
Inoltre è temporalmente IMMUTABILE ed ETERNO, e COSTANTE E PERMANENTE, in quanto
la natura della sua essenza non cambia. È un diritto conoscibile mediante la ragione
umana che indaga la natura.
Nota: esistono diverse teorie ma c’è un minimo comune denominatore la natura è vista
come limite oggettivo all’arbitrio soggettivo dell’uomo esprimibile dalla volontà o
nell’azione che pone in essere il diritto. La natura è la fonte, ma anche il fondamento e la
giustificazione ultima del diritto. inoltre, la teorizzazione del diritto naturale non è ne
formalistica ne empiristica, ma ontologica, deontologica ed assiologia, connessa
all’essenza del’diritto, al dover essere ed al valore del diritto. inoltre, si nota una
onnipresente connessione tra diritto ed ETICA. C’è infatti nel diritto naturale un riferimento
all’etica, anche se non coincide con l’etica. L’eticità nel diritto naturale si evidenzia nel
riferimento alla giustizia, quale principio etico del diritto: giustizia significa dare a ciascuno
il suo, cioè riconoscere ciò che spetta ad ogni uomo per natura. L’etica è dunque una
giustificazione del fondamento del diritto. Infatti, si
aderisce al diritto naturale perché avvertito interiormente come giusto, a prescindere dal
fatto che sia formalmente e coercitivamente posto in essere dal legislatore. A prescindere
dalla punizione. Ma nota: questo non significa che l’adesione al giusnaturalismo comporta
l’allontanamento dal diritto legislativo, no! Le due forme di diritto entrano in dialogo. Ci
sono in realtà delle teorie più estreme che sostengono che il diritto positivo che entra in
contrasto con quello naturale non sia diritto e dunque vi si può disobbedire. Ma noi
apprezziamo di più le teorie più moderate.
Il giurista cosa deve fare?
2) POSITIVISMO GIURIDICO
È la teoria che riconduce il diritto al solo diritto positivo, ossia al diritto “posto”. “Positivo”
viene dal participio passato del latino, ponere, ossia porre.
Dunque il diritto ha una fonte esterna, deriva dalla volontà del legislatore, è inoltre un
diritto particolare, rivolto ad un certo gruppo di individui, è variabile. Inoltre, è conoscibile
dall’uomo risalendo alla volontà originaria che lo ha posto in essere.
inoltre: è una teoria MONISTICA!!! Ritiene che il diritto POSITIVO sia l’unico vero diritto.
dunque, afferma non la superiorità al diritto naturale, ma anzi afferma l’ESCLUSIVITà del
diritto positivo, negando il diritto naturale. Una visione più moderata nega invece solo la
GIURIDICITà del diritto naturale, nel senso che lo considera esistente ma in senso
extragiuridico, tipo morale o religioso.
Libertà:
Per libertà si intende la capacità interna di un soggetto di SCEGLIERE tra atti alternativi
in una stessa situazione e la possibilità esterna di ESEGUIRE realmente ciò che è stato
scelto. La capacità INTERNA presuppone la capacità di intendere e di volere, mentre
quella ESTERNA riguarda il mondo empirico e la possibilità di agire fisicamente nella
realtà.
Libertà Relazionale
Per una questione antropologica, l’uomo è sempre, dal momento in cui nasce, inserito
in una dinamica coesistenziale. Ogni uomo vive inevitabilmente con gli altri. Dunque la
nostra libertà è chiamata a misurarsi con quella degli altri. Oggi, nel dibattito
contemporaneo caratterizzato da una pluralità di prospettive etiche, convivono l’antica
tradizione filosofica antico-medievale e quella Kantiana, e si ritiene che di libertà si
debba parlare in una prospettiva universalistica. Ossia basata su una ragione pratica,
che consente di definire la libertà in modo autentico: la libertà è autentica quando si
rinuncia a “tutta” la libertà affinchè questa possa essere di “tutti”. Quindi la libertà è
autentica quando se ne accetta il vincolo: riconoscimento razionale del limite e
Giustizia:
Cosa è la giustizia? È l’oggetto di una intuizione preriflessa: tutti la invocano e
intuiscono cosa sia. L’ingiustizia invece è il torto subito, dunque si manifesta quando
all’uomo è preso o trattenuto ciò che è suo, non a causa di sfortuna o eventi naturali
ma a causa di azioni umane.
Dunque, giustizia = dare a ciascuno il suo, ciò che gli spetta. Detto ciò, cosa è il “suo”
e chi è che deve “dare”?
Esistono vari livelli di giustizia:
Teologico: a questo livello coincide con la grazia divina, in una concezione
giusnaturalistica teologico-volontaristica l’uomo diviene giusto e si salva solo mediante
la fede la grazie a la carità.
Etico: la giustizia è la perfezione dell’anima, ossia la virtù totale che riguarda
l’armonia interiore degli elementi, realizzabile con l’educazione individuale.
Giuridico: qui significa “dare a ciascuno il suo diritto” (come la definizione data
da Ulpiano ed entrata a far parte del Digesto). —> gli elementi di tale definizione
sono: il riconoscimento mediante la ragione della giustizia come valore, l’attuazione
effettiva della giustizia da parte dell’uomo, tramite volontà e azioni, l’attuazione
permanente e non occasionale, tramite virtù e abitudine.
ARISTOTELE: la Giustizia è la virtù intera e perfetta: perché comprende tutte le altre +
perfetta perché si riferisce al comportamento verso gli altri e non solo verso se stessi.
Ingiustizia:
L’ingiustizia può assumere diverse dimensioni e forme: l’elemento che accomuna il
sentimento di ingiustizia è il subite un danno. L’ingiustizia è il torto subito dall’uomo:
all’uomo viene PRESO o TRATTENUTO ciò che è suo, non a causa di sfortuna o eventi
naturali ma a causa di azioni umane, espressione del potere di una libertà/volontà di
un altro. Inoltre, è un’intuizione, tutti condividiamo l’inaccettabilità dell’ingiustizia, sia
sul piano emozionale che razionale. Reazione immediata: indignazione e disgusto. A
noi ora interessa però non la percezione soggettiva ma la dimensione oggettiva, con
riferimento al diritto. Parliamo del rapporto tra DIRITTO e MORALE. L’INGIUSTIZIA è
PERCEPITA OGNI VOLTA CHE IL DIRITTO SI ALLONTANA DALLA MORALE O SI ESPRIME
CONTRO LA MORALE. Oggi, questo tema occorre che sia rivisto, data la
STATO E SOVRANITA’
Politica e diritto
POLITICA: “come è la politica?” È la domanda della Scienza Politica, che utilizza
metodo valutativo per analizzare empiricamente i fatti. Diverso è l’orientamento
istituzionalistico, che studia le organizzazioni dei diversi gruppi sociali e elabora teorie
generali. Entrambe comunque sono una PRESA D’ATTO di come è la politica nella
realtà . Invece la domanda PERCHE’ LA POLITICA —> coincide con la FILOSOFIA
Politica, quale riflessione critica sulla politica! È l’elaborazione di COME la politica
DOVREBBE essere. Ricerca del fondamento di legittimità del potere, del limite di
questo, del fine.
RAPPORTO POLITICA - DIRITTO —>
concezione positiva: separando la politica dai valori si pensa al potere come
esercizio senza bisogno di giustificazione.
Guispositivisti: rapporto di subordinazione del diritto alla politica, il diritto
positivo è infatti considerato strumento e prodotto della volontà politica. + qui
rapporto particolare: il diritto segue la politica ma la precede anche. Infatti il diritto
positivo SEGUE la politica in quanto è il suo prodotto, ma la politica al contempo è
subordinata al diritto pre-positivo, superiore gerarchicamente e antecedente
cronologicamente. Dunque ci spondei vincoli giuridici che esigono la giustizia e che il
potere deve rispettare —> ciò porta allo stato di diritto e al costituzionalismo.
Assolutismo politico: deriva dell’idea del potere sovraordinato al diritto.
Sanzione:
Il potere politico garantisce l’applicazione delle norme giuridiche mediante la sanzione.
Ci sono diverse teorie della pena.
teoria giuspositivistica: definisce in modo descrittivo e formale la sanzione.
L’illecito è l’azione non conforme alle norme. La sanzione è l’azione compiuta sulla
condotta non conforme al fine di neutralizzare le conseguenze dannose di quell’azione.
EFFETTO-CONSEGUENZA GIURIDICA prevista dall’ordinamento positivo. Si possono
ipotizzare solo due casi in cui può esistere un sistema normativo senza sanzioni: in
caso di norme perfettamente adeguate alle inclinazioni dei destinatari o in caso di
destinatari meccanicamente aderenti alle prescrizioni (robot). MA ENTRAMBE LE
SITUAZIONI NON SONO REALI.
Teoria normativa della sanzione: è la sanzione qui che qualifica l’atto come
illecito. Dunque la sanzione sembra essere l’elemento costitutivo della norma
giuridica, l’obbedienza alla norma sembra quindi derivare dalla paura della sanzione.
CRITICA: no , l’individuo obbedisce non solo per timore della sanzione ma anche
perché condivide i contenuti. Il diritto infatti è attività anche promozionale. INOLTRE,
esistono anche norme NON sanzionatorie (ex. Diritto internazionale).
Teoria della PREVENZIONE GENERALE: si iscrive nella concezione utilitarista. Due
presupposti: - l’individuo è determinato dagli istituti della ricerca del piacere -
L’individuo agisce per interessi egoisti con calcolo di costi-benefici. Dunque la pena è
legittimata nella misura in cui è tutelata la CONVENIENZA SOCIALE. Senso delle
minacce della pena: di distogliere, disincentivare il reo. Pena e minaccia di questa sono
un sistema di contro-spinte. La punizione di infrazioni è motivata dalla prevenzione di
futuri illeciti.
Teoria di PREVENZIONE SPECIALE: concezione psicologica-sociologica. Parte dal
fatto che è ineliminabile la devianza sociale, e dunque si può solo neutralizzare.
Dunque la pena ha il senso di impedire a certi soggetti la commissione futura di
infrazioni del sistema normativo. La pena crea un messianismo psicologico. Dunque
Uguaglianza e Differenza
Uguaglianza —> uno dei principi costitutivi del diritti + elemento centrale nella
dottrina dei diritti umani. Nell’ambito della riflessione filosofico-giuridica però, il
principio di uguaglianza è stato oggetto, nella satira del pensiero recente, e di alcune
considerazioni critiche e interpretazioni. Vedi fenomeni come nazionalismo,
femminismo, che sollevano sul piano giuridico e politico la necessità di un diritto al
riconoscimento della differenza nei confronti del principio di uguaglianza.
PUNTO NODALE QUI: il rapporto tra esigenza di riconoscimento della diversità e
principio di uguaglianza. La diversità si integra con l’uguaglianza o pretende di
sostituirsi ad essa? (bibliografia: FACCHI)
Esigenza di differenziazione del diritto è emersa in modo particolare nella riflessione
femminista. prima: le donne volevano entrare a far parte della comunità politica a
pieno titolo. Donne : iniziarono lotta per l’affermazione pubblica dell’identità privata.
Accuse mosse dal femminismo: quella di aver proiettato nelle donne un0immagine
distorta, svalutativa oltre che umiliante, rendendole incapaci di reagire ed imporsi. E
dunque questo rifiuto di riconoscimento ha causato un ostacolo al processo di
autoidentificazione
personale e sociale, che si è tradotto in oppressione.
—> la richiesta di differenziazione giuridica diviene dunque una SFIDA nei confronti del
principio di uguaglianza. Punto in questione per le femministe: la possibilità che il
principio di uguaglianza, nello sforzo di garantire l’imparzialità del trattamento di ogni
soggetto, rischia di portare all’indifferenza, ossia ALL’IGNORANZA DELLE DIFFERENZE,
ALL’ANNULLAMENTO DI QUESTE, con conseguente DISCRIMINAZIONE delle diversità!
Dunque si lotta per ottenere una PARITA’ DIVERSA. —> dunque si passa da
rivendicazione dell’ugualianza a affermazione della differenza.
Quindi c’è stato un mutamento storico, che poi è stato definito DILEMMA DI
WOLLSTONECRAFT —> dal libro del 1972: le donne, che prima avevano rivendicato la
loro appartenenza alla soggettività giuridica in forza della somiglianza all’uomo, poi si
son trovate ad invocare la soggettività in nome della loro particolarità.
La lotta alla SOGGETTIVITA’ DIFFERENTE al femminile segue percorsi eterogenei,
vediamone due:
orientamento più moderato, della differenza “DEBOLE” del femminismo
umanistico o sociale: è conservato il principio tradizionale di uguaglianza, ma si
evidenziano le difficoltà sul piano della prassi. L’uguaglianza non è messa in
discussione in quanto tale ma si discute la sua applicazione effettiva. Si tratta di un
orientamento che si inserisce nel vasto movimento socialista, che critica il concetto di
soggettività astratta chiedendo l’applicazione sostanziale della formulazione liberale
dei diritti civili. Dunque si ricerca una uguaglianza sostanziale più che formale. Serve
che vengano, oltre che riconosciuti diritti alle donne, realizzate le condizioni fattuali
che consentano l’applicazione concreta del diritto esistente, servono interventi
mediante azioni positive, mediante misure per rimuovere la disparità di fatto. Va
notato che, con l’ampliamento poi della sfera del riconoscimento dei diritti sociali alla
donna, e civili e politici, alcune di queste politiche hanno avuto poi l’esito contrario a
quello voluto. Come la tutela della gravidanza e della maternità ha finito a volte con il
rendere più difficile, alle donne in età feconda, trova un’occupazione. causa?
CLASSIFICAZIONI ECCESSIVAMENTE GENERALIZZANTI.
Dibattito sex/gender:
Oggi “genere” in inglese “gender” sembra essere usato come una dimensione di
significato che si contrappone a sex.
SEX: indica la condizione biologica o fisica dell’essere uomo/donna, maschio/femmina
(COME SI NASCE)
GENDER: si indica la condizione META-BIOLOGICA dell’essere uomo/donna (COME SI
DIVIENE)
—> TEORIE GENDER: si allontanano sempre più dal determinismo biologico e
dall’essenzialismo. Il determinismo dice: c’è priorità del sex sul gender: il sex è
determinato dalla nascita, e si diviene gender in base al sex. Dunque si diviene ciò che
si è . Cioè si diviene psicologicamente e socialmente uomini se si nasce maschi.
TEORIE GENDER:
Ci sono alcune teorie che sostengono la posizione favorevole alla liberalizzazione della
SCELTA con riferimento Allas essualità.
Nature Theory: il sex è determinato alla nascita mentre il gender si acquisisce
progressivamente mediante un’INTERAZIONE TRA FATTORI INTERNI ED ESTERNI.
MONEY sostiene che vi siano dentro il corpo delle predisposizioni interne che mediante
stimoli esterni (osservazione, esperienze) formano nel cervello degli schemi su cosa
significa essere maschio o femmina. Dunque ci sono dei fattori esterni che esercitano
una spinta, costituendo una forza che imprime una forma al gender. Secondo l’autore,
i segnali esterni hanno efficacia entro un anno e mezzo dalla nascita. —> dunque:
teoria di plasmabilità e malleabilità del GENDER.
Alcune teorie femministe (TONG) —> tesi che sostiene che la differenza
sessuale tra uomo e donna è la causa principale della fissazione di RUOLI SOCIALI.
Ruolo materno- accudito della donna e ruolo pubblico e economico dell’uomo. Tali
ruoli, hanno portato al patriarcato e alla subordinazione della donna. Dunque , ad
esempio il matrimonio eterosessuale è considerato l’istituzione che impone la
gerarchizzazione patriarcale. La maternità è intesa come fonte dell’oppressione
femminile. Dunque : iL GENDER è UNA COSTRUZIONE SOCIALE E NON UN DATO
NATURALE, è un prodotto della socializzazione. E dunque può deostruire e ricostruire
quelle costruzioni pretese naturali.
Deriva di queste teorie: Post-Femminismo decostruzionista postmoderno: teoria
che si basa sul volontarismo indivisualistico, ossia è assolutizzata la volontà arbitraria
in un contesto relativistico, dove tutto è equivalente e indifferenziato. Quindi il gender
è considerato come avente la sua radice né nella Natura né nella Cultura/Società ma
nella VOLONTA’ INDIVIDUALE. Il sex è annullato nel gender, il gender produce il sex.
Inoltre appare l’espressione QUEER: che indica, OLTRE IL GENDER, la dimensione
fluida, fluttuante del polimorfismo sessuale CONTRO IL BINARISMO SESSUALE.
GENDER/QUEER: categoria dell’in-differenza sessuale, della neutralità, annullata ogni
differenza, scompaiono le rigide classificazioni lasciando il posto solo a sfumature
variabili per grado e intensità. Si fa riferimento indistintamente a “orientamenti
sessuali”. L’esistenza di ambiguità sessuali, di casi di ambivalenza sessuale, è il segno
empirico della condizione intermedia tra maschi e femmine.
—> dunque le teorie post-gender propongono al pepatologicizzazione delle ambiguità
Obiezioni di Coscienza:
FORO INTERNO: coscienza morale
FORO ESTERNO: diritto / legge
E in ambito sanitario? Possono gli operatori sanitari rifiutare prestazioni che rientrano
nei loro obblighi professionali?
conflitto: tra tutela della Libertà dell’individuo paziente, che si rivolge al medico che è
in grado di fornire una data attività professionale e la Libertà del medico, che deve
prestare tale attività ma decide di seguire la propria coscienza. + CONFLICCO: tra
diritto di libertà di espressione, pensiero, religione e diritto alla salute.
Il rifiuto del medico è un atto individuale ma che è ha le sue conseguenze sul paziente.
Con questo atto sono messi in discussioni i fini in senso assiologia della stessa attività
professionale: è una DICHIARAZIONE DEL SOGGETTO DI volersi astenere da certe
prestazioni.
INCOMPATIBILISTI: obiezione di coscienza di medico o operatore sanitario è
incompatibile con la professione. Il medico non può e non deve farla, in quanto
l’obiezione sarebbe immorale. Perché ? Il dovere del medico è di agire a favore dei
pazienti, e la coscienza non deve interferire con la professione. inoltre, nel momento in
cui scegli una professione, devi fare tutto ciò che essa implica. Inoltre : il paziente ha il
diritto di essere curato dal medico. L’obiezione produce inefficienza i medicina, inoltre
in una società multietnica, se fosse accettata l’obiezione aumenterebbero troppo (il
medico che non lavora il sabato, il medico che si rifiuta di fare trasfusioni etc).
COMPATIBILISTI: il medico può e deve fare obiezione. Vanno anteposti i propri
valori morali a quanto richiesto dal paziente, essendo la professione medica non una
mera esecuzione ma una alleanza basata sul DIALOGO e la FIDUCIA. Inoltre il medico
non può neanche rinviare ad altri medici per l’esecuzione, altrimenti sarebbe complice.
Teoria INTERMEDIA: compatibilità limitata: va bilanciata la libertà del medico
con il diritto alle cure del paziente l’obiezione deve essere tutelata ma senza
conseguenze negative per il paziente. + necessario che in ambito medico la legge
disciplini le modalità dell’obiezione. Infatti l’obiezione deve essere compatibile con
dovere di solidarietà verso la comunità. + solitamente l’obiezione avviene su un
obbligo di fare, ossia implica l’astensione da parte dell’obiettore. Ma capita anche che
ci sia obiezione all’obbligo di non fare: fare ciò che è proibito. Nota : un
comportamento ATTIVO contro la legge non da spazio a una sostituzione che
salvaguardi l’applicazione della legge stessa. Insomma in ogni caso: l’obiezione qui è
trattata come una ECCEZIONE che deve essere prevista espressamente dalla legge.
Aborto:
Molti paesi occidentali hanno depenalizzato l’interruzione di gravidanza.
ITALIA: legge 194/1978 —> articolo 1 chiarisce che l’aborto non è un mezzo per il
controllo delle nascite. La legge prevede l’aborto come eccezione (!) in circostanze e
condizioni specifiche: Entro i 90 GIORNI DAL CONCEPIMENTO + donna che accusi
circostanze per cui la prosecuzione della gravidanza o il parto o la maternità
comporterebbero serio pericolo per sua salute psicia o fisica o a sue condizioni
economiche-sociali-familiare o per malformazioni del concepito —> PUO’ ABORTIRE
DOPO ACCERTAMENTO MEDICO, RICHIESTA MOTIVATA, CONSULENZA IN STRUTTURA
CHE PROVI A ELIMINARE LE CAUSE CHE COMPORTANO LA INTERRUZIONE.
Dopo la consulenza al consultorio: donna invitata a RIFLETTERE per 7 giorni!
LA LEGGE REGOLA L’OBIEZIONE A ART 9!!! —> medico ne deve manifestare la
dichiarazione preventiva, comunicata al Direttore Sanitario, revocabile, che consente
l’astensione dall’obbligo di fare. L’obiezione esonera anche il personale sanitario per le
attività ausiliarie. L’obiezione non può essere invocata quando l’intervento è
necessario per salvare la vita della donna.
Procreazione assistita:
Aumento di possibilità tecnologiche e aumento di sterilità = emergono negli ultimi
decenni richieste di accesso a procreazione mediamente assistita.
DIBATTITO tra libertari favorevoli e i Personalisti a difesa dell’embrione.
Italia —> legge 40/2004 : inizialmente: prevista forte tutela di dignità dell’embrione e
determinazione di condizioni di accesso: solo coppie sterili, infertili, eterosessuali , uso
di gameti della stessa coppia. POI: interventi C. Costituzionale, modifiche! Numero
maggiore di embioni, procreazione eteronoma con donatore esterno, selezione
genetica di embrioni.
ARTI 4: obiezione di scienza: il medico responsabile può decidere di non procedere,
SOLO per motivi di ordine medico-sanitario. Si deve fornire motivazione scritta. Deve
dunque avere una valenza solo medica. Ex i rischi, o l’inappropriatezza del
trattamento.
ART 16: obiezione di coscienza : dichiarazione di obiezione va comunicata entro tre
mesi dall’entrata in vigore della presente legge al direttore dell’azione sanitaria locale
o ospedaliera. L’obiezione può sempre essere revocata, o venire proposta oltre i
termini. Anche qui: per attività ausiliarie non serve motivazioni, + a differenza di
aborto: QUI NON è RICHIESTO di intervenire quando è jn pericolo di vita la donna NE DI
GARANTIRE in ogni caso la prestazione richiesta.
Punto è : avviene una SEPARAZIONE tra atto uditivo e atto procreativo nella coppia.
CHIESA CATTOLICA —> DICE NO a fecondazione extracorporea, in quanto c’è
l’invadenza della tecnica nell’atto generativo: il medico sostituisce l’atto sessuale.
DIVERSO invece il caso di inseminazione intracorporea, in cui il medico interviene in
moto ausiliare per completare l’atto sessuale. Comunque avviene il concepimento
naturale ma il medico si limita a favorire l’incontro dei gameti superando l’ostacolo
che impedisce il concepimento naturale.
Sperimentazione animale:
Italia: LEGGE 413/1993 —> DIRITTO AI CITTADINI CHE PER OBBEDIENZA ALLA
COSCIENZA DI OPPONGONO ALLA VIOLENZA SU TUTTI GLI ESSERI VIVENTI. =
obiezione a sperimentazione su animali.
Possibilità per : medici, ricercatori, personale sanitario di far obiezione di coscienza.
Obiezione va dichiarata nel momento della partecipazione ad un condorso o ad un
corso. È revocabile. inoltre: divieto di discriminazione per chi ha dichiarato di essere
obiettore.
Ovviamente le ragioni possono essere vari: animalisti —> per loro animali sono
equiparati a umani. Utilitaristi —> soggettività agli animali in quanto soggetti in grado
di provare piacere e dolore.
A livello internazionale: si sta affermando l’idea che la sperimentazione devia essere
consentita nel caso in cui gli interventi su animali possano essere fondamentali per
l’uomo e purché non provochino danni irreparabili.
Sanzione:
Omofobia e Transfobia:
Recente dibattito: circa introduzione di una CIRCOSTANZA AGGRAVANTE nel codice
penale riguardo atti di odio commessi per finalità di DISCRIMINAZIONE nei confronti di
persone OMOSESSUALI O TRANSESSUALI .
Link con teorie gender + teorie sulla sanzione.
Critiche : se si aumenta la pena dei reti in riferimento ai “moventi personali” quali
l’odio per determinate identità personali si prendono in considerazione sulle
DIMENSIONI INTERIORI, che non hanno possibilità di accertamento empirico. E dunque
questa cosa COZZA con il criterio del diritto penale “del fatto”.
se si introduce questa aggravante penale si ottiene anche una sorta di
promozione della sensibilità sociale verso certe condizioni —> e NON rientra nei fini
del diritto penale quello di MORALIZZARE la società.
Legittima Difesa:
Omicidio —> è un male perché massima espressione di odio + perché nega l’altro +
perché nega la coesistenza + nullifica l’altro + è la negazione del diritto alla vita.
È giustificabile uccidere un altro uomo per difendersi?
Il diritto penale NON punisce la legittima difesa. Ma sul piano morale?
L. D. Reazione dell’aggredito nei confronti dell’aggressore che pone in pericolo diritti e
beni essenziali. nota: necessaria colpa dell’aggressore ed innocenza dell’aggredito.
L’azione comporta contemporaneamente due conseguenze : una positiva - la difesa- e
una negativa - la contro aggressione e l’uccisione dell’aggressore-. Chi uccide per
difendersi, se l’autodifesa unica è l’aggressione contro la violenza dell’aggressore, non
è omicidio perché non massimizza l’odio, ma minimizza il male.
inoltre, sul piano morale vi può essere anche la scelta di non difendersi, percepita
come un dovere di non reagire al male. Testimonianza di amore e non-violenza,
potrebbe indurre l’aggressore a desistere.
Pena di morte:
Sanzione penale estrema.
Italia —> vietata da art 27 COST. Ma alcuni paesi la ammettono e praticano.
DIbattito:
argomenti degli abolizionisti: la pena di morta non funge da deterrente, non
rieduca il reo. Non intimidisce, la presenza della pena di morte in alcuni paesi non
diminuisce la criminalità. Ma per PALAZZANI sono argomenti non decisivi —> infatti
ogni pena se applicata raramente è Inefficace. inoltre, per la Palazzani, la irreparabilità
giustifica sì la prudenza nell’applicazione di questa pena, ma non è un argomento
decisivo contro. Per esempio si potrebbe usare la pena di morte per i casi in cui la
responsabilità oggettiva del reo è accertabile senza dubbio. inoltre, riguardo
l’argomento della inconciliabilità con la rieducazione —> se vale qui vale per ogni
sanzione:; infatti se fosse così si dovrebbe procedere a punire solo i soggetti
rieducativi e non malvagi. UNICO ARGOMENTO FORTE CONTRO la pena di morte: è di
PRINCIPIO, e non di fatto —> riconoscimento del valore assoluto della vita umana.
Valore dell’INDISPONIBILITA’ della vita umana, anche per motivi di difesa. Non v’è
convivenza umana se la vita non si considera sempre degna di essere vissuta, anche
quella del criminale.
Uguaglianza e differenza :
Diritti Sessuali:
Due approcci:
INDIVIDUALISTICO-LIBERTARIO: arriva a esiti estremi, il diritto si deve astenere
dall’intervenire in materia sessuale, perché non deve interferire con la libertà
individuale. Le scelte in ambito sessuale devono essere privatizzate (privacy). Al max:
previsto intervento del diritto per GARANTIRE POSITIVAMENTE la libertà individuale. —
> diritto che deve favorire l’autodeterminazione. Disponibilità del soggetto sul proprio
corpo, sulla propria sessualità. E dunque , in questa concezione, la sessualità è ridotta
in senso fisico-biologico, a libero uso della sessualità per fini edonistici. Rivendicazioni
Diritti Femminili
Il pensiero libertario femminista esalta il diritto dell’autonomia della donna a cui si contrappone
il pensiero femminile che nella care/cura vede una fonte di opportunità per la realizzazione
delle donne.
Gilligan nell’ambito dell’aborto elabora le fasi che la donna attraversa durante la
gravidanza: vi è un periodo di conflitto tra bambino e madre: 1 fase egocentrismo 2 fase: si
sacrifica per l’altro 3 fase: interdipendenza. Questo per dire che le donne hanno un forte senso
della vita. Importante è la maternità per le donne in quanto è quel momento in cui possiedono
un bimbo e sentono un legame con il feto.