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John Locke

Vita
Locke è il padre dell’empirismo moderno. La sua opera più impegnativa fu
il saggio sull’intelletto umano. Nell’ottica di questo progetto, la ragione
non viene più ritenuta assoluta e infallibile, ma viene ricondotta entro i
confini dell’esperienza. Il saggio si divide in 4 parti e la prima parte è
dedicata alla critica delle idee innate. Questa teoria afferma che ci sono
alcune idee impresse nella nostra mente e Hobbes la critica dicendo che è
falsa. La mente di un neonato è come un foglio bianco, ossia priva di
contenuti. Tutte le idee, e quindi la conoscenza, provengono
dall’esperienza. In particolare, dall’esperienza provengono 2 tipologie di
idee: L’idea di sensazione, che proviene dagli oggetti esterni, e l’idea di
riflessione, che deriva dall’esperienza interna. Queste due idee sono la
nostra unica fonte di conoscenza. I bambini, infatti, acquisiscono in modo
graduale la loro conoscenza in base al tipo di esperienze che fanno
durante la loro vita. Il tema centrale di Locke è quello dell’educazione, a
cui dedica uno scritto di grande interesse pedagogico. Secondo Locke le
idee si dividono in idee semplici e idee complesse.
Le idee semplici derivano dalla sensazione e dalla riflessione, che
comprendono a loro volta le idee di qualità primarie e secondarie.
Le idee complesse, invece, funzionano in modo diverso. Una volta che la
mente ha ricevuto passivamente le idee semplici, le immagazzina, le
riproduce e le comunica, formando le idee complesse. Le idee complesse,
a loro volta, si dividono in idee di modi, idee di sostanze e idee di
relazioni.
Le idee di modi sono quelle idee che non possiedono un’esistenza
autonoma, ma devono essere riferite a una sostanza, come ad esempio la
bellezza.
Le idee di sostanza sono quelle che si riferiscono a entità particolari.
Le idee di relazioni nascono dal confronto di più idee. Secondo il filosofo
la nostra conoscenza è formata in modo tale che non possiamo mai
essere certi delle cose. La certezza del nostro io c’è data per via intuitiva.
La terza parte del saggio sull’intelletto è dedicata al problema del
linguaggio. Le parole, secondo l’autore, stanno al posto delle idee, cioè
sono associate per convenzione alle idee con lo scopo di rappresentarle. Il
linguaggio ha 3 fini principali: rendere noti agli altri i propri pensieri, farlo
nel modo più facile e rapido possibile, e comunicare la conoscenza delle
cose.
Lo stato
Locke ha una visione positiva della natura umana e crede che i suoi
soggetti siano illuminati dalla ragione. Essi, infatti, possiedono una legge
morale che deriva direttamente da Dio e che prescrive 3 diritti specifici:
alla vita, alla libertà e alla proprietà. Locke ritiene che nello Stato attuale
manchi la garanzia del diritto ed è per questo che gli individui devono
stipulare un patto che prevede 2 accordi: uno in cui le persone si
riuniscono in una società civile e un altro con cui decidono di
sottomettersi ad un’autorità, che ha il compito di perseguire gli obiettivi
collettivi. Inoltre Locke ritiene che la proprietà privata non è costituita
soltanto dai possedimenti materiali, ma anche dalla libertà e, la società
politica nasce proprio per tutelare questo diritto. Lo stato non può
governare secondo la propria volontà, ma deve attenersi alle norme
riconosciute da tutti e tra i diritti fondamentali che deve garantire, ci
sono: quello alla proprietà privata, alla libertà e alla vita. Un altro
pensiero di Locke è quello sulla tolleranza religiosa. Secondo lui la chiese
è una società libera e il suo fine è quello di aiutare coloro che ne fanno
parte ad ottenere la salvezza dell’anima. Le uniche armi di cui dispone
sono quelle spirituali e ha la possibilità di cacciare chi si ostina a non
rispettare le regole. Tuttavia la scomunica non può privare il cittadino dei
beni civili che sono in possesso privato. Inoltre gli atei non sono tollerati
dallo Stato perché, non credendo in Dio, non possono applicare il patto
sacro su cui si basa la società.

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