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IV F
JOHN LOCKE
Caratteristiche dell'empirismo
Locke il fondatore dell'empirismo inglese, quella corrente della filosofia moderna che si sviluppa nel periodo tra il Seicento e il Settecento e che in parte possiamo ricondurre all'illuminismo, di cui risulta una componente fondamentale. Il termine empirismo inglese anche utile per evidenziare la mutazione dell' atmosfera culturale in cui si muovono Locke e Hume, rispetto a Cartesio e Spinoza. Sul piano storico-genetico,l'empirismo ha le sue radici sulla tradizione del pensiero inglese ed un punto di incontri tra essa, il cartesianesimo (da cui trae concetti e terminologia) e Rivoluzione scientifica (da cui deriva l'appello all'esperienza e una nuova metodologia del sapere). Sul piano filosofico, l'empirismo caratterizzato dalla teoria della ragione come un insieme di possibili conoscenze limitati dall'esperienza. Quest'ultima viene vista come: 1. fonte e origine del potere conoscitivo; 2. criterio di verit, in quanto doveva verificare empiricamente le teorie formulate dall'intelletto. Il costante richiamo all'esperienza fa si che l'empirismo tenda ad assumere un atteggiamento limitativo o critico nei confronti delle possibilit conoscitive dell'uomo e uno anti-metafisico, cio che esclude dalla filosofia e da ogni ricerca, problemi che riguardano realt che non sono accessibili all'uomo perch non ha gli strumenti mentali per conoscerle. Locke tende a questo atteggiamento ma non lo assumer mai del tutto. Dall'empirismo inglese scaturisce quel concetto di filosofia come analisi del mondo umano, che sar proprio dell'illuminismo.
Ragione ed esperienza
Per Locke la ragione: non unica e uguale per tutti gli uomini, perch essi la tengono in considerazione in misura diversa; non infallibile, perch le idee possono essere in numero limitato, poco chiare o non disponibili in forma di ragionamento; pu essere tratta in inganno da falsi princpi e dal linguaggio; infine deve ricavare princpi e idee dall'esperienza che ha limiti e condizioni. Ma la ragione l'unica guida efficace di cui l'uomo dispone e tutta l'opera di Locke ha come fine estendere l'azione della ragione ad ogni campo che interessa l'uomo. Per Locke si accorse che l'intelletto umano non era in grado di valutare tutti gli oggetti, quindi bisognava indagare per scoprire quali fossero gli oggetti che l'uomo poteva valutare. Da questo momento Locke inizia a scrivere la sua opera, il Saggio sull'intelletto umano, e da qui nata la prima indagine critica della filosofia moderna che cio aveva come fine stabilire i limiti e le capacit dell'uomo. Questi limiti posseduti dall'uomo sono propri della ragione che a sua volta li prende dall'esperienza. Infatti l'esperienza che fornisce le idee semplici, che sono gli elementi di ogni sapere umano e sulle quali opera poi la ragione tenendo sempre conto dell'esperienza, perch altrimenti le idee e i ragionamenti che ne ha ricavato sarebbero arbitrarie o fantastiche. La ragione, guidata dall'esperienza, impedisce all'uomo di avventurarsi in problemi che vanno oltre le sue capacit e gli consente di intuire i fondamenti della sua morale e politica e l'essenza della religione.
Laura Lobina
IV F
riferiscono ad azioni del nostro spirito, es. percezione,dubbio,conoscenza,ragionamento). Locke fedele al principio cartesiano secondo il quale avere un'idea significa percepirla, cio esserne cosciente, e di questo principio si avvale nella critica delle idee innate. Questa critica si riduce sostanzialmente ad un unico argomento: le idee non ci sono quando non sono pensate, perch per l'idea esistere significa essere pensata. Le idee innate dovrebbero esistere in tutti gli uomini, anche negli idioti e nei selvaggi; ma queste persone non pensano alle idee innate, quindi non esistono in loro; quindi non possono essere innate. Si dice che i bambini giungano alla conoscenza delle idee innate nell'et della ragione, et in cui si giunge anche a conoscenze che non sono ritenute innate: perci le idee innate potrebbero essere state acquisite come le altre idee. Locke ripete la stessa critica anche per le idee morali, in quanto crede che anche loro abbiano bisogno di dimostrazione e che non possano essere ritenute innate. Se la nostra conoscenza deriva da idee che a loro volta derivano dall'esperienza, l'analisi delle nostre capacit conoscitive dovr fornire una classificazione (inventario) di tutte le idee che l'esperienza ci fornisce. Ma l'esperienza ci fornisce solo idee semplici che vengono trasformate in idee complesse dal nostro intelletto. La conoscenza umana la costruzione che risulta da questa capacit di combinazione delle idee semplici. Ma l'intelletto ha un limite insuperabile: non pu creare nuove idee semplici,che derivano solo dall'esperienza, e non pu distruggere quelle che l'esperienza gli fornisce. Su questa base Locke compila una lista di idee semplici che derivano dalla sensazione e dalla riflessione. Nelle idee di sensazione, le idee risultano prodotte dalle qualit delle cose, ma non ogni idea la copia di una qualit oggettiva. Qui Locke fa una distinzione tra qualit primarie (oggettive) e qualit secondarie (soggettive).
Laura Lobina
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La politica
Laura Lobina
IV F
Il diritto naturale
Dal Saggio sappiamo che Locke era un sostenitore del carattere nazionale o dimostrativo dell'etica e che la ragione di tali regola dovrebbe essere la loro utilit per la conservazione della societ e la felicit pubblica. Per quanto riguarda il pensiero politico e religioso, Locke ci ha lasciato degli scritti, che ne fanno uno dei primi e pi efficaci difensori della libert dei cittadini, della tolleranza religiosa e della libert delle chiese: ideali che a lui appaiono teoremi dimostrati e dimostrabili ad opera della ragione, e a cui lui arrivato attraverso lunghe ricerche. Il primo dei Due trattati sul governo civile ha come scopo confutare la tesi secondo cui il potere dei re deriva per diritto ereditario da Adamo al quale fu conferita da Dio l'autorit su tutti i suoi discendenti e sul mondo. Nel secondo dei Due trattati abbiamo la legge di natura: secondo Locke esiste una legge di natura che la ragione stessa e che ha per oggetto i rapporti tra gli uomini e che crea la reciprocit perfetta di tali rapporti. Locke connette questa regola con quella dell'uguaglianza originaria degli uomini e ritiene che questa regola limiti il diritto naturale di ciascuno: essendo tutti uguali e indipendenti, nessuno deve danneggiare l'altro. La legge naturale vale per tutti gli uomini in quanto tali, e nello stato di natura (prima del potere politico) era l'unica legge valida. Il diritto naturale dell'uomo limitato alla propria persona ed quindi diritto alla vita, alla libert e alla propriet se prodotta dal proprio lavoro. Questo diritto implica anche la punizione dell'offensore, senza l'uso di una forza assoluta.
Stato e libert
Lo stato di natura pu divenire uno stato di guerra quando una o pi persone ricorrono alla forza, per ottenere ci che la legge naturale vieterebbe (controllo sulla libert,sulla vita,sui beni altrui). Per evitare lo stato di guerra, gli uomini si pongono in societ: per avere un potere a cui fare appello per ottenere soccorso, escludendo i possibili stati di guerra. La costituzione di un potere civile non toglie i diritti dello stato di natura agli uomini, tranne quello di farsi giustizia da s, infatti la costituzione di un potere civile viene giustificata perch garantisce, pacificamente, agli uomini questi diritti. La libert dell'uomo nella societ consiste nel sottostare al potere civile, che deriva dal consenso dei cittadini e questo ne fa un potere scelto dai cittadini e quindi un atto e una garanzia di libert dei cittadini stessi. Quindi la legge di natura esclude la formazione di un potere illimitato o assoluto per contratto, rendendosi schiavo di un altro. Soltanto il consenso di coloro che partecipano ad una comunit stabilisce il diritto di questa comunit sui suoi membri; ma questo consenso diretto a mantenere o garantire questa libert stessa e non pu approvare l'assoggettamento dell'uomo ad un altro uomo.
Tolleranza e religione
Nell'Epistola sulla tolleranza, il concetto della tolleranza viene stabilito attraverso un'analisi comparativa del concetto dello Stato e del concetto della Chiesa e viene riconosciuto come il punto d'incontro dei loro compiti e dei loro interessi rispettivi. Lo Stato: una societ di uomini costituita con il fine di conservare e promuovere soltanto i beni civili (vita,libert,integrit del corpo e la sua immunit dal dolore,possesso delle cose esterne), questo compito stabilisce i limiti della sua sovranit. Tra questi limiti rientra anche la salvezza dell'anima, infatti il magistrato civile ha come unico strumento la costrizione che per non pu portare alla salvezza dell'anima. La salvezza dipende dalla fede che non pu essere data con la forza: l'uomo deve credere nel dogma di fede e che il culto sar accettato e gradito a Dio, ma con nessuna pena si pu far credere un uomo che non ha fede. Per questo non si pu chiedere l'intervento del magistrato in materia religiosa. La Chiesa: una libera societ di uomini che si riuniscono spontaneamente per onorare pubblicamente Dio nel modo che credono gli sar gradito, per ottenere la salvezza dell'anima. Essendo la Chiesa una societ libera non pu: fare nulla che interessi la propriet dei beni civili o terreni, e non pu far ricorso alla forza che riservata al magistrato civile. La Chiesa pu espellere dalla sua comunit, attraverso la scomunica, chi ritiene che non abbia credenze compatibili con le proprie, ma questa scomunica non deve diminuire i diritti civili del cittadino. Anche se le Epistole sono la migliore giustificazione che la storia della filosofia ci abbia fornito sulla libert di coscienza, la tolleranza non totale perch,secondo Locke, coloro che negano l'esistenza di Dio
Laura Lobina
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non possono essere tollerati in alcun modo. Ma Locke non ha intenzione di negare o sminuire il valore della ragione, infatti afferma anche la possibilit del carattere razionale della religione e riconosce il Cristianesimo una religione razionale. La ragionevolezza del cristianesimo ha come scopo mostrare nel Cristianesimo quel nucleo essenziale e senza superstizioni che lo rende accettabile dalla ragione e che ne fa il suo alleato migliore per ci che riguarda la vita morale del genere umano.
Empirismo
1. Definizione empirismo: dicesi di tutte quelle concezioni gnoseologiche (teorie della conoscenza) che individuano il fondamento della conoscenza nellesperienza sensibile spazio temporalmente determinata e conoscibile attraverso i sensi 1.1. Origini Termine: dal greco empeira= esperienza. 1.2. Utilizzazione: per indicare tutti quei filosofi, appartenenti a tempi e contesti culturali differenti, che hanno in comune una determinata concezione del conoscere. Limite di questo uso lambiguit e genericit cui spesso si va incontro. 2. Caratteri generali empirismo: la concezione empiristica pone alla base della conoscenza due facolt: la sensibilit, da cui derivano i dati del conoscere e lintelletto, che combina questi dati in modo da ottenere conoscenze pi complesse. Lo schema generale dellempirismo pu essere sintetizzato pu essere riassunto nelle seguenti proposizioni: 2.1. Tabula Rasa: la mente umana non possiede alcuna conoscenza connaturata o innata, priva di idee e/o conoscenze assolutamente veri ed evidenti e indipendenti dallesperienza e a priori rispetto ad essa. completamente vuota come una tabula rasa. 2.2. Sensibilit: tutte le conoscenze sono acquisite indirettamente o direttamente attraverso i sensi per mezzo dei quali i dati di senso vengono ad inscriversi nella mente. Lesperienza quindi criterio di significanza e di verit del conoscere. La sensibilit la facolt conoscitiva che fornisce il materiale del conoscere, i singoli dati 2.3. Principio di Associazione: attraverso la combinazione dei singoli dati sensibili, lintelletto forma le conoscenze pi complesse. Dalla combinazione degli elementi semplici derivanti dai sensi, lintelletto capace di produrre le conoscenze pi complesse che, quindi, derivano dai sensi, ma indirettamente, perch richiedono lintervento dellintelletto. Loperato dellintelletto per si limita solo a combinare materiale preesistente, di per se esso non infatti capace di produrre conoscenza. 2.4. Universali: non esistono e non sono oggettivi, non esiste nulla di universale nella realt, ogni cosa esistente individuale (esistono uomini non luomo), gli universali sono solo nomi utili perch consentono di classificare una molteplicit di oggetti sotto un unico segno. 2.5. Non esiste una realt eterna, immutabile ed assoluta che trascende lesperienza sensibile, teologia e metafisica vengono quindi respinte, come lesistenza di valori assoluti. Tutto ci che va oltre lesperienza inconoscibile. 2.6. Limiti sapere: occorre essere consapevoli dei limiti del sapere umano che non pu mai pervenire ad una verit assoluta e definitiva, necessaria quindi la tolleranza di tutte le concezioni diverse dalla propria. 2.7. Etica:si tende ad individuare il bene nellutile personale o collettivo