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Diritto Internazionale

Problemi fondamentali

di Tullio Treves

Capitolo I. Origini, caratteri e struttura della societ internazionale


Varie tesi sullorigine: Tesi che richiama il periodo tra XV-XVII secolo Costituzione o consolidamento di una pluralit di centri sovrani e indipendenti di potere politico (monarchie nazionali, principati), e di una vita di relazione intensa e regolare tra gli stessi (invio di missioni diplomatiche permanenti tra i sovrani). Frantumazione del potere politico dunque, che ha per causa ed effetto la disgregazione degli ordinamenti feudali. Affermazione di summa potestas delle autorit politiche sul loro territorio, ma non pi come una derivazione della propriet del signore sulle terre, bens come unautorit esclusiva. Potest che viene concepita come originaria ed indipendente da concessioni o investiture di autorit superiori (Papato ed Impero). Frantumazione che avviene quindi su 2 livelli: particolare(disgregazione dei feudi) e generale[Crisi del potere spirituale(Riforma e Controriforma) e temporale(SRI non pi universale ma SRIG, condizionato dai grandi elettori e dalla divisione religiosa)]. Pace di Westfalia: complesso negoziato fra i plenipotenziari dei sovrani protestanti e dei sovrani cattolici da una parte, e i plenipotenziari dellimperatore e i suoi alleati dallaltra. E una delle manifestazioni pi espressive della svolta ormai compiuta tra una concezione tolemaica e una concezione copernicana delle relazioni internazionali. Tesi che richiamano lalto medioevo(IX-XI secolo) A) Ipotetica costituzione di una comunit di genti cristiane organizzata e gerarchica. A partire dalla met del XV secolo questa comunit si sarebbe lentamente trasformata assumendo la struttura dellodierna societ internazionale, intesa come societ tra autorit politiche superiorem non recognoscentes. Questa tesi non regge, perch la comunit di genti cristiane da una parte e la moderna societ internazionale dallaltra sono qualitativamente diverse: Moderna comunit internazionale = societ di stati tra stati sovrani ed indipendenti. Comunit delle genti cristiane = organizzazione politica in cui i re, i principi, i signori feudali non erano gli esclusivi protagonisti. I loro poteri erano ancora subordinati ad uninvestitura. B) La moderna societ internazionale ha avuto origine dallinsieme di relazioni tra i grandi centri di potere affacciati sul Mediterraneo(lImpero di Bisanzio, lImpero Franco-Longobardo di Carlo Magno e il Califfato islamico di Baghdad). Diversit religiosa Superiorem non recognoscentes. Qui si pu individuare un nesso di continuit. C) Mondo antico

Anche nel mondo antico (es. poleis greche, popoli dellAsia Minore ed Egitto) intercorrevano delle relazioni internazionali, ma non pu identificarsi in essa lorigine della moderna societ internazionale, in quanto manca anche qui un nesso di continuit. Tali sistemi giuridici sono venuti meno con la dissoluzione delle cerchie di convivenza sociale nel cui contesto essi operarono.

Le origini della societ internazionale


Nasce dal raggiunto equilibrio tra 2 fattori: 1. Giustapposizione di una pluralit di autorit politiche indipendenti luna dallaltra, coscienti e gelose della loro supremazia interna ed esterna, arbitre supreme dei destini dei popoli da esse governati, e determinate a salvaguardare la loro posizione e , se possibile ad estenderla. 2. Interdipendenza di queste autorit in funzione di esigenze interne ed esterne ed il conseguente stabilimento di una loro regolare vita di relazione onde soddisfare queste esigenze. Quando queste regole di comportamento cominciano ad uniformarsi, nasce il diritto internazionale. La moderna societ internazionale nasce come naturale e necessaria, non sulla base di un accordo di stampo associativo. Uno stato entra a far parte della societ internazionale per il solo fatto del suo affermarsi in modo effettivo e durevole e del suo libero organizzarsi come autorit politica suprema entro una sfera spaziale e sociale determinata. Luniversalit della moderna societ internazionale deriva dallo sviluppo di una vocazione universale presente fin dalle origini. E pur vero che la dominazione sulla societ di certe autorit politiche ha portato per alcuni secoli verso una visione eurocentrica connessa allattivit di espansione coloniale, ma questa visione eurocentrica arbitraria perch non tiene conto del ruolo giocato dai paesi dellIslam nei rapporti con lEuropa e i suoi sovrani fin dallalto medioevo, e perch fa leva sulla teoria della civilt cristiana, quando invece si visto che la moderna comunit internazionale si sviluppata come societ di autorit superiorem non recognoscentes non solo in temporalibus, ma anche in spiritualibus. Luniversalit fu alle origini e per qualche secolo di segno prevalentemente europeo, ma lestensione e lo sviluppo che ne seguito non sono stati altro che la naturale evoluzione di una vocazione universale presente a livello germinale fin dalle origini. In seguito al disfacimento dei grandi imperi coloniali(XVIII-XIX secolo) e alla conseguente affermazione di nuovi centri di potere sovrani ed indipendenti, il carattere di universalit si ampliato. Dopo la seconda guerra mondiale, la decolonizzazione assunse un ruolo addirittura travolgente.

Caratteri della societ internazionale


Non ha una struttura politico-istituzionale gerarchica. Societ di stati superiorem non recognoscentes, fondata sulla giustapposizione dei suoi membri Assenza di un legislatore sovraordinato. Il giudice pu pronunciare una sentenza solo se tutti i litiganti gli abbiano conferito la giurisdizione. Assenza di organi esecutivi. Losservanza degli obblighi affidata alla spontanea esecuzione da parte dello stato obbligato(Quasi tutti gli stati osservano quasi tutte le regole del diritto internazionale in quasi tutte le situazioni)

Principi fondanti Sovrana uguaglianza 1. Uguaglianza giuridica 2. Diritti inerenti alla piena sovranit 3. Obbligo di rispetto della personalit degli altri stati 4. Integrit territoriale ed indipendenza politica 5. Libert di scelta e di sviluppo politico, economico, sociale e culturale 6. Adempienza piena e in buona fede degli obblighi e pacifica convivenza Equilibrio di potenza: problema.

Il diritto internazionale nella scienza giuridica


La dottrina classica Il diritto internazionale viene preso in esame dai giuristi a partire dal XVI secolo. La dottrina dellepoca inquadr il fenomeno del diritto internazionale attraverso: Jus naturae Idea di un fenomeno giuridico che non doveva necessariamente essere determinato o posto in essere da un superior, in quanto fondato e scritto nella ragione di tutti gli uomini viventi in societ Jus gentiumIdea di un fenomeno giuridico caratterizzato da norme comuni e adottate o seguite presso tutte le genti e in tutti i paesi. Questi sono i due binari che costituiscono le ipotesi di studio della dottrina classica. Merito della dottrina classica aver tolto a questi due concetti quanto di astratto, indeterminato, incerto, essi avevano in s nella tradizione romanistica, sforzandosi di determinare i soggetti di tale jus. Fenomeno giuridico come collegato alla sfera sociale. Cos come gli uomini, anche gli stati sono naturalmente spinti a vivere in buona intesa. Il positivismo Statalistico (Austin) Esaltazione dello Stato quale unico fondamento del diritto. Esclude dallambito del diritto positivo ogni fenomeno giuridico di produzione spontanea. In realt non esiste un diritto positivo internazionale, ma una moralit positiva internazionale fatta di regole non riconducibili allo schema di comando e neppure poste in essere da un superiore nei confronti di inferiori. Due teorie: 1. Diritto internazionale = sorta di diritto pubblico esterno di ogni singolo stato inteso come generalizzazione delle concordanze rilevabili nei singoli diritti pubblici esterni. 2. Diritto internazionale = Volont collettiva degli stati = volont superiore capace di dar vita ad un ordine di regole di condotta veramente giuridiche e positive in quanto veramente obbligatorie. Trattato normativo(non trattato-contratto) come fondamento e fatto di produzione di tutto il diritto internazionale. Consuetudine non rilevante. In queste teorie manca il sostrato materiale e sociale. Tutto molto astratto. Critico (Kelsen) Dissoluzione del concetto di stato come realt pregiuridica e quale fondamento del diritto. Lo Stato il diritto. La ratio della validit del diritto non pu derivare da spontanei fenomeni sociali, e nemmeno dal comando di un ente sovrano, ma da unipotesi fondamentale, non verificabile in base allesperienza, la cui validit presupposta e da cui discende la validit di tutte le altre norme dellordinamento. Dato che gli stati non esistono come enti reali,

lordinamento internazionale non pu essere lordinamento di una comunit di stati, ma di individui. Norme internazionali sono incomplete, il diritto internazionale quindi va integrato dalle norme di diritto interno. Se pi ordinamenti sono validi, devono essere parte di un ordinamento universale. Entrambe le tendenze del positivismo muovono dalla premessa di una radicale separazione del fenomeno sociale dal fenomeno giuridico e di una indiscutibile superiorit del secondo rispetto al primo. Il fondamento del diritto va ricercato al di l del mondo reale e sociale in cui il diritto si manifesta e funziona. Gli sviluppi della dottrina contemporanea Ripresa dellidea della dottrina classica della essenziale socialit di ogni fenomeno giuridico. Fenomeno giuridico = posterius allo stabilirsi in concreto di una comunit. Proprio la socialit spiega lobbligatoriet del diritto.

Capitolo II. I soggetti di diritto internazionale. Lo Stato.


I principali soggetti della comunit internazionale e per di pi quelli originari, sono gli Stati. Sono fenomeni politici e pre-giuridici che si verificano quando si afferma di fatto e stabilmente nel mondo delle relazioni internazionali unautorit politica sovrana ed indipendente, entro una determinata sfera territoriale e sociale. Concetto di Stato (2 nozioni): 1. Stato come Governo, cio il complesso delle autorit che esercitano il potere politico 2. Stato come popolo, che si organizza politicamente entro un territorio definito. A noi interessa di pi la prima, perch comunque chi governa a rappresentare con delega il depositario della sovranit, ma anche al di l di questo, la democrazia non la sola forma di stato esistente, e leffettivo denominatore comune per tutti gli stati chi esercita limperium. Significativo in questo senso che la responsabilit internazionale non scaturisce dalla violazione del singolo individuo, ma dalla violazione derivante da comportamenti degli agenti dello stato. Il termine Stato va pertanto riferito al gruppo di uomini che sono preposti al governo di ogni societ nazionale.

Il riconoscimento e la soggettivit internazionale dello Stato


Il riconoscimento latto con cui uno Stato ammette che un determinato ente presenta le caratteristiche necessarie perch lo si possa considerare come Stato, nel senso di soggetto di diritto internazionale. Non sempre il riconoscimento viene effettuato da tutti gli Stati, o da tutti gli stati nel medesimo tempo, e non sempre il riconoscimento avviene in presenza del medesimo grado di effettivit del nuovo stato. Teoria del riconoscimento costitutivoNasce dalla teoria 2 del positivismo statalistico. In questa ottica la personalit giuridica internazionale diventa una qualit attribuita da un trattato normativo, che viene cos considerato la sola fonte delle regole del diritto internazionale. Detto ci il riconoscimento un atto necessariamente reciproco e bilaterale. Ma se prendiamo per buona questa teoria non esisterebbe pi un diritto internazionale, ma tanti e separati fenomeni giuridici quanti sono i gruppi di stati che concludono tra loro accordi valevoli quale reciproco riconoscimento come soggetti.

Se lo stato non riconosciuto non esiste, ne consegue che il suo territorio una res nullius e pu essere occupatoAnarchia. La dottrina prevalente concorda sulla natura politica e dichiarativa del riconoscimento. Questo testimoniato dalla prassi diplomatica prevalente(al fine di evitare lanarchia), ed anche direttamente o indirettamente dalle manifestazioni della prassi giudiziaria nazionale ed internazionale. In dottrina sono state proposte altre teorie oltre a quella del riconoscimento costitutivo, ma queste hanno il limite di voler spiegare un fenomeno extragiuridico sulla base di norme giuridiche. La soggettivit dello stato come qualit conferita da unapposita regola internazionale generale Regola generale: Uno stato un ente che ha un territorio definito ed una popolazione permanente, sotto il controllo del suo proprio governo, e che si impegna o ha la capacit di impegnarsi in relazioni formali con altri simili enti. La soggettivit dello stato come qualit risultante dallinsieme delle regole internazionali generali. Altri studiosi negano la necessit e lesistenza di specifiche regole attributive della personalit giuridica, rimandando la determinazione dei soggetti dellordinamento e delle condizioni perch sorga o si estingua la loro personalit, ad una complessiva considerazione delle regole giuridiche generali (o non scritte, o consuetudinarie) dellordinamento. Il problema che determinate regole o sistemi, propri di una determinata cerchia sociale, perderebbero inevitabilmente di significato se prese e separate dal loro ambiente sociale. Soprattutto se il loro scopo dovrebbe essere quello di indicare precisamente i propri destinatari. La configurazione degli Stati come enti morali e la sua influenza deformante in materia di soggettivit internazionale Il concetto di stati come enti morali o persone giuridiche in senso stretto, dalla seconda met del XVII secolo andarono soppiantando i termini di re o di principi superiorem non recognoscentes. Da ci grossi inconvenienti: un simile assunto tende a trascinare dietro di s lidea di una presupposta personalit giuridica internazionale degli individui che compongono le varie societ umane ordinate a stato, nonch lidea di una rilevanza internazionalistica degli ordinamenti costituzionali e dellorganizzazione interna dei singoli stati. Solo che ci incompatibile con la struttura stessa della societ internazionale che emerge dallesperienza della vita di relazione internazionale.

Gli enti dipendenti da uno Stato


Problema della soggettivit internazionale di enti che, pur esercitando funzioni di governo, si trovino nel contempo in una posizione di subordinazione rispetto ad uno stato(es: gli enti territoriali membri di ununione federale nei rapporti con lo stato federale). Tali enti possono essere considerati destinatari solo nella misura in cui partecipino direttamente ed autonomamente alla vita di relazione internazionale. In questo senso non sono soggetti di diritto: gli stati membri degli USA. Sono invece soggetti di diritto internazionale i Cantoni svizzeri ed i Lnder tedeschi, previo consenso rispettivamente del Consiglio federale e Governo Federale. Lo stesso vale per le province canadesi, ma non, ad esempio, per le regioni italiane, bench sia stato loro riconosciuto lesercizio di alcune attivit di rilievo internazionale. Non sono soggetti di diritto internazionale gli stati fantoccio, la cui creazione spesso legata ad eventi bellici. Hanno invece una loro soggettivit i micro-stati.

I mutamenti rivoluzionari nel governo di uno Stato


Regola in tema di continuit dei rapporti giuridici deriva da un protocollo firmato a Londra il 19 Febbraio 1831 dai plenipotenziari delle maggiori potenze europee, riuniti per discutere della crisi del Belgio. Gli stati sopravvivono ai loro governi, e quindi sono tenuti ad adempiere agli obblighi assunti in precedenza con altri stati. Lusurpatore, che detiene in fatto il potere supremo con lassenso espresso o tacito della nazione, agisce validamente in nome dello Stato.

I mutamenti nel territorio degli stati


Ci sono vari tipi di mutamento: Trasferimentouna parte marginale del territorio di uno Stato viene venduto ad un altro Stato(Cessione Alaska da Russia a USA) Unificazione o fusioneunione di due o pi Stati preesistenti, che si estinguono, e formazione di uno Stato nuovo. Incorporazione o annessione comporta lestensione dellautorit di uno Stato preesistente al territorio di un altro Stato, che si estingue(Anschluss dellAustria). Dissoluzione o smembramentocomporta lestinzione di uno Stato preesistente e la formazione di due o pi Stati nuovi. Separazione o secessione comporta il distacco di una parte o di parti del territorio di uno Stato preesistente, che permane, e la formazione di uno Stato nuovo o di pi stati nuovi(Formazione degli USA). Nuova indipendenzasi verifica quando si crea uno Stato nuovo su di un territorio dipendente del quale uno stato preesistente(che permane) aveva la responsabilit delle relazioni internazionali(distacco dei domini coloniali).

Capitolo III. La successione di Stati


Qualora dal mutamento territoriale(non di governo) derivi la sostituzione di uno Stato a un altro nella responsabilit delle relazioni internazionali di un territorio, ci si domanda se e in quali casi i diritti facenti capo allo Stato predecessore continuino a valere in capo allo Stato successore. Non esiste una norma generale che preveda la successione automatica nei diritti e negli obblighi desumibile dalla pratica. Le codificazioni in tema sono due: la Convenzione sulla successione degli stati rispetto ai trattati, e la Convenzione sulla successione degli stati rispetto ai beni pubblici, gli archivi e i debiti pubblici. Sono entrambe irretroattive, il che ne esclude lapplicabilit alla massima parte dei problemi relativi ai nuovi stati sorti con la decolonizzazione. Da un lato esse codificano regole esistenti, dallaltro si distaccano dal diritto consuetudinario.

La successione di Stati nei trattati


La materia oggi resta sottoposta al diritto consuetudinario e della convenzione rilevano soprattutto le regole che possano ritenersi corrispondenti a esso. Tra queste rientra: Mobilit delle frontiere dei trattati = Quando una porzione del territorio di uno Stato diviene parte del territorio di un altro Stato, i trattati che vincolano il primo cessano di valere per la porzione di territorio su cui questo non esercita pi la sua sovranit e, invece, valgono anche per essa i trattati di cui parte il secondo stato. Unica eccezione il caso in cui risulti che lapplicazione del trattato in questione sia incompatibile con loggetto o lo scopo del trattato o muti radicalmente le condizioni del suo funzionamento. La prassi dei nuovi stati indipendenti

Nel caso di successione di nuovi stati indipendenti vi sono tre atteggiamenti possibili: 1. Tabula rasaUno stato non pu ritenersi giuridicamente vincolato da trattati e accordi che il suo governo non ha sottoscritto. 2. Accordi di devoluzioneAccordi tra lo stato nuovo ed il suo predecessore, in cui il primo si assume diritti ed obblighi pattizi che, fino al momento dellindipendenza, spettavano al secondo. Tuttavia pacta tertiis neque nocent neque prosunt: i diritti e gli obblighi assunti per devoluzione dallo stato successore, non valgono automaticamente nei confronti di uno stato terzo con cui lo stato predecessore era vincolato per effetto del trattato. Gli accordi di devoluzione hanno effetto vincolante tra le parti, ma perch abbiano efficacia nei confronti di uno stato terzo vincolato allo stesso trattato, ci vuole il consenso di questultimo. 3. Dichiarazioni unilaterali Hanno vario contenuto e tenore circa la successione. Talvolta gli Stati nuovi nellambito di tali dichiarazioni si prendono un periodo di riflessione nel quale vagliano latteggiamento da assumersi circa i trattati in questione(considerarli estinti, succedere, aderire). Spesso lo Stato nuovo concede l applicazione temporanea e provvisoria applicazione del trattato durante il periodo di riflessione. Anche per le dichiarazioni unilaterali vale la regola del consenso degli stati parti al trattato concluso con lo stato predecessore. Queste tre possibili prese di posizione danno limpressione che non esista una regola di diritto internazionale generale secondo la quale gli Stati nuovi succederebbero nei diritti e negli obblighi derivanti da trattati stipulati dai loro predecessori. La prassi conferma che cos!!! . La fusione, la separazione e la dissoluzione di stati Fusione In presenza di fusione certi elementi della prassi sembrano indicare che i trattati precedenti lunione restino in vigore, ma solo nellambito territoriale originario. La Convenzione di Vienna accoglie questo principio, ma formula 2 eccezioni: accordo contrario tra lo stato successore e le altre parti del trattato, o incompatibilit con oggetto e scopo, o mutamento radicale delle condizioni di esecuzione del trattato. A volte difficile capire se si tratta di fusione o di annessione. In questo secondo caso vale il principio della mobilit delle frontiere. Separazione o dissoluzioneLa Convenzione di Vienna del 78 in materia accoglie la regola per cui si deve ritenere che i trattati stipulati dallo stato predecessore continuino a valere per gli stati successori, a meno che il loro originario ambito spaziale di applicazione escluda il territorio di uno di essi. Casi particolari: i trattati di confine e i c.d. trattati localizzati; i trattati per la protezione dei diritti umani. Per determinate categorie di trattati vige una regola internazionale automatica. E uneccezione che conferma linesistenza di una regola. Trattati di confineUna successione di Stati, in quanto tale, non ha alcuna influenza su obblighi e diritti relativi ai trattati di confine(Vienna 78, art.11). Per quanto riguarda i regimi territoriali diversi da quelli di frontiera, lart. 12 di Vienna 78 prevede che una successione di stati non ha effetto sugli obblighi relativi alluso di un qualsiasi territorio, o sulle restrizioni al suo uso, che siano stabiliti per mezzo di un trattato a favore di qualsiasi territorio di un altro stato e siano considerati come attaccati ai territori in questione. Trattati per la protezione dei diritti umaniIl Comitato dei diritti umani ha accolto nel 1995 lopinione che i diritti umani si devolvono con il territorio, e che gli Stati continuano ad essere vincolati dagli obblighi previsti dal Patto assunti dallo stato predecessore.

La successione di stati in materie diverse dai trattati


Parliamo di beni pubblici, archivi e debito pubblico. Beni pubbliciDefinizione di bene pubblico(Vienna 83): i beni, diritti e interessi che, alla data di successione di stati e conformemente al diritto interno dello stato predecessore, appartenevano a questo stato. La Commissione dice che esiste una regola, dipende se ritratta di bene immobile o mobile. Per il primo caso semplice, perch il successore subentra nei beni che si trovano sul suo territorio. Per quelli in territorio estero i beni passano agli stati successori in eque proporzioni. Per i beni mobili il criterio sta nella circostanza che i beni siano legati ad attivit relative al territorio al quale si riferisce la successione(macchine della polizia sono legate al territorio, se c dissoluzione vanno al subentrante in quel territorio). Archivi di StatoCriterio territoriale. Data la possibilit di duplicazione dei materiali, chi ha pi interesse(secondo lestensione del territorio o il numero di persone, istituzioni o societ che si ritrova) terr gli originali, gli altri avranno delle copie. Debiti pubbliciPrassi internazionale poco coerente. Convenzione definisce il debito di Stato come ogni obbligazione finanziaria di uno stato predecessore riguardo a un altro stato, unorganizzazione internazionale o ogni altro soggetto di diritto internazionale, sorta conformemente al diritto internazionale. In via generale il debito si trasmette in unequa proporzione, tenuto conto di beni, diritti ed interessi trasferiti in relazione ai debiti di Stato. Eccezione per lo stato di nuova indipendenza, che non tenuto ad accollarsi nessun debito salvo diverso accordo.

Capitolo IV. internazionale: internazionale

I soggetti di le organizzazioni di

diritto diritto

Organizzazione giuridica e organizzazione istituzionale della cooperazione tra stati In numerosi trattati internazionali, per lo pi multilaterali, i governi contraenti non si sono limitati ad assumere impegni relativi al proprio comportamento, ma si sono anche obbligati a far sorgere appositi enti(istituzioni) destinati ad assolvere determinati compiti nel campo della cooperazione internazionale e capaci di manifestare una propria volont e di svolgere una propria attivit, distinte e separate da quelle dei governi contraenti. Le prime manifestazioni di una periodica cooperazione tra Stati in materia politica: il Concerto Europeo. Il Concerto Europeo fu la pratica delle grandi potenze europee di concertarsi con relativa frequenza intorno alle pi delicate questioni internazionali, a partire dal crollo dellegemonia napoleonica fino alla vigilia della Grande Guerra. La Societ delle Nazioni Fu creata nel 1919 con un accordo istitutivo che venne inserito come parte prima del trattato di pace di Versailles e degli altri trattati di pace che chiusero il primo conflitto mondiale. Alla luce delle speranze che ne accompagnarono il sorgere, ci parve un fenomeno nuovo nelle relazioni internazionali(Stato di stati?), ma non fu cos. Solo sviluppo e integrazione erano gli intenti, tanto pi che 2 dei 3 organi in cui appariva strutturata non erano altro che conferenze diplomatiche(una pi generale, una ristretta).

Le vere novit non erano nel carattere e nella struttura degli organismi posti in essere, ma piuttosto: Lallargamento in un sistema decisamente universale di quello che era stato prima un sistema prevalentemente europeo. La stabilit delle conferenze diplomatiche predisposte e la periodicit(3organosegretariato permanente) delle loro riunioni. La preventiva accettazione da parte dei membri della Societ di alcuni obblighi relativi sia alla messa in moto e al funzionamento degli organismi creati che al comportamento dei membri stessi nei confronti delle decisioni di quegli organismi. Le Nazioni Unite Lo sforzo compiuto con listituzione della Societ delle Nazioni venne vanificato quando nel 1939, dopo un progressivo logoro diplomatico, scoppi la seconda guerra mondiale. Le Nazioni Unite nacquero proprio per reazione agli orrori e agli sconvolgimenti della guerra. I fini dellorganizzazione sono: 1) Mantenere la pace e la sicurezza internazionalerimozione delle minacce alla pace, composizione pacifica delle controversie 2) Relazioni amichevoli basate sui principi di uguaglianza e di autodecisione dei popoli. 3) Cooperazione internazionale a livello economico, sociale, culturale e umanitario. Rispetto dei diritti delluomo e delle libert fondamentali senza distinzione di razza, sesso, lingua o religione. 4) Coordinamento generale per conseguire questi fini comuni. Struttura: Assemblea GeneraleNe fanno parte, con uguale voto, tutti gli stati membri. Ha la competenza di discutere qualsiasi questione o argomento che rientri nei fini della Carta. Pu fare raccomandazioni non vincolanti ai membri delle NU, al Consiglio o a entrambi. Consiglio di sicurezza5 membri permanenti e 10 non permanenti eletti per 2 anni dallAssemblea Generale. Ha la responsabilit principale del mantenimento della pace e della sicurezza internazionale. Sia lAssemblea che il Consiglio decidono a maggioranza, secondo i criteri degli artt. 10 e 27. Segretariatocarattere permanente, a capo del quale posto un Segretario Generale. Consiglio economico e sociale Corte internazionale di GiustiziaPrincipale organo giurisdizionale delle NU. (Consiglio per lamministrazione fiduciaria) Altri fenomeni di organizzazione istituzionale della cooperazione tra stati in materia politica Oltre alle NU esistono anche diverse organizzazioni intergovernative. Alcune hanno competenza generale(Consiglio dEuropa, Organizzazione degli Stati Americani, Unione Africana, Lega Araba), altre specifica(NATO, SEATO, Unione Europea Occidentale, Unione Africana). Lorganizzazione della cooperazione tra stati in materia economica, sociale, tecnica Vari raggruppamenti di organizzazioni intergovernative: Agenzie o istituti specializzati che lavorano scala mondiale sono collegate con le NU(FAO, UNESCO, OMS). A se stante la WTO.

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Organizzazioni operanti entro un quadro regionaleOrganizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico(OCDE), Consiglio per la Mutua Assistenza Economica(COMECON) Nazioni UniteRendono pi efficiente la collaborazione multilaterale degli stati nei vari campi, grazie allattivit dellAssemblea Generale, del Consiglio Economico e Sociale, e di tutto un insieme di commissioni specializzate, economiche, tecniche, mondiali e regionali, create da questi organi.

La Comunit Europea e lUnione Europea Le organizzazioni internazionali come protagoniste, accanto agli stati, della vita di relazione internazionale Le NU potrebbero rappresentare lincarnazione di una organizzazione politico-istituzionale della moderna societ internazionale? No, perch le NU sono la manifestazione di una cooperazione tra stati sovrani e indipendenti, e quindi si limitano ad organizzare la cooperazione, senza sovrapporsi o imporsi sulla sovranit degli stati. Ma se da un lato non si superano i limiti della tradizionale struttura della moderna societ internazionale, dallaltro negli ultimi decenni si verificato un ampliamento della cerchia dei soggetti di diritto internazionale. Le organizzazioni internazionali, pur non avendo gli stessi presupposti materiali degli stati(no sovranit, territorio e popolo), godono di una loro indipendenza, e sono a tutti gli effetti soggetti di diritto internazionale. Create dagli stati, certo, ma da essi indipendenti. Come soggetto di diritto, le NU sono titolari di diritti ed obblighi internazionali e hanno la capacit di far valere i propri diritti per mezzo di reclami internazionali. La loro qualit di soggetto di diritto internazionale si afferma erga omnes(anche verso i non membri), e si parla perci di riconoscimento oggettivo. Il diritto interno delle organizzazioni internazionali Quando parliamo di diritto interno di unorganizzazione internazionale, facciamo riferimento a regole di condotta che presentano una propria marcata autonomia sia rispetto alle regole convenzionali e consuetudinarie, sia rispetto ai diritti nazionali dei singoli stati facenti parte dellorganizzazione. E ovvio che questi sistemi giudici hanno come premessa gli accordi internazionali che istituiscono le organizzazioni, ma una volta che esse hanno preso vita, godono di una propria individualit, collocandosi a met tra lordinamento internazionale e quello nazionale. Gli organi delle organizzazioni internazionali Lorgano di base delle organizzazioni intergovernative lAssemblea Generale(variamente denominata), cui sono affidati i compiti e le deliberazioni pi importanti, relativi allorganizzazione dellente(ammissione o lesclusione dei membri, lapprovazione del bilancio ecc...). Allorgano base, composto dai rappresentanti di tutti gli stati membri, si affianca un organo a composizione pi ristretta, con rappresentanti eletti dallAssemblea per un numero limitato di anni: il Consiglio esecutivo(direttivo o di amministrazione, comitato esecutivo, commissione esecutiva). Esso si riunisce molto pi spesso dellAssemblea(a volte permanente), e sovrintende allesecuzione delle decisioni dellorgano collegiale pi ampio, ne predispone lordine dei lavori, esercita poteri in delega, controlla le attivit di ogni altro organo operante nellorganizzazione. A volte il Consiglio investito direttamente di particolari e delicati poteri di decisione e di azione, separati da quelli dellorgano plenario. Vi poi il Segretariato, che comprende il personale dellorganizzazione, guidato dal Segretario Generale, che una carica di notevole rilievo politico. Le organizzazioni internazionali non governative

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Sono apparati istituzionali che raccordano tra loro una pluralit di associazioni nazionali omogenee: di natura religiosa, politico-ideologica, culturale, economica, tecnica, sociale, umanitaria, sportiva Alla fine sono associazioni private internazionali di associazioni nazionali private. Se sono dotate di personalit giuridica, essa riconosciuta e conferita solo nellambito di un ordinamento nazionale. Non sono soggetti di diritto internazionale a meno che un qualche trattato non le costituisca tramite specifiche disposizioni. Lesempio pi chiaro la Croce Rossa Internazionale.

Capitolo V. Questioni sulla internazionale di altri enti

soggettivit

Esistono altri enti, diversi dagli stati e dalle organizzazioni internazionali, che siano dotati di una personalit giuridica internazionale? La risposta pu venire solo se la ricerca non avviene sulla base di presupposti astratti, bens analizzando la materialit e la concretezza storica della moderna societ internazionale.

La Santa Sede

E la suprema autorit di Governo della Chiesa Cattolica, la quale si posta, sin dalle origini della moderna societ internazionale, come uno dei protagonisti della sua vita di relazione. E pertanto un soggetto di diritto internazionale, ed ha un suo territorio e la piena sovranit su di esso(Citt del Vaticano). Inoltre si configura anche come suprema autorit di Governo della Chiesa Cattolica, concepita come una societas perfecta allo stesso modo delle societ nazionali, dotata di un proprio ordinamento giuridico, distinto e separato dagli ordinamenti nazionali(diritto canonico).

Il Sovrano Militare Ordine di Malta

E un ordine religioso che in passato ha esercitato la sovranit territoriale su Rodi e Malta, ma da oltre 2 secoli non governa pi alcun territorio. Non un soggetto di diritto internazionale( subordinato alla Santa Sede), ma anche la Santa Sede stessa ed alcuni stati gli riconoscono alcune prerogative che di norma spettano agli enti sovrani. LItalia riconosce le prerogative sovrane alla persona del Capo dellOrdine nellesercizio delle sue funzioni di governo come Capo di Stato estero, franchigia doganale al Capo dellOrdine e al Gran Cancelliere, limmunit diplomatica alle sedi di propriet del SMOM, la personalit giuridica delle istituzioni del SMOM quali enti di diritto pubblico melitensetutte prerogative che non sono imposte da nessuna norma di diritto internazionale generale, tanto pi che queste limitazioni alla sovranit nazionale non sono assunte con alcun atto pubblicato n legge preventiva(forti dubbi di legittimit costituzionale).

I governi in esilio

Si trasferiscono o si costituiscono sul territorio di uno stato amico a seguito di invasione bellica o conflitti interni avvenuti sul loro territorio. Sono privi dunque di territorio e di indipendenza, e perci non sono configurabili come soggetti di diritto internazionale.

Popoli, autodeterminazione, minoranze

I popoli, lungi dal costituire un ente dotato di personalit giuridica internazionale, sono i materiali beneficiari di norme internazionali che pur sempre pongono diritti ed obblighi in capo agli stati. Risoluzione dellAssemblea Generale n.1514(L)XV del 1960 ribadisce il diritto allautodeterminazione dei popoli, come diritto di determinare liberamente la propria condizione politica e di perseguire liberamente il proprio sviluppo economico, sociale e culturale. La sottoposizione dei popoli a un giogo, dominio o sfruttamento straniero costituisce una negazione di un diritto

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fondamentale delluomo, contraria alla Carta delle NU ed un impedimento alla promozione della pace e della cooperazione mondiali. Risoluzione n.2625(XXV)del 1970 afferma che i popoli che reagiscano ad una misura di coercizione nellesercizio del loro diritto allautodeterminazione, hanno il diritto di ricercare e ricevere un appoggio secondo gli scopi e i principi della Carta. Limpiego della forza e gli altri atti equiparabili non costituiscono aggressione, se esercitati dai popoli privati con la forza del diritto allautodeterminazione. Il principio di autodeterminazione va per conciliato con quello del rispetto dellintegrit territoriale degli Stati. Es: Il caso Falkland/Malvinas, in cui lautodeterminazione della popolazione locale va conciliata col principio dintegrit territoriale dellArgentina Per quanto riguarda le minoranze, lart.14 della Convenzione europea dei diritti delluomo vieta la discriminazione fondata sullappartenenza a una minoranza linguistica. I concetti di popolo e minoranze stanno alla base della Convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio, che si applica agli atti commessi con lintenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso come tale.

Gli insorti

Sono un gruppo organizzato di individui che prende le armi in occasione di una guerra civile o di moti rivoluzionari interni, sulla spinta di determinati fini politici, quali la conquista del potere o la secessione di un territorio per acquisire lindipendenza o per unirsi a un altro stato. Per quanto apparentemente strano, essi hanno rilevanza anche sul piano del diritto internazionale: gli insorti che riescano a conquistarsi nella comunit internazionale uno spazio sufficientemente ampio di relazioni paritarie con altre entit indipendenti, hanno per ci stesso personalit giuridica internazionale. Tale personalit temporanea, e si ha se ci sono 2 condizioni: 1)che vi si unorganizzazione sotto un comando responsabile 2)che essi riescano ad esercitare un effettivo potere di governo sul territorio.

I movimenti di liberazione nazionale

I movimenti di liberazione nazionale nascono a partire da un piccolo gruppo di uomini determinati che si organizzano e gradualmente sviluppano unattivit intellettuale, politica e militare fino ad ottenere lindipendenza. Lelemento decisivo sempre in tal senso il concorso della volont popolare, poich tali attivit hanno portata internazionale solo se si creano nella vita istituzionale dello stato territoriale situazioni anomale che obbligano a prendere delle misure eccezionali. Si differenziano dagli insorti per lorganizzazione istituzionale e per lesercizio di attivit aventi portata internazionale. Inoltre i MLN non sono necessariamente collegati allo svolgimento di azioni militari. Abbiamo 2 esempi abbastanza importanti: 1. Fronte Polisario lotta per lindipendenza del Sahara occidentale, territorio spagnolo fino al 1975, poi occupato dal Marocco. Numerose risoluzioni dellAssemblea lo definiscono come ente rappresentante il popolo del Sahara occidentale. Oltre a condurre operazioni militari contro le forze marocchine, il Fronte controlla una porzione di territorio sahariano e governa una comunit sahariana stanziata in Algeria. Ha una personalit internazionale in quanto MLN, ma da escludere lesistenza dello stato sovrano della RASD, (che sarebbe sorto a seguito di una dichiarazione dindipendenza adottata nel 76) pur ammesso nellOUA. 2. OLPE considerato dallAssemblea come rappresentante del popolo palestinese nel suo diritto allautodeterminazione. Nella dichiarazione di indipendenza proclamata ad Algeri il 15 novembre 88 da parte del Consiglio Nazionale della Palestina emerge lassenza di un

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effettivo controllo su di un territorio da parte dello stato di Palestina, posto che questultimo fa appello ai membri della nazione araba per la loro assistenza nel raggiungere lobiettivo di un suo stabilimento de facto. Il diritto internazionale riconosce come stati solo quegli enti che, in piena indipendenza, esercitano il proprio potere di governo effettivo nei confronti di una comunit stanziata su un territorio(popolo-governo-territorio). LOLP non ha un territorio se non dei campi profughi, comunque consentiti sotto la sovranit di uno stato ospitante. Si pu pertanto parlare di una limitata soggettivit internazionale. E riconosciuto un locus standi allinterno della comunit internazionale, nellattesa di discutere i modi e i tempi dellautodeterminazione.

Capitolo VI. Lindividuo come titolare di diritti ed obblighi: diritti delluomo e crimini internazionali
Lindividuo pu essere considerato un soggetto di diritto internazionale? Non proprio(diritto internazionale= diritto degli stati per gli stati). Lindividuo semmai loggetto. Es: protezione diplomatica quando un privato subisce un danno dovuto alla violazione da parte di uno stato diverso dal suo, di una regola internazionale riguardante la protezione degli stranieri, e quando il privato abbia esaurito i ricorsi interni previsti dallo stato in questione, la pretesa del privato pu(ma non deve) essere fatta sua dal suo stato. E tuttavia innegabile che di recente sono emerse nel diritto internazionale regole che conferiscono agli individui dei diritti e degli obblighi(protezione dei diritti della persona umana e obblighi nel campo dei crimini internazionali). Questo senzaltro vero, ma non dimentichiamo che si tratta di regole comunque create dagli stati e alla cui formazione gli individui non partecipano. A questo punto la questione della soggettivit internazionale dellindividuo dipende dal peso che vogliamo dare a questo profilo.

I diritti della persona umana


Affermatisi per la prima volta in quanto tali nelle costituzioni di USA e Francia, sono diventati un capitolo complesso e in continua espansione del diritto internazionale. Non pi vero che ogni stato pu trattare i suoi cittadini come crede, mentre solo le norme sul trattamento degli stranieri lo limitano per quanto riguarda questi. Oggi esiste un insieme di norme scritte e non scritte, consuetudinarie e pattizie, di portata generale e regionale in materia: Art.1 par.3 della Carta delle NU Promuovere ed incoraggiare il rispetto dei diritti delluomo e delle libert fondamentali per tutti, senza distinzione di razza, sesso, lingua o religione uno dei fini dellOrganizzazione, e il rispetto e losservanza sono indicati come obiettivi della collaborazione in materia economica e sociale. Questa a sua volta la premessa per creare le condizioni per rapporti pacifici ed amichevoli tra le nazioni. Norme scritte non vincolanti(soft law) ed evoluzione della consuetudine Dichiarazione universale dei diritti delluomo. La Corte Internazionale di Giustizia(CIG) nel caso degli ostaggi nellambasciata USA a Tehran dice: Privare illecitamente degli esseri umani della loro libert e sottoporli a coazione fisica in condizioni di sofferenza manifestamente incompatibile con i principi della Carta delle NU e con i principi fondamentali della Dichiarazione universale dei diritti

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delluomo. Consuetudine? Studi specialistici dicono di s. Emblematico il parere di una Corte interna americana a proposito della tortura. Norme pattizie La Dichiarazione universale e lazione delle NU sono state anche il trampolino per lo sviluppo, oltre che di norme consuetudinarie, anche di norme pattizie:
Tipi di diritti umani o Diritti di 1 Generazione Diritti civili e politici. Comportano soprattutto obblighi di astensione da parte degli stati. o Diritti di 2 Generazione Diritti economici e sociali(lavoro, salute, istruzione).Comportano obblighi di agire, o di fare il possibile da parte degli stati. o Diritti di 3 Generazione Diritti di solidariet di carattere collettivo(autodeterminazione, sviluppo, ambiente sano). E difficile individuare il destinatario degli obblighi.

A. Grande importanza tra le norme pattizie di carattere generale e portata

universale hanno i Patti delle Nazioni Unite, che riprendono e precisano i diritti di 1 generazione, e consacrano quelli di 2 generazione, avviandoli verso la direzione consuetudinaria. B. A livello universale vi sono poi molti altri strumenti convenzionali che riguardano settori specifici della protezione dei diritti umani(Convenzione sulla prevenzione e repressione del genocidio, Convenzioni sui diritti della donna e del fanciullo, Convenzione contro la tortura...). Molte di queste convenzioni hanno generato Comitati di esperti ai quali gli Stati devono presentare periodici rapporti sullo stato di adempimento degli obblighi. C. Un ruolo importante, anche di apristrada alle convenzioni universali, hanno svolto convenzioni di portata generale adottate a livello regionale, ad esempio la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti delluomo e delle libert fondamentali, integrata da 13 protocolli. Essa fu adottata, nel 1950, tra gli stati dellEuropa occidentale e per 40 anni fu la quasi simbolica espressione della contrapposizione con gli stati sottoposti a regimi totalitari. La Convenzione ha avuto un triplice merito: 1. Pochi anni dopo la Dichiarazione universale, ha ripreso, modificandoli e approfondendoli, i diritti derivanti dagli obblighi internazionali per gli stati contraenti in questa previsti, obblighi che sono stati poi trasposti negli ordinamenti interni. 2. Ha aperto la strada alla formazione dei Patti delle Nazioni Unite. 3. Ha introdotto listituzione della Corte europea dei diritti delluomo come meccanismo di controllo della messa in opera dei diritti da parte degli stati contraenti. Meriti simili hanno avuto la Convenzione americana dei diritti delluomo del 1969, e la Carta africana dei diritti delluomo e dei popoli, anche se la seconda meno incisiva sia sotto il profilo delle norme sostanziali, che sotto quello delle procedure di controllo. Attualmente rimane scoperto solo il continente asiatico.

I diritti procedurali dellindividuo nei meccanismi internazionali per lapplicazione delle norme sui diritti umani

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Prima si parlato di meccanismi miranti a mettere in luce le inadempienze degli Stati ai loro obblighi in materia di tutela dei diritti umani e a imporre loro varie forme di riparazione a vantaggio degli individui. Il ruolo degli individui in tale ambito pu variare da quello di mero iniziatore di procedimenti da cui poi resta estraneo, a quello di un vero e proprio instauratore di un procedimento, cui lindividuo partecipa, di fronte a una corte internazionale. Nellambito degli organi delle Nazioni Unite sono stati creati due procedimenti: o Petizione individuale(pubblico)Puro meccanismo di iniziativa, in quanto gli individui non partecipano ai procedimenti e perch oggetto di questi non una protezione individualizzata. Il risultato una raccomandazione. o Comunicazione individuale al Comitato dei diritti delluomo(confidenziale)Di maggior rilievo rispetto allaltro, un procedimento che non tutti gli stati parte del Patto per i diritti civili e politici hanno accettato, in quanto previsto da un Protocollo facoltativo. Ogni individuo che si ritenga vittima della violazione di uno dei diritti enunciati dal Patto pu presentare una comunicazione al Comitato. Questo la esamina tenendo conto delle comunicazioni scritte dello stato che avrebbe commesso la violazione e di quelle dellindividuo interessato. Sorta di contraddittorio scritto, quasi-giudiziale. Alla fine il Comitato adotta conclusioni che vengono trasmesse allo stato interessato e allindividuo e che contengono spesso anche lindicazione degli obblighi che incombono sullo stato a seguito di quanto accertato dal comitato. Uno stato che tiene alle reazioni dellopinione pubblica e degli altri stati difficilmente decider alla leggera di non seguire le indicazioni(pur non vincolanti) del Comitato. Ancor pi penetrante il ruolo riservato agli individui europea dei diritti delluomo del 1950. dalla Convenzione

Ricorsi individuali possono infatti essere presentati alla Corte europea dei diritti delluomo, costituita da un giudice per ogni stato membro del Consiglio dEuropa. Possono ricorrere persone fisiche, organizzazioni non governative o gruppi di privati che sostengano dessere vittime di una violazione dei diritti riconosciuti nella Convenzione e nei suoi Protocolli da una delle Alte Parti. Il ricorso , che avvia un procedimento caratterizzato dai principi della pubblicit e del contraddittorio sia scritto che orale, cui lindividuo partecipa a pieno titolo, mira ad ottenere dalla Corte la dichiarazione dellavvenuta violazione e la relativa condanna dello Stato in causa. Qualora non sia possibile la rimozione della causa della violazione, possibile la condanna a prestare unequa soddisfazione. Le sentenze sono vincolanti e il Comitato dei Ministri del Consiglio dEuropa ne sorveglia lesecuzione. La funzione di filtro dellammissibilit dei ricorsi ora assunta da Camere composte da 7 giudici, alle quali spetta anche, dopo un tentativo di conciliazione, di pronunciare la sentenza. Pu accadere che la Camera dei 7 si spogli del caso rimettendolo alla Grande Camera(composta da 17 giudici), qualora il ricorso sollevi gravi problemi di interpretazione o sia in contrasto con la precedente giurisprudenza della Corte. Se ci non avviene la sentenza diviene definitiva solo nel caso che, passati 3 mesi, nessuno stato parte al procedimento abbia chiesto che il caso sia sottoposto alla Grande Camera. Le sentenze della Grande Camera non sono solo vincolanti, ma anche definitive.

Nel sistema interamericano il ruolo riconosciuto importante, pi indiretto.

allindividuo,

pur

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Gli individui possono presentare: petizioni contenenti denunce o esposti relativi a una violazione della Convenzione alla Commissione interamericana dei diritti delluomo(organo indipendente di 7 membri), che ha varie competenze di accertamento e di conciliazione, esaurite senza successo le quali pu pubblicare un rapporto in cui espone le sue conclusioni sulla questione. Se lo stato in questione ha riconosciuto con apposita dichiarazione la giurisdizione della Corte interamericana dei diritti delluomo, la Commissione pu sottoporre il caso a tale Corte, la cui decisione vincolante. Gli individui pertanto non hanno diritto di ricorso diretto alla Corte, ma una volta accertata la ricevibilit del ricorso, possono presentare istanze, argomenti e prove in maniera autonoma durante tutta la procedura.

Nel sistema africano la Carta africana dei diritti delluomo e dei popoli riconosce una competenza obbligatoria(non vincolante) a pronunciarsi alla Commissione da essa istituita. Meccanismo pi debole rispetto a quello europeo ed americano.

La posizione dellindividuo infatti ambigua: infatti egli pu adire direttamente la Corte senza la necessit del filtro della Commissione, ma la competenza della Corte sui ricorsi individuali facoltativa.

Lindividuo come dellindividuo.

titolare di

obblighi:

crimini

internazionali

Esistono i crimini internazionali dello Stato e crimini internazionali dellindividuo. Solo la seconda qualifica consente di far valere la responsabilit personale dellindividuo, che si aggiunge alla responsabilit internazionale dello stato di cui lindividuo organo(Esigenza di ridurre al massimo la possibilit che i rei sfuggano alla giustizia). Posto questo, il punto cruciale per risolvere il problema delleffettivit : qual il tribunale competente a giudicare i crimini internazionali degli individui? 3 possibili risposte: A. Creazione di tribunali internazionali B. Competenza universale dei giudici di tutti gli stati, con lobbligo di estradare ad altro stato richiedente il presunto responsabile(qualora lo stato di giacenza non intenda perseguirlo). C. Combinazione dei 2 principi. Sentenza del 20 settembre 46 resa a Norimberga dal Tribunale militare internazionale per condannare le persone che, agendo nellinteresse dei paesi dellAsse Europeo, avessero compiuto atti che rientravano nelle tre categorie di crimini definite nellart. 6 della Carta del Tribunale(crimini contro la pace, di guerra e contro lumanit). Il Tribunale, pur potendo infliggere, con sentenza motivata e definitiva, la pena di morte o qualunque altra pena ritenuta giusta, dichiar di giudicare sulla base del diritto internazionale, poich la Carta del Tribunale non un esercizio arbitrario di potere da parte delle nazioni vittoriose, ma lespressione del diritto internazionale al tempo della sua creazione. Ne segue che poich i crimini sono commessi da uomini, le norme di diritto internazionale possono venir applicate solo punendo gli individui che commettono tali crimini. Gli individui hanno obblighi internazionali che trascendono gli obblighi nazionali di obbedienza imposti dal singolo stato.

Listituzione di conseguenze

giurisdizioni

penali

internazionali

le

sue

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Dopo Norimberga la materia dei crimini internazionali rimase in stallo per oltre 40 anni, per poi ripartire a tamburo battente nellultima decade del XX secolo, con listituzione di Tribunali penali internazionali: 1993 Tribunale penale internazionale per i crimini commessi nellEx-Jugoslavia 1994 Tribunale internazionale per il Ruanda 1998 Adozione Statuto della Corte Penale Internazionale 2003 Costituzione della Corte Penale Internazionale I primi due sono stati costituiti ad hoc in base a risoluzioni del Consiglio di Sicurezza, il che ne rende immediata e opponibile a tutti gli stati membri NU la creazione e loperato. La Corte Penale Internazionale stata istituita con Trattato entrato in vigore nel 2002, e perci vincolante per i soli stati che lhanno ratificato o vi hanno aderito. Il progresso che, sia pure con limiti, deriva da questistituzione ha 3 meriti: 1. Mette in atto strutture giudiziarie internazionali di fronte a cui gli individui accusati di crimini internazionali possono essere processati. 2. La presenza di giurisdizioni penali internazionali influenza e spinge gli stati a reprimere con il loro diritto penale e i loro meccanismi giudiziari i crimini internazionali. 3. I documenti che disciplinano i tribunali ad hoc e la Corte Penale Internazionale, nonch la prassi dei primi hanno dato un contributo fondamentale alla definizione dei crimini internazionali dellindividuo e del loro ambito di applicazione. Per i tribunali ad hoc i limiti della giurisdizione sono fissati semplicemente dal tempo e dal luogo. Per la Corte Penale Internazionale la cosa un po pi complessa: La giurisdizione pu esercitarsi se il crimine stato commesso sul territorio di uno stato parte o da un cittadino di uno stato parte. Opposizione degli USA: tentativi di rigirare le carte. Strada irta di ostacoli.

Le varie categorie di crimini internazionali dellindividuo e il diritto internazionale penale


Per farsi unidea abbastanza accurata delle varie categorie di crimini internazionali sembra utile riferirsi a quelli rispetto ai quali le giurisdizioni penali esistenti possono esercitare la loro giurisdizione. A tal fine il punto di partenza lo Statuto della Corte penale internazionale: Art. 5 La giurisdizione riguarda i crimini: 1. Di genocidioCiascuno degli atti seguenti, commesso con lintenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso come tale: a. Uccisione dei membri del gruppo b. Lesioni gravi allintegrit fisica o mentale di membri del gruppo c. Sottoposizione deliberata del gruppo a condizioni di esistenza che comportano la sua distruzione fisica, totale o parziale d. Misure miranti a impedire le nascite allinterno del gruppo e. Trasferimento forzato di bambini da un gruppo allaltro 2. Contro lumanitGravi attentati alla vita e alla dignit umana caratterizzati dal loro carattere diffuso o sistematico: a. Omicidio b. Sterminio

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c. Riduzione in schiavit d. Deportazione o trasferimento forzato di popolazione e. Incarcerazione o altra grave violazione della libert personale in violazione di regole fondamentali di diritto internazionale. f. Tortura g. Stupro h. Schiavit sessuale i. Prostituzione forzata j. Gravidanza forzata k. Sterilizzazione forzata o ogni altra forma di violenza sessuale di gravit comparabile l. Persecuzione contro un gruppo o collettivit identificabile per motivi politici, razziali, nazionali, etnici, culturali, religiosi, di genere o per altri motivi universalmente riconosciuti come inammissibili secondo il diritto internazionale, in connessione con altri crimini contro lumanit e non che rientrino nella giurisdizione della Corte m. Lapartheid n. Altri atti inumani di carattere simile che diano luogo intenzionalmente a grande sofferenza, o gravi danni al corpo o alla salute fisica e mentale. 3. Di guerra Sono le violazioni gravi delle norme sul c.d. jus in bello previste dal diritto consuetudinario e da specifiche convenzioni. Possono riguardare: a. Trattamento delle persone c.d. protette(feriti, civili, prigionieri di guerra) o specialmente protette(personale medico, Croce Rossa) b. Uso di metodi o mezzi di guerra proibiti(vedi art. 8 par. 2 lett. a) c. Crimini commessi in conflitti armati interni e non solo in quelli internazionali 4. Di aggressioneRimando alluso della forza. Altri principi importanti: o Nullum crimen e nulla poena sine lege o Irretroattivit delle norme incriminatici o Principio di responsabilit penale individuale, completato da una serie di norme in tema di complicit, istigazione, tentativo e intenzione e conoscenza del reato. o Norme che escludono qualsiasi esenzione o immunit dovute alla qualit ufficiale della persona incolpata e disciplinano le condizioni in presenza delle quali sussiste la responsabilit dei superiori per gli atti dei subordinati. Lordine del superiore pu essere una scusante ma solo in limitati casi di crimini di guerra e mai per genocidio o per crimine contro lumanit. o Lo Statuto contiene inoltre una serie di garanzie per un giusto processo, a partire dalla presunzione di innocenza e dalla previsione della indipendenza e imparzialit dei giudici, e per il trattamento di sospetti e imputati, delle vittime e dei testimoni.

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Capitolo VII. Caratteri dinsieme delle regole del diritto internazionale


Art. 38 par. 1 dello Statuto della Corte Internazionale di GiustiziaFonti del diritto internazionale: 1. Consuetudini come prova di una pratica generale accettata come diritto 2. Convenzioni come norme espressamente riconosciute dagli stati in lite 3. Principi generali di diritto riconosciuti dalle nazioni civili(sussidiari) 4. Decisioni giudiziarie e dottrina come mezzi sussidiari per la determinazione delle norme.

Natura e origine della consuetudine


La consuetudine ha per destinatari tutti indistintamente i membri della societ internazionale. Problema: proprio per il fatto di non essere posta per iscritto da un legislatore secondo procedure rigidamente predeterminate, la regola ha i 3 caratteri di spontaneit, informalit e flessibilit, che la rendono di difficile inquadramento. Varie posizioni dottrinali: c chi pensa a una fonte superiore e formale da cui lidoneit a creare regole generali, e chi (noi) pensa che lobbligatoriet della norma derivi dalla constatazione empirica della presenza ed operativit di regole che disciplinano vita di relazione dei membri della societ internazionale. Questo dato empirico si spiega considerando che per lesistenza della consuetudine servono 2 elementi: 1. Elemento oggettivoRipetizione costante nel tempo di una serie di comportamenti 2. Elemento soggettivo(opinio juris sive necessitatis)Convincimento che i comportamenti in questione sono doverosi e prescritti da una regola giuridica. Non bastano n la frequenza n il carattere abituale degli atti. Serve anche la coscienza di un obbligo giuridico, altrimenti sarebbero consuetudini anche semplici atti di cortesia o tradizione. Detto questo, laccertamento dellesistenza di norme consuetudinarie consiste nellesaminare e valutare i comportamenti materiali e le manifestazioni di opinioni degli stati. E per un processo difficoltoso, perch spesso questi due aspetti sono mescolati e difficilmente distinguibili.

Il fattore tempo nella formazione della consuetudine


E irrilevante, insieme ai processi che portano alla formazione o al venir meno della consuetudine, anche il fattore tempo. Non poche regole internazionali generali sono venute ad esistenza nellarco di pochi anni.

La prova della consuetudine


Non sembra che si possa parlare di un vero onere della prova del contenuto e dellesistenza delle regole generali del diritto internazionale. Una norma non pu ritrovarsi ad esistere solo perch uno o qualche stato la riconoscono, e nemmeno si pu esigere che tutti riconoscano lesistenza di una norma perch essa sia riconosciuta. Diciamo che una consuetudine pu dirsi universalmente riconosciuta se essa risulti seguita non solo da un adeguato numero di stati, ma anche dai principali gruppi di stati interessati alla regola stessa.

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Gli interventi volontari nella formazione ed evoluzione delle regole consuetudinarie


Abbiamo parlato della consuetudine come norma spontanea. Per sempre pi frequente che gli Stati cerchino di influire sul processo di formazione della norme consuetudinarie. Come? Abitudine a partecipare ai lavori preparatori di istanze. Questi interventi possono avere il fine, tra laltro, di rafforzare il carattere consuetudinario di una regola esistente, di accelerare la formazione di una regola nuova, o di evitarla. Questi interventi possono rivestire le forme pi varie: comportamenti materiali, provvedimenti interni, dichiarazioni, obiezioni Es: Legge del Canada per la prevenzione dellinquinamento marino. TrudeauIn mancanza o insufficienza di un diritto che tutela le acque artiche dallinquinamento, noi preserviamo questarea per lumanit, finch il diritto internazionale non si sviluppi. E intanto noi siamo pronti a facilitarne lo sviluppo prendendo misure da parte nostra Poi ci sono interventi onesti o meno

Lo stato obiettore persistente


Tra gli interventi volontari nel processo di formazione delle norme consuetudinarie, c il caso in cui uno stato, pur non volendo intralciare il sorgere di una norma in formazione, formula persistenti e in equivoche obiezioni al fine di sottrarsi allambito di applicazione di tale norma. In questo caso, la regola stessa, una volta affermata, non pu essere fatta valere nei confronti dello stato in questione.

Le consuetudini locali o particolari


Non esistono solo consuetudini di portata generale, ma anche di consuetudini particolari. E il caso in cui una pratica generale viene accettata come diritto non da tutti gli stati membri della societ internazionale, ma da un gruppo limitato e determinato di stati o al limite da due stati soltanto. La possibilit dellesistenza di queste regole emerge nella sentenza del 20 Novembre 1950 sulla controversia tra Colombia e Per relativa al diritto di asilo. In questo casoonere della prova.

Norme internazionali consuetudinarie

primarie

costituzionali

norme

In realt non vi , nellordinamento internazionale, alcuna fonte di diritto speciale per la creazione di principi costituzionali o fondamentali. I principi di cui si parla sono essi stessi regole consuetudinarie, regole contenute in trattati o anche emananti da organismi o procedimenti a loro volta istituiti da trattati. Non vanno confusi con le regole di jus cogens, la cui esistenza come norme consuetudinarie inderogabili emerge nel quadro del diritto dei trattati e della responsabilit internazionale(vedi cap. 9 e 11) Se si considera la Carta delle Nazioni Unite come la costituzione dellordinamento internazionale, si pu comprendere meglio laccenno alla costituzione. La Carta non da ritenersi come la costituzione di un ordinamento universale, ma uno degli organi di cui disciplina il funzionamento pu emanare , in certi casi, norme vincolanti per tutti gli stati. Gli obblighi imposti tramite queste regole, prevalgono in caso di conflitto, sugli obblighi incombenti in virt di altri trattati.

La natura delle regole particolari del diritto internazionale


Il procedimento da cui traggono vita le regole particolari del diritto internazionale(trattati o accordi) presenta marcate analogie con il contratto. Entrambi danno vita, a certe

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condizioni ed entro determinati limiti, ad un autoregolamento obbligatorio tra soggetti di diritto. Per pian col fagian, perch ci sono anche marcate differenze: o Diverso contesto giuridico e socialeLaccordo tra stati serve per costituire, regolare o estinguere regole di diritto internazionale. o Non c una tipicit dei trattati. o I trattati non sono esclusivamente o prevalentemente fonti di obbligazioni in senso tecnico(?)

Il diritto internazionale generale come diritto della coesistenza degli stati


La distinzione tra diritto internazionale generale(consuetudine) e particolare(trattati) appare caratterizzata non soltanto dalla diversa rilevanza assunta dai processi di formazione delle relative regole, ma anche da diversit dei loro contenuti. Le regole generali del diritto internazionale non provvedono ad esigenze di cooperazione degli Stati, ma a quelle scaturenti dalla loro coesistenza come centri sovrani ed indipendenti di potere politico. Infatti: - Ogni membro della societ internazionale pienamente libero di organizzarsi e di organizzare la collettivit umana al cui governo preposto - Assenza di regole generali che valutino la complessiva potest legislativa, giurisdizionale ed esecutiva che ogni stato esercita sul proprio territorio - Assenza di norme sulla cooperazione. - Assenza di norme generali in materia di composizione obbligatoria delle controversie internazionali. Ritorniamo al discorso sulla moderna societ internazionale: Non un ordinamento universale gerarchico.

Il diritto internazionale particolare come diritto alla cooperazione tra gli stati
Attraverso trattati e accordi si attua la regolamentazione della cooperazione tra stati, che rimessa quasi integralmente alla volont degli stati interessati. Sono state cos create le organizzazioni internazionali, strutture la cui esistenza non avrebbe mai potuto derivare da alcuna regola di diritto internazionale generale.

I rapporti tra regole consuetudinarie e regole pattizie


Anche se i trattati internazionali sono posti in essere tramite un procedimento previsto da norme consuetudinarie, non significa che una posizione sovraordinata del diritto consuetudinario esista anche sotto il profilo dellefficacia normativa. E anzi vero il contrario. Le norme pattizie (tra le parti)hanno unefficacia del tutto equivalente ed autonoma rispetto alle regole di diritto non scritto e consuetudinario. Solo con la convenzione di Vienna del 69 si cominciato a parlare di una ristretta cerchia di norme consuetudinarie che, in certi casi ed entro certi limiti, hanno un contenuto imperativo e unefficacia prevalente sulle norme pattizie(norme di jus cogens).

I principi generali di diritto


Nelloriginario processo di formazione spontanea delle regole generali della moderna societ internazionale hanno giocato un importante ruolo i principi generali di diritto. Essi originariamente non erano che principi generali del diritto romano o del diritto interno del tempo, i quali costituivano quel diritto comune che rappresent, per molti paesi europei(fino a inizi 1700) una sorta di sfondo giuridico uniforme tra i paesi stessi e i rispettivi ordinamenti nazionali. Il ruolo svolto da tali principi generali venuto progressivamente regredendo con laffermarsi di regole della vita di relazione internazionale riferite direttamente alla pratica degli stati. Non poche regole di diritto internazionale

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generale sono venute cos plasmando il loro contenuto sotto linfluenza di certi principi generali. Una simile trasfusione di principi generali dalla sfera giuridica delle societ nazionali a quella propria della societ internazionale da ritenersi ancora ammissibile?Si Statuto della corte di Giustizia,art. 38La Corte pu applicare, nel decidere le controversie in base al diritto internazionale, anche i principi generali di diritto riconosciuti dalle nazioni civili. Da escludere in ogni caso, che il riferimento ai suddetti principi generali implichi un riferimento a principi metagiuridici di giustizia, di diritto naturale, di equit. Se la Corte pu decidere ex aequo et bono, solo per esplicito accordo delle parti. Lesercizio del potere di ricorrere ai principi generali di diritto soggetto a condizioni e restrizioni: 1. Si applica solo in assenza di regole n particolari n generali del diritto internazionale applicabili alla fattispecie in questione. 2. Il principio generale di diritto applicato dalla Corte deve informare gi di s i principali sistemi giuridici nazionali. 3. Bisogna che il principio non sia incompatibile con i caratteri e la struttura della societ internazionale. Nonostante questo potere la maggioranza della Corte non sembra aver mai basato una sua pronuncia esclusivamente su uno di tali principi.

Le organizzazioni internazionali e il diritto internazionale pattizio


La presenza e lazione delle organizzazioni internazionali ha introdotto alcuni elementi nuovi nei processi di formazione(spontanea e pattizia) del diritto internazionale. In materia di diritto convenzionale soprattutto alcune di esse giocano un ruolo importante nelliter formativo di numerosi trattati multilaterali tra stati, sia attraverso la convocazione di conferenze diplomatiche in cui si elabora e adotta il testo di trattati, sia attraverso la redazione e adozione diretta in seno allorganizzazione. Inoltre le organizzazioni intergovernative sono il quadro entro il quale lobbligatoriet dellaccordo acquista un suo fondamento giuridico. Es: i regolamenti dellOMS. Nuova fonte del diritto internazionale? Ad ogni modo, per quanto i procedimenti di formazione dei suddetti regolamenti si discostino innegabilmente dal procedimento dellaccordo internazionale(avvicinandosi sotto certi aspetti a procedimenti di tipo legislativo), non contestabile che il valore di tali procedimenti per gli stati membri dellorganizzazione riposa sullaccordo e dipende dallaccordo istitutivo dellorganizzazione. I regolamenti sono regole di secondo grado rispetto alle regole pattizie, in quanto il fondamento della loro obbligatoriet riposa su procedimenti previsti da una o pi regole pattizie.

Le organizzazioni consuetudinario

internazionali

il

diritto

internazionale

La presenza di numerose organizzazioni intergovernative il quadro entro cui si manifestano pratiche che danno luogo alla formazione spontanea(tra gli stati membri dellorganizzazione), di regole non scritte di diritto internazionale, che integrano, modificano o interpretano laccordo istitutivo. Es: il fondamento giuridico delle operazioni di peace keeping e peace enforcement ha natura consuetudinaria. Dallinsieme degli accordi conclusi tra le organizzazioni internazionali e gli stati in una determinata materia possono ricavarsi principi comuni. In essi la Corte internazionale di Giustizia sembra vedere lindicazione di regole di tipo consuetudinario applicabili tra

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stati e organizzazioni nella materia di cui si tratta(es: i diritti e gli obblighi reciproci dello stato ospite e dellorganizzazione che ha la sua sede nel territorio del primo). Poich la volont delle organizzazioni internazionali dipende, nella massima parte dei casi, da quella degli stati(rappresentanti negli organi), tali loro decisioni, quando abbiano un rilievo sotto il profilo dellaccertamento della formazione di norme consuetudinarie, possono considerarsi al tempo stesso pratica dellorganizzazione e pratica degli stati.

Le dichiarazioni di principi dellAssemblea Generale NU e il soft law


Problema dellincidenza delle dichiarazioni di principi sulla formazione di regole del diritto internazionale generale(Es: ris. 217 A(III) del 1948 recante la dichiarazione universale dei diritti delluomo, ris. 3324(XXIX) del 1974 recante la definizione di aggressione, ris. 42/22 del 1987 relativa al rafforzamento dellefficacia del principio del non ricorso alla minaccia o alluso della forza nelle relazioni internazionali). Queste dichiarazioni di principi, considerata la vocazione universale delle Nu, non dovrebbero configurarsi come una vera e propria nuova fonte( di natura legislativa o quasi) del diritto internazionale, contrapponibile sia allaccordo che alla consuetudine? Non proprio. Sicuramente queste risoluzioni hanno un grande peso nei processi di formazione spontanea di regole generali di diritto internazionale e di cristallizzazione di opinioni e pratiche dalle quali derivano o si sviluppano tali regole, ma niente di pi. Anche perch parliamo di atti che hanno valore di raccomandazioni!!! Le risoluzioni non sono direttamente vincolanti per gli stati, e in genere non sono prova del diritto consuetudinario, per il consenso degli stati alle risoluzioni pu essere utile nellaccertare lopinio juris relativa allesistenza di norme internazionali generali che riguardano il caso in questione. Quando un testo di contenuto normativo adottato attraverso procedimenti a carattere non vincolante, comunque in grado di produrre effetti giuridici come quelli appena visti, si parla di soft law. In questa categoria rientrano: varie categorie di raccomandazioni adottate da organizzazioni internazionali(politica, economia) e dalle Comunit Europee. Accordi non vincolanti(vedi diritto dei trattati) Codici di condotta. Nonostante il loro carattere non vincolante, le regole di soft law vengono in genere seguite dagli stati. Il confine tra lo spontaneo adempimento e il processo di consolidamento di norme consuetudinarie spesso difficile da individuare.

Atti giuridici unilaterali


Non costituiscono propriamente atti unilaterali n gli atti di ratifica, di approvazione o adesione ad un trattato, n gli atti di annessione di un territorio altrui o nullius. I primi infatti producono effetti internazionali solo quando convergono con manifestazioni di volont di altri soggetti, e i secondi solo se sono elementi di una fattispecie pi complessa, che richiede uneffettiva e stabile estensione di autorit. Sono atti unilaterali tutte quelle manifestazioni di volont di soggetti cui il diritto internazionale ricollega conseguenze o effetti corrispondenti alla volont manifestata.

Le varie categorie di atti unilaterali


Contemplate da regole pattizie: o Denuncia o recessoUno stato recede da un trattato. Con il recesso viene meno lefficacia delle regole fissate dal trattato per lo stato nei confronti delle altre parti.

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o DomandaUno stato mette in moto il procedimento per il regolamento giudiziario

delle controversie, previsto da un trattato di cui siano parti entrambi gli stati in causa.

Contemplate da regole generali del diritto internazionale:

o RiconoscimentoUno stato manifesta unilateralmente a un altro stato la propria o

o o o

volont di considerare esistente e di non contestare la situazione di fatto e di diritto risultante dai mutamenti intervenuti nella sfera delle relazioni internazionali. RinunciaUno stato manifesta la volont di non avvalersi di un diritto soggettivo spettategli nei confronti di un altro stato, a seguito di una regola, generale o pattizia, del diritto internazionale. La rinuncia non si presume, anche se tanto la rinuncia quanto il riconoscimento possono risultare sia dal silenzio che da comportamenti concludenti. ProtestaUno stato protesta quando il fatto di un altro stato leda quello che lui ritiene un suo diritto soggettivo. Per avere efficacia, deve essere tempestiva, per non dare adito a forme di acquiescenza. PromessaUno stato tenuto a rispettare una certa linea di condotta in forza di una promessa, con efficacia vincolante. NotificazioneDifficile configurarla come un atto unilaterale. Non infatti una dichiarazione di volont, quanto piuttosto una comunicazione di un fatto.

Capitolo IX. Il diritto dei trattati


La nozione di trattato
Un trattato una convergenza di manifestazioni di volont di due o pi stati, ciascuno dei quali consente , nei confronti dellaltro o degli altri, ad osservare come obbligatorie le regole di condotta contenute in un documento scritto o in due o pi documenti scritti connessi tra di loro. Dallart.2 della Convenzione di Vienna si deduce che il diritto internazionale non lunico bacino in cui si possono formare accordi tra stati, che possono concludere tra loro anche normali contratti di diritto privato. Sono da considerarsi trattati internazionali anche alcuni accordi cui la Convenzione di Vienna, per motivi di opportunit pratica, non applicabile: o gli accordi conclusi tra stati e altri soggetti di diritto internazionale o gli accordi conclusi tra altri soggetti di diritto internazionale o gli accordi conclusi non in forma scritta. Il fatto che essa non si applichi a tali accordi non porta pregiudizio: a) al valore giuridico di tali accordi, b) allapplicazione a questi di ogni regola enunciata nella Convenzione alla quale siano sottoposti in virt del diritto internazionale indipendentemente dalla convenzione, c) allapplicazione della convenzione alle relazioni inter se tra stati nellambito di accordi internazionali dei quali siano ugualmente parti altri soggetti di diritto internazionale. I trattati conclusi in forma non scritta costituiscono unipotesi eccezionale, laddove la prassi prevede la forma scritta. La pubblicit non un requisito fondamentale, in quanto la conseguenza della mancata pubblicazione non linvalidit o linefficacia del trattato, quanto limpossibilit di invocare il trattato di fronte a un organo delle Nazioni Unite.

La struttura formale e la lingua dei trattati


1. TitoloTrattato di pace, alleanza, commercio e navigazione 25

i motivi che hanno portato i due stati a negoziare. Nei multilaterali c lelencazione di tutti gli stati partecipanti al negoziato, nel caso in cui la produzione di effetti del trattato sia subordinata alla presenza di tutti gli stati in questione. A volte il perfezionamento del trattato legato alladesione di un numero minimo. 3. DispositivoE la parte precettiva, suddivisa in parti, capitoli, articoli, paragrafi, ecc 4. Parte finaleBacino di raccolta di tutte le clausole finali (o protocollari) relative ai tempi e ai modi con cui dovr essere espresso il consenso dello stato a vincolarsi al trattato, allentrata in vigore, allapplicazione territoriale e temporale, alla durata o ai modi di porre fine al trattato, nonch(per i multilaterali) agli stati che potranno divenire parti, alle riserve, alle clausole in materia di emendamenti o di revisione, alla designazione e ai compiti del depositario Alle origini il testo dei trattati era prevalentemente redatto in latino, ma con la met del 1700 la lingua francese lo soppiant. Nei trattati bilaterali il testo redatto in entrambe le lingue. Nei multilaterali in una pluralit di lingue, tutte parimenti autentiche.

2. PreamboloParte introduttiva del trattato. Nei bilaterali si enunciano brevemente

La redazione del testo del trattato attraverso negoziati tra stati


Anche se il diritto internazionale non pone alcun requisito di forma , perch un trattato possa dirsi perfezionato nella pratica appare quanto mai utile una preventiva redazione scritta del testo, sul quale possa poi manifestarsi la convergenza dei consensi. Questa fase preparatoria si svolge per lo pi ma non necessariamente, attraverso negoziati o trattative tra stati. Liniziativa presa da uno o pi stati interessati, dopo un preventivo accertamento della disponibilit degli altri stati. Per i multilaterali pi importanti si convocano conferenze diplomatiche(spesso ad opera delle organizzazioni internazionali). In genere lo stato iniziatore presenta anche il progetto del regolamento di procedura da seguire nelle varie fasi, cos che la conferenza non debba dilungarsi in tal senso.

Ladozione del testo


Se le trattative hanno buon esito, si procede con ladozione del testo del trattato, che richiede in genere il consenso di tutti gli stati che hanno partecipato alla sua elaborazione. Nulla vieta tuttavia agli stati, soprattutto quando si tratta di negoziati multilaterali, di disporre diversamente al riguardo. La pratica pi largamente seguita per ladozione infatti quella di maggioranza qualificata(2/3), per tutelare la maggioranza dalle minoranza dispettose.

La firma e gli altri mezzi di autenticazione del testo


Ladozione del testo di un trattato apre la strada alla fase successiva, che quella della stipulazione del trattato. A volte possibile che il consenso ad obbligarsi sia manifestato contestualmente alladozione, ma lipotesi meno frequente. Tra adozione e stipulazione intercorre un lasso di tempo pi o meno lungo, durante il quale possibile procedere con lautenticazione del testo al fine di certificare il carattere autentico e definitivo del testo scaturito dalle trattative. La Convenzione di Vienna dice che un testo autentico e definitivo: a) Secondo la procedura prevista in questo testo o concordata dagli stati che hanno partecipato allelaborazione del trattato b) In mancanza di tale procedura, per mezzo di: a. firma b. firma ad referendum c. parafatura(sottoscrizione non per esteso del plenipotenziario) del testo del trattato o dellatto finale di una conferenza nel quale il testo incorporato.

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Un trattato pu comunque essere perfezionato senza che vi sia stata una formale autentificazione da parte dei plenipotenziari. Una volta adottato e, se del caso, autenticato il testo, la stipulazione una fase essenziale e ulteriore nelliter che porta al perfezionamento di un trattato. La manifestazione del consenso non soggetta a prescrizioni di forma: laccordo delle parti decisivo. E chiaro che quasi sempre lo stato si orienter verso quelle forme di manifestazione del consenso che gli permettano anche di rispettare le prescrizioni del suo diritto costituzionale, ma formalmente resta libero. Le varie forme possibili sono preventivamente concordate dagli stati che hanno redatto e adottato il testo del trattato, e incorporate nelle disposizioni finali dello stesso. Sono possibili anche manifestazioni verbali o tacite, purch inequivoche. Nella pratica delle relazioni internazionali si distinguono due forme principali di espressione del consenso: o Forma semplificata si realizza con: la firma del testo del trattato da parte del rappresentante dello stato: Quando il trattato prevede che la firma abbia questo effetto Quando altrimenti stabilito che gli stati che hanno partecipato al negoziato avevano convenuto che la firma avesse questo effetto Quando lintenzione dello stato di dare questo effetto alla firma risulta dai pieni poteri del suo rappresentante o stata espressa nel corso del negoziato. La firma pu avere doppio valore: sia autenticazione che espressione del consenso. Lo scambio degli strumenti(note,lettere) che costituiscono il trattato: Quando gli strumenti prevedono che il loro scambio abbia questo effetto Quando altrimenti stabilito che questi stati avevano convenuto che lo scambio degli strumenti avesse questo effetto.

o Forma solennesi realizza con unapposita dichiarazione scritta, la ratifica(o


accettazione o approvazione): Quando il trattato prevede che questo consenso si esprima per mezzo della ratifica Quando altrimenti stabilito che gli stati che avevano partecipato al negoziato avevano convenuto che la ratifica fosse richiesta Quando il rappresentante dello stato ha firmato il trattato con riserva di ratifica Quando lintenzione dello stato di firmare il trattato con riserva di ratifica appare dai pieni poteri del suo rappresentante o stata espressa nel corso del negoziato Nel quadro della stipulazione in forma solenne la Convenzione di Vienna riconosce alla ratifica effetti che vanno al di l di quello della semplice autenticazione.

Vi sarebbe unulteriore forma di manifestazione del consenso, non compresa per dalla Convenzione: la notifica, da parte dello stato, del completamento delle

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procedure prescritte dal suo diritto interno per la validit della manifestazione del suo consenso.

Segue: ladesione
Il consenso dello stato ad obbligarsi pu essere espresso anche tramite ladesione al trattato. Essa trova applicazione nei trattati multilaterali a carattere aperto. Gli stati aderenti sono considerati parti al trattato, alla stessa stregua dei contraenti originari. Art. 15 Vienna: ladesione pu avvenire: Quando il trattato prevede che questo consenso pu essere espresso da questo stato per via di adesione Quando era altrimenti stabilito che gli stati che hanno partecipato al negoziato avevano convenuto che questo consenso potesse essere espresso da questo stato per via di adesione Quando tutte le parti hanno in seguito convenuto che questo consenso possa essere espresso da questo stato per via di adesione. Essa viene presentata tramite un apposito documento scritto. Talvolta esso fa riserva di successiva ratifica.

Le persone abilitate a rappresentare lo stato nella formazione dei trattati: i pieni poteri
I pieni poteri sono un documento emanante dallautorit competente di uno stato e designante una o pi persone quali rappresentanti dello stato per la negoziazione, ladozione o lautenticazione del testo di un trattato, per esprimere il consenso dello stato ad essere vincolato da un trattato o per compiere ogni altro atto relativamente a un trattato. La Convenzione di Vienna enumera tre categorie di soggetti che sono automaticamente considerate plenipotenziarie: a) I capi di stato, di governo e i ministri degli esteri, per tutti gli atti relativi alla conclusione di un trattato. b) I capi di missione diplomatica, per ladozione del testo di un trattato tra lo stato accreditante e lo stato accreditatario c) I rappresentanti accreditati degli stati a una conferenza internazionale o presso unorganizzazione internazionale o uno dei suoi organi, per ladozione del testo di un trattato in questa conferenza, questa organizzazione o questo organo. Latto compiuto da persona non accreditata a rappresentare uno stato considerato privo di efficacia giuridica a meno che esso non sia successivamente confermato da questo stato.

Lo scambio o il deposito delle espressioni del consenso dello stato a obbligarsi


Il consenso, oltre ad essere manifestato in modo in equivoco deve anche essere portato a conoscenza degli altri stati interessati. Il modo e il momento di perfezionamento del trattato sono diversi a seconda che si abbia un trattato bilaterale o multilaterale, e a seconda che il trattato venga stipulato in forma semplificata o solenne. Trattato bilaterale Forma semplificata o Firma il consenso viene a conoscenza gi al momento dellapposizione della firma dei plenipotenziari.

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Scambio di note a meno che lo scambio di note non avvenga nello stesso giorno e luogo, il perfezionamento si ha quando la nota di accettazione della proposta venga a conoscenza dello stato proponente. Forma solenne o Ratifica il perfezionamento del trattato si ha per avvenuto al momento dello scambio degli strumenti di ratifica, attestato da un apposito processo verbale. Ma la data della firma per tradizione lelemento identificante.

Trattato multilaterale Espediente tecnico per superare le complicazioni derivanti dal numero, spesso elevato, dei partecipanti: il deposito. Ci avviene presso il ministero degli esteri di uno degli stati che hanno partecipato al negoziato oppure presso lorganizzazione intergovernativa sotto i cui auspici il trattato stato adottato, oppure prima dalluno e poi dallaltra. Ad essere depositato loriginale del trattato e, se la stipulazione lo richiede, degli strumenti di ratifica, di approvazione, di accettazione e di adesione. Con il deposito il trattato viene aperto alla firma, ed il perfezionamento si raggiunge con lultima delle manifestazioni di consenso richiesta per lentrata in vigore. Il depositario viene designato nelle clausole finali o protocollari del trattato in questione. Le sue funzioni sono: 1. Ricevere da ogni stato interessato sia la firma del testo originale, sia gli strumenti di ratifica, accettazione, di approvazione o di adesione. 2. Informare gli stati che siano gi parti al trattato e a quelli aventi qualit per divenirlo, degli atti, notificazioni e comunicazioni relativi al trattato.

Lentrata in vigore dei trattati


Il trattato di regola entra in vigore secondo i modi e i tempi fissati dalle sue disposizioni o tramite accordo degli stati che hanno partecipato al negoziato. In mancanza di tali disposizioni, il trattato entra il vigore nel momento in cui tutti gli stati partecipanti al negoziato hanno espresso il loro consenso. Prima dellentrata in vigore il trattato non produce ancora diritti ed obblighi, ci nonostante la Convenzione di Vienna dice che uno stato deve astenersi da atti che priverebbero un trattato del suo oggetto e del suo scopo: o Quando ha firmato il trattato o ha scambiato gli strumenti costituenti il trattato con riserva di ratifica, accettazione o approvazione, fino al momento che non abbia manifestato la sua intenzione di non divenire parte del trattato. o Quando ha espresso il suo consenso ad essere vincolato dal trattato, nel periodo che precede lentrata in vigore del trattato e a condizione che questa non sia debitamente ritardata.

Il valore obbligatorio delle disposizioni finali relative alle forme di stipulazione


Dalle disposizioni finali o protocollari discendono veri e propri obblighi giuridici? S, perch sarebbe strano che gli stati si dessero tanta cura a formulare le disposizioni in questione, se le stesse dovessero ritenersi inidonee a vincolarli e quindi prive di valore giuridico. Il valore giuridico di tali disposizioni tra ladozione e lentrata in vigore si fonda sul consenso tacito veicolato dalladozione del testo del trattato in cui esse sono inserite.

Le riserve nei trattati e loro ammissibilit


A volte la partecipazione di uno stato a un trattato accompagnata da una riserva. Le riserve sono formulate al momento in cui lo stato manifesta il suo consenso a vincolarsi o anche in una fase anteriore. Esse sono configurabili solo rispetto a trattati multilaterali. Nei bilaterali assumono il significato di rigetto del testo o di proposta di emendamento.

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Le riserve sono chiaramente ammesse o non ammesse in maniera univoca solo in base a quanto dispongono le clausole finali. Per il resto, se nel trattato non si fa menzione a riguardo, sorgono i problemi: se ed in quale misura uno stato che ha formulato delle riserve diviene ugualmente parte al trattato? Con i limiti e le restrizioni da esso voluti, anche se ci sono opposizioni? Due criteri al riguardo: integrit(uno stato non dovrebbe poter modificare unilateralmente a proprio vantaggio la regolamentazione su cui converge la volont delle parti, salvo consenso unanime) e flessibilit(i trattati multilaterali hanno vocazione universale, grande numero e grande diversit di stati). La Corte internazionale di giustizia dice che lo stato che ha formulato e mantenuto una riserva alla quale facciano opposizione una o pi parti alla convenzione, ma non le altre parti, pu essere considerato parte alla convenzione, se tale riserva compatibile con loggetto e lo scopo di questa. La pratica internazionale odierna sembra propendere per la flessibilit. La Convenzione dice che le riserve sono ammissibili salvo che: a) La riserva sia vietata dal trattato b) Che il trattato disponga che solo riserve determinate, fra le quali non figura quella in questione, possono essere fatte. c) Che in casi diversi da a) e b), la riserva sia incompatibile con loggetto e lo scopo del trattato. Inoltre inammissibile che la riserva sia formulata in termini troppo vaghi o troppo ampi perch sia possibile determinarne esattamente il significato e la portata.

Segue: accettazione, obiezioni ed effetti delle riserve


Laccettazione di tutte le parti richiesta quando risulta dal numero limitato di stati che hanno partecipato al negoziato(come pure dalloggetto e dallo scopo di un trattato), che lapplicazione del trattato nella sua integrit tra tutte le parti una condizione essenziale del consenso di ciascuna di esse ad essere vincolata dal trattato. Quando il trattato un atto costitutivo di unorganizzazione internazionale una riserva prevede laccettazione dellorgano competente di questa organizzazione. In tutti gli altri casi, salvo diversa disposizione: o Laccettazione di una riserva da parte di un altro stato contraente , dal momento dellentrata in vigore rende lo stato riservante parte al trattato. o Se uno stato fa unobiezione ad una riserva, ci non impedisce allo stato riservante di divenire parte al trattato, a meno che lo stato opponente non abbia manifestamente espresso lintenzione contraria. o Un atto che esprime il consenso di uno stato a essere vincolato da un trattato e che contiene una riserva prende effetto dal momento in cui almeno un altro stato contraente ha accettato la riserva. Effetti dellobiezione Quando uno stato che ha formulato unobiezione a una riserva non si opposto allentrata in vigore del trattato tra esso stesso e lo stato autore della riserva, le disposizioni sulle quali verte la riserva non si applicano tra i due stati nella misura prevista dalla riserva. N.B: Ma allora che differenza c tra leffetto delle riserve che hanno ricevuto obiezioni e quello delle riserve accettate? Nessuna, a meno che lo stato obiettante non aggiunga allobiezione la sua opposizione allentrata in vigore del trattato nei rapporti con lo stato riservante! Problema di flessibilit e integrit: si sceglie la prima per cercare

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di realizzare il carattere universale dei trattati multilaterali, a volte anche a scapito della coerenza. Un orientamento di segno opposto si sta facendo strada per i diritti umani ProceduraLa riserva, laccettazione espressa di una riserva e lobiezione a una riserva devono essere formulate per iscritto e comunicate agli stati contraenti e agli altri stati che hanno qualit per divenire parti al trattato. La riserva pu essere formulata al momento della ratifica, dellaccettazione o delladesione.

La regola pacta servanda sunt e i c.d. accordi internazionali non vincolanti


Questa massima oggettivizza la regolamentazione dei tattati facendola diventare giuridicamente vincolante erga omnes partes. La mancata esecuzione di un trattato si configura in tal modo come illecito internazionale, e non trova giustificazione sulla base di considerazioni tratte dal diritto interno, preesistente o sopravvenuto. In questa regola rientrano anche i c.d. accordi internazionali non vincolanti? Carattere comune di tali accordi sembra essere la volont delle parti che, in caso di non osservanza, essi non ingenerino responsabilit internazionale. La loro applicazione pu essere facilitata dalla previsione di meccanismi di pressione(pubblicit, riesame peridico),ma al di l di questo sembra che per analogia molti aspetti del diritto dei trattati siano loro applicabili.

I trattati e gli stati terzi


Brocardi: Pacta non obligant nisi gentes inter quas inita e pacta tertiis neque nocent neque prosunt. Un trattato non crea n diritti ne obblighi ad uno stato terzo senza il suo consenso. Vi sono eccezioni?

Segue: la pratica in materia di disposizioni convenzionali a favore di stati terzi


Si trovano in certi trattati bilaterali e multilaterali disposizioni dalle quali apparentemente discendono situazioni vantaggiose o comunque possibilit di azione anche a favore di stati che non sono parti al trattato. o Art.35 par.2 dello Statuto delle NUAnche uno stato non membro delle NU pu sottoporre al Consiglio di sicurezza o allAssemblea generale una controversia di cui esso sia parte, alla condizione di accettare preventivamente, ai fini di tale controversia, gli obblighi di regolamento pacifico previsti dallo statuto. Esempio: le arterie navigabiliDisposizioni che pongono a carico di una delle parti lobbligo di accordare la libert di navigazione nelle sue arterie navigabili non solo a favore delle altre parti, ma di tutte le nazioni. In questo senso gli stati terzi sono i materiali beneficiari di tali disposizioni, e solo finch esse sono in vigore tra le partiNon si tratta di diritti soggettivi Trattati di garanziadue o pi potenze si impegnano a garantire lindipendenza, lintegrit territoriale o altri interessi di uno stato determinato, qualora il garantito non partecipi o non sia stato invitato a partecipare allaccordosolo obblighi e diritti tra le parti per. Sentenza Francia vs Svizzera sulle zone franche dellalta Savoia e del paese di GexLa Svizzera cerca di far rispettare alla Francia impegni che non si era formalmente assunta con lei(arretramento della linea doganale rispetto alla linea politica francese): Se due o pi stati convengono su di una cosa alla quale uno stato terzo abbia interesse e vogliono riconoscere un diritto soggettivo a

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questultimo, le parti alla convenzione dovrebbero ritenersi giuridicamente obbligate anche verso lo stato terzo, sempre che questo non lo rifiuti. La Francia nega lammissibilit di tutto ci. La Corte d ragione alla Francia dicendo che soltanto uno specifico e nuovo accordo avrebbe potuto consentire al terzo di far valere le disposizioni per lui vantaggiose in un trattato inter alios, e quindi conferire un diritto soggettivo allo stato terzo.

e a carico di stati terzi


Smilitarizzazione delle isole AlandLa Russia nel 1809 aveva acquistato la sovranit sulle isole, e si era impegnata con Francia e Gran Bretagna a non fortificare e a mantenere smilitarizzato larcipelago. Questo atto poi diventato parte integrante di un trattato successivo tra Austria, Francia, Gran Bretagna, Impero Ottomano, Prussia, Russia e Sardegna. In forza di ci secondo la Svezia si sarebbe creata a carico della Russia(e quindi a carico della Finlandia, in seguito alla sua successione alla Russia nella sovranit sulle isole), un servit che vincolava non solo le parti al trattato, ma anche la Svezia che non ne faceva parte. La Corte darbitrato nega lammissibilit delle servit: bisognerebbe individuare un servente ed un servito, il che fa a pugni con i principi di sovrana indipendenza. o Al di l del caso di specie, manca una regola generale in materia che individui delle deroghe ai due principi espressi nei brocardi sopraccitati.

Conclusioni sulle stipulazioni a favore e a carico di stati terzi. Le disposizioni della Convenzione di Vienna
o o o o E difficile ricavare dalla prassi precise indicazioni circa la formazione e il vigore di una regola generale che introduca uneccezione, a favore o a carico di stati terzi, alla normale sfera soggettiva di efficacia dei trattati. Un diritto dello Stato terzo di esigere lesecuzione di stipulazioni a lui favorevoli pu sorgere solo da un accordo fra lo stato terzo e le parti contraenti. Per quanto riguarda le disposizioni che prevedono un obbligo a suo carico, occorre che lo stato terzo presti il suo consenso ad essere vincolato. Per quanto riguarda la revoca o la modificazione degli obblighi, serve il consenso delle parti e dello stato terzo, e per ci che riguarda i diritti, essi sono di norma revocabili. Tutto ci salvo diversa disposizione pattizia.

Lapplicazione dei trattati e la compatibilit tra trattati


Laddove le clausole finali o protocollari di un trattato non dicano alcunch, la Convenzione di Vienna dice: o TempoIrretroattivit temporale dei trattati o Territorioad essere vincolato tutto linsieme territoriale dello stato parte. o Trattati successivi prevalgono sui precedenti, salvo apposite stipulazioni. Se non estinto o sospeso, il trattato anteriore si applica solo nelle parti non in contrasto con quello posteriore. o In caso di contrasto tra obblighi sorgenti da altri trattati e obblighi derivanti dalla Carta delle NU, per gli stati membri delle NU prevale la Carta.

Linterpretazione dei trattati e la natura delle regole ad essa applicabili


Proprio in funzione dellobbligo sancito da pacta servanda sunt assume rilevanza il problema dellinterpretazione delle disposizioni.

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Linterpretazione pi unarte che non una scienza esatta, in quanto lascia spazio ad unampia discrezionalit. Ovviamente ci non vale per tutte le regole di interpretazione, perch dalla prassi risulta un certo numero(ristretto) di vere e proprie regole generali obbligatorie per linterprete. Gli artt. 31-33 della Convenzione di Vienna ad esempio sono la codificazione di regole di diritto consuetudinario. Le regole di diritto internazionale sullinterpretazione dei trattati devono essere seguite anche dal giudice nazionale che si trovi a dover interpretare un trattato.

La regola generale dellinterpretazione


La Convenzione di Vienna distingue tra: Regola generale dinterpretazioneUn trattato deve essere interpretato in buona fede secondo il senso ordinario da attribuire ai termini del trattato nel loro contesto e alla luce del suo oggetto e del suo scopo.(predilezione per il metodo testuale/oggettivo, ma non esclusione di altri metodi) o Metodo, che pu essere: Testuale/oggettivoSignificato dei termini, ricerca etimologica Logico o teleologicoIn relazione al tipo di trattato, scopo SoggettivoTende ad accertare la reale intenzione di tutte le parti, ossia il modo in cui le parti dimostrano di intendere i termini stessi. (Art. 31 par.4) o Art.31 par.2Il contesto del trattato va inteso in senso ampio: testo, preambolo, allegati, ogni accordo avente rapporto con il trattato e che intervenuto tra tutte le parti in occasione della conclusione dello stesso, ogni strumento stabilito da una o pi parti in occasione della conclusione del trattato e accettato dalle parti come strumento avente rapporto col trattato Oltre che del contesto bisogna tener conto anche(art.31 par. 3): Di ogni accordo ulteriore intervenuto tra le parti riguardo allinterpretazione del trattato o allapplicazione delle sue disposizioni Di ogni pratica ulteriormente seguita nellapplicazione del trattato per mezzo della quale risulti laccordo delle parti circa linterpretazione del trattato Di ogni regola pertinente di diritto internazionale applicabile nei rapporti fra le parti(carattere storico-evolutivo). Mezzi complementari dinterpretazione Si pu ricorrere a mezzi ausiliari dinterpretazione, in particolare ai lavori preparatori e alle circostanze nelle quali il trattato stato concluso, al fine di: o Confermare il significato derivante dallapplicazione della regola generale o Determinare il significato quando linterpretazione secondo la regola generale lascia il significato ambiguo o oscuro, o conduce ad un risultato chiaramente assurdo o irragionevole. o

Linterpretazione dei trattati autenticati in due o pi lingue


Art.33 Quando un trattato stato autenticato in due o pi lingue, il suo testo fa fede in ciascuna di queste lingue, a meno che non si disponga la prevalenza di una in particolare. Allinfuori del caso in cui un testo determinato prevalga in conformit a quanto sopra, quando il confronto di testi autentici fa apparire una differenza di significato che

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lapplicazione degli artt. 31-32 non permette di eliminare, si adotter il significato che, tenuto conto delloggetto e dello scopo del trattato, concilia meglio questi testi.

Lemendamento dei trattati


Ogni trattato pu essere emendato per via di accordo tra gli stati parte. Agli emendamenti si applicano le norme sulla conclusione e sullentrata in vigore gi viste per i trattati. Quando contenga allegati di natura tecnica, un trattato pu prevedere 2 meccanismi di emendamento: OrdinarioPer linsieme delle sue disposizioni SemplificatoPer gli allegati, che ad esempio pu consistere nellaccettazione automatica delle deliberazioni di un gruppo di esperti. La Convenzione di Vienna pone delle regole suppletive in tema di emendamento dei trattati multilaterali(salvo diversa disposizione del trattato): o Ogni proposta di emendamento di un trattato multilaterale per le relazioni tra tutte le parti deve essere notificata a tutti gli stati contraenti, e ciascuno di essi ha diritto di prendere parte: a) Alla decisione sul seguito da dare a questa proposta b) Al negoziato e alla conclusione di ogni accordo avente loggetto di emendare il trattato o Ogni stato avente la qualit per divenire parte al trattato ha uguale qualit per divenire parte al trattato come emendato. o Laccordo relativo allemendamento non vincola gli stati che sono gi parti al trattato e che non divengono parti a questo accordo. o Lo stato che divenga parte al trattato originario dopo lentrata in vigore dellaccordo di emendamento , a meno che abbia espresso una diversa intenzione, considerato: a) Parte al trattato come emendato b) Parte al trattato non emendato nei confronti di ogni parte al trattato che non sia vincolata allaccordo di emendamento.

Per quanto riguarda i trattati istitutivi di organizzazioni internazionali, queste regole suppletive creerebbero dei problemi perci sono soggetti ad una regolamentazione specifica: o Organizzazioni con un numero ristretto di membriEmendamento entra in vigore se c la ratifica di tutti. o Organizzazioni a concezione universale Emendamento entra in vigore se c la ratifica della maggioranza.

La modificazione di un trattato multilaterale tra alcune delle sue parti


Gli emendamenti dei trattati multilaterali hanno sempre in s un valore di globalit, nel senso che essi sono concepiti come diretti ad essere elaborati con la partecipazione di tutti gli stati che sono parti al trattato e a valere poi, se suffragati dal consenso di questi stati, nei confronti di tutti. Sono ammissibili emendamenti ab initio concepiti come destinati a valere, e quindi anche ad essere negoziati, tra alcune soltanto delle parti al trattato? o Se lo prevede lo stesso trattato multilaterale, s, nessun problema.

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o o

Se il trattato lo vieta del tutto o relativamente a certe disposizioni, tali emendamenti sono inammissibili. Se il trattato nulla dispone, sono ammissibili, purch tali emendamenti: Non portino pregiudizio al godimento dei diritti discendenti dal trattato per le altre parti, n allesecuzione dei loro obblighi Non si riferiscano ad una disposizione la cui deroga risulti incompatibile con la piena ed effettiva realizzazione delloggetto e dello scopo del trattato nel suo insieme.

Alle stesse condizioni soggetta la sospensione temporanea inter se del trattato.

Le disposizioni generali in tema di nullit, estinzione e sospensione dei trattati


Tipicit delle situazioni in cui uno stato pu sciogliersi dagli obblighi derivanti da un trattato. Problema della divisibilit di un trattato: Di regola, una causa di nullit, di estinzione o di sospensione va invocata riguardo allintero trattato. Tuttavia, se essa riguarda alcune clausole determinate, la causa in questione va invocata soltanto rispetto a queste clausole, quando: a) Queste clausole sono separabili dal resto del trattato per quanto riguarda la loro esecuzione b) Risulta dal trattato o altrimenti stabilito che laccettazione delle clausole in questione non ha costituito per laltra parte o per le altre parti al trattato una base essenziale al loro consenso ad essere vincolate dal trattato nel suo insieme. c) Non ingiusto continuare ad eseguire quanto rimane del trattato Inoltre: La divisibilit di un trattato non consentita nei casi di nullit per violenza o per contrasto con norme imperative del diritto internazionale generale. Lo stato che ha il diritto di invocare la nullit di un trattato per dolo o corruzione, pu farlo sia riguardo allintero trattato, sia, sotto le condizioni sopracitate, riguardo a certe clausole determinate. Uno stato non pu invocare una causa di nullit, estinzione o sospensione, qualora, dopo aver avuto conoscenza dei fatti: a) Ha esplicitamente accettato di considerare che, a seconda dei casi, il trattato valido, resta in vigore, o continua ad essere applicabile b) Deve ritenersi, a causa della sua condotta, che abbia prestato acquiescenza, a seconda dei casi, alla validit del trattato o al suo mantenimento in vigore o in applicazione. Uno stato pu sempre invocare una causa di nullit, estinzione o sospensione, nei casi di: o Nullit per violenza o per contrasto con norme imperative del diritto internazionale generale o Estinzione o sospensione per impossibilit sopravvenuta.

Le cause di nullit
Violazione delle disposizioni concludere i trattati di diritto interno sulla competenza a

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E lunica eccezione alla regola per cui uno stato non pu invocare le disposizioni del suo diritto interno per giustificare la mancata esecuzione di un trattato. Questa causa di nullit non pu essere invocata a meno che questa violazione sia stata manifesta e riguardi una regola del suo diritto interno di importanza fondamentale. Per manifesta sintende oggettivamente evidente per ogni stato che si comporta in materia conformemente alla pratica abituale e in buona fede. Eventuali limitazioni della capacit di rappresentanza non possono essere invocate come vizio del consenso a meno che tale limitazione non sia stata notificata agli altri stati che hanno partecipato al negoziato prima della manifestazione del consenso Vizi del consenso Consistono nella divergenza tra la volont dichiarata e quella che sarebbe stata la volont reale del soggetto senza lintervento deformante del vizio. Lerrore Pu essere invocato come vizio del consenso se esso riguarda un fatto o una situazione che lo stato supponeva esistere al momento in cui il trattato stato concluso e che costituiva una base essenziale del suo consenso ad essere vincolato(solo errore di fatto: non rilevanti n errore ostativo n di diritto). Quanto sopra si applica se lerrore scusabile, perch se lo stato ha contribuito a quellerrore con il suo comportamento o se le circostanze erano tali che esso doveva rendersi conto della possibilit di un errore, non pu invocare lerrore come vizio del consenso. Il dolo e la corruzione Il dolo pu essere invocato se uno stato stato indotto a concludere un trattato per mezzo della condotta fraudolenta di un altro stato che ha partecipato al negoziato. La corruzione invocabile se lespressione del consenso di uno stato ad essere vincolato da un trattato stata ottenuta tramite corruzione del suo rappresentante con lazione diretta o indiretta di un altro stato partecipante al negoziato. Se il trattato multilaterale, non necessario che il corrompente abbia partecipato al negoziato. La violenza La violenza in generale la minaccia di un male ingiusto e difficilmente resistibile date le circostanze. In particolare, vanno distinti 2 casi: o Violenza sul rappresentante o Violenza sullo Statominaccia di uso della forza contro lintegrit territoriale o lindipendenza politica. Alla conferenza di Vienna molti stati in via di sviluppo avevano insistito per includere nel novero delle violenze anche quelle economiche, ma come prevedibile molti stati si sono opposti. Compromesso: la violenza economica stata condannata insieme a ogni altra forma di violenza in una dichiarazione allegata allatto finale della Conferenza di Vienna, ma tale atto non ha valore immediatamente vincolante per le parti Contrasto con norme imperative del diritto internazionale generale(jus cogens) Art.53 Convenzione di Vienna: E nullo ogni trattato che al momento della sua conclusione in conflitto con una norma imperativa del diritto internazionale generale. ProblemaEsiste una gerarchia nelle norme di diritto internazionale generale? E come si individua?

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La Convenzione di Vienna d una definizione tautologica di norma imperativa, ma precisa che una norma imperativa solo se essa sia accettata e riconosciuta come tale solo dalla comunit internazionale nel suo insieme. Inoltre allart. 66 dice che le controversie relative allapplicazione o allinterpretazione degli articoli in materia di jus cogens possono venire sottoposte, a iniziativa di una parte, alla giurisdizione della Corte internazionale di Giustizia. Ma in questo modo la Corte riceve una discrezionalit talmente estesa da diventare un legislatore internazionale!perci questo procedimento non mai stato utilizzato. Un aiutino lo d la pratica internazionale: o Sentenza della Corte internazionale di Giustizia sul caso delle attivit militari e paramilitari in Nicaragua e contro il Nicaraguadivieto delluso della forza menzionato dai rappresentanti degli stati non solo come principio di diritto internazionale consuetudinario, ma anche come principio fondamentale o essenziale del diritto internazionale. o Parere consultivo della Corte sulla liceit della minaccia o delluso delle armi nucleariun gran numero di norme di diritto umanitario applicabili nei conflitti armati devono essere osservate da tutti gli stati indipendentemente da ratifiche, perch costituiscono principi di diritto internazionale consuetudinario che non possono essere trasgrediti. o Sentenza della Corte Europea dei diritti delluomo nel caso AlAsdsani vs Regno Unitoil divieto di ricorrere alla tortura una norma di jus cogens. Non vale di fronte a questo divieto limmunit dello Stato dalla giurisdizione civile.

Le cause di estinzione
I termini di durata e il diritto di recesso(denuncia) Se le clausole finali o protocollari dispongono in merito, lefficacia del trattato regolata dal loro. Quando un trattato risulta concluso senza limiti di durata, di norma previsto e regolato esplicitamente il diritto di denuncia. Nel caso che si tratti di trattati istitutivi di organizzazioni internazionali, oltre a limiti di durata o disposizioni sul recesso, si incontra anche il potere di esclusione del membro. Un trattato che non contiene disposizioni relative alla sua estinzione e non prevede che si possa denunciarlo o recedere da esso(es. la Carta delle NU), non pu essere oggetto di denuncia o di recesso a meno che: a) Sia stabilito che era nellintenzione delle parti ammettere la possibilit di denuncia o di recesso. b) Il diritto di denuncia o di recesso possa essere dedotto dalla natura dl trattato Un trattato multilaterale non si estingue se il numero delle sue parti scende al di sotto di quello che era stato previsto come necessario per la sua entrata in vigore. Abrogazione ad opera delle parti E un accordo delle parti in ordine alla cessazione degli effetti di un trattato pu intervenire in ogni momento, attraverso il consenso di tutte le parti, dopo la consultazione degli altri stati contraenti. Labrogazione pu essere: o EspressaAvviene quando gli stati concludono un nuovo trattato con lunico scopo di abrogare espressamente un precedente trattato in vigore tra loro.

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Tacita o implicitaAvviene quando tutte le parti a un trattato precedente concludono un altro trattato che regola la stessa materia, ma a patto che: Risulti dal trattato posteriore o sia altrimenti stabilito che secondo lintenzione delle parti la materia debba essere regolata da questo nuovo trattato Le disposizioni del trattato posteriore siano a tal punto incompatibili con quelle del trattato anteriore che sia impossibile applicare i due trattati nello stesso tempo. NB: Labrogazione, sia espressa che tacita, di un trattato anteriore richiede sempre il consenso di tutte le sue parti. Non ammissibile labrogazione con il consenso di solo alcune parti o della maggioranza. o Violazione del trattato ad opera di una delle parti Una parte si scioglie da un trattato perch unaltra parte attua una violazione sostanziale del trattato. Per violazione sostanziale sintende o un ripudio del trattato non autorizzato dalla convenzione stessa o la violazione di una disposizione essenziale per la realizzazione delloggetto o dello scopo del trattato. La regola adimplenti non est adimplendum assume diverso valore a seconda che si tratti di un trattato bilaterale o multilaterale: o BilateraleUna violazione sostanziale di una delle parti autorizza laltra ad invocare la violazione come causa di estinzione o di sospensione in tutto o in parte. o MultilateraleUna violazione sostanziale autorizza le parti, per accordo unanime a sospendere lapplicazione del trattato in tutto o in parte o a porvi fine, sia nelle relazioni tra esse stesse e lo stato autore della violazione(caso di parte specialmente lesa: trattati sinallagmatici), sia tra tutte le parti. N.B: La regola adimplenti non est adimplendum non invocabile quando ci sono in gioco disposizioni relative alla protezione della persona umana contenute nei trattati di carattere umanitario(Cos i diritti umani vengono compresi nella sfera protettiva dello jus cogens anche fuori dai conflitti armati). Impossibilit sopravvenuta Pu essere invocata come motivo per porre fine a un trattato o per recedervi se questa impossibilit deriva dalla scomparsa o distruzione definitiva di un oggetto indispensabile allesecuzione del trattato. Se limpossibilit temporanea, essa pu essere invocata come causa di sospensione. Esempi: Mutamento di sovranit su un territorio, evento naturale irreversibile. Impossibilit di esecuzione: non pu essere invocata da uno stato come motivo per porre fine a un trattato, per recedervi o per sospenderne lapplicazione se questa impossibilit deriva da una violazione, ad opera della parte che la invoca, sia di un obbligo previsto dal trattato, sia di ogni altro obbligo internazionale nei confronti di ogni altra parte al trattato. Mutamento fondamentale delle circostanze Conventio omnis intelligitur rebus sic stantibus. Le circostanze della vita internazionale sono in continua evoluzione, ma non per questo pu ritenersi che ogni e qualsiasi mutamento di tali circostanze renda il trattato inapplicabile. Un mutamento fondamentale delle circostanze non invocabile come causa di estinzione a meno che:

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a) Lesistenza di queste circostanze abbia costituito una base essenziale del consenso delle parti ad essere vincolate dal trattato. b) Questo cambiamento abbia per effetto di trasformare radicalmente la portata degli obblighi che restano da eseguire in virt del trattato. Il mutamento in questione non pu essere un mero mutamento di politica, ma qualcosa di imprevisto e fondamentale Il mutamento fondamentale delle circostanze non pu venire invocato: o Se si tratta di un trattato che stabilisce una frontiera o Se il mutamento fondamentale derivi da una violazione, ad opera della parte che lo invoca, sia di un obbligo del trattato, sia di ogni altro obbligo internazionale nei confronti di ogni altra parte al trattato. Una parte pu invocare il mutamento fondamentale delle circostanze anche solo per sospendere lapplicazione del trattato(e per procedere poi ad emendarlo per esempio).

La sospensione
Tutte le cause di estinzione dei trattati possono, in presenza di presupposti diversi, operare anche soltanto come cause di sospensione dellapplicazione del trattato. La sospensione pertanto pu dunque verificarsi: 1. Riguardo a un trattato anteriore a causa della conclusione di un trattato posteriore sulla stessa materia ad opera di tutte le parti, se ci risulta dal trattato posteriore o se altrimenti stabilito che questa era lintenzione delle parti. 2. Per violazione del trattato ad opera di una delle parti(come unica conseguenza dellinadempimento) in certi casi, e in altri casi in alternativa allestinzione. 3. Per impossibilit di esecuzione temporanea 4. In presenza di un mutamento fondamentale delle circostanze. 5. Conformemente alle disposizioni del trattato 6. In ogni momento, attraverso il consenso di tutte le parti, dopo la consultazione degli altri stati contraenti. N.B: A differenza di quanto avviene per lestinzione, la sospensione di un trattato pu intervenire per accordo tra alcune sue parti soltanto

Le conseguenze della nullit, dellestinzione e della sospensione dellapplicazione dei trattati


La nullit Ha la conseguenza di far cessare ex tunc la forza giuridica delle disposizioni contenute nel trattato. Trattato multilateralele conseguenze della nullit si producono nelle sole relazioni tra lo stato il cui consenso era viziato e le parti al trattato. Se vengono compiuti atti in forza di un trattato nullo, ciascuna parte pu richiedere a qualsiasi altra di sciacquonare e resettare per quanto possibile. Gli atti compiuti in buona fede prima che la nullit sia stata invocata non divengono illeciti per il solo fatto della nullit del trattato. N.B:I punti precedenti non si applicano agli stati a cui siano imputabili dolo, corruzione o violenza.

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Se un trattato nullo per contrasto con una norma di jus cogens, gli stati devono eliminare, per quanto possibile, le conseguenze di ogni atto compiuto in base ad una disposizione in contrasto con la norma imperativa. Lestinzione A differenza della nullit, opera ex nunc. A meno che il trattato disponga o che le parti convengano diversamente, libera le parti dallobbligo di continuare ad eseguire il trattato, ma non pregiudica diritti, obblighi o situazioni giuridiche prima della fine. In caso di denuncia o recesso da trattato multilaterale, lestinzione ha effetto dalla data in cui prendono effetto la denuncia o il recesso. La sospensione Sospende lesecuzione degli obblighi pattizi per il periodo di sospensione, senza pregiudicare le relazioni giuridiche. Durante il periodo di sospensione, le parti devono astenersi da atti che ostacolino la ripresa dellapplicazione del trattato.

Il modo di operare delle cause di nullit, di estinzione o di sospensione dei trattati


Problema: le conseguenze di nullit, estinzione e sospensione devono discendere automaticamente da uninvocazione unilaterale di una delle parti, oppure sono il risultato di una procedura di accertamento? Risposta non semplice: bisogna da un lato contenere un ricorso arbitrario alle cause di nullit, estinzione e sospensione, e dallaltro non legare troppo gli stati a un meccanismo giudiziario obbligatorio di regolamento delle controversie. Art. 65 Covenzione di Vienna la parte che invoca una causa di nullit, estinzione o sospensione, deve notificare la sua pretesa alle altre parti, indicando la misura che intende prendere relativamente al trattato e le relative ragioni. Se, passati almeno 3 mesi dalla data di ricevimento della notifica, nessuna parte ha fatto obiezione, la parte che ha fatto la notifica pu prendere la misura contemplata. Se qualcuno obietta, le parti devono cercare una soluzione ex art. 33 della Carta delle NU( negoziati, inchiesta, mediazione, conciliazione, arbitrato, regolamento giudiziale, ricorso ad organizzazioni o accordi regionali o altri mezzi pacifici a scelta) Nonostante ci, contrasto tra le due posizioni. Ad uno snodo si arriv con lintroduzione di un nuovo articolo nella convenzione di Vienna, applicabile nel caso che fosse impossibile pervenire a una soluzione ex art. 33 Carta NU: Art. 66 Competenza obbligatoria della Corte internazionale di Giustizia per: o controversie relative allapplicazione o allinterpretazione delle disposizioni in materia di jus cogens o la possibilit di ricorso unilaterale ad una procedura di conciliazione per le controversie sullapplicazione o linterpretazione di qualunque altro articolo in tema di nullit, estinzione e sospensione dei trattati.

Gli effetti della guerra sui trattati


La materia regolata dal diritto internazionale generale, e non dalla Convenzione. In certi casi, linsorgere di una situazione di guerra addirittura il presupposto cui subordinata lapplicazione di alcuni trattati. In altri casi linsorgere di una guerra tra due stati causa di estinzione o sospensione di un trattato che li legava(se cos era stato disposto).

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Al di fuori di queste due ipotesi,la pratica contemporanea per la sospensione del trattato, bello durante, dei multilaterali, mentre per lestinzione dei bilaterali in vigore tra stati belligeranti avversari. Incertezze per i bilaterali che leghino uno stato neutrale e uno belligerante.

I trattati fra stati e organizzazioni organizzazioni internazionali

internazionali

fra

Tali accordi possono riguardare: o la presenza ed il funzionamento delle organizzazioni internazionali in un determinato stato o la cooperazione tra organizzazioni o diritti e obblighi delle organizzazioni nei confronti di stati, rispetto a materie di propria competenza, a fianco e talora al posto degli stati membri La Convenzione di Vienna sul diritto dei trattati del 69 non comprendeva una disciplina in merito. Cos nell86 lAssemblea Generale delle Nu ha convocato unapposita conferenza che ha adottato la Convenzione su diritto dei trattati fra stati ed organizzazioni internazionali e fra organizzazioni internazionali. Restano esclusi dal suo ambito di applicazione gli accordi internazionali di cui siano parti soggetti di diritto internazionale diversi dagli stati e dalle organizzazioni internazionali. Anche se nel quadro di un trattato concluso tra due o pi stati e una o pi organizzazioni internazionali, le relazioni tra stati parti restano regolate da Vienna 69. Vienna 86 ricalca piuttosto fedelmente Vienna 69, fatte salve alcune differenze e alcune innovazioni: o Latto di manifestazione del consenso corrispondente a quella che la ratifica per gli stati, chiamato atto di conferma formale. o I pieni poteri sono un documento rilasciato dallorgano competente di unorganizzazione internazionale. o La capacit di unorganizzazione di concludere trattati disciplinata dagli atti costitutivi, le decisioni e risoluzioni adottate conformemente ai predetti atti, e la pratica ben stabilita dellorganizzazione. o Unorganizzazione parte a un trattato non pu invocare le sue regole interne per giustificare la mancata esecuzione di un trattato, a meno che non sussista una causa di nullit per violazione delle regole dellorganizzazione sulla competenza a concludere i trattati. o o Lasciato aperto il problema degli effetti di un trattato concluso da unorganizzazione per gli stati membri di essa. Importante innovazione procedurale riguardante la soluzione obbligatoria delle controversie sullapplicazione o linterpretazione delle cause di nullit per contrasto con lo jus cogens: oltre alla competenza della Corte internazionale di giustizia, lart.66 prevede, per le controversie stati vs organizzazioni, una procedura di arbitrato e una procedura di richiesta di parere consultivo della Corte. In questo caso il parere della Corte deve essere accettato come decisivo da tutte le parti alla controversia.

Capitolo X. Luso della forza e i limiti del diritto internazionale


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Nellepoca successiva alla seconda guerra mondiale, il valore della pace si afferma come prevalente ed emerge con forza lidea della guerra come male supremo. Si giunge in tal modo alladozione di norme che proibiscono la guerra e poi luso della forza in generale, in trattati multilaterali di portata universale. Le violazioni di questa norma sono frequenti, anche se va detto che esse non sono cos tante da mettere in dubbio lesistenza della norma stessa.

Il divieto delluso della forza


La prima proclamazione netta del valore della pace fu nella Carta di San Francisco, con laffermazione del principio del divieto delluso della forza e la previsione di limitate eccezioni e di un apparato istituzionale per la loro applicazione. o o Preambolo: Gli stati fondatori sono decisi a salvare le future generazioni dal flagello della guerra, che per due volte nel corso di questa generazione ha portato indicibili afflizioni allumanit. Art. 2 della Carta NU sancisce due obblighi fondamentali: Par.3 I membri devono risolvere le loro controversie internazionali con mezzi pacifici, in maniera che la pace e la sicurezza internazionale, e la giustizia, non siano messe in pericolo. Par.4 I membri devono astenersi nelle loro relazioni internazionali dalla minaccia o dalluso della forza, sia contro lintegrit territoriale o lindipendenza politica di qualsiasi stato, sia in qualunque altra maniera incompatibile con i fini delle Nazioni Unite. o Dichiarazione relativa ai principi di diritto internazionale concernente i rapporti amichevoli e la cooperazione fra gli stati(annessa alla ris. 2625(XXV)del 24 ottobre 1970): Il ricorso alla minaccia o allimpiego della forza costituisce una violazione del diritto internazionale e una guerra di aggressione costituisce un crimine contro la pace, che comporta una responsabilit di diritto internazionale. Gli stati si devono astenere da atti di rappresaglia implicanti luso della forza, come pure dallorganizzare o incoraggiare forze irregolari o bande armate, particolarmente bande di mercenari, in vista di escursioni sul territorio di altri stati, o atti di guerra civile o atti di terrorismo sul territorio di altri stati. Le acquisizioni territoriali ottenute con la minaccia o limpiego della forza sono considerate illegittime. o Definizione di aggressione(allegata a ris. 3314(XXIX) del 74): luso della forza armata da parte di uno stato contro la sovranit, lintegrit territoriale o lindipendenza politica di un altro stato, o in qualsiasi altro modo incompatibile con lo Statuto delle NU che consista, con o senza una dichiarazione di guerra, in uno qualsiasi degli atti seguenti: a) invasione o attacco del territorio da parte delle forze armate di un altro stato, o unoccupazione militare , anche temporanea, risultante da una tale invasione o da un tale attacco, o unannessione con luso della forza del territorio o di una parte del territorio di un altro stato. b) il bombardamento o limpiego di qualsiasi arma di uno stato contro un altro. c) Blocco dei porti o delle coste di un altro stato d) Forze armate di uno stato contro altre forze armate(di qualunque genere) e) Uso di forze armate presenti sul territorio di un altro stato in violazione dellaccordo che lha permesso o permanenza oltre il limite temporale accordato f) Consentire ad uno stato di aggredire un altro stato dal proprio territorio.

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g) Invio di bande o gruppi armati contro un altro stato che si dedichino ad atti di forza armata talmente gravi da equivalere a uno degli atti di cui sopra. Anche il solo fatto di impegnarsi in maniera sostanziale in tale azione. o Sentenza della Corte internazionale di Giustizia dell86 sul caso delle attivit militari e paramilitari in Nicaragua e contro il Nicaragua La descrizione di atti di aggressione data nella risoluzione del 74 pu essere considerata come lespressione del diritto internazionale consuetudinario. Gli USA avevano violato il divieto delluso della forza con attacchi nel territorio del Nicaragua, avendo addestrato, armato, equipaggiato, finanziato e rifornito i contras e avendo incoraggiato, appoggiato e assistito in ogni altro modo attivit militari in Nicaragua e contro di esso.

Luso della forza da parte degli stati secondo la Carta delle NU: la legittima difesa
Art. 51 della Carta NU: Nessuna disposizione del presente Statuto pregiudica il diritto naturale di legittima difesa individuale o collettiva nel caso che abbia luogo un attacco armato contro un Membro delle NU, fintantoch il Consiglio di Sicurezza non abbia preso le misure necessarie per mantenere la pace e la sicurezza internazionale. Laggressione(vedi definizione sopra) la condizione sostanziale perch si possa invocare la legittima difesa.

Luso della forza da parte delle NU: il capitolo VII della Carta
A completare il divieto delluso della forza da parte degli stati la responsabilit del mantenimento della pace e della sicurezza internazionale che la Carta assegna al Consiglio di Sicurezza. Per attuare tale responsabilit, nel Capitolo VII delineato un procedimento che si svolge secondo fasi logicamente e cronologicamente ordinate, che culmina nella presa di decisioni(obbligatorie erga omnes partes) che possono consistere nelluso della forza: 1. Accertamento di una minaccia alla pace, di una violazione della pace o di unaggressione 2. Consiglio raccomanda o decide le misure da prendere per mantenere o ristabilire la pace e la sicurezza internazionale. 3. Il Consiglio pu decidere, per dare effetto alle sue decisioni, misure non implicanti luso della forza(interruzione parziale o totale delle relazioni economiche e delle comunicazioni, rottura delle relazioni diplomatiche) e pu invitare i membri delle NU ad applicare tali misure. 4. Se le sanzioni si rivelano inadeguate, il Consiglio pu intraprendere con forze aeree, navali o terrestri, ogni azione necessaria a mantenere o a ristabilire la pace e la sicurezza internazionale. Il monopolio delluso della forza, salvo il caso della legittima difesa, dunque attribuito alle NU. C da dire per che le condizioni perch il Consiglio di sicurezza decida luso della forza sono meno severe di quelle previste per gli stati(vedi minaccia alla pace), e soprattutto dipendono dalla formazione di una maggioranza(a meno del veto di un membro permanente) che dipende dai pi vari fattori politici. E giusto? Domanda ancora aperta.

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Tale procedura stata usata raramente nella pratica del Consiglio di sicurezza, e non hanno mai visto la luce meccanismi previsti dalla Carta perch gli stati mettessero a disposizione del Consigli di sicurezza forze armate e attrezzature, anche di utilizzabilit immediata. Sempre caso per caso.

Segue: le operazioni evoluzione

di

mantenimento della pace e la loro

Fenomeno di indubbia importanza, anche quantitativa, sviluppatosi dopo la guerra fredda nella pratica delle NU, anche se al di fuori delle previsioni della Carta. Sono in genere autorizzate dal Consiglio di sicurezza, ma senza invocare i poteri di cui al Capitolo VII. o Erano effettuate da forze armate provenienti da stati diversi dai membri permanenti del Consiglio di sicurezza e da qualsiasi altro stato che per ragioni geografiche o altre avesse un interesse speciale nel conflitto. o Avevano compiti di interposizione in situazioni di tregua o di cessate il fuoco ed anche di osservazione e di verifica di tali situazioni. o Erano dotate solo di armamento leggero e potevano farne uso solo per legittima difesa. o La loro presenza sul territorio di uno stato era sotto la condizione del consenso di tale stato. Nonostante questi requisiti di imparzialit, risult arduo contenere le missioni di peacekeeping entro i limiti cos tracciati: truppe NU coinvolte in Congo(morto segretario!), in Bosnia-Erzegovina e Somalia. Tendenza ad assumersi pi obblighi di quelli previsti in partenza: non solo peacekeeping, ma anche peacemaking, peace enforcement e peacebuilding da parte delle NU, ma problemi grossi quanto al rispetto di requisiti come: o un mandato chiaro, o una catena di comando ben definita, o un calendario preciso, o un finanziamento sicuro.

Segue: la riattivazione del Capitolo VII e luso della forza deciso alla stregua di tale capitolo
La fine della guerra fredda ha permesso, nellultimo decennio del XX secolo, la riattivazione del capitolo VII della Carta, anche se tale utilizzo si discostato dalla procedura vista nel cap.VII: o Il Consiglio preferisce invocare, anzich singoli articoli, tutto il cap. VII nel suo insieme. o Sviluppo del concetto di minaccia alla pace: ora abbraccia anche situazioni di diritto interno(es: flussi di rifugiati). Inoltre sono state comprese tra le minacce alla pace anche le violazioni gravi del diritto umanitario, i conflitti armati interni, e gli atti di terrorismo internazionale. o Le azioni decise, quando comportano luso della forza, vengono intraprese dalle NU sotto forma di missioni che sono evoluzioni delle missioni di peacekeeping. Per le missioni che eccedono rispetto agli obiettivi di peacekeeping, e che quindi richiedono luso della forza, si diffusa la prassi dellautorizzazione del Consiglio verso coalizioni di stati volontari(Es: 1990, Operazione Desert Storm per la liberazione del Kuwait dalloccupazione irachena). o Invocando il Capitolo VII il Consiglio ha creato, cooperando con le popolazioni locali, istituzioni giudiziarie e amministrative con competenza per territori in cui si erano verificati gravi conflitti(Tribunali penali per ex-Jugoslavia e

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Luso della forza da parte di stati senza autorizzazione delle NU nella prassi recente: Kossovo, Afghanistan, Iraq

Ruanda, Commissione di compensazione per danni al Kuwait). Sentenza relativa al caso Tadic: Il Consiglio ha esorbitato rispetto ai suoi poteri? Il Tribunale penale per i crimini commessi nellex-Jugoslavia dice di no, potendosi ricondurre loperato del Consiglio all art.41, 42, o al diritto internazionale generale per lacquiescenza degli stati.

Kossovo Il Consiglio di Sicurezza dichiar la situazione di repressione della popolazione albanese dal governo jugoslavo una minaccia alla pace e tale da dar luogo ad una imminente catastrofe umanitaria. Lintervento armato venne giustificato sostenendo che tali risoluzioni contenevano una autorizzazione implicita, e che era fondato in un diritto di intervento umanitario. Per lautorizzazione non venne chiesta, e nemmeno sarebbe stata ottenuta, visto che la Russia era contraria allintervento. La Jugoslavia port davanti alla Corte 10 azioni parallele contro altrettanti 10 stati per un giudizio di merito, ma essa non si schier, perch comunque era difficile conciliare lazione delle truppe NATO con la Carta delle NU. La strada dellautorizzazione implicita non sostenibile. Quella in base al diritto umanitario s, ma comunque lintervento umanitario doveva essere soggetto a dei limiti. Essi sono stati descritti in una nota del Foreign and Commonwealth Office del 98: luso della forza senza autorizzazione del Consiglio pu giustificarsi in caso di schiacciante necessit umanitaria applicandosi i seguenti criteri: a) Prove convincenti e generalmente accettate, di una situazione di necessit umanitaria estrema e di larga scala, che richiede sollievo immediato e urgente. b) Che sia chiaro che non vi unalternativa possibile alluso della forza per salvare vite umane c) Che luso della forza che si propone necessario e proporzionato al fine ed strettamente limitato nel tempo e nella portata a tale fine(il minimo necessario) Seri dubbi sulla sussistenza di tali requisiti nel caso concreto. Afghanistan Atti dell11 Settembre definiti minacce alla pace dal Consiglio di sicurezza. Il Consiglio dichiar anche di essere pronto a prendere tutte le misure necessarie per rispondere agli attacchi terroristici dell11 Settembre e di riconoscere il diritto di legittima difesa individuale o collettiva secondo la Carta. Alla luce della prima dichiarazione lautorizzazione sarebbe stata possibile, ma gli USA e gli alleati preferirono non chiederla e giustificare la loro azione con la legittima difesa. Sostanziale acquiescenza degli stati alla giustificazione e allazione, anche se in dottrina vi sono argomenti contrari. Iraq Qui la giustificazione in riferimento alla risoluzione 1441 del 2002, in cui si constata che lIraq stava ignorando lobbligo di eliminare le armi di distruzione di massa imposto dopo il cessate il fuoco con il Kuwait, e in cui si prevede che in tal caso lIraq avrebbe dovuto affrontare serie conseguenze. Il fatto che lIraq non ci sentisse bastato agli USA per sentirsi autorizzati alluso della forza. Dopo aver cercato ripetutamente di avere lautorizzazione del Consiglio, gli USA hanno invocato la dottrina della legittima difesa preventiva per sostenere i due argomenti giustificatori dellazione armata: la presenza in Iraq di armi di distruzione di massa e la connessione del governo iracheno con Al-Qaeda, che per quanto noto non hanno ancora trovato conferma.

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Capitolo XI. La responsabilit internazionale


La responsabilit internazionale lobbligo di riparazione nascente dalla violazione delle norme internazionali(illecito internazionale). Le norme dalla violazione delle quali nasce la responsabilit, sono essenzialmente consuetudinarie, anche se vi sono stati numerosi tentativi di codificazione. Nel 2001 stato ultimato un lavoro della Commissione del diritto internazionale sulla responsabilit internazionale degli stati per atti internazionalmente illeciti. Esso doveva diventare una codificazione, ma su consiglio della Commissione non stato adottato dallAssemblea Generale come progetto di convenzione da sottoporre ad una conferenza diplomatica. Cos lAssemblea si limitata a prendere nota degli articoli(CDI) e a raccomandarli allattenzione dei governi. Gli articoli CDI si articolano in 3 parti: 1. Latto internazionalmente illecito di uno stato 2. Contenuto della responsabilit internazionale 3. Messa in opera della responsabilit internazionale Lopera di codificazione promossa dalle NU stata limitata alla responsabilit internazionale degli stati, con esclusione della responsabilit dei soggetti di diritto internazionale diversi dagli stati. Il che non esclude per che norme analoghe a quelle sulla responsabilit siano applicabili anche agli altri soggetti.

La responsabilit internazionale come conseguenza comportamento in contrasto con un obbligo internazionale


o

di

un

Sentenza del 1927 nella controversia sullofficina di Chorzw: E un principio di diritto internazionale che la violazione di un impegno ha per conseguenza lobbligo di riparare in forma adeguata. Sentenza arbitrale sul caso Rainbow Warrior: Nel campo del diritto internazionale non c distinzione tra responsabilit contrattuale e responsabilit da atto illecito.

Lillecito internazionale si compone di 2 elementi: Art. 2 CDI Sussiste un fatto illecito internazionale quando un comportamento consistente in unazione o in unomissione: a) Pu essere attribuito allo stato alla stregua del diritto internazionale(Elemento soggettivo) b) Tale comportamento costituisce una violazione di un obbligo internazionale dello stato(Elemento oggettivo). Per il configurarsi di un illecito necessario un danno? No, esso pi una conseguenza frequente che un elemento indispensabile. E controverso anche se la colpa debba rientrare tra gli elementi costitutivi dellillecito. Vale lo stesso discorso che per il danno: se la colpa rilevante per stabilire la responsabilit, dipende dalla specifica norma di diritto internazionale che disciplina la situazione, non dal fatto che essa costituisca un elemento costitutivo della responsabilit internazionale.

Il comportamento attribuibile allo stato


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Da quanto detto sopra consegue che non si ha responsabilit dello stato per il comportamento di individui o gruppi di individui privati che abbiano agito come tali, a meno che il loro comportamento non sia stato possibile a causa di un comportamento omissivo nei confronti di un obbligo di vigilanza, prevenzione o protezione da parte dello stato. E il caso del personale diplomatico e consolare degli USA e Tehran:il personale in questione era stato sequestrato nei locali dellambasciata a seguito di attacchi di militanti islamici iraniani. LIran aveva tra i suoi doveri internazionali quello di proteggere lambasciata Art.5 CDI: E considerato come atto dello stato ai sensi del diritto internazionale il comportamento di qualsiasi organo dello stato che abbia tale qualit alla stregua del diritto interno di detto stato, purch esso abbia agito in tale qualit nel caso in questione.

Il concetto di organo dello stato


E un concetto molto ampio. Regola consuetudinaria dice: La condotta di qualsiasi organo di uno stato deve considerarsi come un atto di tale stato. Tutti gli organi dello stato, non solo quelli normalmente abilitati a rappresentarlo. o Controversia sulle attivit militari e paramilitari in Nicaragua e contro il NicaraguaData la dipendenza dei contras dagli USA, sarebbe giuridicamente fondato assimilarli ad un organo dello stato? No, il grado di controllo non era tale da potersi affermare che gli stati uniti avevano diretto o imposto, gli atti commessi dai contras. La sentenza sul caso Tadic mette in evidenza unaltra sfaccettatura: in essa il problema di imputazione non ai fini di stabilire la responsabilit di uno stato, ma di determinare il carattere interno o internazionale di un conflitto per stabilire che norma di diritto umanitario applicare.

Art.8 CDI La condotta di una persona o di un gruppo di persone sar considerata atto di uno stato alla stregua del diritto internazionale se la persona o gruppo di persone sta di fatto agendo sotto le istruzioni, sotto la direzione o il controllo di tale stato nello svolgimento di tale condotta. Art.11 CDIQuando un atto che non pu essere attribuito a uno stato in quanto commesso da persone che non rivestono la qualit di organi viene in seguito adottato come proprio da uno stato, esso deve considerarsi atto di tale stato. Ambasciata a TehranQuando le autorit iraniane hanno deciso di mantenere e utilizzare a vari fini politici loccupazione dellambasciata americana e la detenzione del personale in ostaggio. Art. 7 CDIAttribuibili allo stato sono anche i comportamenti dei suoi organi che abbiano agito eccedendo la loro competenza o in contrasto con le prescrizioni di diritto interno relative alla loro competenza, sempre che tale eccesso o contrasto risultino manifesti. Caso Mallen Art. 10 CDIIl fatto di un movimento insurrezionale che diviene il nuovo governo di uno stato attribuito a questo stato. Il fatto di un movimento insurrezionale la cui azione porta alla creazione di un nuovo stato su di una parte di territorio di uno stato preesistente, attribuito a questo nuovo stato.

Lattribuzione ad uno stato del comportamento di organi altrui


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Art. 6 CDISolo a condizione che gli organi altrui siano stati messi a disposizione dello stato e che effettivamente dipendano da esso ed agiscano in conformit ad istruzioni impartite da questultimo.

La partecipazione di uno stato allillecito di altro stato


In base ai CDI si distinguono 3 differenti ipotesi di questo tipo di responsabilit: 1. Uno stato aiuta o assiste un altro stato nella commissione di un illecito 2. Uno stato dirige o controlla un altro stato nella commissione dellillecito 3. Uno stato costringe un altro stato a commettere un illecito

Le diverse specie dei fatti illeciti internazionali


I fatti illeciti possono essere: OmissiviLo stato doveva tenere il comportamento che non stato tenuto Commissivi Lo stato non doveva tenere il comportamento che stato tenuto Di condottaLa regola inadempiuta richiedeva un determinato comportamento Di risultato La regola inadempiuta richiedeva un determinato risultato. Quando il comportamento dello stato non conforme al risultato voluto dal diritto internazionale, ed per ottenibile con un comportamento successivo dello stato, si ha violazione dellobbligo solo se lo stato anche con il suo comportamento successivo non assicura il risultato richiesto. Es: diritti delluomo o trattamento degli stranieriil fatto illecito pu dirsi verificato solo dopo il previo esaurimento dei ricorsi interni. Vi sono poi illeciti istantanei o continuati, semplici o complessi.

Crimini e delitti internazionali, violazione di norme imperative di diritto internazionale


Nel progetto della Commissione si incontra la distinzione, in relazione al loro contenuto,tra due tipi di illeciti: o o Delitto internazionaleOgni fatto illecito che non costituisce un crimine. Crimine internazionale Il fatto internazionalmente illecito che risulta da una violazione da parte di uno stato di un obbligo cos essenziale per la salvaguardia di interessi fondamentali della comunit internazionale, che la sua violazione riconosciuta come un crimine da detta comunit nel suo insieme.

La definizione di crimine viene poi completata da una disposizione esemplificativa, che dice che un crimine pu, tra laltro, risultare: a) Da una violazione grave di un obbligo internazionale di importanza essenziale per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale, come il divieto di aggressione. b) Da una violazione grave di un obbligo internazionale di importanza essenziale per la salvaguardia del diritto di autodeterminazione dei popoli, come il divieto di istituire o mantenere con la forza un dominio coloniale. c) Da una violazione grave e su larga scala di un obbligo internazionale per la salvaguardia dellessere umano, come il divieto di schiavit, di genocidio e di apartheid. d) Da una violazione grave di un obbligo internazionale di importanza essenziale per la salvaguardia e la preservazione dellambiente umano, come il divieto di inquinamento massiccio dellatmosfera o dei mari.

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Problema: lintroduzione della nozione di crimine internazionale nel progetto della Commissione suscita non poche obiezioni. Si temeva che potesse far sorgere aspettative o pretese che avrebbero creato incertezza su pilastri del diritto internazionale. Per altro verso per, la prassi internazionale ben lontana dallessere univoca ed molto povera di casi in cui, in base al diritto internazionale generale, si sia dato luogo a conseguenze giuridiche differenziate per violazioni di norme cui si attribuisce unimportanza fondamentale. Inoltre, a questo punto la nozione di crimine internazionale molto vicina a quella di una violazione di norme di jus cogens. Ma in tal caso, ogni violazione di norme di jus cogens deve prospettarsi come un crimine internazionale oppure no? E poi esistono anche le norme erga omnes NB: Come per lo jus cogens, lelemento essenziale per lidentificazione delle regole la cui violazione comporta un crimine internazionale dato dal riconoscimento della comunit internazionale nel suo insieme!!!In questo senso sempre bene che siano il Consiglio di Sicurezza e la Corte internazionale di Giustizia a stabilire lesistenza di un crimine internazionale(principio fondamentale: nullum crimen sine lege) Altro problema: gli articoli CDI non riprendono la distinzione tra delitti e crimini internazionali. La commissione e gli stati membri hanno fatto opposizione. Tuttavia, pur abolendo la nozione di crimine internazionale, negli articoli CDI rimasta la menzione di una categoria di illeciti caratterizzati dalla loro particolare gravit: illeciti costituiti da una violazione grave da parte di uno stato di un obbligo sorgente da una norma imperativa di diritto generale, precisandosi che la violazione di tale obbligo grave se implica da parte dello stato responsabile una mancanza flagrante o sistematica nelladempiere lobbligo(Art.40 CDI). Questa soluzione ha vari pregi: Elimina la nozione di crimine internazionale, la cui distinzione da jus cogens impossibile. La nozione di jus cogens trova oggi maggior appoggio nella giurisprudenza internazionale rispetto a quella di crimine internazionale. La nozione di jus cogens non contiene alcuna allusione ad un profilo penale o punitivo, che inevitabilmente implicita nellespressione crimine.

Le circostanze che escludono il fatto illecito:


Distinzione tra cause di esclusione dellilliceit e semplici esenzioni che escludono la responsabilit, conseguenza dellilliceit. o o Le circostanze di esclusione della illiceit non annullano o estinguono lobbligo: piuttosto, forniscono una giustificazione o una scusa per il non adempimento quando sussista la circostanza di cui si tratti. Inoltre, linvocazione di una circostanza che esclude lilliceit non pregiudica: a) Ladempimento dellobbligo in questione, se e nei limiti in cui la circostanza che esclude lilliceit non esista pi. b) La questione della compensazione di perdite materiali causate da quel fatto Il consenso E il consenso dello stato leso al comportamento di un altro stato: o Precedente o contemporaneo alla violazioneEsclude lilliceit del comportamento dellalto stato, a meno che non ci sia un vizio di competenza o una causa di nullit(dolo o violenza) o Successivo alla violazioneNon elimina il carattere illecito dellatto, ma assume il valore di rinuncia dello stato leso al suo diritto alla riparazione.

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NB: Qualora gli stati lesi siano pi di uno, il consenso di uno non vale ad eliminare lilliceit del fatto nei confronti degli stati che non hanno prestato il loro consenso. La rappresaglia o contromisura La responsabilit internazionale prevede che lo stato leso infligga a sua volta una lesione di un diritto soggettivo allo stato autore dellillecito. Ci dunque non costituisce illecito, sempre che essa risponda a determinate condizioni: Art. 49, parr. 1-2 CDILe contromisure possono prendersi solo contro uno stato responsabile di un illecito internazionale, al fine di indurre questultimo alladempimento, e sono limitate alla inesecuzione temporanea di obblighi internazionali dello stato leso contro lo stato responsabile. o La liceit della rappresaglia limitata a reazioni non sproporzionate rispetto al fatto illecito che potrebbe giustificarla. Va invece esclusa a priori la liceit di ogni rappresaglia che comporti, in tempo di pace, la minaccia o luso della forza. Un ulteriore limite che lazione o lomissione in cui la contromisura si concreta, deve rispettare gli obblighi relativi alla protezione dei diritti umani fondamentali e gli obblighi di carattere umanitario posti a tutela dellindividuo. o Non si pu procedere a titolo di contromisura allinesecuzione di obblighi che in vario modo possono facilitare la soluzione della controversia. o Le contromisure devono essere autorizzate da decisione degli organi preposti alla soluzione delle controversie. La forza maggiore Si ha quando si verifica una forza irresistibile che ha reso materialmente impossibile, alla luce delle circostanze, ladempimento dellobbligo dovuto(Es: la nave da guerra di uno stato, trascinata da una tempesta, viene a trovarsi in avaria entro il mare territoriale di un altro stato). La forza maggiore per non esclude lilliceit del fatto, se lo stato ha contribuito al prodursi della situazione di impossibilit materiale. Il caso fortuito Si ha quando si verifica un fatto imprevisto, non controllabile, che ha reso materialmente impossibile allo stato rendersi conto che il suo comportamento non era conforme allobbligo dovuto. Anche qui non vi esclusione dellillecito se lo stato non ha contribuito al prodursi della situazione. Esempi: Aereo iracheno vs portaerei USA, volo coreano vs URSS Lestremo pericolo Si verifica quando lautore del comportamento non aveva altro mezzo ragionevole per salvare la propria vita o quella di persone affidate alle sue cure. Scelta del male minore(Es: il capo dei pompieri senza permesso entra in una sede diplomatica straniera in fiamme per salvare delle vite). Caso Rainbow Warrior: non solo per salvare vite, ma anche per tutelare lintegrit fisica Lillecito non pu escludersi se lo stato agente ha contribuito al prodursi della situazione o se era probabile che la sua condotta creasse un pericolo comparabile o pi grave. Lo stato di necessit Si distingue dallestremo pericolo per lesigenza di salvare non pi vite umane, ma un interesse essenziale. E stato infatti ammesso (con prudenza) tra le cause di esclusione dellilliceit, purch: o

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o o

Il fatto fosse il solo mezzo per salvaguardare un interesse essenziale di fronte a un pericolo grave e imminente Il fatto non compromettesse in modo serio un interesse essenziale dello stato o degli stati rispetto a cui sussisteva lobbligo, o della comunit internazionale nel suo insieme.

Esempi: Inghilterra vs New York nave Caroline, Inghilterra vs Liberiapetroliera liberiana Torrey Canyon Lo stato di necessit non pu venire invocato: a) Se lobbligo internazionale in questione esclude la possibilit di invocare lo stato di necessit b) Se lo stato in questione ha contribuito al verificarsi dello stato di necessit La legittima difesa Si verifica quando lo stato agente intenda evitare il compimento di un illecito nei propri confronti o impedire che un illecito gi in atto venga portato ad ulteriori conseguenze. Si distingue dalla rappresaglia per il suo fine difensivo, mentre la prima ha fine punitivo. La legittima difesa pu essere: o Individuale o Collettivauno stato agisce in difesa di un altro stato che subisce un attacco armato da un terzo. Alla luce della Carta delle NU La legittima difesa riconosciuta nellart.51 dello Statuto delle NU. Esso ha dato luogo ad interpretazioni divergenti per quanto riguarda i casi in cui la legittima difesa sarebbe ammissibile. Alcuni sostengono nel caso di attacco in atto, incipiente o imminente, altri la ritengono ammissibile anche come risposta ad altri illeciti gravi o a titolo di prevenzione(c.d. legittima difesa preventiva). I CDI la prevedono con riferimento al dettato della Carta, non allarticolo 51, evitando cos i problemi di interpretazione. I CDI si limitano ad aggiungere un richiamo ai requisiti, non menzionati della Carta ma comunemente riconosciuti, della necessit, dellimmediatezza e della proporzionalit. Alla luce della pratica internazionale In vari casi desumibile il ricorso ad un concetto assai ampio di legittima difesa, che viene invocata sia come risposta ad un attacco armato non in atto(ma solo minacciato), sia come risposta a violazioni di norme di diritto internazionale diverse da quelle che vietano un attacco armato. Sarebbe tuttavia affrettato voler desumere da tali esempi che nella pratica internazionale e quindi nel diritto internazionale consuetudinario, si stia affermando un concetto di legittima difesa pi ampio di quello previsto alla luce della Carta delle NU. Elenco dei casi: Israele vs Iraqdistruzione reattore nucleare USA vs Panamaristabilito governo legittimo, salvataggio americani dal regime. Israele vs Ugandaaereo dirottato da terroristi palestinesi con ostaggi, Uganda connivente USA vs IranTentativo fallito di liberazione degli ostaggi dellambasciata USA vs Afghanistan11 Settembre USA vs Nicaragua

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Un dato rilevante per la pratica lanalisi del concetto di legittima difesa a dei suoi limiti operata dalla Corte internazionale di giustizia nel caso delle attivit militari contro il Nicaragua. Da questa analisi emerge: o La Corte limita lammissibilit della legittima difesa al caso dellattacco armato. o La definizione dell attacco armato, la cui constatazione autorizza la messa in atto del diritto naturale di legittima difesa non enunciata dalla Carta e non fa parte del diritto convenzionale. o La Corte non pensa che la nozione di attacco armato possa ricomprendere lazione di bande armate nel caso in cui questa azione rivesta unampiezza particolare, e unassistenza a dei ribelli che prenda la fornitura di armamenti o di assistenza logistica o altro. o Gli USA hanno illegittimamente invocato la difesa collettiva in favore di Honduras, El Salvador e Costa Rica, perch questi non lavevano richiesta. o Gli USA hanno messo mine, attaccato porti, installazioni petrolifere e una base navale del Nicaragua, niente di tutto questo attiene ai requisiti di necessit e proporzionalit.

Le conseguenze dellillecito: lobbligo di cessazione del fatto illecito


1. Obbligo di cessazione dellillecito(per gli illeciti che si estendono nel tempo). 2. Obbligo di restituzione in forma specifica, che comporta anche lobbligo di restituire la cosa nello stesso stato e condizione in cui si trovava prima dello spossessamento. 3. Obbligo di risarcimento monetario 4. Obbligo di soggiacere a delle contromisure 5. Obbligo di offrire appropriate assicurazioni di non ripetizione, se le circostanze lo esigano.

La riparazione: la restituzione in forma specifica


Art.31 par.1 CDILo stato responsabile tenuto a riparare integralmente il pregiudizio causato dallatto internazionalmente illecito. Non sono specificati contenuti e requisiti del pregiudizio, perch esso varia rispetto ad ogni violazione. Art.39 CDINella determinazione della riparazione si terr conto degli atti colposi o dolosi dello stato leso o delle persone o enti per conto dei quali viene domandata la riparazione. La riparazione pu avvenire, singolarmente o in combinazione, in 3 forme: o Restitutio in integrumRistabilimento della situazione che si sarebbe avuta senza la commissione dellillecito. Lo stato responsabile deve fornire una restituzione a meno che (e nei limiti in cui) essa sia materialmente impossibile o troppo onerosa. Vale sempre la regola di inappellabilit del diritto interno come scusante per sottrarsi alla restituzione, a meno che non si sia convenuto tra le parti. Lo stato leso pu richiedere, in modo tempestivo, che il risarcimento del danno sostituisca in tutto o in parte la restituzione specifica, purch questa non si risolva in un ingiusto vantaggio a scapito dello stato responsabile o comporti la violazione di una norma generale di una norma imperativa. o Compensazione(risarcimento monetario) Quando la restitutio in integrum non sia possibile(in tutto o in parte) o comunque ricorra una delle situazioni in cui essa pu essere evitata, la riparazione deve avvenire per equivalente pecuniario. La compensazione va effettuata nella misura in cui le perdite non risultino gi coperte dalla restituzione(o dal

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pagamento che ne prende il posto). Ricordiamo che il titolare del risarcimento sempre e solo lo stato, non lindividuo, e pertanto il danno subito dal privato non mai identico a quello subito dallo stato. Esso comunque fornisce un criterio conveniente per misurare la riparazione dovuta allo stato. Il danno risarcibile quello economicamente valutabile. Non vi rientrano pertanto i danni morali allo stato, ma vi rientrano quelli ai cittadini e agli agenti, in quanto economicamente stimabili. Il risarcimento copre sia il danno emergente che il lucro cessante. A questi possono aggiungersi gli interessi, ma non i metainteressi. Se il danno prodotto da altre concause rispetto al fatto illecito, il risarcimento si riduce in proporzione. Esempi: USA vs Iraq37 morti bombardati su USS Stark. Risarcimento per vite umane, lesioni personali e danni materiali. Nuova Zelanda vs FranciaRainbow Warrior affondata in porto da agenti francesi entrati con passaporti svizzeri. Guinea vs nave St. Vincent(caso Saiga)-->risarcimento + interessi(Il tasso non deve essere fisso, ma variare caso per caso). SoddisfazioneServe a riparare il pregiudizio morale che consegue a un fatto illecito(lesione dellonore, della dignit e del prestigio dello stato). E una forma di riparazione che si applica nei limiti in cui il pregiudizio non pu essere riparato con la restituito o il risarcimento. Pu anche avere il semplice valore di riaffermare la regola violata, considerato che la violazione potrebbe costituire un precedente per future violazioni. Pu assumere varie forme, come: Onori alla bandiera Scuse solenni(caso Rainbow Warrior) Somma simbolica di denaro Disconoscimento ufficiale di un fatto compiuto da un organo dello Stato Constatazione della violazione di un obbligo[caso Saiga(da Guinea) e caso Eichmann(da Consiglio di Sicurezza)] Punizione delle persone(caso Rainbow Warrior) Varie ed eventuali La soddisfazione non pu essere sproporzionata al pregiudizio e non pu assumere una forma umiliante per lo stato responsabile. Controversa lammissibilit del danno punitivo tra le forme di soddisfazione.

La rappresaglia o contromisura come conseguenza di un illecito internazionale


La rappresaglia cos intesa non ammessa se lo stato leso ha gi ottenuto unadeguata riparazione per il torto subito. Il ricorso alla rappresaglia non pregiudica per una successiva riparazione. Art. 52 CDI prevede alcune condizioni procedurali per il ricorso alla contromisura: 1. SommationLo stato leso invita il responsabile ad adempiere al suo obbligo. 2. Lo deve avvertire della decisione di adottare delle contromisure. 3. Deve invitarlo a negoziare. Lammissibilit della rappresaglia viene meno se esiste un meccanismo giudiziario o arbitrale che possa dirimere la controversia.

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Le conseguenze del crimine internazionale e delle violazioni gravi di norme imperative


Il problema non muta se al concetto di crimine internazionale si sostituisce quello di violazione grave di una norma di jus cogens. Arangio Ruiz aveva proposto che alle conseguenze previste per la commissione dei semplici delitti se ne aggiungessero altre supplementari. Procedura di accertamento molto elaborata La Commissione non ha accettato per intero la proposta, ma solo in quella parte in cui si prevedeva alcune conseguenze specifiche supplementari rispetto a quelle previste per gli illeciti in generale. Art.41, par 3 CDIValgono in materia tutte le conseguenze previste per gli atti internazionalmente illeciti, lasciando aperta anche la possibilit che il diritto internazionale(particolare o generale) preveda conseguenze ulteriori. Il compimento di un crimine internazionale fa sorgere degli obblighi di solidariet internazionale per tutti gli stati. Gli stati devono cooperare per porre fine con mezzi legali a qualsiasi violazione grave nel senso dellart. 40.

Il concetto di Stato leso e la titolarit del diritto a far valere la responsabilit


Finora si parlato di stato leso intendendo come tale lo stato il cui diritto soggettivo stato violato dal comportamento contrario a un obbligo internazionale tenuto dallo stato autore dellillecito. La coincidenza tra stato leso e stato che ha diritto di invocare la responsabilit, che si trovava nellart.40 del testo adottato in prima lettura nel 1996, non stata ripresa dagli articoli CDI. Non solo gli stati lesi possono invocare la responsabilit. Art.42 CDI Uno stato ha diritto, in quanto stato leso, a invocare la responsabilit di un altro stato se lobbligo violato dovuto: A tale stato individualmente A un gruppo di stati di cui esso fa parte o alla comunit internazionale nel suo insieme, se detto obbligo pregiudica specificamente tale stato. Art. 48 CDILa responsabilit pu invocarsi da uno stato diverso da quello leso qualora: a) Lobbligo violato dovuto a un gruppo di stati che comprende tale stato ed stabilito per la protezione di un interesse collettivo del gruppo. b) Lobbligo violato dovuto alla comunit internazionale nel suo complesso. Con questa disposizione, che riguarda obbligazioni dette erga omnes partes ed erga omnes, gli articoli estendono al di l dello stato leso il diritto di invocare la responsabilit, senza per conferire allo stato che invoca la responsabilit la pienezza delle pretese aperte allo stato leso. Le pretese esercitabili dagli stati diversi dallo stato leso sono infatti limitate ad esigere: La cessazione dellatto internazionalmente illecito, e assicurazioni e garanzie di non ripetizione Esecuzione dellobbligo di riparazione conformemente agli artt. precedenti, nellinteresse dello stato leso o dei beneficiari dellobbligo violato. Non nominata la possibilit di ricorrere a contromisure. Esistono diversi trattati multilaterali in cui si prevede esplicitamente il diritto di tutte le parti di far valere la violazione di alcune o di tutte le loro disposizioni, ad esempio i trattati relativi alle minoranze conclusi dopo la grande guerra, la convenzione sul

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genocidio del 1948, la costituzione dellOrganizzazione Internazionale del Lavoro, la convenzione europea dei diritti delluomo

La cosiddetta responsabilit per fatti leciti e il problema delle conseguenze delle attivit pericolose
Esistono alcune attivit statali che non costituiscono illecito internazionale, ma che possono, se provocano un danno, far sorgere un obbligo di risarcimento. Es: le navi da guerra di un qualsiasi stato possono procedere a ispezioni a bordo di navi straniere in alto mare, se hanno seri motivi per ritenere che esse si dedichino alla pirateria o alla tratta degli schiavi o che esse abbiano in realt la stessa nazionalit della nave da guerra. -->Se i sospetti si rivelano infondati, la nave straniera deve essere compensata per qualsiasi perdita o danno che abbia subito. Un obbligo di risarcire il danno, anche in mancanza di illecito, sussiste quando intervengono certe circostanze che escludono lilliceit: Forza maggiore Caso fortuito Estremo pericolo Stato di necessit Si formata in materia la regola generale che pone a carico degli stati lobbligo di evitare i danni o i rischi di danni derivanti dalle attivit nucleari, spaziali, industriali o di trasporto che creano scarichi o residui pericolosi e che possono provocare danni in altri stati o in spazi non sottoposti alla sovranit di alcuno stato. Dalla violazione di questa regola generale discendono tutte le conseguenze che normalmente derivano dal compimento di un fatto illecito internazionale, compreso il risarcimento in caso di danno, e la cessazione in caso di mero rischio. E per vero che non basta il solo danno per far sorgere un illecito, ma necessario anche che lo stato in questione non abbia usato la diligenza che, date le circostanze specifiche, era doveroso da lui attendersi. Da qui lesigenza di elaborare un sistema di norme che copra la cosiddetta responsabilit da attivit lecite(regole di prevenzione e di cooperazione che dovrebbero accompagnarsi allesercizio di determinate attivit utili, ma rischiose).

Capitolo XII. Le controversie internazionali e la loro soluzione


Perch si abbia una controversia non sufficiente dimostrare che gli interessi delle due parti sono in conflitto, ma bisogna anche che la pretesa di una delle parti si scontri con la manifesta opposizione dellaltra.

Prevenzione e soluzione di controversie


Le controversie turbano lordinato svolgimento delle attivit internazionali. Il diffuso sentimento dellutilit della soluzione delle controversie espresso nellart. 2 par. 3 della Carta NU: Tutti gli stati membri devono risolvere le loro controversie internazionali con mezzi pacifici in maniera che la pace e la sicurezza internazionale e la giustizia non siano messe in pericolo.

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A questa disposizione corrisponde una regola di diritto consuetudinario. Libert dei mezzi di soluzione:Nessuno stato pu essere costretto senza il suo consenso a sottoporre le sue controversie alla mediazione o allarbitrato o a qualsiasi altro tipo di soluzione pacifica. Fermo restando lobbligo del non ricorso alluso della forza, gli stati restano liberi di scegliere i mezzi con cui risolverla, e anche di non risolverla proprio.

I mezzi e i procedimenti di soluzione delle controversie


Lestinzione della controversia un fatto storico, da constatare empiricamente, che pu avere conseguenze giuridiche. La soluzione della controversia invece un concetto giuridico, non storico: una valutazione provvista di efficacia vincolante, che trae origine dal consenso delle parti. Le controversie possono essere risolte dalle parti stesse, cio direttamente, oppure per terzo interposto, ossia indirettamente. Accordo o sentenza sono perci le uniche due alternative esistenti per giungere ad una soluzione della controversia. Non detto che la soluzione della controversie porti allestinzione della stessa, perch una delle parti pu sempre disattendere il dettato della sentenza o dellaccordo. Da non confondere con i mezzi di soluzione, sono i loro modi di espletazione, ossia i procedimenti, che sono comuni ad entrambi i mezzi: Diplomatici 1. Negoziato il pi praticato(anche perch il pi silenzioso). Inoltre permette il controllo completo degli impegni che si assumono, senza rischio di incorrere in imposizioni non volute. Nel corso dei negoziati le parti hanno lobbligo di comportarsi secondo buona fede, e laccordo cos raggiunto comporta lestinzione della controversia. NB:Il negoziato lunico procedimento che non richiede lintervento di un terzo. Tutti gli altri procedimenti diplomatici richiedono interventi di terzi. 2. Inchiesta Se la controversia verte su diverse visioni di un fatto, si pu avvertire lesigenza di un preventivo ed imparziale accertamento dei fatti. Il rapporto con cui si conclude linchiesta non vincolante per le parti. Linchiesta dunque un procedimento mirante a facilitare solo indirettamente laccordo che risolve la controversia. 3. Buoni uffici Il terzo si limita a mettere in comunicazione le parti e a facilitare la messa in moto o la ripresa di negoziati fra di esse. Possono essere condotti da uno stato o da un autorevole cittadino di uno stato terzo, oltre che da alti funzionari di organizzazioni internazionali. Esauriscono la loro funzione quando i negoziati sono avviati o ripresi. 4. Mediazione Si distingue dai buoni uffici per il pi importante ruolo del terzo. Il mediatore facilita attivamente i negoziati, talora presentando proposte di carattere ufficioso e non vincolante. Tale funzione viene conferita a uno o pi stati o a un autorevole rappresentante di unorganizzazione internazionale. Peso e forza persuasiva particolari. 5. Conciliazione Il terzo un individuo o una commissione incaricata di esaminare la controversia e formulare proposte per la sua soluzione, da contenere in un rapporto. Tali proposte sono non vincolanti. Le proposte presentate dal conciliatore non sembrano differenziarsi giuridicamente da quelle presentate dal mediatore. La differenza sta nel fatto che mentre il mediatore pu utilizzare il proprio peso politico per facilitare laccettazione delle

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sue proposte, il conciliatore non pu che affidarsi al proprio prestigio personale e alla ragionevolezza intrinseca delle sue proposte. Arbitrali o giudiziali 1. Arbitrato Larbitro scelto dalle parti, che si impegnano anche ad assumere la sua decisione come vincolante. Laccordo per deferire la questione a un arbitro pu essere concluso dopo linsorgere della controversia(compromesso), e in genere indica larbitro e il meccanismo per la sua designazione, il diritto applicabile, la procedura da seguire e il preciso oggetto della controversia. Le parti possono anche accordarsi di sottoporre a soluzione arbitrarie eventuali controversie prima che queste si verifichino(clausole compromissorie).Addirittura interi trattati possono essere stipulati per impegnarsi a sottoporre ad arbitrato future controversie(trattati darbitrato). Tuttavia sia le clausole sia i trattati darbitrato sono meno precisi e dettagliati del compromesso in itinere. La tribuna arbitrale pu essere formato da 3 a 5 giuristi di chiara fama. Dispari perch uno designato da ciascuna delle parti, ed il terzo di comune accordo tra le due. In questo modo pi facile che si formi una maggioranza. Una delle parti non pu bloccare la procedura arbitrale evitando laccordo sulla nomina, perch in tal caso larbitro mancante eletto da un terzo autorevole(Corte internazionale di giustizia o Segretario NU) Larbitro tenuto in genere ad applicare il diritto internazionale, ma a richiesta delle parti pu attuare una valutazione equitativa ex aequo et bono. Le parti sono rappresentate da agenti e assistite da consulenti e avvocati e il processo si articola in una fase scritta e in una orale. Il procedimento si conclude con la sentenza, o lodo, arbitrale. Essa pu essere adottata a maggioranza. Una volta emanata, il caso passa in giudicato. 2. Regolamento giudiziario Il terzo, anzich essere designato dalle parti, una corte o un tribunale precostituito. Cosa vuol dire tribunale internazionale? Nozione ampia: organi permanenti e precostituiti per atto internazionale, composti da individui di diversa nazionalit che applicano il diritto internazionale(Es: Corte sui diritti umani, Tribunali penali internazionali). Nozione ristretta: organi giudiziali che hanno per specifico fine la risoluzione di controversie internazionali e cio tra stati e altri soggetti(Es: Corte internazionale di giustizia). La linea di demarcazione tra le due proprio data dai soggetti in gioco. Lesistenza di una pluralit di tribunali internazionali potenzialmente competenti a giudicare delle medesime controversie porta a un problema di conflitto di giurisdizioni La messa in funzione di tutti i procedimenti di soluzione dipende dallaccordo delle parti.

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Le parti hanno sempre la possibilit di associare la soluzione per via giudiziaria alla soluzione per via di accordo. I procedimenti di soluzione nel sistema delle NU
Il Capitolo VI della Carta NU dedicato alla soluzione pacifica delle controversie. In esso si trovano i poteri del Consiglio di Sicurezza e diritti ed obblighi sia degli stati parte a una controversia che di altri stati: Ogni stato membro NU ha il diritto di sottoporre qualsiasi controversia o qualsiasi situazione che possa portare a una controversia, allattenzione del Consiglio di Sicurezza o dellAssemblea Generale. LAssemblea Generale e il Segretario Generale possono portare davanti al Consiglio ogni situazione pericolosa per la pace e la sicurezza internazionale. Se le parti non riescono a risolvere una controversia ex. Art. 33, devono sottoporla al Consiglio di Sicurezza. Poteri del Consiglio di Sicurezza: Potere di indagare su qualsiasi controversia o situazione pericolosa per la pace e la sicurezza internazionali. Invitare le parti a risolvere le controversie con i mezzi elencati al par.1

La Corte Internazionale di Giustizia


E il pi importante esempio di tribunale precostituito per la soluzione di controversie tra stati. Il suo statuto basato su quello della Corte Permanente di Giustizia, che lha preceduta fino al 1922. Esso entrato in vigore nel 45, ed annesso alla Carta delle NU. Composizione 15 giudici di diversa nazionalit, eletti a maggioranza assoluta dai membri del Consiglio di sicurezza e dai membri dellAssemblea Generale, integrati dagli stati parte allo statuto della Corte che non siano membri NU. La Corte deve essere formata in modo tale da assicurare la rappresentanza delle principali forme di civilt e dei principali sistemi giuridici del mondo. Il sistema di elezione favorisce la presenza costante di giudici appartenenti ai 5 stati membri permanenti del Consiglio. Ogni 3 anni si rinnova 1/3 della Corte, e il mandato di ogni giudice d 9 anni. La rielezione ammessa. Gli stati parte a una controversia che non abbiano in seno alla Corte un giudice della loro nazionalit possono sceglierne uno ad hoc(somiglianza con arbitrato). Competenze ContenziosaSolo nellambito di controversie tra stati. I. Giurisdizione speciale(Compromesso)La giurisdizione della Corte si estende a tutte le controversie che le parti le sottopongano. II. Ricorso unilateraleOgni stato ha il diritto di ricorrere unilateralmente alla Corte, senza ulteriore compromesso, in relazione a tutti i casi previsti da trattati e convenzioni in vigore. III. Clausola facoltativa di giurisdizione obbligatoriaInoltre, gli stati parte possono in qualunque momento(ipso facto e senza accordo speciale),rispetto a ogni stato che accetti lo stesso obbligo, riconoscere come obbligatoria la competenza della Corte in tutte le controversie relative: a) Allinterpretazione di un trattato b) A ogni questione di diritto internazionale c) Allesistenza di qualsiasi fatto che, se provato, costituirebbe una violazione di un obbligo internazionale. d) Alla natura o allestensione della riparazione dovuta per la violazione di un obbligo internazionale.

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E frequente che le parti limitino in vario modo la clausola, escludendone con delle riserve varie categorie di controversie. ConsultivaPu essere attivata solo da determinate organizzazioni internazionali. La giurisdizione consultiva pu essere attivata a richiesta di: A. Assemblea Generale o Consiglio di Sicurezzariguarda qualsiasi questione giuridica. B. Organi o istituti specializzati autorizzati riguarda qualsiasi questione giuridica che sorga nellambito delle attivit di tali organi o istituti. Procedimento Inizio Se siamo in giurisdizione speciale, si inizia con la notifica alla Corte del compromesso. Se siamo in giurisdizione obbligatoria, il procedimento avviato con unistanza di parte. In ogni caso devono indicarsi: Loggetto della controversia e le parti ad essa La natura precisa della domanda Una breve esposizione dei fatti e delle ragioni giuridiche su cui si basa la domanda. Fase scritta In caso di compromesso si scambiano contemporaneamente degli scritti difensivi(memorie e contromemorie) delle parti. In caso di avvio su istanza di parte, alla memoria dellattore segue la contromemoria del convenuto, e a richiesta della Corte anche repliche dellattore e dupliche del convenuto. Fase orale Vengono sentiti testimoni ed esperti, e la Corte pone domande alle parti. Esse espongono in notevole dettaglio le loro difese. Nel caso di mancata comparizione di una parte, prima di accogliere la domanda dellaltra, la Corte deve assicurarsi di avere giurisdizione e che la domanda sia fondata in diritto e in fatto. Procedimenti incidentali Sono procedimenti che possono inserirsi nel contenzioso gi pendente, e che possono concludersi con ordinanza o sentenza. Ve ne sono vari tipi: 1) Intervento facoltativoQuando uno stato ha un interesse di natura giuridica che pu essere pregiudicato dalla decisione. 2) Intervento di dirittoQuando uno stato sia parte a una convenzione la cui interpretazione sia in discussione nella controversia portata davanti alla Corte. In questo caso linterpretazione accolta dalla Corte vincolante anche nei confronti dellinterveniente. 3) Stato terzo come parte necessariaLa Corte carente di giurisdizione in casi in cui gli interessi dello stato terzo (che non aveva chiesto di intervenire n aveva accettato la giurisdizione) costituiscono loggetto stesso della sentenza da pronunciare sul merito. 4) Eccezioni preliminariSi tratta di ogni eccezione del convenuto sulla quale si chieda una decisione prima che prosegua il processo. La Corte pronuncia una sentenza con la quale essa accoglie leccezione, la respinge o dichiara che essa non ha un carattere esclusivamente preliminare. In questultima ipotesi la Corte fissa i termini per la prosecuzione del processo. 5) Indicazione di misure conservatorie o cautelariMisure da prendere per salvaguardare gli interessi rispettivi di ciascuna delle parti. Le misure cautelari sono obbligatorie, e la domanda di esse ha precedenza su qualunque altro procedimento. 6) Domande riconvenzionali Sentenza:

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La Corte pu giudicare, su richiesta delle parti, ex aequo et bono, ma altrimenti ha come funzione quella di decidere secondo il diritto internazionale, applicando(ex. Art. 38 Statuto): Convenzioni Consuetudini Principi generali del diritto riconosciuti dalle nazioni civili Sentenze giudiziarie Insegnamenti della dottrina Ogni sentenza deve essere motivata, indicare i giudici autori e quelli che hanno composto la maggioranza, i nomi dei giudici favorevoli e contrari a ciascun punto, e ad essa possono essere allegate dichiarazioni e opinioni. La sentenza definitiva e inappellabile, e il suo valore vincolante limitato alle parti e alla controversia cui si riferisce. La Corte non vincolata dai propri precedenti, per vi presta grande attenzione e cerca di non allontanarsene. Qualora sorga una controversia sullinterpretazione di una sentenza, una delle parti pu chiedere alla Corte di procedere alla sua interpretazione. Non ci sono aggiunte alla cosa giudicata e non si produce alcun effetto obbligatorio se non nei limiti di quanto deciso dalla sentenza interpretata La revisione possibile solo se si scopre un fatto di importanza decisiva, purch esso fosse sconosciuto alla Corte e alla parte richiedente la revisione al momento della pronuncia. La domanda di revisione deve essere posta entro 6mesi dalla scoperta del fatto e non oltre 10 anni dalla sentenza. NB: Il contenuto del parere consultivo finisce per essere considerato come vincolante dai richiedenti, anche perch questi ultimi possono essere solo organizzazioni internazionali. Sono senza dubbio vincolanti i pareri che gli enti richiedenti si siano formalmente impegnati a considerare vincolanti. In generale gli stati eseguono le sentenze. Qualora una parte non lo faccia, laltra pu fare ricorso al Consiglio di Sicurezza, che pu fare raccomandazioni o decidere misure da prendere per dare effetto al giudizio. Tale possibilit non per mai stata usata, e pu essere bloccata dal veto di uno dei 5 membri permanenti. La mancata esecuzione della sentenza pu dare luogo ad una nuova controversia. Per giustificare linesecuzione gli stati cercano in tutti i modi di invocare cause dinvalidit, che vanno ricercate nel diritto generale.

Altri procedimenti giudiziali di risoluzione delle controversie


Sul piano universale(concezione ampia), si possono ricordare altri esempi di tribunali precostituiti per la risoluzione di controversie internazionali: Tribunale internazionale del diritto del mare Istituito nel 1996 in seguito allentrata in vigore della Convenzione NU sul diritto del mare. E composto da 21 membri con sede ad Amburgo, e la sua giurisdizione in gran parte obbligatoria, nel senso che pu essere scelta dalle parti come alternativa alla Corte internazionale di giustizia o allarbitrato. Se le parti fanno scelte diverse, prevale larbitrato. Se invece le parti concordano, il Tribunale ha competenza per le controversie relative allinterpretazione e allapplicazione della Convenzione, ma con eccezioni. In un numero limitato di casi il Tribunale dotato di giurisdizione obbligatoria esclusiva, e cio sottratta al meccanismo delle preferenze: 1) Procedimento di pronta liberazione di navi ed equipaggi arrestati e non rilasciati in violazione di norme della Convenzione che prevedono il

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pronto rilascio dietro deposito di ragionevole cauzione o altra garanzia finanziaria. 2) Procedimento per la prescrizione di misure cautelari in pendenza della costituzione del tribunale arbitrale competente. Oltre che per preservare i diritti delle parti possono essere prescritte per prevenire un danno grave allambiente marino. 3) Procedimento per la risoluzione delle controversie relative ai fondi marini. Meccanismo di soluzione delle controversie nellambito dellOMC Si articola in un doppio grado di giudizio: 1. Panels Composti di 3 o 5 persone da costituire caso per caso in base a liste di esperti. Forma di arbitrato specializzato. 2. Organo dappello permanente7 membri, ha le caratteristiche di un meccanismo giudiziario. La decisione di costituire un panel e quella di approvare il rapporto con cui si conclude il processo davanti ai Panels e allOrgano dappello spetta al DSB, un organo politico composto da tutti i membri dellOMC. Anche se in realt il ruolo del DSB non veramente decisionale, in quanto pu decidere solo di non costituire o di non approvare, ma lo pu fare allunanimit con le parti Meccanismi permanenti a carattere regionale o specializzati La competenza pi rilevante delle Corti per i diritti umani gi stata affrontata quando si parlato dei ricorsi di individui contro uno stato in presenza di una violazione di tali diritti. Tuttavia queste corti hanno anche altre competenze, quali quella in materia di controversie tra stati e quella consultiva a richiesta degli stati.

Ladattamento del diritto italiano al diritto internazionale


Adattamento al diritto consuetudinario Art. 10, 1co. Costituzione: Lordinamento giuridico italiano si conforma alle norme di diritto internazionale generalmente riconosciute. Questo un meccanismo di adattamento automatico:esso provvede a creare le norme interne necessarie per adempiere alle prescrizioni delle norme internazionali senza alcun intervento del legislatore. Il compito di accertare quali norme interne si debbano ritenere create o abrogate spetta al giudice nazionale. Le disposizioni dellart. 10 riguardano il solo diritto consuetudinario. Ladattamento delle norme pattizie avviene tramite un altro meccanismo. Nellambito del sistema delle fonti del diritto italiano, le norme internazionali cui si riferisce lart. 10 sono le cosiddette norme a copertura costituzionale. Nel caso in cui una norma di diritto internazionale consuetudinario contrasti con una norma costituzionale, la prima prevale, ma lo stato deve indennizzare il proprio cittadino. Adattamento al diritto pattizio Il diritto internazionale generale lascia gli stati del tutto liberi di determinarsi per quanto riguarda la competenza a stipulare trattati. Art. 87, 8co. Costituzione: Il PDR ratifica i trattati internazionali, previa, quando occorra, lautorizzazione delle Camere. Art. 80 Costituzione: Le camere autorizzano con legge la ratifica dei trattati internazionali che: o Sono di natura politica o Prevedono arbitrati o regolamenti giudiziari o Importano variazioni del territorio o oneri alle finanze o modificazioni di leggi.

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Tuttavia la ratifica un atto del PDR soltanto in senso formale, perch sostanzialmente un atto del governo(nessun atto del PDR valido se non controfirmato dai ministri proponenti, che ne assumono la responsabilit). Da tutto ci segue che il PDR non pu ratificare determinate categorie di trattati se non in quanto le Camere lo abbiano preventivamente autorizzato con legge. Per il Governo(in senso sostanziale) e il PDR(in senso formale) non sono obbligati in alcun modo alla ratifica dallautorizzazione del Parlamento. Non sempre lautorizzazione del Parlamento riveste la forma di legge ordinaria. Se ladempimento delle disposizioni di un trattato imponesse: 1. una modifica dellorganizzazione costituzionale dello stato 2. una modifica delle competenze che la Costituzione e le altre leggi costituzionali attribuiscono alle Regioni 3. il compimento di atti contrari a disposizioni della Costituzione allora lautorizzazione alla ratifica dovr essere data con legge costituzionale. Ad ogni modo il disegno di legge che autorizza la ratifica devessere approvato da ciascuna Camera in seduta plenaria. Per le leggi di autorizzazione a ratificare trattati internazionali non ammesso il referendum popolare abrogativo. NB: Finora si parlato di procedura di adattamento del diritto interno per una stipulazione in forma solenne. E legittima la stipulazione in forma semplificata dei trattati elencati allart. 80 da parte del governo? No, senza previa autorizzazione o sanatoria con legge di approvazione successiva. Trattato segretopu essere concluso dallesecutivo senza che il Parlamento sappia niente, ma solo in forma semplificata.

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