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S.

Schipani

La codificazione del diritto romano comune

LA CODIFICAZIONE DEL DIRITTO ROMANO COMUNE


3. APPUNTI PER LE LEZIONI
3.
IL IUS ROMANUM COMMUNE CODIFICATO FINO AI CODICI DELLET DELLE GRANDI
RIVOLUZIONI E DELLE CODIFICAZIONI MODERNE (CENNI)
3.1. Le vicende del ius Romanum commune tra Costantinopoli-Seconda Roma e
Mosca-Terza Roma1
3.1.1. in et giustinianea: ruolo della scienza giuridica nella traduzione del diritto
romano comune codificato in greco e nel suo insegnamento: traduzioni alla lettera, parafrasi,
richiami a passi paralleli, domande-risposte, note di commento; obbiettivo didattico, e di
perfezionamento dellarmonizzazione del contenuto; richiamo al profilo della traduzionetraducibilit del sistema codificato.
Ho gi ricordato come, a Costantinopoli, i tre Codici di Giustiniano e dei suoi giuristi
iniziano la vicenda della concretizzazione della loro proiezione universale. Essi furono ripresi fra le
mani dalla scienza giuridica, che affront subito il problema di tradurli in greco, avviando una
prima grande opera di completamento della traslazione contenutistica in corso, e a volte anche
linguistica; di reinterpretazione e di ulteriori sviluppi. Ci era in consonanza piena con la vocazione
di tali codici e previsto dalla stessa Const. Tanta 21: in Graecam vocem transformare / tradurre in
greco. Furono realizzati gli indici, cio libere traduzioni o parafrasi, dei Digesti, di Doroteo,
Cirillo, Stefano, Teofilo, e del Codice, di Taleleo, Isidoro, Anatolio, Stefano, Teodoro; furono
realizzate la parafrasi greca delle Istituzioni, di Teofilo, che ne espande il contenuto, triplicandolo e
le traduzione-parafrasi dei testi dei Digesti, fra le quali ci particolarmente nota, perch largamente
usata nei Basilici, di un autore anonimo, che viene personalizzato come lAnonimo. Furono anche
tradotte in latino, da Giuliano, professore di Costantinopoli, per gli studenti di lingua latina, le
Novelle costituzioni, che erano prevalentemente in greco (Epitome Iuliani) 2.
Questi giuristi che traducono i testi dei codici sono dei greco-parlanti per i quali la
traduzione un fatto di appropriazione linguistica relativa ad un diritto radicato, da secoli vigente
fra i popoli di cui fanno parte, del quale essi sono un maturo gruppo professionale specializzato di
esperti, di docenti, di operatori di elevato livello. Essi parlano di ci che loro, e di cui loro fanno
migrare nella lingua greca comune ai diversi popoli dellarea3 contenuti tecnici resistenti,
impegnando la lingua che li riceve ad esprimerli, anche trasformandosi per la forza delle coerenze
del sistema e della sua vigenza che plasma i segni a designare le cose che essi stanno concorrendo
a portare innanzi e migliorare, ad accrescere per la civitas concreta, per i cuncti populi / tutti quanti
i popoli dei quali questi giuristi sono parte4.

noto che lImpero per sua natura unico; la divisione in due Parti fu una modalit di organizzarne il governo e non
vi furono due imperi. Anche i cittadini di lingua greca si consideravano romani. Dopo lincoronazione di Carlo Magno
(infra) si us, in area occidentale, lespressione Imperator Romaniae per distinguere tale imperatore da quello
Romanorum. La designazione di: bizantino sembra risalire solo al 1557 e risultare maturata nel quadro della
riflessione storiografica in Germania.
2
Cfr. L. WENGER, Die Quellen des Rmischen Rechts, Wien, 1953, 669 e 679 ss.; cfr. comunque ancora C. FERRINI,
Storia delle fonti del diritto romano e della giurisprudenza romana, 1, Milano, 1885 (rist. Londra, 2013) e altres,
sintetico, M. AMELOTTI, Le scuole di diritto in epoca giustinianea, in Lineamenti di Storia del diritto romano, a cura di
M. TALAMANCA, Milano, 1979, 787 ss.
3
Non necessario sottolineare il mosaico linguistico esistente nellOriente Mediterraneo.
4
evidente che una lingua pu essere usata anche per descrivere un diritto di altri popoli, ma i problemi che si pongono
sono diversi; ci su cui mi pare significativo richiamare lattenzione il fatto che, quando si sviluppato a tutti i livelli
luso del greco, il diritto romano era gi diventato diritto proprio e la lingua diceva il diritto vigente per i parlanti.

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Si aperta, cos, per il sistema del diritto romano, una vicenda epocale: unico diritto,
duplicit di lingue di elaborazione dello stesso, di produzione didattica e scientifica. Da questa
unicit / duplicit sgorgher successivamente una pi estesa pluralit e dinamica dellaccrescimento
del sistema5.
3.1.2. in et post-giustinianea nella Seconda Roma: epitomi e raccolte settoriali che a
volte vengono rafforzate dalla potest del legislatore (Imperatore); il rifacimento dellopera di
Giustiniano con i Basilici (sec. X), e lo sviluppo di opere da questi derivate, di sintesi e guida
alluso;
a.A Costantinopoli, nella attivit di trasmettere e adeguare i Codici, e le Novelle costituzioni
che vi si erano affiancate in un insieme unitario, la scienza giuridica non oper sempre da sola, ma,
come gi in et precedenti e poi con i codici in et giustinianea, spesso la sua opera si coniug con
quella dellimperatore-legislatore6. Cos, l/Eklogh (726), che appartiene piuttosto al genere
delle epitomi, fu anche pubblicata dallimperatore Leone III Isaurico (717-741) e da suo figlio
Costantino Copronimo7.
Raccolte a carattere settoriale sono, poi, il /nmos gherghiks, legge
agraria, il / nmos Rhodn nautiks, legge marittima dei Rodiesi, il
/ nmos stratiotiks, legge di disciplina militare8.
Sotto Basilio I, il Macedone (867-886) venne pubblicato il / Prcheiros e
l / Epanagog in cui il diritto giustinianeo, mescolato con norme posteriori, con
disposizioni ecclesiastiche, con consuetudini viene raccolto9 e si diffonde sia nellItalia meridionale
sia fra i popoli slavi.
Dallo stesso Basilio I, posto in programma il rifacimento della codificazione giustinianea
in greco, ma esso viene realizzato solo dal figlio, Leone VI, il Saggio (886-911) e si concretizza con
i Basilici / t basilik nmima (le leggi imperiali) o Hexkonta biblia o Hexkontbiblos (Sessanta
libri), grazie allattivit di una commissione presieduta da Simbazio. Dei tre codici giustinianei, i
Basilici contengono il riassunto in greco, frammento per frammento, attingendo alle traduzioni gi
esistenti, in particolare alla parafrasi dellAnonimo, allindice di Taleleo e allepitome delle Novelle
di Teodoro. Nei Basilici la materia riordinata secondo una unitaria sequenza, in sessanta libri,
sulla base dellordine espositivo del Codice10.
I Basilici ebbero assai larga diffusione, e nel secolo X, il loro testo venne arricchito da
numerose note (scolii) desunti anchessi dalle traduzioni, parafrasi e commentari dei codici
Il grande lavoro di elaborazione tecnica di concetti, istituti e norme attraverso la lingua latina, ed il suo sfociare nei
codici da ritenere il fattore principale della possibilit che il diritto romano non restasse vincolato alluso di tale lingua
stessa; della traducibilit-trasferibilit che possiamo considerare strutturale del diritto romano dei codici di Giustiniano:
la traduzione di un contenuto forte, coeso, resistente che incide sulla lingua che lo riceve e che amplia le sue capacit
espressive per renderle idonee ad esprimere tale sistema di concetti.
5
Cfr. anche S. SCHIPANI, Tradurre i Digesti. Una riflessione sulla pulizia terminologico-concettuale a proposito
della traduzione di lex, alla ricerca del diritto, in Roma e America, 35/2014. Sul problema della relazione fra testo
latino e traduzione in greco, e sulla relazione fra di essi in caso di divergenza, cfr. L. WENGER, Die Quellen des
Rmischen Rechts, Wien, 1953, 720 ss.
6
Sulle fonti di questo periodo, fondamentale L. WENGER, Die Quellen cit., 692 ss.; cfr. comunque altres C. FERRINI,
Storia delle fonti cit. e, sintetico, M. AMELOTTI, Lesperienza giuridica al tempo degli Isaurici e Macedoni, in
Lineamenti di Storia cit., 793 ss.
7
Cfr. L. WENGER, Die Quellen cit., 696 s.
8
Cfr. L. WENGER, Die Quellen cit., 697 s.
9
Cfr. L. WENGER, Die Quellen cit., rispettivamente 700 s.; 701 s.
10
Cfr. L. WENGER, Die Quellen cit., 702 ss. Sul discusso problema delle relazioni fra Basilici e Codici giustinianei e
Novelle, cfr. A. MASI, Lidea giuridica e politica di Roma nel pensiero e nellazione dellImperatore Leone il Saggio,
in dea giuridica e politica di Roma e personalit storiche, I, Roma, 1991, 71 ss.

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giustinianei effettuati dai giuristi dei secoli VI-VII. Per rendere pi accessibile un testo tanto
complesso, vennero redatti indici, fra i quali la Synopsis Basilicorum (sec. X-XI)11, e repertori, fra i
quali il pi noto il Tipucitus ( / ti pou keitai = dove si trova)12.
Si sviluppa anche la produzione manualistica, fra cui la sintesi in sei libri (E /
Hexbiblos, noto anche come Manuale legum del 1345), del giudice di Tessalonica Costantino
Armenopulo, e il sostanzialmente contemporaneo Syntagma di canoni e leggi, alfabetico, in 303
Titoli, del monaco Matteo Blastares13.
Un nuovo importante genere di opere costituito dalle prime raccolte di diritto canonico che
includono fonti ecclesiastiche (Costituzioni apostoliche, statuizioni dei concili) e costituzioni
imperiali riguardanti la Chiesa: la Synagg / raccolta dei XXIV Capitoli e le successive, degli
LXXXVII Capitoli e la Tripartita della fine del VI sec. sono poi seguite dai nomocanoni, termine
composto che indica appunto che vi sono nmoi / leggi imperiali e canoni della Chiesa, dei quali
il pi antico risulta essere quello dei L Titoli, sempre della fine del VI sec., e poi, pi importante,
quello dei XIV Titoli del VII sec.
Linsegnamento nellUniversit ebbe alterne vicende, e certo, a Costantinopoli, dopo
limpulso dato dallimperatore Teofilo (829-842), Leone VI riorganizz altres lo studio del diritto.
Egli cre professori destinati alla formazione propedeutica, sia generale che orientata al successivo
livello per il quale vi erano dei professori di diritto propriamente detti che dovevano insegnare i 40
libri del Prcheiros nmos e i 60 dei Basilici. LUniversit form cos gli alti funzionari ed anche i
vescovi per circa ancora un secolo, poi si ebbe un eclissi di essa durante la quale, nel primo secolo
dello scorso millennio, linsegnamento fu svolto privatamente, ed abbiamo il nome di alcuni
rinomati docenti, come Costantino Likhoudes. Successivamente, limperatore Costantino IX
Monomaco alla met dellXI secolo restaur lUniversit imperiale pubblica garantendo
linsegnamento di filosofia, diritto, medicina; una modifica emblematica fu introdotta dal
successore Alessio Comneno che affid alla Chiesa il diritto di sorveglianza sugli studi. La
riorganizzazione degli studi di diritto si fond sulla creazione di un nomophylax / guardiano del
diritto, conservatore della biblioteca giuridica ove venivano conservati i codici giustinianei e
direttore degli Studi giuridici. Lincarico fu ricoperto per primo da Giovanni Xiphilin, del quale ci
sono pervenuti pochi scritti14. A testimonianza della bont della struttura realizzata, si pu ricordare
che questa carica dur fino alla fine dellImpero. Gli studi si concludevano con un certificato che
era richiesto a tutti i candidati alle funzioni di notaio o avvocato. Nei secoli seguenti, lUniversit
imperiale continu con momenti di crisi (la conquista di Costantinopoli da parte dei crociati nel
1203; la frammentazione territoriale dellImpero e la creazione, oltre a entit minori, dellImpero
latino dOriente e dellImpero di Nicea dal quale fu poi realizzata la riunificazione nel 1261), e
momenti di splendore che nel pre-rinascimento videro a Costantinopoli anche la presenza di
studenti dallEuropa Occidentale, desiderosi, tra laltro, di approfondire lo studio del greco e poter
leggere gli autori greci antichi; ma lo studio del diritto non era sviluppato15.
Al lato dellUniversit, fu creata una scuola del Patriarcato di equivalente livello, ed anche
scuole dei monasteri, ove venivano studiate le Sacre Scritture (Esegesi dei Vangeli; le Epistole; gli
Atti degli apostoli; i Salmi; lAntico Testamento), la teologia, ed anche la matematica, la filosofia,

11

Cfr. L. WENGER, Die Quellen cit., 709.


Cfr. L. WENGER, Die Quellen cit., 713 s.
13
Cfr. L. WENGER, Die Quellen cit., 716 e 677; M. ANDREEV-F. MILKOVA, Bulgarien, in Handbuch der Quellen und
Literatur der neueren europischen Privatrechtsgeschichte, III-5, a cura di H. COING, Mnchen, 1988, 256; 245 s.
14
Cfr. L. WENGER, Die Quellen cit., 710 s.; L. BRHIER, La civilisation byzantine, Paris, 1970, 395 ss.; G.
IMPELLIZZERI, La letteratura bizantina da Costantino a Fozio, Firenze-Milano, 1975, 30
15
Cfr. L. BRHIER, La civilisation cit., 403 ss.; per la presenza di studenti occidentali: 407 s.
12

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la letteratura antica; la grammatica; la retorica; la dialettica; lapologetica; la mistica. La biblioteca


patriarcale risulta ricca di autori classici. Non appare per presente lo studio del diritto16.
Complessivamente possiamo osservare che la formazione degli operatori del diritto non al
centro dellattenzione delle istituzioni di studi superiori, e inoltre, come appare anche solo dai titoli
delle opere sopra citati, le opere sono piuttosto orientate a raccogliere e rendere reperibili le norme
ai fini della pratica. Tale formazione risulta poco attenta al profilo strettamente giuridico degli
istituti ed stato rilevato che essa ci d quadro di perdurante assenza di forme culte di
insegnamento giuridico17. Ci sembra testimoniare il permanente affidamento a tali testi stessi;
lattenzione a conservarli e a diffonderne luso in unottica di applicazione di essi che pi che dal
permanente adeguamento ai problemi sostenuta dalla forza intrinseca dellapparato gerarchico al
quale il singolo operatore appartiene. Questo apparato non poi solo quello imperiale, ma viene ad
includere la gerarchia ecclesiastica alla quale sono demandate funzioni civili18. Fra imperium e
sacerdotium, infatti, vi deve essere una comune tensione verso la sinfonia19. LImpero assume il
ruolo di proteggere la Chiesa nei confronti delle cui strutture intervengono leggi imperiali e che, nello stesso
tempo, conserva il deposito dei principi fondamentali di cui custode. La Chiesa viene poi onerata
dellassunzione di funzioni civili nello svolgimento delle quali si omologa alla burocrazia imperiale
ed in questo servizio il suo apparato opera al di fuori di una prospettiva di rielaborazione dottrinale
giuridica qualificata, anche se sembra avere esercitato una certa discrezionalit con una lenta e
attenta selezione delle norme e a volte anche una certa centralizzazione non priva di problemi ma
aderente a logiche proprie.
b.In Italia, la presenza dellImpero romano si prolungata fino al 1071, quando Bari, che
apparteneva ancora ad esso, si arrese al normanno Roberto il Guiscardo. La tradizione greca dei
codici di Giustiniano testimoniata non solo dalla provenienza di numerosi manoscritti, ma anche
da rielaborazioni parziali come quella del c.d. Procheiron legum manuale composto probabilmente
in Calabria intorno al sec. XI, utilizzando Eklog, Prcheiros, Epanagog e altre fonti, e poi
rimaneggiato fino alla seconda met del secolo XII20.
In quegli stessi anni, si venivano altres accentuando incomprensioni fra cristianit orientale
e occidentale, che si svilupparono in diversi momenti e in diversi tipi di vicende nei secoli
successivi: scomunica da parte del Papa Leone IX al Patriarca di Costantinopoli, Michele Cerulario
e anatema di questi nei confronti del Papa nel 105421; deviazione della IV Crociata contro
Costantinopoli nel 1203 e sacco della citt nel 1204 con conseguente frantumazione dellImpero,
nello stesso 1204, che si ricomporr, indebolito, nel 1261; Concilio di Lione del 1274; Concilio di
Firenze del 1439; proclamazione della riunificazione nella Chiesa di Santa Sofia nel 1452, ma
lanno seguente, il 1453, conquista di Costantinopoli da parte dellImpero ottomano ad opera di
Maometto II che vi port la capitale, e connesso mutamento del contesto.
16

Cfr. L. BRHIER, La civilisation cit., 411 ss.


Cfr. F. GORIA, Impostazioni sistematiche nelle compilazioni giuridiche postgiustinianee dellImpero dOriente (secoli
VIII-X), in Linguaggio e sistematica nella prospettiva di un romanista. Studi in onore del Professor Lelio Lantella,
Napoli, 2014, 290.
18
Cfr. cenno gi supra cap. 2.2.4.b. e n. 223; L. BRHIER, Les institutions de lempire byzantin, Paris, 1970, 417 s.
19
Lidea si fonda sulla Novella VI, del 535, di Giustiniano: Come sia necessario che siano presentati per lordinazione
i vescovi e gli altri membri del clero, che inizia: Il sacerdozio e limperio sono certamente doni conferiti agli uomini
dalla superiore clemenza di Dio, e quello serve alle cose divine, mentre questo presiede e dedica la sua diligenza alle
umane. Provenendo entrambi da uno ed identico principio, onorano la vita umana. E pertanto nulla sar tanto oggetto di
preoccupazione per gli Imperatori come lonest dei sacerdoti perch certo anche per loro supplichino sempre Dio.
Infatti, se il sacerdozio sia del tutto esente da colpa e pieno di fiducia in Dio e limperio poi reggesse la repubblica ad
esso affidata in modo retto e competente, si avr una buona sinfonia/consonanza che produrr tutto ci che utile
per il genere umano
20
Cfr. L. WENGER, Die Quellen cit., 714; F. CALASSO, Medio Evo del diritto, I, Le fonti, Milano, 1954, 99 ss..
21
Si noti che, di per s, erano atti relativi alle persone, e non alle Chiese (essi furono revocati nel 1965).
17

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c.Lespansione dellImpero ottomano nellEuropa sud-orientale ebbe effetti di segno


diverso. Da un lato, lo scontro con lImpero romano, anche in considerazione della relazione di esso
con la Chiesa che in tale et era maturata, pose in atto fattori diversi da quelli che erano stati
presenti nel primo millennio nelle grandi migrazioni dei popoli germanici, slavi, ungheresi, ecc. che
si erano tradotte o si stavano traducendo in pi o meno lente assimilazioni con reciproco
arricchimento. Gi nellVIII secolo, nei confronti del Califfato arabo di Bagdad, il fattore religioso
e la strutturazione politica avevano dato luogo ad una reazione europea in chiave di reciproca
incompatibilit (cfr. cenno infra 3.2.1 e n. 37). Entrambi i fattori sembra abbiano concorso a porre
ora lImpero ottomano non solo in una posizione di scontro con quello romano di Costantinopoli, e
con la cristianit orientale di cui Mosca assume la protezione, ma anche in una posizione di
estraneit rispetto allEuropa rappresentata da un altro impero, il Sacro Romano Impero, la cui
consistenza di Respublica Christiana lo caratterizzava sotto il profilo religioso. Tanto che, pur in un
contesto di gi esistente pluralit di imperi in Europa, lImpero ottomano non divenne per mai
un impero europeo, cosa che, si noti fin da ora, non imped, poi, lavvio di un dialogo sulla
codificazione e quindi sul sistema giuridico (infra cap. 15).
Daltro lato, lImpero ottomano stesso, riconoscendo le popolazioni delle regioni conquistate
come nazione cristiana, e che un esclusivo dominio assoluto del diritto ottomano non avrebbe
avuto alcuna possibilit di essere attuato22, affid al Patriarcato di Costantinopoli estesi ambiti di
giurisdizione e amministrazione relativi ad esse che per in taluni paesi, come ad es. la Bulgaria,
risultarono mortificanti nei confronti delle specificit degli stessi che si venivano coagulando23.
In questa cornice, nellImpero Ottomano testi della tradizione orientale in lingua greca
continuarono ad essere usati per i cristiani, e non solo fu continuato in particolare luso
dellHexbiblos24, ma furono prodotte anche nuove opere, come, ad es., il Nomokann di M.
Malaxos nel 1561 che amplia e modernizza il Syntagma di Blastares sostituendo un ordine
sistematico della materia a quello alfabetico (fu molto diffuso: nella sola Romania, se ne sono
trovate 19 copie); il Nomokann di Jacob de Jannina del 1565 che, sempre sulla base dellopera di
Blastares, torna allordine alfabetico25; il Nomikn di Theophilos nel 1788 ecc.26. Viene per
osservato che leredit bizantina, privata di prospettiva creatrice, durante la dominazione
ottomana, si trov bloccata in una tradizione ripetitiva. Le tre menzionate istituzioni accademiche
[cio, universit, scuola del Patriarcato e scuole dei monasteri] non seppero sottrarsi a ci, e
lassenza di ogni insegnamento giuridico superiore e specializzato divenne, fino allinizio del XIX
sec. una costante dellEuropa sud-orientale27.
Nella tradizione del diritto romano in greco mi sembra che un lavorio creativo, seppure pi
sommesso, per fosse presente alimentandone la prospettiva di lunga durata propria della
costruzione delluniversalismo nella storia: la traduzione.
Inoltre, ladozione in Macedonia della Magalla ottomana del 1869-1876, che scaturisce da un
dialogo sulla codificazione, e in tale senso prelude sviluppi pi espliciti, sembra un altro segno di un
lavorio di dare e ricevere, sommesso, difficile, ma di non marginale rilevanza (questo spunto, per,
lo riprender affrontando il tema dei rapporti fra sistema giuridico romanistico e diritto islamico nel
cap. 15).
3.1.3. universalismo del sistema: a. sua presenza fra i popoli slavi e traduzioni in lingua
slava, incluso il russo; la Terza Roma e il ruolo della Chiesa; incontro con la tradizione di
22

V. GEORGESCU, Einleitung, in Handbuch cit., 30.


Cfr. ad es. in questo senso Milkova 254 s. per la Bulgaria
24
Cfr. M. ANDREEV-F. MILKOVA, Bulgarien, in Handbuch cit., 256.
25
Cfr. V. GEORGESCU, Rumnien, in Handbuch cit., 151 s.
26
Sul periodo in considerazione, cfr. anche S. VILFAN, Jugoslavien e J. ZEPOS, Griecheland, in Handbuch cit.,
rispettivamente 338 ss.; 477 ss.
27
V. GEORGESCU, Einleitung, in Handbuch cit., 32 s.
23

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Bologna; b. sua presenza fra i popoli dellAsia occidentale e al ruolo della Chiesa fino
allincontro con lImpero russo
a.Tradurre, come abbiamo gi visto per lapertura del sistema dal latino al greco, trasferire.
Lo svolgimento della tradizione del diritto romano in greco vede, in questo lungo arco di tempo,
includendo anche i secoli dellImpero ottomano, allargarsi lappropriazione linguistica di esso che
quasi controbilancia lassai limitata elaborazione dogmatica. Essa, cio, che aveva preso il proprio
avvio sulla base delle traduzioni, ha ulteriormente sviluppato questa vocazione, immergendosi nella
vita di altri popoli e trasferendo propri significati nelle loro lingue, per lo pi in stretto collegamento
con il diritto canonico. In Bulgaria, ad esempio, troviamo nel XIII secolo una traduzione in lingua
slava del Nmos gheghiks, e della Eklog. Il Dusanov Zakonik / Codex tripartitus di Stefano
Duan (1349) includeva parti del Nmos gherghiks e del Syntagma di Matteo Blasteres e costitu
la base del diritto serbo; anche lExabiblos viene tradotto in serbo28. La Pravila aleas / codice di
diritto <romano-greco ricevuto> selezionato del 1632 di Eustratzio una versione rumena adattata
del Nomokann di M. Malaxos. La Pravila mic / piccolo codice di Govora trae origine da un
Nomocanone; la Cartea rommeasc de nvtur / libro romeno di precetti contenente la
traduzione del nmos gherghiks / legge agraria secondo una edizione occidentale dellHexabiblos
e rielaborazione in neo-greco effettuata in Italia (forse a Padova), frammenti di un riassunto in greco
della Praxis et theorica criminalis di Prospero Farinaccio, fedele alle fonti greche dei Basilici e
tradotta da Eustratzio29. La complessa vicenda di questultima opera citata, sia pure cos assai
sommariamente richiamata, e i diversi livelli qualitativi degli interventi sono linteressante
testimonianza di una circolazione di persone e testi che si viene sviluppando. Essa, affiancata dagli
altri esempi fatti, costituisce solo una piccola parte dei risultati a noi pervenuti, molto minori di
quelli a suo tempo realizzati, relativi ad un processo articolato di emersione nellambito del sistema
giuridico delle nazionalit su una base unitaria che consente, ed a sua volta confermata, dalla
circolazione dei testi30.
Questo profilo del fenomeno ancora pi rilevante con riferimento alla Russia di Kiev (sec.
IX-1236), ove ci sono attestati dapprima estratti frammentari e poi (sec. XIII), la traduzione in slavo
antico dellEklog e di capitoli del Prcheiros. Questi sono entrati a far parte dei Nomocanoni e del
corrispondente russo di essi, la Kormaja Kniga / libro che dirige la nave della Chiesa, di diritto
canonico ed ecclesiastico che per ha valore sussidiario per il diritto privato.. Nel sec. XIV appare
la traduzione del nmos gherghiks / legge agraria. Sembra che queste fonti venissero usate solo
dalla Chiesa ortodossa nella sua giurisdizione che andava oltre la materia del diritto matrimoniale e
testamentaria. Successivamente, la riflessione sulla fondazione di Mosca come Terza Roma e,
dopo la caduta di Costantinopoli, il riconoscimento di Giovanni IV (Ivan il Terribile) come
Imperatore dei cristiani ortodossi di tutta lecumene (1561) ha consolidato la via alla ricezione
della tradizione orientale del diritto romano codificato, contenuto in libri, ed ha incrementato la
traduzione, e la riedizione di compilazioni anteriori, derivanti dalla tradizione di Costantinopoli.
Questa grande corrente confluisce, o forse piuttosto resta, poi, come sommersa sotto gli
sviluppi della tradizione bolognese. LUniversit di Mosca fu fondata nel 1755 e quella di San
Pietroburgo, fondata per volont di Pietro il Grande nel 1724, ma poi estintasi, fu rivitalizzata nel
1818; esse furono precedute dalla fondazione dellAccademia slavo-greco-latina (1632) a Kiev da
parte del metropolita P. Mohyla nel contesto di una suo progetto di unione delle Chiese (1645), e poi di
quella a Mosca, fondata nel 1687, poi Accademia slavo-latina, espressione dello sforzo di saldare le

due principali correnti della vita culturale del Paese, rispetto al quale veniva prevalendo, fra
contrasti, lorientamento verso occidente. Il codice del 1832 (Svod Zakonov) rinnova la tradizione di
28

S. VILFAN, Jugoslavien, in Handbuch cit., 365 s.; sul Codex tripartitus cfr. anche V. GEORGESCU, Einleitung, in
Handbuch cit., 128.
29
Cfr. Cfr. V. GEORGESCU, Rumnien, in Handbuch cit., 159 s.
30
Cfr. i diversi contributi di V. GEORGESCU, M. ANDREEV-F. MILKOVA, S. VILFAN, nel volume III-5 dello Handbuch
der Quellen und Literatur cit.

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un diritto scritto, rispetto alle consuetudini relative ad istituzioni medioevali. , poi, una scienza
giuridica forte, di derivazione bolognese, e pi immediatamente lettrice dei codici francese e
tedesco (infra), quella che viene a formarsi; ma la presenza del diritto canonico va considerata31.
b.Della linea di sviluppo in lingua greca, ho ricordato (supra 2.1.8.) che gi sulla base di
testi pre-giustinianei si realizz una diffusione di testi giuridici di cui ci testimonianza il Libro
siro-romano di diritto, pervenutoci appunto in una traduzione in siriaco dellVIII secolo, per gli
abitanti della regione, cristiani, nella quale il Califfato mussulmano di Siria era subentrato allImpero romano
e al Persiano. Lopera ci pervenuta anche in posteriori traduzioni in arabo e in armeno, e circol,

sembra indipendentemente dai codici giustinianei e dai Basilici, nellarea del Caucaso, dellArabia,
dellEgitto. probabile che essa avesse una destinazione ed un uso sia per linsegnamento che per
la pratica32. da segnalare lutilizzazione di questopera, ulteriormente tradotta, in georgiano, nel
codice di Vahtang, sovrano della Geogia nel XVIII sec., a fianco a norme di diritto
consuetudinario georgiano, leggi georgiane prevalentemente di diritto penale del XIV sec., leggi
degli imperatori romani di Costantinopoli, testi derivanti dai citati Syntagma e Hexbiblos.
Attraverso linclusione nellImpero russo, anche questa presenza del diritto romano prende contatto
con gli sviluppi della scuola bolognese .
3.2.1. Le vicende del ius Romanum commune nella Parte occidentale dellImpero, tra
Impero e Universit: incoronazione, a Roma, di Carlo Magno a Imperatore del Sacro
Romano Impero (Natale dell800; Leone III); incoronazione, a Roma, di Ottone I il Grande,
Re di Germania, a Imperatore (962); riemersione della prospettiva della lex communis e ruolo
dellUniversit di Bologna (1088)33.
Da Costantinopoli, i Codici di Giustiniano furono trasmessi in Italia, a seguito della
Pragmatica sanctio del 13 agosto del 554, su richiesta del Papa Vigilio, dopo che vi fu ristabilito il
potere dellImpero, con la conseguenza che veniva anche qui superato il precedente Codice
Teodosiano, e le connesse modalit nelluso degli scritti dei giuristi (di questo secolo il
manoscritto che ci pervenuto dei Digesti, conservato a Firenze e che viene chiamato Littera
Florentina; cfr. immagini). Fatti storici e istituzionali diversi, e in primo luogo il regno dei
Longobardi, con la sua capitale a Pavia, conquistata nel 572, rallentarono questo superamento in
parte della penisola che risult divisa, e ne resero la vicenda pi articolata.
Da un lato, a Roma probabile che la riforma degli studi voluta da Giustiniano sia stata
applicata, che ivi siano state prodotte glosse al Codice (a Roma, si incontra una citazione dei Digesti
31

La sommariet di questi cenni non adeguata allimportanza di questa vicenda orientale del sistema giuridico
romanistico, scaturita dalla stessa base dei Codici di Giustiniano e dei suoi giuristi; cfr. per tutti i contributi della ricerca
Da Roma alla Terza Roma. Collezione diretta da P. CATALANO-P. SINISCALCO, Napoli, 1983-.... , a cominciare da
quelli di V. A. PAUTO, Mosca Terza Roma (storiografia. bibliografia), e L. RONCHI DE MICHELIS, LEuropa di fronte
a un nuovo Imperatore, in Roma Costantinopoli Mosca, ivi, 1, Napoli, 1983, rispettivamente 459 ss; 511 ss. Cfr. anche
la succinta sintesi di R. DAVID, Les grands systmes de droit contemporains, Paris, 1964 (tr. it. Padova, 1973, 140 ss.);
G. HAMZA, Lo sviluppo e la codificazione del diritto privato e la tradizione giusromanistica in Russia e nellUnione
Sovietica, in Diritto & Storia, 11, 2013.
32
Cfr. L. WENGER, Die Quellen cit., 551 ss.
33
Questa parte 3.2. non intende svolgere la materia che viene ordinariamente qualificata come Storia del diritto, ma
richiamare per cenni alcuni argomenti ivi pi adeguatamente trattati. Per essa, cfr., P. KOSCHAKER, Europa und das
rmische Recht, 1947; 3 ed., Mnchen-Berlin, 1958 (trad. it di A. Biscardi, Firenze, 1962); F. CALASSO, Medioevo del
diritto. 1- Le fonti, Milano, 1954; C.A. CANNATA, Lineamenti di storia della giurisprudenza europea, II, Dal medioevo
allepoca contemporanea, Torino, 1989; M. CARAVALE, Ordinamenti giuridici dellEuropa medievale, Bologna, 1994;
A. CAVANNA, Storia del diritto moderno in Europa. 1. Le fonti e il pensiero giuridico, Milano, 1979; E. CORTESE, Le
grandi linee della storia giuridica medievale, Roma, 2000; A. PADOA SCHIOPPA, Il diritto nella storia deEuropa. Il
medioevo. Parte prima, 2 ed., Padova, 2005, e A.A.V.V., Ius Romanum Medii Aevi, Milano, 1961-1981; Handbuch der
Quellen und Literatur der neueren europischen Privatrechtsgeschichte, I, Mittelalter, e II-1 e 2, Neuere Zeit, a cura di
H. COING, Mnchen, 1973; 1977; 1976.

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S. Schipani

La codificazione del diritto romano comune

in una lettera del 603 del papa Gregorio Magno). Grande centro di cultura giuridica legata allopera
giustinianea fu Ravenna, fino alla sua caduta nel 751. Altri manoscritti rivelano tracce di presenza
dellopera di Giustiniano. In quella parte dellItalia meridionale che rimase poi pi a lungo legata a
Costantinopoli, scorgiamo operante la tradizione orientale in lingua greca gi ricordata (supra).
Daltro lato, il protrarsi delluso del Codice Teodosiano, anche indiretto attraverso la lex
Romana Visigothorum ed altre leggi ed editti, non ostacol certo in Italia n in altre parti dEuropa
con analoghi o anche diversi sostrati, la diffusione dellopera di Giustiniano.
Lincoronazione a Imperatore di Carlo Magno a Roma, nel Natale dell800, ad opera del
pontefice Leone III, aveva interpretato una dinamica unificatrice di quellagglomerato di popoli e
istituzioni che si era venuto concentrando sotto il potere del sovrano franco e che apriva alla
riflessione sulla prospettiva della lex communis, e quindi della lex Romana34. Forse interpretava
anche una paura dellIslam che la battaglia di Poitiers (733) aveva allontanato, e che, fra popoli
impegnati in una difficile composizione di reciproca convivenza, si sarebbe tradotta altres in una
esperienza di difficolt di dialogo, o addirittura in una chiusura di lunga durata di fronte a questi
nuovi altri da parte delluniversalismo delle istituzioni che tali popoli cercavano di orientare e che
si incontravano in quellatto solenne ( una simbolica coincidenza che, proprio in relazione a quella
battaglia contro i mussulmani, con riferimento ai diversi popoli presenti nellesercito di Carlo
Martello, console, uomo fin da giovane et addestrato nelle armi ed esperto di cose militari, in
una cronaca spagnola coeva, per la prima volta appaia la designazione unificante di Europeenses /
europei35, identificativo, ma anche, a differenza di romani, o di latini, a rischio di essere
escludente nellavvio della determinazione della sua portata).
Conclusa lesperienza carolingia nell843, nel 962 Ottone I il Grande, incoronato Re di
Germania ad Aquisgrana nel 936, veniva di nuovo incoronato a Roma Imperatore. Si consolida cos
una divisione dellImpero, per sua natura unico, che percorre alcuni dei secoli seguenti, e che
ancora nel sec. XII (Manuele I Comneno e Federico I Barbarossa) vede azioni politiche rivolte,
senza successo, alla riunificazione. La problematica della Respublica Christiana, della renovatio e
della traslatio Imperii de Grecis in Germanos, e dei rapporti dellImpero con la Chiesa, che
successivamente ne emerge ed investe profili fondamentali della organizzazione politica del Medio
Evo e del Rinascimento, parte della vicenda di straordinaria ricchezza di questa et del sistema
giuridico romanistico nelloccidente mediterraneo. In essa, peraltro, sono presenti anche ombre
gravide di conseguenze nelle incomprensioni, sopra ricordate, con lesperienza orientale, che si era
innestata sulla accennata riduzione della capacit della prospettiva universalistica di raccogliere
allora le nuove sfide propostegli dal mondo islamico.
Da questo incontro, che vede riemergere in occidente listituzione imperiale, trae comunque
significativo alimento e, secondo una prospettiva, trae uno dei fondamenti luso del diritto romano
codificato da Giustiniano e dai suoi giuristi (ratione Imperii / in quanto diritto dellImpero) che
subito si esprime con la dualit delle fonti in esso confluite. Questa rinnovantesi comunit di diritto,
non aveva, infatti, a suo sostegno la presenza di un apparato di governo gerarchicamente
organizzato che non fosse guidato non dalla spada, ma dalla dimensione civile, e giuridica della
vita della societ (una civilis militia). Il sostegno viene prodotto da una rilettura del patrimonio
giuridico su cui tale prospettiva si fonda, rilettura che si concretizza nella creazione dellUniversit
di Bologna (1088), e poi delle universit che ne derivano con al centro lo studio del diritto.
Lautorevolezza che discende dallo studio universitario del diritto, dalla competenza, dal metodo e
34

Profilo di questo rinnovamento da non omettere lelaborazione del principio della funzione ministeriale di chi
governa (ministerium regis).
35
Cfr. ISIDORUS PACENSIS, Chronicon. Epitome Imperatorum vel Arabum ephemerides, atque Hispaniae
Chronographia sub uno volumine collecta, scritta nel 754, sez. 59, relativa allanno 769 con uno sfasamento di
datazione, in J. P. MIGNE, Patrologia Latina. De Scriptoribus Ecclesiae, v. 96, col. 1271.

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S. Schipani

La codificazione del diritto romano comune

dai principi sostiene nuovamente un gruppo professionale non gerarchicamente organizzato n


espressione di un potere che ne sostenga le indicazioni; essa si appoggia sulla scienza di cui sono
essi, i iuris periti, iuris prudentes, iuris conditores autori e controllori, connessa alla rilettura di quei
codici in una dinamica necessaria tensione ad adeguare la societ ad essi e la lettura di essi alla
societ che essi, obbiettivamente, risultano, con tale mediazione, capaci di orientare.
Anche in questa prospettiva, si deve per sottolineare che il sistema giuridico romanistico
non si salda in un unico sistema comune con linsieme delle istituzioni giuridiche medioevali, e
resta piuttosto in concorrenza con molte di esse, quali, ad esempio, il feudo e lappartenenza
signorile della terra, il principio della successione del primogenito, lordalia (perdurante fino ai
duelli che venivano ancora praticati allinizio del secolo passato) ecc., n la posteriore inclusione
dei libri feudorum fra i libri legales e, pi tardi, entro le stesse opere di Istituzioni elimina questa
contrapposizione.
3.2.2. I Glossatori da Irnerio ad Accursio; la Glossa. 3.2.2.1. la centralit del testo
giustinianeo e il metodo delle glosse: i nuovi collegamenti sistematici posti dai glossatori; il metodo
della elaborazione delle fattispecie, dei principi, della centralit degli uomini per il diritto, della
coerenza senza contraddizioni del sistema; 3.2.2.2. il ruolo dei Codici di Giustiniano per il recupero
della centralit del ruolo dei giuristi e delle Universit a fianco alla legge, e per lo scopo della
persecuzione di un diritto comune; 3.2.2.3. la diffusione del diritto romano comune; 3.2.2.4. la Glossa
come codificazione dottrinale di tutto il diritto e la permanente centralit del testo giustinianeo.

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