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FONTI DEL DIRITTO = Sono tutti gli atti (fonti scritte) o fatti (fonti non scritte come la CONSUETUDINE) dai quali
traggono origine le norme giuridiche. Le fonti sono posizionate per grado di importanza: esiste un vertice (la nostra
Costituzione), fino ad arrivare alle norme di grado inferiore. Solo i Paesi che hanno origini romane hanno come
base della legislazione le norme scritte. I Paesi anglosassoni invece sono basati sui casi giuridici → esistono
pochissime norme scritte (CIVIL LAW), poiché si basano sulle analisi dei casi.
COSTITUZIONE = Stabilisce i fini dello Stato e i principi relativi alla sua organizzazione e al suo funzionamento.
La Costituzione è divisa in 4 sezioni (principi fondamentali; diritti e doveri dei cittadini; ordinamento della Repubblica
= com’è organizzato lo Stato; disposizioni transitorie finali). Il testo costituzionale è nato per ricostruire lo Stato dopo
la Seconda Guerra Mondiale, quando è nata la Repubblica → dopo la deposizione di Mussolini fu organizzato un
referendum popolare (il primo a cui fu permesso alle donne di votare) per far scegliere agli italiani se volessero
continuare con la monarchia o se volessero la Repubblica. Si passò prima allo Statuto Albertino e poi alla
Costituzione che definisce i diversi poteri, le regioni e gli enti locali.
QUANDO SI MODIFICA LA COSTITUZIONE → la nostra Costituzione è democratica e RIGIDA (non può essere
modificata dall’emanazione delle leggi ordinarie → (Mussolini modificava spesso le leggi ordinarie) per modificare la
Costituzione esiste un PROCEDIMENTO AGGRAVATO → la proposta viene avanzata dal Governo e deve essere
accettata:
• MAGGIORANZA ASSOLUTA (50% + 1 dei SENATORI E 50% + 1 degli ONOREVOLI) → in questo caso si può
arrivare al Referendum popolare
• MAGGIORANZA QUALIFICATA [2/3 COMPONENTI CAMERA (SENATORI) E 2/3 COMPONENTI DEL SENATO
(ONOREVOLI)]
In Italia quasi tutte le proposte sono state approvate dalla maggioranza assoluta per poi procedere con il
Referendum popolare.
Esiste un organo creato ad hoc per controllare che le leggi ordinarie non andassero contro la Costituzione, ovvero la
CORTE COSTITUZIONALE = organo giudiziario composto da 15 giudici che giudicano le leggi ordinarie → può
considerare una legge incostituzionale (e quindi annullarla) → quest’organo fa sì che la nostra Costituzione rimanga
rigida. La rigidità della nostra Costituzione è fondamentale, perché grazie a quest’ultima nessun organo potrà mai
modificare i cardini fondamentali della Costituzione (i padri costituenti fecero ciò per evitare che un giorno si
tornasse nuovamente alla dittatura)
DECRETI LEGGE = atti che hanno la stessa valenza di una legge, che non sono emanati dal Parlamento ma dal
Governo → I DECRETI LEGGE E I DECRETI LEGISLATIVI sono definiti ATTI AVENTI FORZA DI LEGGE
ART 77: “Il Governo non può senza delegazione delle Camere emanare decreti che abbiano valore di legge ordinaria.
Quando, in casi straordinari, in casi di necessità e d’urgenza (pandemia, terremoto... un atto che abbia la stessa forza
della legge, ma che sia emanato più rapidamente), il Governo adotta, sotto la sua responsabilità, provvedimenti
provvisori con forza di legge, deve il giorno stesso presentarli per la conversione alle Camere che, anche se sciolte,
sono appositamente convocate e si riuniscono in 5 giorni per esaminare i decreti legge. I decreti perdono efficacia sin
dall’inizio, se non sono convertiti in legge entro 60 gg dalla loro pubblicazione”. (il Governo non può appropriarsi del
potere legislativo, però il decreto nel momento della conversione può essere modificato dal Parlamento)
I Costituenti hanno previsto che ci sarebbero stati casi di emergenza (terremoti, situazioni particolari) in cui il
Governo avrebbe potuto emanare un decreto legge (che entro 60 giorni si sarebbe potuto convertire in legge vera e
propria, così, il principio della separazione dei poteri viene salvaguardato).
LEGGE FORMALE = atto votato dal Parlamento → esiste un ITER LEGIS → le leggi vengono Proposte (dal Governo, dai
Senatori...), vengono studiate, modificate e votate. “Formale” = perché è una legge conforme alle norme della
Costituzione.
ART 76: “L’esercizio della funzione legislativa non può essere delegato al Governo, se non con determinazione di
principi e criteri direttivi e soltanto per tempo limitato e per oggetti definiti”. → il Governo nell’emanare questa legge
deve rispettare la materia (l’oggetto), i criteri e i principi direttivi (e che quindi sia conforme alla legge di delega).
Secondo il nostro ordinamento, il giudice che va ad applicare il decreto legislativo deve necessariamente controllare
che il decreto legislativo sia conforme alla legge di delega. Se il giudice si rende conto che il decreto legislativo non
ha rispettato quanto stabilito dalla legge di delega può sollevare la questione di costituzionalità davanti alla Corte
Costituzionale → la Corte Costituzionale può dichiarare legittimo/illegittimo il decreto legislativo.
DECRETI LEGISLATIVI = vengono chiamati CODICI → il Codice del Turismo è un decreto legislativo che è andato oltre
la legge di delega, quindi questo decreto è stato dichiarato per alcuni articoli, incostituzionale davanti alla Corte
Costituzionale. Anche il decreto legislativo, come le leggi formali, è sottoposto al vaglio della Corte Costituzionale.
Ciò ci dà la garanzia che il Governo non si appropri del potere che è proprio del Parlamento, perché deve rispettare
quanto stabilito dalla Costituzione.
LEZIONE 2 24/02/2021
Sempre nel primo grado, esistono le LEGGI REGIONALI = hanno la stessa forza delle leggi emanate dal Parlamento (In
Italia abbiamo l’autonomia regionale → lo Stato italiano è uno stato unitario su base regionale → la nostra
Costituzione ha previsto che le nostre regioni abbiano una particolare autonomia che permette alle regioni persino
di emanare leggi). Il Consiglio Regionale ha il potere di emanare tali leggi → la legge del Parlamento ha validità su
tutto il territorio nazionale, diversamente dalla legge regionale, che vale soltanto nell’ambito della regione in cui è
stata emanata.
La nostra Costituzione, nell’ART 117 stabilisce quali siano le materie di competenza dello Stato e quali siano quelle di
competenza delle regioni → ciò fa sì che si limitino i casi in cui una legge regionale contrasti con una legge emanata
dal Parlamento, anche se queste situazioni si verificano ugualmente (esistono quindi materie in cui può legiferare
solo lo Stato e altre in cui può legiferare solo la regione) → il problema sorge quando ci troviamo di fronte a delle
materie di competenza concorrente (sia della regione che dello Stato), ma la Costituzione ha stabilito quali sono i
termini per risolvere questo contrasto:
• Allo Stato spetta emanare delle leggi generali che fissano soltanto i principi (detterà i principi generali della
materia)
• Alle regioni spetta attuare i principi che sono stati stabiliti dallo Stato
La Corte Costituzionale deve far rispettare queste condizioni e in caso sorgano dei contrasti deve impegnarsi nel
risolverli. Le leggi regionali sono molto importanti per il turismo.
Nel secondo grado della piramide, vi sono i REGOLAMENTI: atti secondari emanati dal potere esecutivo (dal
Governo), atti normativi subordinati alle leggi (possono essere governativi = emanati dal Governo e regolamenti
regionali = appartengono al potere normativo delle regioni) → hanno funzione di esecuzione (servono ad esplicitare
le leggi) e attuazione (attuano una determinata disciplina) delle leggi.
Ex: la legge sulle guide turistiche sostiene che attualmente le guide turistiche debbano conseguire un’abilitazione
nazionale e poi un’abilitazione specifica per poter fare le guide turistiche in siti che hanno una particolare
importanza sul territorio nazionale → i regolamenti di attuazione ed esecuzione esplicano come si svolgono i
concorsi → il concorso nazionale sarà stabilito da un regolamento governativo; mentre il concorso per i siti specifici è
stabilito dalle regioni in cui si trovano quei siti specifici (saranno quindi regolamenti regionali).
Se non ci fossero i Regolamenti, le leggi non potrebbero avere un’applicazione completa. Il contrasto può avvenire
anche quando si tratta di materie di competenza statale → lo Stato può rendersi conto che per una determinata
materia è necessario che la regione gli dia un’esecuzione e quindi delega alla regione interessata la potestà
regolamentare. Per le materie esclusive dello Stato, è lo Stato stesso che fa attuazione/esecuzione con i propri
regolamenti, ma ci sono dei casi in cui questa attuazione/esecuzione deve essere presa su base locale e quindi lo
Stato delega alle regioni (o anche al Governo) di eseguire dei regolamenti (regolamenti delegati).
• I poteri dell’esecutivo
• Le figure che possono sedere nell’ambito del Governo
• I poteri normativi del Governo
Questa legge ha anche previsto i vari tipi di regolamento → a volte possono esserci dei regolamenti “di
delegificazione” = le leggi stesse stabiliscano che debba essere un regolamento a stabilire la disciplina di una
determinata materia = la legge stessa abroga le leggi che c’erano in precedenza che stabilivano la disciplina di una
determinata materia. La legge si spoglia del proprio potere di disciplinare su una determinata materia e lo affida ad
una norma di II grado (ad un regolamento).
Perché i regolamenti sono di competenza del Governo? → Le leggi sono emanate dal Parlamento, ma l’esecuzione
(come devono essere applicati i criteri stabiliti dalla legge) viene stabilita dal Governo (fa parte della politica del
Governo).
Esistono Regolamenti:
-GOVERNATIVI che provengono dal Governo e sono di attuazione delle leggi statali)
-REGIONALI sono quei regolamenti emanati dal Consiglio regionale (organo formato dai consiglieri regionali, eletti
direttamente dai cittadini della regione).
• Solo alcune regioni prevedono che sia l’aggiunta (formata dal presidente della regione e dai suoi assessori,
scelti dal presidente della regione) ad emanare.
• Nella maggior parte degli statuti è previsto che il Consiglio regionale possa emanare sia le leggi che i
regolamenti stessi.
• In alcune regioni si stabilisce che le leggi vengono emanate dal consiglio regionale, mentre i regolamenti
dall’aggiunta (dal potere esecutivo), ma ogni regione può darsi una propria organizzazione.
• Alcune regioni possono addirittura stabilire che vi siano alcuni regolamenti del Consiglio e alcuni
dell’Aggiunta → attribuiscono questo potere regolamentare sia al Consiglio che all’Aggiunta
Nell’ultimo gradino della piramide abbiamo le CONSUETUDINI (unica fonte fatto che abbiamo), caratterizzata da:
2. CRITERIO CRONOLOGICO → nel momento in cui vi sono 2 fonti dello stesso grado, che si occupano di
regolare una stessa materia, ma in maniera diversa, emanate in momenti diversi (fonte precedente e fonte
successiva nel tempo) che contrastano, la fonte successiva nel tempo prevarrà.
3. CRITERIO DI COMPETENZA → anche in questo caso vi sono 2 fonti di pari grado, che disciplinano una stessa
materia, emanati nello stesso momento ma in contrasto → si dovrà guardare alla Costituzione e si dovrà
vedere di chi è la competenza di emanare una legge/regolamento o una qualsiasi altra fonte del diritto di
una determinata materia (ART 117) → prevarrà la fonte legittimata dalla Costituzione.
L’UE emana delle direttive recepite nel nostro ordinamento → se si trova in contrasto l’ordinamento dell’UE
con la Costituzione, prevarrà l’ordinamento dell’UE, a meno che non vengano minati i principi fondamentali
della Costituzione (diritti umani).
LEZIONE 3 03/03/2021
DIRITTO INTERNAZIONALE
Non ci sono molte norme internazionali per il turismo, e quelle che ci sono si basano su trattati, accordi che vengono
fatti tra lo Stato italiano e gli altri Stati (aderiscono solo gli Stati che ritengono opportuno aderirvi → accordi
bilaterali che tutelano i turisti: ex accordo tra l’Italia e s. Marino, Italia e Tunisia, Italia e Uzbekistan). Per quando
riguarda le convenzioni che vedono partecipanti più Paesi, dobbiamo parlare di trattati. quelle emanate
dall’Organizzazione Mondiale del Turismo.
I trattati sono degli accordi su base internazionale, che vengono firmati dai ministri degli esteri o dal Presidente del
Consiglio dei Ministri o dal Presidente della Repubblica, firmati dai rappresentanti degli Stati e in Italia devono essere
poi ratificati, resi quindi effettivi (questa ratifica viene fatta dal Parlamento, che da trattati internazionali diventano
leggi). Convenzioni e trattati sono accordi a livello internazionale (simili).
La convenzione sul contratto di viaggio di Bruxelles è stata firmata nel 1970 ed è entrata in vigore in Italia nel 1977;
il problema riguardo questa convenzione è che vi sono pochi Stati firmatari. In EU questa convenzione è stata
superata dalla direttiva comunitaria n.314 del 13 giugno 1990 (direttive = fonti che non obbligano i cittadini, ma
obbligano gli Stati a conseguire gli obiettivi stabiliti dalla direttiva. Queste fonti europee devono essere recepite con
una legge o con una norma italiana) → relativa al contratto di viaggio e ha ampliato ciò che è previsto dalla
convenzione internazionale. L’EU ha anche previsto che queste direttive abbiano un tempo di recepimento: se lo
stato europeo non recepisce la direttiva entro un determinato periodo, la Commissione Europea eroga delle
sanzioni. In Italia esiste un meccanismo particolare, chiamato legge europea, che ogni anno recepisce le direttive.
Questo meccanismo è stato creato per evitare delle sanzioni da parte della Commissione Europea, in caso venissero
superati i tempi di recepimento.
La direttiva comunitaria 314 del 1990 è relativa al contratto di viaggio e ha ampliato ciò che è previsto dalla
convenzione internazionale, poi vi è una convenzione europea per le cose portate in albergo ratificata in Italia nel
1978 dall’Italia. È essenziale anche lo statuto dell’Organizzazione Mondiale del Turismo.
1. Tutelare il turista
2. Uniformare la regolamentazione giuridica di alcuni aspetti delle attività delle agenzie di viaggio e dei tour
operators, in modo da creare un’unica normativa tra l’Italia e gli altri Paesi che hanno firmato questa
convenzione.
Si applica solo ai contratti internazionali che debbano essere eseguiti in uno stato diverso dallo stato in cui il
contratto è stato stipulato o dove il viaggiatore è partito (in Italia abbiamo un decreto legislativo 111/95, ora
assorbito dal codice del consumo, che si applica solo ai pacchetti turistici venduti sul territorio nazionale.
Convenzione di Varsavia: firmata nel 1929 (poi modificata nel ’95 e nel ’71) regola la responsabilità nei casi di
trasporto remunerato di persone, bagagli o beni da parte di vettori aerei; la sua denominazione per esteso è
“Convenzione per l’unificazione di alcune regole relative al trasporto aereo internazionale”.
Convenzione di Montreal
Un altro atto fondamentale è la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo firmata a Parigi il 10/12/1948,
promossa dalle Nazioni Unite perché avesse applicazione in tutti gli stati membri. Non tutti gli Stati vi hanno aderito
e non tutti rispettano i diritti fondamentali dell’uomo (Iraq, Iran…)
Gli articoli fondamentali nella dichiarazione universale dei diritti dell’uomo sono:
• ART 13: ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato. Ogni
individuo ha diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio e di ritornare nel proprio Paese
• ART 24: ogni individuo ha diritto al riposo e allo svago, comprendendo in ciò una ragionevole limitazione
delle ore di lavoro e ferie periodiche retribuite
• Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia, ratificata da tutti gli Stati membri dell’ONU tranne la
Somalia e gli USA
• In Italia è stata attuata con la legge 269/1998 recante “Norme contro lo sfruttamento della prostituzione,
della pornografia, del turismo sessuale in danno di minori, quali nuove forme di riduzione in schiavitù”
(punibilità per chiunque organizza o propaganda viaggi finalizzati alla fruizione di attività di prostituzione a
danno di minori e per gli operatori turistici che organizzano tali viaggi).
• Ha sede a Madrid ed è il livello più alto internazionale tra le istituzioni del turismo
• Aderiscono oggi 138 tra Stati e territori più 350 organizzazioni internazionali, intergovernative e non
governative impegnati nel campo del turismo. La Santa Sede non ha aderito, ma è osservatore permanente
→ può partecipare all’assemblea senza diritto di voto
• Pur essendo un’organizzazione internazionale non è formata solo da Stati, ma prevede una collaborazione
tra pubblico e privato, perché oltre agli stati vi sono organizzazioni e privati che si occupano di turismo → i
membri affiliati sono rappresentati dalle amministrazioni locali, associazioni turistiche, imprese del settore,
compagnie aeree, alberghi, operatori turistici e agenti di viaggio.
• Ha personalità giuridica e ha particolare attenzione nei riguardi dei paesi PVS (paesi in via di sviluppo)
nell’ambito del turismo. Avendo personalità giuridica, risulta anche autonoma, ma è vincolata dall’ONU da
un accordo di cooperazione e al Programma delle nazioni Unite per lo sviluppo
• Gli obiettivi dello Statuto prevedono la promozione e lo sviluppo del turismo al fine di contribuire allo
sviluppo economico, comprensione internazionale, pace, prosperità, rispetto e osservanza dei diritti umani e
libertà fondamentali senza distinzione di razza, sesso, lingua o religione → l’obiettivo principale è quello di
promuovere la pace attraverso il turismo
• Assemblea Generale → ha lo scopo di promuovere le iniziative essenziali al raggiungimento dello scopo dello
Statuto, si riunisce ogni 2 anni e in seduta straordinaria quando lo si reputa necessario. È composta dai
delegati dei vari stati membri associati, degli osservatori, dei membri affiliati (privati) che però non hanno
diritto di voto
• Consiglio esecutivo →composto dagli stati membri eletti dall’Assemblea per 4 anni in numero tale da
rispettare una partecipazione geografica equa (si darà la priorità a Stati con più abitanti). Assicura la corretta
esecuzione delle decisioni e delle raccomandazioni dell’Assemblea
• Segretariato → si occupa della gestione dell’organizzazione, dell’esecuzione delle direttive dell’Assemblea e
del Consiglio, del bilancio e programmi di lavoro.
• Dichiarazioni che svolgono un ruolo rilevante per lo sviluppo del diritto internazionale del turismo e
adeguamento a esigenze di solidarietà
• Raccomandazioni, risoluzioni, decisioni autovincolanti per gli Stati ma, soft law (leggi che non obbligano gli
Stati, ma li raccomandano)
• Vi sono anche la Carta del turismo, il Codice del turista e il Codice Mondiale di Etica del Turismo, adottati
dall’OMT, atti non vincolanti ma importanti momenti di crescita della cultura del turismo
Direttive = fonti di I grado → vengono recepite con legge dal Parlamento, anche se l’UE non obbliga a recepire le
direttive con atto di I grado, ma si possono recepire anche con regolamento. Però in Italia, allo stato attuale, le
direttive sono diventate fonti primarie perché recepite con legge. Però vi sono direttive urgenti da recepire che
possono essere recepite dal Governo con regolamento governativo (in questo caso la direttiva diventa di II grado) →
dipende dalla fonte che ha recepito le direttive.
DIRITTO DEL TURISMO DELL’UE → l’ART 10 della nostra Costituzione stabilisce che:
• L’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute
(ciò vale anche per i trattati internazionali)
• La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati
internazionali (anche la condizione giuridica dello straniero che visita un Paese è regolata da ciò)
• Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite
dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite
dalla legge (possibilità di richiedere il diritto d’asilo per ragioni umanitarie, secondo le condizioni stabilite
dalla legge).
• Questo articolo è stato utilizzato a lungo dalla giurisprudenza per affermare il fatto che l’Italia ha
riconosciuto il Diritto Internazionale
ART 11 → l’Italia limita la propria sovranità per aderire ad organizzazioni internazionali che promuovono la pace.
L’ordinamento dell’UE si è inserito nell’ambito del nostro ordinamento Nazionale per questi 2 articoli della
Costituzione.
[L’UE nasce nel 1992 con il Trattato di Maastricht, ed è stata costituita per promuovere un mercato unico, per creare
un blocco di Paesi che potesse bilanciare le forze delle superpotenze USA e URSS, per mantenere la pace.]
IL TURISMO NELLA DISCIPLINA COMUNITARIA → interventi dell’UE in ambito di turismo divisi in 3 fasi:
I. Prima fase caratterizzata da interventi indiretti → nascita delle comunità, nascita dell’EU (il primo trattato
CEE non si interessa al turismo → l’interesse principale era quello di creare un mercato comune in cui vigesse
la concorrenza). Nei trattati delle comunità non vi era alcun riferimento scritto esplicito riguardante il
turismo
II. Seconda fase caratterizzata dai primi interventi relativi alle libertà economiche (comincia una politica nel
settore) → trattato di Schengen emanato nei primi anni ‘80, che stabilisce la libera circolazione delle
persone, dei capitali e delle merci. In EU vi è una particolarità: alcuni Paesi membri possono non essere
d’accordo con le norme europee e possono non aderirvi. Questo trattato è stato fondamentale perché ha
creato uno “spazio europeo”, in cui tutti gli stati membri potevano muoversi liberamente → ciò ha favorito
la libertà di movimento dei cittadini europei e con essa il turismo. Si tratta ancora di interventi indiretti, non
si parla ancora di turismo.
III. Terza fase materia di cui l’UE si interessa a pieno titolo del turismo (piani di azione comunitaria nel turismo)
→ emanato il Trattato di Lisbona, che prevede una competenza dell’UE in ambito del turismo, da quel
momento l’UE si è sentita legittimata ad emanare direttive, piani d’azione e delle direttive per favorire il
turismo
UE E TURISMO
• Inizialmente il turismo era trascurato, ma si parla di INTEGRAZIONE E CONOSCENZA FAVORITI DAL TURISMO
• Nel Trattato di Maastricht (febbraio 1992) viene inserita una DICHIARAZIONE sulla protezione civile,
l’energia e il turismo (ART 3) → il TURISMO VIENE ESPRESSAMENTE PREVISTO PER LA PRIMA VOLTA
• Trattato di Schengen (giugno 1985) → prevede la libera circolazione di merci, persone, capitali, servizi, ora
inserito nell’ART 14, Trattato istitutivo della comunità europea.
• Introduzione della moneta unica (anche se vi sono paesi del nord EU che non vi hanno aderito) → dal 2002
in poi, i Paesi europei aderenti all’euro hanno favorito il turismo.
• Con il Trattato sul funzionamento dell’UE (Trattato di Lisbona), dal dicembre 2009, il turismo entra a far
parte degli obiettivi dell’UE , che potrà agire a sostegno delle iniziative degli Stati membri, senza sostituirsi
alle loro competenze interne, proprio nel settore del turismo.
• Carta di Nizza (Carta europea dei diritti umani) e CEDU (convenzione europea per i diritti umani), dove sono
previsti i diritti umani riconosciuti dall’UE e i diritti del turista.
• Aprile 2010 → Dichiarazione di Madrid adottata dai Ministri europei del turismo nella quale si sottolinea il
ruolo strategico dell’innovazione e delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione per il
mantenimento della competitività delle imprese turistiche
• Favorire la destagionalizzazione, il sostegno al turismo sociale, incrementare misure che consentano anche
alle categorie maggiormente svantaggiate di accedere alle destinazioni turistiche ed al “turismo della terza
età”
Comunicazione adottata dalla Commissione nel giugno 2010 → indica 21 iniziative di dimensione europea o
multinazionale volte a permettere all’EU di rimanere la prima destinazione turistica mondiale.
La più importante: marchio europeo del turismo di qualità
• Presentato dalla Commissione il 22/02/2013 per una gestione sostenibile del turismo (nel pieno rispetto del
territorio e della popolazione, fortemente legato all’ecoturismo)
• Strumento per misurare e monitorare la sostenibilità delle loro attività, i progressi compiuti ed elaborare
politiche appropriate
I. COMMISSIONE: formata dai rappresentanti degli Stati membri, e ha come compito quello di far rispettare il
Diritto europeo a tutti i Paesi, può quindi emanare delle sanzioni. È detta quindi Custode dei Trattati.
In qualità di commissione può emanare dei regolamenti che applicano quanto viene stabilito dai Trattati
II. CONSIGLIO DEI MINISTRI DELL’UE: organo che unisce i ministri di una determinata materia, in base
all’argomento che viene trattato (composizione variabile)
III. PARLAMENTO EUROPEO: rappresentanti dei cittadini dell’UE → gli onorevoli che siedono al Parlamento
europeo sono eletti dai cittadini europei ogni 5 anni. Col tempo sta acquisendo sempre più importanza e
collabora con il Consiglio dei ministri per emanare le leggi
PARLAMENTO EUROPEO: prima dell’entrata in vigore del Trattato di Lisbona, il Parlamento europeo ha adottato una
serie di risoluzioni sugli ordinamenti o le iniziative della Commissione in materia di turismo. Tra le più significative
figurano:
• quella dell’8/09/2005 sulle nuove prospettive e sulle nuove sfide per un turismo europeo sostenibile
• quella del 29/11/2007 su una “nuova politica europea del turismo: Rafforzare il partnetariato/partnership
per il turismo”
• e quella del 16/12/2008 sull’impatto del turismo nelle regioni costiere e il loro sviluppo sostiene la
promozione delle destinazioni turistiche europee.
• 27/10/2015 il Parlamento ha approvato in seconda lettura, la risoluzione legislativa per una nuova direttiva
che rafforzi la protezione dei passeggeri nel contesto dei viaggi forfettari (forfettario = pattuito)
• 29/11/2015, il Parlamento ha adottato una risoluzione sulle nuove sfide e strategie per la promozione del
turismo in EU
• Vuole anche favorire la digitalizzazione dei canali di distribuzione, lo sviluppo dell’economia di condivisione,
attrarre e trattenere il personale qualificato, evoluzione demografica e del carattere stagionale del turismo.
• (CETS) è uno strumento metodologico ed una certificazione che permette una migliore gestione delle aree
protette per lo sviluppo del turismo sostenibile
• Prevede una collaborazione tra tutte le parti interessate a sviluppare una strategia comune ed un piano
d’azione per lo sviluppo turistico, sulla base di un’analisi approfondita della situazione locale.
Programmazione 2014-2020: la promozione del turismo sarà finanziata dal programma COSME (superato dalle
nuove norme per il Covid) con uno stanziamento di 131mln di euro. Fissa più obiettivi tematici e priorità di
investimento:
Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR): sostiene la competitività, la sostenibilità e la qualità del turismo a
livello regionale o locale. Il turismo collegato all’utilizzo e allo sviluppo dei beni naturali, storici e culturali, nonché
all’attrattività di città e regioni quali luoghi in cui vivere e lavorare e da visitare. È collegato anche allo sviluppo,
all’innovazione e alla diversificazione di prodotti e servizi acquistabili e fruibili dai visitatori.
Direttiva 90/314/CEE
• Concerne i viaggi, le vacanze e i circuiti tutto compreso, con l’obiettivo di uniformare, a livello europeo, la
regolamentazione dei viaggi organizzati.
• In Italia è stata recepita con il decreto legislativo 111/95
ART 6 del Trattato di Lisbona → l’Unione ha competenza per svolgere azioni intese a sostenere, coordinare o
completare l’azione degli Stati membri (coordinare le azioni tra i vari Stati e completare l’azione degli Stati Membri
nel momento in cui non sono in grado). Tra i settori di tali azioni, nella loro finalità europea, vi è il turismo
ART 195 → L’Unione completa l’azione degli Stati membri nel settore del turismo, in particolare promuovendo la
competitività delle imprese dell’Unione in tale settore. A tal fine l’azione dell’Unione è intesa a:
• Incoraggiare la creazione di un ambiente propizio allo sviluppo delle imprese in detto settore (POV
economico) → promuovere la competitività e la crescita economica di queste imprese
• Favorire la cooperazione tra Stati membri, in particolare attraverso lo scambio delle buone pratiche
L’Unione completa l’azione degli Stati membri nel settore del turismo = viene applicato il principio di sussidiarietà
verticale → principio modulato dalla chiesa calvinista e poi dalla chiesa cattolica. Questa parola deriva dalla parola
latina subsidium (aiuto).
Il principio di sussidiarietà: è previsto che una determinata azione/attività deve essere svolta dall’ente più vicino al
cittadino, dotato della competenza a svolgere quella determinata azione → Quando un ente deve porre in essere
un’azione e non ne è in grado per diversi motivi, allora viene in suo aiuto l’ente superiore, che completa o si
sostituisce al determinato ente, al fine di realizzare quella azione (l’UE interviene, ma non surclassa l’ente bisognoso
di aiuto)
ART 195 → il Parlamento europeo e il Consiglio, deliberando secondo la proceduta legislativa ordinaria, stabilisce le
misure specifiche destinate a completare le azioni svolte negli Stati membri al fine di realizzare gli obiettivi di cui al
presente articolo, ad esclusione di qualsiasi armonizzazione delle disposizioni legislative e regolamentari degli Stati
membri.
La Costituzione italiana è unica rispetto alle altre Costituzioni occidentali, è moderna, e individua i diritti “forti”,
ovvero i diritti fondamentali. Inoltre, si è posta come fonte per la promozione dello sviluppo della società a livello:
1) Sociale → la nostra è una Costituzione sociale perché vengono riconosciuti, oltre alle libertà fondamentali, anche i
diritti sociali, chiamati anche libertà positive o diritti a prestazione → lo Stato deve preoccuparsi di garantire questi
diritti (il popolo richiede una prestazione da parte dello Stato), I diritti sociali caratterizzano la nostra Costituzione, e
garantiscono l’uguaglianza sostanziale → L’ART 3 della Costituzione parla del principio di uguaglianza, secondo cui
“Tutti sono uguali davanti alla Legge/la Legge è uguale per tutti”. L’ART 3 sostiene anche che la Repubblica deve
rimuovere gli ostacoli che si frappongono alla piena partecipazione dei cittadini alla vita economica e sociale del
Paese. Tra i diritti sociali più conosciuti ci sono il diritto alla salute e il diritto allo studio (scuola obbligatoria fino a 16
anni). Anche il turismo è legato al diritto sociale (diritto alle ferie), al diritto allo svago e al diritto alla cultura.
2) Culturale → Secondo la Costituzione, il Nostro è uno Stato “culturale”, poiché pone la cultura tra le basi dei diritti
fondamentali (diritto all’istruzione)
3) Economico → i diritti economici sono molto tutelati (diritto al lavoro, diritto a costituire un’impresa, un’attività), e
in quest’ambito molto importante è il turismo → gran parte dello sviluppo economico è dato dal turismo.
L’ART 9 fa parte dei diritti fondamentali della Costituzione (i primi 12), che riguarda lo sviluppo della cultura e la
ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
• Primo comma: “promozione delle attività culturali”
• Secondo comma: “tutela del patrimonio storico e artistico”, che rappresenta una concretizzazione delle
attività culturali pregresse (beni culturali). Si cerca di difendere il patrimonio prodotto nel corso della storia
della Nazione e nello stesso tempo, di promuovere le attività culturali che possano ampliare questo
patrimonio (garantendo il turismo)
Si passa da una tutela “statica” del patrimonio (puramente conservativa), ad una tutela “dinamica”, cioè diretta alla
fruizione pubblica come strumento di crescita culturale della società.
Fruizione = possibilità di poter godere del patrimonio artistico, storico e culturale del proprio Paese.
Inoltre, l’ART 9 individua nella Repubblica il soggetto che deve garantire il pubblico godimento dei beni artistici e
culturali e con ciò si intende lo Stato in tutte le sue articolazioni (decentramento amministrativo), in modo tale che a
ciascun cittadino sia data la possibilità di ampliare e rafforzare la propria cultura.
Esiste l’ART 21 della Costituzione che tutela l’informazione e il diritto di informazione obiettiva e democratica.
Nella nostra Costituzione in nessun articolo si menziona esplicitamente il turismo
[DPCM = Decreti del Presidente del Consiglio dei ministri → esiste una legge che ha autorizzato il Presidente ad
emanare decreti che derogano alle leggi generali in quanto ci si trova in una situazione emergenziale, in quanto
approvati dal Parlamento.]
ART 16, definito “libertà di circolazione” (mentre l’ART 15 vale sia per i cittadini italiani, che per i turisti, l’ART 16 vale
SOLO per i cittadini italiani)
• Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le
limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Vengono esclusi i motivi
politici, che non possono fondare alcuna limitazione alla libertà di circolazione e soggiorno → in tal modo si
sono prese le distanze dal regime fascista, che prevedeva il confino per i dissidenti.
• Ogni cittadino è libero di uscire dal territorio della Repubblica e di rientrarvi, salvo gli obblighi di legge
(obbligo di dimora; rimanere a disposizione degli organi giudiziari). Ciò non implica che gli stranieri non
godano di libertà di circolazione: gli stranieri vengono tutelati, dal Trattato di Schengen (solo i Paesi europei
che hanno aderito al Trattato di Schengen, che in questo periodo è stato sospeso in quanto alcuni Paesi
hanno imposto delle limitazioni).
• ECCEZIONI PREVISTE DALL’ART 16: Purtroppo, a causa della pandemia, il diritto alla libertà di circolazione è
stato sospeso → alcuni Paesi hanno chiuso le frontiere, per limitare la diffusione della pandemia. La
limitazione alla libertà di circolazione può anche verificarsi nei casi in cui non venga rispettata la legge
(arresti domiciliari)
ART 32: la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e
garantisce cure gratuite agli indigenti
• Il turismo termale →
• Turismo sanitario → nel momento in cui la propria regione non dispone delle strutture adeguate, i cittadini
migrano nelle altre regioni dotate di suddette strutture, per avere delle cure più adeguate (S Raffaele,
albergo per i parenti dei malati)
ART 36 (attraverso la retribuzione è possibile fare turismo, esistono delle leggi che favoriscono il turismo per le
famiglie meno abbienti)
• Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso
sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.
• La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge.
• Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi.
• Libertà di costituire un’attività economica = chiunque può decidere di avviare un’attività economica legata al
turismo → questa garanzia è limitata dal fatto che non deve nuocere all’attività sociale (Imprese che
propagandano il turismo sessuale. Caso particolare Ilva di Taranto = Nonostante sia un’azienda che offre
molti posti di lavoro va contro la dignità umana e la sicurezza perché l’inquinamento di questa azienda ha
provocato diverse morti e danni alla salute dei suoi dipendenti)
ART 41 → L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da
recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. Non possono esistere
ART 120 → La Regione non può istituire dazi d’importazione o esportazione o transito fra le regioni, né adottare
provvedimenti che ostacolino in qualsiasi modo la libera circolazione delle persone e delle cose tra le regioni, né
limitare l’esercizio del diritto al lavoro in qualunque parte del territorio nazionale.
L’ART 117 e l’ART 118 sono essenziali per il turismo, in quanto fissano le competenze. La nozione di “turismo” non
compare esplicitamente prima del 2001. L’ART 117 regole le competenze legislative regionali e statali in materia di
turismo e industria alberghiera → competenza che nel 2001 è stata eliminata. Attualmente, con la riforma del 2001,
questa competenza di turismo e industria alberghiera è scomparsa. RIFORMA RENZI-BOSCHI → attraverso questa
riforma, la parola “turismo” ricompariva nell’ART 117, però questa riforma, benché votata in Parlamento, non è
diventata parte della Costituzione (al Referendum hanno vinto i “no”). Abbiamo parlato dell’ART 117 che si trovava
nella Costituzione elaborata nel 1948 → il titolo V (riguarda le Regioni) della Costituzione è stato poi modificato nel
2001, per volere della Lega di Bossi che voleva trasformare l’Italia in uno stato federale (federalismo), e dividere
drasticamente il nord e il sud, in quanto il sud aveva una capacità economica limitata rispetto al nord, che doveva
quindi equilibrare la situazione. Il nostro Stato rimane unitario, nonostante sia mantenuta l’autonomia tra le regioni.
Con il titolo V si voleva concedere un maggiore potere alle Regioni.
STORIA DELLA NORMATIVA TURISTICA → c’è stata un’evoluzione sulla normativa turistica:
• Dal 1948 (nascita della Costituzione) Fino agli anni ’50 → fase di controllo del turismo da parte
dell’autorità pubblica
• Anni ’70 → responsabilità delle Regioni, con l’attuazione del tiolo V, che vengono attuate negli anni ’70 e
le Regioni si assumono le proprie responsabilità in funzione di turismo, insieme allo Stato
• Anni ’80 → si cerca di creare un sistema, un coordinamento tra Stato e Regioni
• Oggi → le autonomie: viene affidato il potere sulla normativa turistica soprattutto alle Regioni
• Il futuro → nuovo accentramento → dalle sentenze della Corte costituzionale si evince la volontà di
riaccentrare le funzioni in materia di turismo allo Stato
È essenziale quindi valorizzare le specificità → ciò però porta a preferire politiche improntate al decentramento,
mentre la creazione di un prodotto unitario spinge a enfatizzare logiche di accentramento (è importante dare
un’immagine unitaria al turista straniero). L’evoluzione dell’intervento pubblico nel mercato turistico è stata dettata
dagli esiti alterni del confronto fra queste 2 opposte dinamiche istituzionali (decentramento/accentramento).
A causa di questa opposizione, è mancato uno sviluppo organico di obiettivi in grado di esprimere una vera e propria
politica del turismo. Molti Stati stranieri, diversamente dall’Italia sono stati più capaci in quest’ambito.
Nessuna delle nuove amministrazioni fu però dotata di nuove strutture in grado di imprimere un nuovo slancio al
turismo che ormai era un vero e proprio mercato aperto, sia sul piano geografico sia su quello sociale. L’ART 117
prevedeva che la materia turismo e … alberghiera fosse (1h)
Dopo la Seconda guerra mondiale, c’è stato il boom della domanda turistica e il corrispondente sviluppo spontaneo
dell’offerta, da un lato, e l’autocompiacimento per la ricchezza del patrimonio artistico e naturale, dall’altro,
spingevano la classe politica a ritenere l’Italia autosufficiente. Dal punto di vista pubblico, non vi erano risorse
sufficienti, questo boom si era verificato grazie ai privati. Ciò ha incrementato il distanziamento dell’Italia dagli altri
Paesi in quanto alle politiche sul turismo, nonostante dispongano di meno risorse rispetto all’Italia.
Si capì anche che il turismo poteva essere essenziale per sviluppare il Mezzogiorno d’Italia ancora molto indietro
rispetto al resto d’Italia.
Però, nel meridione mancavano del tutto le strutture turistiche → si cominciarono a prevedere finanziamenti anche
per le strutture turistiche (Cassa per il Mezzogiorno, che si è rivelata un fallimento, poiché vi era un istituto che
concedeva finanziamenti ad imprenditori, che spesso si appropriavano dei fondi, senza costruire le strutture).
ART 117 (precedente al 2001) → fissa le competenze legislative in qualunque materia per le regioni e lo Stato → il
nostro ordinamento ha previsto che le regioni potessero varare delle leggi, limitate rispetto alle leggi statali, poiché
hanno valenza territoriale. Tra le autonomie concesse alle Regioni, c’è un’autonomia legislativa (incompleta), che dà
alle Regioni la possibilità di creare una propria politica interna. La Regione emana per le seguenti materie norme
legislative nei limiti dei principi fondamentali stabiliti dalle leggi dello Stato, sempreché le norme stesse non siano in
contrasto con l’interesse nazionale e con quello di altre Regioni: urbanistica, turismo e industria alberghiera, fiere e
mercati, musei e biblioteche di enti, viabilità…
LEZIONE 6 12/03/2021
VECCHIO ART. 117 COSTITUZIONE
La Regione emana per le seguenti materie norme legislative nei limiti dei principi fondamentali stabiliti dalle leggi
dello Stato, sempreché le norme stesse non siano in contrasto con l'interesse nazionale e con quello di altre Regioni:
urbanistica; turismo e industria alberghiera; tramvie e linee automobilistiche di interesse regionale ordinamento degli
uffici e degli enti amministrativi dipendenti dalla Regione; circoscrizioni comunali; polizia locale urbana e rurale; fiere
e mercati; beneficenza pubblica e assistenza sanitaria e ospedaliera; istituzione artigiana e professionale e assistenza
scolastica; musei e biblioteche di enti le; viabilità, acquedotti e lavori pubblici di interesse regionale; navigazione e
porti lacuali; acque minerali e termali; cave e torbiere; caccia; pesca nelle acque interne; agricoltura e foreste;
artigianato.
In tale articolo, veniva esplicitato: la competenza delle regioni, quella concorrente e tutte le materie non esplicitate
erano dello stato.
Competenza concorrente→competenza di entrambi gli organi; per evitare dei conflitti tra le parti, lo stato fissa i
principi tramite le LEGGI QUADRO e le regioni devono impegnarsi ad attuarli secondo le proprie specificità
territoriali. Inoltre, in tale articolo erano imposti dei limiti alle regioni: 1. Rispettare le leggi quadro, 2. Rispettare
l’INTERESSE NAZIONALE, cioè non dovevano andare contro le altre regioni. Questi limiti non sono esplicitati nella
riforma del 2001, sono sottintesi. Con la riforma Bossi, poiché si voleva dare maggiore autonomia alle regioni,
verranno esplicitate le materie di competenza dello stato, comp. Concorrente e tutte le materie non enunciate erano
di competenza regionale. Poi, però, interverrà la Corte Costituzionale per riequilibrare le competenze tra gli organi.
CONSEGUENZE ART. 117 COST.
1. politica statale altalenante: apparentemente disponibile verso il decentramento, ma nelle scelte cruciali,
sempre improntata a un accentramento deciso.
2. Negli anni 70, l’apparizione delle Regioni sulla scena istituzionale e le loro rivendicazioni hanno modificato
l’approccio del potere statale che ha preferito adottare una tattica più difensiva, rivolta “a mantenere le
posizioni”, ovvero a concedere il meno possibile.
- Nonostante sia stata abrogata, molti dei suoi contenuti principali sono stati all’epoca acquisiti dalle legislazioni
regionali e ancora mantenuti, costituendo, ancora oggi, un punto di riferimento ma piuttosto generico, rinviava ad
un DPCM, d’intesa con la Conferenza Stato-Regioni, l’individuazione delle linee guida e degli obiettivi per la
valorizzazione e lo sviluppo del sistema turistico italiano.
- Dopo decenni di oppressione dell’accentramento statale, la legislazione turistica delle Regione è esplosa in una
miriade incontrollata di provvedimenti→ “interventi a pioggia”
- Le Regioni forti dell’esistenza di una legge quadro diedero vita a leggi in totale autonomia su:
• disciplina della classificazione alberghiera e delle agenzie di viaggio,
• ripartizione dei finanziamenti alle imprese,
• programmazione delle attività promozionale,
• organizzazione turistica territoriale.
che hanno finito per penalizzare razionalità ed efficienza dell’intero sistema turistico.
EVOLUZIONE NORMATIVA STATALE
Dopo la promulgazione della Costituzione, venne istituito il Ministero del Turismo che si occupava di coordinare le
azioni delle regioni in materia turistica, ma:
- 1993 abrogazione Ministero del turismo
- 1990 istituzione nuovo ENIT ente nazionale per l’incremento delle industrie turistiche, poi ente nazionale italiano
per il turismo ora Agenzia nazionale per il turismo. Le Regioni erano chiamate a rapportarsi a tale ente (la legge 8
giugno 1990, n. 142, sancì ulteriori trasferimenti alle amministrazioni locali)
- Subito dopo si istituirono il Comitato di Coordinamento per la programmazione turistica e il Comitato
Consultivo Nazionale (per omogeneità del sistema)
- 1994 istituzione del Dipartimento per il turismo c/o Presidenza del consiglio con funzioni di indirizzo,
coordinamento e programmazione→ Non si riuscì a ottenere un vero coordinamento
EVOLUZIONE NORMATIVA
la legge 15 marzo 1997, n. 59, meglio nota come legge Bassanini, ha posto le condizioni per un nuovo e rilevante
trasferimento di funzioni alle Regioni. Tale trasferimento si è realizzato attraverso successivi decreti legislativi di
attuazione. Il d.lg. 31 marzo 1998, n. 112 che dedica il Capo IX proprio al turismo (abroga varie disposizioni della
legge 217/83)
CONSEGUENZE BASSANINI
- Tutte le competenze dell’abolito Ministero furono trasferite alle Regioni (art. 1)
- Stabiliva alcune sub materie di competenza dello Stato e tutte le altre alle Regioni
- Ma con la legge n. 203/95 si istituiva il Ministero delle attività produttive e il dipartimento per il turismo che
cominciavano a riappropriarsi di molte funzioni sul turismo con l’»alibi» dell’indirizzo e coordinamento
- Lo Stato si riprendeva la definizione della politica del turismo
- Principio di sussidiarietà: funzioni amministrative spettano all’organo più vicino al cittadino (Comune).
D.LGS. 112/98
- La politica del turismo deve essere definita dallo Stato in accordo con le Regioni (intesa Conferenza Stato
Regioni→organo dove si incontrano i due enti per discutere sulle materie di competenza concorrente) e le
associazioni di categoria e le organizzazioni sindacali dei lavoratori del turismo.
- Indirizzo e coordinamento è dello Stato ma previa intesa con le Regioni
SITUAZIONE POLITICA DOPO LE LEGGI BASSANINI
- Dal ‘90 al 2000 presentazione di innumerevoli disegni di legge di riforma, costantemente osteggiati dalle Regioni,
che hanno sempre visto nella legislazione quadro un’ingerenza sulla loro potestà legislativa.
- dopo oltre 15 anni di attesa, il Parlamento approvò, per certi versi a sorpresa, il testo definitivo della riforma
della legge quadro (legge 135 del 2001).
LEZIONE 7 - LEGGE QUADRO 135/2001 SUL TURISMO, che ha abrogato la 217/1983 17/03/2021
La legge 217 era stata giudicata come “insufficiente”, perché non individuava i principi generali della materia e
creava confusione, in quanto le Regioni decisero di emanare delle leggi → si creò confusione tra le leggi statali e le
leggi regionali e la legge statale, che doveva coordinare tutte le altre. Fu poi emanata a modifica della 217 la legge
135. Per questa modifica si aspettarono quasi 20 anni, infatti nel 2001 ci fu un progetto di revisione costituzionale
che portò alla modifica della Costituzione e in particolare alla modifica dell’ART 217. Come abbiamo visto, per
modificare la Costituzione è necessario un procedimento aggravato che prevede 2 successive deliberazioni a distanza
di 2 mesi (sia dalla Camera che dal Senato) nello stesso testo. Quindi, nel momento stesso in cui il Parlamento era in
fase di approvazione della riforma costituzionale, stava approvando la legge 135.
La competenza passa da concorrente a competenza esclusiva regionale → le Regioni non hanno necessità di una
legge quadro per emanare delle loro leggi. Nel momento in cui si modificò la Costituzione, fu approvata una legge
quadro.
LEGGE 135/2001
• LEGGE QUADRO = determinava i principi generali sul turismo (considera la tutela del consumatore, il ruolo
delle imprese turistiche, la valorizzazione delle risorse culturali e artistiche…)
• Dopo la riforma del 2001 la Corte costituzionale non la dichiara incostituzionale perché non contrasta le
competenze regionali e perché i contenuti di questi principi e obiettivi vengono rimandati ad un DPR il cui
contenuto era stabilito insieme alle Regioni e alle associazioni di categoria.
• I suoi principi sembrano più che altro valori/obiettivi sul turismo che tutta la Repubblica deve rispettare
• Il turismo ha un duplice ruolo strategico: sviluppo economico e occupazionale; crescita culturale e sociale
della persona e della collettività (cosa che non era prevista nella 217) → bilanciamento tra valore economico
(interesse pubblico) e sociale (interesse dei singoli individui di arricchirsi e accrescersi attraverso il turismo)
→ principio personalistico (mette in primo piano l’individuo e le sue esigenze) e solidaristico (crescita della
persona e della comunità) → entrambi alla base degli articoli fondamentali della Costituzione.
• Prevede poi gli strumenti per realizzare tali obiettivi
• Detta i principi con maggiore competitività del turismo (a livello statale e regionale), concede sostegno alle
imprese, specifica un uso strategico degli spazi rurali e delle economie marginali (tenendo conto anche di
quei luoghi e località ancora sottosviluppate dal POV turistico)
• Si occupa della valorizzazione dei beni culturali e ambientali e delle tradizioni locali
• Azioni a sostegno degli anziani, disabili e meno abbienti (valorizzazione comunità locali) → aiuto nei
confronti dei soggetti “deboli” della società, che hanno difficoltà a fare turismo (turismo sociale)
• Rinviava a un DPR (decreto del Presidente della Repubblica) adottato di intesa con le Regioni i contenuti
degli obiettivi fissati, sentite le associazioni di categoria e le competenti commissioni parlamentari → i
contenuti degli obiettivi dovevano essere fissati da un DPR (regolamento governativo), il cui contenuto
doveva essere elaborato insieme alle Regioni, alle associazioni di categoria e alle competenti commissioni
parlamentari.
• DPR 13/09/2002 → che doveva prevedere i principi della legge 135 nello specifico, col fatto che vedeva la
partecipazione delle Regioni nell’elaborazione del suo contenuto, ha influenzato il giudizio della Corte
costituzionale, perché la legge 135 si pone come obiettivo il fatto di realizzare i principi, estrapolandoli
tramite una cooperazione con le Regioni. Questo DPR fu emanato nel 2002, quando ormai la legge
costituzionale n° 3/2001 era stata approvata.
[I principi della legge 135 vedono lo Stato cooperare con le Regioni e con le parti sociali → è una legge quadro al cui
contenuto partecipano anche le Regioni. Questo perché la legge 135 voleva realizzare la massima partecipazione
della società, tra cui gli enti locali e le Regioni, per poter avere una legge “condivisa”, motivo per cui non viene
dichiarata incostituzionale]
DIFFERENZE 135/217
• La 217 riguardava un’organizzazione amministrativa standardizzata e statica, mentre la 135 era di più ampio
respiro e voleva una maggior partecipazione anche da parte degli enti locali, perché quest’organizzazione
doveva essere condivisa
• La 135 istituisce i STL (sistemi turistici locali → strumento essenziale per il turismo): prevedeva un contesto
turistico omogeneo integrato, un’opportunità per sviluppare zone geografiche non ancora valorizzate, a
differenza delle APT, istituite con la 217/1983 che venivano utilizzate per luoghi già importanti.
• Le imprese turistiche nella legge 135 vengono definite diversamente rispetto alla 217; la 135/2001 dà la
stessa definizione di impresa nell’ART 2082 del Codice civile
• La 217 è imposta dallo Stato, mentre la 135 è concertata (prevede la partecipazione delle Regioni e degli enti
locali)
La legge 135 viene emanata 6 mesi prima dell’ART 117 e la nuova legge costituzionale modifica pesantemente l’ART
117. La modifica del titolo V della Costituzione del 2001 fu imposta dalla Lega Bossi, che all’epoca voleva il
Federalismo, per separare le regioni del nord e del sud (ciò non era possibile, perché contrastava con l’ART 5 della
Costituzione, secondo cui “la nostra Repubblica è una e indivisibile, seppure decentrata, con enti locali” → la nostra
Costituzione preclude la modifica dei Principi Fondamentali, perché sono l’esplicazione della Forma Repubblicana e
l’ART 139 della Costituzione dice che la Forma Repubblicana non è modificabile nemmeno con il procedimento di
revisione costituzionale, quindi non è possibile cambiare la nostra forma di Stato, che è uno Stato unitario, anche se
con base decentrata). Fu emanato l’ART 117 per tenere a bada la Lega Bossi, coinvolgendo anche le Regioni,
ampliandone le competenze.
Secondo quale tecnica legislativa è stato modificato l’ART 117? → il vecchio ART 117 dettava le materie concorrenti
tra Stato e Regioni (dove lo Stato deve fissare i principi generali, mentre le Regioni devono attuarli) e infine una serie
di materie, di legislazione esclusiva delle Regioni; tutte le altre materie erano di competenza dello Stato. Questo ci fa
comprendere che le competenze statali erano nettamente superiori rispetto a quelle regionali. Il nuovo ART 117
capovolge la situazione (questo doveva essere un modo per ampliare le competenze regionali).
- Primo comma: la potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché
dai vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali. Il primo comma stabilisce le
materie di competenza dello Stato, che sono molto ampie, per questo definite materie trasversali, poiché riescono a
toccare anche le materie di competenza regionale.
[La Corte costituzionale non ha fatto altro che togliere alla Regione alcune materie di sua competenza, accentrandole
nelle mani dello Stato, creando così un nuovo equilibrio. Però, da un lato era importante dare al turismo
un’immagine unitaria dell’Italia, dall’altra c’era la necessità di valorizzare le unicità territoriali e regionali → ciò ha
complicato la situazione, perché così una Regione avrebbe potuto emanare delle leggi anche in contrasto con quelle
delle altre regioni, oppure, poteva crearsi un divario tra le Regioni più ricche e quelle più povere (Regioni a vocazione
turistica e non), poiché le Regioni con un maggiore potere economico avevano la possibilità di investire
maggiormente nel turismo → sbilanciamento]
Per uscire da tale situazione che ingessava la legislazione, si sono sostituite alle “linee guida” le cosiddette “linee di
armonizzazione”, ovvero accordi tra le Regioni e lo Stato sugli stessi punti che avevano costituito le linee guida con
DPR. Questo DPR interessava le Regioni, poiché attraverso questo DPR si sarebbero emanati gli incentivi alle Regioni
in materia di turismo.
Le Regioni stesse lo fanno passare per un accordo tra Stato e Regioni che avevano stabilito il contenuto e risultava un
regolamento statale di recepimento degli accordi tra Stato e Regioni. Questo DPR è ancora in vigore, poiché non ha
leso queste ultime, in quanto:
• Il contenuto era sempre stabilito anche dalle Regioni
• Stabiliva come dovevano essere emanate le sovvenzioni in materia di turismo alle Regioni
[DPR = regolamento che si riferisce alla legge 135. Questa legge parlava di obiettivi, che dovevano essere tradotti in
principi, attraverso questo regolamento, che doveva essere emanato insieme alle Regioni e alle parti sociali → dato
che il contenuto veniva elaborato con la partecipazione delle Regioni, queste non si sono sentite lese da questo
regolamento, nonostante l’ART 117 prevedeva che non dovesse esistere un regolamento governativo in materia di
turismo. Ma, facendolo passare come un accordo tra Stato e Regioni, è stato superato il problema della competenza
regolamentare stabilita dall’ART 117.]
DPCM 13/09/2002
L’accordo sui punti previsti avvenne solo parzialmente e, nonostante ciò, fu emesso un decreto PCM (13/09/2002)
come previsto dall’ART 2 della legge del 2001, in cui erano riportati i pochi punti su cui si era trovato l’accordo tra
Stato e Regioni (iat = uffici di assistenza turistica / e tipologie di imprese turistiche). Per le altre intese si rinviava a
successivi accordi, tramite i principi di leale collaborazione e sussidiarietà
Nel caso della legge 135 abbiamo 2 fonti dello stesso grado (1 statale e 1 regionale)
Dopo la sentenza 197/2003, le Regioni hanno cominciato ad emanare leggi sul turismo → di fatto hanno emanato
leggi molto diverse fra loro → si dava un’immagine troppo variegata dell’Italia, soprattutto all’estero e nacquero
esigenze di unitarietà e coordinamento → serviva un organo centrale che garantisse il soddisfacimento di queste
esigenze → fu creato prima dipartimento del turismo e poi ministro del turismo. Il ministro è un organo esecutivo,
emana regolamenti, ma abbiamo visto che i regolamenti sono di competenza regionale, quindi potrebbe
sorprendere il fatto che esista questa figura, ma si è resa necessaria per esigenze di unitarietà e coordinamento,
quindi trova la sua legittimazione nelle materie competenti dello Stato, che hanno a che fare col turismo e che
hanno bisogno di una visione unitaria e coordinata.
CODICE: è un decreto legislativo emanato dal governo nel rispetto della legge delega del Parlamento.
CODICE DEL CONSUMO: è un Decreto legislativo, 06/09/2005 n°206, per adeguarsi alle direttive CEE per la tutela dei
consumatori. Quindi armonizza e riordina le normative concernenti i processi di acquisto e consumo, al fine di
assicurare un elevato livello di tutela dei consumatori e degli utenti. È stato emanato ai sensi dell'art. 7 della legge
delega 29 luglio 2003, n. 229, relativo al riassetto delle disposizioni vigenti in materia di tutela dei consumatori, in
attuazione di una serie di direttive U.E. per la protezione del consumatore. È stato poi modificato nel corso del
tempo; la modifica più importante l. n. 244/ 2007 introduzione di un nuovo tipo di azione legale, detta azione
collettiva o class action. Aggiornamenti recenti si sono avuti nel 2014 e 2015. Un’altra novità è la promozione e lo
sviluppo dell'associazionismo libero, volontario e democratico tra i consumatori e gli utenti.
Alle associazioni sono stati affidati numerosi compiti tra cui: garantire l’erogazione di servizi pubblici secondo
standard di qualità e di efficienza; tutela della salute ed equità nei rapporti contrattuali. Per quanto riguarda il
turismo, tutto il titolo V del capo II era dedicato ai servizi turistici poi abrogati dal d.lgs. 79/2011 (codice del turismo).
Con il codice del turismo (d.lgs. 79/2011) vengono poi modificati anche i contratti di multiproprietà, i contratti
relativi ai prodotti per le vacanze di lungo termine, i contratti di rivendita e di scambio.
PROBLEMI:
1. Si è posto in continuità con la tendenza del legislatore statale ad individuare profili di omogeneità dell’offerta
turistica nazionale a costo di contraddire l’ancora recente attribuzione della materia alla potestà legislativa di
tipo residuale delle Regioni.
2. Ci sono titoli competenziali che abilitano lo Stato ad interferire nella disciplina regionale della materia.
Si componeva di tre articoli con un allegato formato da 69 articoli.
Inoltre, l’art. 2 del “codice” ha individuato due ulteriori competenze in favore dello Stato legislatore nella materia del
turismo: “valorizzazione, sviluppo e competitività, a livello interno ed internazionale, del settore turistico quale
fondamentale risorsa del Paese”, “riordino e unitarietà dell’offerta turistica italiana”, quali esigenze di carattere
unitario abilitanti l’attrazione alla potestà legislativa statale.
Abrogava espressamente la legge 135, ma in realtà ne era una continuazione perché ne prende i contenuti.
Regola contratti di multiproprietà, contratti relativi ai prodotti per le vacanze di lungo termine, contratti di rivendita
e di scambio. Molte norme in materia di turismo sono contenute nell’allegato.
SEGUE:
Lo stato, per riappropriarsi della materia del turismo, fa ricorso al criterio della chiamata in sussidiarietà che è stato
impiegato già prima dell’approvazione del codice per avallare discipline statali in materia. La Corte costituzionale ha
sostenuto più volte il presupposto di applicazione di tale criterio: quando sia ravvisabile, ai sensi dell'art.118, comma
1, un'esigenza di esercizio unitario a livello statale di determinate funzioni amministrative...
...lo Stato interviene con una propria disciplina legislativa, anche senza potestà legislativa esclusiva, se la valutazione
dell'interesse pubblico sottostante all'assunzione di funzioni regionali da parte dello Stato sia proporzionata, non
risulti affetta da irragionevolezza e sia oggetto di un accordo stipulato con la Regione interessata “la necessità di un
intervento unitario del legislatore statale nasce dall'esigenza di valorizzare al meglio l'attività turistica sul piano
economico interno ed internazionale, attraverso misure di varia e complessa natura”, anche al fine di “ricondurre ad
unità la grande varietà dell'offerta turistica del nostro Paese e per esaltare il rilievo assunto dal turismo
nell'economia”
LEZIONE 9 24/03/2021
La Corte costituzionale, investita dalla questione di costituzionalità delle Regioni, ha analizzato tutti gli articoli del
Codice del Turismo, evidenziando che alcuni articoli erano incostituzionali, mentre altri potevano essere salvati →
sentenza della Corte definita di accoglimento parziale. Le sentenze possono essere:
• di accoglimento = accolgono la questione di incostituzionalità
• di rigetto = rigettano la questione di incostituzionalità
In questo caso si tratta di una sentenza interpretativa: non decide che l’intero testo del Codice del Turismo è
incostituzionale, ma dichiara che solo una parte viene considerata tale.
Per esempio, ci sono delle materie dell’ordinamento civile abilita lo Stato a dettare in via esclusiva la disciplina
legislativa relativamente ai contratti turistici e ai profili di responsabilità connessi agli stessi. Vi è quindi violazione
della Costituzione perché il codice inficia disposizioni che interferiscono con la potestà legislativa regionale (se
riguardano solamente la materia di turismo, lo Stato non ha alcuna competenza, poiché non è una materia
trasversale). Alcuni articoli, però, ricostruiscono relazioni corrette tra lo Stato e le Regioni con riguardo alla disciplina
di materie che, pur attribuite alla potestà legislativa delle Regioni, tuttavia possono avere la necessità di
un’interferenza legislativa statale, non solo per i profili che attengono alle materie c.d. “trasversali”, ma anche in
ragione di “istanze unitarie” (il fatto che a volte è necessario regolare le materie come il turismo, di competenza
regionale, che attengono per certi profili alle materie trasversali dello Stato). Comunque, la Corte propende sempre
per attribuire la potestà allo Stato = la Corte, rifacendosi alle istanze unitarie e alle materie trasversali ha cercato di
salvare il più possibile dal Codice del Turismo. L’altro motivo che avevano rilevato gli avvocati dello Stato per salvare
il codice del turismo è il principio di sussidiarietà.
Gli avvocati avevano evidenziato che la materia turismo, proprio per il principio di sussidiarietà verticale rientrava
nella competenza dello Stato, poiché in alcuni casi doveva sostituirsi alle Regioni per promuovere meglio il turismo.
→ la Corte costituzionale non ha potuto riconoscerlo perché, aveva specificato in sentenze precedenti che, per
quanto il principio di sussidiarietà riguardasse le funzioni amministrative (attuazione delle leggi, regolamenti), può
anche essere riferito alle competenze legislative, ma per fare ciò è necessario stabilire un principio di leale
collaborazione tra Stato e Regioni. Però, nessun articolo del Codice del Turismo prevedeva una fonte di accordo tra
Stato e Regione.
APPROFONDIMENTO SULLE ISTANZE UNITARIE: erano necessarie per quanto riguarda gli articoli che necessitavano di
una regolamentazione unitaria (ex per promuovere un’immagine unitaria dell’Italia all’estero)
Tutti gli altri articoli vengono dichiarati incostituzionali, quindi non sono in vigore.
PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETÀ
-VERTICALE: Art 118 Cost., I comma
Le funzioni amministrative sono attribuite ai Comuni salvo che, per assicurarne l’esercizio unitario, siano conferite a
Province, Città metropolitane, Regioni e Stato, sulla base dei principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza
= Le funzioni amministrative sono affidate ai Comuni, poiché sono l’ente più vicino ai cittadini, conosce i loro bisogni
e sa come meglio fruire queste funzioni organizzative. Però, possono essere attribuite anche per grado (Province,
Città, Regioni, Stato), se c’è un’esigenza dell’esercizio unitario, o in caso i Comuni non siano in grado di provvedere
questi servizi ai cittadini (ex. Comune di Rocca Cannuccia, Basilicata).
A livello europeo, laddove gli Stati non sono in grado di fa fronte ad una determinata funzione amministrativa, l’UE
ne prende carico.
Con la riforma del 2001 è stato introdotto il principio di sussidiarietà (verticale, orizzontale). La novità assoluta è il
principio di sussidiarietà orizzontale, perché lo Stato non si era mai rivolto al privato per lo svolgimento di servizi di
competenza dello Stato → ci si era resi conto che lo Stato non riusciva a soddisfare attraverso i suoi servizi, tutte le
esigenze dei cittadini. È stato un cambiamento così radicale, che lo Stato è passato da Stato del Welfare (Sociale) a
Stato del Welfare mix → si fa aiutare anche dai privati per svolgere la funzione di Stato sociale.
NOVITÀ: i privati partecipano alle funzioni pubbliche.
LEZIONE 10 26/03/2021
ART 2 CODICE DEI BENI CULTURALI:
- Sono beni culturali le cose immobili e mobili che, ai sensi degli articoli 10 e 11, presentano interesse artistico,
storico, archeologico, archivistico e bibliografico e le altre cose individuate dalla legge o in base alla legge quali
testimonianze aventi valore di civiltà = devono essere testimonianza della nostra tradizione (ex. Divina Commedia).
- I beni del patrimonio culturale di appartenenza pubblica sono destinati alla fruizione della collettività (Diritto di
godere di quel bene culturale → diritto al turismo della collettività), compatibilmente con le esigenze di uso
istituzionale e sempre che non vi ostino ragioni di tutela e di sicurezza (la fruizione è un bene inalienabile, ma
possono esservi delle limitazioni legate alla tutela, ad esempio in caso di restauro).
Il codice dei beni culturali doveva essere emanato perché l’ART 117/2001 aveva inquadrato come competenza
legislativa quella sui beni culturali, ma l’aveva divisa a metà, inoltre la Corte ha evitato di dare una definizione di
tutela e valorizzazione, avendo così difficoltà a stabilire le sfere di competenza:
- Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie: tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali.
- Sono materie di legislazione concorrente quelle relative a: valorizzazione dei beni culturali e ambientali e
promozione e organizzazione di attività culturali.
Per cercare di risolvere questo problema, la Corte ha elaborato un nuovo criterio (che non esiste nella Costituzione)
→ Criterio dominicale (se la legge regionale disciplina beni di proprietà di una regione = incostituzionale)
ART 3
-La tutela consiste nell’esercizio delle funzioni (funzioni amministrative, che danno il servizio al cittadino) e nella
disciplina delle attività dirette, sulla base di un’adeguata attività conoscitiva, ad individuare i beni costituenti il
patrimonio culturale e a garantirne la protezione e la conservazione per fini di pubblica fruizione (manutenzione e
restauro) → tutto ciò spetta allo Stato.
-L’esercizio delle funzioni di tutela si esplica anche attraverso provvedimenti volti a conformare e regolare diritti e
comportamenti inerenti al patrimonio culturale → tutto ciò che ha a che fare con i diritti relativi al patrimonio
culturale, riguardando la tutela è di competenza statale.
Essa comprende anche la promozione ed il sostegno degli interventi di conservazione al patrimonio culturale. In
riferimento al paesaggio, la valorizzazione comprende anche la riqualificazione degli immobili e delle aree sottoposti
a tutela compromessi o degradati, ovvero la realizzazione di nuovi valori paesaggistici coerenti ed integrati → la
tutela, attraverso la conoscenza individua il bene culturale, mentre la valorizzazione promuove questa conoscenza.
La tutela ha bisogno della valorizzazione e viceversa → il patrimonio deve essere tutelato in modo da assicurarne la
fruizione; la tutela può essere assicurata dal potere finanziario dell’ente.
- La valorizzazione è attuata in forme compatibili con la tutela e tali da non pregiudicarne le esigenze.
- La Repubblica favorisce e sostiene la partecipazione dei soggetti privati, singoli o associati, alla valorizzazione del
patrimonio culturale → attività che prevede che lo Stato detti i principi generali, le Regioni si occupano di attuare
questi principi e i privati si occupano della tutela.
Tutela e valorizzazione sono 2 concetti inscindibili (anche un bene privato è destinato alla pubblica fruizione)
Trovare una differenza tra tutela e valorizzazione è complesso, poiché si tratta di attività collegate (non può esservi
tutela senza la valorizzazione e non può esservi una promozione se non vi è tutela).
ART 3 → Attività diretta alla conoscenza, all’individuazione e al restauro dei beni. La tutela spetta allo Stato;
quest’ultimo si occupa in particolare dei beni culturali più importanti, mentre alcuni dei beni regionali vengono
“abbandonati”.
ART 6 → Attività diretta alla promozione della conoscenza e della cultura in generale, dirette alla fruizione di questi
beni. La promozione è di materia concorrente.
Nel momento in cui si doveva emanare l’ART 117, si diede un maggiore potere alle Regioni.
TURISMO CULTURALE = è una forma di turismo strettamente legata alla cultura di una specifica regione o paese, in
particolare in relazione al modello di vita, alla storia, all’arte, all’architettura, alla dieta, alla religione ed altri
elementi delle popolazioni nelle specifiche aree geografiche, che contribuiscono a creare quel loro tipo di vita.
ART 111 Codice dei beni culturali
• Le attività di valorizzazione dei beni culturali consistono nella costituzione ed organizzazione stabile di
risorse, strutture o reti, ovvero alla messa a disposizione di competenze tecniche o risorse finanziarie o
strumentali, finalizzate all’esercizio delle funzioni ed al perseguimento delle finalità indicate dall’ART 6. A tali
attività possono concorrere, cooperare o partecipare soggetti privati.
• La valorizzazione è ad iniziativa pubblica o privata.
• La valorizzazione ad iniziativa pubblica si conforma ai principi di libertà di partecipazione, pluralità dei
soggetti, continuità di esercizio, parità di trattamento, economicità e trasparenza della gestione → sono i
principi che definiscono il servizio pubblico = anche l’attività di valorizzazione è un servizio pubblico, ovvero
una di quelle funzioni che lo Stato deve garantire al cittadino in quanto diritto sociale.
-Le attività di valorizzazione dei beni culturali di appartenenza pubblica sono gestite in forma diretta/indiretta.
-La gestione diretta è svolta per mezzo di strutture organizzative interne alle amministrazioni, dotate di adeguata
autonomia scientifica, organizzativa, finanziaria e contabile, e provviste di idoneo personale tecnico. Le
amministrazioni medesime possono attuare la gestione diretta anche in forma consortile pubblica → Meno utilizzata
perché è difficile che un’amministrazione pubblica possa permettersi di creare una gestione amministrativa ad hoc
per i beni culturali (solo i comuni e le regioni più ricche possono).
-La gestione indiretta è attuata tramite concessione a terzi delle attività di valorizzazione, anche in forma congiunta
e integrata, da parte delle amministrazioni cui i beni pertengono o possono essere costituiti dei soggetti giuridici ad
hoc → la società deve prendere la concessione, non il singolo (per tutelare i principi dei servizi pubblici), sulla base
della valutazione comparativa di specifici progetti. I privati che eventualmente partecipano non possono essere
individuati quali concessionari delle attività di valorizzazione.
GESTIONE: Competenza che rientra nella valorizzazione dei beni culturali, che nel particolare riguarda
l’organizzazione di mezzi e di persone per permettere ai cittadini di godere/fruire dei beni culturali e nello stesso
tempo questa attività concorre alla salvaguardia e conservazione del bene
Decreto-legge 146/2015
• Recante (intitolato) “misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico della Nazione”
• Emanato per risolvere la “questione Colosseo” → nell’estate del 2015, i lavoratori addetti al Colosseo e al
sito di Pompei chiusero questi 2 siti culturali poiché dovevano svolgere un’assemblea sindacale.
I turisti stranieri protestarono davanti al Ministro dei beni culturali e del turismo. Franceschini (Ministro),
emise questo decreto poiché riteneva urgente prendere delle misure per evitare la chiusura dei beni
culturali. Attraverso questo decreto, questi beni culturali vengono definiti come servizi pubblici essenziali →
non possono rimanere chiusi.
• Con l’intento di garantire la fruizione pubblica dei beni culturali ha equiparato, esplicitamente, gli scioperi
riguardanti l’apertura al pubblico dei musei, degli altri istituti e dei luoghi della cultura ai servizi pubblici
essenziali
• Lo Stato deve garantire il diritto di accesso ai beni culturali, oppure, di accesso alla cultura, posto in capo
all’individuo di fruire dei relativi beni o attività culturali.
• Per essere attuato necessita dell’azione dei pubblici poteri, i quali devono farsi carico della sua concreta
realizzazione per garantire il bisogno degli individui di acquisire cultura e conoscenze (diritto sociale)
• Questo decreto è stato poi convertito in legge → l’ART 01 stabilisce che tutela, valorizzazione e fruizione
sono incluse nei livelli essenziali delle prestazioni di competenza esclusiva dello Stato.
• Cambiamento di prospettiva: lo Stato deve farsi garante dei diritti culturali, almeno nei livelli essenziali →
ciò ha innalzato il turismo a diritto sociale.
3. Le modalità della valorizzazione sono stabilite con accordo da stipularsi con il proprietario, possessore o
detentore del bene in sede di adozione della misura di sostegno.
4. La regione e gli altri enti pubblici territoriali possono anche concorrere alla valorizzazione dei beni culturali
di cui l’ART 104, comma 1, partecipando agli accordi ivi previsti al comma 3.
FONDAZIONI:
• Nuove forme di collaborazione pubblico-privato per contenere la spesa pubblica e perseguire obiettivi di
notevole interesse per la collettività (principio di sussidiarietà orizzontale).
• Ente non profit (interessato alla collettività, non ha scopo di lucro) considerato sempre più spesso lo
“strumento” più efficiente per integrare e svolgere le attività socialmente rilevanti della P.A. (fondazione
museo egizio di Torino)
• Sono privati ma perseguono scopi pubblici e sono di 3 tipi di erogazione, operative e miste.
• Ci possono essere fondazioni costituite dal MIBAC
• In questo caso in Ministero ha una prevalenza della governance.
• Il consiglio di amministrazione è in gran parte formato da amministratori di nomina politica.
• Spesso divieto di distribuzioni.
ACCORDI TRA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E PRIVATI PER LA GESTIONE DEI BENI CULTURALI – ART 112
Comma 4: lo Stato, le Regioni e gli altri enti pubblici territoriali stipulano accordi per definire strategie ed obiettivi
comuni di valorizzazione, nonché per elaborare i conseguenti piani strategici di sviluppo culturale e i programmi,
relativamente ai beni culturali di pertinenza pubblica. Gli accordi possono essere conclusi su base regionale o
subregionale, in rapporto ad ambiti territoriali definiti, e promuovono l’integrazione, nel processo di valorizzazione
concordato, delle infrastrutture e dei settori produttivi collegati. Gli accordi medesimi possono riguardare anche i
beni di proprietà privata, previo consenso degli interessati. Lo Stato stipula gli accordi per il tramite del Ministero,
che opera direttamente, ovvero d’intesa con le altre amministrazioni statali eventualmente competenti.
(Il Codice ha previsto che la parte pubblica possa stipulare accordi con queste fondazioni, mettendo a disposizione le
proprie risorse per gestire i beni culturali).
Comma 5: Lo Stato, per il tramite del Ministero e delle altre amministrazioni statali eventualmente competenti, le
Regioni e gli altri enti pubblici territoriali possono costituire, nel rispetto delle vigenti disposizioni, appositi soggetti
giuridici cui affidare l’elaborazione e lo sviluppo dei piani di cui al comma 4 (cui possono partecipare anche privati).
Comma 9: Anche indipendentemente dagli accordi di cui al comma 4, possono essere stipulati accordi tra lo Stato,
per il tramite del Ministero e delle altre amministrazioni statali eventualmente competenti, le regioni, gli altri enti
pubblici territoriali e i privati interessati, per regolare servizi strumentali comuni destinati alla fruizione e alla
valorizzazione di beni culturali.
(accordo per gestire il bene)
EROGAZIONI LIBERALI:
• Donano più le imprese che i singoli privati per i vantaggi fiscali
• Specifico Portale del Ministero dedicato alle erogazioni pro-cultura con specificazione dei beni che hanno
bisogno di interventi.
PUBBLICITÀ ≠ SPONSORIZZAZIONE
• Caratteristica principale della comunicazione pubblicitaria è diffondere messaggi preconfezionati e
ripetitivi a pagamento attraverso i mass-media con l’obiettivo che le persone siano portate all’acquisto del
prodotto/servizio
• La sponsorizzazione invece consiste nell’evidenziare che una determinata attività è stata possibile grazie al
contributo dello sponsor
SPONSORIZZAZIONE/PATROCINIO: consiste in un accordo che preveda pubblicità in cambio dell’impegno a
finanziare un evento di massa o un’attività.
Può essere:
• Finanziaria → sotto forma di donazioni/erogazioni in denaro
• Tecnologica → lo sponsor mette a disposizione la sua competenza tecnologica
• In natura → lo sponsor mette a disposizione beni e servizi
ART 190 (baratto amministrativo → i cittadini si occupano di preservare i patrimoni pubblici, mentre gli enti
territoriali in cambio conferiscono esenzioni o riduzioni di tributi)
Gli enti territoriali definiscono con apposita delibera i criteri e le condizioni per la realizzazione di contratti di
partenariato sociale, sulla base di progetti presentati da cittadini singoli o associati, perché individuati in relazione ad
un preciso ambito territoriale. I contratti possono riguardare la pulizia, la manutenzione, l’abbellimento di aree verdi,
di piazze o strade, ovvero la loro valorizzazione.
Mediante iniziative culturali di vario genere, interventi di decoro urbano, di recupero e riuso con finalità di interesse
generale, di aree e beni immobili inutilizzati. In relazione alla tipologia degli interventi, gli enti territoriali individuano
riduzioni o esenzioni di tributi comunque utili alla comunità di riferimento in un’ottica di recupero del valore sociale
della partecipazione dei cittadini.
DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DEL 2002 (previsto per l’attuazione della legge 135)
• Recepimento dell’accordo fra lo Stato, le Regioni e le Province autonome sui principi per l’armonizzazione, la
valorizzazione e lo sviluppo del sistema turistico.
• Detta i principi per l’armonizzazione, la valorizzazione e lo sviluppo del sistema turistico definiti dall’allegato
accordo che costituisce parte integrante del presente decreto.
DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DEL 2010 (turismo diritto sociale)
Per l’erogazione di buoni vacanze da destinare a interventi di solidarietà in favore delle fasce sociali più deboli e
favorire la destagionalizzazione dei flussi turistici nei settori del turismo balneare, montano e termale. Il contributo
può essere erogato una sola volta per nucleo familiare per anno solare fino ad esaurimento dei fondi disponibili,
sulla base del criterio ISEE e di priorità cronologica.
(Estate 2020 bonus vacanze ISEE inferiore ai 40000 euro)
ANALISI PIANO STRATEGICO: le analisi mettono in luce le criticità dell’industria turistica italiana: problemi di
governance del settore, promozione all’estero estremamente frammentata e marginalizzazione dell’Enit, nanismo
delle imprese, limiti nella capacità di costruire prodotti turistici competitivi, infrastrutture insufficienti, formazione
del personale inadeguata al mercato globale, difficoltà ad attrarre investimenti internazionali.
• il piano strategico propone alcune linee guida e individua un numero rilevante di azioni concrete che
potrebbero rapidamente migliorare la competitività del settore turistico nazionale
• propone un radicale cambiamento nell’approccio ai problemi del turismo
• turismo come investimento su cui puntare per lo sviluppo del Paese
OBIETTIVI:
• ridare leadership all’Italia nel settore turistico
• creare nuovi posti di lavoro / offrire un’opportunità al Sud Italia per agganciarsi alla crescita del Paese
MIBACT:
• Creato dal 2013: dicastero (Ministero) del Governo italiano preposto alla tutela della cultura, dello
spettacolo, e alla conservazione del patrimonio artistico e culturale e del paesaggio e alle politiche inerenti al
turismo. Nel 2021 il turismo è stato separato dal MIBAC, quindi abbiamo un Ministero a parte.
• Ministero del turismo è nato nel 1959, con competenze spettacolo e sport (prima vi era un Commissariato
presso la presidenza del C.m. e sottosegretari), poi soppresso nel 1993 dal referendum, inseguito presso la
Presidenza del Consiglio creazione del dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo, poi
preposti sottosegretari e nel 2009 creazione di un ministero senza portafoglio.
STORIA MINISTERO:
• Nel 1994 fu istituito il Dipartimento per il Turismo c/o Presidenza del consiglio con funzioni di indirizzo,
coordinamento e programmazione
• 2008 sottosegretariato al turismo
• 2009 ministero senza portafoglio
• 2012 dipartimento accorpato con quello per gli affari regionali e lo sport
• 2013 MIBACT
• 2014 fu elaborato un dpcm per un nuovo regolamento di organizzazione del Ministero degli uffici della
diretta collaborazione del Ministro e dell’Organismo indipendente di valutazione della performance, a norma
dell’ART 16, comma 4 del decreto-legge 24/04/2014, n.66
DIREZIONI GENERALI: “Educazione e ricerca” / “Belle arti e paesaggio” / “Musei” / “Bilancio” / “Turismo”…
DIREZIONE GENERALE TURISMO: svolge funzioni e compiti in materia di turismo, e a tal fine cura la
programmazione, il coordinamento e la promozione delle politiche turistiche nazionali, i rapporti con le Regioni e i
progetti di sviluppo del settore turistico, le relazioni con l’Unione europea e internazionali in materia di turismo e i
rapporti con le associazioni di categoria e le imprese turistiche. Si raccorda con l’ENIT.
• Vigila sugli enti e fornisce assistenza alla domanda turistica e al turismo sociale (funziona anche come ordine
di consulenza)
• Presso la Direzione generale ha sede e opera il Centro per la promozione del codice mondiale di etica del
turismo, costituito nell’ambito dell’Organizzazione Mondiale del Turismo, Agenzia specializzata dell’ONU, e
l’Osservazione Nazionale del turismo per lo studio, l’analisi e il monitoraggio delle dinamiche economico-
sociali connesse al turismo.
Obiettivi POIN:
• Migliorare l’attrattività dei territori regionali
• Promuovere e sostenere la competitività, in particolare sui mercati internazionali, dei servizi di ricettività e di
accoglienza
• Sostenere e rafforzare le capacità e le competenze tecniche del personale delle istituzioni e degli organismi
responsabili
SEGRETARIO GENERALE:
• assicura il coordinamento e l’unità dell’azione amministrativa
• elabora le direttive, gli indirizzi e le strategie riguardanti l‘attività complessiva del Ministero
• coordina gli uffici e le attività del Ministero, vigila sulla loro efficienza e rendimento e riferisce
periodicamente al Ministero gli esiti della sua attività.
• Coordina le direzioni generali centrali e gli uffici dirigenziali generali periferici del Ministero
• È responsabile direttamente nei confronti del Ministro della realizzazione degli indirizzi impartiti dal
Ministro.
COMITATO PERMANENTE DI PROMOZIONE DEL TURISMO IN ITALIA: di cui all’ART 58 del d.lg. n. 79/2011 è l’organo
consultivo del Ministro. Opera presso la Direzione generale Turismo. Presieduto dal Presidente del Consiglio dei
ministri o dal Ministro delegato.
FUNZIONI:
• Identificare delle strutture pubbliche dedicate a garantire i servizi del turista
• Accordi di programma con le Regioni per lo sviluppo del turismo
• Garantisce sostegno ed assistenza alle imprese
• Garantisce la promozione dell’immagine dell’Italia
• Organizzazione dei momenti e degli eventi di carattere nazionale ad impulso turistico
ONT (OSSERVATORIO NAZIONALE SUL TURISMO): ha il compito di studiare, analizzare e monitorare le dinamiche
socioeconomiche del turismo, misurando la competitività del sistema.
OBIETTIVI ONT:
• Unificare la ricerca esistente sul turismo in una visione sistemica di tutte le fonti e dell’insieme dei dati
• Divulgare in tempo reale
• Fornire indicazioni utili ai policy maker per la promozione turistica
• Fungere da raccordo tra i vari livelli istituzionali
• Si avvale di collaborazioni con l’istat, Banca d’Italia e Unioncamere
ENIT:
• Nasce nel 1919 come ente nazionale per l’incremento delle industrie turistiche → trasformato con legge nel
2005 in Agenzia nazionale del turismo, con accresciute e più articolate responsabilità istituzionali all’Ente
nazionale italiano per il turismo
• Anche dopo il 2005 ha mantenuto il suo compito di coordinamento generale con le Regioni per promuovere
il turismo all’estero
• Dotata di autonomia statutaria, regolamentare, organizzativa, patrimoniale, contabile e di gestione,
l’Agenzia nazionale del turismo
• Era sottoposto all’attività di indirizzo e vigilanza Mibact
STRUTTURA ENIT: (articolato in 18 sedi estere di cui 13 in EU e 5 in Paesi extraeuropei → riescono a promuovere il
turismo nella maniera più efficace in quanto si trovano in loco; è un ente con personalità giuridica propria)
• Presidente
• Consiglio di amministrazione
• Collegio di revisori dei conti
• Comitato tecnico consultivo
• Osservatorio nazionale del turismo
• Tutti organi fortemente politici
• Può dare vita anche a società volte a partecipare a consorzi e società
DIREZIONI: Londra, Parigi, Francoforte, Mosca, New York, Tokyo, Pechino e San Paolo.
PROGETTI ENIT:
• Progetto BRIC: iniziativa di grande impatto promozionale e mediatico finalizzata al consolidamento
dell’immagine dell’Italia quale destinazione turistica dei Paesi dell’area BRIC (Brasile – Russia – india - Cina)
• “Italian friends for Japan” mette a disposizione di mamme e bambini, attualmente residenti nelle località
interessate dalla fuga radioattiva della centrale nucleare di Fukuschima, di un periodo di permanenza di 6
mesi in Italia.
CONVENTION BUREAU: (altro progetto ENIT) struttura per promuovere a favorire lo sviluppo del turismo d’affari
italiano nel settore congressuale, fieristico e legato ai grandi eventi, nonché di sostenere l’attività internazionale
delle imprese del settore con la partecipazione dell’ENIT.
CONFERENZA STATO-REGIONI: rappresenta la principale sede di coordinamento tra lo Stato e le Regioni. È stata
successivamente istituzionalizzata con la legge 400 del 1988 (legge che ha riorganizzato il Governo e i suoi organi),
che le ha attribuito compiti di informazione, consultazione e raccordo, in relazione agli indirizzi di politica generale
suscettibili di incidere nelle materie di competenza regionale, con una seduta almeno ogni 6 messi, oggi regolata dal
decreto legislativo 28/08/1997
• Opera nell’ambito della comunità nazionale per favorire la cooperazione tra l’attività dello Stato e quella
delle Regioni e le Province Autonome
• Costituisce la “sede privilegiata della negoziazione politica tra le amministrazioni centrali e il sistema delle
autonomie regionali”.
La Conferenza Stato-Regioni è convocata e presieduta dal Sottosegretario di Stato per gli Affari Regionali, su delega
del Presidente del Consiglio dei ministri. La Conferenza è composta dai 20 Presidenti delle Regioni a statuto speciale
e ordinarie e dai 2 presidenti delle Province autonome di Trento e Bolzano.
Ai suoi lavori partecipano, su invito del Presidente, i Ministri ed i rappresentanti politici delle amministrazioni statali
e degli enti pubblici interessati agli argomenti iscritti all’ordine del giorno delle sedute.
ATTIVITÀ: deliberare intese e accordi, interscambio di dati e informazioni, istituzione di comitati e gruppi di lavori e
designazioni di rappresentanti regionali.
COMITATO NAZIONALE PER IL TURISMO ORA COMITATO PERMANENTE DI PROMOZIONE DEL TURISMO: ha le
stesse funzioni della Conferenza Nazionale ed è composto da 20 membri tra rappresentanti del: Governo, Regioni,
Province, Comuni, Associazioni ed Unioni di Enti, Trasporti, Università…
• Sede istituzionale autorevole in grado di attuare le necessarie politiche di coordinamento tra soggetti
pubblici e privati per un rilancio del turismo in Italia.
• Rappresenta una cabina di regia per politiche condivise tra i vari operatori
COMPITI DELLA REGIONE: abbandono del modello organizzativo unico → dopo la riforma del 2001 ogni Regione si è
dotata di atti amministrativi propri al fine di coordinare e indirizzare le azioni sul turismo servendosi della Giunta e
dei relativi uffici amministrativi o specifici uffici con strutture tecniche.
Apt e Iat
All’inizio del secolo fu prevista una fitta rete di EPT riordinati poi con d.lgs.n. 1042/1960 istituiti presso ogni
capoluogo di provincia. Gli Apt si affiancavano ad Aziende autonome di cura e soggiorno turistico nate nel 1935 e
riordinate con d.lgs.1042/1960. Gli APT individuano ambiti turistici rilevanti e costituiscono le IAT (uffici di
informazione e accoglienza turistica), coadiuvati dalle Pro Loco
APT: Enti strumentali della Regione che hanno autonomia amministrativa e gestionale con PERSONALITÀ GIURIDICA
Compiti:
• Promozione e propaganda delle risorse turistiche locali
• Fornire informazioni
• Accoglienza e assistenza ai turisti tramite gli uffici di informazione e accoglienza
IAT: sono enti pubblici istituiti dalle APT e hanno il compito di curare l’assistenza, l’accoglienza e l’informazione al
turista. Sono finalizzati a soddisfare i bisogni e le esigenze degli ospiti nel rispetto dei principi di: cortesia,
uguaglianza, imparzialità, efficienza ed efficacia… Sono presenti in tutte le Città che hanno le APT
STORIA DEI SISTEMI TURISTICI LOCALI (STL) → essenziali per la promozione turistica. Prima vi erano sistemi
produttivi locali individuati con una procedura esogena di tipo top down sulla base delle normative statali (legge
317).
• Chiamati sistemi locali del lavoro con maggiori competenze
• Aree di specializzazione produttiva
• Con la l. 140 → Sistema Produttivo Locale adottati inizialmente solo dalle regioni del nord
• Come sviluppo di questi sistemi nascono i Distretti Turistici (DT), sistemi locali specializzati in attività
turistiche
STL:
• Strumento di promozione e integrazione e sviluppo dell’offerta turistica definito dall’ART 5 della legge 135
• Aree (anche interregionali) in grado di proporre un’offerta turistica integrata con le formule più disparate
(collaborazione soggetti pubblici e privati)
• Vengono riconosciuti con provvedimento regionale
• La Regione indirizza e coordina con le sue strutture (Giunta, enti, uffici amministrativi)
DEFINIZIONE data dalla legge 135 degli STL: contesti turistici omogenei o integrati, comprendenti ambiti territoriali
appartenenti anche a regioni diverse (novità), caratterizzati dall’offerta integrata di beni culturali, ambientali e di
attrazioni turistiche, compresi i prodotti tipici dell’agricoltura e dell’artigianato locale, o dalla presenza diffusa di
imprese turistiche singole/associate.
FORMA LEGALE: dotato di massima flessibilità; associazione; società a partecipazione pubblica; ente; altri soggetti
giuridici come consorzi; utilizzare strumenti della programmazione negoziata.
FINALITÀ:
• Sostenere attività e processi di aggregazione e di integrazione tra le imprese turistiche, anche in forma
cooperativa, consortile e di affiliazione
• Attuare interventi intersettoriali ed infrastrutturali necessari alla qualificazione dell’offerta turistica
FINANZIAMENTI:
• Il Ministero dell’industria, del commercio e dell’artigianato provvede agli interventi di cofinanziamento a
favore dei sistemi turistici locali per i progetti di sviluppo che prestino ambiti interregionali o sovraregionali
• Finanziamenti regionali
• Finanziamenti con i fondi dell’UE
• Presso il Ministero dell’industria, del commercio e dell’artigianato vi è anche un apposito Fondo di
cofinanziamento per l’offerta turistica
Altre aggregazioni formate da soggetti pubblici e privati e importanti per la promozione turistica sono i GAL:
• Gruppi di azione locale in attuazione del Regolamento del 2005 per attuare piani di sviluppo locale
• Generalmente è una società consortile a responsabilità limitata a prevalente partecipazione privata con la
partecipazione di amministrazioni comunali ed un folto partenariato di soci privati portatori di interessi
singoli e collettivi
• Intende incrementare il potenziale di sviluppo locale attraverso il coinvolgimento degli attori socioeconomici
AZIONI GAL:
• Elaborano il piano di azione locale (PAL) e gestiscono i contributi finanziari erogati dall’UE e dal fondo
agricolo di orientamento e garanzia
• Partecipano sindacati, associazioni di imprenditori, imprese, comuni ed attori locali realizzano progetti di
cooperazione per lo sviluppo sostenibile del territorio “bottom up”
ACCORDI: programmazione negoziale (accordi promossi tramite programmi specifici per sviluppare e promuovere il
turismo)
• Le amministrazioni interessate, statali, regionali e locali, promuovono ed utilizzano gli strumenti di
programmazione negoziale per attuare il turismo
• Le funzioni di monitoraggio sono svolte dal Comitato permanente di promozione del turismo, nel rispetto
delle funzioni e delle competenze degli uffici del Ministero per i beni e le attività culturali e il turismo,
utilizzando le risorse umane e strumentali disponibili, senza nuovi ed ulteriori oneri per la finanza pubblica
PROGRAMMAZIONE NEGOZIALE: è prevista dalla legge del 1996 come regolamentazione concordata tra soggetti
pubblici o tra soggetti privati per l’attuazione di interventi diversi, riferiti ad un’unica finalità di sviluppo, che
richiedono una valutazione complessiva delle attività di competenza.
Enti locali e altri portatori di interessi operanti sul territorio perseguono obiettivi di sviluppo in maniera coordinata e
armonica.
• Patto territoriale, un accordo stilato nell’ambito dell’accordo di programma quadro, tra enti locali, parti
sociali ed enti interessati (sia pubblici che privati)
• Contratto di programma, lega l’amministrazione statale, le grandi imprese, i consorzi PMI, nonché i
rappresentanti dei distretti industriali, stipulato per il perseguimento degli scopi della programmazione
negoziata
• Contratto d’area, cioè un accordo attraverso il quale parti sociali, amministrazioni e altri soggetti interessati,
in aree giudicate di crisi dal P.C.M. su indicazione del ministro dell’economia perseguono l’obiettivo di
aumentare l’occupazione → realizzazione del principio di sussidiarietà orizzontale
RIFERIMENTI NORMATIVI:
C’era una legge regionale del 1978, chiamata “Interventi della Regione Puglia per la promozione del turismo
pugliese” anche se prima del 2001 la competenza era concorrente. La legge del 1999 disciplina delle strutture
ricettive nell’ambito dei principi fissati dalla legge quadro 217, mentre le funzioni amministrative relative alla
classificazione delle strutture ricettive sono delegate alle Province.
Dopo il 2001 vi fu una serie di leggi:
• Disciplina dei bed and breakfast
• Nel 2002 vi fu la prima attuazione della legge 135, poi modificata
• Trasferimento alle Province della competenza amministrativa sulle agenzie viaggio, modificata
• Disciplina degli stabilimenti balneari
• Norme sulle professioni turistiche
• 2010 - “Modifiche e integrazioni alla legge riguardante il riordino del sistema turistico pugliese”
• 2011 - “Istituzione e disposizioni normative dell’attività ricettiva di albergo diffuso” (camere in un centro
storico che non distano oltre 200m e fanno capo ad un’unica reception, ambienti comuni e area ristoro)
• 2012 - “Norme per la disciplina delle attività professionali turistiche e competenza amministrativa delle
Province”
• “Nuove norme sui B&B”
FUNZIONI DELLA REGIONE PUGLIA IN AMBITO DEL TURISMO CON LA LEGGE DEL 2002:
• Programmazione e coordinamento delle attività e delle iniziative turistiche, anche attraverso l’emanazione
di atti di indirizzo nei confronti dei soggetti dell’organizzazione turistica regionale e locale
• Promozione in Italia e all’estero dell’immagine unitaria e complessiva dell’offerta turistica regionale,
nonché dell’immagine delle diverse componenti dell’offerta turistica presenti sul territorio regionale
• Organizzazione della raccolta, dell’elaborazione e della comunicazione delle statistiche regionali del
turismo
• Istituzione dell’Osservatorio regionale sul turismo
• Realizzazione dei progetti speciali, anche in collaborazione con l’ENIT, con altre Regioni, con altri enti
pubblici, con organizzazioni e con operatori privati
• È composto dai rappresentanti di: Regione (Presidente del CCT è l’Assessore regionale in materia di turismo)
• Province: sono membri del CCT gli assessori provinciali in materia di turismo
• Sistema dell’imprenditoria turistica: sono membri alcuni rappresentanti degli imprenditori
• Sistema delle Camere di Commercio: sono membri alcuni rappresentanti delle Camere di commercio
FUNZIONI CCPT: svolge funzioni di concertazione delle linee strategiche e programmatiche per lo sviluppo delle
attività di promozione e commercializzazione turistica; in particolare:
A) Formulando all’Assessorato al Turismo, alla Giunta ed al Consiglio regionale proposte relative:
• Ai temi per gli studi e le ricerche del nuovo soggetto a carattere regionale
• Ai programmi e ai piani pluriennali degli interventi di promozione e commercializzazione turistica
• All’attuazione di specifici progetti ed attività di co-marketing e promo-commercializzazione, da svilupparsi
a cura di soggetti pubblici o privati operanti nel settore
• Al miglioramento della qualità dell’offerta turistica ed all’elevazione degli standard qualitativi dei servizi
prestati dagli operatori del settore
• Ai temi della qualità e della valorizzazione del lavoro del settore e alla qualità dell’offerta formativa
professionale
B) Esprimendo all’Assessorato al Turismo, alla Giunta ed al Consiglio regionale pareri in ordine:
• Alle linee strategiche ed agli ambienti di intervento individuati dal programma triennale e dai piani annuali
definiti dall’Assessorato al turismo
• Ai progetti di marketing e promozione turistica prevalentemente di interesse per i mercati internazionali
realizzati e finanziati dalla Regione
• Alle attività svolte ed ai progetti predisposti da STL. Consorzi turistici territoriali e nuovo soggetto a
carattere regionale
• Alle modalità di sostegno alle iniziative di promozione e commercializzazione turistica realizzate ai sensi
della normativa vigente dai soggetti aventi titolo
• All’analisi e valutazione dei risultati raggiunti con l’attenzione dei progetti e delle iniziative svolte dalla
Regione e dagli altri soggetti pubblici e privati destinatari di finanziamenti pubblici a vantaggio del settore
IN PUGLIA ABBIAMO IL DIPARTIMENTO PER IL TURISMO, L’ECONOMIA DELLA CULTURA E LA VALORIZZAZIONE DEL
TERRITORIO. Si compone di 3 sezioni:
1. Turismo
• Presidia la pianificazione strategica in materia di turismo, favorendo la costruzione di forme di partenariato
con gli operatori privati del settore
• Programma gli interventi finanziati a valere sui fondi comunitari, statali e regionali
• Provvede alla gestione operativa dei relativi programmi e attività (infrastrutture tristiche, vigilanza sulle
strutture ricettive…)
• Indirizza, coordina e controlla le attività dei Servizi afferenti
• Assicura il coordinamento e l’interazione con i livelli nazionali ed europei di rappresentanza istituzionale
2. Valorizzazione territoriale
• Presidia la pianificazione strategica in materia di interventi di valorizzazione del patrimonio culturale
• È responsabile della programmazione degli interventi finanziati a valere su fondi comunitari, statali e
regionali
• Provvede alla gestione operativa dei relativi programmi
• Indirizza, coordina e controlla le attività e gli obiettivi di risultato dei Servizi afferenti
• Coordina le strutture organizzative interne con gli altri Dipartimenti regionali e con i livelli nazionali ed
europei di rappresentanza istituzionale
3. Economia della cultura (novità) → la Puglia ha previsto che la cultura produce economia
PUGLIA 365: programma che ha coinvolto operatori del settore, enti locali, associazioni datoriali e sindacali,
stakeholder, opinion leader locali, Università, GAL e MIBAC e MIT.
• Un nuovo modo di lavorare insieme che ha portato alla costruzione di una nuova visione condivisa del
turismo in Puglia
• L’attuazione del Piano strategico Puglia 365 è in corso, grazie al lavoro congiunto di Puglia promozione e
della Regione Puglia Ass. Turismo
TEMI: prodotto, promozione, innovazione (digitalizzazione), infrastrutture, accoglienza, formazione e analisi dei pro
e dei contro delle industrie turistiche in Puglia relative ai temi del piano.
PUGLIA PROMOZIONE: ente pubblico non economico, organismo tecnico operativo della Regione istituito nel 2011.
Rappresenta uno strumento operativo delle politiche della Regione Puglia in materia di promozione dell’immagine
unitaria della Regione, fa riferimento alla programmazione regionale e opera d’intesa con il sistema delle Province e
dei Comuni nell’ottica dello sviluppo sostenibile, durevole e integrato
La sua costituzione ha permesso il superamento delle APT e la costituzione dell’azienda regionale unica con una
governance complessiva.
• Scaturita dalla soppressione delle 5 Aziende di Promozione Turistica impostate su base provinciale e
contestuale attivazione dell’Agenzia Regionale del Turismo (ora Puglia promozione)
• La sua articolazione è su base provinciale (distrettuale)
• Luogo virtuale di comunicazione tra le politiche pubbliche in materia di turismo e gli operatori con l’intento di
sburocratizzare le attività amministrative riguardanti il turismo.
STL PUGLIA
• Sono stati istituiti dall’ ART 5 L.R. PUGLIA N. 1/02, STL promossi da enti locali o da soggetti privati con il fine di
favorire l’integrazione tra le politiche del turismo, quelle del Governo per il territorio e lo sviluppo economico
• Concertazione con gli attori locali
• La Giunta regionale, con apposito regolamento, definisce le modalità e la misura dei finanziamenti dei progetti
di sviluppo dei sistemi turistici locali → è un modo per riunire attori pubblici e privati per la realizzazione di
scopi comuni
Quando si parla di governance della Regione Puglia, si intende un servizio pubblico, mentre gli STL non fanno parte
della governance, ma sono uno strumento per la promozione del turismo di cui la Regione Puglia si serve.
ELEMENTI CARATTERISTICI:
• Fare sistema tra enti privati e pubblici
• Unire ciò che offre il territorio e la comunità locale
• Offerta turistica
• Valorizzazione delle risorse esistenti e la creazione di nuove
• Nuova forma di aggregazione territoriale che sorge dal basso per supportare le vocazioni, le attrattive e i servizi
turistici di una determinata area, con unioni e associazioni tra attori privati e pubblici
REGOLAMENTO REGIONALE DEL 2009: ha specificato la legge del 2002, in particolare nella Regione Puglia possono
coesistere 2 tipologie di STL:
• STL a carattere territoriale: promozione e sviluppo della qualità dell’offerta turistica su un territorio
• STL tematico: rafforzare la competitività, l’innovazione e la crescita delle imprese che operano nell’ambito
della Regione per il turismo
• Programmi almeno triennali → l’STL può essere a termine (scadenza): nel caso soddisfi un suo obiettivo, può
smettere di operare. Può accadere però che gli STL vengano istituiti, ma poi risultino inconcludenti in questo
caso vengono sciolti.
• È possibile istituire con decreto di giunta i Sistemi turistici interregionali (STI) tra più regioni
DEFINIZIONE STL
• Sono delle forme associative volontarie tra sistemi pubblici e privati.
• Sono una sede privilegiata di dialogo e di confronto permanente tra tutti i soggetti operanti a livello locale
nel settore turistico.
MODALITÀ DI COSTITUZIONE:
• La Regione suddivide l’intero territorio attraverso l’adozione di un sistema regionale di STL, prevedendo per
ciascuno una dimensione minima efficiente
• La Regione istituisce un tavolo di concertazione su base provinciale o interprovinciale per ciascun ambito
territoriale candidato all’istituzione di un STL, sulla base di un’istanza
• La scelta della forma associativa del STL è demandata all’autonomia dei soggetti che lo costituiscono, nel
rispetto delle forme previste dalla normativa vigente e con statuto stipulato per atto pubblico. Una volta
stipulato per atto pubblico deve esservi il decreto di accettazione.
MONITORAGGIO:
L’assessorato al turismo prevede a cadenza annuale:
• Specifiche attività di monitoraggio sui STL, volte a verificare lo stato di avanzamento del programma
• Gli aspetti finanziari
• La tempistica degli interventi
• La rispondenza delle attività svolte alle previsioni degli atti di pianificazione adottati in materia
• Ogni STL è tenuto a presentare annualmente alla Regione Puglia, entro il mese di maggio, una relazione
dettagliata sulle attività svolte e sui risultati conseguiti nell’anno precedente, corredato da elementi di ordine
finanziario e contabile
SAC: Sistemi Ambientali e Culturali istituiti dalla Regione Puglia nel 2010, ovvero aggregazioni territoriali di risorse
ambientali e culturali del territorio (ricadenti nel partenariato istituzionale). Realizzano percorsi avanzati di sviluppo
e cooperazione interistituzionale in modo da potenziare l’offerta culturale, migliorare la qualità dei servizi, qualificare
i flussi turistici, accrescere l’attrattività del territorio, creare occupazione, migliorare la qualità della vita nelle
comunità locali e arrivare a una gestione integrata dei beni culturali.
TURISMO SOSTENIBILE: turismo capace di soddisfare le esigenze dei turisti di oggi e delle regioni ospitanti prevedendo
e accrescendo le opportunità per il futuro. Le risorse devono essere gestite in modo tale che le esigenze economiche,
sociali ed estetiche possano essere soddisfatte mantenendo l’integrità culturale, i processi ecologici essenziali, la
diversità biologica, i sistemi di vita dell’area in gestione. (OMT)
Il turismo sostenibile guarda al futuro: si tratta di un insieme di pratiche e scelte che non danneggiano l’ambiente e
favoriscono uno sviluppo economico durevole, senza danneggiare i processi sociali locali, contribuendo al
miglioramento della qualità della vita dei residenti → turismo che non si esaurisce, ma cresce nel tempo.
È da evitare l’overtourism, che può portare allo snaturamento di un luogo, a causa di un turismo non sostenibile →
Tutte le forme di turismo dovranno essere sostenibili (Venezia vittima di overtousism).
• La Carta di Lanzarote del 1995 connette il turismo responsabile con quello sostenibile
• Le attività turistiche sostenibili sono quelle che si sviluppano mantenendo vitali le aree su cui insistono per un
tempo illimitato, non alterano l’ambiente e non ostacolano lo sviluppo di altre attività sociali ed economiche.
TURISMO RESPONSABILE: sviluppatosi negli anni ’80, nato con lo scopo di accrescere la consapevolezza dei viaggiatori
e diffondere principi di equità, sostenibilità ambientale e tolleranza.
• Utilizzo delle strutture del luogo e collaborazione con piccole imprese e cooperative, per favorire l’occupazione
• Centralità della comunità locale ospitante e riconoscimento del suo diritto ad essere protagonista nello
sviluppo turistico sostenibile e socialmente responsabile del proprio territorio.
• L’ONU ha proclamato il 2002 Anno Internazionale dell’Ecoturismo, e in particolare l’ONU ha invitato gli
operatori del settore e le autorità politiche a una stretta collaborazione al fine di promuovere questo nuovo
modello di turismo
ECOTURISMO: turismo praticato da chi sceglie mete di interesse naturalistico adottando un comportamento
rispettoso dell’ambiente (Oasi del WWF). È un modo di viaggiare responsabile in aree naturali nel rispetto
dell’ambiente e del benessere delle popolazioni locali.
ART 24 dell’allegato al Codice del Turismo (turismo culturale) → riguarda la tutela e la valorizzazione dei beni culturali,
motivo per cui non è stato dichiarato incostituzionale (competenza legislativa allo Stato): nel rispetto dell’ART 9 della
Costituzione e del codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui il Presidente del Consiglio dei Ministri di concerto
con il Ministro per i beni e le attività culturali, promuove la realizzazione di iniziative turistiche finalizzate ad incentivare
la valorizzazione del patrimonio storico-artistico, archeologico, architettonico e paesaggistico presente sul territorio
italiano, utilizzando le risorse umane e strumentali disponibili, senza nuovi ed ulteriori oneri per la finanza pubblica.
Con regolamenti governativi sono definite le modalità per l’erogazione dei buoni vacanza da destinare ad interventi di
solidarietà in favore delle fasce sociali più deboli, anche per la soddisfazione delle esigenze di destagionalizzazione dei
flussi turistici ed anche ai fini della valorizzazione delle aree che non abbiano ancora conosciuto un’adeguata fruizione
turistica → BONUS VACANZE: Prima dell’emergenza COVID i bonus vacanze venivano applicati nei periodi di bassa
stagione, per sostenere gli operatori turistici e per aiutare le fasce più deboli della popolazione.
TURISMO CON ANIMALI: al fine di aumentare la competitività del settore e l’offerta dei servizi turistici (inter)nazionale
ed internazionale, lo Stato promuove ogni iniziativa volta ad agevolare e favorire l’accesso ai servizi pubblici e nei
luoghi aperti al pubblico dei turisti con animali domestici al seguito. A tal fine promuove la collaborazione tra le
autonomie locali, gli enti pubblici, gli operatori turistici, le associazioni di tutela del settore. (Rimini stabilimento
balneare per animali)
AGRITURISMO: è un turismo rurale; molto in voga, poiché permette di immergersi nella natura, di assaporare i
prodotti tipici della zona e ha dei prezzi limitati.
• Inizialmente le regole furono dettate per l’imprenditore agricolo → solo chi era imprenditore agricolo poteva
praticare questo tipo di turismo. Esiste un ART che delinea la figura dell’imprenditore agricolo (ART 2135).
• La legge del 2006 lascia libertà alle Regioni, infatti non preclude alle Regioni criteri, limiti e obblighi
amministrativi per lo svolgimento di detta attività. Lo Stato trova la sua legittimazione per le materie: tutela
del paesaggio, tutela della concorrenza, governo del territorio, promozione dell’impresa agricola e di
legislazione concorrente si occupa: alimentazione e tutela della salute.
• La struttura deve rispettare i criteri fissati dallo Stato in materia di igiene e sanità.
ART 2135: è imprenditore agricolo chi esercita una delle seguenti attività: coltivazione del fondo, selvicoltura,
allevamento di animali e attività connesse.
Per coltivazione del fondo, selvicoltura e allevamento di animali si intendono le attività dirette alla cura e allo sviluppo
di un ciclo biologico o di una fase necessaria del ciclo stesso, di carattere vegetale o animale, che utilizzano o possono
utilizzare il fondo, il bosco o le acque dolci, salmastre o marine. Si intendono comunque connesse le attività
esercitate dal medesimo imprenditore agricolo, dirette alla manipolazione, conservazione, trasformazione,
commercializzazione e valorizzazione che abbiano ad oggetto prodotti ottenuti prevalentemente dalla coltivazione del
fondo/bosco/allevamento degli animali, nonché le attività dirette dalla fornitura di beni o servizi mediante
l’utilizzazione prevalente di attrezzature o risorse dell’azienda normalmente impiegate nell’attività agricola esercitata
(comprese le attività di valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale e forestale, ovvero di ricezione ed
ospitalità come definite dalla legge).
Attività:
• impresa agricola che offre: ospitalità, attività ricreative/escursionistiche/sportive/culturali/didattiche
• dimensioni tali da essere connessa o complementare con l’attività agricola
CONTROLLI: le Regioni determinano gli incentivi, in connessione con il Ministero delle politiche agricole.
• Controlli sulla tutela della salute e abilità dei colali
• Controlli demandati dall’autorità sanitaria e di polizia e alle Regioni
TRATTAMENTI DI FAVORE PER L’AGRITURISMO: il beneficiario è l’imprenditore agricolo, non necessariamente a titolo
principale purché l’attività agrituristica sia in connessione con l’attività agricola
Può utilizzare lavoratori dipendenti, ma è vietato affidare a terzi estranei i servizi direttamente connessi
Alcune leggi regionali prevedono l’iscrizione in un elenco regionale previa abilitazione.
REGIONE PUGLIA E AGRITURISMO: fu pubblicata, con dichiarazione d’urgenza una legge, nel bollettino ufficiale
regionale nel 2013 → legge “Disciplina dell’agriturismo”:
-In armonia con gli indirizzi di politica agricola dell’UE e con i programmi nazionali e regionali concernenti l’agricoltura,
il territorio e l’ambiente, sostiene l’agricoltura anche mediante la promozione di idonee forme di turismo in
campagna
-Intende favorire lo sviluppo e il riequilibrio del territorio agricolo, agevolare la permanenza degli imprenditori
agricoli nelle zone rurali, recuperare e valorizzare il patrimonio rurale, naturale ed edilizio, favorire la conservazione
e la tutela dell’ambiente, valorizzare i prodotti tipici regionali, tradizioni e le iniziative culturali del mondo rurale,
favorire i rapporti tra la città e la campagna.
TURISMO TERMALE: in fase di sviluppo per la crescente attenzione per il benessere. Può rientrare nel turismo della
salute: esistono delle norme che permettono a tutti i cittadini europei di recarsi all’estero per fruire delle cure termali.
Questo perché è riconosciuta l’efficacia di questo servizio sanitario. Chi decide di usufruire di questo tipo di cure, se
prescritte, pagherà soltanto il ticket; questo ha incrementato questo tipo di turismo.
• Importanza del SSN e INAIL e INPS
• L.n. 323/2000 legge sul riordino del settore termale (attraverso cui viene riconosciuta l’importanza sanitaria
del turismo termale che promuove il benessere psicofisico) con l’obiettivo di favorire la tutela e la
valorizzazione del patrimonio idrotermale.
REQUISITI:
per aprire uno stabilimento termale è necessario:
• Concessione mineraria per lo sfruttamento delle acque termali
• Utilizzare per finalità terapeutiche acque minerali e termali e fanghi con proprietà terapeutiche riconosciute
• Autorizzazione del SSN
• Deve avere requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi
• Per alcuni aspetti può essere regolato dalle leggi regionali, per altri, dalle leggi statali
Esistono dei piani per la promozione dei territori che offrono questo servizio: piani e progetti nazionali e comunitari
con investimenti straordinari per la promozione e lo sviluppo dei territori a vocazione turistico termali. L’ENIT ha
predisposto programmi per la promozione del turismo termale italiano all’estero.
ATTIVITÀ CONNESSE: la legge del 2002 prevede che gli stabilimenti termali possano svolgere attività diverse da quelle
terapeutiche come: attività ricreative, culturali, di somministrazione e sportive, a condizione che siano in possesso
delle autorizzazioni specifiche richieste dalla legge. L’ENIT ha promosso la diffusione del Marchio di qualità termale sul
mercato turistico europeo ed extraeuropeo (ex. Vichi, Francia)
TURISMO MUSICALE: da intendersi nella categoria del turismo culturale. La musica ha un ruolo chiave, svincolata dalla
territorialità da svolgersi sia nei teatri, sia luoghi nuovi come ex aree industriali, spazi all’aperto, stadi… L’evento
musicale è il fulcro del viaggio (prevale sugli altri elementi tipici del pacchetto turistico) e può essere nazionale o
internazionale. Si può recedere se l’evento musicale è annullato/modificato. Le agenzie viaggio hanno predisposto dei
pacchetti turistici per questo tipo di viaggio (andata + ritorno + pernottamento).
TURISMO ENOGASTRONOMICO: trainato dalle eccellenze enogastronomiche e dalla cultura del cibo e promuove le
tradizioni e le identità di un luogo in particolare. Il nostro Paese si considera come meta di un turismo
enogastronomico, considerato lento, esperienziale, alla scoperta e valorizzazione dei territori meno battuti, all’insegna
della sostenibilità, della natura, delle tradizioni e della cultura.
Uno degli obiettivi del piano triennale 2016/2018 dell’ENIT è la predisposizione di azioni incisive e mirate alla
valorizzazione di questo nuovo modo di viaggiare che sta conquistando un numero crescente di appassionati. L’Italia
è una delle mete enogastronomiche maggiormente apprezzate dal viaggiatore straniero desideroso di entrare in
contatto con il nostro territorio e le sue tradizioni.
Questo tipo di turismo racchiude una pluralità di proposte e attività innovative ed autentiche, come esperienze
enogastronomiche nei ristoranti, visite guidate alle aziende agricole e alle cantine, festival ed eventi legati al cibo, al
vino e alla birra, spesso abbinate ad altre esperienze (cultura, shopping…)
Processi di globalizzazione e di valorizzazione delle risorse locali. La scelta tende a ricadere su destinazioni che offrono
un’offerta ampia e variegata. La stessa Organizzazione Mondiale del Turismo ha riconosciuto il turismo
enogastronomico come parte del turismo culturale.
Sono stati realizzati dei CIRCUITI DI ECCELLENZA: I circuiti sono realizzati in corrispondenza ai contesti turistici
omogenei o in realtà analoghe e costituenti eccellenze italiane, nonché veri e propri itinerari tematici lungo tutto il
territorio nazionale. Esiste anche un’ATTESTAZIONE DI ECCELLENZA TURISTICA nel settore enogastronomico ed
alberghiero. Al fine di promuovere l’offerta turistica italiana, è istituita l’attestazione di eccellenza turistica,
denominata Maestro di cucina italiana, da attribuire ogni anno, alle imprese della ristorazione italiana. L’impresa di
ristorazione ed alberghiera alla quale è stata attribuita l’attestazione di eccellenza turistica può utilizzarla, anche a fini
promozionali.
IL TURISTA ENOGASTRONOMICO: è di nazionalità estera per il 50.3%; proviene da Francia, Germania e UK, che sono i
principali bacini di origine della domanda straniera. I nostri connazionali provengono perlopiù da Lombardia, Lazio e
Veneto. I turisti cinesi e statunitensi indicano l’Italia come unica destinazione enogastronomica. Per i tedeschi, l’Italia
è al primo posto come destinazione per una vacanza all’insegna del cibo.
TURISMO RELIGIOSO: è quella forma di turismo che ha come principale obiettivo la fede e la visita ai luoghi religiosi
(santuari, chiese…). Caso S. Giovanni Rotondo → dopo che Padre Pio si trasferì a S. Giovanni Rotondo, questa città è
diventata meta di turismo religioso e questo ha dato un importante input a questo centro cittadino, che si è sviluppato
sia dal POV urbanistico, culturale e sociale. Lo stesso si può pensare di Lourdes.
La meta del turismo religioso sono i luoghi che hanno una forte connotazione religiosa la cui motivazione è
eminentemente culturale e/o spirituale, quando non direttamente etnica o naturalistica, o a carattere etico/sociale,
ma non religiosa in senso stretto. Diverso è il pellegrinaggio, perché in quel caso il turista visita più luoghi per arrivare
ad una meta religiosa (è più forte la motivazione religiosa).
TURISMO BALNEARE: forma di turismo stagionale, in cui molto importanti sono gli stabilimenti balneari. Anche in
questo caso si parla di concessioni statali e regionali (lo stabilimento balneare deve chiedere la concessione allo Stato
per stabilirsi in una spiaggia, che è un demanio marittimo). Vi sono quindi dei limiti alla concessione. L’Italia aveva
stabilito che chi aveva ottenuto la concessione poteva conservarla per un periodo molto lungo (99 anni); la corte di
giustizia europea ha fatto notare all’Italia che in questo modo non si dava spazio ad altri operatori turistici che volevano
ottenere la concessione → fu stabilita illegittima la concessione data per così tanto tempo secondo il principio di libera
concorrenza e fu stabilita una concessione limitata ad un numero di anni ragionevoli, in modo da offrire la stessa
possibilità anche ad altri operatori economici. Una volta scadute, le concessioni potevano essere annullate o rinnovate.
TURISMO DELLA MONTAGNA: non è un turismo stagionale, d’estate diventa un turismo esperienziale, invece durante
il periodo invernale è legato agli sport invernali. È stato tra le forme di turismo più colpiti; il Decreto sostegni ha
previsto sovvenzioni agli impianti sciistici.
3. LEGA NAVALE ITALIANA: fondata nel 1897 ed è un ente che ha come scopo la diffusione tra la popolazione, ed in
particolare tra i giovani dell’interesse e dell’attenzione verso tematiche relative al mare. È anche un ente di
protezione ambientale ed associazione di promozione sociale, nonché ente morale che svolge servizi di pubblico
interesse sotto l’alto patrocinio del Presidente della Repubblica, sottoposto al controllo dei ministeri competenti e
della Corte dei conti.
Le attività che la Lega navale italiana svolge sono:
• Formazione e promozione della pratica degli sport del mare (vela, canoa, canottaggio, pesca, subacquea…)
• Corsi di istruzione per la nautica
• Imbarco su navi scuola
• Concorsi a premio.
Il tutto è svolto con particolare attenzione ai giovani e soprattutto alla scuola.
4. AUTOMOBIL CLUB ITALIANO (ACI): ente pubblico non economico, autofinanziato, creato nel 1927 come RACI con
funzioni di promozione, controllo e indirizzo normativo del settore automobilistico, nonché federazione sportiva
affiliata al Comitato olimpico nazionale denominato inizialmente Reale Automobile Club d'Italia (RACI), mantenuta
in essere fino al1946
STORIA: nasce nel 1898 come associazione privata con il nome di Automobile Club di Torino anche con funzioni di
promozione del turismo. La nascita dell’ACI come associazione nazionale avvenne nel 1905, dall’unione
dell’Automobile Club di Torino e di alcuni altri club automobilistici locali. L’espansione dell’associazione, rallentata
dalla Prima guerra mondiale, riprese al suo termine con l’apertura di varie sedi provinciali e raggiunse nel 1926 la
cifra di 50 sedi e quasi 10000 soci.
ATTIVITÀ:
• Già nel 1927 venne affidata al RACI la gestione dell’appena costituito Pubblico registro automobilistico
• Nel 2000, l’ACI introdusse lo Sportello telematico dell’automobilista (STA), il primo progetto di cooperazione
tra ACI e Ministero dei Trasporti, che consentì all’automobilista di ottenere entrambi i documenti relativi agli
autoveicoli: certificato di proprietà e aggiornamento della carta di circolazione
5. CENTRO TURISTICO GIOVANILE (CTS): libera associazione senza scopo di lucro fondata da studenti universitari nel
1974 per favorire gli scambi culturali
• CTS promuove tradizionalmente un modo di viaggiare alternativo, fondato sulla sostenibilità e che prevede,
sia da parte del turista sia da parte dell’operatore turistico, l’impegno ad un comportamento concretamente
responsabile
• L’azione di CTS per la diffusione del turismo sostenibile si sviluppa principalmente su 3 fronti: lo studio del
fenomeno turistico allo scopo di supportare l’elaborazione di strategie efficaci nel lungo periodo;
l'informazione e la sensibilizzazione al fine di favorire nel grande pubblico, e in particolare nei giovani,un
approccio al turismo maggiormente consapevole e la costruzione di uno specifico prodotto turistico
orientato, appunto, alla sostenibilità.
• Il CTS ha una sua struttura, i cui organi sono: assemblea generale dei soci, consiglio nazionale, presidenza
nazionale, segretario generale, tesoriere, collegio dei revisori dei conti, collegio dei probiviri.
• Attività: turismo sostenibile e Parchi; politiche giovanili; formazione; conservazione della natura; educazione
ambientale.
6. ASSOCIAZIONE ITALIANA ALBERGHI PER LA GIOVENTÙ:
• Ha lo scopo di promuovere il turismo culturale e giovanile attraverso la realizzazione e la gestione degli
ostelli per la gioventù abbattendo ogni tipo di barriera architettonica e sociale
• L’ostello è una struttura ricettiva simile ad un albergo, ma ha la particolarità che solitamente gli spazi
vengono condivisi per consentire anche ai giovani meno abbienti di praticare il turismo
• Ente con finalità assistenziali riconosciuto dal Ministero degli interni.
7. WWF (World Wide Fund For Nature): è un’organizzazione internazionale non governativa di protezione
ambientale. La missione del WWF è quella di contrastare la devastazione dell’ambiente naturale e di contribuire alla
costruzione di un futuro in cui l’uomo vivrà in armonia con la natura anche attraverso le visite guidate presso luoghi
di interesse naturalistico.
PACCHETTO TURISTICO: l’ART 34 del Codice del Turismo a proposito del pacchetto turistico sostiene che: le offerte
rivolte ai consumatori aventi “ad oggetto i viaggi, vacanze, circuiti tutto compreso, crociere, risultanti dalla
combinazione, da chiunque ed in qualunque modo realizzata, di almeno 2 degli elementi di seguito indicati, venduti ed
offerti in vendita ad un prezzo forfettario:
• Trasporto
• Alloggio
• Servizi turistici non accessori al trasporto o all’alloggio di cui all’ART 36, che costituiscano per la soddisfazione
delle esigenze ricreative del turista, parte significativa del pacchetto turistico”.
La durata dev’essere superiore alle 24h o anche un periodo di tempo indefinito comprendente almeno una notte.
FORMA DEI PACCHETTI TURISTICI: l’ART 35 specifica che: “il contratto di vendita di pacchetti turistici è redatto in
forma scritta in termini chiari e precisi. Al turista deve essere rilasciata una copia del contratto stipulato e sottoscritto
dall’organizzazione/venditore. Il venditore che si obbliga a procurare a terzi, anche in via telematica, un servizio
turistico disaggregato, è tenuto a rilasciare al turista i documenti relativi a questo servizio portanti la sua firma, anche
elettronica. Questi documenti o la fattura relativa riportano la somma pagata per il servizio”.
L’ART 36 SPECIFICA GLI ELEMENTI DEL CONTRATTO DI VENDITA DEI PACCHETTI TURISTICI:
• Destinazione, durata, data d’inizio e conclusione
• Nome, indirizzo, numero di telefono ed estremi dell’autorizzazione all’esercizio dell’organizzatore o
dell’intermediario che sottoscrive il contratto
• Prezzo del pacchetto turistico, modalità della sua revisione, diritti e tasse sui servizi di atterraggio, sbarco ed
imbarco nei porti ed aeroporti e gli altri oneri posti a carico del turista
• Importo, comunque non superiore al 25% del prezzo da versarsi all’atto di prenotazione, termine per il
pagamento del saldo.
• Estremi della copertura assicurativa obbligatoria e delle ulteriori polizze convenute con il turista
• Mezzi, caratteristiche e tipologie di trasporto, data, ora, luogo della partenza e del ritorno, tipo di posto
assegnato
• Per il trasporto aereo, il nome del vettore e la sua eventuale non conformità alla regolamentazione dell’UE
• Per la sistemazione in albergo, l’ubicazione, la categoria turistica, il livello, l’eventuale idoneità all’accoglienza
di persone disabili, nonché le principali caratteristiche, la conformità alla regolamentazione dello Stato
membro ospitante, i pasti forniti
• Itinerario, visite, escursioni o altri servizi inclusi nel pacchetto turistico, ivi compresa la presenza di
accompagnatori e guide turistiche
• Termine entro il quale il turista dev’essere informato dell’annullamento del viaggio per la mancata adesione
del numero minimo dei partecipanti eventualmente previsto
• Accordi specifici sulle modalità del viaggio espressamente convenuti tra l’organizzatore o l’intermediario e il
turista al momento della prenotazione
• Eventuali spese poste a carico del turista per la cessione del contratto ad un terzo
• Termine entro il quale il turista deve presentare reclamo per l’inadempimento o l’inesatta esecuzione del
contratto
• Termine entro il quale il turista deve comunicare la propria scelta in relazione alle modifiche delle condizioni
contrattuali
AGENZIE DI VIAGGIO: particolare tipologia di imprese turistiche che esercitano un’attività di produzione,
organizzazione di viaggi e soggiorno, intermediazione nei predetti servizi e compiti di assistenza e accoglienza turisti
Necessaria iscrizione al registro delle imprese, autorizzazione e abilitazione da parte delle Regioni spesso sostituito da
denuncia di inizio attività. Esistono 2 tipi di agenzie:
• Tour operator (produce il pacchetto turistico)
• Travel agent (effettua l’intermediazione)
Hanno l’obbligo di depositi cauzionali e di contrarre delle polizze assicurative per il risarcimento del cliente nel caso di
non adempimento degli obblighi assunti in adeguamento alle direttive europee.
TUTELA DEL TURISTA IN ITALIA: l’Italia ha sempre rispettato il Codice mondiale etico del turista, come norma non
scritta. In Italia abbiamo altri documenti che tutelano il turista (norme che agiscono a monte = informano il turista sin
dall’inizio).
Il turista può chiedere dei RECLAMI: Si tratta di riferimenti istituzionali a diversi livelli (Autorità Antitrust, Polizia,
Carabinieri…)
• L’utente può rivolgersi a veri enti/servizi
• Associazioni di consumatori del settore del turismo
DENUNZIA: il turista che intende segnalare delle violazioni subite (mancata emissione di scontrino/ricevuta fiscale…)
può rivolgersi sul posto a tutti gli organi di controllo (carabinieri, finanza…) ma anche all’assessorato provinciale del
turismo oppure ai vari uffici di informazione turistica.
CONSIGLIO NAZIONALE DEI CONSUMATORI E DELLE ASSOCIAZIONI RICONOSCIUTE: ha sede presso il Ministero per
lo sviluppo economico, è l’organo rappresentativo a livello nazionale delle associazioni dei consumatori e degli utenti
riconosciuti
ANTITRUST (adicum) = tutela i consumatori dalla pubblicità ingannevole (vietata) e vigila sul rispetto delle condizioni
di applicazione per la pubblicità comparativa (consentita solo sotto determinate condizioni). Il singolo cittadino può
segnalare all’AGCM (attività garante del commercio concorrenza e mercato) presunti casi di pratiche commerciali
scorrette, pubblicità ingannevole e occulta.
-Carta dei diritti del turista → prevista dalla legge 135/2001. Raccoglie la normativa di II grado e riferimenti a leggi di
tutela dei turisti e di coloro che viaggiano. È un testo dove conoscere le norme sui pacchetti turistici, trasporto aereo,
marittimo e principali contratti. È pubblica, in quanto evidenzia la regolamentazione relativa alla tutela.
• Riassume le disposizioni di maggiore interesse per il turista ed altre informazioni essenziali, articolandole in
relazione ai vari aspetti o alle fasi del viaggio
• Nella prima sezione informazioni di carattere preliminare e organizzazione del viaggio, mentre nelle sezioni
successive si focalizzano specifici aspetti della fruizione di servizi turistici
• Sono contenuti richiami e i riferimenti normativi anche intenzionali
-Carta dei servizi → È un documento con il quale ogni ente (pubblico/privato) erogatore di servizi assume una serie di
impegni nei confronti della propria utenza riguardo i propri servizi, le modalità di erogazione di questi servii, gli
standard di qualità e informa l’utente sulle modalità di tutela previste. La carta dei Servizi Turistici di Qualità nasce da
un’intesa tra le Camere di Commercio Amministrazione Provinciale, i Comuni della provincia, le Associazioni di
categoria e le Associazioni dei consumatori. È un documento privato rilasciato da un ente, che si impegna a fornire i
servizi turistici nella maniera più adeguata secondo gli standard di qualità.
OBIETTIVI carta dei servizi:
• Tutelare e sostenere i diritti del turista contestualmente a quelli dell’operatore turistico, e di fornire alle
imprese del settore uno strumento idoneo a testare e migliorare la qualità raggiunta
• Nell’ottica della riqualificazione dell’offerta turistica, nonché della semplificazione del rapporto
turista/operatore, per garantire un servizio di qualità sia pubblico che privato
-Codice del consumo → recepisce direttive comunitarie sulla correttezza e trasparenza dei contratti di viaggio
Assistenza al turista: Può essere creato dalle Regioni uno sportello del turista per aiutare i turisti.
Il Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo nell’ambito delle attività istituzionali, assicura l’assistenza
al turista, anche attraverso call center
TUTELA DEL TURISTA DOPO L’EMERGENZA SANITARIA: tra le misure adottate nel corso dell’attuale crisi pandemica,
assumono rilevanza quelle in materia di diritto di recesso e rimborso di titoli di viaggio, di soggiorno e di pacchetti
turistici contenuto nel cd. “Cura Italia”.
TUTELA GIURISDIZIONALE: Se sorgono controversie tra l’agente di viaggio e il turista per il risarcimento di un danno,
il turista dovrà rivolgersi ad un giudice → la tutela del turista risiede nella specificità del pacchetto turistico, ma quando
si verifica un danno che non viene riconosciuto dall’agente di viaggio, risiede nell’autorità giudiziaria.
Il recesso in via generale è disciplinato dall’ART 41 del Codice del Turismo, il quale prevede, in particolare, che il
viaggiatore può recedere dal contratto di pacchetto turistico in ogni momento prima dell’inizio del pacchetto, dietro
rimborso all’organizzatore delle spese sostenute, adeguate e giustificabili. La cessione del pacchetto turistico è
prevista, ma solo per pacchetti turistici generici, non si può effettuare la cessione se il pacchetto è dedicato ad un
individuo.
Cosa prevede il decreto Cura Italia: ha riconosciuto al consumatore turista la facoltà di esercitare (ai sensi dell’ART 41
del Codice del Turismo) il recesso nei periodi di ricovero, di quarantena con sorveglianza attiva, di permanenza
domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva, ovvero di durata dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 nelle aree
interessate dal contagio o negli Stati dove è impedito/vietato lo sbarco, l’approdo o l’arrivo in ragione della situazione
emergenziale epidemiologica.
PER GLI ORGANIZZATORI DEI PACCHETTI TURISTICI: anche agli organizzatori di pacchetti turistici, ai vettori e alle
strutture ricettive è stata riconosciuta la facoltà di esercitare il recesso:
- Dai contratti stipulati con i soggetti trovatisi nelle condizioni di impossibilità sopravvenuta elencate dal decreto-legge
- Dai contratti aventi come destinazione Stati esteri ove sia impedito o vietato lo sbarco, l’approdo o l’arrivo in ragione
dell’emergenza epidemiologica e comunque in caso l’esecuzione del contratto fosse impedita, in tutto o in parte, da
provvedimenti adottati a causa di tale emergenza delle autorità nazionali, internazionali o di Stati esteri
RIMBORSO DEL TURISTA: vengono stabilite 2 possibilità:
• Viene in alternativa prevista la possibilità da parte dell’operatore di fornire un pacchetto sostitutivo di qualità
equivalente o superiore o inferiore con restituzione della differenza di prezzo
• Oppure di un voucher, da utilizzare entro un anno dalla sua emissione, di importo pari al rimborso spettante
L’UE HA PREVISTO:
• L’estensione da 1 anno a 18 mesi del periodo di validità dei voucher emessi a titolo di rimborso
• L’estensione della durata della validità del voucher è stata disposta in via retroattiva, anche per i voucher già
emessi ai sensi della disciplina pregressa
• Decorsi 18 mesi dall’emissione, per i voucher non usufruiti né impiegati nella prenotazione dei servizi è
corrisposto, entro 14 gg dalla scadenza, il rimborso dell’importo versato.
MISURE DELLO STATO ITALIANO: l’Italia si è impegnata molto per garantire degli incentivi al settore turistico, poiché
rappresenta un settore molto competitivo per il nostro Paese. Ha istituito un Fondo, presso il MIBAC, con una
dotazione di 5mln di euro per l’anno 2020 e di 1 mln di euro per l’anno 2021, per l’indennizzo dei consumatori titolari
di voucher emessi, non utilizzati alla scadenza di validità e non rimborsati a causa dell’insolvenza o del fallimento
dell’operatore turistico o del vettore.
Draghi ha partecipato al G20 sul turismo e ha evidenziato che per l’Italia rappresenta un settore strategico,
strettamente collegato ad altri settori economici. Nel Recovery plan (piano nazionale di resilienza e resistenza
proposto dall’Italia) sono contenute le disposizioni dell’Italia per la ripartenza → i fondi dell’UE saranno attribuiti a
ciascuno Stato in base ai piani proposti.
STANDARD QUALITATIVI: affidati alle Regioni. Tra i criteri di classificazione vi sono: le dimensioni, i servizi offerti, la
qualificazione degli addetti a cui corrispondono un certo numero di stelle. (alberghi da 1 a 5 stelle / strutture
paralberghiere da 2 a 4 stelle) → disomogeneità per varie leggi regionali, ampliata dal fatto che spesso le Regioni
attribuivano ai Comuni la responsabilità di stabilire il numero di stelle.
ATTRIBUZIONE DELLE STELLE: compete alle Regioni, che a volte delegano i Comuni. Nel 2008 la necessità dell’esistenza
di un sistema di classificazione degli hotel uguale in tutte le Regioni è stata soddisfatta da un accordo tra Regioni ed
enti pubblici: l’Italy Stars & Rating (DPCM 21/2008) prima per i nuovi hotel e per quelli in restauro, mentre ora quasi
per tutti.
ESERCIZIO DI ATTIVITÀ TURISTICHE: sono necessarie diverse autorizzazioni:
• Rilascio dell’autorizzazione amministrativa
• Controlli amministrativi
• Controlli sanitari (potestà legislativa concorrente → disposizioni stabilite dallo Stato e applicate dalle Regioni)
• Prezzi liberamente determinati dai singoli operatori
• Alcune Regioni hanno imposto l’obbligo di comunicare e pubblicizzare presso i propri uffici competenti i prezzi
praticati.
AGENZIE DI VIAGGIO: particolare tipologia di imprese turistiche che esercitano attività di produzione, organizzazione
di viaggi e soggiorni, intermediazione nei detti servizi e compiti di assistenza e accoglienza turisti. È obbligatoria
l’iscrizione al registro delle imprese, autorizzazione e abilitazione da parte delle Regioni spesso sostituito da denuncia
di inizio attività.
LE PROFESSIONI TURISTICHE: professioni che organizzano e forniscono servizi di promozione dell’attività turistica,
nonché dei servizi di assistenza, accoglienza, accompagnamento e guida dei turisti.
- La disciplina delle professioni è materia di competenza concorrente (ART 117) → Sovrapposizione tra impresa e
professione
- Professione: attività svolta in modo prevalente non occasionale ed in forma individuale
- Accertamento dei requisiti professionali e autorizzazioni di competenza delle Regioni
PRIMA DELLA RIFORMA COSTITUZIONALE: legge 217/1983 per i tipi di professioni turistiche, rinviava alle leggi
regionali la disciplina di dettaglio circa l’accertamento dei requisiti di accesso. Stabiliva chi fossero:
Ex: Guida turistica / interprete turistico / accompagnatore turistico / animatore turistico / guida alpina
LIBERALIZZAZIONE DELLE ATTIVITÀ DI GUIDA TURISTICA: attualmente l’UE ha previsto la liberalizzazione, che prevede
l’uguale diritto per tutti i cittadini europei di esercitare le attività corrispondenti all’interno di tutto il territorio dell’UE.
Vi è l’opposizione dell’Italia, ma secondo la Corte di Giustizia anche chi ha un’abilitazione di un altro paese membro è
libero di fare la guida turistica in Italia.
Le professioni turistiche sono svolte in forma autonoma, abituale e non occasionale relative alla prestazione di servizi
a favore dei turisti. La guida turistica è una professione turistica.
L’ART 6 dell’allegato del Codice del Turismo le definisce come prestazione di servizi di promozione dell’attività turistica,
servizi di ospitalità, assistenza, , accompagnamento, guida, dirette a consentire ai turisti la migliore fruizione del viaggio
e della vacanza, anche sotto il profilo della conoscenza dei luoghi visitati → norma sopravvissuta al vaglio della Corte
costituzionale
DEFINIZIONE EUROPEA DI GUIDA TURISTICA → Esiste il CEN (Comitato Europeo di Normalizzazione), che ha stabilito
che sono 2 gli elementi chiave della guida turistica: l’idoneità territoriale e lo svolgimento dell’attività dietro idonea
qualificazione → “la guida turistica guida i visitatori nella lingua da loro scelta ed interpreta il patrimonio culturale e
naturale di un territorio. Possiede normalmente una qualificazione specifica per un determinato territorio”
NORMATIVA: l’ART 11 della legge 217/1983 disciplinò la professione di guida turistica, delineata come un’attività
strettamente connessa all’illustrazione del patrimonio storico, artistico, culturale e ambientale i cui esercenti
dovevano essere iscritti in albi o registri previo superamento di un esame di idoneità. Per esercitare tale professione
era necessario ottenere sia l’abilitazione professionale, sia la licenza di pubblica sicurezza.
Secondo il decreto Bersani (31/01/2007, in risposta alla seconda procedura di infrazione del 2003):
- Le attività di guida turistica e di accompagnatore turistico non possono essere subordinate all’obbligo di
autorizzazioni preventive, fermo restando il possesso dei requisiti di qualificazione professionale previsti dalle
normative regionali
- Esenzione dallo svolgimento di prove di abilitazione per i titolari di laurea in lettere con indirizzo di storia
dell’arte/archeologia/titolo equipollente
- Alle Regioni è consentito al fine di migliorare la qualità dell’offerta del servizio in relazione a specifici territori o
contesti tematici di promuovere sistemi di accreditamento, non vincolanti, per le guide turistiche non specializzate in
particolari siti, località, territori
- I soggetti che sono abilitati allo svolgimento di attività di guida turistica nell’ambito dell’ordinamento giuridico del
Paese comunitario di appartenenza operano in regime di libera prestazione dei servizi senza necessità di alcuna
autorizzazione/abilitazione, sia generale, sia specifica.
DIRETTIVA BOLKESTEIN: Le guide turistiche italiane dovevano prendere ulteriori abilitazioni per particolari siti, mentre
le guide straniere, secondo la … (MIN 10 12/05 + MIN 40)… La qualificazione professionale da Paese a Paese è diversa
PARERE DELLA CORTE COSTITUZIONALE: La Corte costituzione dichiara incostituzionale il decreto Bersani: la sentenza
n. 271 del 2009 stabilisce che le leggi regionali non possono prevedere gli ambiti territoriali per i quali la professione
può essere esercitata → ciò violerebbe il principio della libera prestazione dei servizi (l’ART 117, comma 1 Cost. = le
leggi italiane devono rispettare gli obblighi comunitari), oltreché il principio della libera concorrenza che rientra nella
competenza legislativa esclusiva dello Stato
NORMATIVA SULLE PROFESSIONI TURISTICHE (che esisteva nella legge 217): le leggi emanate sulle professioni
turistiche sono: una sulla guida alpina e l’altra sul maestro di sci. È un modello delle professioni intellettuali (deve
avere un certo titolo di studio) con un ordine professionale. Lo Stato cerca di dettare principi uniformi che assicurano
una parità nazionale di preparazione tecnica.
PROBLEMI DI COMPETENZA:
• Coesistenza nella regolamentazione di guida turistica, della materia turismo (Regioni), della materia
professioni e formazione professionale (materia concorrente), nonché della materia tutela della concorrenza
(Stato)
• Ex. ART 117 comma 1: il legislatore statale e regionale deve tenere conto dei “vincoli derivanti
dall’ordinamento comunitario” che sono posti allo stesso livello del “rispetto della Costituzione”
• Rilevanza delle fonti europee nel nostro sistema giuridico
• Guida turistica: ricade nella materia “professione” anche se turistica. Per la Corte costituzionale è materia di
competenza legislativa concorrente Stato-Regioni, quindi lo Stato deve determinare i principi fondamentali
della materia
• Lo Stato individua i profili professionali e i requisiti necessari per l’esercizio della professione…
Dopo la procedura d’infrazione europea del 2012 viene emanata la legge 97/2013, il cui ART 3 comma 1 recita:
“l’abolizione alla professione di guida turistica è valida su tutto il territorio nazionale”, mentre il comma 2 precisa che:
“i cittadini dell’UE abilitati allo svolgimento dell’attività di guida turistica nell’ambito dell’ordinamento giuridico di un
altro Stato membro operano in regime di libera prestazione dei servizi senza necessità di alcuna autorizzazione né
abilitazione, sia essa generale o specifica”
Dopo le proteste delle guide turistiche italiane con decreto del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo,
sentita la Conferenza unificata, da adottare entro il 31/10/2014, sono individuati i siti di particolare interesse storico,
artistico o archeologico per i quali occorre una specifica abilitazione (ci si rifà alla direttiva sulle professioni che al
contrario di quella sui servizi prevede dove necessario, misure comprensive)
REGIONE PUGLIA:
• L’ART 6, comma 4 della LEGGE REGIONALE 27/05/2016, n 9 → Disposizioni per il completamento del processo
di riordino previsto dalla legge regionale del 2015 (Riforma del sistema di governo regionale e territoriale)
“prevede che le competenze amministrative in materia di attività professionali turistiche che devono essere
esercitate dalla Regione”
• La normativa regionale stabilisce che per esercitare le professioni di guida turistica, accompagnatore turistico
e direttore di agenzia di viaggi è necessario conseguire una specifica abilitazione (nella norma un esame scritto
e uno orale bandito dalla regione)
• Il Piano nazionale di resilienza e resistenza prevede la riforma dell’ordinamento delle professioni delle guide
turistiche
STORIA DELLE NORME SULLA GUIDA TURISTICA: considerato fino agli anni ’80 tra i “mestieri girovaghi” regolato da
prescrizioni, risalenti al periodo prebellico, contenute in leggi di pubblica sicurezza in quanto i profili di tutela
dell’ordine e della sicurezza pubblica erano, all’epoca, considerati prevalenti.
- Nell’ambito dell’esercizio delle professioni turistiche prevedeva una doppia abilitazione: abilitazione professionale
e licenza di pubblica sicurezza, che venne abrogata nel 1998 con la legge Bassanini, che elimina la licenza di pubblica
sicurezza.
- L’abilitazione professionale venne conferita alle Regioni. Il superamento dell’esame di abilitazione permetteva
l’iscrizione in appositi albi ed elenchi tenuti direttamente dalla Regione.
- Corte di giustizia dell’UE ha evidenziato come le discipline nazionali sulle guide turistiche che assoggettano l’esercizio
dell’attività in questione al possesso di un’abilitazione e all’iscrizione in un albo/elenco rappresentano un’indebita
restrizione alle libertà di circolazione dei servizi → poiché esistevano un’abilitazione ed un albo italiano, le guide
turistiche degli altri Paesi membri non potevano essere escluse. La Corte di Giustizia ha stabilito inoltre che: “gli Stati
possono tutelare la corretta diffusione del proprio patrimonio storico-artistico nazionale”.
- Nel 1995 fu emanato un atto di indirizzo e coordinamento nei confronti delle Regioni attraverso D.p.r. (decreto del
presidente della repubblica) in risposta alla prima procedura di infrazione.
L’Italia deve necessariamente adempiere quanto prescritto dalle direttive (obiettivi che ciascuno Stato membro deve
raggiungere secondo le direttive dell’UE); spesso l’Italia era inadempiente (spesso dimenticava di recepire le direttive
e spesso si innescavano le procedure di infrazione → l’UE manda una lettera allo Stato, evidenziandone le
inadempienze → in caso queste non fossero state risolte, sarebbe stata erogata una sanzione pecuniaria).
- Le Regioni individuano d’intesa con le Sovrintendenze i siti che possono essere illustrati ai visitatori solamente da
guide specializzate; al di fuori di tali siti i turisti provenienti da un altro Stato membro dell’UE possono usufruire di
professionisti non dotati di specifica abilitazione italiana (solo nel corso di un viaggio organizzato a circuito chiuso).
MAESTRO DI SCI: occorre superare un test di 4 giorni (primo giorno: prova cronometrata di slalom gigante / secondo
- terzo: si svolge in 2 giorni e consiste nello sciare in campo aperto visionati dalla commissione d’esame / quarto: ci
sono le prove più tecniche → i candidati saranno testati su terreni differenti e dovranno dimostrare dimestichezza con
diversi stili di sciata. Superati i 4 giorni di test, si accede ad un corso di abilitazione di 90 giorni: in questo periodo di
formazione, oltre alle lezioni tecniche, si svolge una preparazione didattica e metodologica; alla fine occorre sostenere
un esame finale.
GUIDA ALPINA: svolge professionalmente le seguenti attività: accompagnamento di persone in ascensioni sia su roccia
che su ghiaccio o in escursioni in montagna; accompagnamento di persone in ascensioni sci-alpinistiche o in escursioni
sciistiche; insegnamento delle tecniche alpinistiche e sci-alpinistiche su piste di discesa e di fondo. Occorre frequentare
un corso che prevede 95 giorni di formazione e un esame finale. Il corso è distribuito in un anno e mezzo e richiede
forte motivazione e preparazione atletica.
ART 107 definisce gli aiuti di Stato: salvo deroghe contemplate dai Trattati, sono incompatibili con il mercato interno,
nella misura in cui incidano sugli scambi tra Stati membri (sulla concorrenza), gli aiuti concessi dagli Stati, ovvero
mediante risorse statali, sotto qualsiasi forma che, favorendo talune imprese o talune produzioni, falsino o minaccino
di falsare la concorrenza. Punto 2 → Sono invece compatibili con il mercato interno:
• Gli aiuti a carattere sociale concessi ai singoli consumatori, a condizione che siano accordati senza
discriminazioni determinate dall’origine dei prodotti
• Gli aiuti destinati a ovviare ai danni arrecati dalle calamità naturali oppure da altri eventi eccezionali
• Gli aiuti concessi all’economia di determinate regioni della Repubblica federale della Germania che risentono
della divisone della Germania, nella misura in cui sono necessari a compensare gli svantaggi economici
provocati da tale divisione. 5 anni dopo l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona, il Consiglio, su proposta della
Commissione, può adottare una decisione che abroga la presente lettera.
Punto 3: possono considerarsi compatibili con il mercato interno:
• Gli aiuti destinati a favorire lo sviluppo economico delle regioni ove il tenore di vita sia anormalmente basso,
oppure si abbia una grave forma di sottoccupazione, nonché quello delle regioni di cui all’ART 349, tenuto
conto della loro situazione strutturale, economica e sociale
• Gli aiuti destinati a promuovere la realizzazione di un importante progetto di comune interesse europeo
oppure a porre rimedio a un grave turbamento dell’economia di uno Stato membro
• Gli aiuti destinati ad agevolare lo sviluppo di talune attività o di talune regioni economiche, sempre che non
alterino le condizioni degli scambi in misura contraria al comune interesse
• Gli aiuti destinati a promuovere la cultura e la conservazione del patrimonio, quando non alterino le condizioni
degli scambi e della concorrenza nell’UE in misura contraria all’interesse comune
• Le altre categorie di aiuti, determinate con decisione del Consiglio, su proposta della Commissione
NEXT GENERATION EU (NGEU): collegato con il temporary framework. È un fondo che prevede di:
1. sostenere la ripresa degli Stati membri e gli investimenti privati
2. rilanciare l’economia
- Stabilisce investimenti e riforme per accelerare la transizione ecologica e digitale; migliorare la formazione delle
lavoratrici e dei lavoratori; e conseguire una maggiore equità di genere, territoriale e generazionale
- Tutti gli Stati membri, per usufruire del fondo del NGEU dovranno predisporre e ratificare un loro programma
conforme alle rispettive norme costituzionali e al Quadro temporaneo.
RECOVERY FOUND: ulteriore fondo per la ripresa ritenuto “necessario e urgente” per far fronte alla crisi da covid.
• Somme di denaro messe a disposizione dall’UE per il piano nazionale di resistenza e resilienza
• Si finanzia tramite l’emissione di recovery bond, con la garanzia del bilancio UE (ciò significa che anche l’UE si
sta indebitando nei confronti degli altri Stati)
PIANO NAZIONALE PER IL TURISMO → fa parte del recovery plan. Intende rilanciare i settori del turismo e della
cultura quali ambiti strategici per il Paese che rappresentano il 13% del PIL. Sarà necessario prevedere misure che
includano la digitalizzazione e la sostenibilità.
OBIETTIVI PER IL TURISMO:
• Incrementare il livello di attrattività culturale del Paese modernizzando le infrastrutture materiali e immateriali
del patrimonio storico artistico
• Rigenerare i borghi e le periferie urbane attraverso la promozione della partecipazione alla cultura, il rilancio
del turismo sostenibile e della tutela e la valorizzazione dei parchi e giardini storici
• Rinnovare l’ecosistema turistico di strutture ricettive potenziando le infrastrutture e i servizi turistici strategici
• Supportare la transizione digitale e verde nei settori del turismo e della cultura
DOMANDE COMUNI:
• ART 117 / ART 118 / 135
• UE / COMPETENZA CONCORRENTE / GOVERNANCE PUGLIA
• CODICE DEL TURISMO
• PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETÀ
• FORME DI TURISMO
• TUTELA DEL TURISTA