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Legislazione del turismo, riassunti per esame

Legislazione del Turismo (Università degli Studi di Bari Aldo Moro)

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LEGISLAZIONE DEL TURISMO 22/02/21

FONTI DEL DIRITTO = Sono tutti gli atti (fonti scritte) o fatti (fonti non scritte come la CONSUETUDINE) dai quali
traggono origine le norme giuridiche. Le fonti sono posizionate per grado di importanza: esiste un vertice (la nostra
Costituzione), fino ad arrivare alle norme di grado inferiore. Solo i Paesi che hanno origini romane hanno come
base della legislazione le norme scritte. I Paesi anglosassoni invece sono basati sui casi giuridici → esistono
pochissime norme scritte (CIVIL LAW), poiché si basano sulle analisi dei casi.

I. LEGGI FORMALI / DECRETI LEGGE E DECRETI LEGISLATIVI


II. REGOLAMENTI
III. CONSUETUDINI (sono le uniche fonti non scritte) → fatto/comportamento che si applica di frequente e
viene considerato come obbligatorio

COSTITUZIONE = Stabilisce i fini dello Stato e i principi relativi alla sua organizzazione e al suo funzionamento.
La Costituzione è divisa in 4 sezioni (principi fondamentali; diritti e doveri dei cittadini; ordinamento della Repubblica
= com’è organizzato lo Stato; disposizioni transitorie finali). Il testo costituzionale è nato per ricostruire lo Stato dopo
la Seconda Guerra Mondiale, quando è nata la Repubblica → dopo la deposizione di Mussolini fu organizzato un
referendum popolare (il primo a cui fu permesso alle donne di votare) per far scegliere agli italiani se volessero
continuare con la monarchia o se volessero la Repubblica. Si passò prima allo Statuto Albertino e poi alla
Costituzione che definisce i diversi poteri, le regioni e gli enti locali.

QUANDO SI MODIFICA LA COSTITUZIONE → la nostra Costituzione è democratica e RIGIDA (non può essere
modificata dall’emanazione delle leggi ordinarie → (Mussolini modificava spesso le leggi ordinarie) per modificare la
Costituzione esiste un PROCEDIMENTO AGGRAVATO → la proposta viene avanzata dal Governo e deve essere
accettata:

• MAGGIORANZA ASSOLUTA (50% + 1 dei SENATORI E 50% + 1 degli ONOREVOLI) → in questo caso si può
arrivare al Referendum popolare
• MAGGIORANZA QUALIFICATA [2/3 COMPONENTI CAMERA (SENATORI) E 2/3 COMPONENTI DEL SENATO
(ONOREVOLI)]

In Italia quasi tutte le proposte sono state approvate dalla maggioranza assoluta per poi procedere con il
Referendum popolare.

Esiste un organo creato ad hoc per controllare che le leggi ordinarie non andassero contro la Costituzione, ovvero la
CORTE COSTITUZIONALE = organo giudiziario composto da 15 giudici che giudicano le leggi ordinarie → può
considerare una legge incostituzionale (e quindi annullarla) → quest’organo fa sì che la nostra Costituzione rimanga
rigida. La rigidità della nostra Costituzione è fondamentale, perché grazie a quest’ultima nessun organo potrà mai
modificare i cardini fondamentali della Costituzione (i padri costituenti fecero ciò per evitare che un giorno si
tornasse nuovamente alla dittatura)

DECRETI LEGGE = atti che hanno la stessa valenza di una legge, che non sono emanati dal Parlamento ma dal
Governo → I DECRETI LEGGE E I DECRETI LEGISLATIVI sono definiti ATTI AVENTI FORZA DI LEGGE
ART 77: “Il Governo non può senza delegazione delle Camere emanare decreti che abbiano valore di legge ordinaria.
Quando, in casi straordinari, in casi di necessità e d’urgenza (pandemia, terremoto... un atto che abbia la stessa forza
della legge, ma che sia emanato più rapidamente), il Governo adotta, sotto la sua responsabilità, provvedimenti
provvisori con forza di legge, deve il giorno stesso presentarli per la conversione alle Camere che, anche se sciolte,
sono appositamente convocate e si riuniscono in 5 giorni per esaminare i decreti legge. I decreti perdono efficacia sin
dall’inizio, se non sono convertiti in legge entro 60 gg dalla loro pubblicazione”. (il Governo non può appropriarsi del
potere legislativo, però il decreto nel momento della conversione può essere modificato dal Parlamento)

I Costituenti hanno previsto che ci sarebbero stati casi di emergenza (terremoti, situazioni particolari) in cui il
Governo avrebbe potuto emanare un decreto legge (che entro 60 giorni si sarebbe potuto convertire in legge vera e
propria, così, il principio della separazione dei poteri viene salvaguardato).

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LEGGE FORMALE = atto votato dal Parlamento → esiste un ITER LEGIS → le leggi vengono Proposte (dal Governo, dai
Senatori...), vengono studiate, modificate e votate. “Formale” = perché è una legge conforme alle norme della
Costituzione.

ART 76: “L’esercizio della funzione legislativa non può essere delegato al Governo, se non con determinazione di
principi e criteri direttivi e soltanto per tempo limitato e per oggetti definiti”. → il Governo nell’emanare questa legge
deve rispettare la materia (l’oggetto), i criteri e i principi direttivi (e che quindi sia conforme alla legge di delega).
Secondo il nostro ordinamento, il giudice che va ad applicare il decreto legislativo deve necessariamente controllare
che il decreto legislativo sia conforme alla legge di delega. Se il giudice si rende conto che il decreto legislativo non
ha rispettato quanto stabilito dalla legge di delega può sollevare la questione di costituzionalità davanti alla Corte
Costituzionale → la Corte Costituzionale può dichiarare legittimo/illegittimo il decreto legislativo.

DECRETI LEGISLATIVI = vengono chiamati CODICI → il Codice del Turismo è un decreto legislativo che è andato oltre
la legge di delega, quindi questo decreto è stato dichiarato per alcuni articoli, incostituzionale davanti alla Corte
Costituzionale. Anche il decreto legislativo, come le leggi formali, è sottoposto al vaglio della Corte Costituzionale.
Ciò ci dà la garanzia che il Governo non si appropri del potere che è proprio del Parlamento, perché deve rispettare
quanto stabilito dalla Costituzione.

LEZIONE 2 24/02/2021

Sempre nel primo grado, esistono le LEGGI REGIONALI = hanno la stessa forza delle leggi emanate dal Parlamento (In
Italia abbiamo l’autonomia regionale → lo Stato italiano è uno stato unitario su base regionale → la nostra
Costituzione ha previsto che le nostre regioni abbiano una particolare autonomia che permette alle regioni persino
di emanare leggi). Il Consiglio Regionale ha il potere di emanare tali leggi → la legge del Parlamento ha validità su
tutto il territorio nazionale, diversamente dalla legge regionale, che vale soltanto nell’ambito della regione in cui è
stata emanata.

La nostra Costituzione, nell’ART 117 stabilisce quali siano le materie di competenza dello Stato e quali siano quelle di
competenza delle regioni → ciò fa sì che si limitino i casi in cui una legge regionale contrasti con una legge emanata
dal Parlamento, anche se queste situazioni si verificano ugualmente (esistono quindi materie in cui può legiferare
solo lo Stato e altre in cui può legiferare solo la regione) → il problema sorge quando ci troviamo di fronte a delle
materie di competenza concorrente (sia della regione che dello Stato), ma la Costituzione ha stabilito quali sono i
termini per risolvere questo contrasto:

• Allo Stato spetta emanare delle leggi generali che fissano soltanto i principi (detterà i principi generali della
materia)
• Alle regioni spetta attuare i principi che sono stati stabiliti dallo Stato

La Corte Costituzionale deve far rispettare queste condizioni e in caso sorgano dei contrasti deve impegnarsi nel
risolverli. Le leggi regionali sono molto importanti per il turismo.

Nel secondo grado della piramide, vi sono i REGOLAMENTI: atti secondari emanati dal potere esecutivo (dal
Governo), atti normativi subordinati alle leggi (possono essere governativi = emanati dal Governo e regolamenti
regionali = appartengono al potere normativo delle regioni) → hanno funzione di esecuzione (servono ad esplicitare
le leggi) e attuazione (attuano una determinata disciplina) delle leggi.

Ex: la legge sulle guide turistiche sostiene che attualmente le guide turistiche debbano conseguire un’abilitazione
nazionale e poi un’abilitazione specifica per poter fare le guide turistiche in siti che hanno una particolare
importanza sul territorio nazionale → i regolamenti di attuazione ed esecuzione esplicano come si svolgono i
concorsi → il concorso nazionale sarà stabilito da un regolamento governativo; mentre il concorso per i siti specifici è
stabilito dalle regioni in cui si trovano quei siti specifici (saranno quindi regolamenti regionali).

Se non ci fossero i Regolamenti, le leggi non potrebbero avere un’applicazione completa. Il contrasto può avvenire
anche quando si tratta di materie di competenza statale → lo Stato può rendersi conto che per una determinata

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materia è necessario che la regione gli dia un’esecuzione e quindi delega alla regione interessata la potestà
regolamentare. Per le materie esclusive dello Stato, è lo Stato stesso che fa attuazione/esecuzione con i propri
regolamenti, ma ci sono dei casi in cui questa attuazione/esecuzione deve essere presa su base locale e quindi lo
Stato delega alle regioni (o anche al Governo) di eseguire dei regolamenti (regolamenti delegati).

La legge 400 dell’88 ha stabilito:

• I poteri dell’esecutivo
• Le figure che possono sedere nell’ambito del Governo
• I poteri normativi del Governo

Questa legge ha anche previsto i vari tipi di regolamento → a volte possono esserci dei regolamenti “di
delegificazione” = le leggi stesse stabiliscano che debba essere un regolamento a stabilire la disciplina di una
determinata materia = la legge stessa abroga le leggi che c’erano in precedenza che stabilivano la disciplina di una
determinata materia. La legge si spoglia del proprio potere di disciplinare su una determinata materia e lo affida ad
una norma di II grado (ad un regolamento).

Perché i regolamenti sono di competenza del Governo? → Le leggi sono emanate dal Parlamento, ma l’esecuzione
(come devono essere applicati i criteri stabiliti dalla legge) viene stabilita dal Governo (fa parte della politica del
Governo).

Esistono Regolamenti:

-GOVERNATIVI che provengono dal Governo e sono di attuazione delle leggi statali)
-REGIONALI sono quei regolamenti emanati dal Consiglio regionale (organo formato dai consiglieri regionali, eletti
direttamente dai cittadini della regione).

• Solo alcune regioni prevedono che sia l’aggiunta (formata dal presidente della regione e dai suoi assessori,
scelti dal presidente della regione) ad emanare.
• Nella maggior parte degli statuti è previsto che il Consiglio regionale possa emanare sia le leggi che i
regolamenti stessi.
• In alcune regioni si stabilisce che le leggi vengono emanate dal consiglio regionale, mentre i regolamenti
dall’aggiunta (dal potere esecutivo), ma ogni regione può darsi una propria organizzazione.
• Alcune regioni possono addirittura stabilire che vi siano alcuni regolamenti del Consiglio e alcuni
dell’Aggiunta → attribuiscono questo potere regolamentare sia al Consiglio che all’Aggiunta

Nell’ultimo gradino della piramide abbiamo le CONSUETUDINI (unica fonte fatto che abbiamo), caratterizzata da:

• Reiterazione del fatto in maniera costante nel tempo


• Convinzione da parte di tutti i consociati (cittadini) che quell’atteggiamento/fatto sia obbligatorio per il
diritto
(Ex. il presidente della Repubblica non può nominare il Presidente del Consiglio dei Ministri senza fare delle
consultazioni → consuetudine costituzionale → non è scritto da nessuna parte, ma si applica in maniera ripetuta da
tanti anni e quindi si considera obbligatorio)

CRITERI DELLE FONTI DEL DIRITTO


Può succedere che tra le fonti vi siano dei contrasti (legge regionale in contrasto con una legge statale / 2 leggi del
Parlamento in contrasto tra di loro) → questo contrasto si risolve attraverso 3 CRITERI DI RISOLUZIONE DELLE
ANTINOMIE TRA LE FONTI:
1. CRITERIO GERARCHICO → si basa sull’importanza delle fonti, sulla gerarchia delle fonti. Questo criterio è
fondamentale nel momento in cui 2 norme di grado diverso siano in contrasto, in questo caso prevale tra le
2 la norma di grado superiore (la norma di grado inferiore viene così annullata dalla Corte Costituzionale).
Questo criterio vale anche quando un regolamento è in contrasto con la legge → la legge prevale perché ha
un grado superiore.

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2. CRITERIO CRONOLOGICO → nel momento in cui vi sono 2 fonti dello stesso grado, che si occupano di
regolare una stessa materia, ma in maniera diversa, emanate in momenti diversi (fonte precedente e fonte
successiva nel tempo) che contrastano, la fonte successiva nel tempo prevarrà.
3. CRITERIO DI COMPETENZA → anche in questo caso vi sono 2 fonti di pari grado, che disciplinano una stessa
materia, emanati nello stesso momento ma in contrasto → si dovrà guardare alla Costituzione e si dovrà
vedere di chi è la competenza di emanare una legge/regolamento o una qualsiasi altra fonte del diritto di
una determinata materia (ART 117) → prevarrà la fonte legittimata dalla Costituzione.
L’UE emana delle direttive recepite nel nostro ordinamento → se si trova in contrasto l’ordinamento dell’UE
con la Costituzione, prevarrà l’ordinamento dell’UE, a meno che non vengano minati i principi fondamentali
della Costituzione (diritti umani).

LEZIONE 3 03/03/2021

DIRITTO INTERNAZIONALE

Non ci sono molte norme internazionali per il turismo, e quelle che ci sono si basano su trattati, accordi che vengono
fatti tra lo Stato italiano e gli altri Stati (aderiscono solo gli Stati che ritengono opportuno aderirvi → accordi
bilaterali che tutelano i turisti: ex accordo tra l’Italia e s. Marino, Italia e Tunisia, Italia e Uzbekistan). Per quando
riguarda le convenzioni che vedono partecipanti più Paesi, dobbiamo parlare di trattati. quelle emanate
dall’Organizzazione Mondiale del Turismo.

I trattati sono degli accordi su base internazionale, che vengono firmati dai ministri degli esteri o dal Presidente del
Consiglio dei Ministri o dal Presidente della Repubblica, firmati dai rappresentanti degli Stati e in Italia devono essere
poi ratificati, resi quindi effettivi (questa ratifica viene fatta dal Parlamento, che da trattati internazionali diventano
leggi). Convenzioni e trattati sono accordi a livello internazionale (simili).

La convenzione sul contratto di viaggio di Bruxelles è stata firmata nel 1970 ed è entrata in vigore in Italia nel 1977;
il problema riguardo questa convenzione è che vi sono pochi Stati firmatari. In EU questa convenzione è stata
superata dalla direttiva comunitaria n.314 del 13 giugno 1990 (direttive = fonti che non obbligano i cittadini, ma
obbligano gli Stati a conseguire gli obiettivi stabiliti dalla direttiva. Queste fonti europee devono essere recepite con
una legge o con una norma italiana) → relativa al contratto di viaggio e ha ampliato ciò che è previsto dalla
convenzione internazionale. L’EU ha anche previsto che queste direttive abbiano un tempo di recepimento: se lo
stato europeo non recepisce la direttiva entro un determinato periodo, la Commissione Europea eroga delle
sanzioni. In Italia esiste un meccanismo particolare, chiamato legge europea, che ogni anno recepisce le direttive.
Questo meccanismo è stato creato per evitare delle sanzioni da parte della Commissione Europea, in caso venissero
superati i tempi di recepimento.

La direttiva comunitaria 314 del 1990 è relativa al contratto di viaggio e ha ampliato ciò che è previsto dalla
convenzione internazionale, poi vi è una convenzione europea per le cose portate in albergo ratificata in Italia nel
1978 dall’Italia. È essenziale anche lo statuto dell’Organizzazione Mondiale del Turismo.

La Convenzione internazionale sul contratto di viaggio ha il duplice obiettivo di:

1. Tutelare il turista
2. Uniformare la regolamentazione giuridica di alcuni aspetti delle attività delle agenzie di viaggio e dei tour
operators, in modo da creare un’unica normativa tra l’Italia e gli altri Paesi che hanno firmato questa
convenzione.

La CCV definisce il contratto di organizzazione di viaggio e il contratto di intermediazione del viaggio.


Firmata a Bruxelles nel 1970, non raggiunse l’obiettivo di rendere uniforme a livello internazionale tale disciplina.

Si applica solo ai contratti internazionali che debbano essere eseguiti in uno stato diverso dallo stato in cui il
contratto è stato stipulato o dove il viaggiatore è partito (in Italia abbiamo un decreto legislativo 111/95, ora
assorbito dal codice del consumo, che si applica solo ai pacchetti turistici venduti sul territorio nazionale.

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Convenzione di Varsavia: firmata nel 1929 (poi modificata nel ’95 e nel ’71) regola la responsabilità nei casi di
trasporto remunerato di persone, bagagli o beni da parte di vettori aerei; la sua denominazione per esteso è
“Convenzione per l’unificazione di alcune regole relative al trasporto aereo internazionale”.

• Obbliga i vettori ad emettere biglietti per i passeggeri


• Richiede che i vettori emettano ricevute bagaglio per il bagaglio stiva;
• Crea un periodo limite di 2 anni entro i quali ogni richiesta di risarcimento deve essere avanzata

Convenzione di Montreal

• Disciplina il trasporto aereo internazionale


• Si occupa della protezione dei passeggeri per i danni subiti

Convenzione di Atene e convenzione di Berna:

• La prima disciplina il trasporto per mare di passeggeri e cose (2012)


• La seconda disciplina il trasporto ferroviario e fonda l’Organizzazione intergovernativa per i trasporti
internazionali su ferrovia (1996)

Un altro atto fondamentale è la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo firmata a Parigi il 10/12/1948,
promossa dalle Nazioni Unite perché avesse applicazione in tutti gli stati membri. Non tutti gli Stati vi hanno aderito
e non tutti rispettano i diritti fondamentali dell’uomo (Iraq, Iran…)

Gli articoli fondamentali nella dichiarazione universale dei diritti dell’uomo sono:

• ART 13: ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato. Ogni
individuo ha diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio e di ritornare nel proprio Paese
• ART 24: ogni individuo ha diritto al riposo e allo svago, comprendendo in ciò una ragionevole limitazione
delle ore di lavoro e ferie periodiche retribuite

Norme internazionali contro il turismo sessuale:

• Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia, ratificata da tutti gli Stati membri dell’ONU tranne la
Somalia e gli USA
• In Italia è stata attuata con la legge 269/1998 recante “Norme contro lo sfruttamento della prostituzione,
della pornografia, del turismo sessuale in danno di minori, quali nuove forme di riduzione in schiavitù”
(punibilità per chiunque organizza o propaganda viaggi finalizzati alla fruizione di attività di prostituzione a
danno di minori e per gli operatori turistici che organizzano tali viaggi).

OMT: la maggior organizzazione internazionale governativa del turismo

• Ha sede a Madrid ed è il livello più alto internazionale tra le istituzioni del turismo
• Aderiscono oggi 138 tra Stati e territori più 350 organizzazioni internazionali, intergovernative e non
governative impegnati nel campo del turismo. La Santa Sede non ha aderito, ma è osservatore permanente
→ può partecipare all’assemblea senza diritto di voto
• Pur essendo un’organizzazione internazionale non è formata solo da Stati, ma prevede una collaborazione
tra pubblico e privato, perché oltre agli stati vi sono organizzazioni e privati che si occupano di turismo → i
membri affiliati sono rappresentati dalle amministrazioni locali, associazioni turistiche, imprese del settore,
compagnie aeree, alberghi, operatori turistici e agenti di viaggio.
• Ha personalità giuridica e ha particolare attenzione nei riguardi dei paesi PVS (paesi in via di sviluppo)
nell’ambito del turismo. Avendo personalità giuridica, risulta anche autonoma, ma è vincolata dall’ONU da
un accordo di cooperazione e al Programma delle nazioni Unite per lo sviluppo
• Gli obiettivi dello Statuto prevedono la promozione e lo sviluppo del turismo al fine di contribuire allo
sviluppo economico, comprensione internazionale, pace, prosperità, rispetto e osservanza dei diritti umani e
libertà fondamentali senza distinzione di razza, sesso, lingua o religione → l’obiettivo principale è quello di
promuovere la pace attraverso il turismo

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Essendo un’organizzazione di personalità giuridica, presenta degli organi:

• Assemblea Generale → ha lo scopo di promuovere le iniziative essenziali al raggiungimento dello scopo dello
Statuto, si riunisce ogni 2 anni e in seduta straordinaria quando lo si reputa necessario. È composta dai
delegati dei vari stati membri associati, degli osservatori, dei membri affiliati (privati) che però non hanno
diritto di voto
• Consiglio esecutivo →composto dagli stati membri eletti dall’Assemblea per 4 anni in numero tale da
rispettare una partecipazione geografica equa (si darà la priorità a Stati con più abitanti). Assicura la corretta
esecuzione delle decisioni e delle raccomandazioni dell’Assemblea
• Segretariato → si occupa della gestione dell’organizzazione, dell’esecuzione delle direttive dell’Assemblea e
del Consiglio, del bilancio e programmi di lavoro.

ATTI TIPICI DELL’OMT: (non sono obbligatori)

• Dichiarazioni che svolgono un ruolo rilevante per lo sviluppo del diritto internazionale del turismo e
adeguamento a esigenze di solidarietà
• Raccomandazioni, risoluzioni, decisioni autovincolanti per gli Stati ma, soft law (leggi che non obbligano gli
Stati, ma li raccomandano)
• Vi sono anche la Carta del turismo, il Codice del turista e il Codice Mondiale di Etica del Turismo, adottati
dall’OMT, atti non vincolanti ma importanti momenti di crescita della cultura del turismo

Direttive = fonti di I grado → vengono recepite con legge dal Parlamento, anche se l’UE non obbliga a recepire le
direttive con atto di I grado, ma si possono recepire anche con regolamento. Però in Italia, allo stato attuale, le
direttive sono diventate fonti primarie perché recepite con legge. Però vi sono direttive urgenti da recepire che
possono essere recepite dal Governo con regolamento governativo (in questo caso la direttiva diventa di II grado) →
dipende dalla fonte che ha recepito le direttive.

DIRITTO DEL TURISMO DELL’UE → l’ART 10 della nostra Costituzione stabilisce che:

• L’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute
(ciò vale anche per i trattati internazionali)
• La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati
internazionali (anche la condizione giuridica dello straniero che visita un Paese è regolata da ciò)
• Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite
dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite
dalla legge (possibilità di richiedere il diritto d’asilo per ragioni umanitarie, secondo le condizioni stabilite
dalla legge).
• Questo articolo è stato utilizzato a lungo dalla giurisprudenza per affermare il fatto che l’Italia ha
riconosciuto il Diritto Internazionale

ART 11 → l’Italia limita la propria sovranità per aderire ad organizzazioni internazionali che promuovono la pace.
L’ordinamento dell’UE si è inserito nell’ambito del nostro ordinamento Nazionale per questi 2 articoli della
Costituzione.

[L’UE nasce nel 1992 con il Trattato di Maastricht, ed è stata costituita per promuovere un mercato unico, per creare
un blocco di Paesi che potesse bilanciare le forze delle superpotenze USA e URSS, per mantenere la pace.]

IL TURISMO NELLA DISCIPLINA COMUNITARIA → interventi dell’UE in ambito di turismo divisi in 3 fasi:

I. Prima fase caratterizzata da interventi indiretti → nascita delle comunità, nascita dell’EU (il primo trattato
CEE non si interessa al turismo → l’interesse principale era quello di creare un mercato comune in cui vigesse
la concorrenza). Nei trattati delle comunità non vi era alcun riferimento scritto esplicito riguardante il
turismo
II. Seconda fase caratterizzata dai primi interventi relativi alle libertà economiche (comincia una politica nel
settore) → trattato di Schengen emanato nei primi anni ‘80, che stabilisce la libera circolazione delle

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persone, dei capitali e delle merci. In EU vi è una particolarità: alcuni Paesi membri possono non essere
d’accordo con le norme europee e possono non aderirvi. Questo trattato è stato fondamentale perché ha
creato uno “spazio europeo”, in cui tutti gli stati membri potevano muoversi liberamente → ciò ha favorito
la libertà di movimento dei cittadini europei e con essa il turismo. Si tratta ancora di interventi indiretti, non
si parla ancora di turismo.
III. Terza fase materia di cui l’UE si interessa a pieno titolo del turismo (piani di azione comunitaria nel turismo)
→ emanato il Trattato di Lisbona, che prevede una competenza dell’UE in ambito del turismo, da quel
momento l’UE si è sentita legittimata ad emanare direttive, piani d’azione e delle direttive per favorire il
turismo

UE E TURISMO

• Inizialmente il turismo era trascurato, ma si parla di INTEGRAZIONE E CONOSCENZA FAVORITI DAL TURISMO
• Nel Trattato di Maastricht (febbraio 1992) viene inserita una DICHIARAZIONE sulla protezione civile,
l’energia e il turismo (ART 3) → il TURISMO VIENE ESPRESSAMENTE PREVISTO PER LA PRIMA VOLTA
• Trattato di Schengen (giugno 1985) → prevede la libera circolazione di merci, persone, capitali, servizi, ora
inserito nell’ART 14, Trattato istitutivo della comunità europea.
• Introduzione della moneta unica (anche se vi sono paesi del nord EU che non vi hanno aderito) → dal 2002
in poi, i Paesi europei aderenti all’euro hanno favorito il turismo.
• Con il Trattato sul funzionamento dell’UE (Trattato di Lisbona), dal dicembre 2009, il turismo entra a far
parte degli obiettivi dell’UE , che potrà agire a sostegno delle iniziative degli Stati membri, senza sostituirsi
alle loro competenze interne, proprio nel settore del turismo.
• Carta di Nizza (Carta europea dei diritti umani) e CEDU (convenzione europea per i diritti umani), dove sono
previsti i diritti umani riconosciuti dall’UE e i diritti del turista.

Importante in questo ambito è la DICHIARAZIONE DI MADRID 2010

• Aprile 2010 → Dichiarazione di Madrid adottata dai Ministri europei del turismo nella quale si sottolinea il
ruolo strategico dell’innovazione e delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione per il
mantenimento della competitività delle imprese turistiche
• Favorire la destagionalizzazione, il sostegno al turismo sociale, incrementare misure che consentano anche
alle categorie maggiormente svantaggiate di accedere alle destinazioni turistiche ed al “turismo della terza
età”

Comunicazione adottata dalla Commissione nel giugno 2010 → indica 21 iniziative di dimensione europea o
multinazionale volte a permettere all’EU di rimanere la prima destinazione turistica mondiale.
La più importante: marchio europeo del turismo di qualità

La Commissione europea ha stabilito un sistema di indicatori del turismo:

• Presentato dalla Commissione il 22/02/2013 per una gestione sostenibile del turismo (nel pieno rispetto del
territorio e della popolazione, fortemente legato all’ecoturismo)
• Strumento per misurare e monitorare la sostenibilità delle loro attività, i progressi compiuti ed elaborare
politiche appropriate

APPROFONDIMENTO: COMMISSIONE EUROPEA: l’Unione è formata da 3 istituzioni fondamentali:

I. COMMISSIONE: formata dai rappresentanti degli Stati membri, e ha come compito quello di far rispettare il
Diritto europeo a tutti i Paesi, può quindi emanare delle sanzioni. È detta quindi Custode dei Trattati.
In qualità di commissione può emanare dei regolamenti che applicano quanto viene stabilito dai Trattati
II. CONSIGLIO DEI MINISTRI DELL’UE: organo che unisce i ministri di una determinata materia, in base
all’argomento che viene trattato (composizione variabile)
III. PARLAMENTO EUROPEO: rappresentanti dei cittadini dell’UE → gli onorevoli che siedono al Parlamento
europeo sono eletti dai cittadini europei ogni 5 anni. Col tempo sta acquisendo sempre più importanza e
collabora con il Consiglio dei ministri per emanare le leggi

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STRATEGIA EUROPEA di PROMOZIONE del TURISMO COSTIERO E MARITTIMO:

• Il 20/02/2014, la Commissione europea ha pubblicato la Strategia europea di promozione del turismo


costiero e marittimo
• Contiene un elenco di 14 azioni che dovrebbe intraprendere l’UE per agevolare la cooperazione ed il dialogo
tra i soggetti interessati e aiutare le regioni costiere e le imprese

PARLAMENTO EUROPEO: prima dell’entrata in vigore del Trattato di Lisbona, il Parlamento europeo ha adottato una
serie di risoluzioni sugli ordinamenti o le iniziative della Commissione in materia di turismo. Tra le più significative
figurano:

• quella dell’8/09/2005 sulle nuove prospettive e sulle nuove sfide per un turismo europeo sostenibile
• quella del 29/11/2007 su una “nuova politica europea del turismo: Rafforzare il partnetariato/partnership
per il turismo”
• e quella del 16/12/2008 sull’impatto del turismo nelle regioni costiere e il loro sviluppo sostiene la
promozione delle destinazioni turistiche europee.
• 27/10/2015 il Parlamento ha approvato in seconda lettura, la risoluzione legislativa per una nuova direttiva
che rafforzi la protezione dei passeggeri nel contesto dei viaggi forfettari (forfettario = pattuito)
• 29/11/2015, il Parlamento ha adottato una risoluzione sulle nuove sfide e strategie per la promozione del
turismo in EU
• Vuole anche favorire la digitalizzazione dei canali di distribuzione, lo sviluppo dell’economia di condivisione,
attrarre e trattenere il personale qualificato, evoluzione demografica e del carattere stagionale del turismo.

CARTA EUROPEA PER IL TURISMO SOSTENIBILE NELLE AREE PROTETTE:

• (CETS) è uno strumento metodologico ed una certificazione che permette una migliore gestione delle aree
protette per lo sviluppo del turismo sostenibile
• Prevede una collaborazione tra tutte le parti interessate a sviluppare una strategia comune ed un piano
d’azione per lo sviluppo turistico, sulla base di un’analisi approfondita della situazione locale.

Molto importanti sono anche i Programmi europei di finanziamento

Programmazione 2014-2020: la promozione del turismo sarà finanziata dal programma COSME (superato dalle
nuove norme per il Covid) con uno stanziamento di 131mln di euro. Fissa più obiettivi tematici e priorità di
investimento:

• Valorizzazione delle risorse culturali e turistiche locali


• Promozione, innovazione e diversificazione di prodotti, processi e servizi

Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR): sostiene la competitività, la sostenibilità e la qualità del turismo a
livello regionale o locale. Il turismo collegato all’utilizzo e allo sviluppo dei beni naturali, storici e culturali, nonché
all’attrattività di città e regioni quali luoghi in cui vivere e lavorare e da visitare. È collegato anche allo sviluppo,
all’innovazione e alla diversificazione di prodotti e servizi acquistabili e fruibili dai visitatori.

Direttiva 90/314/CEE

• Concerne i viaggi, le vacanze e i circuiti tutto compreso, con l’obiettivo di uniformare, a livello europeo, la
regolamentazione dei viaggi organizzati.
• In Italia è stata recepita con il decreto legislativo 111/95

Strategia Europea del 2020

• La Commissione promuove azioni per promuovere e rafforzare la competitività e la crescita sostenibile


• La politica del turismo svolge un ruolo nel perseguimento di obiettivi generali in materia di occupazione e di
politica della crescita. Inoltre, la dimensione ambientale e sostenibile del turismo acquisirà nel tempo
maggiore rilevanza, essendo già presente negli ambiti del turismo sostenibile, responsabile o etico.

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ART 6 del Trattato di Lisbona → l’Unione ha competenza per svolgere azioni intese a sostenere, coordinare o
completare l’azione degli Stati membri (coordinare le azioni tra i vari Stati e completare l’azione degli Stati Membri
nel momento in cui non sono in grado). Tra i settori di tali azioni, nella loro finalità europea, vi è il turismo

ART 195 → L’Unione completa l’azione degli Stati membri nel settore del turismo, in particolare promuovendo la
competitività delle imprese dell’Unione in tale settore. A tal fine l’azione dell’Unione è intesa a:

• Incoraggiare la creazione di un ambiente propizio allo sviluppo delle imprese in detto settore (POV
economico) → promuovere la competitività e la crescita economica di queste imprese
• Favorire la cooperazione tra Stati membri, in particolare attraverso lo scambio delle buone pratiche

L’Unione completa l’azione degli Stati membri nel settore del turismo = viene applicato il principio di sussidiarietà
verticale → principio modulato dalla chiesa calvinista e poi dalla chiesa cattolica. Questa parola deriva dalla parola
latina subsidium (aiuto).

Il principio di sussidiarietà: è previsto che una determinata azione/attività deve essere svolta dall’ente più vicino al
cittadino, dotato della competenza a svolgere quella determinata azione → Quando un ente deve porre in essere
un’azione e non ne è in grado per diversi motivi, allora viene in suo aiuto l’ente superiore, che completa o si
sostituisce al determinato ente, al fine di realizzare quella azione (l’UE interviene, ma non surclassa l’ente bisognoso
di aiuto)

ART 195 → il Parlamento europeo e il Consiglio, deliberando secondo la proceduta legislativa ordinaria, stabilisce le
misure specifiche destinate a completare le azioni svolte negli Stati membri al fine di realizzare gli obiettivi di cui al
presente articolo, ad esclusione di qualsiasi armonizzazione delle disposizioni legislative e regolamentari degli Stati
membri.

LEZIONE 4 [NB Comma = frase con punto.] 05/03/2021


LA COSTITUZIONE ITALIANA (COSTITUZIONE LIBERALDEMOCRATICO-SOCIALE)

La Costituzione italiana è unica rispetto alle altre Costituzioni occidentali, è moderna, e individua i diritti “forti”,
ovvero i diritti fondamentali. Inoltre, si è posta come fonte per la promozione dello sviluppo della società a livello:
1) Sociale → la nostra è una Costituzione sociale perché vengono riconosciuti, oltre alle libertà fondamentali, anche i
diritti sociali, chiamati anche libertà positive o diritti a prestazione → lo Stato deve preoccuparsi di garantire questi
diritti (il popolo richiede una prestazione da parte dello Stato), I diritti sociali caratterizzano la nostra Costituzione, e
garantiscono l’uguaglianza sostanziale → L’ART 3 della Costituzione parla del principio di uguaglianza, secondo cui
“Tutti sono uguali davanti alla Legge/la Legge è uguale per tutti”. L’ART 3 sostiene anche che la Repubblica deve
rimuovere gli ostacoli che si frappongono alla piena partecipazione dei cittadini alla vita economica e sociale del
Paese. Tra i diritti sociali più conosciuti ci sono il diritto alla salute e il diritto allo studio (scuola obbligatoria fino a 16
anni). Anche il turismo è legato al diritto sociale (diritto alle ferie), al diritto allo svago e al diritto alla cultura.
2) Culturale → Secondo la Costituzione, il Nostro è uno Stato “culturale”, poiché pone la cultura tra le basi dei diritti
fondamentali (diritto all’istruzione)
3) Economico → i diritti economici sono molto tutelati (diritto al lavoro, diritto a costituire un’impresa, un’attività), e
in quest’ambito molto importante è il turismo → gran parte dello sviluppo economico è dato dal turismo.

L’ART 9 fa parte dei diritti fondamentali della Costituzione (i primi 12), che riguarda lo sviluppo della cultura e la
ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
• Primo comma: “promozione delle attività culturali”
• Secondo comma: “tutela del patrimonio storico e artistico”, che rappresenta una concretizzazione delle
attività culturali pregresse (beni culturali). Si cerca di difendere il patrimonio prodotto nel corso della storia
della Nazione e nello stesso tempo, di promuovere le attività culturali che possano ampliare questo
patrimonio (garantendo il turismo)

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Si passa da una tutela “statica” del patrimonio (puramente conservativa), ad una tutela “dinamica”, cioè diretta alla
fruizione pubblica come strumento di crescita culturale della società.
Fruizione = possibilità di poter godere del patrimonio artistico, storico e culturale del proprio Paese.

Inoltre, l’ART 9 individua nella Repubblica il soggetto che deve garantire il pubblico godimento dei beni artistici e
culturali e con ciò si intende lo Stato in tutte le sue articolazioni (decentramento amministrativo), in modo tale che a
ciascun cittadino sia data la possibilità di ampliare e rafforzare la propria cultura.

• L’ART 9 fissa come principio generale il diritto alla cultura


• La cultura viene vista come opportunità di crescita sociale ed economica dei cittadini → attraverso la cultura
un cittadino ha la possibilità di elevarsi socialmente ed economicamente. La cultura rende liberi e non
manipolabili.

Esiste l’ART 21 della Costituzione che tutela l’informazione e il diritto di informazione obiettiva e democratica.
Nella nostra Costituzione in nessun articolo si menziona esplicitamente il turismo

Anche l’ART 10 riguarda il diritto internazionale, ed esso sostiene che:


• L’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute
• La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati
internazionali
• Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite
dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite
dalla legge.

L’ART 14 sostiene che:


• Il domicilio è inviolabile. La parola “domicilio” nella Costituzione non coincide solo con quella di abitazione,
ma rappresenta il luogo in cui un individuo desidera trovarsi e dove crea una propria intimità (persino una
tenda da campeggio o una roulotte; anche la stanza d’albergo può considerarsi domicilio).
• Non vi si possono eseguire ispezioni, perquisizioni o sequestri se non nei casi e modi stabiliti dalla legge
secondo le garanzie prescritte per la tutela della libertà personale
• Gli accertamenti e le ispezioni per motivi di sanità e di incolumità pubblica o ai fini economici e fiscali sono
regolati da leggi speciali

[DPCM = Decreti del Presidente del Consiglio dei ministri → esiste una legge che ha autorizzato il Presidente ad
emanare decreti che derogano alle leggi generali in quanto ci si trova in una situazione emergenziale, in quanto
approvati dal Parlamento.]

ART 16, definito “libertà di circolazione” (mentre l’ART 15 vale sia per i cittadini italiani, che per i turisti, l’ART 16 vale
SOLO per i cittadini italiani)
• Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le
limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Vengono esclusi i motivi
politici, che non possono fondare alcuna limitazione alla libertà di circolazione e soggiorno → in tal modo si
sono prese le distanze dal regime fascista, che prevedeva il confino per i dissidenti.
• Ogni cittadino è libero di uscire dal territorio della Repubblica e di rientrarvi, salvo gli obblighi di legge
(obbligo di dimora; rimanere a disposizione degli organi giudiziari). Ciò non implica che gli stranieri non
godano di libertà di circolazione: gli stranieri vengono tutelati, dal Trattato di Schengen (solo i Paesi europei
che hanno aderito al Trattato di Schengen, che in questo periodo è stato sospeso in quanto alcuni Paesi
hanno imposto delle limitazioni).
• ECCEZIONI PREVISTE DALL’ART 16: Purtroppo, a causa della pandemia, il diritto alla libertà di circolazione è
stato sospeso → alcuni Paesi hanno chiuso le frontiere, per limitare la diffusione della pandemia. La
limitazione alla libertà di circolazione può anche verificarsi nei casi in cui non venga rispettata la legge
(arresti domiciliari)

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ART 17 tutela le libertà associative e la libertà di riunione:


• I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi
• Per le riunioni, anche in un luogo aperto al pubblico, non è richiesto preavviso
• Delle riunioni in luogo pubblico (ex. piazza), deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle
soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica
ART 18:
• I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli
dalla legge penale
• Sono proibite le associazioni segrete (vietate, poiché i loro scopi non sono chiari e potrebbero risultare
pericolose) e quelle che perseguono, anche indirettamente, scopi politici mediante organizzazioni di
carattere militare
• Esistono tante associazioni che promuovono il turismo, o che si propongono di tutelare e facilitare il turismo
sociale

DIFFERENZA TRA RIUNIONE E ASSOCIAZIONE


• Riunione = viene sciolta nel momento in cui si smette di discutere di un dato argomento
• Associazione = duratura, poiché i cittadini si uniscono per perseguire un obiettivo duraturo nel tempo

ART 32: la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e
garantisce cure gratuite agli indigenti
• Il turismo termale →
• Turismo sanitario → nel momento in cui la propria regione non dispone delle strutture adeguate, i cittadini
migrano nelle altre regioni dotate di suddette strutture, per avere delle cure più adeguate (S Raffaele,
albergo per i parenti dei malati)

ART 36 (attraverso la retribuzione è possibile fare turismo, esistono delle leggi che favoriscono il turismo per le
famiglie meno abbienti)
• Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso
sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.
• La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge.
• Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi.
• Libertà di costituire un’attività economica = chiunque può decidere di avviare un’attività economica legata al
turismo → questa garanzia è limitata dal fatto che non deve nuocere all’attività sociale (Imprese che
propagandano il turismo sessuale. Caso particolare Ilva di Taranto = Nonostante sia un’azienda che offre
molti posti di lavoro va contro la dignità umana e la sicurezza perché l’inquinamento di questa azienda ha
provocato diverse morti e danni alla salute dei suoi dipendenti)

ART 41 → L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da
recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. Non possono esistere

ART 120 → La Regione non può istituire dazi d’importazione o esportazione o transito fra le regioni, né adottare
provvedimenti che ostacolino in qualsiasi modo la libera circolazione delle persone e delle cose tra le regioni, né
limitare l’esercizio del diritto al lavoro in qualunque parte del territorio nazionale.

L’ART 117 e l’ART 118 sono essenziali per il turismo, in quanto fissano le competenze. La nozione di “turismo” non
compare esplicitamente prima del 2001. L’ART 117 regole le competenze legislative regionali e statali in materia di
turismo e industria alberghiera → competenza che nel 2001 è stata eliminata. Attualmente, con la riforma del 2001,
questa competenza di turismo e industria alberghiera è scomparsa. RIFORMA RENZI-BOSCHI → attraverso questa
riforma, la parola “turismo” ricompariva nell’ART 117, però questa riforma, benché votata in Parlamento, non è
diventata parte della Costituzione (al Referendum hanno vinto i “no”). Abbiamo parlato dell’ART 117 che si trovava
nella Costituzione elaborata nel 1948 → il titolo V (riguarda le Regioni) della Costituzione è stato poi modificato nel
2001, per volere della Lega di Bossi che voleva trasformare l’Italia in uno stato federale (federalismo), e dividere

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drasticamente il nord e il sud, in quanto il sud aveva una capacità economica limitata rispetto al nord, che doveva
quindi equilibrare la situazione. Il nostro Stato rimane unitario, nonostante sia mantenuta l’autonomia tra le regioni.
Con il titolo V si voleva concedere un maggiore potere alle Regioni.

LEZIONE 5 - STORIA DELLA LEGISLAZIONE TURISTICA 10/03/2021

STORIA DELLA NORMATIVA TURISTICA → c’è stata un’evoluzione sulla normativa turistica:
• Dal 1948 (nascita della Costituzione) Fino agli anni ’50 → fase di controllo del turismo da parte
dell’autorità pubblica
• Anni ’70 → responsabilità delle Regioni, con l’attuazione del tiolo V, che vengono attuate negli anni ’70 e
le Regioni si assumono le proprie responsabilità in funzione di turismo, insieme allo Stato
• Anni ’80 → si cerca di creare un sistema, un coordinamento tra Stato e Regioni
• Oggi → le autonomie: viene affidato il potere sulla normativa turistica soprattutto alle Regioni
• Il futuro → nuovo accentramento → dalle sentenze della Corte costituzionale si evince la volontà di
riaccentrare le funzioni in materia di turismo allo Stato

STORIA DELLA NORMATIVA TURISTICA IN ITALIA


• Il turismo inteso come vero comparto dell’economia nasce alla fine dell’800 → Grand Tour, una delle mete
principali era proprio l’Italia
• Gli ultimi decenni del XIX secolo vedono l’apparizione dei primi flussi di turisti “forestieri” organizzati da
agenzie straniere nonché l’apertura di agenzie in Italia
• Da allora fino alla Prima guerra mondiale il turismo in Italia aumenta costantemente

EVOLUZIONE DELLA NORMATIVA TURISTICA IN ITALIA


• Inizia nel 1984 con norme frammentate sul Touring Club italiano insieme al Club Alpino italiano ed alla Lega
Navale, associazioni private, con personalità giuridica, che hanno sopperito alla carenza organizzativa dei
pubblici poteri
• Legge 11/12/1910, lo Stato consentiva ai Comuni di percepire una percentuale sui conti alberghieri
• Con la guerra azzeramento dei turisti
• Legge 07/04/1921, n 610 lo Stato crea un organismo apposito: l’Ente Nazionale per l’incremento
dell’Industria Alberghiera
• Il turismo durante il fascismo era un ulteriore mezzo propagandistico, oltre ad essere un settore molto
remunerativo
• Istituzione delle Aziende Autonome delle Stazioni di Cura Soggiorno e Turismo (AACST), entità locali di base
rivolte al sostegno delle località turistiche. Regio Decreto 10/07/1926

Sempre durante il fascismo, vengono varate diverse norme legate al turismo:


• Regio decreto 23/03/1931 istituisce il Commissariato del Turismo con il compito di dare le direttive in
materia turistica a tutte le amministrazioni dello Stato – enti istituiti e organizzazioni e di vigilare sulla loro
attuazione.
• T.U. di P.S. (Regio Decreto 18/06/1931) → non regolamenta specificatamente il settore turistico ma
disciplina le autorizzazioni di PS per lo svolgimento di numerose attività commerciali e di interesse turistico.
• Interesse del mondo accademico → cominciano le prime statistiche sul turismo
• 1932 Istituzione dei Comitati Provinciali per il Turismo, quali Organi dei Consigli dell’Economia Corporativa.
Successivamente, dotati di personalità giuridica e ribattezzati Enti Provinciali del Turismo
• Decreto 2523/36 regole per agenzie turistiche: vincoli e regole all’attività di produzione e vendita dei servizi
turistici che ancora esistono
• Obbligo per le agenzie di viaggio di autorizzazione, direttore tecnico abilitato e di operare in condizioni
regolamentate (controllo)

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ATTUAZIONE POLITICHE DEL FASCISMO


• Gli EEPPT (enti provinciali del turismo) agivano alle dirette dipendenze del Sottosegretariato per la Stampa e
la Propaganda
• Forte accentramento e promozione all’estero dell’immagine dell’Italia (il regime fascista ebbe una
conoscenza estremamente superficiale del turismo. Considerò le attività turistiche solo negli aspetti
strettamente economici)
• Il turismo interno era solo di élite → Incremento dei turisti stranieri

INTERESSE DELLO STATO


• Benefici economici derivanti dai viaggi dei forestieri nella penisola attirarono l’attenzione dello Stato
• Subito dopo la fine della guerra, lo Stato italiano si preoccupò di stimolare il ritorno dei turisti stranieri e di
incrementarne il numero
• Con l’istituzione dell’ENIT: intervento nettamente accentratore delle attività in favore del mercato turistico,
ma anche decentramento con le Aziende Autonome delle stazioni di Cura Soggiorno e Turismo (AACST)
rivolte al sostegno delle sole località turistiche

PROBLEMI RELATIVI ALLA NORMAZIONE IN MATERIA DI TURISMO


• Non è semplice la gestione del turismo → La corretta ed efficace gestione del turismo si basa su equilibri
politici ed economici difficili
• Necessità di una reale conoscenza del fenomeno e una profonda maturità politica (l’Italia pecca di maturità
politica)
• Il turismo è la sintesi di fattori numerosi e diversi fra loro → il turismo non rappresenta solo i beni culturali,
ma esistono diverse forme di turismo (turismo termale, enogastronomico, religioso…). Inoltre, in Italia vi è
una particolarità: ogni regione offre un diverso tipo di turismo → turismo fortemente variegato; ciò rende
complesso definire per l’Italia un tipo di turismo unitario (è essenziale definire un prodotto unitario, per poi
definire i tipi di turismo regionale). Per questo non è stato semplice creare delle leggi sul turismo.
• Necessità di realizzare un intervento pubblico che apporti reali benefici al mercato
• Dare vita a un prodotto unitario che sappia valorizzare la diversità

È essenziale quindi valorizzare le specificità → ciò però porta a preferire politiche improntate al decentramento,
mentre la creazione di un prodotto unitario spinge a enfatizzare logiche di accentramento (è importante dare
un’immagine unitaria al turista straniero). L’evoluzione dell’intervento pubblico nel mercato turistico è stata dettata
dagli esiti alterni del confronto fra queste 2 opposte dinamiche istituzionali (decentramento/accentramento).
A causa di questa opposizione, è mancato uno sviluppo organico di obiettivi in grado di esprimere una vera e propria
politica del turismo. Molti Stati stranieri, diversamente dall’Italia sono stati più capaci in quest’ambito.

Dopo l’approvazione della Costituzione


-1959 è stato nominato un Ministro del turismo (abrogato con referendum popolare nel 1993; anche se ora è stato
ricreato un Ministero del turismo)
-Ci fu poi la riforma dei 4 livelli dell’organizzazione pubblica del turismo: ENIT, Consiglio Centrale del Turismo, AACST
(Azienda Autonoma di Cura, Soggiorno e Turismo) ed EEPPT (riforma degli enti provinciali per il turismo).
-Dal 1965 al ’69 si ebbe un primo esperimento di programmazione economica, che prevedeva la suddivisione del
territorio italiano in 4 aree: zone di sviluppo turistico intenso, zone in fase iniziale di sviluppo, zone non ancora
valorizzate (piccoli borghi), il resto del territorio ove individuare circuiti turistici (ciò ha contribuito ad uno sviluppo
“personale” delle varie regioni, in base alle proprie risorse)
-Il settore continuava a essere considerato solo per la valenza economica, erano tuttavia sottovalutate le valenze
sociali del turismo
-La Costituzione aveva assegnato alle Regioni potestà in materia di turismo e industria alberghiera, ma fino alla fine
degli anni ’60 lo Stato non solo non aveva realizzato alcun passaggio di funzioni ma aveva preferito ritardare la
creazione delle Regioni stesse
-I rapporti tra lo Stato e le Regioni erano tesi fin dal loro nascere, ed è ancora così tuttora, soprattutto in materia di
turismo.

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ART 114/115 (precedenti alla Riforma del 2001)


• La Repubblica si suddivide in Regioni, Province e Comuni (ora abrogato)
• Le Regioni sono costituite in enti autonomi con propri poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla
Costituzione (ora modificato) → l’autonomia delle Regioni dallo Stato veniva affidata ai decreti legislativi.

Nessuna delle nuove amministrazioni fu però dotata di nuove strutture in grado di imprimere un nuovo slancio al
turismo che ormai era un vero e proprio mercato aperto, sia sul piano geografico sia su quello sociale. L’ART 117
prevedeva che la materia turismo e … alberghiera fosse (1h)
Dopo la Seconda guerra mondiale, c’è stato il boom della domanda turistica e il corrispondente sviluppo spontaneo
dell’offerta, da un lato, e l’autocompiacimento per la ricchezza del patrimonio artistico e naturale, dall’altro,
spingevano la classe politica a ritenere l’Italia autosufficiente. Dal punto di vista pubblico, non vi erano risorse
sufficienti, questo boom si era verificato grazie ai privati. Ciò ha incrementato il distanziamento dell’Italia dagli altri
Paesi in quanto alle politiche sul turismo, nonostante dispongano di meno risorse rispetto all’Italia.
Si capì anche che il turismo poteva essere essenziale per sviluppare il Mezzogiorno d’Italia ancora molto indietro
rispetto al resto d’Italia.
Però, nel meridione mancavano del tutto le strutture turistiche → si cominciarono a prevedere finanziamenti anche
per le strutture turistiche (Cassa per il Mezzogiorno, che si è rivelata un fallimento, poiché vi era un istituto che
concedeva finanziamenti ad imprenditori, che spesso si appropriavano dei fondi, senza costruire le strutture).

ART 117 (precedente al 2001) → fissa le competenze legislative in qualunque materia per le regioni e lo Stato → il
nostro ordinamento ha previsto che le regioni potessero varare delle leggi, limitate rispetto alle leggi statali, poiché
hanno valenza territoriale. Tra le autonomie concesse alle Regioni, c’è un’autonomia legislativa (incompleta), che dà
alle Regioni la possibilità di creare una propria politica interna. La Regione emana per le seguenti materie norme
legislative nei limiti dei principi fondamentali stabiliti dalle leggi dello Stato, sempreché le norme stesse non siano in
contrasto con l’interesse nazionale e con quello di altre Regioni: urbanistica, turismo e industria alberghiera, fiere e
mercati, musei e biblioteche di enti, viabilità…

LEZIONE 6 12/03/2021
VECCHIO ART. 117 COSTITUZIONE
La Regione emana per le seguenti materie norme legislative nei limiti dei principi fondamentali stabiliti dalle leggi
dello Stato, sempreché le norme stesse non siano in contrasto con l'interesse nazionale e con quello di altre Regioni:
urbanistica; turismo e industria alberghiera; tramvie e linee automobilistiche di interesse regionale ordinamento degli
uffici e degli enti amministrativi dipendenti dalla Regione; circoscrizioni comunali; polizia locale urbana e rurale; fiere
e mercati; beneficenza pubblica e assistenza sanitaria e ospedaliera; istituzione artigiana e professionale e assistenza
scolastica; musei e biblioteche di enti le; viabilità, acquedotti e lavori pubblici di interesse regionale; navigazione e
porti lacuali; acque minerali e termali; cave e torbiere; caccia; pesca nelle acque interne; agricoltura e foreste;
artigianato.
In tale articolo, veniva esplicitato: la competenza delle regioni, quella concorrente e tutte le materie non esplicitate
erano dello stato.
Competenza concorrente→competenza di entrambi gli organi; per evitare dei conflitti tra le parti, lo stato fissa i
principi tramite le LEGGI QUADRO e le regioni devono impegnarsi ad attuarli secondo le proprie specificità
territoriali. Inoltre, in tale articolo erano imposti dei limiti alle regioni: 1. Rispettare le leggi quadro, 2. Rispettare
l’INTERESSE NAZIONALE, cioè non dovevano andare contro le altre regioni. Questi limiti non sono esplicitati nella
riforma del 2001, sono sottintesi. Con la riforma Bossi, poiché si voleva dare maggiore autonomia alle regioni,
verranno esplicitate le materie di competenza dello stato, comp. Concorrente e tutte le materie non enunciate erano
di competenza regionale. Poi, però, interverrà la Corte Costituzionale per riequilibrare le competenze tra gli organi.
CONSEGUENZE ART. 117 COST.
1. politica statale altalenante: apparentemente disponibile verso il decentramento, ma nelle scelte cruciali,
sempre improntata a un accentramento deciso.
2. Negli anni 70, l’apparizione delle Regioni sulla scena istituzionale e le loro rivendicazioni hanno modificato
l’approccio del potere statale che ha preferito adottare una tattica più difensiva, rivolta “a mantenere le
posizioni”, ovvero a concedere il meno possibile.

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EVOLUZIONE NORMATIVA INTERNA/4


- 1970 Attuazione del decentramento regionale (22 enti legislatori che si occupavano di turismo con
provvedimenti di trasferimento delle funzioni alle Regioni inadeguati: disorganici e frammentari)→art. 117 Cost.
fino ad allora inattuato.
- Nel 1971 furono approvati gli Statuti ordinari di tutte le Regioni e l’anno successivo si iniziarono i primi
trasferimenti di funzioni amministrative statali alle Regioni con i decreti del 14 gennaio 1972, comprese quelle in
materia di turismo (DPR 14 gennaio 1972, n. 6 e decreto 24 luglio 1977, n. 616)
- I provvedimenti erano disorganici e frammentari, tradivano la volontà statale di dar vita a un semplice trasloco di
uffici più che a un trasferimento di potestà legislativa e di funzioni istituzionali (pochi fondi) mancanza di
coordinamento
I MINISTERI INTERESSATI al turismo erano tanti:
- Esteri: si occupa dei turisti che provengono dall’estero;
- Lavoro: qualificazione professionale imprese turistiche;
- Interni: governo del territorio, sicurezza;
- Cultura, ambiente turismo
- Salute: in passato chi non era vaccinato non poteva spostarsi.
- Economia
- Commercio
PROBLEMI DI INQUADRAMENTO DEL TURISMO:
1. Il turismo è in definitiva la sintesi di fattori tanto numerosi quanto diversi fra loro
2. Le politiche del turismo dei vari attori pubblici della scena turistica devono dare vita a un prodotto unitario
che sappia valorizzare le diversità
3. Importante il contesto storico e sociale che ha influenzato le istanze di gruppi di interesse e le scelte della
classe politica
EVOLUZIONE NORMATIVA INTERNA
Dato che il governo non emanava leggi quadro in diverse materie, le regioni si rivolsero alla Corte costituzionale
ottenendo la possibilità di legiferare senza leggi quadro ma rispettando i principi della Costituzionale. In ambito
turistico, le regioni potevano basarsi solo sull’articolo 9 e interpretando il resto→il governo bocciava tutte le leggi
regionali in quanto, secondo loro, non rispettavano i principi della Costituzione ma anche perché gli enti
interpretavano la costituzione in modo differente.
− FINALMENTE→Legge 217 del 17 marzo 1983: “Legge Quadro per il Turismo”
− la legge 15 marzo 1997, n. 59, legge Bassanini, ha posto le condizioni per un nuovo trasferimento di funzioni alle
Regioni con decreto 112/98, strumento cardine della nuova architettura istituzionale che è chiamato ad
assicurare al sistema omogeneità e coordinamento:
− Legge n. 135 del 2001. “Riforma del Turismo”
− Legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3
− tutela Beni Culturali e Paesaggistici, Decreto Legislativo n. 42/2004;
− Art.12, c.7 D.L. 14/03/2005, n.35 ha istituito Agenzia nazionale del turismo
− Decreto legislativo 206/2005 (Testo Unico per la tutela dei consumatori artt. da 82 a 100 sul turismo)
− L. 96/2006 riordinamento agriturismo
− Decreto legislativo del 23 maggio 2011 n. 79 “Codice Turismo”
L. 217/1983
- Prima legge quadro sul turismo dopo 35 anni dalla Cost. che, però, accentuò invece di risolvere sia i problemi
generali di rapporti fra istituzioni. L’obiettivo essenziale della legge era: l’individuazione di un meccanismo di
coordinamento delle attività delle Regioni in grado di evitare la frantumazione degli interventi e tradurre in
programmazione nazionale le programmazioni delle singole Regioni. Tale obiettivo fu mancato in pieno e ciò
provocò molti ricorsi alla Corte costituzionale.
- Definiva Impresa turistica che corrisponde con la struttura ricettiva e l’agenzia di viaggio.
- Vengono istituite attraverso essa, le APT aziende di promozione turistica e gli IAT uffici di informazione e
accoglienza turistica.

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- Nonostante sia stata abrogata, molti dei suoi contenuti principali sono stati all’epoca acquisiti dalle legislazioni
regionali e ancora mantenuti, costituendo, ancora oggi, un punto di riferimento ma piuttosto generico, rinviava ad
un DPCM, d’intesa con la Conferenza Stato-Regioni, l’individuazione delle linee guida e degli obiettivi per la
valorizzazione e lo sviluppo del sistema turistico italiano.
- Dopo decenni di oppressione dell’accentramento statale, la legislazione turistica delle Regione è esplosa in una
miriade incontrollata di provvedimenti→ “interventi a pioggia”
- Le Regioni forti dell’esistenza di una legge quadro diedero vita a leggi in totale autonomia su:
• disciplina della classificazione alberghiera e delle agenzie di viaggio,
• ripartizione dei finanziamenti alle imprese,
• programmazione delle attività promozionale,
• organizzazione turistica territoriale.
che hanno finito per penalizzare razionalità ed efficienza dell’intero sistema turistico.
EVOLUZIONE NORMATIVA STATALE
Dopo la promulgazione della Costituzione, venne istituito il Ministero del Turismo che si occupava di coordinare le
azioni delle regioni in materia turistica, ma:
- 1993 abrogazione Ministero del turismo
- 1990 istituzione nuovo ENIT ente nazionale per l’incremento delle industrie turistiche, poi ente nazionale italiano
per il turismo ora Agenzia nazionale per il turismo. Le Regioni erano chiamate a rapportarsi a tale ente (la legge 8
giugno 1990, n. 142, sancì ulteriori trasferimenti alle amministrazioni locali)
- Subito dopo si istituirono il Comitato di Coordinamento per la programmazione turistica e il Comitato
Consultivo Nazionale (per omogeneità del sistema)
- 1994 istituzione del Dipartimento per il turismo c/o Presidenza del consiglio con funzioni di indirizzo,
coordinamento e programmazione→ Non si riuscì a ottenere un vero coordinamento
EVOLUZIONE NORMATIVA
la legge 15 marzo 1997, n. 59, meglio nota come legge Bassanini, ha posto le condizioni per un nuovo e rilevante
trasferimento di funzioni alle Regioni. Tale trasferimento si è realizzato attraverso successivi decreti legislativi di
attuazione. Il d.lg. 31 marzo 1998, n. 112 che dedica il Capo IX proprio al turismo (abroga varie disposizioni della
legge 217/83)
CONSEGUENZE BASSANINI
- Tutte le competenze dell’abolito Ministero furono trasferite alle Regioni (art. 1)
- Stabiliva alcune sub materie di competenza dello Stato e tutte le altre alle Regioni
- Ma con la legge n. 203/95 si istituiva il Ministero delle attività produttive e il dipartimento per il turismo che
cominciavano a riappropriarsi di molte funzioni sul turismo con l’»alibi» dell’indirizzo e coordinamento
- Lo Stato si riprendeva la definizione della politica del turismo
- Principio di sussidiarietà: funzioni amministrative spettano all’organo più vicino al cittadino (Comune).
D.LGS. 112/98
- La politica del turismo deve essere definita dallo Stato in accordo con le Regioni (intesa Conferenza Stato
Regioni→organo dove si incontrano i due enti per discutere sulle materie di competenza concorrente) e le
associazioni di categoria e le organizzazioni sindacali dei lavoratori del turismo.
- Indirizzo e coordinamento è dello Stato ma previa intesa con le Regioni
SITUAZIONE POLITICA DOPO LE LEGGI BASSANINI
- Dal ‘90 al 2000 presentazione di innumerevoli disegni di legge di riforma, costantemente osteggiati dalle Regioni,
che hanno sempre visto nella legislazione quadro un’ingerenza sulla loro potestà legislativa.
- dopo oltre 15 anni di attesa, il Parlamento approvò, per certi versi a sorpresa, il testo definitivo della riforma
della legge quadro (legge 135 del 2001).

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LEZIONE 7 - LEGGE QUADRO 135/2001 SUL TURISMO, che ha abrogato la 217/1983 17/03/2021

La legge 217 era stata giudicata come “insufficiente”, perché non individuava i principi generali della materia e
creava confusione, in quanto le Regioni decisero di emanare delle leggi → si creò confusione tra le leggi statali e le
leggi regionali e la legge statale, che doveva coordinare tutte le altre. Fu poi emanata a modifica della 217 la legge
135. Per questa modifica si aspettarono quasi 20 anni, infatti nel 2001 ci fu un progetto di revisione costituzionale
che portò alla modifica della Costituzione e in particolare alla modifica dell’ART 217. Come abbiamo visto, per
modificare la Costituzione è necessario un procedimento aggravato che prevede 2 successive deliberazioni a distanza
di 2 mesi (sia dalla Camera che dal Senato) nello stesso testo. Quindi, nel momento stesso in cui il Parlamento era in
fase di approvazione della riforma costituzionale, stava approvando la legge 135.
La competenza passa da concorrente a competenza esclusiva regionale → le Regioni non hanno necessità di una
legge quadro per emanare delle loro leggi. Nel momento in cui si modificò la Costituzione, fu approvata una legge
quadro.

LEGGE 135/2001
• LEGGE QUADRO = determinava i principi generali sul turismo (considera la tutela del consumatore, il ruolo
delle imprese turistiche, la valorizzazione delle risorse culturali e artistiche…)
• Dopo la riforma del 2001 la Corte costituzionale non la dichiara incostituzionale perché non contrasta le
competenze regionali e perché i contenuti di questi principi e obiettivi vengono rimandati ad un DPR il cui
contenuto era stabilito insieme alle Regioni e alle associazioni di categoria.
• I suoi principi sembrano più che altro valori/obiettivi sul turismo che tutta la Repubblica deve rispettare
• Il turismo ha un duplice ruolo strategico: sviluppo economico e occupazionale; crescita culturale e sociale
della persona e della collettività (cosa che non era prevista nella 217) → bilanciamento tra valore economico
(interesse pubblico) e sociale (interesse dei singoli individui di arricchirsi e accrescersi attraverso il turismo)
→ principio personalistico (mette in primo piano l’individuo e le sue esigenze) e solidaristico (crescita della
persona e della comunità) → entrambi alla base degli articoli fondamentali della Costituzione.
• Prevede poi gli strumenti per realizzare tali obiettivi
• Detta i principi con maggiore competitività del turismo (a livello statale e regionale), concede sostegno alle
imprese, specifica un uso strategico degli spazi rurali e delle economie marginali (tenendo conto anche di
quei luoghi e località ancora sottosviluppate dal POV turistico)
• Si occupa della valorizzazione dei beni culturali e ambientali e delle tradizioni locali
• Azioni a sostegno degli anziani, disabili e meno abbienti (valorizzazione comunità locali) → aiuto nei
confronti dei soggetti “deboli” della società, che hanno difficoltà a fare turismo (turismo sociale)
• Rinviava a un DPR (decreto del Presidente della Repubblica) adottato di intesa con le Regioni i contenuti
degli obiettivi fissati, sentite le associazioni di categoria e le competenti commissioni parlamentari → i
contenuti degli obiettivi dovevano essere fissati da un DPR (regolamento governativo), il cui contenuto
doveva essere elaborato insieme alle Regioni, alle associazioni di categoria e alle competenti commissioni
parlamentari.
• DPR 13/09/2002 → che doveva prevedere i principi della legge 135 nello specifico, col fatto che vedeva la
partecipazione delle Regioni nell’elaborazione del suo contenuto, ha influenzato il giudizio della Corte
costituzionale, perché la legge 135 si pone come obiettivo il fatto di realizzare i principi, estrapolandoli
tramite una cooperazione con le Regioni. Questo DPR fu emanato nel 2002, quando ormai la legge
costituzionale n° 3/2001 era stata approvata.

[I principi della legge 135 vedono lo Stato cooperare con le Regioni e con le parti sociali → è una legge quadro al cui
contenuto partecipano anche le Regioni. Questo perché la legge 135 voleva realizzare la massima partecipazione
della società, tra cui gli enti locali e le Regioni, per poter avere una legge “condivisa”, motivo per cui non viene
dichiarata incostituzionale]

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DIFFERENZE 135/217
• La 217 riguardava un’organizzazione amministrativa standardizzata e statica, mentre la 135 era di più ampio
respiro e voleva una maggior partecipazione anche da parte degli enti locali, perché quest’organizzazione
doveva essere condivisa
• La 135 istituisce i STL (sistemi turistici locali → strumento essenziale per il turismo): prevedeva un contesto
turistico omogeneo integrato, un’opportunità per sviluppare zone geografiche non ancora valorizzate, a
differenza delle APT, istituite con la 217/1983 che venivano utilizzate per luoghi già importanti.
• Le imprese turistiche nella legge 135 vengono definite diversamente rispetto alla 217; la 135/2001 dà la
stessa definizione di impresa nell’ART 2082 del Codice civile
• La 217 è imposta dallo Stato, mentre la 135 è concertata (prevede la partecipazione delle Regioni e degli enti
locali)

La legge 135 viene emanata 6 mesi prima dell’ART 117 e la nuova legge costituzionale modifica pesantemente l’ART
117. La modifica del titolo V della Costituzione del 2001 fu imposta dalla Lega Bossi, che all’epoca voleva il
Federalismo, per separare le regioni del nord e del sud (ciò non era possibile, perché contrastava con l’ART 5 della
Costituzione, secondo cui “la nostra Repubblica è una e indivisibile, seppure decentrata, con enti locali” → la nostra
Costituzione preclude la modifica dei Principi Fondamentali, perché sono l’esplicazione della Forma Repubblicana e
l’ART 139 della Costituzione dice che la Forma Repubblicana non è modificabile nemmeno con il procedimento di
revisione costituzionale, quindi non è possibile cambiare la nostra forma di Stato, che è uno Stato unitario, anche se
con base decentrata). Fu emanato l’ART 117 per tenere a bada la Lega Bossi, coinvolgendo anche le Regioni,
ampliandone le competenze.

Secondo quale tecnica legislativa è stato modificato l’ART 117? → il vecchio ART 117 dettava le materie concorrenti
tra Stato e Regioni (dove lo Stato deve fissare i principi generali, mentre le Regioni devono attuarli) e infine una serie
di materie, di legislazione esclusiva delle Regioni; tutte le altre materie erano di competenza dello Stato. Questo ci fa
comprendere che le competenze statali erano nettamente superiori rispetto a quelle regionali. Il nuovo ART 117
capovolge la situazione (questo doveva essere un modo per ampliare le competenze regionali).

- Primo comma: la potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché
dai vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali. Il primo comma stabilisce le
materie di competenza dello Stato, che sono molto ampie, per questo definite materie trasversali, poiché riescono a
toccare anche le materie di competenza regionale.

NUOVO ART 117


- Lo Stato ha legislazione esclusiva in diverse materie, tra cui (secondo comma):
• Politica estera e rapporti internazionali dello Stato
• Rapporti dello Stato con l’UE
• Immigrazione, diritto di asilo e condizione giuridica dei cittadini di Stati non appartenenti all’UE
(Sono tutte materie che hanno una rilevanza internazionale e in particolare statale. Si tratta di materie trasversali)
- Sono materie di legislazione concorrente (tra Stato e Regioni, terzo comma) quelle relative a:
• Rapporti internazionali e con l’UE nelle Regioni
• Commercio con l’estero
• Tutela e sicurezza sul lavoro
• La concorrenza permette anche allo Stato di occuparsi del turismo (diritto sociale)
-Tutte le competenze non specificate nei commi precedenti, sono di competenza regionale (quarto comma →
potestà esclusiva regionale o residuale) → Spetta alle Regioni la potestà legislativa in riferimento ad ogni materia
non espressamente riservata alla legislazione dello Stato.

[La Corte costituzionale non ha fatto altro che togliere alla Regione alcune materie di sua competenza, accentrandole
nelle mani dello Stato, creando così un nuovo equilibrio. Però, da un lato era importante dare al turismo
un’immagine unitaria dell’Italia, dall’altra c’era la necessità di valorizzare le unicità territoriali e regionali → ciò ha
complicato la situazione, perché così una Regione avrebbe potuto emanare delle leggi anche in contrasto con quelle

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delle altre regioni, oppure, poteva crearsi un divario tra le Regioni più ricche e quelle più povere (Regioni a vocazione
turistica e non), poiché le Regioni con un maggiore potere economico avevano la possibilità di investire
maggiormente nel turismo → sbilanciamento]

ATTUAZIONE LEGGE 135


L’ART 11 della legge 135 prevedeva che dovessero essere emanate delle linee guida dal Presidente della Repubblica
che, inizialmente, avrebbero rappresentato il quadro statale di riferimento. Tali disposizioni sarebbero state
illegittime a seguito della riforma, perché l’ART 117 fissa le competenze legislative, ma fissa anche quelle
regolamentari e sostiene, in uno dei suoi commi, che le competenze regolamentari per le materie esclusive regionali,
sono delle Regioni. Quindi, anche un regolamento governativo in materia di turismo è illegittimo perché non rispetta
quanto disposto dall’ART 117, che specifica le competenze regolamentari (competenza di emanare regolamenti =
fonti di 2°) e che sostiene che, per quanto riguarda la competenza regolamentare delle materie affidate alle Regioni
(turismo), la competenza è sempre delle Regioni → secondo la riforma dell’ART 117, lo Stato non può emanare
regolamenti in materia di turismo.
Però, il DPR, previsto dall’ART 11 della legge 135, fu emanato nel 2002, quando già c’era la riforma del 2001 dell’ART
117 → ulteriore anomalia nell’Ordinamento giuridico, il cui contenuto è stato preso di comune accordo con le
Regioni. Parliamo di anomalia perché va ad invadere la competenza regolamentare delle Regioni.

Per uscire da tale situazione che ingessava la legislazione, si sono sostituite alle “linee guida” le cosiddette “linee di
armonizzazione”, ovvero accordi tra le Regioni e lo Stato sugli stessi punti che avevano costituito le linee guida con
DPR. Questo DPR interessava le Regioni, poiché attraverso questo DPR si sarebbero emanati gli incentivi alle Regioni
in materia di turismo.
Le Regioni stesse lo fanno passare per un accordo tra Stato e Regioni che avevano stabilito il contenuto e risultava un
regolamento statale di recepimento degli accordi tra Stato e Regioni. Questo DPR è ancora in vigore, poiché non ha
leso queste ultime, in quanto:
• Il contenuto era sempre stabilito anche dalle Regioni
• Stabiliva come dovevano essere emanate le sovvenzioni in materia di turismo alle Regioni

[DPR = regolamento che si riferisce alla legge 135. Questa legge parlava di obiettivi, che dovevano essere tradotti in
principi, attraverso questo regolamento, che doveva essere emanato insieme alle Regioni e alle parti sociali → dato
che il contenuto veniva elaborato con la partecipazione delle Regioni, queste non si sono sentite lese da questo
regolamento, nonostante l’ART 117 prevedeva che non dovesse esistere un regolamento governativo in materia di
turismo. Ma, facendolo passare come un accordo tra Stato e Regioni, è stato superato il problema della competenza
regolamentare stabilita dall’ART 117.]

DPCM 13/09/2002
L’accordo sui punti previsti avvenne solo parzialmente e, nonostante ciò, fu emesso un decreto PCM (13/09/2002)
come previsto dall’ART 2 della legge del 2001, in cui erano riportati i pochi punti su cui si era trovato l’accordo tra
Stato e Regioni (iat = uffici di assistenza turistica / e tipologie di imprese turistiche). Per le altre intese si rinviava a
successivi accordi, tramite i principi di leale collaborazione e sussidiarietà

CONSEGUENZE DELL’ART 135


La Corte costituzionale non dichiara illegittima la legge 135 per il principio di continuità ma dichiara i suoi principi
cedevoli → la Corte costituzionale conosceva bene la disparità tra le regioni in settore turistico e sapeva che, benché
alcune Regioni sarebbero state perfettamente in grado di emanare leggi sul truismo, altre Regioni non ne avevano
ancora la possibilità.
-Per il principio di continuità la Corte costituzionale non dichiara illegittima la legge 135, poiché alcune Regioni non
sono in grado di emanare delle proprie leggi sul turismo.
-Principi cedevoli → nel momento in cui le Regioni emanano delle leggi sul turismo autonomamente, la legge 135
viene abrogata. Però nel 2011 ormai, tutte le Regioni si erano dotate di leggi sul turismo e quindi la legge 135 perde
di efficacia.

Nel caso della legge 135 abbiamo 2 fonti dello stesso grado (1 statale e 1 regionale)

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La Corte costituzionale non dichiara illegittima la legge 135 perché:


1. Il contenuto di questi principi era stato armonizzato tra Stato e Regioni
2. Per non lasciare il vuoto normativo
3. Perché questa legge sarebbe venuta meno nel momento in cui le regioni si sarebbero date delle leggi.

Dopo la sentenza 197/2003, le Regioni hanno cominciato ad emanare leggi sul turismo → di fatto hanno emanato
leggi molto diverse fra loro → si dava un’immagine troppo variegata dell’Italia, soprattutto all’estero e nacquero
esigenze di unitarietà e coordinamento → serviva un organo centrale che garantisse il soddisfacimento di queste
esigenze → fu creato prima dipartimento del turismo e poi ministro del turismo. Il ministro è un organo esecutivo,
emana regolamenti, ma abbiamo visto che i regolamenti sono di competenza regionale, quindi potrebbe
sorprendere il fatto che esista questa figura, ma si è resa necessaria per esigenze di unitarietà e coordinamento,
quindi trova la sua legittimazione nelle materie competenti dello Stato, che hanno a che fare col turismo e che
hanno bisogno di una visione unitaria e coordinata.

STITUZIONE DOPO LA RIFORMA COSTITUZIONALE


Essendo il quadro legislativo del turismo assai complesso e disomogeneo, vi è la permanenza di diversi aspetti su cui
la competenza risulta essere dello Stato o in concorrenza con le Regioni, ovvero:
• La disciplina delle imprese, quella fiscale e delle professioni turistiche
• La tutela dei consumatori
• La libertà di circolazione e di espatrio
• La salute e il benessere fisico
• La tutela dei beni culturali e paesaggistici
• La tutela ambientale

LEZIONE 8 CODICI RIGUARDANTI IL TURISMO 19/03/2021


La Corte costituzionale è quell’organo, previsto dalla costituzione, che garantisce la rigidità della costituzione. È
composta da 15 giudici: 5 nominati dal Presidente della Repubblica, 5 nominati dal Parlamento in seduta comune e
altri 5 nominati dalle supreme magistrature (corte di cassazione + consiglio di stato)→giudici scelti tra: giudici,
professori ordinari di diritto o avvocati che hanno esercitato la professione per 20 anni.
1. Corte di Cassazione è l’ultimo grado di giudizio che deve giudicare la legittimità dei processi precedenti, quindi
come è stata applicata la legge; in Italia ci sono 3 gradi (tribunale, corte d’Appello, Corte di Cassazione) per
assicurare la massima obiettività di giudizio nei confronti delle persone in giudizio. È formata da magistrati
anziani con particolare esperienza.
2. Consiglio di Stato rappresenta il secondo grado della giurisdizione amministrativa. Ci sono due gradi di giudizio:
TAR (tribunali amministrativi regionali) sono tribunali deputati a difendere i cittadini nei confronti di atti emanati
dalla pubblica amministrazione che sono illegittimi e il Consiglio di Stato dove siedono giudici particolari anche di
nomina governativa però sono persone molto esperte in materia di diritto amministrativo.
ILVA DI TARANTO: il sindaco aveva emanato una ordinanza di chiusura dell’area a caldo (inquinante) e i proprietari
dell’ex ILVA hanno impugnato questa ordinanza dinnanzi al TAR, chiedendo di dichiararla illegittima. Il TAR non ha
deciso nel merito ma ha detto di rispettare l’ordinanza e andare avanti nel processo. Gli ex proprietari hanno
impugnato la sentenza del TAR davanti al Consiglio di Stato che ha consesso la sospensiva (sospeso sentenza del
TAR).

CODICE: è un decreto legislativo emanato dal governo nel rispetto della legge delega del Parlamento.
CODICE DEL CONSUMO: è un Decreto legislativo, 06/09/2005 n°206, per adeguarsi alle direttive CEE per la tutela dei
consumatori. Quindi armonizza e riordina le normative concernenti i processi di acquisto e consumo, al fine di
assicurare un elevato livello di tutela dei consumatori e degli utenti. È stato emanato ai sensi dell'art. 7 della legge
delega 29 luglio 2003, n. 229, relativo al riassetto delle disposizioni vigenti in materia di tutela dei consumatori, in
attuazione di una serie di direttive U.E. per la protezione del consumatore. È stato poi modificato nel corso del
tempo; la modifica più importante l. n. 244/ 2007 introduzione di un nuovo tipo di azione legale, detta azione
collettiva o class action. Aggiornamenti recenti si sono avuti nel 2014 e 2015. Un’altra novità è la promozione e lo
sviluppo dell'associazionismo libero, volontario e democratico tra i consumatori e gli utenti.

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Alle associazioni sono stati affidati numerosi compiti tra cui: garantire l’erogazione di servizi pubblici secondo
standard di qualità e di efficienza; tutela della salute ed equità nei rapporti contrattuali. Per quanto riguarda il
turismo, tutto il titolo V del capo II era dedicato ai servizi turistici poi abrogati dal d.lgs. 79/2011 (codice del turismo).
Con il codice del turismo (d.lgs. 79/2011) vengono poi modificati anche i contratti di multiproprietà, i contratti
relativi ai prodotti per le vacanze di lungo termine, i contratti di rivendita e di scambio.

ASSOCIAZIONI DEI CONSUMATORI


Le associazioni dei consumatori e degli utenti inserite nell'elenco di cui all'articolo 137 del Codice, sono legittimate
ad agire a tutela degli interessi collettivi dei consumatori e degli utenti. Esse monitorano sull’offerta dei beni per
vedere se rispettano le norme del Codice del Consumo. Qualora non ci fosse il rispetto delle leggi, sono legittimate
ad agire nelle ipotesi di violazione degli interessi collettivi dei consumatori contemplati nelle materie disciplinate dal
codice del consumo. Da ciò, le associazioni posso dare vita alla class action che prima del 2006 non era prevista ma
che verrà recepita a seguito delle direttive dell’UE.

CLASS ACTION: Le associazioni dei consumatori possono richiedere al tribunale:


a) di inibire gli atti e i comportamenti lesivi degli interessi dei consumatori e degli utenti;
b) di adottare le misure idonee a correggere o eliminare gli effetti dannosi delle violazioni accertate;
c) di ordinare la pubblicazione del provvedimento su uno o più quotidiani in modo che tutti i consumatori possano
essere a conoscenza di eventuali violazioni di imprenditori.
Il cittadino, in caso di danno, può agire in 3 modi: andare dinnanzi ad un giudice, rivolgersi alle associazioni oppure
avviare una class action.

CODICE DEL TURISMO


È il D. lgs. 23 maggio 2011 n. 79; è il Codice della normativa statale in tema di ordinamento e mercato del turismo, a
norma dell'articolo 14 della legge delega 28 novembre 2005, n. 246, nonché attuazione della direttiva 2008/122/CE,
relativa ai contratti di multiproprietà, contratti relativi ai prodotti per le vacanze di lungo termine, contratti di
rivendita e di scambio.
Le norme necessarie all'esercizio unitario delle funzioni amministrative in materia di turismo ed altre norme in
materia riportabili alle competenze dello Stato → lo stato delega un potere che non ha, tolto dall’art.117.
Prevede il riordino, coordinamento e integrazione delle disposizioni legislative statali vigenti, nel rispetto
dell'ordinamento dell'Unione europea.

PROBLEMI:
1. Si è posto in continuità con la tendenza del legislatore statale ad individuare profili di omogeneità dell’offerta
turistica nazionale a costo di contraddire l’ancora recente attribuzione della materia alla potestà legislativa di
tipo residuale delle Regioni.
2. Ci sono titoli competenziali che abilitano lo Stato ad interferire nella disciplina regionale della materia.
Si componeva di tre articoli con un allegato formato da 69 articoli.
Inoltre, l’art. 2 del “codice” ha individuato due ulteriori competenze in favore dello Stato legislatore nella materia del
turismo: “valorizzazione, sviluppo e competitività, a livello interno ed internazionale, del settore turistico quale
fondamentale risorsa del Paese”, “riordino e unitarietà dell’offerta turistica italiana”, quali esigenze di carattere
unitario abilitanti l’attrazione alla potestà legislativa statale.
Abrogava espressamente la legge 135, ma in realtà ne era una continuazione perché ne prende i contenuti.
Regola contratti di multiproprietà, contratti relativi ai prodotti per le vacanze di lungo termine, contratti di rivendita
e di scambio. Molte norme in materia di turismo sono contenute nell’allegato.
SEGUE:
Lo stato, per riappropriarsi della materia del turismo, fa ricorso al criterio della chiamata in sussidiarietà che è stato
impiegato già prima dell’approvazione del codice per avallare discipline statali in materia. La Corte costituzionale ha
sostenuto più volte il presupposto di applicazione di tale criterio: quando sia ravvisabile, ai sensi dell'art.118, comma
1, un'esigenza di esercizio unitario a livello statale di determinate funzioni amministrative...
...lo Stato interviene con una propria disciplina legislativa, anche senza potestà legislativa esclusiva, se la valutazione
dell'interesse pubblico sottostante all'assunzione di funzioni regionali da parte dello Stato sia proporzionata, non
risulti affetta da irragionevolezza e sia oggetto di un accordo stipulato con la Regione interessata “la necessità di un
intervento unitario del legislatore statale nasce dall'esigenza di valorizzare al meglio l'attività turistica sul piano
economico interno ed internazionale, attraverso misure di varia e complessa natura”, anche al fine di “ricondurre ad
unità la grande varietà dell'offerta turistica del nostro Paese e per esaltare il rilievo assunto dal turismo
nell'economia”

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CODICE DEL TURISMO/4


La Corte costituzionale, in merito alla richiesta di giudizi di legittimità costituzionale avanzati dalle Regioni Toscana,
Puglia, Umbria e Veneto con sentenza n. 80/2012, ha dichiarato “l'illegittimità” costituzionale: dell'articolo 1,
comma 1, del decreto legislativo 23 maggio 2011, n. 79 nella parte in cui dispone l'approvazione dell'art. 1,
limitatamente alle parole «necessarie all'esercizio unitario delle funzioni amministrative» e «ed altre norme in
materia», nonché' degli artt. 2, 3, 8, 9, 10, 11, comma 1, 12, 13, 14, 15, 16, 18, 20, comma 2, 21, 23, commi 1 e 2, 30,
comma 1, 68 e 69 dell'allegato 1 del d.lgs. n. 79 del 2011“, per violazione degli artt. 76 e 77, primo comma, Cost. e
artt. 117, quarto comma, e 118, primo comma, Cost.

LEZIONE 9 24/03/2021

La Corte costituzionale, investita dalla questione di costituzionalità delle Regioni, ha analizzato tutti gli articoli del
Codice del Turismo, evidenziando che alcuni articoli erano incostituzionali, mentre altri potevano essere salvati →
sentenza della Corte definita di accoglimento parziale. Le sentenze possono essere:
• di accoglimento = accolgono la questione di incostituzionalità
• di rigetto = rigettano la questione di incostituzionalità
In questo caso si tratta di una sentenza interpretativa: non decide che l’intero testo del Codice del Turismo è
incostituzionale, ma dichiara che solo una parte viene considerata tale.

MOTIVI DI ILLEGITTIMITÀ DEL CODICE DEL TURISMO


• Eccesso di elasticità nell’interpretazione della delega legislativa → sappiamo che il Parlamento ha delegato il
Governo per emanare un decreto legislativo in materia di turismo. Il Parlamento ha affidato al Governo una
materia che non è di competenza dello Stato, e che è stata interpretata in maniera troppo elastica.
• Fondata la censura di carenza di delega, ma soltanto nei limiti del riparto della potestà legislativa tra lo Stato
e le Regioni (artt. 76 Cost = delega e 117 Cost = ripartizione delle competenze tra Stato e Regioni) → la Corte
costituzionale ammette che, lo Stato, anche in materia del turismo conserva una competenza legislativa
esclusiva, che interferisce con il turismo (“materie trasversali / interferenti” = riescono a passare sulle
materie di competenza regionale). Delega carente, perché manca la potestà legislativa, poiché il turismo è
materia residuale delle regioni e non è competenza dello Stato, quindi lo Stato non può delegare il turismo.
• Anche in relazione ad una materia di potestà legislativa regionale residuale, com’è il turismo, lo Stato, però,
conserva comunque una competenza legislativa esclusiva interferente

Per esempio, ci sono delle materie dell’ordinamento civile abilita lo Stato a dettare in via esclusiva la disciplina
legislativa relativamente ai contratti turistici e ai profili di responsabilità connessi agli stessi. Vi è quindi violazione
della Costituzione perché il codice inficia disposizioni che interferiscono con la potestà legislativa regionale (se
riguardano solamente la materia di turismo, lo Stato non ha alcuna competenza, poiché non è una materia
trasversale). Alcuni articoli, però, ricostruiscono relazioni corrette tra lo Stato e le Regioni con riguardo alla disciplina
di materie che, pur attribuite alla potestà legislativa delle Regioni, tuttavia possono avere la necessità di
un’interferenza legislativa statale, non solo per i profili che attengono alle materie c.d. “trasversali”, ma anche in
ragione di “istanze unitarie” (il fatto che a volte è necessario regolare le materie come il turismo, di competenza
regionale, che attengono per certi profili alle materie trasversali dello Stato). Comunque, la Corte propende sempre
per attribuire la potestà allo Stato = la Corte, rifacendosi alle istanze unitarie e alle materie trasversali ha cercato di
salvare il più possibile dal Codice del Turismo. L’altro motivo che avevano rilevato gli avvocati dello Stato per salvare
il codice del turismo è il principio di sussidiarietà.
Gli avvocati avevano evidenziato che la materia turismo, proprio per il principio di sussidiarietà verticale rientrava
nella competenza dello Stato, poiché in alcuni casi doveva sostituirsi alle Regioni per promuovere meglio il turismo.
→ la Corte costituzionale non ha potuto riconoscerlo perché, aveva specificato in sentenze precedenti che, per
quanto il principio di sussidiarietà riguardasse le funzioni amministrative (attuazione delle leggi, regolamenti), può
anche essere riferito alle competenze legislative, ma per fare ciò è necessario stabilire un principio di leale
collaborazione tra Stato e Regioni. Però, nessun articolo del Codice del Turismo prevedeva una fonte di accordo tra
Stato e Regione.

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APPROFONDIMENTO SULLE ISTANZE UNITARIE: erano necessarie per quanto riguarda gli articoli che necessitavano di
una regolamentazione unitaria (ex per promuovere un’immagine unitaria dell’Italia all’estero)

ARTICOLI NON ABROGATI DEL CODICE:


-Artt. 4,5 sulle imprese turistiche allegato (parlano delle imprese turistiche sono ordinamento civile dello Stato)
-Art. 6 sulle professioni turistiche allegato (la materia professioni è di tipo concorrente)
-Art. 7 sul mercato del lavoro allegato (concorrenza)
-Salvi gli artt. Da 24 a 68 dell’allegato sul turismo culturale e sociale, i contratti del settore, le locazioni turistiche e la
promozione dell’eccellenza turistica italiana (rientra nei rapporti con l’estero), la qualità del servizio, la soluzione
delle controversie e la carta dei servizi

Tutti gli altri articoli vengono dichiarati incostituzionali, quindi non sono in vigore.

CODICE DEI BENI CULTURALI E DEL PAESAGGIO (emanato nel 2004)


Importante perché la maggior parte del turismo è rappresentato dal turismo culturale.
Beni culturali intesi non soltanto come patrimonio storico-artistico, ma anche culturale.
Leggi Bottai (Bottai ministro dell’Istruzione durante il Fascismo) → leggi di tutela delle cose di interesse storico-
artistico dal punto di vista estetico. Fino al 1999 non c’è stata alcuna riforma di queste leggi nate durante il fascismo.
Nel 1999 viene emanato un testo unico per riformare il settore e si passa dalla definizione “beni di interesse storico e
artistico” alla definizione “beni culturali” → si parla anche di beni culturali immateriali (le tradizioni, i dialetti, favole,
ricette di prodotti tipici…). Il patrimonio da tutelare non è più rappresentato dal patrimonio storico-artistico
considerato dal POV estetico, ma da tutti quegli elementi che caratterizzano la nostra storia e la nostra cultura.
Questo testo unico sui beni culturali viene poi modificato dal:
• Dgls n 42/2004 modificato successivamente dal dlgs 24 marzo 2006, n 156, dal dlgs 26/03/2008, n 62, e dal
dgls 26/03/2008 n 63.
• Questo dgls rappresenta il principale riferimento normativo italiano che attribuisce al Ministero il compito di
tutelare, conservare e valorizzare il patrimonio culturale italiano.
• Il codice invita alla stesura di piani paesaggistici meglio definiti come “piani urbanistico-territoriali con
specifica attenzione ai valori paesaggistici” → novità, poiché in Italia fino al 2004 non esistevano ancora delle
norme a tutela del paesaggio.

ART importanti dei beni culturali


• ART 2 sul patrimonio culturale
• ART 3 sulla tutela
• ART 5 sulla cooperazione dello Stato tra enti locali
• ART 6 detta i principi di valorizzazione a cui si devono attenere le regioni (viene visto come legge quadro)
• ART 10 classificazione dei beni culturali
• ART 111 attività di valorizzazione
• ART 112 valorizzazione e piani
• ART 115 gestione dei beni culturali
• ART 117 servizi aggiuntivi (attività commerciali, affidati ai privati)

PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETÀ
-VERTICALE: Art 118 Cost., I comma
Le funzioni amministrative sono attribuite ai Comuni salvo che, per assicurarne l’esercizio unitario, siano conferite a
Province, Città metropolitane, Regioni e Stato, sulla base dei principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza
= Le funzioni amministrative sono affidate ai Comuni, poiché sono l’ente più vicino ai cittadini, conosce i loro bisogni
e sa come meglio fruire queste funzioni organizzative. Però, possono essere attribuite anche per grado (Province,
Città, Regioni, Stato), se c’è un’esigenza dell’esercizio unitario, o in caso i Comuni non siano in grado di provvedere
questi servizi ai cittadini (ex. Comune di Rocca Cannuccia, Basilicata).
A livello europeo, laddove gli Stati non sono in grado di fa fronte ad una determinata funzione amministrativa, l’UE
ne prende carico.

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-ORIZZONTALE: Art 118 Cost., ultimo comma


Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni (tutti gli enti locali su base territoriale) favoriscono
l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale (servizi
pubblici), sulla base del principio di sussidiarietà
Ex di principio di sussidiarietà orizzontale: Risonanza magnetica in un ospedale pubblico (4-5 mesi di attesa), se un
paziente si rivolge ad una struttura privata, l’attesa è minore (anche di pochi giorni).
Ex. Museo degli Uffizi: una società si occupa della gestione del museo.

Con la riforma del 2001 è stato introdotto il principio di sussidiarietà (verticale, orizzontale). La novità assoluta è il
principio di sussidiarietà orizzontale, perché lo Stato non si era mai rivolto al privato per lo svolgimento di servizi di
competenza dello Stato → ci si era resi conto che lo Stato non riusciva a soddisfare attraverso i suoi servizi, tutte le
esigenze dei cittadini. È stato un cambiamento così radicale, che lo Stato è passato da Stato del Welfare (Sociale) a
Stato del Welfare mix → si fa aiutare anche dai privati per svolgere la funzione di Stato sociale.
NOVITÀ: i privati partecipano alle funzioni pubbliche.

PAESAGGIO (favoriscono il turismo naturalistico):


• ART 131 sulla salvaguardia /ART 132 sulla cooperazione tra le amministrazioni
• ART 134 sulla fruizione dei beni paesaggistici / ART 136 sugli immobili e le aree di notevole interesse
pubblico

LEZIONE 10 26/03/2021
ART 2 CODICE DEI BENI CULTURALI:
- Sono beni culturali le cose immobili e mobili che, ai sensi degli articoli 10 e 11, presentano interesse artistico,
storico, archeologico, archivistico e bibliografico e le altre cose individuate dalla legge o in base alla legge quali
testimonianze aventi valore di civiltà = devono essere testimonianza della nostra tradizione (ex. Divina Commedia).
- I beni del patrimonio culturale di appartenenza pubblica sono destinati alla fruizione della collettività (Diritto di
godere di quel bene culturale → diritto al turismo della collettività), compatibilmente con le esigenze di uso
istituzionale e sempre che non vi ostino ragioni di tutela e di sicurezza (la fruizione è un bene inalienabile, ma
possono esservi delle limitazioni legate alla tutela, ad esempio in caso di restauro).

Il codice dei beni culturali doveva essere emanato perché l’ART 117/2001 aveva inquadrato come competenza
legislativa quella sui beni culturali, ma l’aveva divisa a metà, inoltre la Corte ha evitato di dare una definizione di
tutela e valorizzazione, avendo così difficoltà a stabilire le sfere di competenza:
- Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie: tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali.
- Sono materie di legislazione concorrente quelle relative a: valorizzazione dei beni culturali e ambientali e
promozione e organizzazione di attività culturali.
Per cercare di risolvere questo problema, la Corte ha elaborato un nuovo criterio (che non esiste nella Costituzione)
→ Criterio dominicale (se la legge regionale disciplina beni di proprietà di una regione = incostituzionale)

ART 3
-La tutela consiste nell’esercizio delle funzioni (funzioni amministrative, che danno il servizio al cittadino) e nella
disciplina delle attività dirette, sulla base di un’adeguata attività conoscitiva, ad individuare i beni costituenti il
patrimonio culturale e a garantirne la protezione e la conservazione per fini di pubblica fruizione (manutenzione e
restauro) → tutto ciò spetta allo Stato.
-L’esercizio delle funzioni di tutela si esplica anche attraverso provvedimenti volti a conformare e regolare diritti e
comportamenti inerenti al patrimonio culturale → tutto ciò che ha a che fare con i diritti relativi al patrimonio
culturale, riguardando la tutela è di competenza statale.

ART 6 - VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE:


- La valorizzazione consiste nell’esercizio delle funzioni e nella disciplina delle attività dirette a promuovere la
conoscenza del patrimonio culturale e ad assicurare le migliori condizioni di utilizzazione e fruizione pubblica del
patrimonio stesso, anche da parte delle persone diversamente abili, al fine di promuovere lo sviluppo della cultura.

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Essa comprende anche la promozione ed il sostegno degli interventi di conservazione al patrimonio culturale. In
riferimento al paesaggio, la valorizzazione comprende anche la riqualificazione degli immobili e delle aree sottoposti
a tutela compromessi o degradati, ovvero la realizzazione di nuovi valori paesaggistici coerenti ed integrati → la
tutela, attraverso la conoscenza individua il bene culturale, mentre la valorizzazione promuove questa conoscenza.
La tutela ha bisogno della valorizzazione e viceversa → il patrimonio deve essere tutelato in modo da assicurarne la
fruizione; la tutela può essere assicurata dal potere finanziario dell’ente.
- La valorizzazione è attuata in forme compatibili con la tutela e tali da non pregiudicarne le esigenze.
- La Repubblica favorisce e sostiene la partecipazione dei soggetti privati, singoli o associati, alla valorizzazione del
patrimonio culturale → attività che prevede che lo Stato detti i principi generali, le Regioni si occupano di attuare
questi principi e i privati si occupano della tutela.

Tutela e valorizzazione sono 2 concetti inscindibili (anche un bene privato è destinato alla pubblica fruizione)
Trovare una differenza tra tutela e valorizzazione è complesso, poiché si tratta di attività collegate (non può esservi
tutela senza la valorizzazione e non può esservi una promozione se non vi è tutela).
ART 3 → Attività diretta alla conoscenza, all’individuazione e al restauro dei beni. La tutela spetta allo Stato;
quest’ultimo si occupa in particolare dei beni culturali più importanti, mentre alcuni dei beni regionali vengono
“abbandonati”.
ART 6 → Attività diretta alla promozione della conoscenza e della cultura in generale, dirette alla fruizione di questi
beni. La promozione è di materia concorrente.
Nel momento in cui si doveva emanare l’ART 117, si diede un maggiore potere alle Regioni.

LEZIONE 11 – TURISMO CULTURALE 31/03/2021

TURISMO CULTURALE = è una forma di turismo strettamente legata alla cultura di una specifica regione o paese, in
particolare in relazione al modello di vita, alla storia, all’arte, all’architettura, alla dieta, alla religione ed altri
elementi delle popolazioni nelle specifiche aree geografiche, che contribuiscono a creare quel loro tipo di vita.
ART 111 Codice dei beni culturali
• Le attività di valorizzazione dei beni culturali consistono nella costituzione ed organizzazione stabile di
risorse, strutture o reti, ovvero alla messa a disposizione di competenze tecniche o risorse finanziarie o
strumentali, finalizzate all’esercizio delle funzioni ed al perseguimento delle finalità indicate dall’ART 6. A tali
attività possono concorrere, cooperare o partecipare soggetti privati.
• La valorizzazione è ad iniziativa pubblica o privata.
• La valorizzazione ad iniziativa pubblica si conforma ai principi di libertà di partecipazione, pluralità dei
soggetti, continuità di esercizio, parità di trattamento, economicità e trasparenza della gestione → sono i
principi che definiscono il servizio pubblico = anche l’attività di valorizzazione è un servizio pubblico, ovvero
una di quelle funzioni che lo Stato deve garantire al cittadino in quanto diritto sociale.

ART 115 - GESTIONE DEI BENI CULTURALI.


La gestione è di competenza concorrente perché è la concretizzazione della valorizzazione. Questa è la piena
realizzazione del principio di sussidiarietà orizzontale.

-Le attività di valorizzazione dei beni culturali di appartenenza pubblica sono gestite in forma diretta/indiretta.
-La gestione diretta è svolta per mezzo di strutture organizzative interne alle amministrazioni, dotate di adeguata
autonomia scientifica, organizzativa, finanziaria e contabile, e provviste di idoneo personale tecnico. Le
amministrazioni medesime possono attuare la gestione diretta anche in forma consortile pubblica → Meno utilizzata
perché è difficile che un’amministrazione pubblica possa permettersi di creare una gestione amministrativa ad hoc
per i beni culturali (solo i comuni e le regioni più ricche possono).
-La gestione indiretta è attuata tramite concessione a terzi delle attività di valorizzazione, anche in forma congiunta
e integrata, da parte delle amministrazioni cui i beni pertengono o possono essere costituiti dei soggetti giuridici ad
hoc → la società deve prendere la concessione, non il singolo (per tutelare i principi dei servizi pubblici), sulla base
della valutazione comparativa di specifici progetti. I privati che eventualmente partecipano non possono essere
individuati quali concessionari delle attività di valorizzazione.

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GESTIONE: Competenza che rientra nella valorizzazione dei beni culturali, che nel particolare riguarda
l’organizzazione di mezzi e di persone per permettere ai cittadini di godere/fruire dei beni culturali e nello stesso
tempo questa attività concorre alla salvaguardia e conservazione del bene

ART 118 ultimo comma


Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e
associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale sulla base del principio di sussidiarietà.

ART 117 Cost. II comma lettera M) (competenza esclusiva dello Stato)


Rappresenta un’altra maniera attraverso cui lo Stato può interessarsi del turismo → perché il diritto al turismo è un
diritto sociale e perché lo Stato deve occuparsi di fissare lo standard minimo dei diritti fondamentali; tra questi
anche la fruizione dei beni culturali e quindi il diritto al turismo → lo Stato si interessa della parte dedicata al diritto
sociale del turismo.
-M) determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere
garantiti su tutto il territorio nazionale.

Decreto-legge 146/2015
• Recante (intitolato) “misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico della Nazione”
• Emanato per risolvere la “questione Colosseo” → nell’estate del 2015, i lavoratori addetti al Colosseo e al
sito di Pompei chiusero questi 2 siti culturali poiché dovevano svolgere un’assemblea sindacale.
I turisti stranieri protestarono davanti al Ministro dei beni culturali e del turismo. Franceschini (Ministro),
emise questo decreto poiché riteneva urgente prendere delle misure per evitare la chiusura dei beni
culturali. Attraverso questo decreto, questi beni culturali vengono definiti come servizi pubblici essenziali →
non possono rimanere chiusi.
• Con l’intento di garantire la fruizione pubblica dei beni culturali ha equiparato, esplicitamente, gli scioperi
riguardanti l’apertura al pubblico dei musei, degli altri istituti e dei luoghi della cultura ai servizi pubblici
essenziali
• Lo Stato deve garantire il diritto di accesso ai beni culturali, oppure, di accesso alla cultura, posto in capo
all’individuo di fruire dei relativi beni o attività culturali.
• Per essere attuato necessita dell’azione dei pubblici poteri, i quali devono farsi carico della sua concreta
realizzazione per garantire il bisogno degli individui di acquisire cultura e conoscenze (diritto sociale)
• Questo decreto è stato poi convertito in legge → l’ART 01 stabilisce che tutela, valorizzazione e fruizione
sono incluse nei livelli essenziali delle prestazioni di competenza esclusiva dello Stato.
• Cambiamento di prospettiva: lo Stato deve farsi garante dei diritti culturali, almeno nei livelli essenziali →
ciò ha innalzato il turismo a diritto sociale.

LEZIONE 12 – GESTIONE DEI BENI CULTURALI E TURISMO 07/04/2021

GESTIONE BENI CULTURALI DEI PRIVATI


• La gestione/valorizzazione se il bene è di appartenenza pubblica, è “doverosa” (la doverosità è uno dei
requisiti del servizio pubblico), quindi si configura come servizio pubblico, mentre se il bene è privato è
“libera” (ma socialmente utile) → (un bene culturale può essere pubblico o privato) poiché il bene culturale
(anche privato) non può sottrarsi alla fruizione pubblica e può essere soggetto di finanziamenti pubblici.
• ART III Codice dei B.C. e del Paes. Comma 4: “La valorizzazione ad iniziativa privata è attività socialmente
utile e ne è riconosciuta la finalità di solidarietà sociale”

ART 113 Codice:


1. Le attività e le strutture di valorizzazione, ad iniziativa privata, di beni culturali di proprietà privata possono
beneficiare del sostegno pubblico da parte dello Stato, delle regioni e degli altri enti pubblici territoriali.
2. Le misure di sostegno sono adottate tenendo conto della rilevanza dei beni culturali ai quali si riferiscono.

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3. Le modalità della valorizzazione sono stabilite con accordo da stipularsi con il proprietario, possessore o
detentore del bene in sede di adozione della misura di sostegno.
4. La regione e gli altri enti pubblici territoriali possono anche concorrere alla valorizzazione dei beni culturali
di cui l’ART 104, comma 1, partecipando agli accordi ivi previsti al comma 3.

FONDAZIONI:
• Nuove forme di collaborazione pubblico-privato per contenere la spesa pubblica e perseguire obiettivi di
notevole interesse per la collettività (principio di sussidiarietà orizzontale).
• Ente non profit (interessato alla collettività, non ha scopo di lucro) considerato sempre più spesso lo
“strumento” più efficiente per integrare e svolgere le attività socialmente rilevanti della P.A. (fondazione
museo egizio di Torino)
• Sono privati ma perseguono scopi pubblici e sono di 3 tipi di erogazione, operative e miste.
• Ci possono essere fondazioni costituite dal MIBAC
• In questo caso in Ministero ha una prevalenza della governance.
• Il consiglio di amministrazione è in gran parte formato da amministratori di nomina politica.
• Spesso divieto di distribuzioni.

FONDAZIONE MUSEO EGIZIO


• È l’esempio più virtuoso di fondazione partecipata dal MIBAC
• Sono soci fondatori, relativi al settore pubblico, il MIBAC, la Regione Piemonte, la Provincia di Torino, mentre
la Compagnia di S. Paolo e la Fondazione Cassa di Risparmio di Torino rappresentano il settore privato.

ART 121 Codice dei b.c.


Il Ministero, le Regioni e gli altri enti pubblici territoriali, ciascuno nel proprio ambito, possono stipulare, anche
congiuntamente, protocolli di intesa con le fondazioni conferenti di cui alle disposizioni in materia di ristrutturazione
e disciplina del gruppo creditizio, che perseguono scopi di utilità sociale nel settore dell’arte e delle attività e beni
culturali, al fine di coordinare gli interventi di valorizzazione sul patrimonio culturale e, in tale contesto, garantire
l’equilibrato impiego delle risorse finanziarie messe a disposizione. La parte pubblica può concorrere, con proprie
risorse finanziarie, per garantire il perseguimento degli obiettivi dei protocolli di intesa.

ACCORDI TRA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E PRIVATI PER LA GESTIONE DEI BENI CULTURALI – ART 112
Comma 4: lo Stato, le Regioni e gli altri enti pubblici territoriali stipulano accordi per definire strategie ed obiettivi
comuni di valorizzazione, nonché per elaborare i conseguenti piani strategici di sviluppo culturale e i programmi,
relativamente ai beni culturali di pertinenza pubblica. Gli accordi possono essere conclusi su base regionale o
subregionale, in rapporto ad ambiti territoriali definiti, e promuovono l’integrazione, nel processo di valorizzazione
concordato, delle infrastrutture e dei settori produttivi collegati. Gli accordi medesimi possono riguardare anche i
beni di proprietà privata, previo consenso degli interessati. Lo Stato stipula gli accordi per il tramite del Ministero,
che opera direttamente, ovvero d’intesa con le altre amministrazioni statali eventualmente competenti.
(Il Codice ha previsto che la parte pubblica possa stipulare accordi con queste fondazioni, mettendo a disposizione le
proprie risorse per gestire i beni culturali).

SINTESI GESTIONE BENI CULTURALI


• Beni pubblici: gestione diretta/indiretta
• Beni privati: li gestiscono i privati con il contributo dello Stato, le Fondazioni (formate di solito da parte
pubblica e privata, oppure dai privati) che non hanno scopo di lucro, oppure accordo tra parte pubblica e
privata per quanto riguarda la gestione.

Comma 5: Lo Stato, per il tramite del Ministero e delle altre amministrazioni statali eventualmente competenti, le
Regioni e gli altri enti pubblici territoriali possono costituire, nel rispetto delle vigenti disposizioni, appositi soggetti
giuridici cui affidare l’elaborazione e lo sviluppo dei piani di cui al comma 4 (cui possono partecipare anche privati).

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Comma 9: Anche indipendentemente dagli accordi di cui al comma 4, possono essere stipulati accordi tra lo Stato,
per il tramite del Ministero e delle altre amministrazioni statali eventualmente competenti, le regioni, gli altri enti
pubblici territoriali e i privati interessati, per regolare servizi strumentali comuni destinati alla fruizione e alla
valorizzazione di beni culturali.
(accordo per gestire il bene)

ART BONUS (principio di sussidiarietà orizzontale)


-Decreto-legge che è stato convertito in legge, recante disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo
sviluppo della cultura e il rilancio del turismo.
-Prima di tale legge esistevano vari provvedimenti del 1982 e del 2000 (deduzioni delle erogazioni liberali) a favore
del mecenatismo culturale.
-Prevede la deducibilità del 65% delle donazioni devolute per il restauro di beni culturali pubblici, agevolazioni fiscali
per favorire la competitività del settore turistico attraverso la sua digitalizzazione e la ristrutturazione e
riqualificazione degli alberghi. Misure per Pompei, la Reggia di Caserta, le semplificazioni amministrative in campo
turistico, le foto libere nei musei.
-Il 3% delle risorse aggiuntive previste ogni anno per le infrastrutture e iscritte nella previsione di spesa del Ministero
dei Trasporti è destinata a investimenti per cultura.
-Crediti di imposta per i soggetti che si occupano di promuovere il turismo in Italia attraverso nuove tecnologie e
software. Dal 2015 anche le imprese del settore create da persone di età inferiore ai 40 anni godono delle
agevolazioni fiscali per le start up.
-Sono stati previsti contratti a tempo determinato per i professionisti fino a 40 anni nella tutela a valorizzazione dei
luoghi dell’arte, in deroga ai tetti sulle assunzioni nella PA. Concreta applicazione della legge sulle professioni
culturali (legge Madia sul ricambio generazionale).
-Concedere per 7 anni a imprese, cooperative e associazioni costituite in prevalenza da giovani fino a 35 anni beni
pubblici per la realizzazione di percorsi pedonali, ciclabili, equestri, mototuristici, fluviali e ferroviari. L’Art Bonus è
stata ripresa dalla legge finanziaria per il 2016.
-I vantaggi fiscali sono concessi alle erogazioni effettuate dal 2014 in poi
-Con la legge finanziaria del 2016 l’art bonus è diventato a tempo indeterminato
-Con il decreto n. 189/2016 sono state previste altre agevolazioni fiscali per i beni culturali colpiti dal terremoto.

EROGAZIONI LIBERALI:
• Donano più le imprese che i singoli privati per i vantaggi fiscali
• Specifico Portale del Ministero dedicato alle erogazioni pro-cultura con specificazione dei beni che hanno
bisogno di interventi.

LEZIONE 13 – IL PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETÀ NEL TURISMO 09/04/2021

ART 120 Codice dei beni culturali


• Sponsorizzazione → ogni contributo erogato per la progettazione, attuazione di iniziative in ordine alla tutela
o valorizzazione del patrimonio culturale per promuovere il marchio, l’immagine, l’attività o il prodotto del
soggetto erogante
• Coloro che sponsorizzano pagano l’IVA

PUBBLICITÀ ≠ SPONSORIZZAZIONE
• Caratteristica principale della comunicazione pubblicitaria è diffondere messaggi preconfezionati e
ripetitivi a pagamento attraverso i mass-media con l’obiettivo che le persone siano portate all’acquisto del
prodotto/servizio
• La sponsorizzazione invece consiste nell’evidenziare che una determinata attività è stata possibile grazie al
contributo dello sponsor
SPONSORIZZAZIONE/PATROCINIO: consiste in un accordo che preveda pubblicità in cambio dell’impegno a
finanziare un evento di massa o un’attività.

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Può essere:
• Finanziaria → sotto forma di donazioni/erogazioni in denaro
• Tecnologica → lo sponsor mette a disposizione la sua competenza tecnologica
• In natura → lo sponsor mette a disposizione beni e servizi

CODICE DEGLI APPALTI d.lgs. n. 50/2016 (ART 189-190)


Il Codice degli appalti è stato creato per poter evitare atti di corruzione (che hanno inciso molto sul bilancio dello
Stato) si è preoccupato di gestione dei beni culturali e della piena realizzazione del principio di sussidiarietà
orizzontale nella gestione.

ART 189 (Interventi di sussidiarietà orizzontale)


Le aree riservate al verde pubblico urbano e gli immobili di origine rurale, riservati alle attività collettive sociali e
culturali di quartiere, con esclusione degli immobili ad uso scolastico e sportivo, ceduti al comune nell’ambito delle
convenzioni e delle norme previste negli strumenti urbanistici attuativi, possono essere affidati in gestione per
quanto concerne la manutenzione, con diritto di prelazione ai cittadini residenti nei comprensori oggetto delle
suddette convenzioni e su cui insistono i suddetti beni/aree, nel rispetto dei principi di non discriminazione,
trasparenza e parità di trattamento.
Il Codice degli appalti ha previsto di ristrutturare aree/immobili/piazze… che in precedenza venivano date in appalto
ad imprese, società…, mentre ora si è previsto di poterle dare ai cittadini stessi che abitano in quelle zone, che
possono prendersene cura (non vi è dispendio di denaro pubblico così facendo).

ART 190 (baratto amministrativo → i cittadini si occupano di preservare i patrimoni pubblici, mentre gli enti
territoriali in cambio conferiscono esenzioni o riduzioni di tributi)
Gli enti territoriali definiscono con apposita delibera i criteri e le condizioni per la realizzazione di contratti di
partenariato sociale, sulla base di progetti presentati da cittadini singoli o associati, perché individuati in relazione ad
un preciso ambito territoriale. I contratti possono riguardare la pulizia, la manutenzione, l’abbellimento di aree verdi,
di piazze o strade, ovvero la loro valorizzazione.
Mediante iniziative culturali di vario genere, interventi di decoro urbano, di recupero e riuso con finalità di interesse
generale, di aree e beni immobili inutilizzati. In relazione alla tipologia degli interventi, gli enti territoriali individuano
riduzioni o esenzioni di tributi comunque utili alla comunità di riferimento in un’ottica di recupero del valore sociale
della partecipazione dei cittadini.

LEGGE SALVA BORGHI (legge 06/10/2017)


Legge con la quale il Governo stanzia un fondo da 100 mln di euro sino al 2023, nonché diverse misure per il
recupero dei centri storici in stato di abbandono, interventi di manutenzione del territorio, messa in sicurezza di
strade e scuole ed altre tipologie di intervento che interessano i piccoli Comuni italiani nei quali vivono oltre 10 mln
di cittadini. Si tratta di una legge di competenza statale perché tutela determinati beni culturali ambientali.
Questa legge è stata voluta dall’Automobil club (azienda privata) per salvaguardare i piccoli borghi italiani.
• Rappresenta un’occasione per tutelare le identità dei Comuni Italiani più piccoli
• Si prevede la diffusione della banda larga, una dotazione di servizi più razionale, itinerari di turismo dolce
(messa in sicurezza delle infrastrutture stradali e delle scuole e l’insediamento di nuove attività produttive)
• Recupero dei centri storici
• Riconversione di centri storici abbandonati in alberghi diffusi
OBIETTIVI:
• Rendere più attraenti dal POV turistico i territori italiani e i percorsi da borgo a borgo
• Far crescere e riqualificare territori poco conosciuti e con meno di 5mila abitanti
• Sviluppo strutturale, economico e sociale dei piccoli borghi
• I fondi stanziati potranno essere utilizzati dagli enti locali anche per l’acquisizione delle case cantoniere e
delle stazioni ferroviarie abbandonate, al fine della realizzazione di circuiti turistici e per la promozione dei
prodotti locali destinati alla vendita
• Creazione di complessi alberghieri nel rispetto della normativa antisismica e dell’efficienza energetica (Green
Communities)

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FONTI SECONDARIE: REGOLAMENTI E ATTI AMMINISTRATIVI IN TEMA DI TURISMO

POTESTÀ REGOLAMENTARI: ART 117


• I regolamenti emanati prima della riforma del 2001 per la Corte costituzionale sono ancora validi fino alla
loro sostituzione. Quelli emanati dopo sono incostituzionali.
• Per alcune materie in particolare (ex. Alcune parti del turismo: coordinamento nazionale) lo Stato ha
demandato la fissazione delle linee guida dei regolamenti alla conferenza Stato-Regione.
• La legge regionale ratifica le intese della Regione con altre Regioni per il migliore esercizio delle proprie
funzioni, anche con individuazione di organi comuni
• la potestà regolamentare spetta allo Stato nelle materie di legislazione esclusiva, salva delega alle Regioni. La
potestà regolamentare spetta alle Regioni in ogni altra materia.

DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DEL 2002 (previsto per l’attuazione della legge 135)
• Recepimento dell’accordo fra lo Stato, le Regioni e le Province autonome sui principi per l’armonizzazione, la
valorizzazione e lo sviluppo del sistema turistico.
• Detta i principi per l’armonizzazione, la valorizzazione e lo sviluppo del sistema turistico definiti dall’allegato
accordo che costituisce parte integrante del presente decreto.

ALLEGATO: nell’allegato si fissano:


• criteri e modalità dell’esercizio su tutto il territorio nazionale delle imprese turistiche per le quali si ravvisa la
necessità di standard omogenei e uniformi. Le Regioni e le province autonome di Trento e Bolzano
definiscono concordemente gli standard
• requisiti e modalità di esercizio su tutto il territorio nazionale delle professioni turistiche.

DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DEL 2010 (turismo diritto sociale)
Per l’erogazione di buoni vacanze da destinare a interventi di solidarietà in favore delle fasce sociali più deboli e
favorire la destagionalizzazione dei flussi turistici nei settori del turismo balneare, montano e termale. Il contributo
può essere erogato una sola volta per nucleo familiare per anno solare fino ad esaurimento dei fondi disponibili,
sulla base del criterio ISEE e di priorità cronologica.
(Estate 2020 bonus vacanze ISEE inferiore ai 40000 euro)

PIANO STRATEGICO TURISMO ITALIA 2020, LEADERSHIP, LAVORO, SUD


Promosso dal ministro Gnudi, è stato pubblicato nel 2013 e si compone in 3 parti:
• ANALISI DEL SETTORE TURISTICO IN ITALIA
• AZIONI PER SVILUPPARE IL TURISMO
• PREVISIONE DI UN PERCORS
Si propone:
• di consolidare il vantaggio competitivo dell’Italia, di contribuire allo sviluppo dell’economia e alla creazione
di nuovi posti di lavoro e di creare circa 30 miliardi di euro di incremento del PIL e 500.000 nuovi posti di
lavoro entro il 2020; il piano dovrà essere aggiornato ogni 2 anni
• di compiere un’analisi sul turismo il cui PIL in Italia ammonta a oltre 130 miliardi di euro (circa il 9% della
produzione nazionale) con lavoratori impegnati in questo pari a circa 1 lavoratore su 10.

ANALISI PIANO STRATEGICO: le analisi mettono in luce le criticità dell’industria turistica italiana: problemi di
governance del settore, promozione all’estero estremamente frammentata e marginalizzazione dell’Enit, nanismo
delle imprese, limiti nella capacità di costruire prodotti turistici competitivi, infrastrutture insufficienti, formazione
del personale inadeguata al mercato globale, difficoltà ad attrarre investimenti internazionali.
• il piano strategico propone alcune linee guida e individua un numero rilevante di azioni concrete che
potrebbero rapidamente migliorare la competitività del settore turistico nazionale
• propone un radicale cambiamento nell’approccio ai problemi del turismo
• turismo come investimento su cui puntare per lo sviluppo del Paese

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OBIETTIVI:
• ridare leadership all’Italia nel settore turistico
• creare nuovi posti di lavoro / offrire un’opportunità al Sud Italia per agganciarsi alla crescita del Paese

NODI PROBLEMATICI IN MATERIA DI REGOLAMENTI SUL TURISMO:


• Problemi di riparto di competenze tra Stato, Regioni ed enti locali
• Esigenze di esercizio unitario per taluni settori che compongono la materia
• Differenziazione dell’offerta turistica da Regione a Regione
• Ruolo dei privati sempre più decisivo

FUNZIONI STATALI IN MATERIA DI TURISMO:


• PROGRAMMAZIONE, INDIRIZZO E COORDINAMENTO delle politiche di settore (prima fortemente
accentrate, poi decentrate alle regioni con coinvolgimento dei privati) → esiste ora più che mai la necessità
di dare una certa programmazione e coordinamento.
• SVILUPPO E TUTELA DEL TURISMO (come attività economica e sociale)
• VIGILANZA E CONTROLLO (sull’accesso al mercato del turismo, sui servizi, sulla tutela dei beni culturali e
ambientali)
Lo Stato continua a conservare le proprie funzioni, poiché sono necessarie al coordinamento. Senza l’intervento
dello Stato, non vi sarebbe la tutela del mercato turistico.

L’EVOLUZIONE COMPLESSIVA DELLA MATERIA è CONTRASSEGNATA DA:


• Crisi dello Stato sovrano
• Processo di integrazione sovranazionale
• Centralità del mercato
• Profonda trasformazione dello Stato sociale
• Decentramento istituzionale
• Emersione del privato

LEZIONE 14 – I SOGGETTI DEL TURISMO 14/04/2021


I soggetti del turismo sono quei soggetti pubblici di stampo statale, che si occupano della gestione del turismo:
primo fra tutti è il Ministero del Turismo (il primo fu istituito nel 1959).

PRINCIPALI ATTORI ISTITUZIONALI:


• Assetti e modelli fortemente differenziati nel tempo: prima MIBACT, poi MIBAC e MiPAAFT (Ministero delle
politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo)
• C’è stato anche un Ufficio per le Politiche del Turismo, ora Ministro del turismo
• Vi è poi una Direzione generale per le politiche del turismo
• ENIT(nato durante il Fascismo), prima ente nazionale italiano per il turismo, ora Agenzia nazionale per il
turismo, fornisce supporto al brand Italia, supporto alla commercializzazione, studio e ricerca → importante
perché è un organo di raccordo tra Regioni - Stato - Paesi UE ed extra UE
• Osservatorio nazionale del turismo → serve a monitorare la situazione nazionale del turismo.
• Sistema delle CONFERENZE STATO-REGIONI-ENTI LOCALI

MIBACT:
• Creato dal 2013: dicastero (Ministero) del Governo italiano preposto alla tutela della cultura, dello
spettacolo, e alla conservazione del patrimonio artistico e culturale e del paesaggio e alle politiche inerenti al
turismo. Nel 2021 il turismo è stato separato dal MIBAC, quindi abbiamo un Ministero a parte.
• Ministero del turismo è nato nel 1959, con competenze spettacolo e sport (prima vi era un Commissariato
presso la presidenza del C.m. e sottosegretari), poi soppresso nel 1993 dal referendum, inseguito presso la
Presidenza del Consiglio creazione del dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo, poi
preposti sottosegretari e nel 2009 creazione di un ministero senza portafoglio.

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STORIA MINISTERO:
• Nel 1994 fu istituito il Dipartimento per il Turismo c/o Presidenza del consiglio con funzioni di indirizzo,
coordinamento e programmazione
• 2008 sottosegretariato al turismo
• 2009 ministero senza portafoglio
• 2012 dipartimento accorpato con quello per gli affari regionali e lo sport
• 2013 MIBACT
• 2014 fu elaborato un dpcm per un nuovo regolamento di organizzazione del Ministero degli uffici della
diretta collaborazione del Ministro e dell’Organismo indipendente di valutazione della performance, a norma
dell’ART 16, comma 4 del decreto-legge 24/04/2014, n.66

MINISTERO DEL TURISMO:


• Coordinamento della politica nazionale di promozione del turismo e dell’immagine dell’Italia all’estero;
esercita le funzioni di indirizzo politico-amministrativo
• Norme e principi generali per la disciplina del turismo mediante l’individuazione dei “livelli essenziali delle
prestazioni” relativi ai diritti degli utenti nel settore turistico (fissa gli standard minimi da offrire ai turisti)
• Fissazione, d’intesa con il competente Ministero dell’istruzione, delle “norme generali” in materia di
“istruzione turistica”
• Cura la programmazione, il coordinamento e la promozione delle politiche turistiche nei rapporti con le
Regioni → è necessario che venga data un’immagine unitaria dell’Italia

RIFORMA (2014) DEL MIBACT ora MIBAC. Si pone come obiettivi:


• La piena integrazione tra cultura e turismo
• La semplificazione dell’amministrazione periferica
• L’ammodernamento della struttura centrale
• La valorizzazione dei musei italiani (Uffizi, gestiti da un tedesco → importanza degli esperti di marketing)
• La valorizzazione delle arti contemporanee
• Il rilancio delle politiche di innovazione e di formazione e valorizzazione del personale MIBAC. Taglio di 37
dirigenti.

ARTICOLAZIONE DEL MINISTERO. Si articola in:


• 11 uffici dirigenziali di livello generale centrali e 9 uffici dirigenziali di livello generale periferici, coordinati da
un Segretario generale
• Un ufficio dirigenziale di livello generale presso gli Uffici di diretta collaborazione del Ministro e un ufficio
dirigenziale di livello generale presso l’Organismo indipendente di valutazione della performance.

DIREZIONI GENERALI: “Educazione e ricerca” / “Belle arti e paesaggio” / “Musei” / “Bilancio” / “Turismo”…

NUOVA FUNZIONE DIREZIONI GENERALI:


• Le Direzioni regionali sono trasformate in Segretariati regionali del MIBAC, con il compito di coordinare tutti
gli uffici periferici del Ministero operanti nella Regione.
• Maggiore importanza alle politiche di promozione, valorizzazione e formazione.
• Maggiore valenza internazionale degli istituti d’eccellenza del MIBAC e rafforzamento delle politiche di
cooperazione culturale all’estero.

DIREZIONE GENERALE TURISMO: svolge funzioni e compiti in materia di turismo, e a tal fine cura la
programmazione, il coordinamento e la promozione delle politiche turistiche nazionali, i rapporti con le Regioni e i
progetti di sviluppo del settore turistico, le relazioni con l’Unione europea e internazionali in materia di turismo e i
rapporti con le associazioni di categoria e le imprese turistiche. Si raccorda con l’ENIT.
• Vigila sugli enti e fornisce assistenza alla domanda turistica e al turismo sociale (funziona anche come ordine
di consulenza)

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• Presso la Direzione generale ha sede e opera il Centro per la promozione del codice mondiale di etica del
turismo, costituito nell’ambito dell’Organizzazione Mondiale del Turismo, Agenzia specializzata dell’ONU, e
l’Osservazione Nazionale del turismo per lo studio, l’analisi e il monitoraggio delle dinamiche economico-
sociali connesse al turismo.

ATTIVITÀ COMUNITARIE DELLA DIREZIONE → le più importanti:


• POIN: promuove e sostiene lo sviluppo socioeconomico delle Regioni del Mezzogiorno attraverso la
valorizzazione, il rafforzamento e l’integrazione su scala interregionale del patrimonio culturale, naturale e
paesaggistico → in modo che queste possano organizzare al meglio l’offerta culturale
• POAT: Progetto di supporto alle capacità di governance delle Regioni Convergenza (Calabria, Campania,
Puglia e Sicilia), al fine di migliorare la gestione delle risorse e del patrimonio turistico regionale → progetti in
aiuto delle Regioni del Mezzogiorno che hanno maggiori difficoltà nella promozione turistica.
La Puglia è riuscita negli ultimi anni ad incrementare il suo turismo, anche tra gli stranieri.
Puglia Promozione → organo che da diversi anni si occupa egregiamente della promozione della Regione a
livello nazionale, ma specialmente internazionale. Grazie al suo piano promozionale è riuscito a rendere la
Puglia una delle destinazioni più quotate.

Obiettivi POIN:
• Migliorare l’attrattività dei territori regionali
• Promuovere e sostenere la competitività, in particolare sui mercati internazionali, dei servizi di ricettività e di
accoglienza
• Sostenere e rafforzare le capacità e le competenze tecniche del personale delle istituzioni e degli organismi
responsabili

UFFICI DI COLLABORAZIONE DEL MINISTERO: sono uffici di diretta collaborazione:


• L’Ufficio del Gabinetto
• La Segreteria del Ministero
• L’Ufficio Legislativo
• L’Ufficio Stampa
• Le Segreterie dei Sottosegretari di Stato

SEGRETARIO GENERALE:
• assicura il coordinamento e l’unità dell’azione amministrativa
• elabora le direttive, gli indirizzi e le strategie riguardanti l‘attività complessiva del Ministero
• coordina gli uffici e le attività del Ministero, vigila sulla loro efficienza e rendimento e riferisce
periodicamente al Ministero gli esiti della sua attività.
• Coordina le direzioni generali centrali e gli uffici dirigenziali generali periferici del Ministero
• È responsabile direttamente nei confronti del Ministro della realizzazione degli indirizzi impartiti dal
Ministro.

COMITATO PERMANENTE DI PROMOZIONE DEL TURISMO IN ITALIA: di cui all’ART 58 del d.lg. n. 79/2011 è l’organo
consultivo del Ministro. Opera presso la Direzione generale Turismo. Presieduto dal Presidente del Consiglio dei
ministri o dal Ministro delegato.

FUNZIONI:
• Identificare delle strutture pubbliche dedicate a garantire i servizi del turista
• Accordi di programma con le Regioni per lo sviluppo del turismo
• Garantisce sostegno ed assistenza alle imprese
• Garantisce la promozione dell’immagine dell’Italia
• Organizzazione dei momenti e degli eventi di carattere nazionale ad impulso turistico

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ALTRI ORGANI PERIFERICI DEL MIBAC


• Soprintendenze → organi che dipendono direttamente dal Ministero: sono una longa manus del Ministero
nelle varie località (oggi sono state accorpate le soprintendenze delle città, prima vi era una per ogni
capoluogo). Hanno il compito di controllare lo stato dei beni culturali soprattutto immobili e se riscontrano
delle anomalie, possono ordinare ai privati i lavori di restauro e conservazione. Le soprintendenze hanno
competenze amministrative dei beni culturali pubblici e privati, essendo una longa manus del Ministero.
• Presso il ministero opera il comando carabinieri per la tutela del patrimonio culturale, quale struttura dei
carabinieri specializzata, a diretta dipendenza funzionale del ministro
• Musei /Archivi e biblioteche di Stato (dipendono dal Ministero)
I SEGRETARIATI REGIONALI DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ CULTURALI E DEL TURISMO: uffici di livello dirigenziale non
generale, assicurano, nel rispetto della specificità tecnica degli istituti e nel quadro delle linee di indirizzo inerenti alla
tutela emanate per i settori di competenza dalle Direzioni generali centrali, il coordinamento delle attività delle
strutture periferiche del Ministero presenti nel territorio regionale.

LA COMMISSIONE REGIONALE PER IL PATRIMONIO CULTURALE: è un organo collegiale a competenza


intersettoriale. Coordina e armonizza l’attività di tutela e di valorizzazione nel territorio regionale, favorisce
l’integrazione inter- e multidisciplinare tra i diversi istituti, garantisce una visione olistica del patrimonio culturale,
svolge un’azione di monitoraggio, valutazione e autovalutazione.

ONT (OSSERVATORIO NAZIONALE SUL TURISMO): ha il compito di studiare, analizzare e monitorare le dinamiche
socioeconomiche del turismo, misurando la competitività del sistema.

OBIETTIVI ONT:
• Unificare la ricerca esistente sul turismo in una visione sistemica di tutte le fonti e dell’insieme dei dati
• Divulgare in tempo reale
• Fornire indicazioni utili ai policy maker per la promozione turistica
• Fungere da raccordo tra i vari livelli istituzionali
• Si avvale di collaborazioni con l’istat, Banca d’Italia e Unioncamere

ENIT:
• Nasce nel 1919 come ente nazionale per l’incremento delle industrie turistiche → trasformato con legge nel
2005 in Agenzia nazionale del turismo, con accresciute e più articolate responsabilità istituzionali all’Ente
nazionale italiano per il turismo
• Anche dopo il 2005 ha mantenuto il suo compito di coordinamento generale con le Regioni per promuovere
il turismo all’estero
• Dotata di autonomia statutaria, regolamentare, organizzativa, patrimoniale, contabile e di gestione,
l’Agenzia nazionale del turismo
• Era sottoposto all’attività di indirizzo e vigilanza Mibact

STRUTTURA ENIT: (articolato in 18 sedi estere di cui 13 in EU e 5 in Paesi extraeuropei → riescono a promuovere il
turismo nella maniera più efficace in quanto si trovano in loco; è un ente con personalità giuridica propria)
• Presidente
• Consiglio di amministrazione
• Collegio di revisori dei conti
• Comitato tecnico consultivo
• Osservatorio nazionale del turismo
• Tutti organi fortemente politici
• Può dare vita anche a società volte a partecipare a consorzi e società

DIREZIONI: Londra, Parigi, Francoforte, Mosca, New York, Tokyo, Pechino e San Paolo.

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COMPITI AFFIDATI ALL’ENIT:


-Promuove l’immagine unitaria dell’offerta turistica nazionale
-Cura la promozione integrata delle risorse turistiche delle Regioni
-Promuove le varie tipologie dell’offerta turistica nazionale sul sito italia.it
-Realizza strategie promozionali a livello nazionale e internazionale
-Cura i Rapporti con gli operatori stranieri e le imprese italiane e azioni di formazione per agenti di viaggio
-Fornisce attività di consulenza e di assistenza per lo Stato, le Regioni e per gli organismi pubblici in materia di
promozione di prodotti turistici
-Collabora con soggetti pubblici e privati e anche agenzie regionali, per sviluppare i servizi di accoglienza e di
informazione ai turisti; attua forme di collaborazione tra gli Uffici del Ministero degli Esteri
-Svolge collaborazione in favore di soggetti pubblici e privati, ivi compresi gli uffici e le agenzie regionali, per
promuovere e sviluppare processi indirizzati ad armonizzare i servizi di accoglienza e di informazione ai turisti
-Attua forme di collaborazione con gli Uffici della rete diplomatico-consolare del Ministero degli Affari Esteri

MACROAREE INTERVENTO ENIT:


• SUPPORTO AL MARCHIO ITALIA (comunicazione e pubblicità)
• DUPPORTO ALLA COMMERCIALIZZAZIONE (rapporto con gli operatori stranieri e le imprese italiane)
• WORKSHOPS E AZIONI DI FORMAZIONE PER AGENTI DI VIAGGIO
• STUDIO E RICERCA

DESTINATARI ATTIVITÀ ENIT → L’attività dell’Agenzia è diretta a 2 categorie di utenti:


1. Operatori italiani e stranieri del settore (tour operators e agenzie di viaggio)
2. Centinaia di milioni di cittadini esteri, utenti potenziali od attuali, dei servizi turistici italiani

SISTEMA DI FINANZIAMENTO è molto articolato:


Contributi regionali / contributi statali / contributi di altri enti pubblici

PROGETTI ENIT:
• Progetto BRIC: iniziativa di grande impatto promozionale e mediatico finalizzata al consolidamento
dell’immagine dell’Italia quale destinazione turistica dei Paesi dell’area BRIC (Brasile – Russia – india - Cina)
• “Italian friends for Japan” mette a disposizione di mamme e bambini, attualmente residenti nelle località
interessate dalla fuga radioattiva della centrale nucleare di Fukuschima, di un periodo di permanenza di 6
mesi in Italia.

CONVENTION BUREAU: (altro progetto ENIT) struttura per promuovere a favorire lo sviluppo del turismo d’affari
italiano nel settore congressuale, fieristico e legato ai grandi eventi, nonché di sostenere l’attività internazionale
delle imprese del settore con la partecipazione dell’ENIT.

CONFERENZA STATO-REGIONI: rappresenta la principale sede di coordinamento tra lo Stato e le Regioni. È stata
successivamente istituzionalizzata con la legge 400 del 1988 (legge che ha riorganizzato il Governo e i suoi organi),
che le ha attribuito compiti di informazione, consultazione e raccordo, in relazione agli indirizzi di politica generale
suscettibili di incidere nelle materie di competenza regionale, con una seduta almeno ogni 6 messi, oggi regolata dal
decreto legislativo 28/08/1997
• Opera nell’ambito della comunità nazionale per favorire la cooperazione tra l’attività dello Stato e quella
delle Regioni e le Province Autonome
• Costituisce la “sede privilegiata della negoziazione politica tra le amministrazioni centrali e il sistema delle
autonomie regionali”.
La Conferenza Stato-Regioni è convocata e presieduta dal Sottosegretario di Stato per gli Affari Regionali, su delega
del Presidente del Consiglio dei ministri. La Conferenza è composta dai 20 Presidenti delle Regioni a statuto speciale
e ordinarie e dai 2 presidenti delle Province autonome di Trento e Bolzano.
Ai suoi lavori partecipano, su invito del Presidente, i Ministri ed i rappresentanti politici delle amministrazioni statali
e degli enti pubblici interessati agli argomenti iscritti all’ordine del giorno delle sedute.

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ATTIVITÀ: deliberare intese e accordi, interscambio di dati e informazioni, istituzione di comitati e gruppi di lavori e
designazioni di rappresentanti regionali.

Nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni vi è la CONFERENZA NAZIONALE DEL TURISMO:


• Appuntamento patrocinato dalla Presidenza del Consiglio e dalla Conferenza delle Regioni e Province
autonome per il turismo in Italia ed ha cadenza biennale, prevista inizialmente dalla legge 135/2001.
• Sede di incontro tra Governo, Regioni e componenti del turismo per fissare le linee strategiche della
Promozione Turistica Nazionale e per stipulare un “patto” dal quale ripartire per rilanciare nel mondo il
marchio Italia → funzione consultiva e di raccordo.
• Ora abrogata dal Codice del turismo e sostituita dal Comitato delle politiche turistiche
• Queste sedi di raffronto tra Stato e Regioni servono a superare le difficoltà riscontrate in seguito alla riforma
del 2001 → un’organizzazione e una promozione frammentaria del turismo, lo avrebbero penalizzato,
specialmente per i turisti stranieri.

COMITATO NAZIONALE PER IL TURISMO ORA COMITATO PERMANENTE DI PROMOZIONE DEL TURISMO: ha le
stesse funzioni della Conferenza Nazionale ed è composto da 20 membri tra rappresentanti del: Governo, Regioni,
Province, Comuni, Associazioni ed Unioni di Enti, Trasporti, Università…
• Sede istituzionale autorevole in grado di attuare le necessarie politiche di coordinamento tra soggetti
pubblici e privati per un rilancio del turismo in Italia.
• Rappresenta una cabina di regia per politiche condivise tra i vari operatori

RUOLO DEGLI ENTI LOCALI → leggi di riferimento:


• 142/1990 (enti locali)
• ART 267/2000 (la regione deve specificare le funzioni degli enti locali)
• Modello generale ART 118 Cost. aumentato grazie al principio di sussidiarietà verticale → nel caso in cui
l’ente più vicino al cittadino (Comune) non abbia i mezzi per far fronte alle sue funzioni, per il principio di
adeguatezza, per trovare una migliore allocazione della funzione amministrativa, si sposta verso l’alto:
Comune → Provincia → Regione → Stato. Questo principio di sussidiarietà verticale ha potenziato le
funzioni amministrative in materia di turismo degli enti locali.
• Promozione del turismo attraverso APT (aziende di promozione turistica) istituite con legge regionale e IAT
(uffici di informazione e accoglienza turistica) → Puglia Promozione = APT, anche se si differenzia perché a
differenza delle altre, è una sola e ha sede a Bari, ma ha le sue diramazioni nei Comuni.

LEZIONE 15 – REGIONI E GESTIONE TURISMO 16/04/21

RUOLO ENTI LOCALI (leggi di riferimento 142/1990)


• La Regione deve specificare le funzioni degli enti locali
• Principio di sussidiarietà verticale
• Promozione del turismo attraverso APT (aziende di promozione turistica) istituite con legge regionale e IAT
(uffici di informazione ed accoglienza turistica)

COMPITI DELLA REGIONE: abbandono del modello organizzativo unico → dopo la riforma del 2001 ogni Regione si è
dotata di atti amministrativi propri al fine di coordinare e indirizzare le azioni sul turismo servendosi della Giunta e
dei relativi uffici amministrativi o specifici uffici con strutture tecniche.

REGIONI E PROMOZIONE DEL TURISMO ALL’ESTERO


La Regione è autorizzata a promuoversi all’estero → ART 117 comma 9: le Regioni possono promuovere accordi con
enti territoriali di altri Stati (gemellaggi). La legge 131/2003 stabilisce che le Regioni nelle materie di propria
competenza legislativa possono concludere accordi con altri Stati di natura tecnico-economica o di natura
programmatica per lo sviluppo economico, sociale e culturale. Con leggi e accordi costituiscono forme di promozione
turistica all’estero.

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Apt e Iat
All’inizio del secolo fu prevista una fitta rete di EPT riordinati poi con d.lgs.n. 1042/1960 istituiti presso ogni
capoluogo di provincia. Gli Apt si affiancavano ad Aziende autonome di cura e soggiorno turistico nate nel 1935 e
riordinate con d.lgs.1042/1960. Gli APT individuano ambiti turistici rilevanti e costituiscono le IAT (uffici di
informazione e accoglienza turistica), coadiuvati dalle Pro Loco

APT: Enti strumentali della Regione che hanno autonomia amministrativa e gestionale con PERSONALITÀ GIURIDICA
Compiti:
• Promozione e propaganda delle risorse turistiche locali
• Fornire informazioni
• Accoglienza e assistenza ai turisti tramite gli uffici di informazione e accoglienza

IAT: sono enti pubblici istituiti dalle APT e hanno il compito di curare l’assistenza, l’accoglienza e l’informazione al
turista. Sono finalizzati a soddisfare i bisogni e le esigenze degli ospiti nel rispetto dei principi di: cortesia,
uguaglianza, imparzialità, efficienza ed efficacia… Sono presenti in tutte le Città che hanno le APT

STORIA DEI SISTEMI TURISTICI LOCALI (STL) → essenziali per la promozione turistica. Prima vi erano sistemi
produttivi locali individuati con una procedura esogena di tipo top down sulla base delle normative statali (legge
317).
• Chiamati sistemi locali del lavoro con maggiori competenze
• Aree di specializzazione produttiva
• Con la l. 140 → Sistema Produttivo Locale adottati inizialmente solo dalle regioni del nord
• Come sviluppo di questi sistemi nascono i Distretti Turistici (DT), sistemi locali specializzati in attività
turistiche

STL:
• Strumento di promozione e integrazione e sviluppo dell’offerta turistica definito dall’ART 5 della legge 135
• Aree (anche interregionali) in grado di proporre un’offerta turistica integrata con le formule più disparate
(collaborazione soggetti pubblici e privati)
• Vengono riconosciuti con provvedimento regionale
• La Regione indirizza e coordina con le sue strutture (Giunta, enti, uffici amministrativi)

DEFINIZIONE data dalla legge 135 degli STL: contesti turistici omogenei o integrati, comprendenti ambiti territoriali
appartenenti anche a regioni diverse (novità), caratterizzati dall’offerta integrata di beni culturali, ambientali e di
attrazioni turistiche, compresi i prodotti tipici dell’agricoltura e dell’artigianato locale, o dalla presenza diffusa di
imprese turistiche singole/associate.

ATTUAZIONE STL: diversificata da Regione a Regione e si articola in 6 momenti:


1. Proposta di costituzione da parte degli enti locali o soggetti privati, singoli o associati
2. Verifica dell’utilità
3. Accreditamento
4. Individuazione aree e forma giuridica
5. Individuazione soggetti e strumenti
6. Finanziamenti

FORMA LEGALE: dotato di massima flessibilità; associazione; società a partecipazione pubblica; ente; altri soggetti
giuridici come consorzi; utilizzare strumenti della programmazione negoziata.

FINALITÀ:
• Sostenere attività e processi di aggregazione e di integrazione tra le imprese turistiche, anche in forma
cooperativa, consortile e di affiliazione
• Attuare interventi intersettoriali ed infrastrutturali necessari alla qualificazione dell’offerta turistica

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• Sostenere l’innovazione tecnologica degli uffici di informazione e di accoglienza ai turisti


• Sostenere la riqualificazione delle imprese turistiche
• Promuovere il marketing telematico dei progetti turistici tipici

ESEMPI DELL’ATTUAZIONE DEGLI STL:


• Umbria, Marche e Liguria hanno ripreso il modello della legge 135
• Abruzzo ha diviso il piano in 2 aree: aree sviluppate/aree a vocazione turistica
• Lombardia: stl riconosciuti con un programma di sviluppo turistico, ruolo essenziale a Comuni e privati
• Emilia-Romagna: equiparazione di strutture già esistenti a stl
• Toscana: utilizza il piano regionale di sviluppo economico (si è discostata dalla legge 135)

FINANZIAMENTI:
• Il Ministero dell’industria, del commercio e dell’artigianato provvede agli interventi di cofinanziamento a
favore dei sistemi turistici locali per i progetti di sviluppo che prestino ambiti interregionali o sovraregionali
• Finanziamenti regionali
• Finanziamenti con i fondi dell’UE
• Presso il Ministero dell’industria, del commercio e dell’artigianato vi è anche un apposito Fondo di
cofinanziamento per l’offerta turistica

Altre aggregazioni formate da soggetti pubblici e privati e importanti per la promozione turistica sono i GAL:
• Gruppi di azione locale in attuazione del Regolamento del 2005 per attuare piani di sviluppo locale
• Generalmente è una società consortile a responsabilità limitata a prevalente partecipazione privata con la
partecipazione di amministrazioni comunali ed un folto partenariato di soci privati portatori di interessi
singoli e collettivi
• Intende incrementare il potenziale di sviluppo locale attraverso il coinvolgimento degli attori socioeconomici

AZIONI GAL:
• Elaborano il piano di azione locale (PAL) e gestiscono i contributi finanziari erogati dall’UE e dal fondo
agricolo di orientamento e garanzia
• Partecipano sindacati, associazioni di imprenditori, imprese, comuni ed attori locali realizzano progetti di
cooperazione per lo sviluppo sostenibile del territorio “bottom up”

ACCORDI: programmazione negoziale (accordi promossi tramite programmi specifici per sviluppare e promuovere il
turismo)
• Le amministrazioni interessate, statali, regionali e locali, promuovono ed utilizzano gli strumenti di
programmazione negoziale per attuare il turismo
• Le funzioni di monitoraggio sono svolte dal Comitato permanente di promozione del turismo, nel rispetto
delle funzioni e delle competenze degli uffici del Ministero per i beni e le attività culturali e il turismo,
utilizzando le risorse umane e strumentali disponibili, senza nuovi ed ulteriori oneri per la finanza pubblica

PROGRAMMAZIONE NEGOZIALE: è prevista dalla legge del 1996 come regolamentazione concordata tra soggetti
pubblici o tra soggetti privati per l’attuazione di interventi diversi, riferiti ad un’unica finalità di sviluppo, che
richiedono una valutazione complessiva delle attività di competenza.
Enti locali e altri portatori di interessi operanti sul territorio perseguono obiettivi di sviluppo in maniera coordinata e
armonica.

STRUMENTI DELLA P.N. (attuati dalla legge 135)


• L’intesa istituzionale di programma, ovvero un accordo di collaborazione tra diversi livelli
dell’amministrazione (Stato, Regione e Provincia autonoma)
• Accordo di programma quadro, un accordo tra gli enti territoriali e soggetti interessati allo sviluppo locale,
promosso in base all’Intesa istituzionale di programma

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• Patto territoriale, un accordo stilato nell’ambito dell’accordo di programma quadro, tra enti locali, parti
sociali ed enti interessati (sia pubblici che privati)
• Contratto di programma, lega l’amministrazione statale, le grandi imprese, i consorzi PMI, nonché i
rappresentanti dei distretti industriali, stipulato per il perseguimento degli scopi della programmazione
negoziata
• Contratto d’area, cioè un accordo attraverso il quale parti sociali, amministrazioni e altri soggetti interessati,
in aree giudicate di crisi dal P.C.M. su indicazione del ministro dell’economia perseguono l’obiettivo di
aumentare l’occupazione → realizzazione del principio di sussidiarietà orizzontale

LA REGIONE PUGLIA E IL TURISMO

RIFERIMENTI NORMATIVI:
C’era una legge regionale del 1978, chiamata “Interventi della Regione Puglia per la promozione del turismo
pugliese” anche se prima del 2001 la competenza era concorrente. La legge del 1999 disciplina delle strutture
ricettive nell’ambito dei principi fissati dalla legge quadro 217, mentre le funzioni amministrative relative alla
classificazione delle strutture ricettive sono delegate alle Province.
Dopo il 2001 vi fu una serie di leggi:
• Disciplina dei bed and breakfast
• Nel 2002 vi fu la prima attuazione della legge 135, poi modificata
• Trasferimento alle Province della competenza amministrativa sulle agenzie viaggio, modificata
• Disciplina degli stabilimenti balneari
• Norme sulle professioni turistiche
• 2010 - “Modifiche e integrazioni alla legge riguardante il riordino del sistema turistico pugliese”
• 2011 - “Istituzione e disposizioni normative dell’attività ricettiva di albergo diffuso” (camere in un centro
storico che non distano oltre 200m e fanno capo ad un’unica reception, ambienti comuni e area ristoro)
• 2012 - “Norme per la disciplina delle attività professionali turistiche e competenza amministrativa delle
Province”
• “Nuove norme sui B&B”

FUNZIONI DELLA REGIONE PUGLIA IN AMBITO DEL TURISMO CON LA LEGGE DEL 2002:
• Programmazione e coordinamento delle attività e delle iniziative turistiche, anche attraverso l’emanazione
di atti di indirizzo nei confronti dei soggetti dell’organizzazione turistica regionale e locale
• Promozione in Italia e all’estero dell’immagine unitaria e complessiva dell’offerta turistica regionale,
nonché dell’immagine delle diverse componenti dell’offerta turistica presenti sul territorio regionale
• Organizzazione della raccolta, dell’elaborazione e della comunicazione delle statistiche regionali del
turismo
• Istituzione dell’Osservatorio regionale sul turismo
• Realizzazione dei progetti speciali, anche in collaborazione con l’ENIT, con altre Regioni, con altri enti
pubblici, con organizzazioni e con operatori privati

GOVERNANCE DELLA REGIONE PUGLIA:


• Riordino del modello di governance del settore (avviato nel 2008) e prevede una valorizzazione del principio
di sussidiarietà (sia verticale che orizzontale), attraverso l’attribuzione di specifici compiti e funzioni agli Enti
locali ed ai privati per sviluppare e migliorare le capacità competitive e l’attrattività del territorio
• Il modello di governance nasce dall’esame delle diverse esperienze maturate in Puglia ed emerse nelle altre
Regioni italiane, valorizzandone gli aspetti positivi più significativi
• In capo alla Regione vengono mantenuti compiti di programmazione, indirizzo e controllo, finalizzati anche
ad assicurare una presenza coordinata e unitaria dell’immagine della Puglia turistica in Italia e all’estero
• Alle Province sono affidati compiti di vigilanza su soggetti operanti nel settore, oltre che di partecipazione
alla programmazione delle attività connesse allo sviluppo turistico territoriale secondo logiche intersettoriali

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Attraverso il riordino della governance la PUGLIA SI PROPONE DI:


• Assegnare ai Comuni compiti di promozione e gestione dei servizi di accoglienza al turista (in particolare
attraverso gli IAT), ma anche di partecipazione attiva agli organismi territoriali di promozione e sviluppo
turistico territoriale
• Attribuire alle Province ed ai Comuni un rilevante ruolo nella promozione e costituzione dei STL, nonché dei
Consorzi Turistici Locali (sostitutivi degli APT)
• Di riservare ai privati, alle associazioni no-profit, agli organismi di rappresentanza degli interessi generali ed
alle autonomie funzionali compiti di rilievo, sia nella concertazione dei programmi di sviluppo, sia nella
predisposizione e realizzazione di piani e progetti per migliorare e rafforzare l’offerta turistica della regione
• Di rafforzare forme di coordinamento per supportare i compiti e le responsabilità assegnati ai diversi
soggetti del settore e per assistere le fasi di programmazione e svolgimento delle varie attività di
competenza.
GLI ENTI LOCALI SI PROPONGONO di partecipare, attraverso le rispettive Associazioni a carattere regionale ANCI ed
UPI al Comitato di Concertazione e Programmazione Turistica, istituito presso la Regione, allo scopo di favorire il
pieno coinvolgimento delle istituzioni locali e delle parti sociali nelle principali scelte programmatiche.

NUOVE COMPETENZE DELLE PROVINCE:


• Tutela dell’ambiente
• Gestione delle strade provinciali
• Pianificazione del territorio
• Trasporto pubblico e controllo di quello privato
• Gestione dell’edilizia scolastica
• Ogni Regione deciderà sulle competenze da delegare alle Province
• Coordinamento dei diversi comuni appartenenti alla stessa provincia
• Cura delle relazioni istituzionali con province, province autonome, regioni, regioni a statuto speciale ed enti
territoriali di altri Stati

FUNZIONI AMMINISTRATIVE CONFERITE AI COMUNI


• Attivazione e gestione dei punti di assistenza ed informazione al turista (uffici IAT), previa autorizzazione
della Regione
• Gestione dei diversi flussi turistici, con particolare riferimento alla componente escursionista, ed erogazione
dei servizi di “prossimità”, connessi alle esigenze turistiche
• Promozione dei STL anche di concerto con gli altri Enti Locali e con soggetti pubblici e privati,
singoli/associati. Partecipazione agli stessi contribuendo all’elaborazione e all’attuazione dei relativi piani e
programmi di sviluppo
• Esercizio delle competenze e funzioni in materia di dominio marittimo, secondo quanto espressamente
previsto dalla Legge regionale del 2006 (“Disciplina della tutela e dell’uso della costa”) e di ogni altra
normativa vigente, per quanto demandato dai Comuni
• Istituzione e tenuta dell’Albo dei “Bed & Breakfast”
• Interazione con le Pro Loco operanti sul proprio territorio per la pianificazione, lo sviluppo e la realizzazione
delle attività di accoglienza ed informazione al turista
• Vigilanza e ispezione, in materia igienico-sanitaria e di normativa sul commercio, sulle strutture turistiche e
ricettive
• Esercizio delle competenze in materia di orari di apertura e chiusura e periodi di chiusura delle attività
commerciali, collegate alle esigenze del settore, in accordo con la disciplina regionale in materia di
commercio
• Eventuale attività delegata, in materia di comunicazione e vigilanza dei prezzi concernenti attività turistiche,
anche ad uso pubblico e/o gestite in regime di concessione

COMITATO DI CONCERTAZIONE E PROGRAMMAZIONE TURISTICA (CCPT)


• È l’organo rappresentativo del sistema turistico regionale, luogo della concertazione sulle linee strategiche e
programmatiche fra pubblico e privato

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• È composto dai rappresentanti di: Regione (Presidente del CCT è l’Assessore regionale in materia di turismo)
• Province: sono membri del CCT gli assessori provinciali in materia di turismo
• Sistema dell’imprenditoria turistica: sono membri alcuni rappresentanti degli imprenditori
• Sistema delle Camere di Commercio: sono membri alcuni rappresentanti delle Camere di commercio

FUNZIONI CCPT: svolge funzioni di concertazione delle linee strategiche e programmatiche per lo sviluppo delle
attività di promozione e commercializzazione turistica; in particolare:
A) Formulando all’Assessorato al Turismo, alla Giunta ed al Consiglio regionale proposte relative:
• Ai temi per gli studi e le ricerche del nuovo soggetto a carattere regionale
• Ai programmi e ai piani pluriennali degli interventi di promozione e commercializzazione turistica
• All’attuazione di specifici progetti ed attività di co-marketing e promo-commercializzazione, da svilupparsi
a cura di soggetti pubblici o privati operanti nel settore
• Al miglioramento della qualità dell’offerta turistica ed all’elevazione degli standard qualitativi dei servizi
prestati dagli operatori del settore
• Ai temi della qualità e della valorizzazione del lavoro del settore e alla qualità dell’offerta formativa
professionale
B) Esprimendo all’Assessorato al Turismo, alla Giunta ed al Consiglio regionale pareri in ordine:
• Alle linee strategiche ed agli ambienti di intervento individuati dal programma triennale e dai piani annuali
definiti dall’Assessorato al turismo
• Ai progetti di marketing e promozione turistica prevalentemente di interesse per i mercati internazionali
realizzati e finanziati dalla Regione
• Alle attività svolte ed ai progetti predisposti da STL. Consorzi turistici territoriali e nuovo soggetto a
carattere regionale
• Alle modalità di sostegno alle iniziative di promozione e commercializzazione turistica realizzate ai sensi
della normativa vigente dai soggetti aventi titolo
• All’analisi e valutazione dei risultati raggiunti con l’attenzione dei progetti e delle iniziative svolte dalla
Regione e dagli altri soggetti pubblici e privati destinatari di finanziamenti pubblici a vantaggio del settore

IN PUGLIA ABBIAMO IL DIPARTIMENTO PER IL TURISMO, L’ECONOMIA DELLA CULTURA E LA VALORIZZAZIONE DEL
TERRITORIO. Si compone di 3 sezioni:
1. Turismo
• Presidia la pianificazione strategica in materia di turismo, favorendo la costruzione di forme di partenariato
con gli operatori privati del settore
• Programma gli interventi finanziati a valere sui fondi comunitari, statali e regionali
• Provvede alla gestione operativa dei relativi programmi e attività (infrastrutture tristiche, vigilanza sulle
strutture ricettive…)
• Indirizza, coordina e controlla le attività dei Servizi afferenti
• Assicura il coordinamento e l’interazione con i livelli nazionali ed europei di rappresentanza istituzionale

2. Valorizzazione territoriale
• Presidia la pianificazione strategica in materia di interventi di valorizzazione del patrimonio culturale
• È responsabile della programmazione degli interventi finanziati a valere su fondi comunitari, statali e
regionali
• Provvede alla gestione operativa dei relativi programmi
• Indirizza, coordina e controlla le attività e gli obiettivi di risultato dei Servizi afferenti
• Coordina le strutture organizzative interne con gli altri Dipartimenti regionali e con i livelli nazionali ed
europei di rappresentanza istituzionale

3. Economia della cultura (novità) → la Puglia ha previsto che la cultura produce economia

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LEZIONE 16 – REGIONE PUGLIA E TURISMO 21/04/21

FUNZIONI REGIONE PUGLIA


• La Regione Puglia scommette sulla Programmazione strategica per le sue politiche in ambito turistico → la
Regione Puglia non vuole imporre le sue misure, ma preferisce creare delle politiche condivise, nate da una
collaborazione tra gli organi della Regione Puglia e gli operatori turistici e coloro che hanno interesse in
materia di turismo. Negli anni si è dimostrata una strategia vincente, perché questa programmazione
concertata continua a dare i suoi frutti.
• È in atto la formazione del piano strategico dal 2016 al 2025 sul turismo denominato Puglia 365, in seguito
alla pandemia, potrebbero essere apportate delle modifiche, poiché il turismo è uno dei settori più colpiti. Si
tratta di uno dei piani più importanti e innovativi: perché nelle altre Regioni c’è la struttura organizzativa che
da sola decide le politiche sul turismo, senza considerare la classe produttiva.
• È una concertazione dal basso verso l’alto → tiene conto del tessuto sociale e produttivo del turismo
• Si discute su vari oggetti ai tavoli tematici: prodotto, promozione, innovazione, infrastrutture (essenziale
perché riguarda tutto ciò che permette al turista di viaggiare), accoglienza e formazione (degli operatori
turistici) – vuole promuovere il coinvolgimento di tutti i soggetti utili a portare il proprio contributo. Alla fine,
si elaboravano dei verbali che davano vita ai piani strategici.
• Si ascoltano i risultati dei gruppi di lavoro mediati dal comitato di coordinamento
• Alla fine, si intende approvare uno specifico piano e sostenere la realizzazione attraverso accordi ad hoc

PUGLIA 365: programma che ha coinvolto operatori del settore, enti locali, associazioni datoriali e sindacali,
stakeholder, opinion leader locali, Università, GAL e MIBAC e MIT.
• Un nuovo modo di lavorare insieme che ha portato alla costruzione di una nuova visione condivisa del
turismo in Puglia
• L’attuazione del Piano strategico Puglia 365 è in corso, grazie al lavoro congiunto di Puglia promozione e
della Regione Puglia Ass. Turismo

TEMI: prodotto, promozione, innovazione (digitalizzazione), infrastrutture, accoglienza, formazione e analisi dei pro
e dei contro delle industrie turistiche in Puglia relative ai temi del piano.

PUGLIA PROMOZIONE: ente pubblico non economico, organismo tecnico operativo della Regione istituito nel 2011.
Rappresenta uno strumento operativo delle politiche della Regione Puglia in materia di promozione dell’immagine
unitaria della Regione, fa riferimento alla programmazione regionale e opera d’intesa con il sistema delle Province e
dei Comuni nell’ottica dello sviluppo sostenibile, durevole e integrato
La sua costituzione ha permesso il superamento delle APT e la costituzione dell’azienda regionale unica con una
governance complessiva.
• Scaturita dalla soppressione delle 5 Aziende di Promozione Turistica impostate su base provinciale e
contestuale attivazione dell’Agenzia Regionale del Turismo (ora Puglia promozione)
• La sua articolazione è su base provinciale (distrettuale)
• Luogo virtuale di comunicazione tra le politiche pubbliche in materia di turismo e gli operatori con l’intento di
sburocratizzare le attività amministrative riguardanti il turismo.

COMPITI PUGLIA PROMOZIONE


• Si occupa della promozione della conoscenza e l’attrattività del territorio nelle sue risorse tangibili e intangibili
(cultura, tradizioni)
• Sulla base di specifici obiettivi definiti dalla Regione si impegna a favorire lo sviluppo di occupazione stabile
nell’ambito del turismo e la qualificazione degli operatori e degli addetti del settore
• Coordina il sistema a rete degli IAT, anche nel loro raccordo con le Pro Loco ed i Comuni;
• Collabora con il sistema delle Camere di Commercio (collabora con gli imprenditori turistici), le istituzioni
universitarie, i centri di ricerca, amministrazioni, enti pubblici, organismi e agenzie specializzate.
• La Regione Puglia ha pensato all’attuazione del principio di sussidiarietà orizzontale

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PUGLIA PROMOZIONE SI OCCUPA DI:


• Marketing, pianificazione strategica e coordinamento degli stakeholders (individui o gruppi che hanno, o si
aspettano, proprietà, diritti o interessi nei confronti di una impresa e delle sue attività, presenti e future, e il
cui contributo è essenziale per il raggiungimento di uno specifico obiettivo dell’organizzazione. Sono gli
azionisti, i clienti, i dipendenti, i fornitori, la comunità con cui l’organizzazione interagisce)
• Dev’essere osservatorio del turismo e ha il compito di stilare le statistiche della Regione
• Promozione

OBIETTIVI PUGLIA PROMOZIONE


• Elaborazione e gestione a livello regionale delle funzioni di pianificazione strategica
• Modello top-down per la gestione dei progetti, delle politiche e del loro controllo
• Modello bottom-up per i processi di pianificazione strategica

FUNZIONI PUGLIA PROMOZIONE


-Promuovere la conoscenza e l’attrattività del territorio
-Favorisce lo sviluppo di occupazione stabile nell’ambito del turismo
-Promuove e qualifica l’offerta turistica dei sistemi territoriali della Puglia
-Sviluppa e coordina gli interventi a fini turistici per la fruizione e la promozione integrata a livello territoriale del
patrimonio culturale
-Attiva e coordina le politiche turistiche anche in collaborazione con altri enti pubblici e privati
-Favorisce la diffusione di un’ampia cultura dell’ospitalità tra gli operatori pubblici e privati e la popolazione locale
-Promuove la cultura della tutela dei diritti del turista consumatore
-Assicura alle strutture regionali strumenti operativi a supporto del coordinamento delle attività e delle iniziative STL
e fornisce consulenza
-Esercita le funzioni e i compiti amministrativi già assegnati alle Aziende di promozione turistica (APT)
-Coordina il sistema a rete degli IAT, anche nel loro raccordo con le Pro Loco
-Collabora con il sistema delle Camere di Commercio e, ai fini della predisposizione di specifici studi, piani e progetti
-Può avvalersi della collaborazione di istituzioni universitarie e centri di ricerca
-Coordina e coadiuva gli strumenti programmatori della Regione Puglia, anche in riferimento a leggi nazionali e a
programmi interregionali e comunitari

IAT: uffici pubblici per l’informazione e l’accoglienza turistica.


• Sono enti pubblici istituiti dalle APT (in Puglia le APT sono soppresse)
• Hanno il compito di curare l’assistenza, l’accoglienza e l’informazione del turista. Sono finalizzati a soddisfare
i bisogni e le esigenze degli ospiti nel rispetto dei principi di cortesia, uguaglianza, imparzialità, partecipazione,
efficienza ed efficacia, chiarezza e comprensibilità del linguaggio e accessibilità

IAT ≠ PRO LOCO


-IAT: agenzie regionali hanno il bisogno di istituire questi uffici di istituzione regionale (pubblica)
-PRO LOCO: sostituiscono le IAT nelle città in cui non ci sono; istituzione privata con funzione di rilevanza pubblica →
è stata riconosciuta la possibilità di istituire alle pro loco del servizio civile.
Le funzioni che svolgono sono molto simili. In più, le Pro Loco si occupano di organizzare fiere, eventi, sagre… per
promuovere il territorio.

INIZIATIVE DELLA REGIONE PER PROMUOVERE IL TURISMO:


• Creazione del Forum regionale del turismo e sito www.viaggiareinpuglia.it: sezioni dedicate alla materia
turistica con informazioni sulle manifestazioni e gli eventi, e sulle attività di pubblicità e promozione turistica
della Regione sviluppate anche all’estero
• Collaborazione con organismi diversi, quali l’Agenzia Puglia promozione e le Agenzie di Viaggio garantiscono
al governo regionale un’efficace sinergia per la promozione del sistema turistico pugliese
• Pubblicazione bandi per partecipare a progetti di promozione per il turismo

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INIZIATIVE PER SUPERARE LA CRISI:


• Emanato il bando “Custodiamo il Turismo in Puglia” dove sono stati previsti aiuti a favore delle micro, piccole
e medie imprese pugliesi del settore turistico e culturale. Ad oggi sono state presentate 649 istanze.
Complessivamente ci sono a disposizione 50mln, 40 per le imprese turistiche e 10 per quelle del settore cultura
• Definizione del nuovo quadro normativo regionale in materia di Cultura e Spettacolo → Si vuole emanare una
legge in materia di cultura e spettacolo, per sostenere questi settori.
• È stata commissionata una piattaforma streaming e on-demand di proprietà regionale che sarà messa
gratuitamente a disposizione degli operatori pugliesi della Cultura e dello Spettacolo per continuare a produrre
e veicolare al pubblico cultura, cinema e spettacolo, nelle more della riapertura dei teatri, cinema e altri luoghi
dello spettacolo
• Funzionerà anche in prospettiva postCOVID, per allargare il proprio pubblico e promuovere nella maniera più
ampia, in Italia e nel mondo, il prodotto della Creatività pugliese.

STL PUGLIA
• Sono stati istituiti dall’ ART 5 L.R. PUGLIA N. 1/02, STL promossi da enti locali o da soggetti privati con il fine di
favorire l’integrazione tra le politiche del turismo, quelle del Governo per il territorio e lo sviluppo economico
• Concertazione con gli attori locali
• La Giunta regionale, con apposito regolamento, definisce le modalità e la misura dei finanziamenti dei progetti
di sviluppo dei sistemi turistici locali → è un modo per riunire attori pubblici e privati per la realizzazione di
scopi comuni
Quando si parla di governance della Regione Puglia, si intende un servizio pubblico, mentre gli STL non fanno parte
della governance, ma sono uno strumento per la promozione del turismo di cui la Regione Puglia si serve.

STL PUGLIA FINALITÀ:


• Sostenere attività e processi di integrazione tra imprese turistiche
• Attuare interventi intersettoriali e infrastrutturali per offerta turistica e riqualificazione urbana
• Sostenere l’innovazione tecnologica degli uffici di informazione turistica (IAT)
• Riqualificazione imprese turistiche
• Promuovere marketing turistico, pianificazione strategica
• Cofinanziamento tra UE e Regione di progetti e non di soggetti
• Attivazione di un’agenzia per il turismo: ora Puglia promozione
• Vi partecipano sia soggetti pubblici che privati; ulteriore modo di applicare il principio di sussidiarietà
orizzontale

ELEMENTI CARATTERISTICI:
• Fare sistema tra enti privati e pubblici
• Unire ciò che offre il territorio e la comunità locale
• Offerta turistica
• Valorizzazione delle risorse esistenti e la creazione di nuove
• Nuova forma di aggregazione territoriale che sorge dal basso per supportare le vocazioni, le attrattive e i servizi
turistici di una determinata area, con unioni e associazioni tra attori privati e pubblici

REGOLAMENTO REGIONALE DEL 2009: ha specificato la legge del 2002, in particolare nella Regione Puglia possono
coesistere 2 tipologie di STL:
• STL a carattere territoriale: promozione e sviluppo della qualità dell’offerta turistica su un territorio
• STL tematico: rafforzare la competitività, l’innovazione e la crescita delle imprese che operano nell’ambito
della Regione per il turismo
• Programmi almeno triennali → l’STL può essere a termine (scadenza): nel caso soddisfi un suo obiettivo, può
smettere di operare. Può accadere però che gli STL vengano istituiti, ma poi risultino inconcludenti in questo
caso vengono sciolti.
• È possibile istituire con decreto di giunta i Sistemi turistici interregionali (STI) tra più regioni

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REGOLAMENTO N. 19/2011 stabilisce che:


• I STL concorrono a diversificare l’offerta regionale valorizzando gli aspetti di attrattività delle destinazioni
turistiche e dei territori, migliorando l’integrazione, la fruibilità e la qualità dei servizi erogati
• La Regione Puglia, attraverso l’aggiunta, definisce e realizza programmi di interventi per il perseguimento di
specifici obiettivi di rafforzamento dell’offerta turistica regionale, integrando le politiche settoriali attraverso
i STL. La Regione Puglia si serve dei STL per rafforzare la sua offerta promozionale turistica.

DEFINIZIONE STL
• Sono delle forme associative volontarie tra sistemi pubblici e privati.
• Sono una sede privilegiata di dialogo e di confronto permanente tra tutti i soggetti operanti a livello locale
nel settore turistico.

SOGGETTI PUBBLICI CHE POSSONO PARTECIPARE AI STL:


• Comuni o Unioni di Comuni ricompresi nell’ambito territoriale interessato
• Province competenti per territorio
• Camere di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura competenti per il territorio
• Enti di gestione di Parchi e Aree Protette operanti nell’ambito territoriale interessato
• Altri Enti e soggetti pubblici, rilevanti per la filiera di riferimento e operanti nell’ambito territoriale interessato

SOGGETTI PRIVATI che POSSONO PARTECIPARE AI STL:


• Associazioni e altre organizzazioni senza scopo di lucro, che operano per lo sviluppo turistico, nonché per la
valorizzazione delle specificità e delle identità locali, delle iniziative culturali e delle produzioni turistiche
• Organizzazioni sindacali
• Gruppi di Azione Locale (GAL)
• Altri soggetti che operano con finalità di valorizzazione e sviluppo turistico nell’ambito territoriale interessato

MODALITÀ DI COSTITUZIONE:
• La Regione suddivide l’intero territorio attraverso l’adozione di un sistema regionale di STL, prevedendo per
ciascuno una dimensione minima efficiente
• La Regione istituisce un tavolo di concertazione su base provinciale o interprovinciale per ciascun ambito
territoriale candidato all’istituzione di un STL, sulla base di un’istanza
• La scelta della forma associativa del STL è demandata all’autonomia dei soggetti che lo costituiscono, nel
rispetto delle forme previste dalla normativa vigente e con statuto stipulato per atto pubblico. Una volta
stipulato per atto pubblico deve esservi il decreto di accettazione.

DOVE POSSONO ESSERE RICHIESTI I STL:


• Gargano e Monti Dauni / Bari e la costa
• La Puglia di Federico II / Valle d’Itria e Murgia dei trulli
• Magna Grecia e Gravine / Salento

MONITORAGGIO:
L’assessorato al turismo prevede a cadenza annuale:
• Specifiche attività di monitoraggio sui STL, volte a verificare lo stato di avanzamento del programma
• Gli aspetti finanziari
• La tempistica degli interventi
• La rispondenza delle attività svolte alle previsioni degli atti di pianificazione adottati in materia
• Ogni STL è tenuto a presentare annualmente alla Regione Puglia, entro il mese di maggio, una relazione
dettagliata sulle attività svolte e sui risultati conseguiti nell’anno precedente, corredato da elementi di ordine
finanziario e contabile

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REVOCA DEI STL:


• A mancato svolgimento di attività per un periodo di tempo superiore a 6 mesi
• Accertata inadempienza rispetto alle finalità istitutive di cui all’ART 4, ovvero comportamenti ed attività che
contravvengono alle stesse
• Difformità delle attività realizzate rispetto al programma di attività approvato
• Irregolarità nel funzionamento o nella gestione
• Recesso di oltre la metà dei soggetti costituenti
• Sopravvenuta carenza dei requisiti costitutivi

SAC: Sistemi Ambientali e Culturali istituiti dalla Regione Puglia nel 2010, ovvero aggregazioni territoriali di risorse
ambientali e culturali del territorio (ricadenti nel partenariato istituzionale). Realizzano percorsi avanzati di sviluppo
e cooperazione interistituzionale in modo da potenziare l’offerta culturale, migliorare la qualità dei servizi, qualificare
i flussi turistici, accrescere l’attrattività del territorio, creare occupazione, migliorare la qualità della vita nelle
comunità locali e arrivare a una gestione integrata dei beni culturali.

SAC ≠ STL: I SAC assomigliano ai STL, ma:


• non sono sottoposti a tutti i controlli e alle formalità a cui sono sottoposti gli STL.
• Un motivo fondamentale per cui i STL sono sottoposti a maggiori controlli riguarda gli ingenti finanziamenti
dalla Regione, dai privati, dagli Enti europei e da un fondo istituito presso il Ministero dello sviluppo, destinato
ai STL.
• I SAC rappresentano un accordo tra soggetti pubblici e privati per utilizzare le risorse ambientali e culturali per
la promozione del turismo
• Sono solitamente tematici (ex. Il mare in Puglia → tutto ciò che ha a che fare con il mare / SAC dei santi pugliesi
→ turismo religioso)
• I SAC sono maggiormente sviluppati, in quanto più liberi e ce ne sono di diverse tipologie.

FATTORI DI INTEGRAZIONE DEI SAC → Si integrano:


• I beni: una dotazione significativa di beni ambientali e culturali del territorio
• I soggetti: un partenariato articolato
• Le risorse finanziarie: appartenenti a diversi soggetti pubblici e privati (fondi FESR, più di 1000 partners)
• Il territorio: un perimetro territoriale del sistema sufficientemente ampio ed omogeneo da promuovere la
messa in rete, generare e diffondere economie distrettuali.

L’attrattore per i turisti è il TEMA → l’ospite si trova di fronte a:


- Un’offerta unitaria di iniziative, attività e patrimonio che rappresentano nel loro insieme l’identità e l’anima dei
luoghi di visita; un viaggio tra emozioni ed esperienze
- Servizi aggiuntivi e di accoglienza integrati e potenziati con facili percorsi di interscambio ed elementi continui di
rimando da un sito all’altro e da questi alle iniziative in corso
- Migliori percorsi di mobilità interna “dolce” e intermodale
- Collegamenti più forti tra i beni attrattori per un’esperienza partecipata e composita
- “Conoscenza” più profonda del territorio attraverso il consolidamento delle connessioni tematiche e identitarie

SAC: le attività finanziate per lo start up


1. INFRASTRUTTURAZIONE PRIMARIA:
• Creazione di itinerari (mappe, guide)
• Dotazione tecnologica e allestimento di spazi culturali
2. MOBILITÀ LENTA: servizi per il cicloturista, servizio di navetta, noleggio bici…
3. PROMOZIONE ED INFORMAZIONE: servizi di accoglienza ed informazione presso beni culturali
4. SERVIZI CULTURALI:
• Servizi didattici (laboratori culturali, teatrali, educazione ambientale…) / Visite guidate
• Servizi aggiuntivi museali
• Mostre, eventi culturali, installazioni artistiche

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MARI TRA LE MURA: NEL BLU DIPINTO DI PUGLIA (PROGETTO STL)


IDEE FORZA DEL PROGETTO:
1. IL TEMPO → per ricostruire e scoprire l’evoluzione del territorio che ha avuto per protagonista comune l’acqua:
• L’acqua come sostentamento per le comunità → pescatori
• L’acqua che ha fatto approdare i santi → opere d’arte della devozione religiosa
• L’acqua che si è raccolta → i laghi di Conversano
2. LO SPAZIO → perché tutto il territorio parla da sé, con le proprie caratteristiche ambientali, culturali, storiche e
artistiche.

LEZIONE 17 – VARI TIPI DI TURISMO 23/04/21

• Turismo sostenibile / Turismo responsabile / Ecoturismo (legato al turismo sostenibile)


• Turismo culturale / Turismo folcloristico / Turismo religioso
• Turismo gastronomico / Turismo congressuale
• Turismo sportivo (legato alle gare o competizioni sportive)
• Turismo balneare / della montagna / del mare / dei fiumi
• Turismo termale / Turismo giovanile
• Business tourism / Shopping tourism

Interessano vari tipi di diritto:


• Diritto della navigazione e dei trasporti / Diritto dell’urbanistica (percorribilità delle strade/aeroporti…)
• Diritto del lavoro / diritto commerciale
• Diritto sanitario (turismo termale)

TURISMO SOSTENIBILE: turismo capace di soddisfare le esigenze dei turisti di oggi e delle regioni ospitanti prevedendo
e accrescendo le opportunità per il futuro. Le risorse devono essere gestite in modo tale che le esigenze economiche,
sociali ed estetiche possano essere soddisfatte mantenendo l’integrità culturale, i processi ecologici essenziali, la
diversità biologica, i sistemi di vita dell’area in gestione. (OMT)
Il turismo sostenibile guarda al futuro: si tratta di un insieme di pratiche e scelte che non danneggiano l’ambiente e
favoriscono uno sviluppo economico durevole, senza danneggiare i processi sociali locali, contribuendo al
miglioramento della qualità della vita dei residenti → turismo che non si esaurisce, ma cresce nel tempo.
È da evitare l’overtourism, che può portare allo snaturamento di un luogo, a causa di un turismo non sostenibile →
Tutte le forme di turismo dovranno essere sostenibili (Venezia vittima di overtousism).
• La Carta di Lanzarote del 1995 connette il turismo responsabile con quello sostenibile
• Le attività turistiche sostenibili sono quelle che si sviluppano mantenendo vitali le aree su cui insistono per un
tempo illimitato, non alterano l’ambiente e non ostacolano lo sviluppo di altre attività sociali ed economiche.

EFFETTO DEL TURISMO SOSTENIBILE:


• I prodotti turistici sostenibili agiscono in armonia con l’ambiente, la comunità e le culture locali, in modo tale
che essi siano i beneficiari e non le vittime dello sviluppo turistico.
• Economia, Etica e Ambiente trovano un punto d’incontro nel turismo sostenibile (rapporto di Brutland)
• Si è visto che il turismo è un fenomeno ambivalente: da una parte può contribuire allo sviluppo
socioeconomico dei Paesi, ma allo stesso tempo, può diventare causa di perdita delle identità locali e di
degrado ambientale.
Anche in Italia c’è un’attenzione particolare alle risorse dei luoghi e delle popolazioni con lo sviluppo dell’economia
sociale e green economy:
- ECONOMIA SOCIALE: nuova forma di economia che ha preso piede in alcuni stati dell’America Latina. L'economia
sociale è caratterizzata dalle attività senza scopo di lucro e di utilità sociale realizzate dalle organizzazioni di terzo
settore che nel loro agire sono mosse da principi quali la reciprocità e la democrazia.
- GREEN ECONOMY: Modello di economia che mira alla riduzione dell'impatto ambientale mediante provvedimenti in
favore dello sviluppo sostenibile, come l'uso di energie rinnovabili, la riduzione dei consumi, il riciclaggio dei rifiuti.

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In Italia c’è stata:


- L’Istituzione del ministro della transizione ecologica per applicare la green economy. Ciò si rifà alle agende ONU
2020/2030 = documenti emanati dall’ONU che mettono in primo piano la sostenibilità dell’ambiente nella produzione.
- L’emanazione dei regolamenti nel 2002 e nel 2007 e un decreto legislativo nel 2017, che prevedevano soprattutto
finanziamenti per gli operatori che si impegnano per un turismo sostenibile.
- Negli ultimi anni l’istituzione delle tasse ambientali / tasse piguviane (dal nome dell’ecologista che le ha elaborate:
Piguet), per fare in modo che gli operatori economici si orientassero verso la sostenibilità e l’ecologia (il più delle volte
però il costo di queste tasse viene trasferito ai consumatori, aumentando il prezzo del prodotto), cercando di limitare
il più possibile la black economy (economia improntata sulla produzione e sul guadagno a discapito dell’ambiente).

TURISMO RESPONSABILE: sviluppatosi negli anni ’80, nato con lo scopo di accrescere la consapevolezza dei viaggiatori
e diffondere principi di equità, sostenibilità ambientale e tolleranza.
• Utilizzo delle strutture del luogo e collaborazione con piccole imprese e cooperative, per favorire l’occupazione
• Centralità della comunità locale ospitante e riconoscimento del suo diritto ad essere protagonista nello
sviluppo turistico sostenibile e socialmente responsabile del proprio territorio.
• L’ONU ha proclamato il 2002 Anno Internazionale dell’Ecoturismo, e in particolare l’ONU ha invitato gli
operatori del settore e le autorità politiche a una stretta collaborazione al fine di promuovere questo nuovo
modello di turismo

ELEMENTI DEL TURISMO RESPONSABILE:


• Ambiente: il turista responsabile deve evitare di danneggiarlo
• Le popolazioni che abitano nella località visitata devono essere rispettate nella loro cultura e dev’essere
garantito anche il loro benessere
• Partecipazione attiva delle popolazioni locali nella gestione delle imprese ecoturistiche
• Condivisione con le popolazioni locali dei benefici socioeconomici derivanti dal turismo

ECOTURISMO: turismo praticato da chi sceglie mete di interesse naturalistico adottando un comportamento
rispettoso dell’ambiente (Oasi del WWF). È un modo di viaggiare responsabile in aree naturali nel rispetto
dell’ambiente e del benessere delle popolazioni locali.

ART 24 dell’allegato al Codice del Turismo (turismo culturale) → riguarda la tutela e la valorizzazione dei beni culturali,
motivo per cui non è stato dichiarato incostituzionale (competenza legislativa allo Stato): nel rispetto dell’ART 9 della
Costituzione e del codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui il Presidente del Consiglio dei Ministri di concerto
con il Ministro per i beni e le attività culturali, promuove la realizzazione di iniziative turistiche finalizzate ad incentivare
la valorizzazione del patrimonio storico-artistico, archeologico, architettonico e paesaggistico presente sul territorio
italiano, utilizzando le risorse umane e strumentali disponibili, senza nuovi ed ulteriori oneri per la finanza pubblica.

TURISMO SOCIALE: turismo visto come diritto sociale (decreto 146)


Presso il Dipartimento per lo sviluppo e competitività del turismo opera (esiste) il Fondo buoni vacanze. Ad esso
affluiscono: risparmi costituiti da individui, imprese, istituzioni o associazioni private (circoli aziendali, associazioni non-
profit, banche…) / risorse derivanti da finanziamenti, donazioni e liberalità, erogati da soggetti pubblici o privati

Con regolamenti governativi sono definite le modalità per l’erogazione dei buoni vacanza da destinare ad interventi di
solidarietà in favore delle fasce sociali più deboli, anche per la soddisfazione delle esigenze di destagionalizzazione dei
flussi turistici ed anche ai fini della valorizzazione delle aree che non abbiano ancora conosciuto un’adeguata fruizione
turistica → BONUS VACANZE: Prima dell’emergenza COVID i bonus vacanze venivano applicati nei periodi di bassa
stagione, per sostenere gli operatori turistici e per aiutare le fasce più deboli della popolazione.

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TURISMO CON ANIMALI: al fine di aumentare la competitività del settore e l’offerta dei servizi turistici (inter)nazionale
ed internazionale, lo Stato promuove ogni iniziativa volta ad agevolare e favorire l’accesso ai servizi pubblici e nei
luoghi aperti al pubblico dei turisti con animali domestici al seguito. A tal fine promuove la collaborazione tra le
autonomie locali, gli enti pubblici, gli operatori turistici, le associazioni di tutela del settore. (Rimini stabilimento
balneare per animali)

AGRITURISMO: è un turismo rurale; molto in voga, poiché permette di immergersi nella natura, di assaporare i
prodotti tipici della zona e ha dei prezzi limitati.

• Inizialmente le regole furono dettate per l’imprenditore agricolo → solo chi era imprenditore agricolo poteva
praticare questo tipo di turismo. Esiste un ART che delinea la figura dell’imprenditore agricolo (ART 2135).
• La legge del 2006 lascia libertà alle Regioni, infatti non preclude alle Regioni criteri, limiti e obblighi
amministrativi per lo svolgimento di detta attività. Lo Stato trova la sua legittimazione per le materie: tutela
del paesaggio, tutela della concorrenza, governo del territorio, promozione dell’impresa agricola e di
legislazione concorrente si occupa: alimentazione e tutela della salute.
• La struttura deve rispettare i criteri fissati dallo Stato in materia di igiene e sanità.

ART 2135: è imprenditore agricolo chi esercita una delle seguenti attività: coltivazione del fondo, selvicoltura,
allevamento di animali e attività connesse.
Per coltivazione del fondo, selvicoltura e allevamento di animali si intendono le attività dirette alla cura e allo sviluppo
di un ciclo biologico o di una fase necessaria del ciclo stesso, di carattere vegetale o animale, che utilizzano o possono
utilizzare il fondo, il bosco o le acque dolci, salmastre o marine. Si intendono comunque connesse le attività
esercitate dal medesimo imprenditore agricolo, dirette alla manipolazione, conservazione, trasformazione,
commercializzazione e valorizzazione che abbiano ad oggetto prodotti ottenuti prevalentemente dalla coltivazione del
fondo/bosco/allevamento degli animali, nonché le attività dirette dalla fornitura di beni o servizi mediante
l’utilizzazione prevalente di attrezzature o risorse dell’azienda normalmente impiegate nell’attività agricola esercitata
(comprese le attività di valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale e forestale, ovvero di ricezione ed
ospitalità come definite dalla legge).

Attività:
• impresa agricola che offre: ospitalità, attività ricreative/escursionistiche/sportive/culturali/didattiche
• dimensioni tali da essere connessa o complementare con l’attività agricola

CONTROLLI: le Regioni determinano gli incentivi, in connessione con il Ministero delle politiche agricole.
• Controlli sulla tutela della salute e abilità dei colali
• Controlli demandati dall’autorità sanitaria e di polizia e alle Regioni

TRATTAMENTI DI FAVORE PER L’AGRITURISMO: il beneficiario è l’imprenditore agricolo, non necessariamente a titolo
principale purché l’attività agrituristica sia in connessione con l’attività agricola
Può utilizzare lavoratori dipendenti, ma è vietato affidare a terzi estranei i servizi direttamente connessi
Alcune leggi regionali prevedono l’iscrizione in un elenco regionale previa abilitazione.

REGIONE PUGLIA E AGRITURISMO: fu pubblicata, con dichiarazione d’urgenza una legge, nel bollettino ufficiale
regionale nel 2013 → legge “Disciplina dell’agriturismo”:
-In armonia con gli indirizzi di politica agricola dell’UE e con i programmi nazionali e regionali concernenti l’agricoltura,
il territorio e l’ambiente, sostiene l’agricoltura anche mediante la promozione di idonee forme di turismo in
campagna
-Intende favorire lo sviluppo e il riequilibrio del territorio agricolo, agevolare la permanenza degli imprenditori
agricoli nelle zone rurali, recuperare e valorizzare il patrimonio rurale, naturale ed edilizio, favorire la conservazione
e la tutela dell’ambiente, valorizzare i prodotti tipici regionali, tradizioni e le iniziative culturali del mondo rurale,
favorire i rapporti tra la città e la campagna.

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TURISMO TERMALE: in fase di sviluppo per la crescente attenzione per il benessere. Può rientrare nel turismo della
salute: esistono delle norme che permettono a tutti i cittadini europei di recarsi all’estero per fruire delle cure termali.
Questo perché è riconosciuta l’efficacia di questo servizio sanitario. Chi decide di usufruire di questo tipo di cure, se
prescritte, pagherà soltanto il ticket; questo ha incrementato questo tipo di turismo.
• Importanza del SSN e INAIL e INPS
• L.n. 323/2000 legge sul riordino del settore termale (attraverso cui viene riconosciuta l’importanza sanitaria
del turismo termale che promuove il benessere psicofisico) con l’obiettivo di favorire la tutela e la
valorizzazione del patrimonio idrotermale.
REQUISITI:
per aprire uno stabilimento termale è necessario:
• Concessione mineraria per lo sfruttamento delle acque termali
• Utilizzare per finalità terapeutiche acque minerali e termali e fanghi con proprietà terapeutiche riconosciute
• Autorizzazione del SSN
• Deve avere requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi
• Per alcuni aspetti può essere regolato dalle leggi regionali, per altri, dalle leggi statali

Esistono dei piani per la promozione dei territori che offrono questo servizio: piani e progetti nazionali e comunitari
con investimenti straordinari per la promozione e lo sviluppo dei territori a vocazione turistico termali. L’ENIT ha
predisposto programmi per la promozione del turismo termale italiano all’estero.
ATTIVITÀ CONNESSE: la legge del 2002 prevede che gli stabilimenti termali possano svolgere attività diverse da quelle
terapeutiche come: attività ricreative, culturali, di somministrazione e sportive, a condizione che siano in possesso
delle autorizzazioni specifiche richieste dalla legge. L’ENIT ha promosso la diffusione del Marchio di qualità termale sul
mercato turistico europeo ed extraeuropeo (ex. Vichi, Francia)

TURISMO MUSICALE: da intendersi nella categoria del turismo culturale. La musica ha un ruolo chiave, svincolata dalla
territorialità da svolgersi sia nei teatri, sia luoghi nuovi come ex aree industriali, spazi all’aperto, stadi… L’evento
musicale è il fulcro del viaggio (prevale sugli altri elementi tipici del pacchetto turistico) e può essere nazionale o
internazionale. Si può recedere se l’evento musicale è annullato/modificato. Le agenzie viaggio hanno predisposto dei
pacchetti turistici per questo tipo di viaggio (andata + ritorno + pernottamento).

TURISMO ENOGASTRONOMICO: trainato dalle eccellenze enogastronomiche e dalla cultura del cibo e promuove le
tradizioni e le identità di un luogo in particolare. Il nostro Paese si considera come meta di un turismo
enogastronomico, considerato lento, esperienziale, alla scoperta e valorizzazione dei territori meno battuti, all’insegna
della sostenibilità, della natura, delle tradizioni e della cultura.
Uno degli obiettivi del piano triennale 2016/2018 dell’ENIT è la predisposizione di azioni incisive e mirate alla
valorizzazione di questo nuovo modo di viaggiare che sta conquistando un numero crescente di appassionati. L’Italia
è una delle mete enogastronomiche maggiormente apprezzate dal viaggiatore straniero desideroso di entrare in
contatto con il nostro territorio e le sue tradizioni.
Questo tipo di turismo racchiude una pluralità di proposte e attività innovative ed autentiche, come esperienze
enogastronomiche nei ristoranti, visite guidate alle aziende agricole e alle cantine, festival ed eventi legati al cibo, al
vino e alla birra, spesso abbinate ad altre esperienze (cultura, shopping…)
Processi di globalizzazione e di valorizzazione delle risorse locali. La scelta tende a ricadere su destinazioni che offrono
un’offerta ampia e variegata. La stessa Organizzazione Mondiale del Turismo ha riconosciuto il turismo
enogastronomico come parte del turismo culturale.

Sono stati realizzati dei CIRCUITI DI ECCELLENZA: I circuiti sono realizzati in corrispondenza ai contesti turistici
omogenei o in realtà analoghe e costituenti eccellenze italiane, nonché veri e propri itinerari tematici lungo tutto il
territorio nazionale. Esiste anche un’ATTESTAZIONE DI ECCELLENZA TURISTICA nel settore enogastronomico ed
alberghiero. Al fine di promuovere l’offerta turistica italiana, è istituita l’attestazione di eccellenza turistica,
denominata Maestro di cucina italiana, da attribuire ogni anno, alle imprese della ristorazione italiana. L’impresa di
ristorazione ed alberghiera alla quale è stata attribuita l’attestazione di eccellenza turistica può utilizzarla, anche a fini
promozionali.

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IL TURISTA ENOGASTRONOMICO: è di nazionalità estera per il 50.3%; proviene da Francia, Germania e UK, che sono i
principali bacini di origine della domanda straniera. I nostri connazionali provengono perlopiù da Lombardia, Lazio e
Veneto. I turisti cinesi e statunitensi indicano l’Italia come unica destinazione enogastronomica. Per i tedeschi, l’Italia
è al primo posto come destinazione per una vacanza all’insegna del cibo.

TURISMO RELIGIOSO: è quella forma di turismo che ha come principale obiettivo la fede e la visita ai luoghi religiosi
(santuari, chiese…). Caso S. Giovanni Rotondo → dopo che Padre Pio si trasferì a S. Giovanni Rotondo, questa città è
diventata meta di turismo religioso e questo ha dato un importante input a questo centro cittadino, che si è sviluppato
sia dal POV urbanistico, culturale e sociale. Lo stesso si può pensare di Lourdes.
La meta del turismo religioso sono i luoghi che hanno una forte connotazione religiosa la cui motivazione è
eminentemente culturale e/o spirituale, quando non direttamente etnica o naturalistica, o a carattere etico/sociale,
ma non religiosa in senso stretto. Diverso è il pellegrinaggio, perché in quel caso il turista visita più luoghi per arrivare
ad una meta religiosa (è più forte la motivazione religiosa).

TURISMO BALNEARE: forma di turismo stagionale, in cui molto importanti sono gli stabilimenti balneari. Anche in
questo caso si parla di concessioni statali e regionali (lo stabilimento balneare deve chiedere la concessione allo Stato
per stabilirsi in una spiaggia, che è un demanio marittimo). Vi sono quindi dei limiti alla concessione. L’Italia aveva
stabilito che chi aveva ottenuto la concessione poteva conservarla per un periodo molto lungo (99 anni); la corte di
giustizia europea ha fatto notare all’Italia che in questo modo non si dava spazio ad altri operatori turistici che volevano
ottenere la concessione → fu stabilita illegittima la concessione data per così tanto tempo secondo il principio di libera
concorrenza e fu stabilita una concessione limitata ad un numero di anni ragionevoli, in modo da offrire la stessa
possibilità anche ad altri operatori economici. Una volta scadute, le concessioni potevano essere annullate o rinnovate.

TURISMO DELLA MONTAGNA: non è un turismo stagionale, d’estate diventa un turismo esperienziale, invece durante
il periodo invernale è legato agli sport invernali. È stato tra le forme di turismo più colpiti; il Decreto sostegni ha
previsto sovvenzioni agli impianti sciistici.

LEZIONE 18 – ENTI PRIVATI E PROMOZIONE TURISTICA (collaborazione pubblico-privato). 28/04/21


Nel turismo, la realizzazione del principio di sussidiarietà orizzontale è molto evidente, in quanto spesso gli enti locali
che vogliano promuovere determinati tipi di turismo nelle loro zone di interesse, non presentano abbastanza fondi.
Esistono molte associazioni private che si sono organizzate per la promozione del turismo in Italia e si sono
sviluppate tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900, perché il Governo italiano si era disinteressato della promozione
turistica, dando per scontato che l’Italia non ne avesse bisogno per attirare turisti, come successe per il Grand Tour.
ENTI PRIVATI:
1. CLUB ALPINO ITALIANO (CAI), fondato a Torino nel 1863 per iniziativa di Quintino Sella; è un’associazione libera
nazionale che ha per scopo l’alpinismo in ogni sua manifestazione, la conoscenza, lo studio e la gestione delle
montagne e la difesa del loro ambiente. In seguito, furono aperte sedi anche in numerose altre città italiane. Si tratta
di un ente dotato di personalità giuridica di diritto pubblico. È un ente pubblico, non economico, che ha
un’assemblea dei delegati, comitato centrale di indirizzo e controllo, il collegio nazionale dei probiviri…
2. TOURING CLUB ITALIANO, è un’associazione senza scopo di lucro fondata nel 1894 a Milano con il nome di
Touring Club Ciclistico Italiano (TCCI) per iniziativa di un gruppo di alcuni turisti. Il suo intento principale era la
diffusione della bicicletta, vista come nuovo mezzo alla potata di tutti, simbolo di modernità e motore di diffusione
del turismo in tutta la penisola. Ha fondato l’Ufficio Cartografico, importante perché produce le cartine geografiche
in Italia. Si fa portavoce di valori incentrati al rispetto dell’ambiente culturale e nazionale persegue obiettivi che
vanno in questa direzione servendosi di volontari. Si collega col turismo responsabile e sostenibile
OBIETTIVI:
• Sviluppo del turismo in ogni angolo della penisola, incentivando e sostenendo in particolar modo la scoperta
delle bellezze artistico-paesaggistiche meno note e frequentate soprattutto nell’entroterra
• Salvaguardia del patrimonio italiano di storia, arte e natura, educando il turista ad una sua responsabile e
corretta fruizione → Si collega col turismo responsabile e sostenibile
• Conoscenza di paesi e culture e diffusione di uno spirito di reciproca comprensione e rispetto fra i popoli che
porti ad una crescita umana e culturale di ciascun individuo→ valorizzazione dei piccoli borghi.

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3. LEGA NAVALE ITALIANA: fondata nel 1897 ed è un ente che ha come scopo la diffusione tra la popolazione, ed in
particolare tra i giovani dell’interesse e dell’attenzione verso tematiche relative al mare. È anche un ente di
protezione ambientale ed associazione di promozione sociale, nonché ente morale che svolge servizi di pubblico
interesse sotto l’alto patrocinio del Presidente della Repubblica, sottoposto al controllo dei ministeri competenti e
della Corte dei conti.
Le attività che la Lega navale italiana svolge sono:
• Formazione e promozione della pratica degli sport del mare (vela, canoa, canottaggio, pesca, subacquea…)
• Corsi di istruzione per la nautica
• Imbarco su navi scuola
• Concorsi a premio.
Il tutto è svolto con particolare attenzione ai giovani e soprattutto alla scuola.
4. AUTOMOBIL CLUB ITALIANO (ACI): ente pubblico non economico, autofinanziato, creato nel 1927 come RACI con
funzioni di promozione, controllo e indirizzo normativo del settore automobilistico, nonché federazione sportiva
affiliata al Comitato olimpico nazionale denominato inizialmente Reale Automobile Club d'Italia (RACI), mantenuta
in essere fino al1946
STORIA: nasce nel 1898 come associazione privata con il nome di Automobile Club di Torino anche con funzioni di
promozione del turismo. La nascita dell’ACI come associazione nazionale avvenne nel 1905, dall’unione
dell’Automobile Club di Torino e di alcuni altri club automobilistici locali. L’espansione dell’associazione, rallentata
dalla Prima guerra mondiale, riprese al suo termine con l’apertura di varie sedi provinciali e raggiunse nel 1926 la
cifra di 50 sedi e quasi 10000 soci.
ATTIVITÀ:
• Già nel 1927 venne affidata al RACI la gestione dell’appena costituito Pubblico registro automobilistico
• Nel 2000, l’ACI introdusse lo Sportello telematico dell’automobilista (STA), il primo progetto di cooperazione
tra ACI e Ministero dei Trasporti, che consentì all’automobilista di ottenere entrambi i documenti relativi agli
autoveicoli: certificato di proprietà e aggiornamento della carta di circolazione

5. CENTRO TURISTICO GIOVANILE (CTS): libera associazione senza scopo di lucro fondata da studenti universitari nel
1974 per favorire gli scambi culturali
• CTS promuove tradizionalmente un modo di viaggiare alternativo, fondato sulla sostenibilità e che prevede,
sia da parte del turista sia da parte dell’operatore turistico, l’impegno ad un comportamento concretamente
responsabile
• L’azione di CTS per la diffusione del turismo sostenibile si sviluppa principalmente su 3 fronti: lo studio del
fenomeno turistico allo scopo di supportare l’elaborazione di strategie efficaci nel lungo periodo;
l'informazione e la sensibilizzazione al fine di favorire nel grande pubblico, e in particolare nei giovani,un
approccio al turismo maggiormente consapevole e la costruzione di uno specifico prodotto turistico
orientato, appunto, alla sostenibilità.
• Il CTS ha una sua struttura, i cui organi sono: assemblea generale dei soci, consiglio nazionale, presidenza
nazionale, segretario generale, tesoriere, collegio dei revisori dei conti, collegio dei probiviri.
• Attività: turismo sostenibile e Parchi; politiche giovanili; formazione; conservazione della natura; educazione
ambientale.
6. ASSOCIAZIONE ITALIANA ALBERGHI PER LA GIOVENTÙ:
• Ha lo scopo di promuovere il turismo culturale e giovanile attraverso la realizzazione e la gestione degli
ostelli per la gioventù abbattendo ogni tipo di barriera architettonica e sociale
• L’ostello è una struttura ricettiva simile ad un albergo, ma ha la particolarità che solitamente gli spazi
vengono condivisi per consentire anche ai giovani meno abbienti di praticare il turismo
• Ente con finalità assistenziali riconosciuto dal Ministero degli interni.

7. WWF (World Wide Fund For Nature): è un’organizzazione internazionale non governativa di protezione
ambientale. La missione del WWF è quella di contrastare la devastazione dell’ambiente naturale e di contribuire alla
costruzione di un futuro in cui l’uomo vivrà in armonia con la natura anche attraverso le visite guidate presso luoghi
di interesse naturalistico.

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8. AGRITURIST: Associazione Nazionale per l’Agriturismo, l’Ambiente e il Territorio nell’ambito di Confagricoltura.


Per promuovere e tutelare l’agriturismo, i prodotti nazionali dell’enogastronomia regionale, l’ambiente e il
paesaggio, la cultura rurale. Per questo, nel 1987 ha ottenuto il riconoscimento ministeriale di Associazione
ambientalista.
9. ASSOCIAZIONE ITALIANA TURISMO RESPONSABILE (AITR): associazione che non persegue scopo di lucro, né
diretto né indiretto. Opera per promuovere, qualificare, divulgare, tutelare i contenuti culturali e le conseguenti
azioni pratiche connesse al turismo responsabile per formare la coscienza e la crescita personale dei cittadini,
promuovere stili di vita e comportamenti di consumo e vita solidale.
10. CENTRO ITALIANO TURISMO SOCIALE (CTS): associazione nazionale di promozione sociale, di ispirazione
cattolica. Promuove e valorizza il turismo sociale e religioso, proponendo attività turistiche e viaggi culturali e
spirituali, attraverso la costituzione dei Comitati territoriali.
11. PRO LOCO: associazioni private autonome che si occupano di sostenere la promozione del turismo a livello
pubblico.
Originariamente (le prime nacquero verso la fine del 1880) si chiamavano comitati di cura o Società di abbellimento
e si occupavano delle feste patronali. Oggi svolgono attività che afferiscono a diverse sfere d’intervento turistico,
sociale, culturale e sportivo con scopi di promozione e sviluppo del territorio
È un fenomeno associativo che prevede l’iscrizione nell’albo regionale che riguarda in prevalenza i centri piccoli o
medi, ma anche frazioni di Comuni più grandi. Ci possono essere più pro loco in un Comune; queste si occupano di
sviluppare le attività turistiche, in particolare quel che concerne i prodotti tipici dell'enogastronomia e
dell'artigianato locale, le tradizioni popolari, la tutela e la salvaguardia dei patrimoni storico-artistici, architettonici,
culturali e ambientali. Dove non ci sono le IAT ci sono le PRO LOCO.
L'organo rappresentativo è l'Assemblea dei soci composta da tutti i soci. Elegge il Presidente e ha funzioni consultive
e deliberative. L'organo amministrativo principale è il Consiglio di Amministrazione eletto dai soci tesserati e
rinnovato secondo le direttive dello statuto sociale. Altri organi: Revisori dei conti e Collegio dei probiviri.
Pro loco in Puglia: Puglia Promozione si è resa conto che spesso gli IAT non riuscivano a svolgere le proprie funzioni,
quindi sempre secondo il principio di sussidiarietà orizzontale ha chiesto alle PRO LOCO di gestire gli IAT. Questa
collaborazione era fortemente voluta da Puglia promozione
Pro loco giovani: Di recente istituzione, sono composte da giovani volontari che molto spesso collaborano con le
vicine Pro loco nell'organizzazione delle più svariate attività. Si occupano in particolare di progettare attività per i più
piccoli e per i giovani.

SOCIETÀ IN HOUSE PROVIDITING (società in casa):


• Società attraverso la quale si gestiscono i beni culturali
• Prevista nell’originario testo (2004), nell’ART 115 del codice dei beni culturali tra le forme di gestione
indiretta, poi è stata annullata dalla novella del 2006.
• Modalità attraverso la quale una pubblica amministrazione, servendosi di un ente strumentale, può
avvantaggiarsi di beni, servizi e forniture, o erogare servizi
Le società in house si pongono al centro tra enti privati e pubblici perché formalmente sono un ente privato, ma
agiscono come un ente pubblico, che dipende dalla pubblica amministrazione da cui è stata creata (gran parte
dell’attività viene svolta per la pubblica amministrazione con un capitale pubblico). Motivo per cui la Corte di
Giustizia sostiene che si può derogare al principio di trasparenza della pubblica amministrazione, perché è come se
attraverso le società in house la pubblica amministrazione desse a sé stessa la possibilità di fornire l’attività. Queste
società in house devono soddisfare i requisiti imposti dal Diritto europeo.
Se una pubblica amministrazione, ha bisogno di gestire un servizio o di svolgere una determinata attività, ad
esempio costruire un parcheggio pubblico, ha bisogno di un’impresa (privata) → secondo il principio della
trasparenza della pubblica amministrazione, la pubblica amministrazione non può decidere da sola a chi affidare
quest’opera (in Italia abbiamo il Codice degli appalti, che definisce i criteri di trasparenza di una pubblica
amministrazione nei confronti dei privati, per evitare fenomeni di corruzione. Negli anni ’90 il Codice degli appalti è
stato rinnovato). → Nell’ambito delle società in house c’è una deroga completa al principio generale della nostra
Costituzione.

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La società per essere in house deve soddisfare i requisiti del:


• “controllo analogo” (influenza della pubblica amministrazione determinante sulle decisioni significative della
società in house)
• della “prevalenza” (l’80% dell’attività della società è svolta per l’amministrazione)
• dell’”assenza di partecipazione diretta di capitali privati” → la maggior parte dei capitali dev’essere
pubblica.
Queste società in house sono società, però costituite dalla pubblica amministrazione: si pone al centro tra gli enti
privati e pubblici → formalmente è un ente privato, però, lavora a favore della pubblica amministrazione.
La società in house:
• Preserva della società solo la forma esteriore, costituendo in realtà, un’articolazione in senso sostanziale
della pubblica amministrazione da cui promana e non un soggetto giuridico ad essa esterno e da essa
autonomo ma per alcuni è una persona giuridica di diritto privato autonoma
• Società di capitali non destinate (se non in via del tutto marginale e strumentale) allo svolgimento delle
attività imprenditoriali a fini di lucro, così da dover operare necessariamente al di fuori del mercato →
questo è il motivo per cui non sono sottoposte alle regole sulle concessioni
Un esempio di società in house è la Ales SPA (società per azioni) → la società in house del MIC Ministero della
Cultura (che ne detiene il 100% del pacchetto azionario) impegnata da oltre 15 anni in attività di supporto alla
conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale e in attività di supporto agli uffici tecnico-amministrativi del
Ministero.
Per l’erogazione dei propri servizi su gran parte del territorio nazionale, Ales si avvale di uno staff di esperti per la
pianificazione e la programmazione di dettaglio e di circa 700 operatori, adeguatamente formati, per l’esecuzione
delle attività operative presso i siti culturali e le Direzioni Generali del MIC.
Le società in house possono essere istituite dal Ministero ma anche dalle pubbliche amministrazioni

PACCHETTI TURISTICI E TUTELA DEL TURISTA 30/04/2021


Le normative turistiche dei pacchetti turistici servono a tutelare i turisti (per questo si affrontano insieme) e non sono
predisposte solo dalle agenzie viaggi. Più elementi circostanziali sono stabiliti da questi pacchetti, più il turista è
tutelato.

PACCHETTO TURISTICO: l’ART 34 del Codice del Turismo a proposito del pacchetto turistico sostiene che: le offerte
rivolte ai consumatori aventi “ad oggetto i viaggi, vacanze, circuiti tutto compreso, crociere, risultanti dalla
combinazione, da chiunque ed in qualunque modo realizzata, di almeno 2 degli elementi di seguito indicati, venduti ed
offerti in vendita ad un prezzo forfettario:
• Trasporto
• Alloggio
• Servizi turistici non accessori al trasporto o all’alloggio di cui all’ART 36, che costituiscano per la soddisfazione
delle esigenze ricreative del turista, parte significativa del pacchetto turistico”.
La durata dev’essere superiore alle 24h o anche un periodo di tempo indefinito comprendente almeno una notte.

FORMA DEI PACCHETTI TURISTICI: l’ART 35 specifica che: “il contratto di vendita di pacchetti turistici è redatto in
forma scritta in termini chiari e precisi. Al turista deve essere rilasciata una copia del contratto stipulato e sottoscritto
dall’organizzazione/venditore. Il venditore che si obbliga a procurare a terzi, anche in via telematica, un servizio
turistico disaggregato, è tenuto a rilasciare al turista i documenti relativi a questo servizio portanti la sua firma, anche
elettronica. Questi documenti o la fattura relativa riportano la somma pagata per il servizio”.

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L’ART 36 SPECIFICA GLI ELEMENTI DEL CONTRATTO DI VENDITA DEI PACCHETTI TURISTICI:
• Destinazione, durata, data d’inizio e conclusione
• Nome, indirizzo, numero di telefono ed estremi dell’autorizzazione all’esercizio dell’organizzatore o
dell’intermediario che sottoscrive il contratto
• Prezzo del pacchetto turistico, modalità della sua revisione, diritti e tasse sui servizi di atterraggio, sbarco ed
imbarco nei porti ed aeroporti e gli altri oneri posti a carico del turista
• Importo, comunque non superiore al 25% del prezzo da versarsi all’atto di prenotazione, termine per il
pagamento del saldo.
• Estremi della copertura assicurativa obbligatoria e delle ulteriori polizze convenute con il turista
• Mezzi, caratteristiche e tipologie di trasporto, data, ora, luogo della partenza e del ritorno, tipo di posto
assegnato
• Per il trasporto aereo, il nome del vettore e la sua eventuale non conformità alla regolamentazione dell’UE
• Per la sistemazione in albergo, l’ubicazione, la categoria turistica, il livello, l’eventuale idoneità all’accoglienza
di persone disabili, nonché le principali caratteristiche, la conformità alla regolamentazione dello Stato
membro ospitante, i pasti forniti
• Itinerario, visite, escursioni o altri servizi inclusi nel pacchetto turistico, ivi compresa la presenza di
accompagnatori e guide turistiche
• Termine entro il quale il turista dev’essere informato dell’annullamento del viaggio per la mancata adesione
del numero minimo dei partecipanti eventualmente previsto
• Accordi specifici sulle modalità del viaggio espressamente convenuti tra l’organizzatore o l’intermediario e il
turista al momento della prenotazione
• Eventuali spese poste a carico del turista per la cessione del contratto ad un terzo
• Termine entro il quale il turista deve presentare reclamo per l’inadempimento o l’inesatta esecuzione del
contratto
• Termine entro il quale il turista deve comunicare la propria scelta in relazione alle modifiche delle condizioni
contrattuali

AGENZIE DI VIAGGIO: particolare tipologia di imprese turistiche che esercitano un’attività di produzione,
organizzazione di viaggi e soggiorno, intermediazione nei predetti servizi e compiti di assistenza e accoglienza turisti
Necessaria iscrizione al registro delle imprese, autorizzazione e abilitazione da parte delle Regioni spesso sostituito da
denuncia di inizio attività. Esistono 2 tipi di agenzie:
• Tour operator (produce il pacchetto turistico)
• Travel agent (effettua l’intermediazione)
Hanno l’obbligo di depositi cauzionali e di contrarre delle polizze assicurative per il risarcimento del cliente nel caso di
non adempimento degli obblighi assunti in adeguamento alle direttive europee.

TUTELA DEL TURISTA, può essere a livello: 30/04/2021


• Internazionale: non vi sono norme cogenti (obbligatorie), si basa sul moral suasion (Codice mondiale etico
del turista) per esortare gli Stati alla tutela del turista
• Comunitario (UE): si riconnette alla tutela di alcune libertà economiche anche in quanto connesse con finalità
sociali e culturali. L’UE mette in primo piano la tutela del turismo e del mercato.
• Esistono norme di diritto civile e penale (controversia civile / reato da parte dell’operatore turistico → in
seguito ad un danno alla persona, o in cui si è vittima di un reato vi è la possibilità di rivolgersi al giudice
comune → l’agenzia viaggi non predisposizione una struttura per passeggero disabile che subisce danni fisici.
Esiste nel diritto penale il reato di colpa = incuranza, negligenza / di dolo = intenzionale)
• Associazioni dei consumatori (acu, adiconsum, adoc, codacons, cittadinanza attiva…) aiutano il turista
attraverso la class action

TUTELA DEL TURISTA IN ITALIA: l’Italia ha sempre rispettato il Codice mondiale etico del turista, come norma non
scritta. In Italia abbiamo altri documenti che tutelano il turista (norme che agiscono a monte = informano il turista sin
dall’inizio).

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Il turista può chiedere dei RECLAMI: Si tratta di riferimenti istituzionali a diversi livelli (Autorità Antitrust, Polizia,
Carabinieri…)
• L’utente può rivolgersi a veri enti/servizi
• Associazioni di consumatori del settore del turismo

DENUNZIA: il turista che intende segnalare delle violazioni subite (mancata emissione di scontrino/ricevuta fiscale…)
può rivolgersi sul posto a tutti gli organi di controllo (carabinieri, finanza…) ma anche all’assessorato provinciale del
turismo oppure ai vari uffici di informazione turistica.
CONSIGLIO NAZIONALE DEI CONSUMATORI E DELLE ASSOCIAZIONI RICONOSCIUTE: ha sede presso il Ministero per
lo sviluppo economico, è l’organo rappresentativo a livello nazionale delle associazioni dei consumatori e degli utenti
riconosciuti

ANTITRUST (adicum) = tutela i consumatori dalla pubblicità ingannevole (vietata) e vigila sul rispetto delle condizioni
di applicazione per la pubblicità comparativa (consentita solo sotto determinate condizioni). Il singolo cittadino può
segnalare all’AGCM (attività garante del commercio concorrenza e mercato) presunti casi di pratiche commerciali
scorrette, pubblicità ingannevole e occulta.

-Carta dei diritti del turista → prevista dalla legge 135/2001. Raccoglie la normativa di II grado e riferimenti a leggi di
tutela dei turisti e di coloro che viaggiano. È un testo dove conoscere le norme sui pacchetti turistici, trasporto aereo,
marittimo e principali contratti. È pubblica, in quanto evidenzia la regolamentazione relativa alla tutela.
• Riassume le disposizioni di maggiore interesse per il turista ed altre informazioni essenziali, articolandole in
relazione ai vari aspetti o alle fasi del viaggio
• Nella prima sezione informazioni di carattere preliminare e organizzazione del viaggio, mentre nelle sezioni
successive si focalizzano specifici aspetti della fruizione di servizi turistici
• Sono contenuti richiami e i riferimenti normativi anche intenzionali

-Carta dei servizi → È un documento con il quale ogni ente (pubblico/privato) erogatore di servizi assume una serie di
impegni nei confronti della propria utenza riguardo i propri servizi, le modalità di erogazione di questi servii, gli
standard di qualità e informa l’utente sulle modalità di tutela previste. La carta dei Servizi Turistici di Qualità nasce da
un’intesa tra le Camere di Commercio Amministrazione Provinciale, i Comuni della provincia, le Associazioni di
categoria e le Associazioni dei consumatori. È un documento privato rilasciato da un ente, che si impegna a fornire i
servizi turistici nella maniera più adeguata secondo gli standard di qualità.
OBIETTIVI carta dei servizi:
• Tutelare e sostenere i diritti del turista contestualmente a quelli dell’operatore turistico, e di fornire alle
imprese del settore uno strumento idoneo a testare e migliorare la qualità raggiunta
• Nell’ottica della riqualificazione dell’offerta turistica, nonché della semplificazione del rapporto
turista/operatore, per garantire un servizio di qualità sia pubblico che privato

Protezione del turista:


• Previsione di norme che agiscono a monte (obbligo di informazioni precise, correttezza professionale, controlli
pubblici)
• Previsione di norme che agiscono a valle (risarcimento per danni al turista non soddisfatto/danneggiato)

-Codice del consumo → recepisce direttive comunitarie sulla correttezza e trasparenza dei contratti di viaggio

Assistenza al turista: Può essere creato dalle Regioni uno sportello del turista per aiutare i turisti.
Il Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo nell’ambito delle attività istituzionali, assicura l’assistenza
al turista, anche attraverso call center

TUTELA DEL TURISTA DOPO L’EMERGENZA SANITARIA: tra le misure adottate nel corso dell’attuale crisi pandemica,
assumono rilevanza quelle in materia di diritto di recesso e rimborso di titoli di viaggio, di soggiorno e di pacchetti
turistici contenuto nel cd. “Cura Italia”.

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TUTELA GIURISDIZIONALE: Se sorgono controversie tra l’agente di viaggio e il turista per il risarcimento di un danno,
il turista dovrà rivolgersi ad un giudice → la tutela del turista risiede nella specificità del pacchetto turistico, ma quando
si verifica un danno che non viene riconosciuto dall’agente di viaggio, risiede nell’autorità giudiziaria.
Il recesso in via generale è disciplinato dall’ART 41 del Codice del Turismo, il quale prevede, in particolare, che il
viaggiatore può recedere dal contratto di pacchetto turistico in ogni momento prima dell’inizio del pacchetto, dietro
rimborso all’organizzatore delle spese sostenute, adeguate e giustificabili. La cessione del pacchetto turistico è
prevista, ma solo per pacchetti turistici generici, non si può effettuare la cessione se il pacchetto è dedicato ad un
individuo.
Cosa prevede il decreto Cura Italia: ha riconosciuto al consumatore turista la facoltà di esercitare (ai sensi dell’ART 41
del Codice del Turismo) il recesso nei periodi di ricovero, di quarantena con sorveglianza attiva, di permanenza
domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva, ovvero di durata dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 nelle aree
interessate dal contagio o negli Stati dove è impedito/vietato lo sbarco, l’approdo o l’arrivo in ragione della situazione
emergenziale epidemiologica.

PER GLI ORGANIZZATORI DEI PACCHETTI TURISTICI: anche agli organizzatori di pacchetti turistici, ai vettori e alle
strutture ricettive è stata riconosciuta la facoltà di esercitare il recesso:
- Dai contratti stipulati con i soggetti trovatisi nelle condizioni di impossibilità sopravvenuta elencate dal decreto-legge
- Dai contratti aventi come destinazione Stati esteri ove sia impedito o vietato lo sbarco, l’approdo o l’arrivo in ragione
dell’emergenza epidemiologica e comunque in caso l’esecuzione del contratto fosse impedita, in tutto o in parte, da
provvedimenti adottati a causa di tale emergenza delle autorità nazionali, internazionali o di Stati esteri
RIMBORSO DEL TURISTA: vengono stabilite 2 possibilità:
• Viene in alternativa prevista la possibilità da parte dell’operatore di fornire un pacchetto sostitutivo di qualità
equivalente o superiore o inferiore con restituzione della differenza di prezzo
• Oppure di un voucher, da utilizzare entro un anno dalla sua emissione, di importo pari al rimborso spettante
L’UE HA PREVISTO:
• L’estensione da 1 anno a 18 mesi del periodo di validità dei voucher emessi a titolo di rimborso
• L’estensione della durata della validità del voucher è stata disposta in via retroattiva, anche per i voucher già
emessi ai sensi della disciplina pregressa
• Decorsi 18 mesi dall’emissione, per i voucher non usufruiti né impiegati nella prenotazione dei servizi è
corrisposto, entro 14 gg dalla scadenza, il rimborso dell’importo versato.
MISURE DELLO STATO ITALIANO: l’Italia si è impegnata molto per garantire degli incentivi al settore turistico, poiché
rappresenta un settore molto competitivo per il nostro Paese. Ha istituito un Fondo, presso il MIBAC, con una
dotazione di 5mln di euro per l’anno 2020 e di 1 mln di euro per l’anno 2021, per l’indennizzo dei consumatori titolari
di voucher emessi, non utilizzati alla scadenza di validità e non rimborsati a causa dell’insolvenza o del fallimento
dell’operatore turistico o del vettore.
Draghi ha partecipato al G20 sul turismo e ha evidenziato che per l’Italia rappresenta un settore strategico,
strettamente collegato ad altri settori economici. Nel Recovery plan (piano nazionale di resilienza e resistenza
proposto dall’Italia) sono contenute le disposizioni dell’Italia per la ripartenza → i fondi dell’UE saranno attribuiti a
ciascuno Stato in base ai piani proposti.

SOGGETTI CHE OPERANO NEL SETTORE TURISTICO 07/05/2021


IMPRESA TURISTICA: trova la sua regolamentazione
• nell’ART 2082 che qualifica l’imprenditore (esercita professionalmente un’attività economica organizzata al
fine della produzione o dello scambio di beni o servizi)
• nell’ART 41 della Costituzione.
• La legge 135/2001 ha assimilato l’impresa turistica a tutte le altre imprese industriali
TIPI DI IMPRESA TURISTICA:
• Agenzie viaggio e tour operator / Imprese ricettive / ristorative
• Imprese che gestiscono le attrattive e le risorse turistiche (musei) e i servizi accessori ai turisti (prenotazione
dei biglietti, spedizione dei bagagli)
• Le aziende che operano nel settore dei trasporti (aerei, navi e altri mezzi)

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IMPRESE RISTORATIVE: preparano, conservano e somministrano alimenti e bevande; si distinguono in 2 settori:


1. Ristorazione commerciale, che comprende i locali aperti al pubblico
2. Ristorazione collettiva o industriale, che comprende le mense e il catering
CATEGORIE:
• Ristorazione tradizionale (locali aperti al pubblico, servizio al tavolo)
• Neo ristorazione (il cliente “non è obbligato” a consumare un pasto completo, si utilizzano prodotti
semilavorati)
• Ristorazione collettiva (attività di preparazione e consegna di pasti su larga scala rivolto a comunità di persone)
ATTIVITÀ RICETTIVE: grande varietà di strutture e attività riconducibili alla ricettività in senso lato. La legge 135 ha
dettato le categorie fondamentali; attualmente le Regioni hanno ampia libertà di indicarne di nuove e dare diverse
regolamentazioni.
TIPOLOGIA (GENERALE) DI STRUTTURE RICETTIVE:
• attività alberghiere
• esercizi paralberghieri (motel)
• strutture extralberghiere (campeggi, villaggi, ostelli…)

STANDARD QUALITATIVI: affidati alle Regioni. Tra i criteri di classificazione vi sono: le dimensioni, i servizi offerti, la
qualificazione degli addetti a cui corrispondono un certo numero di stelle. (alberghi da 1 a 5 stelle / strutture
paralberghiere da 2 a 4 stelle) → disomogeneità per varie leggi regionali, ampliata dal fatto che spesso le Regioni
attribuivano ai Comuni la responsabilità di stabilire il numero di stelle.
ATTRIBUZIONE DELLE STELLE: compete alle Regioni, che a volte delegano i Comuni. Nel 2008 la necessità dell’esistenza
di un sistema di classificazione degli hotel uguale in tutte le Regioni è stata soddisfatta da un accordo tra Regioni ed
enti pubblici: l’Italy Stars & Rating (DPCM 21/2008) prima per i nuovi hotel e per quelli in restauro, mentre ora quasi
per tutti.
ESERCIZIO DI ATTIVITÀ TURISTICHE: sono necessarie diverse autorizzazioni:
• Rilascio dell’autorizzazione amministrativa
• Controlli amministrativi
• Controlli sanitari (potestà legislativa concorrente → disposizioni stabilite dallo Stato e applicate dalle Regioni)
• Prezzi liberamente determinati dai singoli operatori
• Alcune Regioni hanno imposto l’obbligo di comunicare e pubblicizzare presso i propri uffici competenti i prezzi
praticati.

AGENZIE DI VIAGGIO: particolare tipologia di imprese turistiche che esercitano attività di produzione, organizzazione
di viaggi e soggiorni, intermediazione nei detti servizi e compiti di assistenza e accoglienza turisti. È obbligatoria
l’iscrizione al registro delle imprese, autorizzazione e abilitazione da parte delle Regioni spesso sostituito da denuncia
di inizio attività.

LE PROFESSIONI TURISTICHE: professioni che organizzano e forniscono servizi di promozione dell’attività turistica,
nonché dei servizi di assistenza, accoglienza, accompagnamento e guida dei turisti.
- La disciplina delle professioni è materia di competenza concorrente (ART 117) → Sovrapposizione tra impresa e
professione
- Professione: attività svolta in modo prevalente non occasionale ed in forma individuale
- Accertamento dei requisiti professionali e autorizzazioni di competenza delle Regioni

PRIMA DELLA RIFORMA COSTITUZIONALE: legge 217/1983 per i tipi di professioni turistiche, rinviava alle leggi
regionali la disciplina di dettaglio circa l’accertamento dei requisiti di accesso. Stabiliva chi fossero:
Ex: Guida turistica / interprete turistico / accompagnatore turistico / animatore turistico / guida alpina

LE PROFESSIONI TURISTICHE POSSONO ESSERE DIVISE IN GRUPPI:


1. Guida turistica, interprete turistico, accompagnatore turistico
2. Organizzatore congressuale e animatore turistico
3. Attività attinenti a discipline sportive come la guida alpina, il maestro di sci ecc

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LIBERALIZZAZIONE DELLE ATTIVITÀ DI GUIDA TURISTICA: attualmente l’UE ha previsto la liberalizzazione, che prevede
l’uguale diritto per tutti i cittadini europei di esercitare le attività corrispondenti all’interno di tutto il territorio dell’UE.
Vi è l’opposizione dell’Italia, ma secondo la Corte di Giustizia anche chi ha un’abilitazione di un altro paese membro è
libero di fare la guida turistica in Italia.
Le professioni turistiche sono svolte in forma autonoma, abituale e non occasionale relative alla prestazione di servizi
a favore dei turisti. La guida turistica è una professione turistica.
L’ART 6 dell’allegato del Codice del Turismo le definisce come prestazione di servizi di promozione dell’attività turistica,
servizi di ospitalità, assistenza, , accompagnamento, guida, dirette a consentire ai turisti la migliore fruizione del viaggio
e della vacanza, anche sotto il profilo della conoscenza dei luoghi visitati → norma sopravvissuta al vaglio della Corte
costituzionale

DEFINIZIONE EUROPEA DI GUIDA TURISTICA → Esiste il CEN (Comitato Europeo di Normalizzazione), che ha stabilito
che sono 2 gli elementi chiave della guida turistica: l’idoneità territoriale e lo svolgimento dell’attività dietro idonea
qualificazione → “la guida turistica guida i visitatori nella lingua da loro scelta ed interpreta il patrimonio culturale e
naturale di un territorio. Possiede normalmente una qualificazione specifica per un determinato territorio”

NORMATIVA: l’ART 11 della legge 217/1983 disciplinò la professione di guida turistica, delineata come un’attività
strettamente connessa all’illustrazione del patrimonio storico, artistico, culturale e ambientale i cui esercenti
dovevano essere iscritti in albi o registri previo superamento di un esame di idoneità. Per esercitare tale professione
era necessario ottenere sia l’abilitazione professionale, sia la licenza di pubblica sicurezza.
Secondo il decreto Bersani (31/01/2007, in risposta alla seconda procedura di infrazione del 2003):
- Le attività di guida turistica e di accompagnatore turistico non possono essere subordinate all’obbligo di
autorizzazioni preventive, fermo restando il possesso dei requisiti di qualificazione professionale previsti dalle
normative regionali
- Esenzione dallo svolgimento di prove di abilitazione per i titolari di laurea in lettere con indirizzo di storia
dell’arte/archeologia/titolo equipollente
- Alle Regioni è consentito al fine di migliorare la qualità dell’offerta del servizio in relazione a specifici territori o
contesti tematici di promuovere sistemi di accreditamento, non vincolanti, per le guide turistiche non specializzate in
particolari siti, località, territori
- I soggetti che sono abilitati allo svolgimento di attività di guida turistica nell’ambito dell’ordinamento giuridico del
Paese comunitario di appartenenza operano in regime di libera prestazione dei servizi senza necessità di alcuna
autorizzazione/abilitazione, sia generale, sia specifica.

DIRETTIVA BOLKESTEIN: Le guide turistiche italiane dovevano prendere ulteriori abilitazioni per particolari siti, mentre
le guide straniere, secondo la … (MIN 10 12/05 + MIN 40)… La qualificazione professionale da Paese a Paese è diversa

PARERE DELLA CORTE COSTITUZIONALE: La Corte costituzione dichiara incostituzionale il decreto Bersani: la sentenza
n. 271 del 2009 stabilisce che le leggi regionali non possono prevedere gli ambiti territoriali per i quali la professione
può essere esercitata → ciò violerebbe il principio della libera prestazione dei servizi (l’ART 117, comma 1 Cost. = le
leggi italiane devono rispettare gli obblighi comunitari), oltreché il principio della libera concorrenza che rientra nella
competenza legislativa esclusiva dello Stato

NORMATIVA SULLE PROFESSIONI TURISTICHE (che esisteva nella legge 217): le leggi emanate sulle professioni
turistiche sono: una sulla guida alpina e l’altra sul maestro di sci. È un modello delle professioni intellettuali (deve
avere un certo titolo di studio) con un ordine professionale. Lo Stato cerca di dettare principi uniformi che assicurano
una parità nazionale di preparazione tecnica.
PROBLEMI DI COMPETENZA:
• Coesistenza nella regolamentazione di guida turistica, della materia turismo (Regioni), della materia
professioni e formazione professionale (materia concorrente), nonché della materia tutela della concorrenza
(Stato)
• Ex. ART 117 comma 1: il legislatore statale e regionale deve tenere conto dei “vincoli derivanti
dall’ordinamento comunitario” che sono posti allo stesso livello del “rispetto della Costituzione”
• Rilevanza delle fonti europee nel nostro sistema giuridico

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• Guida turistica: ricade nella materia “professione” anche se turistica. Per la Corte costituzionale è materia di
competenza legislativa concorrente Stato-Regioni, quindi lo Stato deve determinare i principi fondamentali
della materia
• Lo Stato individua i profili professionali e i requisiti necessari per l’esercizio della professione…

Dopo la procedura d’infrazione europea del 2012 viene emanata la legge 97/2013, il cui ART 3 comma 1 recita:
“l’abolizione alla professione di guida turistica è valida su tutto il territorio nazionale”, mentre il comma 2 precisa che:
“i cittadini dell’UE abilitati allo svolgimento dell’attività di guida turistica nell’ambito dell’ordinamento giuridico di un
altro Stato membro operano in regime di libera prestazione dei servizi senza necessità di alcuna autorizzazione né
abilitazione, sia essa generale o specifica”
Dopo le proteste delle guide turistiche italiane con decreto del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo,
sentita la Conferenza unificata, da adottare entro il 31/10/2014, sono individuati i siti di particolare interesse storico,
artistico o archeologico per i quali occorre una specifica abilitazione (ci si rifà alla direttiva sulle professioni che al
contrario di quella sui servizi prevede dove necessario, misure comprensive)

DECRETI MIBACT DI APRILE-DICEMBRE 2015:


• Il primo stabilisce che per i siti di particolare interesse storico-artistico è necessaria un’ulteriore abilitazione
• Il secondo stabilisce oltre 3000 siti di particolare importanza dove ottenere uno specifico titolo su base
regionale previo espletamento di un concorso
CONSEGUENZE:
• Con il decreto del Ministro dei beni culturali e del turismo si individuano i requisiti necessari ad ottenere
l’abilitazione specifica per lo svolgimento della professione di guida turistica in siti di particolare interesse
storico, artistico e archeologico. Saranno le Regioni ad abilitare, per titoli o esami, le guide specializzate →
nasceranno problemi riguardo la competenza e contrasti tra Stato e Regioni → si sono create ulteriori disparità
tra regione e regione
• Per chi proviene dall’UE è necessaria un’abilitazione per siti di particolare interesse (la > parte)

REGIONE PUGLIA:
• L’ART 6, comma 4 della LEGGE REGIONALE 27/05/2016, n 9 → Disposizioni per il completamento del processo
di riordino previsto dalla legge regionale del 2015 (Riforma del sistema di governo regionale e territoriale)
“prevede che le competenze amministrative in materia di attività professionali turistiche che devono essere
esercitate dalla Regione”
• La normativa regionale stabilisce che per esercitare le professioni di guida turistica, accompagnatore turistico
e direttore di agenzia di viaggi è necessario conseguire una specifica abilitazione (nella norma un esame scritto
e uno orale bandito dalla regione)
• Il Piano nazionale di resilienza e resistenza prevede la riforma dell’ordinamento delle professioni delle guide
turistiche

STORIA DELLE NORME SULLA GUIDA TURISTICA: considerato fino agli anni ’80 tra i “mestieri girovaghi” regolato da
prescrizioni, risalenti al periodo prebellico, contenute in leggi di pubblica sicurezza in quanto i profili di tutela
dell’ordine e della sicurezza pubblica erano, all’epoca, considerati prevalenti.
- Nell’ambito dell’esercizio delle professioni turistiche prevedeva una doppia abilitazione: abilitazione professionale
e licenza di pubblica sicurezza, che venne abrogata nel 1998 con la legge Bassanini, che elimina la licenza di pubblica
sicurezza.
- L’abilitazione professionale venne conferita alle Regioni. Il superamento dell’esame di abilitazione permetteva
l’iscrizione in appositi albi ed elenchi tenuti direttamente dalla Regione.

NORMATIVA SULLE GUIDE TURISTICHE


- Ordinamento europeo = il trattato di Schengen prevede la libertà di circolazione delle persone e di stabilimento, ma
anche la libertà di prestazione dei servizi (guida turistica). Quindi secondo l’Ordinamento europeo, l’Ordinamento
nazionale deve rimuovere gli ostacoli che impediscono/intralciano i principi europei.

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- Corte di giustizia dell’UE ha evidenziato come le discipline nazionali sulle guide turistiche che assoggettano l’esercizio
dell’attività in questione al possesso di un’abilitazione e all’iscrizione in un albo/elenco rappresentano un’indebita
restrizione alle libertà di circolazione dei servizi → poiché esistevano un’abilitazione ed un albo italiano, le guide
turistiche degli altri Paesi membri non potevano essere escluse. La Corte di Giustizia ha stabilito inoltre che: “gli Stati
possono tutelare la corretta diffusione del proprio patrimonio storico-artistico nazionale”.
- Nel 1995 fu emanato un atto di indirizzo e coordinamento nei confronti delle Regioni attraverso D.p.r. (decreto del
presidente della repubblica) in risposta alla prima procedura di infrazione.
L’Italia deve necessariamente adempiere quanto prescritto dalle direttive (obiettivi che ciascuno Stato membro deve
raggiungere secondo le direttive dell’UE); spesso l’Italia era inadempiente (spesso dimenticava di recepire le direttive
e spesso si innescavano le procedure di infrazione → l’UE manda una lettera allo Stato, evidenziandone le
inadempienze → in caso queste non fossero state risolte, sarebbe stata erogata una sanzione pecuniaria).
- Le Regioni individuano d’intesa con le Sovrintendenze i siti che possono essere illustrati ai visitatori solamente da
guide specializzate; al di fuori di tali siti i turisti provenienti da un altro Stato membro dell’UE possono usufruire di
professionisti non dotati di specifica abilitazione italiana (solo nel corso di un viaggio organizzato a circuito chiuso).

ALTRE PROFESSIONI TURISTICHE:


ACCOMPAGNATORE TURISTICO
• La sua mansione principale è quella di far rispettare lo svolgimento del programma di viaggio, risolvendo le
eventuali problematiche che possono presentarsi.
• Deve quindi curare gli aspetti amministrativi e quelli logistici, dare informazioni a grandi linee, tenere unito il
gruppo che accompagna

DIRETTORE DI AGENZIA VIAGGI


• Soggetto indispensabile per aprire un’agenzia viaggi
• Responsabile della conduzione aziendale
• Un direttore può essere responsabile di una sola azienda ed eventuali succursali
• Assume diverse funzioni: promuovere la vendita del complesso dei servizi dell’agenzia, supervisionare la loro
utilizzazione, gestire le risorse umane e pianificare i flussi finanziari.

MAESTRO DI SCI: occorre superare un test di 4 giorni (primo giorno: prova cronometrata di slalom gigante / secondo
- terzo: si svolge in 2 giorni e consiste nello sciare in campo aperto visionati dalla commissione d’esame / quarto: ci
sono le prove più tecniche → i candidati saranno testati su terreni differenti e dovranno dimostrare dimestichezza con
diversi stili di sciata. Superati i 4 giorni di test, si accede ad un corso di abilitazione di 90 giorni: in questo periodo di
formazione, oltre alle lezioni tecniche, si svolge una preparazione didattica e metodologica; alla fine occorre sostenere
un esame finale.

GUIDA ALPINA: svolge professionalmente le seguenti attività: accompagnamento di persone in ascensioni sia su roccia
che su ghiaccio o in escursioni in montagna; accompagnamento di persone in ascensioni sci-alpinistiche o in escursioni
sciistiche; insegnamento delle tecniche alpinistiche e sci-alpinistiche su piste di discesa e di fondo. Occorre frequentare
un corso che prevede 95 giorni di formazione e un esame finale. Il corso è distribuito in un anno e mezzo e richiede
forte motivazione e preparazione atletica.

- Imprenditore: tramite i propri mezzi organizza un’attività in forma autonoma e indipendente


- Figure professionali nel turismo: hanno fatto studi specifici in una determinata materia, hanno conseguito un
abilitazione specifica e lavorano come liberi professionisti (iscritti all'albo con partita IVA) o come dipendenti per
qualche imprenditore.

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AIUTI DI STATO AL TURISMO 12/05/2021


Nel 2020 il covid ha sconvolto l’economia mondiale: per colpa delle misure restrittive e del lockdown molte attività
sono state costrette a chiudere. Per il turismo la situazione è ancora più grave, è stato necessario un intervento dello
Stato. Per quanto riguarda gli aiuti di stato esiste una normativa europea che stabilisce entro quali termini gli Stati
devono muoversi per gli aiuti di Stato, che devono seguire una certa regolamentazione stabilita dal trattato sul
funzionamento dell’UE e in particolare dall'articolo 107 che stabilisce la definizione di aiuti di stato e quando possono
essere dati (al di là di quanto stabilito dal trattato gli aiuti di stato non possono essere dati). La commissione ha
approvato il quadro nazionale sugli aiuti di stato, che ha stabilito in che termini si possono derogare le norme generali
sui decreti di stato per semplificare l'attribuzione da parte degli Stati degli aiuti di stato.

ART 107 definisce gli aiuti di Stato: salvo deroghe contemplate dai Trattati, sono incompatibili con il mercato interno,
nella misura in cui incidano sugli scambi tra Stati membri (sulla concorrenza), gli aiuti concessi dagli Stati, ovvero
mediante risorse statali, sotto qualsiasi forma che, favorendo talune imprese o talune produzioni, falsino o minaccino
di falsare la concorrenza. Punto 2 → Sono invece compatibili con il mercato interno:
• Gli aiuti a carattere sociale concessi ai singoli consumatori, a condizione che siano accordati senza
discriminazioni determinate dall’origine dei prodotti
• Gli aiuti destinati a ovviare ai danni arrecati dalle calamità naturali oppure da altri eventi eccezionali
• Gli aiuti concessi all’economia di determinate regioni della Repubblica federale della Germania che risentono
della divisone della Germania, nella misura in cui sono necessari a compensare gli svantaggi economici
provocati da tale divisione. 5 anni dopo l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona, il Consiglio, su proposta della
Commissione, può adottare una decisione che abroga la presente lettera.
Punto 3: possono considerarsi compatibili con il mercato interno:
• Gli aiuti destinati a favorire lo sviluppo economico delle regioni ove il tenore di vita sia anormalmente basso,
oppure si abbia una grave forma di sottoccupazione, nonché quello delle regioni di cui all’ART 349, tenuto
conto della loro situazione strutturale, economica e sociale
• Gli aiuti destinati a promuovere la realizzazione di un importante progetto di comune interesse europeo
oppure a porre rimedio a un grave turbamento dell’economia di uno Stato membro
• Gli aiuti destinati ad agevolare lo sviluppo di talune attività o di talune regioni economiche, sempre che non
alterino le condizioni degli scambi in misura contraria al comune interesse
• Gli aiuti destinati a promuovere la cultura e la conservazione del patrimonio, quando non alterino le condizioni
degli scambi e della concorrenza nell’UE in misura contraria all’interesse comune
• Le altre categorie di aiuti, determinate con decisione del Consiglio, su proposta della Commissione

TURISMO 4.0 12/05/2021


TEMPORARY FRAMEWORK = QUADRO TEMPORANEO PER LE MISURE DI AIUTI DI STATO: La Commissione europea
ha adottato un Quadro Temporaneo per consentire agli Stati membri di avvalersi pienamente della flessibilità prevista
dalle norme sugli aiuti di Stato al fine di sostenere l’economia nel contesto dell’epidemia di covid.
• Si tratta di una misura che consente agli Stati membri di garantire che le imprese di tutti i tipi dispongano di
liquidità sufficiente e di preservare la continuità dell’attività economica durante e dopo l’epidemia
• Modificato 3 volte per aumentare le misure e prorogare per tutto il 2012 le regole derogatorie che, cesseranno
di avere effetto nel momento in cui terminerà la pandemia (prorogato fino al 12/2021)

NEXT GENERATION EU (NGEU): collegato con il temporary framework. È un fondo che prevede di:
1. sostenere la ripresa degli Stati membri e gli investimenti privati
2. rilanciare l’economia
- Stabilisce investimenti e riforme per accelerare la transizione ecologica e digitale; migliorare la formazione delle
lavoratrici e dei lavoratori; e conseguire una maggiore equità di genere, territoriale e generazionale
- Tutti gli Stati membri, per usufruire del fondo del NGEU dovranno predisporre e ratificare un loro programma
conforme alle rispettive norme costituzionali e al Quadro temporaneo.

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RECOVERY FOUND: ulteriore fondo per la ripresa ritenuto “necessario e urgente” per far fronte alla crisi da covid.
• Somme di denaro messe a disposizione dall’UE per il piano nazionale di resistenza e resilienza
• Si finanzia tramite l’emissione di recovery bond, con la garanzia del bilancio UE (ciò significa che anche l’UE si
sta indebitando nei confronti degli altri Stati)

RECOVERY PLAN (PNNR = PIANO NAZIONALE PER LA RIPRESA E LA RESILIENZA)


• Elaborazione di un progetto in linea con le norme dell’UE in materia di aiuti di Stato che permetterà all’UE di
erogare i fondi
• In Italia la Missione 1è volta agli interventi di Digitalizzazione, innovazione della PA e delle imprese per
accrescerne la competitività e agli interventi per la cultura e turismo
• Fondo per il Turismo Sostenibile all’interno del Fondo di Fondi che accompagnerà diverse misure del PNRR

PIANO NAZIONALE PER IL TURISMO → fa parte del recovery plan. Intende rilanciare i settori del turismo e della
cultura quali ambiti strategici per il Paese che rappresentano il 13% del PIL. Sarà necessario prevedere misure che
includano la digitalizzazione e la sostenibilità.
OBIETTIVI PER IL TURISMO:
• Incrementare il livello di attrattività culturale del Paese modernizzando le infrastrutture materiali e immateriali
del patrimonio storico artistico
• Rigenerare i borghi e le periferie urbane attraverso la promozione della partecipazione alla cultura, il rilancio
del turismo sostenibile e della tutela e la valorizzazione dei parchi e giardini storici
• Rinnovare l’ecosistema turistico di strutture ricettive potenziando le infrastrutture e i servizi turistici strategici
• Supportare la transizione digitale e verde nei settori del turismo e della cultura

DECRETI PER FAR FRONTE ALL’EMERGENZA


• Le prime disposizioni in materia i aiuti per il settore sono contenute nel decreto “Cura Italia”, attraverso il
quale viene istituito, presso il MIBACT un tavolo di crisi, con il compito di presentare proposte di sostegno per
il comparto in oggetto
• Il decreto Rilancio ha anche esteso l’Art Bonus a complessi strumentali, società concertistiche e corali, circhi
e spettacoli viaggianti
• Con il decreto agosto è stato stanziato un Fondo di garanzia per le PMI che si è rivelato utile anche per le
imprese del settore turistico e culturale, oltre a prorogare della cassa integrazione fino al 31/12/2020 per i
lavoratori del turismo
• Con i Decreti Ristori sono stati previsti aiuti per le categorie di lavoratori e operatori economici che durante
la II ondata hanno maggiormente risentito delle restrizioni (lockdown) per fronteggiare la diffusione della
pandemia
• Il decreto Sostegni ha previsto per chi è titolare di una partita Iva ed esercita un’attività d’impresa, un’attività
artistica, professionale o ha un reddito agrario o assimilato (agriturismo) contributi a fondo perduto che tiene
conto dei ricavi e dei compensi percepiti dagli imprenditori nel 2019

AIUTI DI STATO ASSEGNATI CON DECRETI:


• Normativa disorganica
• Interventi a pioggia (i finanziamenti sono stati fatti dove vi era maggiore necessità)
• Non realizzano progetti a lungo termine

DOMANDE COMUNI:
• ART 117 / ART 118 / 135
• UE / COMPETENZA CONCORRENTE / GOVERNANCE PUGLIA
• CODICE DEL TURISMO
• PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETÀ
• FORME DI TURISMO
• TUTELA DEL TURISTA

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