Sei sulla pagina 1di 41

DIRITTO PUBBLICO

La costituzione che è stata scelta dai padri costituenti che si sono riuniti in Assemblea costituente nel 1946 poi è stata
promulgata dal Presidente Della Repubblica provvisorio nel 1948.

La Costituzione non viene toccata, ma viene interpretata in modo diverso, le norme contenute all’interno degli articoli
della Costituzione sono numerosissime. L’articolo definito disposizione giuridica /legislativa (TESTO dell’articolo), ma
esso contiene nei diversi commi, molte norme, queste norme consentono un’interpretazione diversa. La norma è un
precetto, è solo una parte del contenuto di un articolo o di un comma all’interno dell’articolo. Quando ho davanti un testo
normativo, io mi muovo come se fosse un’analisi testuale fatta in una lingua che devo tradurre: la prima lettura viene
compiuta con un’interpretazione grammaticale, se non riesco a trarne un senso compiuto a quello che ho tradotto, passo
poi ad un’interpretazione logica, se fallisce anche questa vado ad un’interpretazione sistematica, cioè analizzando tutto il
complesso di norme, ossia il sistema, e sarà semplice capire cosa voleva dire il legislatore.
Criteri di risoluzione delle antinomie normative (conflitti tra le norme dell’ordinamento giuridico):

1) Criterio della gerarchia: la fonte più alta in grado prevale sulle altre.
2) Criterio della competenza: la potestà normativa è regolata strettamente, ogni autore del diritto ha una
propria competenza normativa, se io Stato emetto un provvedimento legislativo in una materia
spettante alla regione, si applica questo criterio e la mia norma soccomberà di fronte a quella
regionale.
3) Criterio temporale (norme dello stesso grado): le leggi si succedono nel tempo, la più nuova sostituisce
in maniera esplicita o in maniera implicita quella precedente, abrogazione esplicita o implicita.
ESPLICITA: avviene nel momento che la legge più nuova dica più espressamente di sostituire quella
precedente
IMPLICITA: è quando parlando dello stesso argomento e dando disposizione differente, è implicito che
sostituisce quella precedente. Si fa con norme dello stesso grado. Senza dirlo esplicitamente la legge
dispone sulla stessa materia e va a cambiare la disposizione della legge precedente; quindi, è palese
contrasto con la legge precedente, ed è migliorativa o peggiorativa.

Nel termine di norma giuridica includo anche i regolamenti, non solo di quelli dell’Unione Europea, ma anche quelli
dell’esecutivo cioè della compagine ministeriale (presidente dei ministri). Il concetto di pubblica amministrazione è molto
allargato: quindi noi intendiamo il potere esecutivo, ma anche i vari gangli dell’amministrazione (il professore è un
pubblico ufficiale, lo possiamo insultarlo solo post lezione) Esempio di terminolia: donazione, è un contratto con il quale
una parte arricchisce l’altra, dono a tizio un bene e così via. Nel codice civile Napoleonico dicono che la donazione è un
“atto” (non un contratto) col quale una parte arricchisce l'altra per spirito di liberalità. Gli italiano copiano spudoratamente
la denominazione Atto copiandolo dal codice Napoleonico e nel 1942 viene scritto correttamente che la donazione è un
contratto

La consuetudine è un comportamento ripetuto nel tempo, sempre uguale, tenuto da alcune persone che ritengono che il
mettere in essere quel comportamento rappresenti il seguire una vera e propria norma giuridica, anche se questa norma
non c’è. Gli elementi che definiscono la consuetudine sono 2:

1) Psicologico: la convinzione da parte di chi mette in essere il comportamento, la convinzione di star rispettando una
legge che non c’è (opinio iuris ac necessitatis)

2) Temporale: il comportamento deve essere reiterato nel tempo, indefinitamente, cioè i consociati sono d’accordo tra
loro di adottare sempre quel comportamento (diuturnitas)
La consuetudine ha un valore molto relativo, assurge a fonte dell’ordinamento giuridico solo quando richiamata dalla
legge: se una legge fa espresso riferimento ad un comportamento consuetudinario ecco che si parla di vera e proprio
consuetudine dell’ordinamento giuridico, ma se si decide di non seguire più quella consuetudine non c’è una sanzione
che fa da deterrente per continuare a seguire quel comportamento.

RAPPORTI CON I REGOLAMENTI DELL’UNIONE EUROPA

I regolamenti dell'Unione Europea prevalgono anche sulle Costituzione dei paesi membri, ma non prevalgono sulla parte
prima della Costituzione Italiana. Non si parla di comunità economica europea, l’evoluzione avviene dopo la firma del
Trattato di Lisbona è Unione Europea, è una confederazione (questo vuol dire che in qualunque momento i membri
possono abbandonare la confederazione). Siamo ancora in stato di confederazione anche perché manca una
Costituzione Europea, per ora ci sono i trattati. Per avere una Costituzione è necessario che si elegga un'assemblea
Costituente e che questa abbia la competenza delle competenze (potere assoluto), ossia quello di eliminare tutti i
principi fino ad allora considerati e scrivere un nuovo documento, un patto costituzionale, che leghi quindi tutti i
consociati. Non vale la regola modifico la Costituzione, ma vale la regola scrivo per la prima volta una nuova
Costituzione. Abbiamo sentito dire molte volte che viene nominata una commissione per le riforme costituzionali, la
legislatura ha durata di 5 anni, sempre ammesso e non concesso che il Parlamento non venga sciolto in anticipo e che
quindi la legislatura non duri meno dei 5 anni previsti dalla Costituzione. La competenza delle competenze, in mano
all’Assemblea costituente, non ha niente a che vedere con i poteri di una commissione per le riforme istituzionali che ha
come compito quello di individuare le aree emendabili della Costituzione (es: se voglio modificare la seconda parte della
costituzione, posso farlo, il sistema migliore è quello di istituire una commissione per le riforme costituzionali che studi
tutti i problemi e mi comunichi i pro e i contro delle scelte che vorrò fare. Questa commissione è priva di poteri effettivi,
se non quella di poteri propositivi, ossia che vi è il dibattito in Parlamento per la modifica della 2 parte della
Costituzionale…hanno solo potere di proposta di disegno di legge costituzionale, una modifica dell’attuale 2 parte della
Costituzione, azione già fatta molte volte, ultima volta in cui è stata fatta: 2001, modificate le norme relative agli enti
territoriali, unitamente ad altre modifiche).

L’Assemblea costituente ha i massimi poteri possibili, decide senza tener conto dei limiti alla revisione costituzionale,
ossia quello di scrivere un'altra costituzione, alle spalle vi deve essere un patto costituzionale. La commissione
parlamentare per le riforme costituzionali ha poteri minimi solo di proposta. Esiste l’art.2 della Costituzione Italiana che è
una vera propria porta aperta sui diritti e sulle libertà e consente l’ingresso dei nuovi diritti e delle nuove libertà.

REGOLAMENTI COMUNITARI

É una grossa sciocchezza dire che il regolamento dell’Unione Europea viene emesso solo dal Parlamento Europeo, ma
è un procedimento complesso che prevede anche la partecipazione del Consiglio Europeo e per una piccola parte anche
della Commissione. A livello europeo vi è un grosso problema: il Consiglio Europeo è formato dai rappresentati dei
governi centrali dei 27 paesi, contravviene quindi al principio di separazione dei poteri. I poteri esecutivi dei singoli Stati
diventano potere legislativo in Europa; quindi, i popoli Europei eleggendo i loro rappresentanti al parlamento,
partecipano solamente in minima parte all’emissione dei regolamenti dell’Unione Europea, in quanto le iniziative della
commissione, che poi ha dei poteri anche durante il procedimento legislativo stesso, scioglie il consiglio in ultima analisi
del Parlamento. Il Parlamento Europeo non è il solo depositario del potere legislativo in Europa, ma lo è in massima
parte anche il Consiglio Europeo (da non confondere con il Consiglio D’Europa). I regolamenti dell’Unione Europea non
sono l'unico strumento normativo dell'Unione Europea, ma vi sono anche le direttive che servono per fissare e
raggiungere un obiettivo, i singoli stati aderenti poi all’unione decideranno come raggiungere quell'obiettivo utilizzando il
mezzo che meglio riterranno opportuno utilizzare. (esempio: lampadina ad incandescenza, l’Unione Europea emette una
direttiva per il passaggio all’utilizzo al led, la quale durata è 30.000 ore in confronto con quella ad incandescenza 3000
ore, quindi l’Unione Europea ha fissato una data entro la quale non è più possibile produrne, ma si possono ancora
acquistare perché devono essere smaltite quelle in magazzino) Se non si dà attuazione alla direttiva, si inizia la
procedura di infrazione, ciò comporta una serie di sanzioni.

STATO UNITARIO A BASE REGIONALE

È impropria la definizione di Governatore della Regione Lazio, ma Presidente della Regione Lazio, questo perché
“governatore” implicherebbe la presenza di uno Stato Federale (esempio: per questo si può parlare di governatore dello
stato federale di New York). Invece la definizione di Stato Unitario a base regionale, sta a significare che lo Stato dal
giorno alla notte può decidere di eliminare le regioni con una modifica della seconda parte della Costituzione (1946 fu
proposto il sistema delle regioni e molti dei padri costituenti fecero notare che le regione avrebbero rappresentato un
sistema perverso di moltiplicazione dei centri di spesa e determinando un disavanzo e un debito pubblico molto grosso…
e così è stato, non ci sono stati dei vantaggi per i cittadini.).
La forma di Stato è quella che non è modificabile, la nostra repubblica non può essere modificata in monarchia o
qualcos’altro (ai sensi dell’art.139).Non abbiamo vincoli di forma di governo, una differenziazione di essi è: repubblica
parlamentare (nostra) e presidenziale. La forma presidenziale per eccellenza è quella in cui è un’elezione diretta o
semidiretta del Presidente della Repubblica.

Chiunque dice che il Presidente Americano è direttamente eletto dal popolo dice una sciocchezza, sono i grandi elettori
che eleggono il Presidente degli Stato Uniti, essi dicono in partenza di quale schieramento democratico/repubblicano
voterà, se si raggiunge il 50% + 1 dei grandi elettori in uno Stato, l’intero stato va al vincitore (elezione interposta) ... il
popolo mediatamente elegge il presidente degli stati uniti. In Francia vi è un’elezione diretta, non vi sono i grandi elettori,
ma vige un semi presidenzialismo, cioè che accanto al Presidente della Repubblica vi è anche il Primo Ministro.

Per quanto riguarda il presidente degli Stati uniti, mancando la figura di un presidente della Repubblica (tipo il nostro), i
singoli ministri vengono scelti direttamente dal Presidente Della repubblica americana, che quindi li può nominare e
licenziare a suo piacimento. C’è qualcosa di simile in Italia? Sì, le regioni. Quando andiamo a votare per le elezioni
regionali, noi votiamo per il Presidente della Regione che è il Presidente della Giunta Regionale (gli assessori sono scelti
da esso, non dal popolo). Nel momento in cui esce vittoriosa una forza politica dalle urne, governerà per 5 anni, se si
spacca la maggioranza si torna a votare automaticamente.

RAMI DEL DIRITTO PUBBLICO

Il diritto pubblico si occupa del rapporto tra cittadino e amministrazione, vi è il rapporto tra amministrazione e cittadino,
tra organi dello stato, tra tutto ciò che attiene alla sfera pubblica (molto più vasta della sfera che copre il diritto
civile/privato) Il diritto privato si occupa del semplice rapporto tra due soggetti privati, ossia cittadini. Il lato internazionale
dimostra tutta la sua inconsistenza attualmente, perché il Diritto internazionale, esterno allo Stato, mostra tutta la sua
inconsistenza, esso si basa sui trattati che vengono stilati tra Stati che si riconoscono tra loro.

Se il diritto internazionale si basa sui trattati, il rispetto del trattato deriva dalla buona volontà dei paesi che hanno
sottoscritto il trattato stesso. È quindi labile. All’interno dell’organizzazione internazionale (ONU) i vari organismi sono
espressione dei consociati. Le risoluzioni che possano promanare da questa organizzazione sono sempre soggette al
diritto di veto di alcune nazioni più importanti all’interno dell’ONU, se l’ONU decidesse di prendere decisioni nei confronti
di questi grossi popoli, non potrebbe, perché incontrerebbe il veto del popolo stesso.

 Diritto comunitario: Ben diverso è quello succede in questo ambito, ovvero nell’ambito dell’Unione Europea e
dei 27 paesi che fanno parte. Quindi noi impareremo che gli organi dell'Unione Europea, gli organi principali,
cioè il Parlamento, la Commissione e il Consiglio, hanno un peso senz'altro maggiore rispetto ad altri organi, di
altre realtà internazionali. Vi è una ricaduta all’interno dei paesi membri perché i regolamenti dell’UE rientrano
nei regolamenti dei paesi membri.
 Diritto costituzionale: riguarda la Costituzione, il funzionamento dei vari organi Costituzionali e l’organizzazione
dello Stato stesso, che è stato deciso dai padri costituenti dal 1946 al 1948 e che esce fuori dal testo
costituzionale del 1948; riguarda la tripartizione dei poteri: potere legislativo, poi il potere esecutivo e infine il
potere giudiziario.
 Diritto amministrativo: regola l'attività dello Stato e degli altri enti pubblici, le norme sono contenute in numerose
leggi amministrative. Esiste anche, tra i tanti codici, anche un codice amministrativo, che è appunto una raccolta
di queste regole. Il diritto amministrativo è di importanza fondamentale nelle nostre vite: ad es. non è possibile
per il docente durante gli esami dire ad uno studente: “ora ti siedi e visto che non sei stato attento alle lezioni
etc. tu l’esami non lo superi”, ai sensi del diritto amministrativo perché costituirebbe, tra le altre cose, un
eccesso di potere. Eccesso di potere che determina la nullità dell'atto amministrativo. Perché l'esponente della
pubblica amministrazione, cioè il professore, utilizzerebbe il suo potere non per lo scopo previsto dalla legge,
che è quello di accertare la conoscenza, ma per uno scopo diverso. Il rapporto tra la pubblica amministrazione
e il cittadino è sempre su due piani diversi.
 Diritto penale (ramo diritto pubblico): insieme di regole che hanno poi sanzioni importanti nei confronti di chi
pone in essere il reato, ha come scopo di mantenere l’ordine pubblico, la buona coesistenza delle persone l’una
con l’altra, evitare violenze di tipo morale e fisico, che hanno lo stesso tipo di gravità. Vi è la regola di
tipizzazione del reato: solamente ciò che costituisce reato per il Codice penale è punibile. Se il fatto non
costituisce reato, non è punibile, ci sono anche delle cause di esclusione di punibilità (esempio caso di forza
maggiore: che si verifica nel caso in cui io sono in seggiovia su un sedile doppio, sono con uno sciatore e se io
mi accorgo che la seggiovia sta cadendo, io posso buttarlo giù). Principio Importante: Solamente in base ad
una legge che sia preesistente al momento della commissione del fatto, io posso essere condannato. Vale il
criterio temporale. Nel diritto penale non si utilizza nemmeno l’analogia, è un fenomeno interpretativo, ossia non
è possibile applicare una norma prevista per un’altra fattispecie al diritto penale, o c’è o non c’è la norma
penalistica. L’analogia è applicabile a tutti gli altri diritti.
 Diritto processuale: sono procedimenti che confluiscono nel processo, alcuni sono autorizzati dal codice di
procedura. Si dice sempre, ha ragione, che una causa può essere vinta da un bravo processualista (perde
tempo abbastanza da far scattare la prescrizione o fa delle richieste che portano il processo ad una determinata
conclusione). Il diritto processuale decide sull’andare a buon fine o meno di una causa.
 Diritto ecclesiastico: c’è stato un concordato che è stato sottoscritto prima del 1929 e poi il 1983 per regolare i
rapporti tra lo Stato italiano e la chiesa cattolica. La ‘’particolarità’’ della religione cattolica è quella di avere uno
Stato (Vaticano) e quindi il concordato ha un trattato internazionale a tutti gli effetti e poi un concordato per il
matrimonio in chiesa (questo ha risvolti giuridici: gestione dei beni, dei figli, dell’eredità dei coniugi), chi sposa in
comune non ha gli effetti religiosi pur avendo tutti gli effetti visti nella sfera del diritto privato, anche Convenzioni
finanziarie che regolano il pagamento di tasse e di imposte per beni della Chiesa Cattolica che sono in tutto il
mondo.
 Diritto tributario e Diritto finanziario: In ultimo diritto tributario e diritto finanziario, quindi imposte e tasse, che i
cittadini devono pagare allo Stato. Le sue norme sono contenute in varie leggi. Il Diritto finanziario poi stabilisce
le regole che lo Stato e gli enti pubblici devono seguire per reperire i mezzi finanziari necessari alla costruzione
di opere pubbliche e quant'altro. Quindi il reperimento delle risorse che avviene attraverso la raccolta delle
imposte e delle tasse e che poi vengono reimpiegati nella società civile.

Diritto penale

Il diritto penale fa parte del pubblico generale e regola i rapporti tra i consociati in una società e ha lo scopo di far
mantenere, a questi consociati una vita consona al principio di legalità. C’è una regola molto precisa delle norme
penalistiche che prevede la tipicità della norma penalistica: se il fatto costituisce reato, è previsto da una norma
penalistica. Se invece il fatto è irrilevante per il diritto penale, ovviamente non può essere associata nessuna sanzione o
pena. Il Codice penale prevede ogni tipo di sanzione: dalle pecuniarie, alle pene detentive… la pena detentiva più lunga
che c’è è l’ergastolo (molto difficilmente questo accade), passati 20 anni di reclusione, quasi nessuno rimane stabilmente
in carcere, questo accade perché il nostro sistema è ispirato al principio della rieducazione (rieducarlo e reinserito nella
vita civile). Esempio: volevano dare 400 anni di reclusione a Schettino, ma ciò non era ovviamente possibile, la
condanna è stata ben più lieve.

Negli Stati dove è presente la pena di morte, non c’è un effetto deterrente (se nello Stato della California, dove è prevista
la combinazione della pena capitale, le persone non si preoccupano di una pena così grave, questo perché priva di
deterrente).

REGOLE GENERALI DEL DIRITTO PENALI:

1) Principio della certezza/pena: nessuno può essere condannato se non in forza di una legge preesistente alla
commissione del fatto: ad es. se un fatto è costituito nel c.p. come fatto delittuoso, allora si può essere condannati. Se il
fatto avviene il 9.03 e non vi è nessuna pena, il caso è irrilevante per il delitto penale, ma il 10.03 esce fuori la legge per
cui quel fatto viene punito, non possiamo essere condannati per ciò che abbiamo fatto perché è stato commesso quando
la legge non c’era → il principio della retroattività della norma penale: efficace solo per il futuro, non per il passato. Vale
sempre per il diritto penale, ma vi sono alcune eccezioni per gli altri campi dell’ordinamento giuridico.

2) Principio della presunzione di innocenza: colui che viene identificato attraverso un processo (mediatico), come il
mostro, disgraziatamente vi è un’erogazione di una sentenza popolare che precede quella della magistratura. Poi magari
passano degli anni, il processo si fa ed escono fuori delle prove che scagionano completamente ‘’il poveretto’’ (la cui vita
è stata distrutta). L'imputato è ritenuto innocente fino alla sentenza finale di condanna. Inoltre, non si può essere
condannati se non vi è una prova valida, al di là di ogni ragionevole dubbio. E quindi ecco che i racconti, le prove
raccolte sul luogo dell'omicidio, possono talvolta non essere sufficienti per arrivare ad una condanna. La Corte di
Cassazione poi conferma. Secondo il Principio della presunzione di innocenza, solamente dopo la sentenza, passato
ingiudicato, si ha un’erogazione della pena e può scattare la rivolevolezza moral sociale. Ecco che quindi una causa
viene vinta o persa in base alle prove che ci sono e che vengono portate a conoscenza dei giudici, i quali giudicano in
base alle prove che hanno ricevuto. - Fortuna processuale

3) Presunzione di innocenza: fino a che non sia intervenuta una sentenza passata in giudicato, colui che è stato
accusato di qualcosa, è innocente.

Il reato è una fattispecie presente in una norma del Codice penale che descrive sia il fatto sia le modalità con le quali poi
vengono erogate delle pene maggiori o minori. Esistono:
 Omicidio doloso: Dolo significa coscienza e volontà dell'evento. Quindi io con un coltello, volendo uccidere
qualcuno, lo colpisco e lo uccido; è omicidio doloso di primo grado. La mia azione ha determinato direttamente
la morte di una persona. C'è una causa effetto, quindi ho cagionato, volendo la morte di qualcuno.
 Omicidio colposo: Culpa, reato colposo. Per colpa si intende invece imprudenza, imperizia, mancanza di
vigilanza. L'ipotesi del delitto colposo è meno grave rispetto al doloso perché non c'è la coscienza e la volontà
dell'evento, non voglio che il mio evento causi la morte di qualcuno. Esempio: un soggetto, durante una rissa,
spinge un altro soggetto, il quale, cadendo, batte la testa su un gradino, e muore. In quel caso non c'è la
coscienza e la volontà dell'evento, chi l'ha spinto non aveva alcuna intenzione di ucciderlo; l'evento morte è un
fatto inaspettato e non voluto. La punibilità è estremamente più bassa.
 Omicidio stradale. Tra l'evento colposo e l'evento doloso ci sono anche delle situazioni intermedie:
o Omicidio doloso: io a bordo della mia vettura, ci aggiungo anche la premeditazione, so che a quell'ora
il mio nemico personale passa da quella strada e quindi vado dal meccanico, faccio alterare la
centralina di controllo dell'auto ecc; quando il mio nemico attraversa la strada io lo spalmo sul selciato.
Questo è il caso di omicidio doloso premeditato, c'è coscienza e premeditazione.
o Omicidio colposo: io al volante della mia auto, pur mettendo in atto tutti gli accorgimenti, per esempio,
non supero le velocità prescritte in città, sono prudente, non ho bevuto, l'auto è perfettamente
manutenuta, freno disperatamente ma non riesco a non prendere la persona che quindi muore. In
questo caso è un reato colposo, non è voluto. La punibilità è estremamente più ridotta rispetto a quella
dell'omicidio doloso; quindi, la pena prevista è estremamente più bassa.
o Colpa cosciente o dolo eventuale. Una persona, sempre al volante della propria auto, corre, molto più
dei 50 orari previsti come velocità massima in città. È notte, non c'è nessuno in città. Pensa di essere
in grado di schivare le persone, di frenare in tempo, eccetera eccetera eccetera. Non si verifica, mette
sotto un'altra persona, che muore. In questo caso non c'è coscienza e volontà dell'evento, ma
semplicemente non pone in essere tutte quelle cautele che dovrebbero essere poste in essere.
Ovvero, accetta il rischio e si prefigura anche la possibilità che qualcuno possa attraversare la strada
mentre va, ma non se ne importa più di tanto. In questo caso si parla di colpa cosciente o dolo
eventuale. CONFISCA significa che ti tolgono il bene e lo vendono all’asta. Non è un sequestro.

Legittima difesa: La difesa deve avvenire sempre nel momento in cui ce l'ho offesa. Caso completamente diverso. Se
chi mi aggredisce qualcuno e poi si gira e sfugge e io gli sparo alle spalle, quello è omicidio doloso di primo grado. Nella
legittima difesa influisce enormemente l’emotività e la lucidità che una persona riesce ad avere in quel momento. Per la
legittima difesa si presuppone la volontà di nuocere l’intruso, ma non si può uccidere se non in casi in cui sia necessario
farlo. È un caso di forza maggiore se si verifica un evento in base al quale non sai se salvare o te o l’altro, ma in genere
si sceglie per la morte dell'altro, non sei punibile; quindi, è una causa di esclusione della punibilità. Non si produce reato,
per forza maggiore non sono imputabili.

Alcuni dei delitti richiedono la collaborazione della vittima, in altri non c'è la collaborazione della vittima. Una persona al
supermercato scambia dei codici a barre di due oggetti per pagare un oggetto molto di meno. Quindi alla cassa esce un
prezzo falsato. Quella è truffa perché anche se inconsapevolmente, c'è stata l'attiva collaborazione da parte di chi ha
fatto la scansione del codice a barre, che non ha pensato al fatto che il codice a barre poteva essere stato sostituito. Si
sarebbe trattato di furto con destrezza di un oggetto esposto alla pubblica buona fede, nel caso in cui il soggetto avesse
preso un panino e se lo fosse aperto per mangiarlo facendo finta che non fosse stato asportato dal balcone del
supermercato.

Obbligatorietà dell’azione penale: Se si viene a conoscenza di un reato, bisogna elevare l’accusa e incriminare la
persona
LA COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA

Nel 1861 si decide, una volta raggiunta l’unità d'Italia, di prendere come costituzione lo statuto albertino. Lo statuto
albertino presentava molte novità, ma aveva anche parecchi difetti:

1) PRIMO DIFETTO: Il capo dello stato era il Re, questa costituzione aveva lo stesso grado della legge ordinaria,
in caso di contrasto tra due norme dell’ordinamento giuridico, se sono di pari grado prevale l’ultima che è stata
emanata per ultima (rimpiazza quella precedente). Una serie di leggi ordinari dello stato fascista, rendono lo
statuto albertino sempre meno efficace. Il maggior difetto era essere nello stesso operato, gerarchicamente
parlato, della legge ordinaria dello Stato (quindi viene fatto a pezzi dalle leggi dello stato). I padri costituenti
italiani, nel momento in cui si sono trovati a riscrivere la Costituzione, hanno voluto ovviare questo grave
inconveniente rendendo la Costituzione italiana non modificabile tramite una semplice legge ordinamentale.

2) SECONDA CARATTERISTICA NEGATIVA era la brevità, ossia pochi articoli e molto poco articolati (poco
specifici), ecco perché i padri costituenti nel ‘46 scelgono una costituzione lunga e molto dettagliata. Nel diritto
tutto ciò che non è dettagliato presenta un pericolo molto importante che l’articolo venga interpretato in mille
modi diversi. L’obiettivo è un’unicità di interpretazione, quindi una sicurezza per la democrazia.

L’attuale Costituzione è composta da 139 articoli, nel corso degli 5 articoli sono stati abrogati. L’art.138/139 e i primi 54
articoli non sono modificabili, i primi 54 articoli fanno parte della parte prima della Costituzione, che è composta dai
principi fondamentali dell’ordinamento giuridico, delle libertà, dei diritti inviolabili.

L’art 9 e 41 sono stati modificati con delle aggiunte, non si può togliere ma aggiungere è concesso, in particolare poi la
sospensione delle libertà costituzionali significa passare attraverso l’intervento dell’autorità costituita.

Esempio: I DPCM (sono degli atti amministrativi, non sono legge/decreti) emessi dalla pubblica amministrazione è uno
dei 3 poteri che compongono lo Stato moderno Non è corretto dire che le libertà ei diritti inviolabili siano limitabili solo
tramite provvedimento dell’autorità giudiziaria, se il provvedimento è rivolto a tutta la collettività non possiamo uscire di
casa; quindi, viene limitata la libertà di circolazione, viene fatto tramite un provvedimento rivolto a tutti, mentre per
l’autorità giudiziaria il provvedimento è rivolto verso individui facilmente identificabili e in numero ridotto.

La costituzione è la norma di base, la pietra miliare sulla quale si costruisce lo Stato, i tedeschi la definiscono ‘’norma di
base’’

b) Costituzione di tipo formale → quella scritta

c) Costituzione di tipo materiale → la costituzione materiale è quella parte di costituzione formale portata ad
esecuzione dal gruppo politico dominante in un certo momento storico, il significato che si può attribuire a
ciascun articolo della Costituzione è fortemente dipendente da chi è al potere in quel momento storico.

d) Costituzione vivente: è quella parte di costituzione formale che non necessita dell’azione del gruppo politico
dominante in un certo momento storico per essere eseguita. (esempio: una parte vivente della Costituzione è
quella che prevede ‘’lo stato assistenziale’’). Di solito la costituzione vivente è impossibile da toccare (se un
gruppo politico dominante avesse in mente di eliminare le pensioni, non potrebbe, perché si verificherebbe una
rivolta).

Costituzione lunga: vi è una descrizione precisa di tutti i poteri e le attribuzioni degli organi citati in Costituzione. Gli
organi costituzionali sono descritti con molta precisione, ivi inclusi i poteri che questi organi possono esercitare, ciò per
evitare che questi ultimi possano essere usurpati da qualche altro organo

Gli articoli sono 139. Erano 139, la numerazione è stata conservata, in realtà sono 134 perché 5 nel tempo sono stati
abrogati con riforme costituzionali, è possibile emendare (modificare) la seconda parte, non la prima. La parte prima
arriva fino all’articolo 54, la parte seconda dal 55 fino al 139. Le riforme possibili attuabili tramite l’art 138 sono sempre
quelle relative alla seconda parte della costituzione. I regolamenti dell’UE possono modificare la seconda parte, ma non
la prima.

È una costituzione moderna? SI. Per la parte dei diritti e delle libertà non c’è nulla di nuovo. Per la seconda parte ci sono
delle novità (introdotte dalle CEDU), che possono entrare a far parte della Costituzione Italia grazie alla porta dell’articolo
2 (automatica ricezione di nuove libertà e diritti che entrano nella carta costituzionale). In costituzione tutti e 5 gli organi
costituzionali (parlamento, popolo, presidente della repubblica, governo e corte costituzionale) con la dettagliata
descrizione delle funzioni di ciascun organo (definizione di costituzione lunga).

L’Assemblea costituente dei padri fondatori era formata da tutte le forze politiche presenti in quel momento, tutte queste
istanze risultano dagli articoli della costituzione. ‘’Un gruppo politico dominante in un certo momento storico può esaltare
e/o mettere da parte alcune parti della costituzione a seconda del suo credo politico.’’ Le giustificazioni economiche per
determinati cambiamenti non vengono ricondotte solamente agli eventi interni ma vi è un riferimento più preciso all’UE,
alle scelte che vengono fatte, all'impossibile di aumentare del debito pubblico senza adempiere prima alcune particolari
azioni. Anche la prima parte della costituzione viene sospesa e poi riattivata e così via.
Quali sono le scelte fatte? → Le scelte fatte sono quelle più variabili. La scelta che fu fatta è stata di una Repubblica con
bicameralismo perfetto, quindi eguali funzioni per la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica per il varo delle
leggi. L'attività principale del Parlamento è quella di fare le leggi. Inoltre, l'iniziativa legislativa può essere parlamentare,
può essere governativa, può essere anche del singolo cittadino che interviene con procedimenti diversi. Possono infatti
essere posti in essere dei referenda, cioè è possibile cambiare determinate cose. I padri costituenti hanno previsto
alcune materie nelle quali non è possibile chiedere referendum. Una di queste è anche la possibilità di approvare i trattati
internazionali. Quindi, per esempio, noi non possiamo con un referendum popolare chiedere al popolo italiano, l'Italiaexit,
come la Brexit che c'è stata in Gran Bretagna, non è possibile per legge. Perché i padri costituenti avevano ipotizzato
che il popolo non avesse le conoscenze adatte per poter prendere queste decisioni, che invece i rappresentanti del
popolo potessero con maggior cognizione di causa fare queste scelte. La scelta della Repubblica / Bicameralisto
Perfetto è stata fatta affinché essa impedisse la dittatura, se sono molti a decidere è difficile arrivare a quello. Il concetto
è abbastanza semplice, se sono in molti a decidere, magari dovranno mettersi d'accordo, però è difficile che si facciano
delle grosse sciocchezze. Infatti, è abbastanza noto il fatto che se a decidere è una sola persona, può fare enormi
sciocchezze. Una delle ragioni per cui i sovrani di tutti i periodi storici avevano il consiglio della corona, che aveva la
funzione di dire: se fai questo, succede questo.
→ La composizione del Parlamento era studiata sulla consistenza della popolazione, i 315 senatori e i 630 deputati
erano valutati e decisi su 45 milioni di abitanti. La riforma che è stata compiuta è stata una riforma parziale: si è
cominciato con il ridurre il numero dei parlamentari: 200 Senatori e 400 Deputati. Si pone un problema di
rappresentatività. Alcune frazioni politiche non trovano rappresentanza. Oggi è stata compiuta una riforma, cioè si è
cominciato a diminuire il numero dei parlamentari. Questo in netto contrasto con l'idea dei padri costituenti.
→ Presidente della Repubblica ha tanti poteri, perché deve avere un controllo su tutti i poteri dello Stato. È una figura
super partes. Alcuni dei poteri del Presidente della Repubblica sono di tale portata da essere in alcuni casi superiori a
quelli concessi ad un altro presidente di un altro Paesi (addirittura superiore ad un presidente di una Repubblica
Presidenziale)
→ DPCM (atti amministrativi) legittimi durante la pandemia, non vi era un dibattito parlamentare. Il presidente della
Repubblica emana i provvedimenti del governo (altro potere che ha). Erano legittimi i DPCM? Si certo, ma non veniva
coinvolto il parlamento.

→ Il governo è pubblica amministrazione, può essere il governo centrale, governo locale ma è anche tutto il complesso
organizzativo della pubblica amministrazione stessa, quindi i ministeri con la loro organizzazione (ribadisce che lui è un
esponente della pubblica amministrazione)

→ Tra gli organi costituzionali, vi è anche la magistratura, spesso possono prodursi dei conflitti nell’uso politico della
magistratura (quali sono i correttivi apportati dalla Costituzione). Il cosiddetto ‘’gioco del potere’’ è un gioco circolare: le
leggi le fa il Parlamento, che viene eletto dal popolo, ma il Parlamento eleggendo il Presidente della Repubblica dà modo
ad egli di creare il Governo, che è principalmente l’autore dell’iniziativa legislativa. Durante un certo periodo storico,
durante il quale è al potere il governo, i provvedimenti legislativi varati dal Parlamento, se supporta il governo, saranno
nella direzione dell’indirizzo politico stabilito dal governo. Il potere esecutivo è connesso al potere legislativo. Per arrivare
alla legge, si passa attraverso l’attività governativa, del presidente della Repubblica. La Magistratura applica solo la
legge che c’è.

→ Regioni, province e comuni: i padri costituenti avevano detto no alle Regioni perché costituiscono un centro di spesa.
Le Province sono state eliminate, ma ci sono ancora nella realtà

→ Corte costituzionale + revisione costituzionale Realtà processuale e verità in senso assoluto: le sentenze emanate dai
giudici vengono emanate in base agli atti portati a conoscenza dei giudici da parte delle parti. Il processo in alcuni casi si
può dire “un terno all’8”, non si è mai sicuri di vincere una causa.

!Quali sono i poteri del presidente della repubblica di controllo nei confronti del governo? Ogni organo è controllato da
qualcun altro. È il sistema dei checks and balances, dei pesi e contrappesi, che hanno lo scopo di evitare derive
assolutistiche.
PARLAMENTO

I 5 organi costituzionali che costituiscono l’ossatura del nostro Stato comprendono anche il Parlamento. Nell’idea dei
padri costituenti, il Parlamento era l’organo all’interno del quale avveniva il procedimento legislativo (si facevano le
leggi), doveva avere all’interno dello Stato un ruolo preminente. Il potere legislativo spettante al Parlamento doveva
secondo i padri costituenti, costituire probabilmente il potere più importante tra tutti. Il potere legislativo non spetta
unicamente al parlamento, è possibile anche un’attività legislativa da parte del governo, di altri enti locali (regioni). Oltre
alle leggi del Parlamento esistono anche le norme emanate da una serie infinita di soggetti giuridici. Applicando alla
lettera la piramide delle fonti, il termine norma è omnicomprensivo, per cui le disposizioni normative sono emesse non
solo dal Parlamento, ma da molteplici altri organi. É un errore ritenere che la legge abbia un valore superiore a tutto il
resto, in quanto in assenza della legge altra normativa gioca lo stesso ruolo che giocano le leggi.

Il Parlamento è il titolare del potere legislativo, eletto direttamente dal popolo. Un errore madornale è sostenere che il
popolo elegga i propri governi, in quanto l’attività di individuazione del Governo spetta al Presidente della Repubblica.

Nell’idea dei padri costituenti due camere con analoghe prerogative rappresentavano un sistema che difficilmente
avrebbe portato il nuovo Stato ad un regime. Medesimi compiti alla Camera e al Senato della Repubblica significa che
venne adoperato il sistema della ‘’navetta’’: un provvedimento viene discusso articolo per articolo in una delle
commissioni all’interno della Camera del Senato, poi viene votato da quelle assemblee e passa all’altra camera dove c’è
una discussione e una votazione; se il testo non viene modificato allora può essere sottoposto alla promulgazione da
parte del Presidente della Repubblica. Se invece dovesse essere modificato da uno dei rami del Parlamento, allora il
procedimento ricomincerebbe con un’analisi / discussione in aula e poi con una seconda votazione. Solo se il testo
passa nella stessa forma da una camera all’altra, allora il testo può essere definito legge. NON CONFONDIAMOCI
dicendo che la legge passa prima dalla Camera, poi dal Senato oppure prima dal Senato e poi dalla Camera, perché
non è ancora legge, ma è un provvedimento legislativo. Diventa legge nel momento in cui il testo viene approvato da una
camera e dall’altra (se non vi sono modifiche a quel testo, possiamo parlare di legge).

Il Presidente della Repubblica autorizza anche il Governo alla presentazione dei disegni di legge governativi, uno degli
attori principali nel procedimento legislativo è proprio il Governo, esso presenta dei provvedimenti legislativi all’analisi del
Parlamento, se supportato da una maggioranza consistente, il provvedimento legislativo sarà varato (diversamente no).
‘’Allora non c’è più la maggioranza che supporta il Governo se succede questo? ‘’ Falso, perché i padri costituenti hanno
voluto una totale indipendenza da parte del Parlamentare, estremamente sbagliato ritenere che il Parlamentare debba
uniformarsi a quanto dice il Partito, il Parlamentare nell’analisi del provvedimento legislativo è da solo con la sua
coscienza a decidere se effettivamente il provvedimento è degno di essere approvato oppure no. L’indicazione da parte
del Partito deve rimanere qualche cosa di massima, ma che non determina il risultato finale.

A che serve la promulgazione da parte del Presidente della Repubblica? Il valore è un primo controllo di legittimità
costituzionale, cioè il Presidente della Repubblica si accerta se il provvedimento legislativo sia conforme alla costituzione
anche se in senso ''superficiale'' (ictu oculi: allo sguardo iniziale dovrebbe esserci un via libera). La Costituzione
prescrive che il Presidente della Repubblica, per una sola volta, possa rimettere un’altra volta al Parlamento la
discussione del provvedimento, cioè per una volta sola non possa non promulgare il provvedimento legislativo. Se il
Parlamento nella stessa forma presenta lo stesso provvedimento legislativo, il Presidente della Repubblica non avrebbe
altre possibilità se non promulgarlo. Non tutti sono concordi che questo debba avvenire comunque, perché il Presidente
della Repubblica è il responsabile per attentato alla Costituzione di fronte al Parlamento. Se egli ritiene che il
provvedimento legislativo in qualche parte sia contrario alla Costituzione, può non promulgarlo emettendo un messaggio
di accompagnamento formale da mandare alle camere, nel quale si dica che il provvedimento legislativo non può essere
varato nella forma in cui è. In alcuni casi si è verificato che il Presidente della Repubblica abbia avvertito il Parlamento
che se il provvedimento legislativo fosse stato passato in una certa forma all’esame del Presidente Della Repubblica non
sarebbe stato promulgato.

Molti dicono: questa legge è incostituzionale, com’è stato mai possibile varare questa legge? *(è sbagliato dire che la
corte costituzionale abroga una legge, lui la annulla) * La corte deve essere interpellata, non può annullarla così a caso
da un giorno all’altro, essa deve rilasciare un giudizio di legittimità costituzionale. Questo può accadere in 2 modi
principali: 1) In via Diretta 2) In via Indiretta (incidentale), sistema più diffuso. Esso si verifica quando durante il corso di
un processo (penale, civile, amm…) presso qualunque autorità giudicante, il giudice o una delle parti si accordano che vi
è un dubbio di costituzionalità della legge che dovrebbe essere applicata, in questo caso con un procedimento specifico
ci si rivolge alla corte per l’esame di legittimità costituzionale. Ha anticipato questo per dire che possono passare periodi
di tempo molto lunghi finché la Corte costituzionale venga investita della questione di legittimità. La legge quando viene
varata dal Parlamento e promulgata dal parlamento, rimane in vigore fino a quando non venga o sostituita da una legge
successiva dello stesso grado / grado superiore, oppure non venga annullata dalla Corte costituzionale per illegittimità
costituzionale. Anche in presenza di una legge di dubbia costituzionalità, i tempi di reazione dell’ordinamento giuridico
siano abbastanza lenti, quindi potremmo continuare ad avere in vigore un provvedimento legislativo per molto tempo
finché poi non viene sostituito o annullato. Tutto ciò ha un costo per l’ordinamento giuridico. Vi sono stati dei casi di
annullamento di provvedimenti legislativi relativi a leggi elettorali, poi dichiarate illegittime, eliminate e quindi si produce
una lacuna nell’ordinamento giuridico finché non viene colmato il vuoto causato dall’annullamento della corte
costituzionale.

Il Parlamentare deve essere ‘’indipendente’’, nel senso che deve dipendere unicamente dal suo elettore, ammesso e
non concesso che si possa identificare esattamente un elettore del singolo parlamentare (non c’è un voto diretto per
l'elezione di un individuo, ma c’è l’elezione di un partito); ciò significa che è sempre il Partito con le sue liste elettorali a
determinare chi viene eletto e chi no, chi è in cima a quella lista elettorale di quel Partito ha la sicurezza di essere
eletto… via via che invece si appropinqua la fine della lista ovviamente le possibilità di essere eletto, scemano
notevolmente. Ciò ha diverse conseguenze, non c’è molta differenza tra il sistema di operato in alcuni Paesi dove non
c’è ‘’democrazia’’, in quanto anche nel nostro è il partito a determinare la possibilità più o meno alta di essere eletta da
parte di un individuo che si presenta alla Camera o al Senato.

Una volta che sia stata eletta questa persona, dipende direttamente dal Partito? No, secondo i padri costituenti. Un
celebre giurista parlò di ‘’designazione di capacità’’, cioè la persona che viene eletta è designata dagli elettori come
idonea a rappresentare gli interessi degli elettori stessi, è vietato nel nostro ordinamento il mandato imperativo’’, cioè ti
eleggo perché tu faccia questo… ciò significa che è assolutamente legittimo il cambiamento di casacca, proprio per
questa ragione, se il singolo parlamentare si rende conto che l’idea principale del Partito non è più quella che era
presente nel momento in cui è stato eletto, può decidere di mettersi per conto proprio all’interno del Parlamento o
passerà ad altro partito.

Pecche principali del sistema:

 Sistemi elettorali: esistono sistemi elettorali maggioritari, in alcuni casi anche a doppio turno, e sistemi
proporzionali, esistono poi tanti sistemi intermedi definiti con correzione al proporzionale. Il sistema
proporzionale è quello che garantisce la miglior democrazia, cioè che quasi tutte le istanze politiche del Paese
trovano una traduzione all’interno del Parlamento; poi esistono i proporzionali corretti al 4/5 %, cioè la soglia
minima che dovrebbe raggiungere la formazione politica per avere un rappresentante in Parlamento. Piccole
formazioni politiche trovano posto in Parlamento a seconda dell’entità della soglia minima ammissibile (fissa al
5%). É evidente che la riforma costituzionale che abbiamo operato di riduzione dei parlamentari (da 315
senatori a 200, 630 deputati a 400), c’è una sostanziale decurtazione delle minoranze e che quindi le
rappresentanze delle minoranze saranno particolarmente critiche: questo in antitesi con quello che avevano
ipotizzato i padri costituenti, i quali avevano previsto 630 deputati e 315 senatori con una popolazione effettiva
di 45 milioni di abitanti, un numero di elettori ridotto (26/27 milioni votanti effettivi). Oggi con una base elettorale
di oltre 40 milioni e con più di 60 milioni di abitanti, la direzione presa dalla riforma è stata quella di decurtare il
numero dei Parlamentari. Funziona da parte della governabilità? Sì e no (prof dice più no che si). Il sistema
proporzionale è quello che garantisce la democraticità del sistema perché trovano rappresentanza delle
minoranze.
 Il sistema maggioritario che si basa su un numero maggiore di voti conseguiti da una certa parte politica che
alla fine determina un premio di maggioranza: chi raggiunge il 50% + 1 all’interno di un certo seggio, lo
conquista e il 49% non vale più a nulla, viene riassorbito dal maggior numero… quindi le minoranze non
trovano più rappresentanza. È un sistema che va benissimo quando vi sono 2 formazioni politiche, massimo 3,
che partecipano alle elezioni. Il sistema maggioritario garantisce la governabilità, esso vige nelle elezioni
regionali, chi vince governa per 5 anni, sempre ammesso o non concesso che gli eletti non decidono di passare
da un’altra parte. Il sistema delle regioni prevede che nel caso in cui venga a mancare la maggioranza, si torna
alle urne (al voto). Questo è il sistema più idoneo se si cerca la governabilità, ma è il meno idoneo se si cerca
l’effettiva democrazia che è garantita appieno solo dal sistema proporzionale.

La legge elettorale è una semplice legge ordinaria dello Stato, non fa parte della Costituzione che non prevede quale
sistema elettorale debba essere utilizzato. I numeri richiesti per una legge elettorale sono dei numeri largamente inferiori
a quelli richiesti per una riforma costituzionale. L’Iter per l’approvazione di una legge costituzionale è di gran lunga più
aggravata dall'iter della legge standard/ordinaria. É sempre possibile rimaneggiare a livello nazionale le alleanze, ed è
sempre possibile uscire dai partiti e quindi determinare la nascita di altre formazioni politiche che sostengono oppure
avversano il governo ed è anche vero che se il governo viene ‘’battuto’’ in 1 o 2 occasioni in Parlamento, perché non
riesce a far passare un provvedimento legislativo, ciò non significa che quel governo debba essere sostituito. I padri
costituenti previdero che anche in alcuni momenti il Governo non fosse supportato. Il Governo attuale ne è un chiaro
esempio. Vi può essere anche un Governo di Salvezza Nazionale (Governo del Presidente) che ha caratteristiche
rispetto ad un Governo con caratteristiche Politiche, sostenuta da una certa parte del Parlamento. La legittimità di un
Governo di Salvezza Nazionale è pienamente legittimo, il Presidente della repubblica decide se è il caso, per una
formazione di un nuovo Governo una personalità importante. Dal punto di vista politico, la presenza di un Governo di
Tecnici / Del Presidente è una manna dal cielo perché potrà prendere dei provvedimenti che non sono esattamente di
favore popolare senza problemi, non ha il problema di essere votato alle elezioni, dato che non fa parte di alcuna
formazione politica, ma composto da membri tecnici, alle volte possono esservi anche degli Esponenti di Partito. Le
decisioni prese dal Governo tecnico sono delle decisioni nell’interesse della popolazione, dello Stato, ma che non
incontrano quasi mai il favore delle forze politiche, che però appoggiano questo governo in Parlamento. Fa sempre
comodo la presenza di un Governo del Presidente proprio perché si può sempre dire: ‘’se fossi stato io al governo, di
certo non avrei preso quelle decisioni’’.
I governi di questo tipo, dal punto di vista della tassazione, hanno previsto tassazioni importanti senza pericolo di una
mancata rielezione. Ciò significa che all’indomani delle elezioni, anche se non c’è un vincitore e nessuna forza politica
riesce ad esprimere un governo specifico, il Presidente della repubblica può procedere alla nomina di un Presidente del
Consiglio incaricato.

Tutto dipende dal potere di scioglimento anticipato delle Camere, se io capo dello Stato individuo un momento
favorevole al mio partito, sono più portato a far sciogliere le Camere in modo da far vincere il mio partito. C’è un piccolo
particolare, tutte le volte che si agisce con questi tempi non c’è la minima garanzia di far vincere la propria parte politica.
Es: in ordinamenti non è il Presidente della Repubblica, non è lui a scegliere dello scioglimento anticipato del
Parlamento, ma è il Primo Ministro. (questo metodo non funziona quasi MAI.) Il potere di scioglimento anticipato delle
Camere, visto che non è immediato (in nessun Paese), determina sempre un grosso rischio. Ci hanno visto giusto i padri
costituenti a prevedere dei tempi così lunghi dallo scioglimento anticipato delle Camere, fino alle elezioni? Si. Perché si
rende praticamente impossibile la conquista del potere pianificata.

Oggi si propende ad arrivare alla fine della legislatura, 5 anni, anche per motivi legati strettamente al ritorno economico,
un Parlamentare guadagna: 7500 euro netti al mese ai quali vengono sommate indennità parlamentari, diarie e
monumenti derivanti dall’appartenenza ai gruppi per un ammontare superiore ai 9000 euro al mese, cifre nette. Secondo
i padri costituenti è giusto avere così tanto, una delle ragioni è legata all’indipendenza; quindi, se hai meno bisogno di
denaro, più sei indipendente. Il parlamentare non deve pagare i contributi (come noi comuni mortali facciamo), li paga
direttamente l’INPS se non viene più eletto, la pensione minima è di 2100 euro al mese, anche se non dovesse mai più
essere eletto. Possono anche scegliere insegnante di lingua, avere 7 voli all’esterno gratuiti all’anno…tutto rientra
all’interno del sistema delle agevolazioni al Parlamentare. É evidente che uno scioglimento anticipato delle Camere non
fa comodo, specialmente se sa di non essere rieletto.

Il Parlamento è l’organo che determina l’esercizio del potere legislativo, il potere più alto presente nella Repubblica. Il
sistema Repubblica è una sorta di circolo, per cui chi va al governo decide quale legge viene approvata. La funzione di
indirizzo politico di maggioranza del Governo è quella che determina la direzione presa dal legislatore durante una certa
legislazione. Ecco che l’azione governativa garantisce una certa direzione per quanto riguarda i provvedimenti
Legislativi. Dire che dipende solo dal Parlamento se un provvedimento legislativo passa o no è un po’ utopistico, perché
è la spinta governativa a determinare la direzione nella quale va il parlamento, a meno che il Governo non perda il
supporto Parlamentare in assenza del quale non è più possibile continuare con quel governo. É compito del Presidente
della Repubblica a questo punto prendere le redini del gioco e individuare un nuovo Presidente Del Consiglio, supportato
da una maggioranza più consistente di quella di prima. Quindi il giorno dopo le elezioni, a meno che non vi sia una
vittoria schiacciante da parte di una delle parti politiche, la decisione su quale direzione imprimere il Paese spetta al
Presidente della Repubblica. In Costituzione non ci sono i casi previsti dello scioglimento anticipato delle Camere; in
assenza di questa previsione spetta unicamente alla valutazione del Presidente sciogliere o meno le Camere. Anche nel
caso in cui non vi sia una maggioranza in grado di sostenere un certo governo, si può passare al governo del
Presidente, al Governo di Salvezza Nazionale che quindi per definizione deve avere supporto del Parlamento
trasversalmente parlando, perché fa l'interesse della collettività. A questo punto moltissimi commentatori Costituzionali
dicono: ‘’sì, ma guardate che in questo modo sono quasi 15 anni che non si riesce ad avere un Governo della
Repubblica sostenuto da una maggioranza uscita vincitrice dalle urne ‘’ (Anche all’estero è la stessa cosa). Tutti i nostri
decreti-legge, devono essere convertiti in legge entro 60 giorni dal Parlamento, per evitare che il Governo possa avere
un potere maggiore di quello ipotizzato dai padri costituenti.

NON DIRE CHE IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI E IL GOVERNO È ELETTO DAL POPOLO
POTERE LEGISLATIVO

In condizioni particolari, il Parlamento può delegare di emettere provvedimenti legislativi (decreto legislativo), oppure che
il Governo possa emettere dei decreti legge, sono dei veri e propri provvedimenti legislativi, che devono essere convertiti
entro 60 giorni dal Parlamento, pena decadenza… alle volte non sarebbe necessario convertire questi decreti legge
perché passato il momento di necessità e urgenza non ci sono più ragioni per procedere ad un esame di essi del
Parlamento (lo si definisce ‘’inutile’’), ma il meccanismo è previsto dalla Costituzione.

Quali sono i limiti costituzionali all'esercizio di determinati poteri? (in altri termini, quand’è che la costituzione vieta
l’utilizzo di questi strumenti?)
ART.76: L’esercizio della funzione legislativa non può essere delegato al Governo se non con determinazione di principi e criteri
direttivi e soltanto per tempo limitato e oggetti definiti.

Nella legge di delega del Parlamento è contenuto l'oggetto della delega, ma anche il tempo fisso entro il quale possa
essere esercitato il potere. Si dice che nel caso in cui non venga rispettato il contenuto del decreto legislativo da parte
del Governo, si possa parlare di eccesso di delega (eccesso di potere legislativo) . Esempio: si parla di eccesso di
potere del docente quando esso, basandosi sull’abbigliamento di uno studente che va a fare l’esame, decida di bocciarlo
per quella ragione ← eccesso di potere per sviamento, non per disparità di trattamento. Lo sviamento di potere è la cosa
più comune nella pubblica amministrazione e succede quando il potere che dispongo viene utilizzato per un motivo
diverso da quello previsto della legge. Qui si parlava del decreto legislativo.

Il decreto-legge è uno strumento governativo che viene utilizzato in condizioni di necessità e urgenza. Non ha nulla a
che vedere con il DPCM, ossia un atto amministrativo a contenuto normativo. È impropria l’affermazione che porterebbe
a ritenere l'illegittimità del dpcm rispetto ad altri mezzi legislativi; se manca la normazione in un determinato settore, si
può fare normazione anche di secondo grado come il DPCM, quindi in assenza di leggi. Invece è illegittimo il
provvedimento che è contrario alla legge, deve esserci una legge che disciplina la fattispecie, questa legge si
contravviene alla legge con una disposizione diversa, magari mediante legislazione di carattere secondario, allora lì
abbiamo un atto illegittimo, ossia contrario alla legge. In questo caso la Corte costituzionale non ha giurisdizione sui
DPCM o sugli atti amministrativi generali a contenuto normativo oppure sui regolamenti del Governo, non c’è
competenza della corte a dichiararne l’illegittimità costituzionale. Il DPCM può essere sostituito da un successivo DPCM
oppure da un provvedimento legislativo superiore, quindi da una legge ordinaria dello Stato. Cosa completamente
diversa se il DPCM va a contravvenire ad una legge già presente nell’ordinamento giuridico, dato che essa non ha
valore, non può sostituirsi o modificare una legge ordinaria dello Stato, questo perché il DPCM ha caratteristiche di
normazione secondaria; quindi, succede che l’interprete del diritto disapplica il DPCM (non potendolo annullare) e dice:
‘’ai sensi della legge vigente è evidente che questo DPCM non trova applicazione in materia’’. Non necessariamente
tramite un atto giudiziario, ossia un provvedimento della magistratura possono essere ristrette le libertà personali dei
singoli, ma possono essere sospese dall’autorità centrale dello Stato, ciò non significa che si è in una situazione di
‘’mancanza di leggi o sospensione della libertà’’, ma sono di casi compresi nella legge.

Art.77 Il Governo non può, senza delegazione delle Camere, emanare decreti che abbiano valore di legge ordinaria.
Quando, in casi straordinari di necessità e di urgenza, il Governo adotta, sotto la sua responsabilità, provvedimenti
provvisori con forza di legge, deve il giorno stesso presentarli per la conversione alle Camere che, anche se sciolte,
sono appositamente convocate e si riuniscono entro cinque giorni. I decreti perdono efficacia sin dall'inizio, se non sono
convertiti in legge entro sessanta giorni dalla loro pubblicazione. Le Camere possono tuttavia regolare con legge i
rapporti giuridici sorti sulla base dei decreti non convertiti.

Affinché il Governo possa emettere un decreto-legge, è necessario che lo stesso Governo vanti della presenza di un
caso di necessità e urgenza, un caso non nominato da una legge ordinaria dello Stato, che necessiti di una immediata
disciplina. La determinazione del grado di urgenza spetta al Governo, quindi sotto la propria responsabilità. Il Governo
non opera da solo, ma vi è un controllore che impedisce che l’attività del Governo sia fuori dai binari della legalità.

Quali sono i poteri del Presidenti della Repubblica di controllo sul Governo? Poteri di controllo del Parlamento sul
Governo? Poteri di controllo del Presidente della repubblica sul Parlamento? I poteri del Presidente della Repubblica
sono molto sottovalutati, ma in realtà sono di amplissima portata, quando lui è una figura di controllore generale e che ha
la possibilità di ‘’dirigere le danze’’ dal punto di vista delle istituzioni.

Se il decreto-legge non viene convertito in legge in 60 giorni, che fine fanno le posizioni giuridico soggettive che sono
state regolate dal decreto? Decadono dall’inizio, ma alcune sono venute a far parte della sfera giuridico patrimoniale
della persona in maniera indissolubile, questo è ciò che succede nella teoria dell’affidamento nel diritto. Esempio: Le
pensioni maturate. Quando si è di fronte a pensioni particolarmente ricche, non può essere ricondotta al sistema dal
retributivo che era (magari prendeva 9000 euro) al contributivo, questo per la teoria dell’affidamento, tantoché
l’ordinamento giuridico per bypassare questo meccanismo e tassare la pensione ricca opera una trattenuta definita
‘contributo di solidarietà'', un contributo sulla pensione che può essere liberamente stabilita dalla legge. In questo modo
non si viola il principio di affidamento, ma riescono a tassare le pensioni.
ART.78 Le camere deliberano lo stato di guerra e conferiscono al Governo i poteri necessari.
Si era posto il problema della direzione delle operazioni di guerra, chiaramente i costituzionalisti l’hanno risolto dicendo
che spetta al Governo il comando delle forze sul campo, anche se le Forze Armate giurano fedeltà al Presidente della
Repubblica e in qualunque modo può intervenire sul Governo per evitare qualsiasi forma di degenerazione che potrebbe
verificarsi durante una guerra. Ciò accade anche negli altri paesi, se c’è da dare un ordine che implica un utilizzo della
Forza fuori dai canoni normali, ovviamente interviene il primo ministro che dà l'autorizzazione sotto la propria
responsabilità.

ART.81 (modificato nel 2012) Lo Stato assicura l'equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi
avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico. Il ricorso
all'indebitamento è consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e, previa autorizzazione delle
Camere adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, al verificarsi di eventi eccezionali. Ogni legge che
importi nuovi o maggiori oneri provvede ai mezzi per farvi fronte. (COPERTURA FINANZIARIA DEL PROVVEDIMENTO
LEGISLATIVO: qualsiasi legge che imponga l’utilizzo delle somme di denaro deve anche indicare i capitoli del Bilancio
per far fronte a queste nuove spese) Le Camere ogni anno approvano con legge il bilancio e il rendiconto consuntivo
presentati dal Governo. L'esercizio provvisorio del bilancio non può essere concesso se non per legge e per periodi non
superiori complessivamente a quattro mesi. Il contenuto della legge di bilancio, le norme fondamentali, i criteri volti ad
assicurare l'equilibrio tra le entrate e le spese dei bilanci e la sostenibilità del debito del complesso delle pubbliche
amministrazioni sono stabiliti con legge approvata a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera, nel
rispetto dei princìpi definiti con legge costituzionale.

Cosa chiedeva l'Europa ai vari stati aderenti all’unione europea?


La costituzionalizzazione del pareggio di bilancio, ossia l’Europa dice: Voi dovete avere in Costituzione l’obbligo di
mantenere il pareggio del Bilancio. Nel 2001, con la riforma della Costituzione, in Italia ci fu una catastrofe. Nel
Settembre 2001 si vara la riforma del titolo 5 della Costituzione che delega alle regioni un numero incredibile di
competenze dal punto di vista economico… l’obiettivo della riforma era la responsabilizzazione dell'amministrazione
locale, ossia che se dai direttamente in mano all’amministratore locale i soldi saprà spenderli meglio di un
amministratore centrale, saprà esattamente a chi dare e chi no il contributo… previsione sbagliata perchè
l’amministratore locale non si è responsabilizzato e il dato drammatico è che dal 2001 a oggi il debito italiano è cresciuto
di 4 volte e questa crescita si deve alla riforma del titolo 5 della Costituzione, ossia al fatto che regioni/province/comune
venute in possesso di maggiori somme di denaro, le abbiano poi sperperate. Le regioni sono un mezzo di spesa, questo
dicevano i padri costituenti e così è stato. A partire dal 2010, l’Europa ha comunicato che sarebbe stato indispensabile
mettere il principio del pareggio di Bilancio in Costituzione per impedire dall’inizio l’erogazione di troppe somme di
denaro che non trovano copertura finanziaria e che rappresentavano un continuo incentivo a crescere il disavanzo tra il
PIL e il debito pubblico. Il riformatore costituzionale del 2012 però, per fortuna, non mette solamente il raggiungimento
del bilancio in Costituzione, ma mette un correttivo prezioso: Lo Stato assicura l'equilibrio tra le entrate e le spese del
proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico.

Quindi in presenza di recessioni e gravissima crisi economica, in presenza di gravi momenti turbativi della vita degli Stati
si blocca tutto. Si cerca quindi di spendere il più possibile per uscire dalla crisi e questo si può fare facendo debito
‘’buono’’, ammesso e non concesso che qualcuno sia in grado di determinare quale debito sia buono o meno. Il ricorso
all'indebitamento è consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e, previa autorizzazione delle
Camere adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, al verificarsi di eventi eccezionali. L’eccezionalità
degli eventi deve essere accertata dal Parlamento, quindi è lui che autorizza lo sforamento. Nel corso degli anni il
Parlamento alle volte è stato un po’ leggero. La protezione civile non ha vincoli di spesa, qualsiasi somma di denaro
deve essere dirottato sugli aiuti. Il principio più importante stabilito con legge costituzionale fissa un ulteriore insuperabile
paletto: la riserva di legge costituzionale (abbiamo parlato di riserva di legge assoluta, nel caso in cui debba essere
emesso necessariamente un provvedimento legislativo primario) che è il più alto riserva di legge che esista, non può
essere derogata da altre norme, ma che è richiesta addirittura un procedimento aggravato per l’emissione di un’altra
legge costituzionale, che per il meccanismo di successione delle norme poi sostituisca la precedente.

Le amministrazioni sono numerosissime, il significato principale di pubblica amministrazione, è dato al Governo Centrale
e ai Governi locali, ma il complesso è vastissimo perché racchiude tutti gli impiegati dello Stato che non agiscono in
rappresentanza dello Stato, il contratto privatistico di rappresentanza non c’è, c’è invece un rapporto organico come
viene definito dalla dottrina… rapporto organico significa che lo Stato siamo noi (parafrasando Luigi XIV), quindi lo Stato
si muove attraverso i suoi organi.

ART.82 Ciascuna Camera può disporre inchieste su materie di pubblico interesse (COMMISSIONI). A
tale scopo nomina fra i propri componenti una Commissione formata in modo da rispecchiare la proporzione dei vari
gruppi (una volta formati i gruppi vanno rappresentati in commissione). La Commissione d'inchiesta procede alle indagini
e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell'autorità giudiziaria. Le commissioni sono numerosissime nel
Parlamento, ad esempio: all’indomani delle elezioni del rinnovo delle Camere e del Senato della Repubblica… vi sono
tantissime commissioni permanenti, provvisorie (create per dare risposta a determinati interrogativi che sono di rilevante
importanza per la vita dello Stato stesso), controllo delle banche, mafia etc. In nessuno Stato le commissioni hanno
avuto un ruolo di ritrovo delle verità.

Come fa il Governo a realizzare l’obiettivo che è stato fissato per il programma di Governo? Lo fa attraverso una serie di
provvedimenti legislativi, che quindi plasmano l’ordinamento giuridico nella maniera che politicamente ritenuta opportuna
in un certo momento storico; l’incisività di un'azione del genere deriva dalla presenza / assenza di una forte
maggioranza. Abbiamo detto che in passato si è verificato anche in presenza di una forte maggioranza, un forte dissidio
all’interno della maggioranza e quindi non si può mai essere sicuri al 100% di poter governare come si era immaginato di
fare. Fase della discussione e approvazione, sono delle fasi che sono strettamente dipendenti dalla tipologia di
commissioni alle quali viene affidato il procedimento legislativo…Il Presidente della Camera cui è pervenuto il
disegno/progetto di legge assegna il progetto di legge alla commissione parlamentare competente per materia. Che può
operare in: Sede Referente, sede Deliberante, Sede Redigente. Il contenuto della sede referente è quello relativo al
procedimento ordinario/standard previsto in via generale dall’art.72 della Costituzione.

Domanda sull’iter legislativo ordinario: si può iniziare a rispondere secondo le previsioni dell’art.72 della Costituzione, in
esso è descritto l’iter legislativo ordinario. Frase preliminare: iniziativa (a chi spetta l’iniziativa), il succo del commento è
che la funzione di indirizzo politico di maggioranza del Governo si esplica in maniera preminente tramite l’iniziativa
legislativa.

Alla domanda procedimento standard iter procedimento standard si risponde con questo percorso che vediamo nella
slide delle nuvolette… Se invece viene affidato ad una commissione in Sede Deliberante o Redigente parliamo di
procedimenti abbreviati, cioè si affida il provvedimento legislativo alle cure di una di queste 2 commissioni, con una serie
notevoli di inconvenienti però, dal punto di vista della Costituzionalità.

La commissione in sede deliberante e redigente non viene nominata direttamente dall’art.72, ma si dice che in ogni caso
se una certa percentuale della commissione stessa o del Parlamento ne fa richiesta, è possibile togliere dall’esame della
commissione stessa il provvedimento e conferirlo al plenum del parlamento, idea abbastanza intuitiva, i padri costituenti
dissero: tutto ciò che serve per togliere potere al Parlamento non va bene, non fa bene alla democrazia. Ecco che deve
essere sempre possibile affidare la discussione all’interno del Parlamento, nei fatti utilizzando la commissione in sede
deliberante, come si vede, il Parlamento viene esautorato dalle funzioni legislative perché decide la sola commissione
(scritto all’interno della nuvola), questo non è ritenuto possibile dall’art.72 quindi se ci dovesse essere chiesto all’esame:
tutte queste commissioni sono costituzionali o no? La risposta è che NON LO SONO, l’unica è quella in sede referente.

Nella parte in alto a destra dello schema, si analizza che cosa succede alla promulgazione (che è un potere
presidenziale), nel caso in cui il Presidente della Repubblica si avveda che non c’è copertura finanziaria al
provvedimento legislativo, può non procedere alla promulgazione facendo noto ciò. Il Presidente della Repubblica
dovrebbe essere un fine conoscitore del Bilancio dello Stato, che solamente in pochi casi si sono avuti Presidenti della
Repubblica competenti. Spesso e volentieri succede che la copertura finanziaria del provvedimento legislativo viene
tralasciata. Se c’è promulgazione, segue le pubblicazioni in Gazzetta Ufficiale e dopo 15 giorni la legge entra in vigore
(vacatio legis)

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Il Presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento in seduta comune dei suoi membri. All'elezione partecipano tre
delegati per ogni Regione eletti dal Consiglio regionale in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze.
La Valle d'Aosta ha un solo delegato. L'elezione del Presidente della Repubblica ha luogo per scrutinio segreto a
maggioranza di due terzi dell'assemblea. Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta.

Erroneamente si ritiene nella nostra forma di Stato e di Governo la presenza di questo Presidente della Repubblica
come una figura rappresentativa, non è così. Nei fatti può determinare anche, per taluni aspetti, la direzione che
prenderà il Paese. Esso è super partes, cioè al di sopra delle parti; quindi, non dovrebbe prendere le parti di una forza
politica anziché di un’altra, ma nessuno in effetti è stato super partes. La presenza di un Governo anziché un altro è
determinata dall’azione del Presidente della Repubblica che in questo settore dirige letteralmente le danze, questo a
prescindere dalla vittoria di una parte rispetto al resto del Parlamento, cioè i padri costituenti ci hanno tenuto a non
mettere in Costituzione obblighi relativi all’agire del Presidente della Repubblica lasciandolo quindi completamente
libero.

Domanda trabocchetto: parlami dei casi nei quali la Costituzione ha previsto lo scioglimento anticipato delle Camere?
È un trabocchetto perché non ci sono questi casi; in nessun caso la Costituzione ha prescritto comportamenti per il
Presidente Della Repubblica, non ci sono dei casi in cui è obbligato a sciogliere il Parlamento perché c’è uno
scioglimento automatico delle Camere solo a fine mandato delle Camere (5 anni), quello che avviene prima è del tutto
sotto controllo del Presidente della Repubblica. Spesso e volentieri il Parlamento non ha intenzione di tornare a casa
prima che finisca la legislatura, per una serie di motivi…

Nomina ed elezione sono due termini diversi. NON c’è elezione da parte del Popolo, nemmeno per quanto riguarda il
Presidente Americano, il popolo vota i grandi elettori ed essi a loro volta dicono in partenza per chi voteranno e in base
al sistema maggioritario se si conquista la maggioranza dei grandi elettori all’interno dello Stato, esso va al Presidente
della Repubblica, è un’elezione mediata. Ogni qual volta il Parlamento vota su una persona, il voto è segreto. Se invece
si vota normalmente per l’approvazione di un provvedimento legislativo, il voto è palese. Il voto dovrebbe essere sempre
trasversale.

ART.84 Può essere eletto Presidente della Repubblica ogni cittadino che abbia compiuto cinquanta anni d'età e goda dei diritti civili
e politici. L'ufficio del
Presidente della Repubblica è incompatibile con qualsiasi altra carica. L'assegno e la dotazione del Presidente sono
determinati per legge. Pochissime volte si è riusciti ad eleggere il Presidente della Repubblica nei primi 3 scrutini, ma
proprio per questa maggioranza che è qualificata dalla legge costituzionale; quindi, quella assoluta è del 50% + 1, quella
qualificata 2/3…vi è una soglia minima di votanti. Vi è un limite di età (50 anni) per essere eletto Presidente Della
Repubblica. Il Senatore a vita prende 8000 euro al mese e un innumerevole sequenza di altri benefit, all’incirca 32.000
euro al mese netti.

ART.85 Il Presidente della Repubblica è eletto per sette anni. Trenta


giorni prima che scada il termine, il Presidente della Camera dei deputati convoca in seduta comune il Parlamento e i
delegati regionali per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica. Se le Camere sono sciolte, o manca meno di tre
mesi alla loro cessazione, la elezione ha luogo entro quindici giorni dalla riunione delle Camere nuove. Nel frattempo,
sono prorogati i poteri del Presidente in carica.

ART.86 Le funzioni del Presidente della Repubblica, in ogni caso che egli non possa adempierle, sono esercitate dal Presidente del
Senato. In caso di
impedimento permanente o di morte o di dimissioni del Presidente della Repubblica, il Presidente della Camera dei
deputati indice l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica entro quindici giorni, salvo il maggior termine previsto se
le Camere sono sciolte o manca meno di tre mesi alla loro cessazione. Questo articolo tiene conto del fatto che il nostro
ordinamento non prevede un Vicepresidente quindi le veci del Presidente della Repubblica possono essere espletate dal
Presidente del Senato, è la terza carica dello Stato, la seconda è il Presidente della Camera. Ciò legato all’età, puoi
essere eletto senatore dopo i 40 anni.

I poteri
Vi sono delle interazioni tra i vari organi, da questo punto di vista.

ART. 87 Il Presidente della Repubblica è il capo dello Stato e rappresenta l'unità nazionale. Il
principio dell’unità nazionale si trova nell’articolo 5, dove si dice la Repubblica è uno e indivisibile, ecco perché la nostra
Repubblica è uno stato unitario composto a base regionale. (non è uno stato federato all’interno di uno stato federale,
quindi non si parla di governatori delle regioni ad es.) Lo stato in qualunque momento può decidere di eliminare le
regioni (la riforma è fattibile)

 Può inviare messaggi alle Camere.


 Indice le elezioni delle nuove Camere e ne fissa la prima riunione.
 Autorizza la presentazione alle Camere dei disegni di legge di iniziativa del Governo.
 Promulga le leggi ed emana i decreti aventi valore di legge e i regolamenti (di 2 grado). Può decidere anche di
non emanarli.
 Indice il referendum popolare nei casi previsti dalla Costituzione.
 Nomina, nei casi indicati dalla legge, i funzionari dello Stato.
 Accredita e riceve i rappresentanti diplomatici, ratifica i trattati internazionali, previa, quando occorra,
l'autorizzazione delle Camere.
 Ha il comando delle Forze armate, presiede il Consiglio supremo di difesa costituito secondo la legge, dichiara
lo stato di guerra deliberato dalle Camere. La deliberazione dello Stato di guerra è delle Camere, ma la
dichiarazione di guerra è del Presidente della Repubblica (precedente storico della Guerra del Golfo, dove a
parte il Presidente dichiarando guerra all’Iraq)
 Presiede il Consiglio superiore della magistratura (anche controllo della magistratura stessa). Può concedere
grazia e commutare le pene.
 Conferisce le onorificenze della Repubblica.

Art.88 Il Presidente della Repubblica può, sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere o anche una sola di esse. ‘’Sentiti i
loro Presidenti’’ Sono le uniche consultazioni previste in Costituzione, ciò vuol dire che essi ascoltano e poi decidono in
prima persona che cosa fare anche in difformità al parere dato da terzi. Quindi sente il Presidente della Camera /
Senato, ma poi la decisione è solo presidenziale. L’unico caso di consultazione previsto in Costituzione, gli altri casi
‘’quelli prima di formare un nuovo governo da affidare al Presidente del Consiglio incaricato’’ non sono obbligatorie e non
sono previste in costituzione, costituiscono una convenzione costituzionale, cioè è sempre stato fatto così. Le
consultazioni rappresentano un momento importante dal punto di vista del procedimento decisorio del Presidente della
Repubblica, prima sente i sindacati, le forze economiche del paese per formarsi un’idea delle decisioni più sagge da
prendere, ma la decisione è sua. Le uniche consultazioni previste in Costituzioni sono quelle dell’ART. 88.
Non può esercitare tale facoltà negli ultimi sei mesi del suo mandato, salvo che essi coincidano in tutto o in parte con gli
ultimi sei mesi della legislatura. Questo accade per evitare il configurarsi di un Parlamento favorevole alla sua rielezione.
Nonostante i due ultimi Presidenti abbiano avuto una rielezione e dichiarati in un primo momento non essere disponibili
per essere dichiarati una seconda volta, tutti gli altri Presidente invece volevano una rielezione, per una serie di motivi
(pressoché economici), la rielezione è Costituzionale, non c’è una norma che vieta il doppio mandato.

 Atti Formalmente Presidenziali: la volontà del Presidente della Repubblica è solamente quella di porre in essere
un provvedimento dove egli non ha capacità decisiva.
 Atti Sostanzialmente Presidenziale: vi è il meccanismo della controfirma, cioè l’assunzione di responsabilità da
parte di un organo diverso dal Presidente della Repubblica, le ragioni sono tante: monarchia (il Re non ha
responsabilità ed essa viene assunta da qualcun altro). L’istituto della controfirma è stato creato dai padri
costituenti per far sì che la responsabilità del Presidente della Repubblica, nell’esecuzione degli atti che gli
competono, sia scaricata su qualche altro organo dello Stato (in genere sui ministri).

ART.89 Nessun atto del Presidente della Repubblica è valido se non è controfirmato dai ministri proponenti, che ne assumono la
responsabilità. Gli atti che
hanno valore legislativo e gli altri indicati dalla legge sono controfirmati anche dal Presidente del Consiglio dei Ministri.
Questa controfirma ulteriore del Presidente del Consiglio dei Ministri ha come funzione quella di dare la copertura
governativa ai poteri presidenziali. L'interrogativo è: il Presidente della Repubblica può agire o meno con controfirma
ministeriale? In alcuni casi la controfirma ministeriale ha il ruolo di un controllo di legittimità costituzionale, ma non ha un
controllo di validità sugli atti; quindi, è abbastanza imprecisa la formulazione dell’ART.89 della Costituzione quando dice
che ‘’nessun atto è valido se non controfirmato’’ perché in realtà ci si riferisce ad una situazione nella quale si va a
cercare la correttezza del procedimento costituzionale, più che la validità dell’atto. Ci sono degli atti del
Presidente della Repubblica che non necessitano di controfirma già di per sé: i messaggi informali al Paese e alle
Camere, le famose esternazioni, che non rivestono il ruolo di un vero e proprio atto ufficiale. Mentre gli atti ufficiali sono
quelli che vengono compiuti dal Presidente della Repubblica in fasi critiche della vita del Paese. Esempio: scioglimento
anticipato delle Camere, quegli atti richiesti sono la controfirma ministeriale. Da un punto di vista generale, i messaggi
non formali al Paese rappresentano una volontà non ufficiale del Presidente della Repubblica, priva della caratteristica di
ufficialità, una volontà di porre l’accento su alcuni eventi che evidentemente rivestono un’importanza di carattere
generale. Non necessita di controfirma l’atto di dimissioni del Presidente della Repubblica, è già successo un paio di
volte nella storia della Repubblica (caso Giovanni Leone che si dimise a seguito di coinvolgimento in vicende di
corruzione / Francesco Cossiga che si dimise per ragioni che rimangono avvolte nel mistero).
ART.90 Il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell'esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto
tradimento o per attentato alla Costituzione. In tali casi
è messo in stato di accusa dal Parlamento in seduta comune, a maggioranza assoluta dei suoi membri. La messa in
stato di accusa è operata in seduta comune e poi a giudicare Il Presidente della Repubblica è la Corte Costituzione (15
giudici di nomine ed elezione differente)

 Reato Alto Tradimento: Vendita segreti di Stato a potenze straniere. Si verifica nel caso il Presidente della
Repubblica sveli dei segreti relativi alla funzione che ricopre e che presti la sua opera nel ‘’danneggiare’’ il
proprio paese propalando alcune informazioni sensibili relativi all’organizzazione del Potere e l’organizzazione
della macchina dello Stato… il vero traditore, ossia che collabora con una potenza straniera provocando danni
al proprio Paese.
 Reato Attentato alla Costituzione: grave violazione del testo costituzionale che porta ad un esercizio scorretto
del potere nelle mani del Presidente della Repubblica. Ci sono una serie di possibili reati: copertura organi
costituzionali, nomina senatori a vita, conferimento di formare il nuovo Governo a qualcuno, concessione di
onorificenze della Repubblica… tutti atti nel quale il Presidente potrebbe macchiarsi di difformità dell’uso del
proprio potere (non per i fini stabiliti in costituzione, ma per i propri fini)

ART.91 Il Presidente della Repubblica, prima di assumere le sue funzioni, presta giuramento di fedeltà alla Repubblica e di
osservanza della Costituzione dinanzi al Parlamento in seduta comune. La
fedeltà alla Repubblica significa difenderla dai nemici esterni ed interni. L’unico referente del Presidente della Repubblica
è la Costituzione (non esiste altro).

Sulla parte sinistra (alto) delle nuvole rappresentano le attribuzioni del PDR (che cosa rappresenta). Il mandato di 7 anni
è più lungo delle altre cariche dello Stato, proprio per non dare la possibilità della formazione di un regime. Troviamo
davanti al Quirinale 3 bandiere (italiana, europea e quella a scacchi), se vi è quella a scacchi vuol dire che il Presidente
è in sede.

!DOMANDE ESAMI: relative alla funzione legislativa, giudiziaria ed esecutiva. Quali sono i poteri del Presidente della
Repubblica in relazione al Parlamento, in relazione al Governo e in relazione alla Magistratura?

Funzione legislativa:
 L’autorizzazione dei disegni di legge: questa è una funzione che controlla sia il Parlamento che il Governo,
riesce nei fatti a paralizzare anche l’azione governativa se autorizza la presentazione dei disegni di legge
Governativi. I disegni di legge Governativi sono espressione della funzione di indirizzo politico di maggioranza
del Governo; quindi, è una delle funzioni primarie attraverso le quali si attuano i disegni del Governo sulla
direzione che deve avere il Paese durante una certa legislatura (un dato momento storico). Non è solo un
controllo preventivo, ma anche un controllo successivo perché se prima autorizza l’autorizzazione dei disegni di
legge, successivamente deve promulgare la legge dato che diventa legge nel momento in cui c’è stata la 2
votazione nella 2 camera; quindi, il testo è uguale per la camera e il Senato della Repubblica.
 Emana i decreti e regolamenti: funzione importantissima perché in assenza di provvedimenti legislativi è
possibile intervenire sui decreti del Governo, che vengono emessi dal Presidente della repubblica rifiutandosi
all’emissione di questi decreti.

Funzione giudiziaria:

 Presiede il Consiglio Superiore della Magistratura, di diritto.


 Nomina un terzo dei membri della Corte costituzionale
 Può concedere grazia e commutare le pene
 Può sciogliere anticipatamente i consigli delle Regioni e dei Comuni (Parlamenti, in modo semplificativo), non
c’è alcun riferimento al Presidente della Regione e al Sindaco. Nel momento in cui si va a votare per la regione
no scegliamo la coalizione che supporta un determinato Presidente delle Regione e che sarà il Presidente
Capo Del Governo… in tutto questo capiamo che se non ci fosse il potere di scioglimento anticipato del
Consiglio Regionale ci sarebbe la possibilità di governare senza problemi per 5 anni per un consiglio regionale
che presenti alcune particolarità non del tutto costituzionali (esempio: consiglio regionale coinvolto in oscuri
traffici che involgono appalti, concessione, traffico di assunzioni etc.). In Costituzione il potere si basa su alcuni
casi che sono abbastanza larghi nella loro determinazione costituzionalistica e che quindi è il Presidente della
repubblica che valuta se ci sono o meno le condizioni per uno scioglimento anticipato.
 Accredita e riceve i rappresentanti diplomatici;
 Ratifica i trattati internazionali;
 Comando forze armato;
 Presiede il Consiglio Supremo di Difesa;
 Dichiara lo Stato di guerra deliberato dalle Camere (la dichiarazione di guerra è presidenziale);
 Conferisce onorificenze della Repubblica.

Per che cosa è responsabile il Presidente della Repubblica? Per alto tradimento e attentato alla Costituzione. Per tutto il
resto non c’è possibilità di incriminazione del Presidente della Repubblica.
GOVERNO

Gli organi costituzionali sono 5: Popolo, Parlamento, Presidente della Repubblica, Governo e la Corte costituzionale. La
repubblica si è data una costituzione del 1948 che è lunga, questo significa che i poteri sono specificamente affrontati e
vi è quindi una dettagliata descrizione di questi poteri. Con il termine Governo si intende sia il Consiglio dei ministri e sia
il Presidente del Consiglio dei Ministri. Spesso e volentieri vi sono delle azioni che sono prettamente ministeriali, altre
azioni vengono prese di concerto con più ministeri, altri ancora vi è una delibera dell’intero Consiglio dei ministri; quindi,
caso per caso l’accertamento delle responsabilità va confermato a seconda di quello che è stato fatto per l’esercizio del
potere. È di estrema importanza capire se un atto è di un solo ministro o della compagine governativa.

ART.92 Il Governo della Repubblica è composto del Presidente del Consiglio e dei Ministri, che costituiscono insieme il Consiglio
dei ministri. Il
Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri e, su proposta di questo, i Ministri.

La Costituzione è chiarissima, il potere è solo presidenziale di nomina. È proceduto da un giro di consultazioni? No, è
una convenzione costituzionale quindi anche se le consultazioni oramai sono diventati imprescindibili rappresentano
sempre una convenzione costituzionale, cioè un comportamento volontario posto in essere dagli attori che in questo
caso sono: La presidenza della Repubblica e il Presidente della Repubblica, attori che quindi non necessitano in alcun
modo secondo la costituzione di sentire chiunque come consigliere prima di affidare di formare il governo a qualcuno.
Invece molto accuratamente il Presidente della repubblica convoca persino i sindacati (tutte le forze politiche e non si
fanno eccezioni con gli appartenenti al gruppo misto). L’obiettivo è di farsi un’idea sulla tenuta futura maggioranza, però
abbiamo constatato che in assenza di una vera e propria maggioranza può essere tenuto lo stesso insieme e ottenere
una maggioranza trasversale, ossia che non sia politica, ma che sia una maggioranza dell’intero arco costituzionale e
che possa sostenere un Governo di legislatura (fino alle elezioni). Nessuno ha la certezza di uscire vincitore dalle
elezioni prossime perché moltissimi eventi devono ancora verificarsi e non si sa ‘’le riprese economiche’’ che avranno
una continuazione o meno.
Sarebbero provvedimenti incostituzionali? No, la Costituzione può essere adoperata con diverse interpretazioni di
diverso tipo. Nessuna forza politica che vinca le elezioni si vuole trovare in quella posizione di dover adottare questi
provvedimenti.

Spesso negli studi dei costituzionalisti approdano alcuni politici governativi o no che fanno tutti la stessa domanda: il
provvedimento che sto per prendere è un provvedimento costituzionale? Se gli si dice che è al limite della copertura
costituzionale, la domanda successiva è: quanto tempo ci mette l’ordinamento giuridico per eliminare questo
provvedimento? I tempi sono quelli che decide il potere. 1/3 della Corte Costituzionale è eletto dal Parlamento, 1/3 è
eletto dalle magistrature superiori, 1/3 è nominato dal Presidente della Repubblica… è evidente che stiamo parlando di
persone confessate e comunicate, ecco che escono fuori le famose sentenze tipiche della Corte Costituzionale (es.
adeguamento economico: in principio hai ragione, ma in sostanza non ci sono soldi, torna poi).

Il Governo è un meccanismo che prevede 3 Organi in uno: Primo ministro, singoli ministri e Consiglio Dei Ministri. I
provvedimenti possono essere a ferma o del singolo ministro o del Presidente del Consiglio dei Ministri o dell’intera
compagine governativa. I Famosi DPCM, quindi decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri in realtà sono adottati di
concerto con il Governo.

ART.93 Il Presidente del Consiglio dei ministri e i ministri, prima di assumere le funzioni, prestano giuramento nelle mani del
Presidente della Repubblica.
Ciò che è citato in questo articolo pone alcuni problemi. Mettiamo che la funzione di indirizzo politico di maggioranza del
Primo Ministro non sia condivisa da uno dei ministri, allora a quel punto si dovrebbe procedere ad un rimpasto, quindi
alla scelta di un nuovo ministro in sostituzione a quello ‘’dissidente’’. Secondo i Costituzionalisti ciò non potrebbe
avvenire se non si procedesse ad un nuovo giuramento nelle mani del Presidente della Repubblica dell’intera compagine
governativa ed una nuova discussione (nuova presentazione del programma di governo e Parlamento), questo perché
alcuni parlamentari potrebbero votare per un governo perché c’è ‘’tizio’’ all’interno, se tizio ‘’dissidente’’ potrebbe non
esserci e dovesse dissentire dal primo ministro ed essere oggetto del rimpasto, verrebbe accadere la ragione prima che
aveva spinto dei parlamentari per votare per il Governo, ecco perché bisognerebbe procedere ad un nuovo conferimento
della fiducia. Mancato rispetto per le regole di una certa procedura: il campo del diritto amministrativo, costituzionale e
civile può incorrere nella nullità radicale dell’atto.

ART.94 Il Governo deve avere la fiducia delle due Camere. ← questo è controvertibile. Ciascuna Camera accorda o revoca la
fiducia mediante mozione motivata e votata per appello nominale. ← è possibile che si verifichi la mancanza di appoggio del
Parlamento e bisogna controllare la presenza della maggioranza o meno. Uno
dei sistemi usati per evitare che i provvedimenti vengano bocciati in Parlamento è la questione di fiducia. Entro dieci
giorni dalla sua formazione il Governo si presenta alle Camere per ottenerne la fiducia. Il voto contrario di una o di
entrambe le Camere su una proposta del Governo non implica obbligo di dimissioni. La mozione di sfiducia deve essere
firmata da almeno un decimo dei componenti della Camera e non può essere messa in discussione prima di tre giorni
dalla sua presentazione. → spesso e volentieri cade nel dimenticatoio, ma la ragione per cui bisogna aspettare almeno 3
giorni prima di inserirla nel calendario del Senato è che su queste cose bisogna pensarci affondo, così da analizzare i
vantaggi e svantaggi della sfiducia.

ART.95 Il Presidente del Consiglio dei Ministri dirige la politica generale del Governo e ne è responsabile. Dirige la
funzione di indirizzo politico che spetta al primo ministro, si esplica attraverso l’attività normativa del Governo e all’interno
dell’attività esistono i disegni di legge (tradotti in Parlamento in leggi con l’iter legislativo), decreti legge e legislativi,
regolamenti governativi e decreti del Presidente del consiglio dei ministri e Consiglio dei ministri; questa è la formazione
che può essere emessa dal Governo. Tutti assolutamente legittimi, si applica la regola delle fonti del diritto e cioè se c’è
una lacuna dell’ordinamento giuridico, se manca un’azione per una determinata materia, vale lo stesso; poi quando si
decide di emettere una norma prevarrà la norma di legge sul regolamento. Nei periodi di emergenza non si fa un
problema della durata del provvedimento perché la situazione cambia di giorno in giorno. Mantiene l'unità di indirizzo
politico ed amministrativo, promuovendo e coordinando l'attività dei Ministri. Ogni azione del singolo ministro, deve
passare dal Primo Ministro. I Ministri sono responsabili collegialmente degli atti del Consiglio dei Ministri, e
individualmente degli atti dei loro dicasteri. Ci sono dei distinguo, hanno anche un ruolo i dirigenti all’interno del
ministero. La legge provvede all'ordinamento della Presidenza del Consiglio e determina il numero, le attribuzioni e
l'organizzazione dei Ministeri. Il numero dei ministeri molto vario nella storia della Repubblica.

Problema dello Stato moderno? I cambiamenti sempre più veloci. Succede che nei vari ministeri potrebbero esserci degli
impiegati con moltissimi anni di servizio. I ministri si innestano in un ministero che è già popolato da dirigenti e impiegati
all’interno del ministero. Il Governo passa, ma gli impiegati all’interno del ministero rimangono, questa è definita come la
parte immutabile dell’amministrazione.

ART.96 Il Presidente del Consiglio dei Ministri ed i Ministri, anche se cessati dalla carica, sono sottoposti, per i reati commessi
nell'esercizio delle loro funzioni, alla giurisdizione ordinaria, previa autorizzazione del Senato della Repubblica o della Camera dei
deputati, secondo le norme stabilite con legge costituzionale. Attenzione, alcuni ministri non
sono parlamentari quindi è necessaria ugualmente l’autorizzazione a procedere e del tribunale dei ministri che, con
procedimenti del tutto discutibili decide di dar corso alle indagini o meno e archiviare la questione.
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE (espressione del potere esecutivo)

La pubblica amministrazione è: il primo ministro, singoli ministeri, struttura del ministero e anche tutto ciò che è
contenuto come amministratori degli enti locali (il professore è amm. di altro tipo di enti di cultura).

ART.97 Le pubbliche amministrazioni, in coerenza con l'ordinamento dell'Unione europea, assicurano l'equilibrio dei bilanci e la
sostenibilità del debito pubblico.
Questa è stata un’aggiunta, insieme alla modifica dell’art.81, per evitare che il disavanzo cominci dalla pubblica
amministrazione e si propaghi con le ovvie conseguenze al resto dello Stato. I pubblici uffici sono organizzati secondo
disposizioni di legge (ci vuole una legge specifica, riserva assoluta di legge), in modo che siano assicurati il buon
andamento e l'imparzialità dell'amministrazione. Il servizio deve essere posto in essere dalla pubblica amministrazione,
se quindi richiedi un determinato servizio ti deve essere data risposta, l’impiegato deve fornirti la certificazione che tu hai
richiesto e così via… (ci sono dei modi per semplificare le procedure). Nell'ordinamento degli uffici sono determinate le
sfere di competenza, le attribuzioni e le responsabilità proprie dei funzionari. L’ufficio deve essere molto pronto
all'azione. Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge. Il
pubblico concorso stabilisce la qualità dell’impiegato, e per un certo verso, impedisce la disparità di trattamento.

ESEMPIO ESAME UNIVERSITARIO: Imparzialità ed eccesso potere per sviamento. Imparzialità non significa che faccio
la stessa domanda a tutti, così facessi non terrei conto della singola individualità dello studente; quindi, sta al professore
accertare se lo studente ha le capacità e può sostenere domande di un certo tipo oppure no, non ci deve essere una
preclusione del voto più alto, ma va calibrato sulla persona. L’imparzialità della pubblica amministrazione deve essere
garantita dalla qualità dei pubblici funzionari. Più funziona una forma organizzativa, più è efficiente/costa meno e ha
grossi risultati l’amministrazione stessa.

ART.98 I pubblici impiegati sono al servizio esclusivo della Nazione. E


anche il superiore gerarchico sul posto di lavoro non può imporre la propria volontà se non è un compito stabilito dalla
legge. C’è un giuramento nel rispetto della Costituzione e delle leggi. Se sono membri del Parlamento, non possono
conseguire promozioni se non per anzianità. Si possono con legge stabilire limitazioni al diritto d'iscriversi ai partiti politici
per i magistrati, i militari di carriera in servizio attivo, i funzionari e agenti di polizia, i rappresentanti diplomatici e
consolari all'estero
GLI ORGANI AUSILIARI

ART.99 Il Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro è composto, nei modi stabiliti dalla legge (tentato più volte di eliminarlo),
di esperti e di rappresentanti delle categorie produttive, in misura che tenga conto della loro importanza numerica e qualitativa.
È organo di consulenza delle Camere e del Governo per le materie e secondo le funzioni che gli sono attribuite dalla
legge. Il CNEL ha anche potestà di iniziativa legislativa, un organo per il quale è previsto. Ha l'iniziativa legislativa e può
contribuire alla elaborazione della legislazione economica e sociale secondo i principi ed entro i limiti stabiliti dalla legge.

ART.100 Il Consiglio di Stato è organo di consulenza giuridico-amministrativa e di tutela della giustizia nell'amministrazione.
Il consiglio di Stato ha 2 funzioni:

1) fornire pareri, organo consultivo. Chiunque può chiedere un parere del consiglio di Stato, su tutti gli interrogativi è
possibile avere una risposta.

2) Secondo grado (e ultimo, non ce ne sono altri) di giurisdizione dopo i tribunali amministrativi regionali. Nel campo del
diritto amministrativo abbiamo solo 2 gradi di giudizio: i TAR (tribunali amministrativi regionali, sono regionali perchè
sono di competenza territoriali).

La Corte dei conti esercita il controllo preventivo di legittimità sugli atti del Governo, e anche quello successivo sulla
gestione del bilancio dello Stato. Il controllo preventivo di legittimità sugli atti del Governo è importante perché la Corte
dei Conti, per la sua funzione primaria, va a vedere se tutto ciò che fa il Governo ha o meno copertura finanziaria. Se
non vi sono i fondi, la Corte boccia con il controllo preventivo. Partecipa, nei casi e nelle forme stabilite dalla legge, al
controllo sulla gestione finanziaria degli enti a cui lo Stato contribuisce in via ordinaria. Riferisce direttamente alle
Camere sul risultato del riscontro eseguito. La legge assicura l'indipendenza dei due Istituti e dei loro componenti di
fronte al Governo. Ancora una volta, come succede per la Magistratura in senso allargato, anche per quanto riguarda la
Corte dei Conti vi è un concorso nazionale a sé per diventare consigliere e vi è una indipendenza assoluta dai Governi
che garantisce il controllo dei conti dello Stato. Naturalmente i controlli sono su tanti bilanci e amministrazioni.
LA MAGISTRATURA (Ordinamento giurisdizionale)

La magistratura è un ordine e viene definito come tale per una serie di motivazioni:

 Ha rilevanza costituzionale, ossia siamo un gradino al di sotto degli organi costituzionali, che sono i 5 che
abbiamo già descritto. Può essere rimaneggiato (inserito nella seconda parte della Costituzione).
 È un ordine perché non sono previsti superiori gerarchici, quindi non è in alcun modo possibile ‘’influenzare’’ le
sentenze dei tribunali da parte della Corte di Appello o Corte di Cassazione. Vi è un dato distintivo anche con
gli ordinamenti di tipo anglosassone (in essi vale il concetto del case law, legge fondata sul caso pratico, più
vecchio è il caso, più vale. Il case law si fonda sulla legge del precedente.)
 La valenza che ha il precedente nelle nostre sentenze (es: 1 grado rispetto a quelle di 2 o 3 grado), è un valore
importante, ma non assolutamente vincolante. NON è assolutamente un fatto isolato il cambiamento della
giurisprudenza → cambiamento dell’orientamento che i giudici hanno nello scrivere nuove sentenze. Il
precedente quindi ha valore, ma non è vincolante, vi può essere un'innovazione delle sentenze successive
anche pronunciata.

Art.101 La giustizia è amministrata in nome del popolo. I giudici sono soggetti soltanto alla legge. L’art.101
è abbastanza chiaro. Nel momento in cui il giudice legge la sentenza, è nel nome del popolo italiano, visti gli art. etc… si
ritiene che la persona abbia commesso il fatto e pertanto possa essere condannata alla pena di reclusione di anni tot.

ART.102 La funzione giurisdizionale è esercitata da magistrati ordinari istituiti e regolati dalle norme sull'ordinamento giudiziario.
Quindi l’accesso alla magistratura vi è tramite il pubblico concorso, esistono anche dei concorsi separati per la giustizia
amministrativa e avvocatura dello stato. La regola, art.97, è quella di ricoprire le cariche pubbliche con pubblici concorsi.
Si parla di funzione giurisdizionale perché siamo di fronte all’esercizio della giustizia da parte dei magistrati, che
applicano le norme vigenti nell’ordinamento giuridico. Lo strumento dell’analogia è utilizzabile solamente in determinate
materie, e non in tutte (nel diritto penale NON si può applicare, perché se non c'è una legge specifica che definisce il
fatto come reato, esso non viene definito come tale).

Non possono essere istituiti giudici straordinari o giudici speciali. Questo è di estrema importanza. Possono soltanto
istituirsi presso gli organi giudiziari ordinari sezioni specializzate per determinate materie (es. tribunali superiori delle
acque pubbliche). Non è possibile istituire altri giudici speciali, ma quelli che ci sono rimangono, anche con la
partecipazione di cittadini idonei estranei alla magistratura (giurie popolari, giudici di pace) ... giudice conciliatore,
dovrebbe avere lo scopo di evitare il processo e riappacificare le parte. La legge regola i casi e le forme della
partecipazione diretta del popolo all'amministrazione della giustizia.

Art. 103 Il Consiglio di Stato e gli altri organi di giustizia amministrativa hanno giurisdizione per la tutela nei confronti della
pubblica amministrazione degli interessi legittimi e, in particolari materie indicate dalla legge, anche dei diritti soggettivi.

Che cosa sono le posizioni giuridico soggettive, di diritto soggettivo e interesse legittimo?

Diritto Soggettivo: è riferito direttamente alla persona, quindi è una situazione che è regolata direttamente
dall’ordinamento giuridico e può essere azionata dalla persona stessa. Esempio: diritto di proprietà, se io sono
proprietario di un immobile / mobile (registrata, automobile o non registrata, orologio/cellulare)

 diritto soggettivo assoluto: non ho bisogno della collaborazione di un terzo per far valere i miei diritti (questo
perché sono proprietario dei beni, sempre che io sia maggiorenne e pieno esercizio della mia capacità di agire)
 diritto soggettivo relativo: è indispensabile la collaborazione di un soggetto terzo perché io possa godere del
mio diritto, esempio: cambiale.

Il diritto soggettivo è tutelato direttamente dall’ordinamento giuridico e dal diritto privato, le norme sulla proprietà. Il diritto
soggettivo assoluto, è anche erga omnes, cioè difendibile da parte di tutta la collettività sulla base delle leggi che lo
proteggono.

Interesse legittimo: è una posizione giuridica soggettiva, ma c’è un’enorme differenza con il diritto soggettivo, non c’è
nulla di certa a cui ancorarsi rispetto a tutti gli altri. Bisogna dimostrare di essere titolare di una figura di interesse
legittimo, quindi la propria azione nei confronti della pubblica amministrazione, è un’azione in divenire (in costruzione).
Esempio: la nostra posizione di fronte agli esami o concorso o una richiesta di autorizzazione / concessione. ‘’X’’ si siede
per fare l’esame di diritto e in quel momento ha una posizione di interesse legittimo nei confronti della pubblica
amministrazione (il professore), in tutto ciò si innesta un procedimento amministrativo. Il procedimento è l’ insieme
consequenziale di atti che portarono all’emanazione di un atto amministrativo finale, il quale è l’esame / voto inserito
attraverso il gomp nella nostra posizione amministrazione dell’ateneo. L’atto amministrativo è l’inserserzione del nostro
nominativo, con le domande effettuate, nell’ambito del sistema Gomp. È difendibile la nostra posizione nell’interesse
legittimo? È una difesa che va prima accertata la posizione di interesse legittimo. Nel momento in cui ci si sottopone
all'esame si devono avere diverse garanzie di legge. Il potere che viene conferito al professore (amministrazione) che è
relativo ad un fine pubblico, il quale è strettamente connesso al progredire della società e produrre un prodotto (noi) più
sofisticato e di qualità. Questo è il nostro interesse pubblico.

Diversamente succede che ci possono essere delle violazioni della nostra figura di interesse legittimo. La nostra figura
dovrebbe idealmente coincidere con l’interesse pubblico, questo perché? Il nostro interesse è quello di rendere il più
possibile, apprendere perché esso diventerà strumento di lavoro e ottenere un salario migliore. Il professore deve
accertare la preparazione, che è una delle cose più complesse, e l’agire del prof. secondo legge porta ad un
comportamento conforme alla legge nei confronti del singolo e pieno rispetto dell’interesse legittimo del singolo, se non
ci sono violazioni ovviamente. Non deve incorrere nell’eccesso di potere.

L’interesse legittimo è tutelato in quanto coincidente con l’interesse pubblico e non in altri casi.

È difficile riconoscere il diritto soggettivo dall’interesse legittimo o di distinguere la posizione di diritto soggettivo da quello
di interesse legittimo. Esempio: ci stiamo riferendo alla giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo, per esempio in
materia di concorsi. La cosa più difficile da fare è quella di imbroccare il giudice giusto, cioè di dire a priori: io sono
titolare di diritto soggettivo, io sono titolare di interesse legittimo e cerco tutela presso questo giudice… Per evitare tutto
ciò, in determinate materie dove è difficile distinguere tra diritti e interessi, come nella materia dei concorsi pubblici,
l’intera materia è devoluta alla giurisdizione del giudice amministrativo. Esistono dei casi nei quali l’intera materia è
devoluta al giudice ordinario con un rito parzialmente diverso, quello del diritto del lavoro e c’è un giudice del lavoro che
è completamente separato dalla giustizia ordinaria e dalla giustizia amministrativa, anche se non vi sono dei concorsi in
magistratura per diventare giudice del lavoro, ma l’accesso è tramite il concorso per giudice ordinario standard. Il ‘’rito
del lavoro’’ è più veloce perché tutto ciò che ha a che vedere con il proprio posto di lavoro non può aspettare, se con un
provvedimento viene sospeso dallo stipendio. Mira alla reintegrazione di tutti i diritti del lavoratore, che vengono violati
tantissime volte dal datore di lavoro.

La Corte dei conti ha giurisdizione nelle materie di contabilità pubblica e nelle altre specificate dalla legge. Anche dal
punto di vista delle interazioni con il diritto penale. Esempio: un funzionario della pubblica amministrazione (ci tiene a
ribadire che è lui) si muove nell’ambito di una serie di strumenti del lavoro che non ha pagato personalmente, se esso
produce un danno alla strumentazione, è responsabile. Poniamo il caso più grave in assoluto, ossia quello del ‘’danno
erariale’’: se io con dolo (coscienza e volontà dell’evento) danneggio questi apparati, rientro nella casistica di danno
erariale, competente a giudicare è la Corte dei conti, perché ho causato un danno all’erario (proprietà dello Stato →
Università) La Corte dei conti ha giurisdizione in materia di contabilità pubblica e nelle altre specificate dalla legge. Essa
ha anche giurisdizione domestica, sta a significare che tutti gli impiegati della Corte dei conti (qui il termine domestico)
sono giudicati direttamente dai giudici della Corte dei conti. Chi controlla il bilancio della Corte dei conti? La Corte dei
conti stessa. I tribunali militari in tempo di guerra hanno la giurisdizione stabilita dalla legge. In tempo di pace hanno
giurisdizione soltanto per i reati militari commessi da appartenenti alle Forze armate. È scomparsa la pena di morte in
ambito militare (prima c’era la fucilazione diretta sul campo).

Art. 104 La magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere. È
uno dei 3 depositari, dei 3 poteri principali dello stato (legislativo, esecutivo e giudiziario). I giudici applicano le leggi che,
in ultima analisi, promanano dalla funzione di indirizzo politico di maggioranza del Governo che è iniziativa legislativa e
dal Parlamento che vara la legge e il Presidente della Repubblica che la promulga. Il meccanismo è complesso e
impedisce abusi nella gestione del potere, fermo restando che se uno rimane al potere per 20 anni poi riesce a
scardinare un po’ tutto; questo è qualcosa che i padri costituenti non si prefiguravano perché pensarono sempre che in
definitiva ciascuna elezione avrebbe fatto piazza pulita di coloro che non avevano dato una buona immagine di sé come
parlamentari (per ora ci hanno azzeccato).

Il Consiglio superiore della magistratura è presieduto dal Presidente della Repubblica. Ne fanno parte di diritto il primo
presidente e il procuratore generale della Corte di cassazione. Gli altri componenti sono eletti per due terzi da tutti i
magistrati ordinari tra gli appartenenti alle varie categorie, e per un terzo dal Parlamento in seduta comune tra professori
ordinari di università in materie giuridiche ed avvocati dopo quindici anni di esercizio. Il Consiglio elegge un
vicepresidente fra i componenti designati dal Parlamento. I membri elettivi del Consiglio durano in carica quattro anni e
non sono immediatamente rieleggibili. È possibile fare una pausa di 4 anni e fare una nuova elezione. Non possono,
finché sono in carica, essere iscritti negli albi professionali, né far parte del Parlamento o di un Consiglio regionale.

Art.105 Spettano al Consiglio superiore della magistratura, secondo le norme dell'ordinamento giudiziario, le assunzioni, le
assegnazioni ed i trasferimenti, le promozioni e i provvedimenti disciplinari nei riguardi dei magistrati. Difatti, a
parte lo stipendio, non sono previste delle promozioni per anzianità perché non c’è una scala gerarchica.

ART.106 Le nomine dei magistrati hanno luogo per concorso. Regola


principale per tutta la pubblica amministrazione. La legge sull'ordinamento giudiziario può ammettere la nomina, anche
elettiva, di magistrati onorari per tutte le funzioni attribuite a giudici singoli. Su designazione del Consiglio superiore della
magistratura possono essere chiamati all'ufficio di consiglieri di cassazione, per meriti insigni, professori ordinari di
università in materie giuridiche e avvocati che abbiano quindici anni d'esercizio e siano iscritti negli albi speciali per le
giurisdizioni superiori (Cassazione e consiglio di Stato).
ART.107 I magistrati sono inamovibili I
trasferimenti avvengono su disposizione del consiglio superiore di magistratura, che atti emette il consiglio superiore
della magistratura? Atti amministrativi a contenuto normativo, la competenza a giudicare sulla legittimità degli atti
amministrativi è del giudice amministrativo, tribunali amministrativi regionali e consiglio di Stato. Non possono essere
dispensati o sospesi dal servizio né destinati ad altre sedi o funzioni se non in seguito a decisione del Consiglio
superiore della magistratura, adottata o per i motivi e con le garanzie di difesa stabilite dall'ordinamento giudiziario o con
il loro consenso. Questa caratteristica dell'inabilità spetta anche ai professori universitari, che possono essere spostati
solamente per decisione di un collegio di cui fa parte il ministero dell’università. Il Ministro della giustizia ha facoltà di
promuovere l'azione disciplinare. I magistrati si distinguono fra loro soltanto per diversità di funzioni. Il pubblico ministero
gode delle garanzie stabilite nei suoi riguardi dalle norme sull'ordinamento giudiziario.

ART.108 Le norme sull'ordinamento giudiziario e su ogni magistratura sono stabilite con legge. Riserva
assoluta di legge, non è possibile con altro provvedimento di caratteristiche inferiori rispetto alla legge, procedere a
stabilire norme inerenti alla magistratura. La legge assicura l'indipendenza dei giudici delle giurisdizioni speciali, del
pubblico ministero presso di esse, e degli estranei che partecipano all'amministrazione della giustizia. Riserva assoluta
di legge, con legge ordinaria dello stato, non può essere regionale perché la magistratura è sempre un ordine che
dipende direttamente dallo stato e non dalle singole regioni.

ART.109 L'autorità giudiziaria dispone direttamente della polizia giudiziaria.

ART.110 Ferme le competenze del Consiglio superiore della magistratura, spettano al Ministro della giustizia l'organizzazione e il
funzionamento dei servizi relativi alla giustizia. Il ruolo
del ministro di grazie e giustizia non può partire da lui o lei, l’azione penale, ma parte sempre dal magistrato. Se si
verificano dei problemi in una procura, il ministro di grazie e giustizia ha un unico potere quello di mandare gli ispettori.

Per giurisdizione si intende l’esercizio del potere giudiziario, quindi tutto l’apparato che fa parte del potere giudiziario è
giudici e struttura. Il processo è l’instaurarsi di un contrasto tra 2 soggetti, uno di essi fa causa all’altro. L’ordinamento
giudiziario viene attivato con l’incardimento di una causa presso il tribunale (amministrativi, ordinari etc) Il presupposto è
l’azione legale perché i suoi diritti e interessi sono stati lesi. Alla base di tutte le cause (giuridiche) vi sono dei motivi che
sono ancorati ad un fatto e proprio l’accertamento di esso costituisce il primo obiettivo del giudice durante la causa.

Come si svolgono i fatti? Vengono accertati dal giudice nella fase istruttoria, dove concorrono l’attore e il convenuto.
Possono esserci una serie di soggetti che beneficiano della causa che è stata fatta. Esempio: le specializzazioni nella
facoltà di medicina non venivano retribuite, cioè gli specializzandi che sono medici a tutti gli effetti, venivano condotti
negli ospedali a ‘’far la clinica’’, a seconda della specializzazione scelta da studiare, venivano collocati nei vari reparti
dedicati; questa attività non veniva retribuita e il che è contro una norma dell’unione europea: se fai un lavoro, deve
essere retribuita. Un certo numero di essi ha fatto ricorso amministrativo, per ottenere il riconoscimento anche in
assenza di un vero e proprio rapporto di lavoro, e hanno vinto la causa. Non tutti avevano fatto ricorso però. Questo è
l’effetto di una determinata controversia, di cui beneficiano anche altri esterni; quindi, non solo hanno beneficiato della
retribuzione, ma per l’effetto devolutivo dell’appello, gli effetti si sono trasmessi anche a coloro che non avevano
effettuato il ricorso. Questo è abbastanza comune nel diritto amministrativo.

La giurisdizione

La giurisdizione è una delle tre funzioni tipiche dello Stato e consiste nella potestà pubblica ed autonoma di dare
applicazione concreta alle norme dell’ordinamento giuridico. Essa è attribuita a particolari organi dello Stato, in posizione
di terzietà e imparzialità, che costituiscono, nel loro complesso, il potere giudiziario.

Presupposto: Esistenza di una controversia sull’applicazione del diritto, sorta per l’incertezza delle norme giuridiche o
per il rifiuto di un soggetto di osservare tali norme. Controversia può sorgere tra:

 soggetti privati
 private e P.A.
 diritto di difesa dell’individuo e diritto punitivo dello Stato (nel processo penale)

Scopo: dichiarare il diritto da applicare nella situazione controversa e nel costringere chi si rifiuti di assoggettarvisi ad
osservarlo. Abbiamo parlato di accertamento del fatto, quindi nella fase istruttoria del processo vengono accertati i fatti
così come si sono svolti, questo è importante per determinare le responsabilità. Questi fatti possono essere esaminati
(diritto civile) in primo grado (tribunale) e secondo grado (corte d’appello).

La corte di cassazione è chiamata anche giudice delle leggi o giudice di legittimità. Accerta solo l’applicazione del diritto
al caso di specie, è importante saperlo perché la corte di cassazione non può tornare ad esaminare i fatti (quelli si fanno
solo in 1 e 2 grado di giudizio). Il soggetto che propone la causa, l’attore, scrive l’atto di citazione con l’ausilio del suo
avvocato, è l’atto introduttivo del giudizio. Questi fatti verranno poi contestati nella comparsa di costituzione e risposta,
che redige invece l’altra parte coinvolta nel processo. Il giudice assumerà delle prove, nominerà consulenti tecnici
d’ufficio in grado di accertare la verità (verità processuale) e quindi le sentenze del tribunale della corte d’appello, in cui
ci si reca quando l’attore non è soddisfatto oppure anche il convenuto non è soddisfatto del risultato ottenuto in sentenza
di primo grado, e qui si può nuovamente accertare il fatto per la seconda e ultima volta. La corte d’appello mette la
parola fine sull’accertamento dei fatti, in corte di cassazione si va semplicemente per applicare un diritto diverso alla
situazione che si è già verificata. Dal nome stesso di “corte di cassazione” esce fuori che è una delle sue capacità è
quella di cassare la sentenza di secondo grado e di far ripartire il processo da capo o davanti alla stessa corte d’appello.
Tutto ciò, allo scopo di conseguire quale risultato? Per accertare i fatti. Ciò succede molte volte in ambito penalistico.
Ecco perché quando si trova un’importantissima prova che scagiona chi è stato condannato, fa andare libero chi è stato
condannato.

 FUNZIONE GIURISDIZIONE: Attività di amministrazione della giustizia, consistente nel giudicare la conformità
alla legge di determinati fatti o comportamenti
 GIUDICANTE: I giudici sono chiamati a decidere una controversia
 REQUIRENTE: Promuovono il processo penale, sostenente il ruolo di pubblica accusa contro gli imputati
(pubblici ministeri), in Italia non c’è la separazione delle carriere e dei concorsi, ma lo si decide autonomamente
in un secondo momento.
 DI MERITO (giudici tribunale e corte di appello): I giudici devono conoscere i fatti oggetto della causa per poterli
valutare (accertano il fatto = merito)
 DI LEGITTIMITÀ (corte di cassazione): Il giudice deve solo valutare la corretta applicazione della legge, senza
entrare nel merito (applicano il diritto in modo diverso da quello utilizzato per applicare il diritto nei primi 2 gradi
di giudizio)

GARANZIE COSTITUZIONALI A FAVORE DEI MAGISTRATI:

° Nomina mediante concorso


° Inamovibilità
° Assenza di gerarchia interna
° Indipendenza da altri poteri

CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA: Organo che garantisce l’autonomia della magistratura dalle
interferenze di altri poteri (i trasferimenti, le promozioni… sono determinate sempre con questo meccanismo). I giudici
non possono essere trasferiti se non a seguito di un provvedimento preso dal consiglio superiore della magistratura.

 LA GIURISDIZIONE ORDINARIA: É esercitata, per tutte le controversie, da magistrati ordinari, istituti e regolati
secondo le norme sull’ordinamento giudiziario e soggetti amministrativamente al Consiglio superiore della
Magistratura (art.102 comma 1 Cost.). Che natura giuridica hanno gli atti del Consiglio superiore della
Magistratura? Sono atti amministrativi.
 GIURISDIZIONE PENALE: è competente per le violazioni di quelle norme (penali) che importano, come
conseguenza, l’applicazione di una sanzione penale (reclusione, multa etc.). C’è sempre la deterrenza in tutte
le sanzioni, se la sanzione è molto bassa è priva di deterrenza (rendere irrilevante la sanzione stessa).
 GIURISDIZIONE CIVILE: si occupa della tutela giurisdizionale dei diritti dei privati e si svolge su iniziativa dei
privati stessi. Essa è giudizio di parti in quanto mira ad accertare la fondatezza della pretesa di chi ha promosso
il giudizio.
 GIURISDIZIONI SPECIALI: Si occupano di particolari controversie, secondo un criterio di specializzazione
richiesto dalla loro natura tecnica.
 GIURISDIZIONE AMMINISTRATIVA: è competente per le controversie che insorgono tra P.A, o tra P.A. e
privati, relative a rapporti di diritto amministrativo, salvo che si controverta sull’esistenza di diritti soggettivi:
Consiglio di Stato o Tribunali Amministrativi Regionali (TAR).
 GIURISDIZIONE DEL TAR:
 GIURISDIZIONE DI MERITO: per particolari materie tassativamente stabilite dalla legge: in tali materie
i TAR possono valutare sia l’illegittimità dell’atto (contrarietà a norme norme giuridiche) che la
inopportunità o non convenienza per la pubblica amministrazione (contrarietà a norme giuridiche di
buona amministrazione). Esempio: insieme di opere idrauliche di Venezia, il mose è un’opera pubblica
e realizzato per impedire che il dislivello dell’acqua del mare e della laguna provochino delle
inondazioni, non basta fare l’opera pubblica se essa cede, ma cede non per mancata manutenzione,
ma bisogna valutare i costi e i benefici (il denaro speso, nel corso degli anni, produrrà un ritorno
economico? Se si, tutti d’accordo), e importante è la convenienza e l’opportunità della realizzazione
dell’opera pubblica.
 GIURISDIZIONE ESCLUSIVA: sempre in materie tassativamente stabilite dalla legge: in tali materie il
TAR decide sia per le lesioni di interessi legittimi che di diritti soggettivi (per converso, in questi casi, si
esclude la competenza del giudice ordinario)
 GIURISDIZIONE CONTABILE: è esercitata esclusivamente dalla Corte dei Conti
 GIURISDIZIONE IN MATERIA DI ACQUE PUBBLICHE: le controversie concernenti le acque pubbliche (cd.
demanio pubblico) sono attribuite alla competenza di appositi organi giurisdizionali, i Tribunali regionali delle
acque pubbliche e, in secondo grado, al Tribunale superiore delle acque pubbliche. I Tribunali regionali,
secondo molti autori, costituiscono sezioni specializzate dell’autorità giudiziaria ordinaria e non giudici speciali,
mentre il Tribunale superiore delle acque è ritenuto una magistratura speciale di natura amministrativa.
 GIURISDIZIONE MILITARE: è esercitata dai Tribunali militari, previsti dall’art.103, comma 3, Cost. Essi
svolgono giurisdizione penale limitata ai ‘’reati militari’’ (cioè alle violazioni della legge penale militare)
commessi da soggetti appartenenti alla Forze Armate

Terminologia:

GIUDICE DI PACE: organo monocratico che ha competenze in materia sia civile che penale. La competenza è di valore
inferiore rispetto a quello del tribunale.

TRIBUNALE: in composizione monocratica o collegiale a seconda del tipo di controversia o reato, le cui decisioni sono
impugnabili in appello. Si appella la sentenza di primo grado. Nel momento in cui si incardina un giudizio di qualsiasi
tipo: i motivi della controversia che immettiamo nell’atto di citazione, rimangono quelli fino in corte di cassazione, non si
possono modificare.

CORTE D’APPELLO: giudice, collegiale di secondo grado.

CORTE D’ASSISE e la CORTE DI ASSISE DI APPELLO (diversa formulazione perché i giudici hanno diverse
competenze): organi collegiali a composizione mista (giudici di carriera e giudici popolari) competenti per i reati più gravi.

CORTE DI CASSAZIONE: che svolge la funzione di garantire l’uniforme interpretazione della legge e delle norme di
procedura attraverso la possibilità di un ricorso ad essa per le sole questioni di legittimità. Appelli in corte di cassazione
riguardano solo motivi di diritto e non possono riguardare i motivi di fatto, è estremamente importante in diritto penale
perché i fatti sono stati già accertati.

TRIBUNALE PER I MINORENNI E IL TRIBUNALE DI SORVEGLIANZA: organi giudiziari ordinari integrati dalla
presenza di cittadini estranei alla magistratura ma in possesso di particolari requisiti e competenze richiesti dalla materia.

Diritto alla difesa: se non si hanno i mezzi economici per pagare un legale, si ha diritto ad uno di ufficio.
Principio del contraddittorio: bisogna dare la possibilità anche all’altra parte di parlare.
Oralità e concentrazione: dovrebbe durare il minor tempo possibile (es: interrogatorio dopo arresto)
Parità tra accusa e difesa: non c’è mai. Il legislatore avrebbe stabilito che il pubblico ministero ha l’obbligo di prendere le
prove a favore del deputato, ma non succede quasi mai.
Ne bis in idem: immaginiamo ci sia un processo penale su un delitto particolarmente cruento, se è stata scagionata
quella persona che si presume abbia commesso il reato, poi viene fuori una prova che lo incastra, è impossibile
condannarlo. Ne bis in idem vuol dire che non può essere giudicato 2 volte; quindi, se la prima volta è stato assolto, non
può essere condannato successivamente.
Principio di uguaglianza: eguaglianza di tipo formale, tutti hanno il diritto di essere uguali agli altri a prescindere da
qualunque situazione (dichiarazione di principio, perché così non è), e eguaglianza di tipo sostanziale, è più importante
della prima, impone alla Repubblica di rimuovere gli ostacoli che si frappongono al raggiungimento dell’effettiva
uguaglianza di individui all’interno dello Stato.
Amministrazione della giustizia in nome del popolo: ‘’in nome del popolo italiano” prima della lettura di ciascuna sentenza
si cita. Quante cose si fanno in nome del popolo… in realtà il popolo conta veramente poco fino a quando vi è un
momento di rottura, che i costituzionalisti hanno individuato in pochi passaggi perché, sostanzialmente, finché si ha la
casa sulla testa, nessuno dice nulla.
Diritto alla tutela giurisdizionale: significa che c’è la possibilità di fare un processo per ogni cosa.
Diritto al giudice naturale: ci deve essere attribuito il giudice competente. La competenza del giudice deve essere
determinata direttamente dalla legge in base ai criteri soggettivi che la affermino preventivamente.
Competenza: quantità di giurisdizione che ogni organo giudiziario può esercitare in concreto: essa è limitata in base a
criteri di funzione, valore, materia e territorio. La competenza è diversamente ripartita fra i vari organi giudiziari, a
seconda che si tratta di giurisdizione civile o penale.

Principi costituzionali generali sulla giurisdizione, magistratura, processo:

 Principio di eguaglianza: principio valido anche per gli stranieri e gli apolidi che si trovino nel territorio del nostro
Stato. Principio svincolato dal godimento dei diritti politici, che consisterebbero nel diritto di voto.
 Diritto alla tutela giurisdizionale: anche ai non abbienti devono essere assicurati i mezzi per difendersi dinanzi ai
giudici (c.d. ‘’patrocinio a spese dello Stato’’).
 Sindacato della Corte di Cassazione in materia di libertà personale: secondo l’art.111 è sempre possibile il
ricorso per Cassazione per motivi di restrizione della libertà.
 Obbligo del pubblico ministero ad esercitare l’azione penale (art.112)
 Irretroattività delle leggi penali incriminanti (art. 25): nessuno può essere condannato se non a forza di una
legge preesistente al momento della commissione del fatto.

NORME SULLA GIURISDIZIONE

ART.111 La giurisdizione si attua mediante il giusto processo regolato dalla legge.


Giurisprudenza sono le sentenze dei giudici, la giurisdizione è l’esercizio dei poteri da parte dei giudici e ha uno stretto
rapporto con le competenze territoriali del Giudice stesso.

Ogni processo si svolge nel contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità, davanti a giudice terzo e imparziale. La
legge ne assicura la ragionevole durata. ‘’ragionevole’’ è 1 anno, mentre in alcuni casi arriviamo a toccare i 30 anni. La
parola ‘’giusto processo’’ vuol dire equo? No, ogni processo ha la sua storia. ‘’Il processo lo vince chi fa meno errori’’.

Nel processo penale (quello più critico, perché si tocca la libertà personale), la legge assicura che la persona accusata di
un reato sia, nel più breve tempo possibile, informata riservatamente della natura e dei motivi dell'accusa elevata a suo
carico; disponga del tempo e delle condizioni necessari per preparare la sua difesa; abbia la facoltà, davanti al giudice,
di interrogare o di far interrogare le persone che rendono dichiarazioni a suo carico, di ottenere la convocazione e
l'interrogatorio di persone a sua difesa nelle stesse condizioni dell'accusa e l'acquisizione di ogni altro mezzo di prova a
suo favore; sia assistita da un interprete se non comprende o non parla la lingua impiegata nel processo.
Il processo penale è regolato dal principio del contraddittorio nella formazione della prova. La colpevolezza dell'imputato
non può essere provata sulla base di dichiarazioni rese da chi, per libera scelta, si è sempre volontariamente sottratto
all'interrogatorio da parte dell'imputato o del suo difensore. Ogni volta che il proprio accusatore si rifiuta di mettersi a
confronto con noi, la prova non può essere acquisita, perché il principio di acquisizione della prova si basa sul dibattito
che deve avvenire tra accusa e difesa.
La legge regola i casi in cui la formazione della prova non ha luogo in contraddittorio per consenso dell'imputato o per
accertata impossibilità di natura oggettiva o per effetto di provata condotta illecita. Cioè a discrezione del magistrato
adottare una certa azione anziché un’altra, una delle incertezze principali del processo. Tutti i provvedimenti
giurisdizionali devono essere motivati. I motivi sono alla base della possibilità di fare ricorso successivamente.
Contro le sentenze e contro i provvedimenti sulla libertà personale, pronunciati dagli organi giurisdizionali ordinari o
speciali, è sempre ammesso ricorso in Cassazione per violazione di legge. Si può derogare a tale norma soltanto per le
sentenze dei tribunali militari in tempo di guerra. Contro le decisioni del Consiglio di Stato e della Corte dei conti il ricorso
in Cassazione è ammesso per i soli motivi inerenti alla giurisdizione. Regola principale dell’ordinamento giuridico.

ART.112 Il pubblico ministero ha l'obbligo di esercitare l'azione penale.

ART.113 Contro gli atti della pubblica amministrazione è sempre ammessa la tutela giurisdizionale dei diritti e degli interessi
legittimi (sempre la possibilità di andare davanti al giudice) dinanzi agli organi di giurisdizione ordinaria o amministrativa.
Tale tutela giurisdizionale non può essere esclusa o limitata a particolari mezzi di impugnazione o per determinate
categorie di atti. I padri costituenti hanno voluto evitare che se le parti non lo vogliono, non si va davanti al giudice. La
legge determina quali organi di giurisdizione possono annullare gli atti della pubblica amministrazione nei casi e con gli
effetti previsti dalla legge stessa. Gli atti della pubblica amministrazione sono atti amministrativi.

TITOLO V: LE REGIONI, LE PROVINCE, I COMUNI


Art.114: La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato.
La Repubblica non può essere il contenitore di Comune, Provincia, Città Metropolitana, Regione e Stato. L’idea degli
ignoranti è che lo Stato è sullo stesso livello degli altri, quando questo non è vero. Lo Stato è il contenitore, è lui che è
costituito dagli altri enti, la repubblica è una forma di Stato/Governo, ma è una categoria successiva. I Comuni, le
Province, le Città metropolitane e le Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i princìpi
fissati dalla Costituzione. Lo Statuto è la mini-costituzione di questi enti territoriali, ma non deve essere in contrasto con
la legge dello Stato, se lo è valgono le leggi dello Stato. Roma è la capitale della Repubblica. La legge dello Stato
disciplina il suo ordinamento.

Noi siamo un federalismo cooperativo: le regioni con maggiore capacità contributiva devono versare allo Stato le quote
previste dalla legge, e queste quote serviranno per essere spese nelle regioni in cui ci sono minori possibilità
economiche. Come viene effettuato tutto questo? Con il fondo perequativo, i soldi in più versati dalle regioni più abbienti,
confluiscono nel fondo perequativo, è uno degli elementi distintivi del federalismo cooperativo. Nel federalismo
competitivo non c’è il fondo perequativo, ad esempio la confederazione beotica.

Art.115: Abrogato

Art.116: Il Friuli-Venezia Giulia, la Sardegna, la Sicilia, il Trentino-Alto Adige/Südtirol e la Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste
dispongono di forme e condizioni particolari di autonomia, secondo i rispettivi statuti speciali adottati con legge costituzionale. La
Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol è costituita dalle Province autonome di Trento e di Bolzano.
Ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, concernenti le materie di cui al terzo comma dell'articolo 117 e le
materie indicate dal secondo comma del medesimo articolo alle lettere, limitatamente all'organizzazione della giustizia di
pace, possono essere attribuite ad altre Regioni, con legge dello Stato, su iniziativa della Regione interessata, sentiti gli
enti locali, nel rispetto dei princìpi di cui all'articolo 119. La legge è approvata dalle Camere a maggioranza assoluta dei
componenti, sulla base di intesa fra lo Stato e la Regione interessata.

Ha ancora senso modificare la Costituzione Italiana in senso generale? No, ha poco senso. Se aspettiamo una
costituzione federale dell’intera Europa, ovvio che ha poco senso.
Ha invece senso procedere a riforme parziali? Anche qui la risposta non è univoca, la riforma del titolo V è partita nel
2001, con la legge Costituzionale numero 3…
Ha funzionato questa riforma del titolo V? No. Dal punto di vista economico, non ha funzionato perché il debito pubblico
è salito di 4 volte. Invece dal punto di vista della legge, è stato rivisto l’assetto delle competenze tra Stato e Regioni, è
stato invertito il rapporto tra legislazione esclusiva dello Stato e legislazione esclusiva delle Regioni. Quando si parla di
legislazione esclusiva dello Stato, si parla di una potestà legislativa che esclude a parità di condizioni qualsiasi altro
attore istituzionale; quindi, quella materia spetta solo allo Stato: si parla di legislazione primaria esclusiva.

Art.117 La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti
dall'ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali. ‘’comunitario'' non ha
senso, siamo l’unione europea. Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie:

a) politica estera e rapporti internazionali dello Stato; rapporti dello Stato con l'Unione europea; diritto di asilo e
condizione giuridica dei cittadini di Stati non appartenenti all'Unione europea;

b) immigrazione;

c) rapporti tra la Repubblica e le confessioni religiose; patti lateranensi

d) difesa e Forze armate; sicurezza dello Stato; armi, munizioni ed esplosivi;

e) moneta, tutela del risparmio e mercati finanziari; non c’è più da quando abbiamo rinunciato alla sovranità monetaria,
nel momento in cui non battiamo più moneta lira, ma siamo obbligati ad utilizzare l’euro. Tutela della concorrenza;
sistema valutario; sistema tributario e contabile dello Stato; armonizzazione dei bilanci pubblici; perequazione delle
risorse finanziarie; è rimasto nelle nostre mani il regime fiscale.

f) organi dello Stato e relative leggi elettorali; referendum statali; elezione del Parlamento europeo;

g) ordinamento e organizzazione amministrativa dello Stato e degli enti pubblici nazionali;

h) ordine pubblico e sicurezza, ad esclusione della polizia amministrativa locale;

i) cittadinanza, stato civile e anagrafi; anche per la questione del cambiamento del nome, la competenza è statale, non
locale.

l) giurisdizione e norme processuali; non esiste una giurisdizione regionale o comunale, è dello Stato, le sentenze
vengono fatte in nome del popolo italiano. Ordinamento civile e penale; giustizia amministrativa; le pubbliche
amministrazioni sono numerosissime, necessario avere una regola che vale per tutti, la legge 241 del 90’, è una legge
statale e regola il comportamento degli amministratori pubblici.
m) determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su
tutto il territorio nazionale; l’atteggiamento della pubblica amministrazione non può variare da regione a regione. Le
regioni non sono stati federati all'interno dello Stato Federale.

n) norme generali sull'istruzione; i singoli programmi possono variare, c’è sempre l’art. sulla libertà di insegnamento.

o) previdenza sociale; a livello nazionale, l’INPS.

p) legislazione elettorale, organi di governo e funzioni fondamentali di Comuni, Province e Città metropolitane;

q) dogane, protezione dei confini nazionali e profilassi internazionale; non ci sono dogane tra regioni e regioni (art.120),
questi dazi doganali sono dovuti solo se il bene rientra da paesi non appartenenti all’Unione Europea.

r) pesi, misure e determinazione del tempo; c’è il problema dell’ora legale, noi la teniamo ancora. Coordinamento
informativo statistico e informatico dei dati dell'amministrazione statale, regionale e locale; opere dell'ingegno; problema
sul sistema informatico dello Stato.

s) tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e dei beni culturali; tutto a livello Statale.

Sono materie di legislazione concorrente quelle relative a: rapporti internazionali e con l'Unione europea delle Regioni;
commercio con l'estero; tutela e sicurezza del lavoro; istruzione, salva l'autonomia delle istituzioni scolastiche e con
esclusione della istruzione e della formazione professionale; professioni; ricerca scientifica e tecnologica e sostegno
all'innovazione per i settori produttivi; tutela della salute; alimentazione; ordinamento sportivo; protezione civile; governo
del territorio; porti e aeroporti civili; grandi reti di trasporto e di navigazione; ordinamento della comunicazione;
produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell'energia; previdenza complementare e integrativa; coordinamento
della finanza pubblica e del sistema tributario; valorizzazione dei beni culturali e ambientali e promozione e
organizzazione di attività culturali; casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale; enti di credito
fondiario e agrario a carattere regionale.

Fino a che punto la Regione può intervenire e fino a che punto no: immaginiamo una delle grandi opere di
comunicazione che può essere rappresentata dalle Ferrovie dello Stato o Rete Autostradali dello Stato, può la regione
rifiutare il passaggio delle ferrovie o autostrade sul suo territorio? No, non può. Può la regione vietare la costruzione di
termovalorizzatori oppure sistemi di pale eoliche, oppure il passaggio sul suo territorio di elettrodotti? No, non può.

Nelle materie di legislazione concorrente spetta alle Regioni la potestà legislativa, salvo la determinazione dei princìpi
fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato. Spetta alle Regioni la potestà legislativa in riferimento ad ogni
materia non espressamente riservata alla legislazione dello Stato. Le Regioni e le Province autonome di Trento e di
Bolzano, nelle materie di loro competenza, partecipano alle decisioni dirette alla formazione degli atti normativi
comunitari e provvedono all'attuazione e all'esecuzione degli accordi internazionali e degli atti dell'Unione europea, nel
rispetto delle norme di procedura stabilite da legge dello Stato, che disciplina le modalità di esercizio del potere
sostitutivo in caso di inadempienza. La potestà regolamentare spetta allo Stato nelle materie di legislazione esclusiva,
salvo delega alle Regioni. La potestà regolamentare spetta alle Regioni in ogni altra materia. I Comuni, le Province e le
Città metropolitane hanno potestà regolamentare in ordine alla disciplina dell'organizzazione e dello svolgimento delle
funzioni loro attribuite.

Le leggi regionali rimuovono ogni ostacolo che impedisce la piena parità degli uomini e delle donne nella vita sociale,
culturale ed economica e promuovono la parità di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive. La legge regionale
ratifica le intese della Regione con altre Regioni per il migliore esercizio delle proprie funzioni, anche con individuazione
di organi comuni. Nelle materie di sua competenza la Regione può concludere accordi con Stati e intese con enti
territoriali interni ad altro Stato, nei casi e con le forme disciplinati da leggi dello Stato.

Art.118 Le funzioni amministrative sono attribuite ai Comuni salvo che, per assicurarne l'esercizio unitario, siano conferite a
Province, Città metropolitane, Regioni e Stato, sulla base dei princìpi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza. Le
funzioni amministrative sono quelle funzioni relative ai poteri della pubblica amministrazione. A chi spettano? Ai comuni.
Cosa ha spinto i padri costituenti a determinare che sarebbero stati in mano ai comuni? Il fatto che i comuni sono più
vicini al privato cittadino. I principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza li troveremo molte volte nominati
anche all’interno del Trattato dell’Unione Europea. Il principio di sussidiarietà significa l’attribuzione di una funzione al
soggetto che ha la miglior possibilità di assolvere il compito, cioè chi ha la miglior specializzazione in quel settore per il
principio di sussidiarietà si vede assegnare la funzione stessa.

PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETÀ: significa che la funzione viene assegnata all’ente che ha maggiori competenze per
poterla esercitare. Ad esempio, esistono comuni in Italia che hanno caratteristiche di comuni montani, altri che
prevedono la presenza di un porto etc… è evidente che le dotazioni, anche dal punto di vista della sicurezza di questi
comuni, siano diverse, che senso avrebbe per un comune di mare comprarsi una talpa che sia in grado di scavare nella
neve e aprire varchi in caso in cui una nevicata particolarmente importante produca l'accumulo di alcuni metri di neve e
quindi blocchi il comune e non renda più possibile gli spostamenti?… non avrebbe senso. Qui viene in aiuto il principio di
sussidiarietà, nel momento in cui a Roma vi è una nevicata epocale, ecco perché andrà a chiedere aiuto a comuni
limitrofi che invece con la neve hanno una dimestichezza più adeguata.

DIFFERENZIAZIONE: la differenziazione delle funzioni è dipendente dal grado di specializzazione, il comune marittimo
ovviamente si specializza nel settore del mare, le spese saranno più orientate sulla gestione dei problemi marittimi.

ADEGUATEZZA: è la somma dei due principi precedenti. Nell’assegnazione di una funzione si va a verificare se l’ente
pubblico è adeguatamente dotato per poter assolvere quella funzione: problemi di specializzazione o mancanza di
personale.

Questi 3 principi regolano l’azione dell’amministrazione; vengono quindi citati spesso nei provvedimenti legislativi e
stanno a significare la sussidiarietà, la differenziazione e l’adeguatezza delle competenze che vengono attribuite alle
varie amministrazioni, questo per legge.

I Comuni, le Province e le Città metropolitane sono titolari di funzioni amministrative proprie di quelle conferite con legge
statale o regionale, secondo le rispettive competenze. La competenza viene decisa dallo stato, tranne le competenze
specifiche degli enti territoriali competenti. La legge statale disciplina forme di coordinamento fra Stato e Regioni nelle
materie di cui alle lettere b) e h) del secondo comma dell'articolo 117, e disciplina inoltre forme di intesa e coordinamento
nella materia della tutela dei beni culturali. Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono
l'autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del
principio di sussidiarietà.

Art.119: I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno autonomia finanziaria di entrata e di spesa, nel rispetto
dell'equilibrio dei relativi bilanci, e concorrono ad assicurare l'osservanza dei vincoli economici e finanziari derivanti
dall'ordinamento dell'Unione europea. I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno risorse autonome.
Stabiliscono e applicano tributi ed entrate proprie, in armonia con la Costituzione e secondo i princìpi di coordinamento della finanza
pubblica e del sistema tributario. Dispongono di compartecipazioni al gettito di tributi erariali riferibile al loro territorio.
Esistono quindi delle norme che prevedono una tassazione che rimane all'interno delle regioni, esempio la tassazione
rispetto al bollo auto. La legge dello Stato istituisce un fondo perequativo, senza vincoli di destinazione, per i territori con
minore capacità fiscale per abitante. Le risorse derivanti dalle fonti di cui ai commi precedenti consentono ai Comuni, alle
Province, alle Città metropolitane e alle Regioni di finanziare integralmente le funzioni pubbliche loro attribuite. Per
promuovere lo sviluppo economico, la coesione e la solidarietà sociale, per rimuovere gli squilibri economici e sociali,
per favorire l'effettivo esercizio dei diritti della persona, o per provvedere a scopi diversi dal normale esercizio delle loro
funzioni, lo Stato destina risorse aggiuntive ed effettua interventi speciali in favore di determinati Comuni, Province, Città
metropolitane e Regioni. I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno un proprio patrimonio, attribuito
secondo i princìpi generali determinati dalla legge dello Stato. Chiarisce il rapporto tra stato ed enti territoriali. Possono
ricorrere all'indebitamento solo per finanziare spese di investimento, con la contestuale definizione di piani di
ammortamento e a condizione che per il complesso degli enti di ciascuna Regione sia rispettato l'equilibrio di bilancio. È
esclusa ogni garanzia dello Stato sui prestiti dagli stessi contratti.

ART.120: (uno dei più importanti dell’intera Costituzione) La Regione non può istituire dazi di importazione o esportazione o
transito tra le Regioni, né adottare provvedimenti che ostacolino in qualsiasi modo la libera circolazione delle persone e delle cose tra
le Regioni, né limitare l'esercizio del diritto al lavoro in qualunque parte del territorio nazionale. Il Governo [si parla di potere
esecutivo, chiunque sia al governo in un qualsiasi momento storico] può sostituirsi a organi delle Regioni, delle Città
metropolitane, delle Province e dei Comuni [tutti gli enti territoriali] nel caso di mancato rispetto di norme e trattati internazionali
[mancato pareggio di bilancio] o della normativa comunitaria oppure di pericolo grave per l'incolumità e la sicurezza pubblica,
ovvero quando lo richiedono la tutela dell'unità giuridica o dell'unità economica e in particolare la tutela dei livelli essenziali delle
prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, prescindendo dai confini territoriali dei governi locali. La legge definisce le procedure
atte a garantire che i poteri sostitutivi siano esercitati nel rispetto del principio di sussidiarietà e del principio di leale collaborazione.
[che il secondo comma dell.art 120 dà la possibilità al Governo di sostituirsi alle amministrazioni locali, di qualunque tipo]

Art.121: Sono organi della Regione: il Consiglio regionale, la Giunta e il suo Presidente. Il Consiglio regionale esercita le potestà
legislative attribuite alla Regione e le altre funzioni conferitegli dalla Costituzione e dalle leggi. Può fare proposte di legge alle
Camere La Giunta regionale è l'organo esecutivo delle Regioni. Il Presidente della Giunta rappresenta la Regione; dirige la politica
della Giunta e ne è responsabile; promulga le leggi ed emana i regolamenti regionali; dirige le funzioni amministrative delegate dallo
Stato alla Regione, conformandosi alle istruzioni del Governo della Repubblica. La promulgazione è in mano dello
stesso (Presidente della Regione). Se vi è uno scostamento dagli ordini del governo centrale rispetto alle
amministrazioni regionali, può verificarsi il caso dello scioglimento anticipato del consiglio regionale e che viene fatto con
decreto del Presidente della Repubblica, pur se con iniziativa governativa.

Art.122: Il sistema d'elezione e i casi di ineleggibilità e di incompatibilità del Presidente e degli altri componenti della Giunta
regionale nonché dei consiglieri regionali sono disciplinati con legge della Regione nei limiti dei princìpi fondamentali stabiliti con
legge della Repubblica, che stabilisce anche la durata degli organi elettivi. [escluso che con legge regionale ci si possa
assegnare un periodo di 10 anni di Governo, essi rimangono 5 anni perché sono stabiliti con legge ordinaria della
Repubblica] Nessuno può appartenere contemporaneamente a un Consiglio o a una Giunta regionale e ad una delle Camere del
Parlamento, ad un altro Consiglio o ad altra Giunta regionale, ovvero al Parlamento europeo. Il Consiglio elegge tra i suoi
componenti un Presidente e un ufficio di presidenza. I consiglieri regionali non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni
espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni. [per esempio, durante un dibattito al consiglio regionale, i consiglieri
regionali non possono essere chiamati ad opinioni] Il Presidente della Giunta regionale, salvo che lo statuto regionale disponga
diversamente, è eletto a suffragio universale e diretto. Il Presidente eletto nomina e revoca i componenti della Giunta. [sistema
presidenziale, più o meno come il sistema statunitense.]

Art.123: Ciascuna Regione ha uno statuto che, in armonia con la Costituzione, ne determina la forma di governo e i princìpi
fondamentali di organizzazione e funzionamento [le leggi elettorali della regione, sono di competenza della regione stessa, lo
stato non può determinare il sistema elettorale della regione]. Lo statuto regola l'esercizio del diritto di iniziativa e del
referendum su leggi e provvedimenti amministrativi della Regione e la pubblicazione delle leggi e dei regolamenti regionali. Lo
statuto è approvato e modificato dal Consiglio regionale con legge approvata a maggioranza assoluta dei suoi componenti, con due
deliberazioni successive adottate ad intervallo non minore di due mesi. Per tale legge non è richiesta l'apposizione del visto da parte
del Commissario del Governo. [lasciamo perdere la questione del commissario di Governo. Che fine ha fatto il
Commissario di Governo? C’è ancora, ma è senza funzioni.] Il Governo della Repubblica può promuovere la questione di
legittimità costituzionale sugli statuti regionali dinanzi alla Corte costituzionale entro trenta giorni dalla loro pubblicazione.
[meccanismi che vengono in ausilio dello Stato centrale nel momento in cui la regione ha perso il lume dell’intelletto e sia
dia ad uno Statuto non in armonia con la Costituzione stessa, che determini un distacco dallo Stato Centrale]

Art.125: Nella Regione sono istituiti organi di giustizia amministrativa [tribunali amministrativi regionali creati nel 1970, legge
1034, Costituzione Italiana prevedeva la presenza di questi organi di giustizia] di primo grado, secondo l'ordinamento
stabilito da legge della Repubblica. Possono istituirsi sezioni con sede diversa dal capoluogo della Regione.

Art.126: Con decreto motivato del Presidente della Repubblica sono disposti lo scioglimento del Consiglio regionale e la rimozione
del Presidente della Giunta che abbiano compiuto atti contrari alla Costituzione o gravi violazioni di legge. Lo scioglimento e la
rimozione possono altresì essere disposti per ragioni di sicurezza nazionale. Il decreto è adottato sentita una Commissione di deputati
e senatori costituita, per le questioni regionali, nei modi stabiliti con legge della Repubblica. [immaginiamo di avere una Regione
che sia stata eletta per i voti di una forza politica che non è la stessa che sta al Governo, immaginiamo che la Regione
sia in gravi difficoltà per una serie di ragioni e che vada in bancarotta, ci sono tutti i parametri previsti dagli art. della
Costituzione per procedere ad un commissariamento della Regione stessa, quindi indire una votazione per indire una
sostituzione completa di tutti gli organi, con uno scioglimento anticipato del consiglio regionale e del Presidente della
regione, disposto con decreto del Presidente della Repubblica, l’iniziativa è governativa, però abbiamo detto che il
controllo non fa mai male da parte del Presidente Della Repubblica] Il Consiglio regionale può esprimere la sfiducia nei
confronti del Presidente della Giunta mediante mozione motivata, sottoscritta da almeno un quinto dei suoi componenti e approvata
per appello nominale a maggioranza assoluta dei componenti. La mozione non può essere messa in discussione prima di tre giorni
dalla presentazione. L'approvazione della mozione di sfiducia nei confronti del Presidente della Giunta eletto a suffragio universale e
diretto, nonché la rimozione, l'impedimento permanente, la morte o le dimissioni volontarie dello stesso comportano le dimissioni
della Giunta e lo scioglimento del Consiglio. In ogni caso i medesimi effetti conseguono alle dimissioni contestuali della
maggioranza dei componenti il Consiglio. [i casi sono tantissimi, nel caso in cui si dimetta il Presidente Della Regione o
consistente passaggio di un’altra forma politica degli eletti in una certa lista facente parte della coalizione governativa
che ha vinto in una regione, determina automaticamente lo scioglimento anticipato.]

Art. 127 Il Governo, quando ritenga che una legge regionale ecceda la competenza della Regione, può promuovere la questione di
legittimità costituzionale dinanzi alla Corte costituzionale entro sessanta giorni dalla sua pubblicazione. [prima del 2001 (riforma
titolo V), vi era un controllo preventivo operato dal commissario Governativo presso la Regione, ora non c’è più, il
commissario non ha più questo potere e viene esercitato dal Governo stesso della Repubblica in un momento
successivo.] La Regione, quando ritenga che una legge o un atto avente valore di legge dello Stato o di un'altra Regione leda la sua
sfera di competenza, può promuovere la questione di legittimità costituzionale dinanzi alla Corte costituzionale entro sessanta giorni
dalla pubblicazione della legge o dell'atto avente valore di legge.

Art. 132: Si può con legge costituzionale, sentiti i Consigli regionali, disporre la fusione di Regioni esistenti o la creazione di nuove
Regioni con un minimo di un milione d'abitanti, quando ne facciano richiesta tanti Consigli comunali che rappresentino almeno un
terzo delle popolazioni interessate, e la proposta sia approvata con referendum dalla maggioranza delle popolazioni stesse.
Si può, con l'approvazione della maggioranza delle popolazioni della Provincia o delle Province interessate e del
Comune o dei Comuni interessati espressa mediante referendum e con legge della Repubblica, sentiti i Consigli
regionali, consentire che Provincie e Comuni, che ne facciano richiesta, siano staccati da una Regione ed aggregati ad
un'altra.

Art. 133: Il mutamento delle circoscrizioni provinciali e l'istituzione di nuove Provincie nell'ambito d'una Regione sono stabiliti con
leggi della Repubblica, su iniziativa dei Comuni, sentita la stessa Regione. La
Regione, sentite le popolazioni interessate, può con sue leggi istituire nel proprio territorio nuovi Comuni e modificare le
loro circoscrizioni e denominazioni.
Quali sono i limiti della potestà legislativa regionale? I limiti sono l’articolo 5 e l’articolo 114. Ricordiamo l'incongruenza
della modifica dell’art. 114 e il fatto che sia sbagliato dal punto di vista costituzionalistico parlare di “contenitore” per
quanto riguarda la repubblica, che contiene lo Stato che è sullo stesso livello di Regioni, Città metropolitane… è un
macroscopico errore, ignoranza dei padri costituenti. La riforma si deve a tutte le forze politiche che ci ha portato alla
quadruplicazione del debito pubblico.

REVISIONE DELLA COSTITUZIONE E LEGGI COSTITUZIONALI

Per avere uno Stato costituzionalista non è indispensabile avere la Costituzione, ma ci possono essere dei patti
associativi o delle leggi particolari. I padri costituenti hanno votato per una Costituzione rigida. La prima parte non è
modificabile, non si possono togliere prerogative di libertà e diritti inviolabili. Secondo il patto costituzionale del 1946,
qualsiasi modifica della Costituzione se di ampio respiro dovrebbe portare ad una revisione completa dell’intero testo
(cosa non possibile da fare secondo il sistema della Costituzione vigente).

Art. 138 (NON SI PUÒ MODIFICARE): Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali (sono due cose
differenti, stesso grado) sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e
sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione (50% + 1).
Con una legge costituzionale, si può varare una riforma della Costituzione (ad esempio: quella che si occupa di istituire il
tribunale dei ministri, legge 1989, si archiviano le proposte che gli vengono proposte. Qualsiasi cosa fatta dal ministro,
può essere archiviato il caso). Perché l’intervallo di 3 mesi? Perché ci si deve pensare su; nella prima stesura, cosa
cerca chi vuole modificare il testo? Cambiarlo per uno scopo politico etc. pensarci a distanza di 3 mesi, è prezioso
perché si analizzano tutte le possibilità. Per lo statuto delle regioni, i mesi sono 2.

Il meccanismo del Referendum è un po’ perverso perché devi capire i termini delle riforme e spesso il popolo non lo
capisce. La maggioranza dei 2/3 eliminano il Referendum. Le leggi stesse sono sottoposte a Referendum Popolare
quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o
cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. La legge sottoposta a referendum non è promulgata, se non è
approvata dalla maggioranza dei voti validi.

Che differenza c’è tra il Referendum Costituzionale e quello Referendum Standard (ai sensi dell'art 75)? La differenza è
che mentre per la validità, ossia per ritenere valido il voto prestato dalla popolazione nel Referendum Standard
dell’art.75 è necessario che si esprimono favorevolmente il 50% + 1 degli aventi diritto al voto, quindi se siamo 40MLN,
20MLN +1 devono votare; se questo succede il risultato del Referendum viene registrato, qualunque esso sia. (VI È
QUORUM) Per il Referendum Costituzionale non è necessario nulla di tutto questo, anche se va a votare una sola
persona, è valido anche in quel caso, non c’è QUORUM. Non si fa luogo a referendum se la legge è stata approvata
nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi component.

Art. 139 (NON SI PUÒ MODIFICARE): La forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale. ← questa è una
norma restrittiva al massimo per quanto riguarda la forma di stato, non ha niente a che vedere con la Riforma della Repubblica.

ATTO AMMINISTRATIVO
Il presupposto di tutto è l’esercizio del potere da parte dell’amministrazione si esplica attraverso gli atti amministrativi.
Esempio: il DPCM. A tutti gli effetti è una norma, di carattere secondario, quindi c’è a tutti gli effetti. NON è
incostituzionale.

L’atto amministrativo è qualsiasi manifestazione di volontà, non del potere legislativo, ma del potere esecutivo,
conoscenza, giudizio posta in essere da una autorità amministrativa nell’esercizio della loro potestà amministrativa e di
una funzione amministrativa, per un caso concreto e per destinatari determinati o determinabili.

L’atto amministrativo a differenza dall’atto normativo, non gode della caratteristica dell’astrattezza o della generalità, ma
viene indirizzato presso un soggetto oppure una pluralità di soggetti ben identificati (solo colui va a fare l’esame è
oggetto dell’atto amministrativo).

Es: Se c’è una graduatoria in cui vengono ammessi vincitori 100 soggetti, dal 101esmo in poi possono essere effettuati i
ricorsi amministrativi, sono contro la decisione della pubblica amministrazione (si impugna la graduatoria del concorso
stesso e se vinco allora riesco ad entrare in graduatoria come 100esimo al posto di un soggetto già presente in
graduatoria). L’obiettivo dell’esercizio del potere da parte della pubblica amministrazione è il conseguimento
dell'interesse pubblico. L’Interesse legittimo della persona viene tutelato dall’ordinamento giuridico, in quanto coincida
con l’interesse pubblico. L’atto amministrativo è una manifestazione di volontà emessa da una pubblica amministrazione
nell’esercizio di una potestà amministrativa.

Le strade sono 3 nel nostro ordinamento giuridico, 2 sono giurisdizionali: Giudice Ordinario, Giudice Amministrativo e 1
non giurisdizionale, i ricorsi amministrativi. Se l’atto amministrativo deve essere impugnato davanti al giudice ordinario,
che cosa posso chiedere al Giudice? Posso chiedere solamente una disapplicazione degli effetti dell’atto solo per la
causa che è davanti a me e posso chiedere un risarcimento del danno. Gli effetti dell’atto amministrativo valgono solo
per chi ne chiede la disapplicazione in corso di giudizio, se c’è qualcuno che non fa causa, problemi suoi.
Il privato cittadino ha anche la possibilità di rivolgersi al Giudice Amministrativo, come vediamo nello schema (colonna
centrale). Cosa chiedo al Giudice Amministrativo? Non è più un giudizio risarcitorio, ma è un Giudizio Rescissorio, cioè
volto ad annullare l’atto amministrativo; quindi, io voglio rimanere nel possesso del diritto di proprietà del mio bene e
chiedo che l’atto amministrativo di esproprio possa essere annullato, questo da giudice amministrativo. L’azione di
annullamento potrebbe richiedere svariato tempo.

Se ad esempio sono stat* bocciat* e questo non mi va bene… Posso fare il ricorso amministrativo e chiedere subito la
disapplicazione degli effetti dell’atto con una sospensiva chiesta al TAR. Questa volta non deve passare per le
lungaggini dei tempi processuali, ma viene concessa o meno subito in camera di consiglio dal Giudice Amministrativo,
senza arrivare a sentenza, ma devono sussistere delle precondizioni: Prima precondizione Principale è quello del
prodursi di un danno grave e irreparabile, deve esserci la possibilità che dall’esecuzione dell’atto amministrativo derivi al
destinatario dell’atto, un danno grave ed irreparabile. Seconda precondizione (Periculum in mora) analoga a questa
situazione (situazione più vasta) e terza ‘’il fumo del buon diritto’’: la possibilità in astratto di vincere la causa. Se vi sono
queste condizioni, posso ottenere un provvedimento da parte del Giudice in Camera di Consiglio che facilita le cose.

Nella parte di destra dello schema vi sono i ricordi non giurisdizionali. Abbiamo 3 tipi di ricorsi:

 Ricorso in opposizione
 Giudizio Gerarchico: si propone all’autorità gerarchicamente superiore
 Diritti e interessi

Nel caso dei ricordi non giurisdizionali è possibile difendere sia diritti che interessi, è allettante questo.

Sistema Sospensivo (la sospensiva è parte del ricorso amministrativo, ma non aspetti che il tempo ti danneggi, otterrò
immediatamente in camera di Consiglio una sospensione dell’atto amministrativo), solo se:

a) si arriva quando io soggetto ricorrente ho un danno grave e irreparabile (pericolo di mora)


b) deve esserci la possibilità in astratto che io vinca il ricordo e che quindi l’atto amministrativo venga annullato
(fumo di buon diritto)

Se sono presenti queste condizioni, posso chiedere la sospensiva. Gli effetti dell’atto vengono sospesi per tutto il corso
della causa. Non è possibile che qualche alunno venga bocciato dall’assistente universitario, il docente può fare una
domanda per accertarlo, ma non è possibile altrimenti.

Risultano pertanto da questa definizione essere caratteri essenziali dell’atto:

1) la manifestazione di volontà
2) la sua provenienza da una autorità amministrativa - ci deve essere una legge che conferisce il potere all’autorità
amministrativa
3) l’esercizio da parte della stessa di una funzione amministrativa
4) il riferimento ad un caso concreto per destinatari determinati o determinabili - non c’è più il requisito della
generalità e dell’astrattezza, ma ha come soggetto “tizio x”.
Elementi comuni a tutte le categorie sono la volontà e discrezionalità. Significa che quell’atto dipende dalla volontà
dell’amministrazione (l’obbiettivo è la realizzazione dell’interesse pubblico, non del mio personale). L’esempio classico è
il rilascio del documento, se si fa la procedura prima online e poi di persona per prendere i dati biometrici per la tessera
d’identità elettronica, non c’è la scelta della PA di: la rilascio o non la rilascio, è un atto dovuto, quindi assenza di
discrezionalità. Se non c’è discrezionalità non è possibile nemmeno che si verifichi un abuso da parte
dell’amministrazione. L’eccesso di potere è dei vizi dell’atto amministrativo più comuni, non c’è nel caso in cui vi è un atto
dovuto, non c’è la possibilità di esercitare la discrezionalità. La discrezionalità amministrativa è la capacità di scelta della
pubblica amministrazione. La discrezionalità va esercitata secondo legge, costituisce il margine di apprezzamento che la
legge lascia alla determinazione dell’autorità amministrativa. La mia scelta di amministratore dipende dal margine che mi
concede la legge per esercitare questa discrezionalità.
Quattro sono i principali oggetti su cui può esercitarsi la discrezionalità: I termini sono latini.

1) AN (se): la scelta dell’emanazione o meno di un determinato atto. L’amministrazione può decidere se emettere
o meno l’atto amministrativo. Esempio: mancata autorizzazione dell’autorizzazione dell’apertura di un bar
2) QUID (oggetto): il contenuto del provvedimento può essere determinato liberamente o entro certi valori. Di solito
i provvedimenti della pubblica amministrazione sono più liberamente determinabili da parte dell’amministrazione
stessa.
3) QUO MODO: modalità accessorie inerenti agli elementi accidentali (forma). Di solito si fa riferimento alla forma
e quindi sarebbe nullo un esame universitario, fatto solo con un voto comunicato solo oralmente, deve esserci
la forma che prevede il deposito del verbale e così via.
4) QUANDO (aspetto temporale): momento in cui adottare il provvedimento. Ha un’importanza fondamentale.

Il potere amministrativo è di immediata realizzazione.

Anche quando la discrezionalità è piena, la scelta dell’amministrazione, a differenza di quanto avviene per l’autonomia
privata (di solito se si rispettano le norme, l’autonomia contrattuale è grande, non è la stessa cosa nel diritto pubblico
dove vi è un controllo maggiore perché si deve tener presente dell’interesse pubblico), inerente al negozio giuridico
privatistico incontra alcuni limiti generali:

A. INTERESSE PUBBLICO: nell’emanare il provvedimento l’autorità deve avere di mira l’interesse pubblico
meritevole di tutela (niente a che vedere con l’interesse proprio dell’amministrazione e l’interesse del
destinatario dell’atto amministrativo)
B. CAUSA DEL POTERE: ogni potere ha una sua causa e una sua funzione specifica ed è illegittimo l’esercizio di
un determinato potere per assolvere ad una funzione diversa (es. eccesso di potere per sviamento, per
sviamento perché utilizzo in modo scorretto un potere che la legge mi ha dato e lo utilizzo nel mio interesse
privato)
C. PRINCIPI DI LOGICA: la scelta dell’amministrazione deve rispettare i principi di logica e non contraddizione (in
caso contrario si potrebbe configurare il vizio di eccesso di potere per contraddittorietà nella motivazione o tra
provvedimenti). Un altro caso di eccesso di potere. Il ragionamento si basa sul principio della logica (tesi, ipotesi
e sintesi finale), ci deve essere una conseguenza logica, in mancanza di questa vi è un eccesso di potere per
mancata motivazione.
D. PRINC. DI IMPARZIALITÀ: l’autorità deve garantire la par condicio fra tutti coloro che aspirano ai benefici
derivanti dall’esercizio di una potestà discrezionale (la violazione di tale principio può comportare il vizio di
eccesso di potere per disparità di trattamento o per manifesta ingiustizia)

Esempio: potrebbe sembrare che il formulare una domanda scritta in un esame scritto, ponga tutti nelle stesse
condizioni, in realtà è facile dimostrare che ciò non avviene perché alcuni di noi potrebbero avere problemi di
comprensione dello scritto (non ci si riferisce solo ai disturbi cognitivi), ma potrebbe esserci anche una non corretta
interpretazione del concetto stesso che noi leggiamo. L’assenza di punteggiatura o la confusione di ciò che è scritto,
possono scombussolarci e non comprendere.

Nel contenuto dell’atto amministrativo si è soliti distinguere 2 specie di componenti:

 ELEMENTI:
o essenziali (Se mancano, l’atto è nullo e quindi non produce effetti, chiunque se ne accorge dà luogo
alla ‘’non nascita’’ (morte) dell’atto amministrativo): soggetto, volontà, oggetto, forma  mancanza 
NULLITÀ
o accidentali: termine, condizione, onere, riserva  mancanza  ANNULLABILITÀ
 REQUISITI:
o di validità  mancanza  ANNULLABILITÀ
o di efficacia  mancanza  ANNULLABILITÀ
L’invalidità dell’atto amministrativo va riconosciuta in tutte le ipotesi in cui esso si presenti difforme dal modello delineato
astrattamente dalla legge; pertanto, a seconda della maggiore o minore difformità da quest’ultimo si distinguono 3 specie
di illegittimità:

 NULLITÀ quando manca un elemento essenziale dell’atto ed in particolare nelle seguenti ipotesi:
a) difetto di qualità di organo pubblico del soggetto: soggetto non è un organo pubblico, l’atto
è nullo
b) incompetenza assoluta dell’organo: incompetenza assoluta: legge non conferisce a X di
immettere un determinato provvedimento che non gli appartiene (es: blocco del traffico
emesso dal ministero della pubblica istruzione) l’atto è nullo; incompetenza relativa
amministrazione superiore ratifica l’atto dell’amm. inferiore; quindi, aggiusta la situazione)
atto è annullabile, può essere sanato.
c) volontà viziata da violenza fisica: se io metto sul tavolo una pistola posso fare un’offerta
che non può essere rifiutata… non c’è volontà, quindi atto nullo.
d) oggetto impossibile, illecito, indeterminato: deciso dalla legge, quindi al pari del diritto
privato nel quale io non posso con un contratto disporre di una arte del mio corpo e
venderlo, anche nel diritto pubblico se non vi è una previsione di legge si verifica la stessa
cosa.
e) mancanza di forma essenziale (requisiti richiesto per la sostanza stessa). conseguenze:
opera de jure (diritto):
 può essere fatta valere da chiunque e in qualunque tempo (non vale la
prescrizione, come per gli atti contro l’umanità (branca del diritto penale)
 l’atto non è suscettibile di convalescenza ( cfr p.10) (non può essere trasformato in
quale modo)
 l’atto nullo è emanato in carenza di potere e quindi il giudice competente, salve le
ipotesi di giurisdizione esclusiva, sarà il giudice ordinario
 ANNULLABILITA’: quando l’atto non è nullo, ma annullabile. Quando l’atto, pur avendo tutti gli elementi per la
sua giuridica esistenza, presenta un vizio in uno dei suoi requisiti di legittimità, tale atto pur essendo invalido è
idoneo a produrre i suoi effetti fin quando non intervengano l’annullamento o la sospensione che però avranno
efficacia retroattiva ex tunc (dall’inizio) (cfr p.8,9). Conseguenze:
o non opera di diritto (devi fare una causa per il suo accertamento) 5
o può essere fatta valere solo dal soggetto interessato ed entro il termine di decadenza ESTREMA
IMPORTANZA. Chi ha la legittimità attiva ad agire? Solo colui che è colpito direttamente.
o l’atto annullabile è suscettibile di convalescenza (cfr p.10)

L’ interesse legittimo non può essere lasciato in eredità, non è trasmissibile. Gli interessi legittimi oppositivi
possono essere trasmessi, cioè hanno alle spalle un diritto soggettivo, è trasmessi in eredità

 IRREGOLARITA’ quando la difformità rispetto allo schema legale astratto è così poco rilevante da non causare
l’annullabilità (esempio: errore nella citazione della norma invocata, se ad esempio in un contratto di locazione
io mi riferisco ad una norma di locazione che mi consente di entrare in possesso di alcuni diritti, è evidente che
da un punto di vista generale dell’ordinamento giuridico sbaglio a citare la norma, invece che citarne una di un
anno anziché di un’altra data, non è invalidato contrattualmente la clausola contrattuale, c’è la possibilità di
correggere.)

Qualsiasi azione della pubblica amministrazione dipende da conferimento di una legge che è operativa in un determinato
periodo storico. L’azione amministrativa deriva da quelle legge prevista in quel momento per l’emissione di quell’atto
amministrativo: tempus regit actum (atto posto in essere ha validità solo in quanto dipendente reso possibile da una
norma emanata in un determinato tempo).

Vizi di legittimità: si trovano più comunemente negli atti amministrativi

o VIOLAZIONE DI LEGGE: consiste in un rapporto di contraddittorietà fra l’atto amministrativo e una norma di
legge, la quale concerne o la forma o il procedimento o il contenuto dell’atto stesso.
Tale contraddittorietà può essere di 2 specie:
a) mancata applicazione
b) falsa (o cattiva) applicazione della norma
Molto semplicemente: l’atto amministrativo non è legale perché emanato con legge sbagliato oppure c’è stata
una cattiva interpretazione della legge.
o INCOMPETENZA: si verifica quando l’atto viene emanato da un organo amministrativo diverso da quello che
per legge ha la potestà di provvedere.
L’incompetenza può aversi per ragioni di:
a) materia
b) territorio
c) grado (il ministro è al vertice della piramide della pubblica amministrazione, il primo ministro non è più
importante di un singolo ministro)
d) valore
Cosa fondamentale è che l’organo in questione appartenga allo stesso ordine di poteri, allo stesso settore
amministrativo ed investito di poteri di analoga natura; cioè si tratti di incompetenza relativa (l’atto è annullabile)
(incompetenza assoluta  nullità)
o ECCESSO DI POTERE: sotto lo schema di eccesso di potere si raggruppano tutte le violazioni di quei limiti
interni della discrezionalità amministrativa inerenti alla natura stessa del potere esercitato (interesse Pubblico,
causa del potere, precetti di logica ed imparzialità). Tale vizio è ravvisabile soltanto nell’area degli atti
discrezionali e non in quella degli atti vincolati.

La giurisprudenza amministrativa ha elaborato alcune figure sintomatiche tipiche, da cui può trarsi l’indizio della
presenza del vizio di eccesso di potere: (Sono state individuate dalle sentenze dei giudici, quindi dalla giurisprudenza.
Non è il risultato del lavoro della dottrina, non è il risultato di leggi, ma è il risultato delle diverse sentenze che sono state
effettuate. Il nostro è un ordinamento di Civil Law)

I. Sviamento dall’interesse pubblico (io professore utilizzo il mio potere nel momento in cui non perseguo più
l’interesse pubblico, ma mi avvalgo del mio potere per soddisfare un mio bisogno personale)
II. Sviamento dalla causa tipica: la ragione ( nell’atto amministrativo è quello di raggiungere un risultato
superiore al singolo, ma che va a parare sull’intera collettività: esempio più laureati competenti = più
potenzialità produttiva)
III. Contraddizione fra motivazione e dispositivo o fra le varie parti della motivazione stessa: obbligo di
motivare gli atti amministrativi, se le motivazioni sono in contrasto con la natura stessa dell’atto, siamo di
fronte ad una situazione di eccesso di potere.
IV. Travisamento ed erronea valutazione dei fatti: se il bar è in regola, può aprire senza alcun blocco da parte
delle autorità
V. Contraddizione con provvedimenti precedenti: provvedimenti presi dalla pubblica amministrazione, devono
essere concatenati
VI. Disparità di trattamento: bisogna mettere tutti nella possibilità di fare una performance uguale partenza
dalle stesse basi
VII. Mancata predeterminazione dei criteri di valutazione: lo troveremo in ambito concorsuale. Mi devono
essere chiari in anticipo i criteri che userà la pubblica amministrazione per emettere un giudizio su di me.
VIII. Difetto di motivazione: tutti gli atti amministrativi devono essere motivati
IX. Violazione di circolare: all’interno dei vari uffici dove è possibile emanare una circolare. Se vengono violate
c’è una possibilità di annullare l’atto amministrazione
X. Vizi della volontà: non in senso di coercizione della volontà, in quel caso l’atto è nullo. Può esserci
un’induzione in errore.
XI. Elusione della sentenza: se già passata in giudicato, ricade nello stesso errore già passato in sentenza.
Puoi ricominciare da capo con un altro procedimento.

ATTI DI RITIRO

Costituiscono manifestazione di autotutela, in forza della quale l’amministrazione provvede ad eliminare i propri atti
illegittimi in sede di riesame d’ufficio dell’atto.

Il potere di ritiro compete alla

o Autorità che ha emesso l’atto  auto-ritiro


o Autorità gerarchicamente superiore  ritiro gerarchico
o Governo  ritiro governativo

Preliminarmente occorre effettuare una macro-distinzione:

o Atti di ritiro che incidono sull’atto:


Annullamento
Revoca
Abrogazione
Mero ritiro
o atti che incidono sul rapporto:
pronuncia di decadenza

Non presenti in tale classificazione ma non per questo meno importanti sono i cd. Atti affini a quelli di ritiro (cfr. p.9) ed in
particolare:

 Sospensione
 Riforma
 Rettifica

Annullamento: È il ritiro con efficacia retroattiva ex tunc dell’atto inficiato da un vizio di legittimità (molto ricorrente). I
presupposti per il legittimo esercizio del potere di annullamento, che devono risultare dalla motivazione, sono i seguenti:

I. Illegittimità originaria dell’atto


II. Interesse pubblico concreto ed attuale diverso da quello del ripristino della legalità.

Cadono in seguito all’annullamento, tutti gli effetti prodotti medio tempore; tuttavia, tale efficacia retroattiva incontra un
limite in quegli effetti che abbiano determinato situazioni di fatto che ormai si sono esaurite, per le quali quindi non è più
possibile una restituito in integrum cioè con lo stesso oggetto della controversia: Factum infectum fieri nequit.

Revoca: È il ritiro con efficacia ex nunc di un atto inopportuno per una diversa valutazione delle esigenze di interesse
pubblico, che erano state tenute presenti al momento dell’emanazione dell’atto stesso.

Tale facoltà può essere esercitata in auto-revoca, revoca gerarchica, dal governo. Non è sufficiente l’inopportunità
dell’atto ma deve sussistere anche un interesse pubblico concreto ed attuale all’eliminazione dell’atto stesso.
Traslaticiamente si afferma in dottrina che la potestà di revoca incontra un limite insuperabile nei diritti soggettivi che
siano eventualmente sorti per effetto dell’atto da ritirare.

Abrogazione: È il ritiro con efficacia ex nunc di un atto originariamente opportuno, il quale però, per mutate o
sopravvenute circostanze di fatto, non risponde più all’interesse pubblico.

Può essere pronunciata perché:

i. sono venute meno le esigenze di interesse pubblico originarie


ii. sono sorte nuove esigenze di interesse pubblico diverse da quelle originarie
iii. l’introduzione di nuovi metodi tecnologici nella pubblica amministrazione rende
superato o anacronistico l’atto (si riscontrano 2 casi nella storia……del Regno!!)

Acquiescenza: In ambito giuridico il termine acquiescenza indica l'accettazione di un provvedimento da parte del
destinatario e dunque la rinuncia di quest'ultimo ad avvalersi dei mezzi di impugnazione previsti per legge.
L’accettazione del voto da parte dello studente produce acquiescenza, quindi abbiamo sanato tutti i meccanismi
precedenti e accettiamo il voto. Il soggetto legittimato ad impugnare l’atto ha dimostrato attraverso il suo comportamento,
di aderire all’operato dell’amministrazione e di rinunciare alle posizioni giuridiche attive, che avrebbe potuto far valere
entro il termine. Non ha solo effetti processuali ma anche sostanziali, giacché, comporta la rinuncia all’interesse legittimo
che il soggetto avrebbe potuto fare valere attraverso l’impugnativa giurisdizionale. Requisiti:

• esistenza di un provvedimento amministrativo


• conoscenza di tale provvedimento da parte dell’interessato
• comportamento non equivoco di accettazione
• spontaneità dell’atto di adesione
ARGOMENTI PARALLELI:

- Diritto d’autore e le piattaforme digitali (vi sono 2 direttive dell’UE 2019 e 2021 )

- Digital Assets e la regolamentazione che è ancora in fase iniziale, per determinati fenomeni se lo Stato non li regolata
ha 2 possibilità; 1) poter colpire gli utilizzatori con strumenti del diritto privato e pubblico, 2) gestione del fenomeno
digitale stesso… Se tu Stato non regolamenti, significa che puoi agire utilizzando tutti i sistemi a disposizione della
pubblica amministrazione, ministero della salute etc per fare un data base su ciascun cittadino e utilizzare le informazioni
nel momento del bisogno.

- Proposta commissione europea: data act, per l’equità (non significa uguaglianza) dell’ambiente digitale

- Protezione dei diritti fondamentali nell’era digitale, è il cuore dei problemi, overview, sguardo panoramico sull’intera
questione e lo stato delle cose.
- Diritto di accesso ad Internet, infrastrutture di rete e gli usi ammessi del territorio (host, client, cloud) → se vuoi
acquistare uno spazio in rete per immettere le tue foto, video etc… Ci sono tante offerte, tra cui quella dell’apple, di
amazon, facebook. - Crypto, Meta ed intelligenza artificiale

- Blockchain: rende il voto democratico migliore? (democrazia digitale / partecipata, dove tutti hanno l’illusione di
partecipare alla decisione finale)

- Riconoscimento facciale: è intrusivo nelle nostre vite. Non è regolamentato, ciò vuol dire che gli Stati si lasciano una
grande opportunità di fare un dossier specifico persona per persona digitale.

- Deep fake and Democracy (disinformazione e democrazia)

CLASSIFICAZIONE DEI REATI IN RETE

Costituzionalmente parlando c’è distinzione se questi reati vengono commessi su Internet oppure vengono commessi in
una stanza durante una riunione.

1) Diffamazione: è collegata direttamente all’art.595 del Codice Penale. Quando una persona offenda la dignità e
la reputazione altrui in presenza di più persone. Gli insulti sono resi in un luogo pubblico. Nel diritto la
reputazione dipende dall’immagine che hanno di noi gli altri. Es. : la reputazione di un professionista cresce con
la fama che gli fanno i clienti. Quali sono gli elementi del reato? Nel diritto penale devi sempre vedere quali
sono gli elementi che concorrono all’integrazione del reato, cioè che cosa costituisce diffamazione. Gli elementi
del reato sono: l’offesa alla reputazione di un soggetto determinato o determinabile, la comunicazione a più
persone di tale messaggio (es. nei social media, se rilasci un feedback negativo lo vedranno tutti) e la volontà di
usare espressioni offensive con la consapevolezza di offendere. In alcuni casi non sono nemmeno necessarie
delle espressioni offensive e mi riferisco ad una cena con più persone al tavolo, se comincio a ridacchiare e
indico a tutti com’è vestita una persona, è evidente che il mio è un intento visivo a ledere la dignità della
persona. Il reato può consumarsi nel momento e nel luogo in cui i terzi, gli astanti, percepiscono l’espressione
ingiuriosa oppure l’atteggiamento ingiurioso (cioè se non lo vede nessuno, dovrei io in quanto offeso querelare
colui che mi ha offeso, ma non c’è danno nella collettività se questo individuo non propala l’offesa che mi ha
appena elevato). Questo è da distinguere dal diritto di critica, un conto è se io dico ‘’non sono d'accordo con la
tua posizione’’ e un conto è ‘’sei un imbecille non hai capito niente’’, è evidente che nel contesto pubblico devo
avere la possibilità di esprimere il mio pensiero, ma non essere insultato per il pensiero… è un confine molto
labile.
2) Diffamazione ma non a mezzo stampa: è un'aggravante.
3) Offesa di posta elettronica: percepibile solo dal destinatario, sarà configurabile il reato di ingiuria. Il reato si
configura nel momento in cui il destinatario legge il messaggio, essendo il momento in cui si presenta l’offesa e
si realizza la lesione del bene giuridico.

Il problema non è di poca importanza, uno dei pericoli maggiori dell’informatica, soprattutto delle chat è il seguente: tu
sbagli, invece di mandarlo ad uno, lo mandi all’altro… e se sbagli, si creano dei disastri. Configura ingiuria o no? In quel
caso no, questo perché si è sbagliato l’invio del messaggio che non era diretto a te. C’è un’altra teoria sul foro
competente, perché l’art. 6 del codice penale comma 2 stabilisce che il reato di definisce commesso nel territorio dello
stato quando su di esso si sia verificato in tutto o in parte l’azione o l’omissione, ovvero l’evento che ne sia conseguenza,
la cosiddetta teoria dell’ubiquità (informatica in questo caso), consente al giudice italiano di conoscere del fatto reato,
tanto nel caso in cui si sia verificata la condotta, quando quello in cui su di esso si sia verificato l’evento, per tanto per un
itis criminis iniziato all’estero e conclusosi con l’evento nel nostro paese, sussiste la potestà punitiva dello stato italiani.
Quindi il reato è sempre considerato in itinere.

Quindi il bene giuridico protetto è l’animo umano e la propensione di ciascuno di noi ad essere sensibile a determinati
argomenti / immagini o trasmissioni (il problema lo si può avere anche alla radio).

DOMANDA ESAME: questa comunità virtuale, a quali libertà può essere condotta dal punto di vista previsione
costituzione? Ci sono 3 articoli:

- Libertà di associazione
- Libertà di riunione
- Libertà di manifestazione del pensiero.

DA DIRE ALL’ESAME: La mancanza di regolazione è un fatto voluto dagli stati, meno regolazione c’è più il mezzo può
essere utilizzato come strumento di potere.
ARGOMENTI ESAME

- La convergenza e tre libertà: associazione, riunione e manifestazione del pensiero.

- Internet come strumento della manifestazione di pensiero

- Cambiamento accessibilità alle informazioni

- Pratica sequestro e dissequestro dell’opera (Quando c’è la paternità di un’opera, l’autore ha il diritto secondo legge di
predisporre delle cosiddette royalties.

Rispetto al passato è cambiata, l’accessibilità dell’informazione. È possibile bloccare un’opera che va contro l’ordine
pubblico? Si, ma se è agganciato al sistema kindle, è impossibile che venga rimosso)

DOMANDA ESAME: Distinzione tra tipologie di intermediari e gestori di contenuti degli intermediari

 Provider: nessuna responsabilità


 Coloro che gestiscono il sito: hanno responsabilità solo quando ricevono la segnalazione.

Potrebbero piacerti anche