"RIUOLUlfODE"
A ARCHIA E cornu Ismo
R
Edlzionl RL·Porro PISTOIA 1 9 7 3
CARLO CAFIERO
Edizioni RL-Porro PISTOIA 1 9 7 3
"RIUOLUIlonE" AnARCHIA E COmURISmO
Starnpato con I tlpl della • Edigraf • Via AlfoDzetti. 90 • Tel. 226.331 • Catania Febbraio 1973
Rlpubbllchiamo la prima parte del Dossl"" dl Carlo Cafiero, che Gian Carlo Maffei ha scoperto, riportandolo alia luee dopa novant'anni di seppellimento nell'archivlo fedemle svizzero.
L'interessante manoscritto e stato pubbIJcato in IibJ"et. to da Pier Carlo Ma.sini (BibUoteca «Max Nettlau» • Via S. Antonino, 7 jA • 24100 • BERGAMO· L. 1200) insieme con altrl scritti di C. Cafiero: La propaganda del fatto; Dialogo fra Crepafame e Succhiasangue; Lettere varia.
Col dare anche noi aile stampe questo inedito di C.
Cafiero intendiamo far conoscere I'intramontabile penslero OOgli anarchici sui problema della Rivoluzione e sulle distinzioni ebe intercorrono 'ra Anarchia e Comunismo, distinzioni non aneora superate dai tempi, anche se moUo e mutato nelle circostanze attuali.
I probleml agitati da C. Cafiero sono gil stessi che gil ana rchl ci agitano oggli; rna occurre ehe essl 10 faeeiano con )8 stessa ehiarezza e semplicita usate da C. C ... flero. aRepetita juvanb.
Aurelio Chessa
Pistoia. gennalo 1973.
L nostro ideals rivoluzionarioe
, I' anti co ideale ill tutti coloro che non vol.lero rasseznarsi all''oppressione ed allo srruttamento, e si compone per noi come per i nostri predecessari Dei due non meno antiehi termini; LiberUi ed Eguagliansa.
Antico quanto la servitn umana cioe quanta 1 umanita, questo ineale ebbe sempre un'applicazione Iimita. ta e p arziale, grazie agli sforzi de reazionar.ii, che arrestarono in ogni epoca il corso della rivoluzione, A 01 petto perd di tntte Ie passate e presenti reazioni esso e venuto sueeessivamente allargandosi, e sta per realizzare, nella nostra rivolnzione, la sua pin completa applicazione.
Edotti dalla storia del passato, che ci mo tra gl'infiniti inganni, messr ill opera dai reazionari d' 0- gni specie e di ogni tempo, per di-
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minuire, alterare e faIsare it valore reale deUa liberta. e dell'e,guaglian'ZB, eioe dena rivoluzione stessa, noi siamo avvisati di mettere aoeanto 81- l'espressione di queste due monete, tante volte Ialsificate, Ia cura esatta del valore che esse devono realmente eontenere, per essere da not aceetta, te per buone monete,
E' l'etern.o rtseatto dell'umanita che dobbiamo pagare con questa due preziosissime monete, e I' operazione non sjcompira mai sino a che in esse il valore reale non rispondera esattissimamente a] valore nominale ..
Ora, il valore reale della Iiberta e delPeguaglianza noi 10', esprimiamo con i due termini: Anarchia e Com.unismo.
Per conseguenza, noi non accetteremo per vera Be nO.D quells Ilberta che corrispondera,.che sara perfettamente uguale, pedettamente equ ivaIenleaU'anarehia, ed ogni altra sara per noi liberta lama e menzognera: non aceetteremo pel' vera eguaglianzase non quelfa che eorrispondera, che sara perfettaments uguale, p.erIettamgnteequivalente al comunismo, ed ognialtra pretesa egua'glian-
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za 88'ra Her noi ialsa e menzognera.
Dunque, ee per. noi liberta e ugua, Ie aU'anat-chia e l'egnaglianza al. comunismo, Ia nostea formula zivoluzionanin sara (Rivoluzione) = (Liberta ed Eguaglianza) = '(Anarel;lia e Comumsmo).
Anarchia e eomunisme ; come forza e materia, SODO due termini che dovrebbero. fcrmare un termine solo, perche essi espeimoao eoflertivamente un solo concetto.
La sottomissione de' nuflatenensi, grande maggioranza dell 'um all itlt. , agli aeca parratozi. delle materis di Iavoro e de' mezzi di lavoro, piceola mineranza, e Ia causa prima di ogni oppressione e sfruttamente; di ogni Ineguagliansa, dispostismo e abbruttimento umano. RilVendicare aHa comunitd umana Ie materie ed i measi di Iavnro, sargent; delJa, vita di tntti, e civendicare la libertit e,I'eguaglian. za di tutti gli uomini, Ma, a guardia del tesoro rapitoci trovasi 10 Stato can tutte Ie sue antorlta eostitnite e 1a sua forza armata, ostacoli che dohhlamo. ahbattere Be vogliamo mettere la mano snl n06t1r.o' bene. E per eonseguenza, benehs @;emeUi siano i
Anarchia vuol dire assenza di potere, assenza di autorita, assenza di gerarchia, assenza di ordine prestahilito _ ordine stabilito dai po chi 0 dai primi, che e legge pc' molti 0 pe! secondi.
E' mai possibile essere libero quando si e sottoposto ad un pot ere a ad un "autorita qualunque? Si PUQ mai considerare libero quelI'uomo che pUD ricevere un comando da un altro uomo? Dov'e mai la nostra Iiberra, quando noi siamo costretti dalla legge a conformarci ad un OIdine prestabilito, il quale ci riesee gilt insopportahile per il solo fatto che ci e Imposto? Un vera arnica dena Iiberts deve essere nemieo di ogni potere, di ogni autorita, di ogni comando, di ogni elevazione di uomo al disopra di ahri uomini, deve essere nemico di ogni Iegge, di ogni crdins prestabiJito, deve essere, in una parola, un anarehista.
due termini della nostra rivoluzione, I'anarchie e destinata per Ia prima ad uscire dallalvo materno, e fare la strada al comunismo.
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La vera Iiberta non si otterra che nell' anarchia, che e per conseguenza il prime termine necessario della rivoluzione. Oggi, I'anarehia vuole che ai attacchi, sicombatta e si distrugga 10 Stato, che e l' 0rganismo di tutti i poterj costituifi: la grande macchina politica che opprime I'uomo assicurandone 10 shu ttamento. Ma fatta tavola rasa di tutto Ponti. ne esistente, l' anarchia esige che s'impedisca ogni, nuevo impianto di autorita, ogni nuova supremazia, 0- gni nuovo dispotismo, ogni impiantQ di nuovo Stato. .
Oggi, l'anarchia ha un car aU ere aggressivo e distruttivo: domani avra un carattere preservativo e protettivo, Oggi e rivoluzione diretta: domani rivoluzione indiretta, impedimento della reazione.
Anarchia oggi e sdegno, odio mor, tale e guerr a eterna contra tutti gli oppressori e sfruttatori esistenti sulla terra, e la rivendicazione Impreecrittibila degli oppressi, e il loro patto di alleanza, il Ioro gr,ido di guerra - guerra al coltello sino ache Bulla terra rimarra ancora un solo padrone, un solo sfruttatore, Anar-
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chia e rivolta incessante, in permanenza, contro ogni ordine costituito, guerra alIo Stato e ad ogni sua autorita, fatta in tutti i modi e sotto tutte Ie forme possibili: con 10 seritto ed ogni aItro scg!lo esteruo, con gli atti di sprezzo e di ostilrta, e sopr'attutto con le armi. Ma domani, abhattuti gli ostaco li, anarchia sara sol.idarieta ed amore: Iiberta completa di tutti. Essa formera I'amMente necessario allo svilnppo della felicita umana, allo svihrppo della vera liberta e della vera eguaglianza, all' avvenimento ed aIlo stahi'limento definitivo della rivoluzione fra gli uomini. Anarchia sa.ra domani lihero e completo sviluppo dell'individno, che spinto solamente dai suoi gusti, dalle sue tendenze e simpatie, si associera con gli aItri nel gruppo, nella corporazione od associazione che dir si voglia, Ie quali alIa loro volta si fedeFeranno Iihera, mente nel comune, come i comuni nella regione, Ie region] nella nasione e Ie nazioni nell/umanita.
I bisogni dena lotta contro i comuni oppressori, dapprima e poscia i hiSGgDi della vita - bisogni di pro-
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duzione e di consumaaione _ porteranno essi stessi gli uomini a rkrnirsi nella grande federazione della soeiahilita umana.
«Come e assnrda Ia ge:rarchia fra gl'individui, 10 e fra i comuni. Ogn,i comune non puo essere che una Iihera associazione d'individui, e la nazione una Iibera associazione dei comnni» . ( 1)
L'anarchia e la federazione dell'unionev Porganizaaaione della Iiberta, Essa combatte 10 Stato popolare 0 Stato comurrista, che sarebbe raccentramento del.l'tmita, I'organizzazione dell'oppreasione comnne.
V'ba dei socialisti che dichiarano neceasaria la formazione di un nuovo ,Stato per realizzare I'emaneipezlone del proletariato.
Come i nemici dell'ateismo voglio, no osservare dio e la sua fede per it «bene del popolo», parimenti i socialisti nemici dell' anarchia • ateismo dena terra come de] cielo - vo· gliono conservars- I'istituzione dello
(1) Plsacane, La RlYdluzlone. p. 94' (p. 81- penultimo paragrafo).
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Stato, per fare iI «bene del popolo», cioe per continuare a guidarlo.
La pretesa di costoro e l'ultimo tentative che fa il principio di autori ta per mantenersi ancora fra gli uomini, e poiche {lli ultimi sforzi sono i piu disperati ed andaci, noi dobhiamo armarci da capo a piedi per combatterli con tutte Ie nostre forze.
Noi non possiamo e non vogliamo rnettere minimarnente in dubbio Ia loro buona £ede; anche ee malafede ci Iosae in alcuni di essi nni qui dob, biamo assolutamente escluderla ; siamo convinti che essi agiscono col piii retto sentimento, al solo scopo di conseguire l'emancipazione del proletariato nell'emancipazione dellu, manita ; e che se vogliono dare al nuovo ordinamento socia Ie ana forma ufficiale, se vogliono costituire un nuovo Stato, egli e appunto perche stimano poter cos I assicurare quelle conquiste della rivoluzione che sono il fine delle nostre comuni
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asprrazaom.
Ma i primi padri della Chiesa non ehbero Iorse il medesimo scopo nel dare una forma ufficiale aUe aspirazioni della idea cristiana? E Ie gran-
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di figure ai quells rivoluzione borghese, che fu pur grande e ehe si rimpicciolisce 8010 innanzi a quells ancora piu grande che prepara oggi il proletariate, che cosa mai si pro-posero essi leggiferando, codificando e eosrituendo uno Stato ben pin po~ tente del monarehieo feudale da essi abbattuto? Che cosa mai si proposero quegli no mini, essi pure in buona fede, Be non il consolidemente delle loro conquiste r ivolueionarie?
N oi incontriamo spesso dei socialisti che si ridono delle gloriose eonquiste della rivoluzione borghese: ne hanno ben donde se sono ana}."ehisti, rna se sono autoritazii 0 partj giani dello State popolare, hanno torto marcio di ridere di coloro che hanno fatto ieri do ch''essi si proponzono di fare domani. Con tuttta la loro buona fede, se essi giungono a costituire illoro Stato popolare, avranno nello stesso tempo strozzata la rivoluzione, ne avranno arrestato il suo corso ; ed i henefiei principii rivoluzionari diventeranno malefiei, perche avranno a loro volta trovato i loro sfruttatori, e saranno diventati per un quinto state Ie ridicole COTll-
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quiste gloriose del quarto stato, Con tntta Ia Ion) buona 'fede, i socia listi autoritarii non saranno menoreazionarii -di quanto 10 fmono 11 prete per Ia rrvolueione crist ian a ed i1 caprtal'ista per Ia ,rivoluzione borghese. Come' mai lo Stato, Istituzione essenzialmente malefica, potrebhe acqtristare Ia virtU difare il bene?
11 bene puo essere mai l'attributo dell'oppress.ore .0 del riranno? - del re, per esenrpio, 0 di dio?
Se dip esistesse, ogni rivoluzionario cospirerebbe certamente contro di lui, come si cosp ira contro ire, e si unirebbe a Satan~ - questa splendida figura della rivolta - per ten·tare fatti audaci centro il pili. crudeIe e sce'llerato, perche il pill assoluto e potente, di tutti i tiranni.
Si cospira contro i re ed. i potenri della terra: si attacea e si vuol buttare gin 10 StatD borghese.,; IDa per cosfitnirvi al suo Iuogo un nuovo Stato, che avra la bella differenza d"'~nil:itolarsi: Stato popolare!
L'autoritil, sotto qualunque '{onna essa si presenti, sara sempre la pe· ste del genere umano. La sua voIonta non potra esprimersi ehe
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con 'Ia legge, e le leggi non si appljeeno senza hirri. Che Pautnrita s'intitoli popolare, che la legge s'intitoli popolare, che i bini 8'in'1itolino guardi~ di sicurezza, guardia-ni della pace 0 guardie della Iiherta, Ia cosa resta assolutamente la 1Ite888.
Noi non vogliamo pm De autorita, De legge, ne\birri. 'Noi non vogliamo piu sopportare alcun giogo; sia esso dipinto bianco, tricolore 0 rosso,
«Le gerarehie, I'uutorita, vio.lasio, nc manifesta delle leggi di natura, vanno divelte. 'La pira-mide • Dio, il reo i migliori, la plebe • ad.eguata al, Ia base». (2)
Per sottomettersi all' autorila hisogna avere. una fede lteligiosa. In 'fUTza di quale principio sottomette-re le masse alla vostra autorita? Sino ache il bastone del comando era 18 verga di Mase, 10 scettro eli' Garlomagno, 10 si adorava; rna quando diventa il braocio dei mereanti, iJ popolo 10 8'pezza e 10 getta al fuoeo.
II cosi detto Stalo popolare sareh-
(2) Pisacane, La Rl'¥ol\llJlone. p. 93.
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he innnitamente pili oppressore del- 10 Stato borghese, perche it suo dispatismo sarehbe uguale al dispotismo politico della Stato attuale, piu Ia somma del dis-potismo eco, nornico di tutti i cap ita list.i, i1 cui ca pitale passerebbe nelle mani dello Stato po polare ; il tutto moltiplicato per I'aumento di accentramento, neeessariamente richiesto dal nuovo Stato politico ed economico ad un tempo.
(Dispotismo dello Stato popolare) - (Dispotismo politico presente) + (Dispotismo economico di tutti i capitalisti) x (x gradi di aecentramento).
E per soddisfare ai bisogni di que· sto nuovo e terribiIe mostro, quale nuovo e mostruoso meccanismo hurocratico Don sarehhe neces aria creare? Che esercito d'impiegati iniziati nei complieatissimi mister! di governo? Classe distinta e 3U per iore al popolo, e percio stesso rirannica ed o diosa ; qnesti pervenuti del quar. to stato saranno nuovi e piu terribiIi oppressori politici e sfruttatori e· conomici; detentori del potere e del capitale, come avviene a chi maneg-
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gIn il miele, non rrmareanno con le mani nette.
Addio emancipazione umana, addio Iiberta l A vremmo, invece del terzo statu, la dominazione del quarto, che opprimerebhe e sfrutteTebbe un quinto. E questi operai pervenuti a1 potere, sarehbero tanto piu esosi e disgnstevoli dei horghesi, quanto questi 10 sono della DObilta medioevale. Ancora una volta si arresterebbe il corso della rivolnzrone, e, sia in huona fede per afferroare Ie sue conquiste, sia in rnala fede per isfruttarla, aneora una volta sarcbbe sotterrata con un bel programma di reazione messo sulla sua tomba a mo' di epitaffio.
Non c'e da prestare aleuna Iede, a coloro che dicono volersi impossessare dello Stato, per distruggerlo a lotta fini ta : «volere im possessa rsi della fortezza per ismantellarla». No, no, costoro vogliono Ingannarci, se non s'ingannano essi stessi,
Tutti i governi, sedicenti liberatori, promisero di smantellare Ie fortezze erette dalla tirannia per tenere ill soggezions il popolo ; rna, una volta insediati, lungi dallo smantel-
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Iarle, Ie fortifiearono aneor meglio, per continuare a servirsene contra il popolo. Le Bastiglie Ie abbattono i popoli: i governi le costruiecono e Ie conserv'ano. 11 suicidio non e nall 'or, dine naturale. N essun potere, uessuna autorita al mondo si e mai distrutta da se stessa. Nessun tiranno, entrato nella fortezza, Fha mai smantellata. Al eontrario, qualsiasi organismo autoritario, qualsiasi tirannide tende sempre, per la SUa na, tura stessa, ad allargarsi, ad affermarsi sempre piir, II potere ubriaca, ed i migliorj, investiti di autorjta, diventano pessimi, (ell piir grande amatore di Iiherta, non appena assume il potere, se non e uorno dappOCO, vuole che tutto pie,_ hi aIla sua volonta», (3)
II potere da Ie vertigini e Ia folIia , Folie e gia Masaniello quando indossa abiti reali ; foUe e Michele di Lando, quando gonfaloniere, riceve a colpi di spada i suoi antichi compagni della sedizione , eppure l'uno e I' altro, a piedi ecalzi, erano
(3) Pisacane, La RivoIuzlone, p. 137.
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sta1:i i piiibl'8vi eampioni della- r'ivolta popolare. Si sono elevati al di sopra degI-i alrri, hanno assunto il potere e tanto e bastato perche da ribelli si tramutassero in tiranni vigliacchi.
II principio zivolnsionario deve ri. manere nel popolo per essere fecondo. Passato nel governo e ricevuta Ia sua forma ufficiale, e tosto sviato, snaturato e sfruttato, da rfvoluzione diventa reazione: da Iiberta ed eguagHanza, si trasmu ta in oppres. sione e sfruttamento,
No, no; la fortezza dohhiamo attRccarla tutti insieme e smantellarla a rasa terra, senza che alcuno ne prenda possesso ; 10 stato 10 vegliamo distruggere da cima a fondo, prirna di permetterx ad aleuno di costituirsi nuovo padrone e nuevo oppressore,
Gelosi propugnatori deJla liberta, non deporremo le armi sino ache I! anarchifl non sara un fattocomphlto nelmondo j :imperoceheJ eontariamente a quanto ci si von:ebbe dare ad intendere da certi partigiani del. 10 Stato popolare, noi abhiamo am-
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pia ragione di ternere per la liberta,. anche quando J'eguaglianza fOSBe gia attuata.
Eh che! Non si vegp;ono forse Ie oomunita religiose, nelle quali regna Ia piu perfetta eguaglianza, senza che vi sia la menoma ombra di Iiber, ta? Ed e perfetta eguaglianza quelIa; perche il capo e sottoposto aUa regola comune e mangia, veste ed abita assolutamente nella stessa guisa che tutti gli altri frati, dai quali non si distingue che per Ia suprema· zia deicomando. E gli stessi partigiani dello Stato popolare, senza la nostra opposizione, finirebbero per stabilire uno stato di pedetta eguaglianza, certamente, rna di non meno perfetta o ppressione generale. AlIa scuola, al reggimento, alIa prigione v'ha pure un'eguagliansa: una eguaglianza di oppreesione e di dispotisrno, non molto diversa da quelIa checonseguiremmo nello Stato popolare,
Nell'emancipazione umana I'uomo deve ritrovare Ia capacita oi poter soddisfare completamente tutti suoi bisogni, tanto fisici che moraH; Ie
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esigenze del ventre, come queUe del- 10 spirito, Ie quali sono _ e piu ancora nella nuova civi lta saranno - imperiose quanto Ie prime. Non e dunque alla questione del ventre che si riduce Ia questicne dell'emancipazione umana, come alcuni socialisti autoritari vorrebbero persua .. derci , per poter poi concludere che con l'eguaglianza economica si guarirebbero tutti i nostri mali. 11 ventre certamente ei ha Ia sua buona parte, e Ia parte principale, rna non e tutto , II truogolo ben fornito PUQ fare Ia felicita dei maiali, rna non quella degli uornini; per gli uornini ci vuole quallo eben altro ancora: non solamente l'emancipazione del corpo, rna auche quella -dello spirito: non solamente l'eguagliallza, rna anehe Ia Iiberta,
«La sola Iiberta PUQ risolvere il complicato problema, abrogando 0- gni legge, dichiarando libero ed indipendente ogni comune, ogni cittadino ; si spezzano le pastoie domestiche, Ie diff erenze; i Iimiti de' varii stati spar iscono, e dall'eguagIianza Punita risulta di fatto, e cosi non lara Peffetto di Ull nuovo patte im-
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posto, ma la naturale conseguenza del}1abolizione di ogni patto», (4)
Alcuni sedicenti rivoluzionarii credono di aver pienamente giustifieato il loro appellative, quando si sono dichiarati partigiani della forza 0 dei mezzi violenti. Noi, ehe pur siamo caldi partigiani della violenza, perche crediamo alla sua ineluttabile necessita, perche sin daIl'infanzia imparammo ehe senza effusione di sangue non v'b a redenzione, crediamo pero che se la rivoluzione fino ad oggi e stata, e per un pezzetto aneora sara sempre violenza, Ia violenza non e stata e non sara sempre r.ivolusione. La violenza delJe masse so llevate e rivoluzione, rna quella impiegata dalJ'autorita 0 potere costituito e controrivoluzione, e reazione La prima scatena e distrugge, 13 seconda inceppa. e ricostruisce; Ia prima per la sua natura stessa non pub produrre che il bene, la seconda non ha che Ia potenza del male.
(4) Pisacane, La .Rtvolnzlone, p. 66.
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Regolare, regolamentare, leggiferare e guidare sono ease diametralmente opposte aHa rivoluzione; l'idea di u.na rivoluzione regolata 0 direUa e tanto contraddittoria, quanto queUa del bene generato dal'l' auto-
rita.
In rivoluzione bisogna preoccuparsi soprattutto di demo lire, di distruggere e sempre distruggere sino a110 stabilimento completo e definitivo della rivo.luzione che, piu non ostaeolata, seguitera da se sola Popera d1ineessante trasformazione.
Con Bakunin, diremo: "In rivoluzione, siamo nemici di tutto cio che tiene da presso a da lungi al sistema autoritario, di ogni pretensione alIa direzione ufficiale del popolo e per conseguenza eli tutto ci o che si chiama dittatura rivoluzionaria, 0 governo provvisorio ; convinti che 0- gni potere governativo, per quanta rivoluzionario e per quanto transito, rio si dica, non puote avere aItro scopo che di perpetuarsi, Le rivoluzioni si fanno dal popolo, non posSOllO risiedere che in lui, ed agni potere che si costituisce al di sopra del popolo, gli e fatalmente contrario.
Come noi abbiame piena fiducia negli istinti delle masse popolari, il no, stro mezzo di rivoluzione e nello scatenamento organixzato di eio che chiamasi cattiue passioni; e nella distrazione di cio che, nel medesimo linguaggio borghese, chiamasi ordine pubblieo. Noi invochiamo l'anarchia, questa manifestazione della vita e delle aspirazioni popolari, dalIa quale devono uscire, con e per mezzo della Iiberta, l'eguaglianza vera di tutti e di tutte, l'ordine nuovo fondato sullo sviluppo integrale e sul lavoro liheramente organizzato di tutti e di tutte, e la forza stessa della rivoluzione». (5)
Alcuni de' nostri avversarii CI aecusano spesso di non avere programma. Se per programma s'intende una nuova forma elaborata in tnt-
(5) Bakunin - Programma della FrateUanza socialista _rivoluzionarla. Dal testo originale scritto tutto eli mane di Bakunin nel setternbre del 1872 in Zurigo,
Questo programma sara Integralmente pubblicato in una biografla di Bakunin, che ml propongo di dare alle stampe in seguito a1 presente lavoro.
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Ii 1 suoi piu minuti particolari, nella quale si vuol meltere I'umanita di huon vo lere 0 di forsa, il dire che non abbiamo programma e reuder'ci Ia pili ampia giustizia, qua1ifical'ci per veri amici della zivoluzione, per anarchisti quali ci vantiamo. (6) Ma se per proKI"amma s'intende una meta con la strada che vi mena, uno scopo con Ia designazione dei mezzi per raggiungerlo, una bandiera di Iotta per la vita e per Ia morte, un ideale della nostra esistenza, alIora noi risponderemo che l'accusa e assolutamente gratuita, perche noi abhiamo un programma, echiaro, netto e precise.
La prima parola del nostro programma e anarchia, che ne conriene, per cosi dire, la sua quinta essenza e tutto in eSS3 sola 10 sintetizza. Se, come gill dicemmo, l' eguaglianza economica e tutt'altro che impossihiIe senza la liberta, l' anarchia al con. trario esige Ia piu completa egaaglianza fra gli uomini.
(6) Un rappresentante anarchisra al Cengres- 50 dellHavre dichiarava preaentando il suo mandato, che il solo statuto della sua associazione era di Don avere alcun statute,
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Non solo Pideale, rna la nostra pratica e Ia nostra morale rivoluzio_ naria sono eziandio contenute nelI' anarchia ; la quale viene cosi a formare il nostro tutto rivoluzionario. E' per cio che noi I'Invochiame come l'avvenimento completo e definitivo della rivoluzione: la rivolu, zione per Ia rivoluzione.
A noi, delPanarchia,e confidata solamente Ia missione distruttrice. N oi forse periremo in un' avvisaglia od ai primi colpi della grande giornata; forse a qualcuno sara dato persino mirare i primi aIhori dell'avvenimento umano. In tutti i casi, noi cadremo soddisfatti , Soddisfatti di avere concorso alIa certa rovina di questa mondo iniquo, crudele, infame; che, crollando, ci seppellira nella piu gloriosa tomba concessa mal a combattenti.
Ben aItri uomini nasceranno dalIe viscere stesse della feconda rivoluzione, per assumere il compito di attuare Ia parte positiva ed organica dell' anarchia.
Odio, guerra e distruzione a DOl, ad essi amore, pace e felicita.
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Comunismo e comunione di hem: la messa in comune di tutta Ia riccnezza esistente, che si usa in comune nella produsione, come nella consumazione.
COIDunismo, oggi, prima della rtvoluzione, e attacco alla proprjeta ; doman.i, nella r.ivoluzione, sara pre· sa di possesso da parte del popolo, ed in sulla terra; dopodomani, compiuto il movimento, comunismo sara il godimento comune di tutta la ricchezza esistente, da parte di tutti gli uornirri, secondo il principio: Da ciascuno secondo le sue facolta, a ciascuno secondo i suoi biso gni; cioe a dire: Da ciascuno ed a ciascuno a uolontii,
Cominciamo anzitutto dallosseryare che la presa di possesso ed il godimento di tutta la ricchezza esistente cleve essere, secondo noi, il £atto del popolo stesso, Siccome il popolo, I'umanita non e nil indivj· duo, che possa prenaeree, tenere nelle sue due mani tutta Ia vicehezza esistente, si e concluso dai comu-' nisti dello Stato, che bisogna per<1io delegate dei rappresentantc, 4el de-
positari della ricchezea eomune: i. stinuire, in a ltri termini, tutta una elasse di direttori del'la comune eC0- nomia. Noi non dividiamo questa 0- pinione. Noi non vogliarno imtermediari ; nOD vogliamo rappresentanti, ehe finiscono serupre per non rappresentare ehe lora stesei ; non vogliamo mediatori dell'eguaglianza, pin ehe mediatori della Iiberta ; non vogliamo nuovo governo; Don vogliamo nuovo Stato, per quanto 10 si voglia dire popo lare e demoeratico, r ivoluz.ionario 0 provvisorio.
La ricchezza comune, essendo disseminata BU tutta la terra, pur appartenendo di diritto alf'umanita intera, sara utilizzata in comune da co. loro ehe ai troveranno alIa portata di essa ed in misura di utilizzarla. E' la delegazione naturale ehe fa l'umaniti intera ad una parte di es- 88, di esercitare una parte dell'inteIO suo dir itto aul.la ricchezza esistenteo Le genti di questa paese ufi lizzeranno Ia terra, Ie macehine, gli 0- pificii, Ie case ecc. di questo paese e Be ne serviranno tutti in comune. Parte delf'umanita, eserciteranno il loro diritto qui, di fatto e diretta-
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mente, su di una parte della riecheeza umana. Ma se nn abitante di Pechino venisae in questo paese, si troverehbe nei medesimi drritti degli altr i: egli god~ebbe in comune cogIi altri di tutta la ricchezza del paese, nella stessa guisa che avrehbe fat~ to a Pechino.
L' agglomeramento degli individui del medesime mestiere, richiesto naturalmente dana grande fattoria 0 dal grande opificio meccanico, creed. la cosidetta corporaeione, societa 0 sezione di mestiere, che sara. prohabilmente Ia forma sotto la quale si organizzera illav:oro nel comune. Ma Be questa corporazione 0 sezione di mestiere deterea ed usera la parte di capitale che le concerne, cio non vuol dire che essa ne sara proprietaria. Il diritto di proprieta rimane indiviso e indivisibile in tutta quanta I'umanita e noi non saremo mai partigiani della corporazione proprietaria piu che dello 8tato pro prietario. Bel negozio faremmo davvero, distruggendo 10 Stato pe.r sostituiegfi una moltitudine di picco'li Stati! Uccidere il mostro da una testa, per 150- stituirgliene uno a mille teste 1 No;
I'abbiamo derte e nOD cesseremo di ripcterlo: no n vogliamo int mediad, HOD vogliamo agenri, mezeani e servitori prcetantl, che fioiscono sempre p r diventare i veri padroni: noi vogliamo che tutta la r'iechesza esistente sia presa direttamehte dal popolo stesso, che aia conservata nelle sue mani po tenti , e che egli stes.so decida del modo migliore di goderne, aia per Ia produzione, che per la consumazione.
Ma, ci si dornanda, ei potra attuare il comunismo? A vremo abbastanza prodotti per Iasciare a ciascuno il diritto di prendere a volonta, senza :reclamare dagli individui piu Iavoro di quanto essi stessi ne vorranno dare?
Si, noi rispondiamo. Certamente che si potra applicare il principio:
Da ciascuno ed a ciascuno a volonta ; perche, nella societa Iutura, Ia produzione sara 81 abbondante, che non vi sara il minimo bisogno d i Iimitare la consumazione, ne di reclamare dagli uomini piu lav:oro di quanto ne potrarmo 0 vorranno dare,
Quest'immenso aumento di produzione, del quale non possiamo og-
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gi nemmeIio £arei un'Idea, si puo mdavieare esaminando Ie cause ehe 10 pr,oyocheranno, Ie quali pOSSQno r.idursi alle tre prineipali:
1) L'armonia della oooperazione nelle diverse hranche dellartivita umana, scstituita ana latta deU'attua~ Ie sistema dena coneorrenza,
2) L' introduzione immensa di macchine di ogni specie.
3) L'economia considerevole di forze di lavoro, di materic di lavoro e di mezzi di Iavoro, realizzata dalla soppressione della produzione noeiva ed inutile.
Oggi, nel sistema di produzione capitalistiea, tutto e concorrenza, lotta: lotta accanita ehe si fa tra capitalista e cap ita1ista , tra lavoratore e Iavoratore, tra lavoratore e eapitalista: lotta da individuo ad individuo, da regione a regione, da nazionea nazione .. E' una guerra al coltello, nella qtrale Ia morte dell''uno e la vita dellaltro. Un operaio trova lavoro 13. dove un altro 10 per~ de ; il capitalista si arricchisce eon l'introduzione delle macchine, rnigliaia di operai sono sbalzati sul Iastrico; un'industria 0 pili i.ndust:rie
prospcrnI1o, altre periclitano, un capita Iista si arricchisce per In stessa causa , in ragione inversa, che altri falliscono.
Ora nella societa futura, come ab, biamo giit. d tto: Non piu latta fra uomini ; rna lotta in comune di tutti gli uomini riuniti, per la piu grande conquista ed il pin grande sfruttamento delle forze naturali. Non piii ciascuno per se contra tutti, e tutti coutro ciascuno ; rna ciaseuno per tutti e tutti per ciascuno , Ognuno pno immaginarsi quale immensa cambia men to ai otterra nei risultati della produzione. QuanLI) non sara aumentata Ia produzioue quando ogni uomo, Iungi dal dover lottare contra gli altri, sara da essi aiutato, avendoli non piu nernici rna cooperatori? Se il Iavoro semplicemente cooperativo di 10, dieci, uormru, ottiene risultati assohrtamente impossibili per un uomo solo, quando mai grandi 110n saranrro i risuItati che ei otterranno dalIa grande eooperazione di tutti gli uomini, ehe oggi Iavorano in istato di continua e reeiproca ostilita? E le macchine? L'apparizione di questi po-
tenti mezzidj Iavoro, per grande. che possa seoohrarci oggi, non e che Infinitamente piccola in paragons di quella che sara nella societa a venire ..
L1introduzione delle macchine e oggi ostacolata sovente dall'intereg~ se delcapitalista, il quale «.e dizetto ne ' suoi calcol'i dalla differenza di valore tra Ie macchine e Ie forze di lavoro ch 'esse possono spostare» , (7)
Le macchine oggi non hanno per iscopo di alleggerire la minima pena al lavoratore, ma solamente di creare maggior quantita di plusvalore per ingrossare sempre piu j] capitaIe. (8) E' quindi il beneficie, il tanto per cento di guadagno Ia sola rap gione che possa oggi renderle accetteo Quante macchine restano senza Ia minima applicazione, perche il loro uso costerebbe alcapitalista piu di quanto gli costa Ia forza di [avoto che con queUe dovrebbe supphre! La condizione piu vile e misera del lavoratore dedito ad un genere di Iavori piu penosi e appunto la ragione che impedisce Ia Introduzione
(7) Marx .• I.e capItal, p, 170.
(8) Idem, p .. 161. .
d n mar-chin in qu 1 g nere di la" rio II apitalista comprs allora In sua forza di lavoro ad un prezzo tanto has 0 che non puo trovare In mi. nima con" nienza ad eseo-uire quel Iavoro con 1€ macchine. «Egli e Co- 51 che in Inghilterra, il paese delle macchine, Ia forza umana e prodi, gata per bagatellacol pin gnnde cirri mo». (9)
Si vede da cio tutta Ia stupid ita di colora ehe vengono fnori ad obiettarei COIl aria da uomini di spirito:
Chi spazzera le strade? Chi vuotera i cessi? eCC. Tutto cio sara. fatto daIle macchine , Ie quali non saranno piu inventate ed applicate in ragione diretta della pena fisioa e morale di un data genere di lavoro.
11 lavoratore stesso oggi e nemico delle macchine e con ragione, poiche esse SOllO per lui mostri aff'amatori, che vengono a degradarlo, a torturarlo, a schiacci arlo , Ma quanto non sara grande il suo interesse ad aumentarne il numero, quando non piu servo delle maochine, ma
(9) Marx, o, c., p. 170.
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con 1 mIJ cl ill al BUO servislo, lavor )1'8 p 'r suo proprio conto?
In line hisogna calcolare l'i:m.mensa
cOl1oroia che si reahzzera sui tre e~ lem uti del Iavoro: Ia rona, t, materia ed i mezzi dj Iavoro, oggi orribihnente sciupati in una produzions assoilltamente inutile, quando non e nociva alf'umanita. L'enumerazione sarebbe lunga, rna ci bastera citare 1 armata di terra e di mare ed il 10- ro rispettivo armamento ; la costruzione e Ia manutenzione delle fortezze, delle caserme, dei navigli, degli arsenafi, dei cannoni e di quanr'altro e richiesto per Ia guerra; Ie prigioni e quanta concerne la polizia e Ia giustizia; le chiese e quanto concerne il culto. E senza andare pin innanzi, non vede chiaramente ognuno quante mai braccia, quanta materia e mezzi di Iavoro occupano tutte queste case tanto dannose aII'umanita? E quanta prodigiosa non sara Ia produzione delle cose utili a tutti quando a questo solo scopo saranno impiegate dallumenita tutte Ie forze, tutte Ie materie e tutti i mezzi di lavoto?
Questa economia di forze di lavo-
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ro, materie di lavoro e mez:zi di lavoro si realizzera immediatamente
,
cominciata appena la rivoluzione; e per questo solo fatto nOR e a temere che fin da principia, quando Ie macchine non saranno aneora aumentate, ]a produzione pOSBa scarseggiare, Basta gettare un'occhiata Bulle statistiche del consumo della classe dominante per persuadersene.
Un illustre descrittore della terra ha detto: «La terra i':: abbastanza vasta per portarci tutti nel SUf) seno, abhastanza ricca per Iarci vivere tut .. ti nell'agiatezza. Essa PUQ dare abbastanza piante fibrose perche tutti abbbiano da vestirsi, essa ha abbastanza pietre ed ar gilla per dar case a tutti. C'e posto per tutti i fratelli nel banchetto della vita. Eceo il £atto nella sua sempliciti. ecenomica». (10)
Si, il comunismo e attuabile, Si potra perfettamente Iasciare ad 0- gnu no prendere a volonta di cio ehe avra biaogno, perche ve ne sal'9. ab-
(10) El.'iseo Reclua > Conferenza fatta a Gin.,. vra II 5 febbraio 1880, pubblicata nel n. 1, ~ol. II della Rivista intemaxlonale del Soci!iIismo.
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bastanza per tutti; Don vi sara bisogno di domandare piu lavoro di quanto ognuno ne vorra dare, perche vi sara sempre abbastanza prodotti per Pindomani.
E' quest' abbondanza, che trasportando la necessita di Iavorare per vivere daIl'individuo alla comunita umana, libera il Iavoro individuale da ogni carattere di peso e di asservimento, lasciandogli solamente 1'attrattiva di un bisogno fisico e morale, assolutamente eguaIe a tutti gli altri bisogni di un completo sviluppo umano: studiare, vivere con Ia natura, ammirare il bello delle opere dell'arte, amare, ecc.
Non basta a noi mostrare che il comunismo e possibile; vi e mestieri provare eziandio che e necessario. Non solamente si puo essere comunista, rna bisogna esserlo sotto pena di mancare 10 BCOpO della rivoluzione.
Infatti, Be dopo aver messo in comune i mezzi di lavoro, si mantiene l' a ppropriazione individuaIe dei prodotti del lavoro, bisognera rreeessa .. riamente eonservare esiandio la mo-
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neta od un suo equivalente, ammet. tere, insomms, una aC9umulazione di ricchezza piu 0 meno grande a seconda del piit 0 meno merito, a meglio di abilita degli indivitl ui. Co~ loroche giungerannoa possedere piu ricehezza, si eleveranno aI di sopra del livello degli altri e I'uguaglianza seomparira. NOll rimarra allora che un sol passo da fare ai contror.ivolu, zionari per ristabilire il diritto di eredita,e Ie proposte non maneheranno.
II Iavoro umana 0 e realizzato 0 e in potenza: a e il prodatto 0 e la forza di lavoro. Nel primo caso, es- 80 offre una soddisfazione ai hisogni umani; nel secondo, dimanda una soddisfazione ai bisogni del Iavoratore: dimanda Ie cose necessarie aIM Ia conservazione della forza del lavoro. Nel primocaso, il Iavoro trovasi su di un terreno di perfetta eguaglianza, perche tutte Ie utilita umane, per quanta varie, sana sempre erualmentedegne e rispettabiJi, perchs tutte Ie soddisfazioni de' nostri hisogni, per quanto diverse, sono egualmente necessarie e giuste. Ma nel secondo caso, quando it }PM
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voro e potenza 0 forza di Iavoro, quando esso esige, cioe, Ia soddisfazione d ' bisogni del Iavoratere, esso trovasi in tanta disuguaglianza quanta e disuguale Ia condizione dei possessori stessi della forza di lavoroo E' Ia disuguag1ianza di lavoratori che si r iflette Btl! lavoro e 10 marca col suo sigillo. Se il sezionare fetenti cadaveri e mestiere piu nobile del sezionare buoi e montoni, egli e appunto perche l'anatomico si trova in condizioni materiali e morali di gran lunga superiori a quella del poveto macellaio. La medesima operazione, come per esempio In manipoluzione del concime, e nobile od ignohile a seconda che viene eompjuta du un povero giornaliero 0 da un professore di agronomia.
Uno dei piu belli risultati del comunismo sara quello di rendere perfettamente uguali tutte le varie specie di lavoro, uguagliando appunto Ia condizione stessa del Iavoratore, attribuendogli, cioe, tutto cio che richiede la reintegrazione delle sue forze, tutto do che dimandano i suoi hisogni. Vi si oppone l'attl"ihuzione individuale dei prodotti del Iavoro,
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-he verrebbe a ri3tahilire l' ineguagIianza fra gli uomini merce Pine. fl"uuo-lianz8 fro. le diverse specie di
t> '='
Jnvoro. Si vedrebbe ricomparire
immediatamente il Iavoro « puIi to» ed il Ia voro « sporco », il Iavoro « nobile) ed il lavoro « i. gnobile », il lavoro « leggiero » ed il Iavoro «pesante»: il primo sarebbe la cura dei pin ricehi, mentre il secorrdo., il carico dei pin poveri. Allora, non sarebbe piu la vocazione ed iI gusto personale che determinerebhe l'uomo a dedicarsi ad un tal genere di attivita piuttosto che ad un ahro: sarebbe l'interesse, la speranza di guadagnare dippiu in questa che in quelIa professione. Ri, nascerebbe cosi la pigrizia e la diligenza, il merito od u demerito, il bene ed il male, il vizio e Ia virtu, e per consegueuza il premio e Ia pena, Ia lcgge e il giudice, 10 sbirro e la prigione.
Infine diremo che e impossibile essere anarchists senza essere cornunista , La sola idea della distribuzione de' prodotti a seconda de' meriti contiene gilt in se, un germe di autoritarismo. Esaa non potra ma-
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nifeetani senza generare immediatamente Ia legge, i] giudice, il gendarrne.
Altra volta, tutti gli anarchisti ci dicevamo collettivisti, per distinguerci specialmente dai comunisti autoritari : rna in fondo noi eravamo ne piu ne meno che comunisti antiautoritari dieendoci collettivisti, noi professavamo che tutto deve essere messo in comune, senza fare differenza tra i mezzi di lavoro ed i prodotti del lavoro.
Un bel giorno vedemmo sorgere nel campo socialista una nuova scuo , la, che, r.isuscitando vecchi errori, comincio a filosofare, a distinguere e a differenziare e fini per farsi propugnatrice di un collettivismo, che non era ne il comunismo autoritario, De il comunismo anarchico. Forse i promotor] ebbero it lodevole pensie, ro di realizzare una sintesi, rna Del fatto non r iuscirono che a formare un partito del centro, un giusto mezzo moderato, un eclettismo snervato.
Essi ragionavano nel seguente modo: esistono valo ri d'uso e valori di produzione. I valori d'uso sono
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queUi ehe rioi impieghiamo a soddi.sfaro i nostri hisogni personali: Ia casa che abitiamo, i viveri che consumiamo, Ie vesti, i libri, eec.; mentre i valori di produzione sono quelIi dei quaIi ci serviamo per produrre: l'officina, Ie stalIe, Ie rimesse, i magazzini, Ie macchine ed ogni sorta di stru merrti eli lavoro, il suoIo, eec.: in una parola tutti i rnezzi di Iavoro, piu Ie materie eli_Iavoro. I pr imi valori, che servono a soddisfare i hisogni clell'individuo, devono essere eli attribuzione individuaIe, mentre i secondi, che servono a tutti per proclurre, devono essere eli attribuzione collettiva.
II ragionamento, per dir vero, ei sembr a stracco; e dimandiamo ai nosrri avversari: voi che accordate il titolo di valori di produzione al carhone che serve ad alimentare Ia macchina, a11'olio che serve ad ingrassar la, aUa lucerna che rischiara 1'0fficina, perche non volete concederlo eziandio al pane ed alia carne che mi alimentano, all'olio col quale condisco FInsalata, alIa Iucerna che rischiara il mio gabinetto, a tutto cio che serve, in una parola, aIlo
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Aviluppo della piiI perfetta di tutte le macchine, del padre di tutte Ie macchine: 1 'uomo? V oi classi6.cate Ira i valori di produzione la prateria e la stalla, che serve ai buoi ed ai cavalli e volete escluderne Ia easa ed i1 giardino che serve. a1 piu nobile di tutti gli animali, l'uomo? Come fate a stahilire una differenza, oggi stesso difficile, rna che diventa assolutamente impossibile quando il produttore ed il consumatore si confondono nella stessa persona?
Non e certo questa teoria che poteva rinforzare i partigiani dell' attribuzione individuale de' prodotti del lavoro. Essa non ebbe per risultato che di gettare l'.allanne fra gli anarchisti, i quali, temendo si volesse con essa attenuate Ia portata della rivendicazione rivoluzionaria, videro le necessita ur gente del dichiararsi francamente e recisamente comunisti.
Messa fuori d'arcioni la scienza poco scientifica, siamo d'altra parte asealiti in nome della giu8tizia.
- Non e giusto - ci si osserva - che colui il quale lavora dippra debba percepire quanta Paltra che Ia-
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von di meno ed al bisogno anche pill di lui, come ai vorrebbe; l'attribuzione de' prodotti non deve esser Iatta a seconda de' bisogni 0 della voJontil dell'individuo, rna a seeonda del suo merito.
- Ma COlDe farete - rispondiamo noi - col Iavoro collettivo della grande industria e con Ia tendenza sempre crescente nel Iavo ro moderno di servirsi del lavoro passato, come farete a distinguere la parte che produce l'uno daUa parte che produce I' altro?
- Prenderemo per base dell'attribuzione de' prodotti I' ora di IaYore. Calcoleremo quanta si produce in un'ora di lavoro medio 0 louoro sociale e tanto attribuiremo ad 0- gnuno per ogni ora del suo lavoro.
- Ma allora non ci venite piu a parlare in nome della giustizia! Voi non potete ignorare che il lavoro medio 0 la:voro sociale non si realizza che nella cooperazione, «per il capitalista che sfrutta co lle ttiv a mente molti operai» (11) nella soeieta pre-
(1) Marx, Le Capital, p. 141. In mancanza, vedi almeno il Compendio del Capitate per Cafiero p, 35.
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sente e per la eomunita nella societa. avvenire ; non potete ignorare che d'operaio isolato, Pietro 0 Paolo, si soosta piu 0 meno dall'operaio medio» (12) ed aHora ache ai riduce la vostra pretesa giustizia? Ne piu ne meno ehe all'arbitrio ed all'ingiustizia.
Un ultimo e disperato assalto ci vien fatto dai nostri avversari e queste volta in nome deH'opportunita.
- Col vostro comunismo - esai dicono - .. manchera 10 stimolo a1 lavoro, che noi conserviamo con I'attribuzione individuale de' prodotti. Chi potra soddisfare tutti i suoi bisogni senza Iavorare, non Iavorera di certo perche il lavoro e penoso.
I sosten itorj della classe capitalista non parlano altrimenti. Ma il primo risultato della nostra rivoluzione sara appunto quello di spogliare il Iavoro da ogni pena .... Prescindendo dane molteplici cause che nella presents societa rendono penoso il Iavoro, Ie condizioni di miseria e di avvilimento in cuisi trova
(12) Marx, Idem. p. 140. In mancanza, vedi almena il Compea.dio del CapiiaIe per Cafiero ..
il Iavoratore, Ia necessita di bl'e un Iavoro contrario ana propria inelr, nazione 0 superiore aIle proprie forze ecc., bisogna notare che Ia principale, Ia coaaione, dovra necessariamente scomparire con tutte lealtre. L 'obhligo dellavoro imposto oggi all'individuo sotto la penale ddIa fame nella societa avvenire viene trasfer ito a lf'u manits intera. In eonseguenza di cia, come gia abbiamo accennato, il Iavoro cessera eli essere un hisogno estrinseco e divented un bisogno intrinseco dell 'jndividuo: cessera, cioe, di essere l 'artrcolo della legge umana della fame per conservare il 8010 posto di comandamento naturale d'igiene.
Chi non 1avora non mangia, dice Ia Iegge de' collettivisti, ehe poi pe.t eseguirsi Ira bisogno dei birri: chi non lavora vive male e deperisce, dice il precetto igienico di quella Iegge naturale che noi vogliamo sola reg:olatrice. E' impossihile violare un articulo della Iegge naturale, schi. vando Ia pena corrispondente da essa sanzionata. «La ginnasticae il movimento inutile che si fa in pena del movimento utile che non si e fat-
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Lo) (13). Oggi stesso, 0 per amore o per Iorza, non v'ha alcuno che stia nell'inazione. I gaudenti fanno movimenti inutili 0 movimenti che mi rano alloppressione ed allo sfruttamento de' sofIerenti, e vero, rna Ianno pur sempre un'azione. Ora il fine principale della nostra r ivohr. zione dev'esserc appunto di togliere aJI'uomo ogni mezzo di fare movimenti inutili 0 dannosi all'umanita. Preclusa ogni altra strad a all 'attivita fisica, morale e intellettuale e lasciata solamente libera quella dell'u.mana utitita, Ia legge naturale avra In sua piena applicazione: rendersi utile al proprio simile 0 deperire nelPinazione. E I'unico mezzo per chiudere tutte Ie vie dell'azione inutile 0 dannosa per l'umanita e il comunismo de' mezzi e delle materie di lavoro non 6010, rna eziandio de' prodotti del lavoro: ilcomul1ismo completo: il comunismo propriamente detto.
Ogni soci abi lita ha i suoi speciali stimolanti dell'attivita umana, pro-
(13) Adolf Vogt, prof. d'igiene aU'Universita di Berna.
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pri. del suo tempo; ed il volere adattare ad una quelli di un'altra e un assurdo grandissimo. I stimolanti delle virtu guerriere dell'anbchita non saranno i stimolanti delle virtu guerresche del medioevo, come questi ultimi non potranno alIa lor volta stimolare Ie virtu capitaliste della sociahi lita presente, e per conseguenza e stoltezza il voler adottare «La sete dell'interesse») come stimolante di attivita nella sociabifita u_mana.
L'interesse comune od umano 80- stituito dalla nostra rivoluzione al. l'interesse individuale sara. necessariamente 10 stimolante di un'attivita utile a tutti, di un'attivitlt eminentemente umana.
Questa sconfinata attivita sara la sola ampia palestra nella quale lotteranno gli esseri umani per Ie incruenti e nobili conquiste del buono, del bello, del grande.
Attivandosi in lavori fisici ed intellettuali ad un tempo, spesso svadati e molteplici, l'uomo guadagne~ ra in honta fisica e morale: un corpo robusto e formoso, un'an.ima nohile ed umana. In Iontane inesplo-
rote regioni, rra popoli sclvaggi, animoso eorr ra ad appogare la sua sete di grand ZZ3, a raccogliero trolei non piu di sterminio, rna di vera gloria umana. E se Pamore, che pur e tanta parte delta vita, fu si possent stimolo di attivita nelle civilta passate, quanta mai pin 10 sara nell'nvvenire, che avril il Iavoro come solo campo delle sue conquiste?
Attivarsi fisicamente, mtellettual. mente e moralmente ill pro dell'umanita sara il solo lavoro possibile nella sociabilita umana, che per hoc, ea della legge naturale, senza gindizi e senza birri, did. agli uomini:
Volete vivere sani, forti e beUi?
Lavorate. Volete essere forti e buoni nello spirito? Lavorate. Volete oppagare la vostra sete del helloe del grande? Lavorate, Volete conquistare I'affetto della donna amata? Lavorate.
Non lavorerete? 10 vi condanno inesorabilmente a vegetare come bru. ti, fuggendo il eonsorzio degli uomini, per 10 loro .favella, che voi non eomprenderete, per i loro affetti, che voi non sentirete, per Ia loro gene-
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rosita, ehe vi umiliere, per la loro grandezza, che vi aclriaccera l.
Ecco quale sara 10 stimolante j mposto dalla rivoluzione all'attivita o.~ mana nella societa avvenire mediante il comunisrno.
Ma finalmente il nernieo cede. I nostri avversari ci eoncedono che alIa fine hisogna andare al comunismo; rna poco a poco (e la Ioro malattia). E perche? Ve 10 diranno essi stessi:
- Anzitutto, perche non siamo persuasi che, almeno pel principio, non avremo una deficienza di prodotti; e secondo, perche col vostro eomunismo fulminante voi darete ad ognuno il dir'itto di prendere a volonta, quando non aneora sara scomparso l'interesse individuale, quando non sara fatta ancora Pedueazione di tutti per il lavoro, d ifetto al quale non si puo sopper'ire se non mantenendo aneora lo stimolo al lavoro, nel maggiore 0 minore guadagno ehe si pUD da e880 ritrarre.
Cominciando £lalla seconda obiezione, risponderemo che non e Ia nuova educazione che generera il nuovo interesse, rna il nuovo interesse generera la nuova educazione.
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Non ci e volute niente di morale, niente di educativo per far passa;re l'uomo dall'antropofagia aUa schiavitu, nessuno sviluppo morale od educazione per faclo . transitare dalla schiavitu aIla servitn e parime.nti dalla servitir al salariato,
La rivoluzione ha trasforrnato gl''mteressi, e, riconoscendosi che conservare un uomo era piu utile che mangiarlo, e nata la schiavitu, nella stessa guisa ehe, riconosciutosi il lavoro dello schiavo meno profittevole del lavoro del colono asservito e nata la servitu, e che piu tardi, per Ia stessa ragione, e nato il salariato.
Non e dunque un processo edueativo che si riehiede, rna la r'ivoluzione, che sola PUQ trasformare i presenti intetessi di lotta tra noma ed uomo; in interessi di Iotta cornune di tutti gli uomini, per la maggiore conquista ed iI maggiore sfruttamento delle forze naturaIi a vantaggio della comunita umana, ehe sola potra trasformare Ia presente sociabilita borghese in soeiabilita umana, II comunismo trasformando l'interesse privato in interesse pubblico e vi-
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eversa sara it solo po sibile, reale ed fficace educatore del popolo.
L "individualismo ermafrodito pre-
onizzato dai collettivisti, lungi dal.
I'avviarci al comunismo, 6arebhe il vero pun to di partenza della eontro. rivoluzione per ritornare all'individualismo bello e buono. E' iollia 11 credere che nel s-sterna dell'attnbuzione individuale de' prodotti, quan, do comineera 1 "esuberanza di prodnzione, ognuno zinuncera spontaneamente, nella sua spettanza, al mppliI non zichiesto da' suoi hisogni a vantaggio della co llettivita e che da questa accumulazione di produzione ne potra seguire il comunismo finale. No, nessuno rmuncera alia menoma parte della sua attribuzione, per quanto grande essa sia, sino a che yi sara I' attribuzione individuaIe de' prodotti del lavoro, sino a che si potra essere piu ricco, 0 pili povero. Al contrario, i piu ricchi S8- ranno fatalmente spinti a desiderare maggiori ricchezze; e conseguiranno i1 lora scopo non solo con Ie maggiori attitudini d'ingegno e di ahiIita, che in essi svi luppera naturalmente il prmcipio di Iotta, fatta an-
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cora tra uomo ed uomo, ma ezinndio e so pr atttrtto 10 consegujrauno con l'inganno, In frode e tutte Ie altre male arti, ehe possorisi adoperare da uomini sospinti fatalmente da circostanze reazionarie alla cornror'ivoluzione. E l' umanita vedra ancona una volta uomini, ehe, nella lodevole idea di assicu rare le conquiste della r ivofuzione, commetteranno I'errore di arrestarne il suo corso e finiranno per tradire essi stessi quella rivoluzione ehe si proponevano servire.
Infine, se dopo tutte 1eeose dette sull'aumento di produzione nella societa Iutura, v'ha ancora chi ne dubitasse, almeno pel principio , noi diremo ehe auche quando si fosse obhligati al razionamento bisognerebhe sempre fa rIo a seconda dei bisogni e non mai a seconda dei meriti. La pubhlica calamita non deve essere pretesto d'ingiustizie; il suo peso deve essere sopportato da tutti, in ragione diretta, e giammai in raglofie inversa delle forze di ciascuno; ne piu ne meno ehe avviene generalmente nella famiglia deU'operaio.
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II padre porta a casa cinqae lire al giorno, il figlio piit grande due 0 tre ed il ragazzo una lira sola. La madre tiene la casa e prepara il desinare. A tavola ognuno prende avo. Ionta ; e quelli ehe mangiano di ppiu sono appunto quelli che pcrtano me. no. Ma vengono giorni piu duri in cui il Iavoro manea, e il desinare diventa, per conseguenza, piuttosto searso. Non si puo piu fare affidanza con l'appetito ed il gusto di ciaseuno e si viene al razionamento. Ma vedete, questa ripartizione nOD si fa a seconda de' meriti: il ragaszo, ehe porta meno di tutti, prende 1a parte piu grossa e Ia vecchia che non porta nulla ha la parte miglioreo Nella famiglia, dunque, Ia aventura comune si sopporta da ciaseuno a seconda delle sue forze e non la si fa pesare dippi-u BU que1li appunto che hanno diritto a risentirla tanto meno per quanto sono piu deboIi. Potra essere altrimenti nella grande famiglia umana delI'avvenire?
In conclusione, noi possiamo e dobbiamo essere -comunisti, perehe i prodotti non mancheranno, perche
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nel eomunismo realizzeremo la vera eguaglianza, perche il pnpolo, ehe non comprende il sofisma collettivista comprende pedettamente il comunismo, perche infine noi siamo anarchisti e r anarchia ed il comunismo sono i due termi.ni necessari del.la rivoluzione.
* * *
Carlo Pisacane r iassurnera degnamente il nostro ideale rivoIuzionano:
(Quale sarebbe il tipo ideale d'una societe perfetta? Quella in cui ciascuno fosse nel pieno godimento de' propri diritti, che potesse raggiungere il massimo svilu ppo di cui sono suscettibili Ie proprie facolta fisiche e mora Ii e giovarsi di esse senza la necessita 0 d 'umiliarsi innanzi al suo simile 0 di soprafIarlo; quells socie- 13. insomma in cui Ia Iiherta non turhasse l'eguaglianza; quella in cui in ogni uorno it sentimento fosse d'aecordo con Ia ragione, e in cui niuno fosse eostretto di operare contro i dettati di questo, e soffocare gl'impulsi di quello. In tal caso l'uomo
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manUeaterebhe Ia vita in tutta la sua pienezza e peri) potrebbe dirsi perfetto». (14)
«LibertO. ed eguaglianea sono i cardini 5U cui deve poggiare l'umana fel.icita». (15)
(14) Saggl,o 8ulla Rivoluzlone, p. 6. (15) Sagglo suJla RJ.voluzione, p. 165.
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