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Fin dal 39, la popolazione mondiale incolpava dello scoppio della guerra il leader nazista Adolf
Hitler. L'interpretazione popolare è sostanzialmente confermata dalla storiogra a. Oggi gli storici
inquadrano il secondo con itto come un ampio con itto ideologico che coinvolse di erenti regimi
politici. Tuttavia nessuno può a ermare che senza il Fuhrer non si sarebbe data vita a regime da
lui creato.
La responsabilità tedesca fu sancita dal processo di Norimberga contro i gerarchi nazisti e
avvenne tra il 20 novembre del 45 e il 1 ottobre del 46.
I capi deputazione per i processati, che furono sottoposti al giudizio del tribunale militare
internazionale, furono: il complotto politico, crimini contro la pace, crimini di guerra e crimini
contro l'umanità, che comprendevano la persecuzione e lo sterminio. La difesa degli imputati si
basò su due tesi: il ri uto di riconoscere la legittimità della corte, la necessità per militari e
funzionari di obbedire agli ordini ricevuti. Il processo che attirò l'attenzione dell'opinione pubblica,
si concluse con la condanna degli imputati a morte o a pesanti pene detentive.
Un processo molto simile a quello avvenuto a Norimberga, si tenne tra il 46 e del 48 a Tokyo, dove
furono incriminati alcuni criminali di guerra giapponesi. I due processi furono criticati per il non
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coinvolgimento dei paesi neutrali o di quelli scon tti nella giuria. Nonostante ciò, rappresentano
un punto di svolta per la giurisprudenza internazionale: hanno consolidato il ruolo del tribunale
militare internazionale e ra orzato la capacità di punire crimini mondiali, come il genocidio.
Durante i processi, furono a ermati due principi, volti al contenimento della violenza tra Stati:
l'impossibilità di sfuggire alla responsabilità individuale, il diritto-dovere della comunità
internazionale di perseguire i criminali di guerra. Con l'a ermazione di questi criteri, nel 2002
nacque la corte penale internazionale, con sede all’Aia.
Un processo simile a quello di Norimberga non si tenne per i fascisti e militari italiani. La
conseguenza di questa ‘mancata Norimberga italiana’, fu l'autoassoluzione degli italiani e l'oblio
dei crimini commessi dai connazionali.
Gli storici stimano che i morti del con itto siano all'incirca 48 milioni, di cui 12 milioni le vittime
delle deportazioni naziste. La popolazione che ha pagato il tributo più alto si stima fosse l'unione
sovietica, con circa 20 milioni di deceduti. Uno degli aspetti più cupi della seconda guerra
mondiale fu il suo essere una 'guerra totale’: l'aggressione alla popolazione civile divenne un
elemento strategico del con itto. Gli organi di comunicazione di massa indicavano il nemico non
solo dell'esercito ma anche dello stesso Stato. I nazisti applicarono ‘Neue Ordung’ il nuovo ordine
che prevedeva:
1.la deportazione e l'uccisione di ebrei, zingari, polacchi, russi o omosessuali,
2. il trasferimento in Germania di ciò che servisse allo sforzo bellico tedesco,
3.l’asservimento della popolazione locale costretta a lavorare per l’occupante.
Milioni di individui furono obbligati a spostarsi in Germania, costretti a lavorare in condizioni servili
nei campi e nelle fabbriche. Particolarmente pesanti furono i risultati delle campagne di
bombardamento aereo, condotte con intensità da entrambe le parti. Il progresso tecnologico
permise di dotare le abitazioni di pareti di apparecchi le abitazioni di apparecchi sempre più
grandi e moderni, che potessero contenere un carico di bombe maggiore. Di conseguenza, molte
città furono ridotti in cenere...nel 14 novembre del 40, un bombardamento tedesco rase al suolo la
città inglese di Coventry. I civili furono di conseguenza oggetto di vere e proprie politiche di
sterminio comandate dall’asse.
In Italia le tensioni tra i gruppi etnici divennero sempre più alte: migliaia di italiani furono vittime di
violenze processi sommari a seguito dei quali furono uccisi e gettati nelle foibe, cavità naturali
tipiche del Carsio. Le stragi delle foibe avvennero in due fasi:
1- dopo l'8 settembre del 43 con il crollo dello Stato fascista, italiani furono uccisi e infettati nella
zona dell’istria. Queste e eratezze furono scatenate dal movimento partigiano jugoslavo;
2- nella primavera del 45 quando iniziò lo smantellamento della struttura del potere di
oppressione nazifascista. Questa seconda fase si caratterizzò con una sorta di ‘epurazione
preventiva’ e violenza di Stato che voleva eliminare gli oppositori del potere comunista.
Il programma antiebraico di Hitler procedette in altre tre fasi: inizialmente si ebbe una procedura di
degradazione, durante la quale furono identi cati, esclusi dalla vita pubblica, privati dei beni e
colpiti con soprusi e assassini. La seconda fase, coincide con la reclusione nei ghetti polacchi o
negli altri campi di raccolta. In ultimo, vi è la fase di sterminio: nella quale gli ebrei furono deportati
nei campi di concentramento tra l'Europa centrale e orientale. Chi non veniva eliminato
all'ingresso nel campo, era costretto a lavori forzati e ad un forte stress sico e psicologico. Tutti i
campi erano dislocati in Polonia, dove gli ebrei venivano divisi all’arrivo tra coloro che erano in
grado di lavorare e altri che erano subito destinati alla morte nelle camere a gas e loro corpi poi
successivamente buttati nei forni crematori. Lo sterminio ebreo ammonta a circa 6 milioni di
vittime. Non si trattava solo di un genocidio, ma di un etnocidio, conosciuto in Occidente come
Olocausto, ma chiamato dagli israeliti con il termine Shoah. Non furono solo gli ebrei le vittime,
ma tutti coloro che i nazisti de nivano ‘subuomini’: sovietici, zingari, testimoni di Geova,
omosessuali e oppositori politici.
In Jugoslavia le forze antifasciste riuscirono a cacciare i tedeschi prima che arrivassero gli alleati.
Qui il movimento, vide capeggiare Tito che voleva costituire lo Stato jugoslavo federalista,
riconosciuto poi da inglesi e sovietici. In Grecia le divisioni ideologiche dei partiti antifascisti
furono furono all'origine di una guerra civile in cui si fronteggiarono il fronte nazionale di
liberazione e le forze conservatrici sostenute dal Regno Unito. In Francia l'opposizione al nazismo
iniziò prima della resa tedesca. Nel 40, il generale Charles de Gaulle incitò i connazionali a
ribellarsi, creando il movimento della Francia libera. Riuscì anche a formare forze regolari francesi
che combattevano a anco degli anglo americani.
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La Resistenza italiana si avvalse di un processo di maturazione politica che coinvolse molti
cittadini. A partire dal 43, si raggrupparono numerosi combattenti volontari, che si opponevano ai
tedeschi. La resistenza si dotò di un comando generale del corpo di volontari della libertà e
congiunse la sua azione con quella dei gruppi di azione partigiana (gap) e le squadre di azione
patriottica(Sap). Tra i partigiani, le brigate più numerose erano quelle comuniste, chiamate le
‘brigate Garibaldi’. Ad esse, seguivano delle formazioni cattoliche e socialiste, come le ‘brigate
Matteotti’. La lotta partigiana fu caratterizzata da una pluralità di visioni politiche, che
rispecchiavano diverse nalità. Da una parte vi era la lotta di classe e quindi l'inclusione all'area
comunista, da un'altra la resistenza era una guerra patriottica volta a salvare il paese dalla
dominazione nazifascista. La guerra partigiana diviene una vera e propria guerra civile, nella quale
i partigiani non combatterono solo contro il Wermacht, ma anche contro le truppe della
Repubblica sociale italiana. I protagonisti della resistenza furono gli autori della maturazione
politica e morale italiana, che si risollevò dalle macerie dopo più di vent'anni di guerra e
totalitarismo.
Per alimentare la guerra, la popolazione nazista escogitò di sottomettere e sfruttare le risorse delle
popolazioni vinte. Questo piano funzionò no al 42 quando la Wermacht si fermò a Mosca e il
Fuhrer dichiarò guerra agli Stati Uniti. Nonostante gli sforzi, in Germania la produzione di
armamenti non riuscì a tenere il passo agli alleati le cui fabbriche erano nettamente superiori.
Analogo fu il ragionamento giapponese, che ambiva a conquistare nuovi territori, come Pearl
Harbor e sottometterli, ma il divario con gli statunitensi era troppo grande. Ci fu così una disparità
di forze impressionante. Nel passaggio dalla guerra lampo alla guerra di logoramento dunque la
palese inferiorità economica segnò la scon tta della strategia dell’ asse. La supremazia
tecnologica degli Stati coinvolti nel con itto assunse un'importanza tale che costituì una vera e
propria arma ideologica che sostenne lo sforzo delle popolazioni ormai prostrata e danni di
guerra. Per tale ragione, la propaganda tedesca si impegnò a nché i tedeschi credessero in
un'arma vincente che potesse stravolgere le sorti della guerra, che Hitler chiamava le armi
‘stupefacenti’, come le V1 e V2. Quest’ultime erano delle bombe volanti, ossia aerei senza pilota
carichi di esplosivo e spinti da un motore jet. Costituivano rla base dello sviluppo missilistico nel
dopo guerra e della corsa allo spazio intrapresa tra Stati Uniti e unione sovietica. Tra le nuove armi
ci fu sicuramente la bomba atomica, la cui potenza era dovuta all'energia sprigionata dalla
ssione dell'atomo. Gli statunitensi realizzarono la bomba grazie a ingenti mezzi nanziari e tecnici
e alla collaborazione dei sici dell’epoca. Tutti gli scienziati europei furono riuniti dal governo di