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Giuseppe Bottai. Dal Regime alla Legione. di Carlo Rossi http://chiarodiluna-karl.blogspot.it/2012/10/giuseppe-bottai-dal-regime-alla-leg ione.

html Giuseppe Bottai nacque a Roma nel 1895 in una famiglia di commercianti. Ricevett e un' educazione di stampo risorgimentale mazziniano. Dopo il liceo si laure in g iurisprudenza. Nel 1915 si arruol vontario. Combatt sul Carso e sul Grappa, entrando poi nel corp o degli arditi. Come molti altri giovani della sua generazione l' esperienza del la Grande Guerra lo segn profondamente, esaltando alcuni tratti della sua persona lit. "La guerra per lui desiderio di misurarsi, combattere e vincere, una volont d i fare che trovi attuazione immediata, tangibile" (Giordano Bruno GUERRI, Introd uzione a Giuseppe BOTTAI, Diario 1935 - 1944, 1994, pag. 8). Dopo la guerra Bottai ader al Fascismo. "Il combattimento e il comando gli hanno confermato il gusto per l' azione e la capacit del comando, la sua voglia di "far e"... nessuno, fra i grandi gerarchi - tranne, al polo opposto, Starace - sub cos fortemente il fascino di Mussolini" (G. B. GUERRI, op. cit., pag. 9). Nel 1921 e letto deputato per il Partito Nazionale Fascista. L' anno successivo partecipa a lla Marcia su Roma. Fautore della "socializzazione della libert", della nazionali zzazione delle masse, del partito unico e di una dittatura oligarchica, per le s ue doti intellettuali, la sua capacit di lavoro e l' integrit morale rappresent a l ungo per il regime mussoliniano un fiore all' occhiello, assumendo l' incarico d i ministro delle Corporazioni e poi dell' Educazione nazionale. Le sue riviste C ritica Fascista e Primato ospitarono molti giovani intellettuali ed artisti, con sentendo l' esercizio di una prudente critica al regime. Avvers l' alleanza con la Germania e l' entrata dell' Italia nella Seconda guerra mondiale, pur non opponendosi alle "Leggi razziali", da lui applicate come mini stro dell' Educazione. Con Grandi e Ciano redasse l' ordine del giorno votato da l Gran Consiglio del Fascismo a seguito del quale Mussolini cadde il 25 luglio 1 943. Scrive Bottai nel suo Diario: "24 LUGLIO 1943 - Giornata attesa con drammatica commozione. A un bivio. Il nost ro dovere ci ha messo a un bivio, tra Paese e Partito, tra Italia e Regime, tra Re e Capo. Tanto duro lavoro per unire, cementare, fondere, fare di due uno nell a coscienza una; e, oggi, questo essere a un bivio, e un decidere che separa, de ntro, che torce, che dilania. Ma il dovere" (G. BOTTAI, op. cit., pag. 404). Dopo la caduta di Mussolini si nascose in un convento fino all' ingresso a Roma degli Alleati. Nel 1944 si arruol nella Legione straniera francese. Combatt contro i tedeschi in Francia e Germania. Dopo la guerra fu trasferito in Nord Africa. Rientr in Italia nel 1948. Non riprese la politica attiva ma vagheggi "un incontro tra sinistra, forze cattoliche e "buoni" conservatori" (G. B. GUERRI, op. cit, pag. 18). Giuseppe Bottai mor a Roma, colpito dal morbo di Parkinson, nel 1959. In Italia, dalla sua unificazione, nessun importante movimento politico si defin ito conservative, conservatore. E con ragione. Cosa si doveva e si deve conserva re? Il paese ha raggiunto tardi e male l' unit, stato retto per un ventennio dal regime mussoliniano, ha ospitato il pi grande e astuto partito comunista occident ale, ha conosciuto una democrazia parlamentare bloccata ed inefficiente fino all o scioglimento dell' Unione Sovietica, oggi afflitto da una profonda crisi non s olo economica ma anche politico-istituzionale e morale. Di cosa dunque possiamo vantarci? Giuseppe Bottai fu onesto, colto e coraggioso, ben pi di molti altri italiani. M a con i suoi errori e i suoi difetti rappresenta bene un paese che anche con la

sua parte migliore non riesce a risolvere i propri problemi e le proprie contra ddizioni. Quello che rimane irrisolto prima di tutto il nostro rapporto con la m odernit, mai davvero accolta in profondit, nel modo giusto, con strumenti cultural i ed istituzionali adeguati. L' Italia di oggi, coi suoi vizi strutturali, chiamata a reggere la globalizzazi one, a fronteggiare una competizione globale. Solo riflettendo coraggiosamente s ulla propria diversit pu migliorare prospettive che paiono inquietanti.

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