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STORIA CONTEMPORANEA PARTE 4

dalla Prima guerra mondiale. la Russia è decisiva proprio la guerra e le sorti non buone della guerra, tanto
che la porta a firmare questo trattato di pace in maniera anche pesante, con perdite pesanti, pur di salvare
la rivoluzione. regimi totalitari mi riferisco a 3 regimi :-Unione Sovietica-Germania nazista -Italia fascista

l’Unione sovietica nasce durante la guerra, in un contesto in cui sta perdendo la guerra, è in gravi
difficoltà, e quindi esce. I regimi totalitari non sono delle dittature classiche, perché che differenza c’è
secondo voi tra una dittatura per esempio di Napoleone o Napoleone III, e un regime totalitario come
quello nazista, sovietico, o fascista?

-quindi, si parte da quello per poi trasformare gli individui, attr un fine della solidarietà morale, dice la
Arendt «il fascio generale di pure azioni fisiologiche», quando uno è affamato toglie il pane al figlio più
grande di cui parla Primo Levi che poi quando negheranno l’olocausto si ucciderà anche per i sensi di
colpa, i sopravvissuti si sentono in colpa. È una pagina drammatica ed è qui che si arriva all’abolizione della
spontaneità perché io dipendo dalle mie funzioni biologiche, non c’è più volontà, sono io stesso che creo un
sistema che riduce a pure reazioni fisiologiche: questo è riuscito a fare passando attraverso questi tre livelli
e l’esempio più drammatico di cui parla anche Primo Levi ma che viene teorizzato dalla Arendt è quella che
lei chiama la «COMPLICITÀ TOTALE» sempre geniale anche nelle definizioni, cos’è questa complicità totale?
Risponde perfettamente e racchiude tutto il senso di quello che abbiamo detto fino adesso e ci fa capire
quanto la violenza, anche quella indiretta…cos’è la complicità totale? Quando le vittime diventano complici
dei carnefici. Il nazismo è stato così manipolativo spogliando l’individuo di tutto ciò che ha, lasciandolo
nudo con le sue funzioni biologiche da privarlo della sua spontaneità. E la complicità totale è questa, chi
sono i kapò? Non so se avete mai sentito parlare di kapò, Berlusconi l’aveva citata impropriamente perché
voleva fare uno sgarbo ai tedeschi, ma i kapò non erano tedeschi, i kapò erano spesso ebrei.

della violenza, mancherebbe secondo questi studiosi in maniera importante il tema dell’adesione volontaria
e invece tutti gli studi di De Felice e anche del suo allievo Emilio Gentile hanno fatto vedere che l’elemento
dell’ideologia anche qui forse si è sentito troppo e oggi è il momento di fare un passo indietro e arrivare
senza polemiche -per gli studiosi- ad una verità che è, come spesso accade, nel mezzo di queste due cose:
violenza…come già Arendt, ripeto, mi sembra comunque un momento…per quanto Arendt non inserisca il
fascismo per ragioni sue ma comprensibili, però identifica nel modello i due regimi fondamentali:
IDEOLOGIA e TERRORE quindi non è che può esisterne uno senza l’altro.

IL FASCISMO
Il fascismo è un movimento politico che si afferma con la prima
guerra mondiale, anche nel nome fondato nel 19’ per i fasci di
combattimento,questo è il primo nome che assume. Saltiamo il
periodo della guerra perché da questo punto di vista non ci sono
grandi evoluzioni politico- ideologiche, mentre ci sono nel
dopoguerra. Uno dei miti fondativi è quello di cui si appropria il
fascismo, ossia il mito della «Vittoria mutilata» che è un
espressione di Gabriele D'Annunzio. Sta ad indicare il fatto che
l’Italia potenza vincitrice si comporta psicologicamente come se
fosse una potenza sconfitta, ecco il mito della Vittoria
mutilata, un mito molto potente perché si sostiene che gli alleati
non abbiano dato tutto quello che era loro promesso, era
tantissimo, come Trento Trieste, la Dalmazia ecc.

La Dalmazia in effetti con il trattato di Rapallo non viene concessa


all'Italia perché si intromette Wilson che non aveva fatto parte
ovviamente delle discussioni sul patto di Londra, Wilson non
poteva essere tacciato di averci ripensato. Viene evacuata
Fiume, che Mussolini si prenderà il 24 con la forza. Il problema è
come abbiamo detto, la prima guerra mondiale ha introdotto
come strumento ordinario nella vita quotidiana degli italiani è la
violenza, la brutalizzazione della vita in generale dopo 4 anni e
più di guerra. Da un certo punto di vista l'intento liberale è
nobile, capiscono che bisogna allargare le basi di consenso dello
stato perché siamo in epoca in cui il consenso delle masse è
diventato fondamentale visto che la guerra le ha coinvolte.

Se ti coinvolgo politicamente interessandoti con la propaganda


sia con l'obbligo di fare la guerra è ovvio che io esprimerò un
giudizio sul tuo operato coinvolgendoti. Quindi gli intenti sono
nobili ma gli strumenti sono un po' inadeguati, se ci aggiungete
che nel 19'-21', 18'-20', io direi 18'-21' , più di un biennio secondo
me, su tutto il territorio nazionale come nell'area della Valle
Padana dove ci sono concentrate le industrie, ci sono scioperi
generali molto grandi anche nelle campagne, perché ci sono
ragioni legate all'atteggiamento del partito socialista Italiano che
si è spostato su posizioni massimaliste, vuol dire che guarda
all'Unione sovietica come modello di riferimento. In quel
momento storico dopo la prima guerra mondiale, con tutti quegli
scioperi, con imposizioni di consigli operai nelle fabbriche, gli
imprenditori si sentivano deprivati della loro possibilità di
decidere in termini manageriali secondo i propri
convincimenti. Quindi non mi sto schierando con gli
imprenditori, sto cercando di farvi percepire quali erano le loro
percezioni, dobbiamo provare a rivivere la storia anche
emotivamente.

Perché il ruolo della cosiddetta « Red scare» , della paura dei


rossi, è fondamentale per capire l'avvento del fascismo, è
determinante perché cosa fanno questi imprenditori nelle
fabbriche e nelle campagne visto che la tattica giolittiana è quella
di non schierarsi che aveva funzionato prima della guerra, perché
Giolitti aveva avuto il coraggio di non fare quello che aveva fatto il
governo Pelloux, di mandare subito l'esercito appena si
abbozzava uno sciopero. Ciò non tiene più dopo la prima guerra
mondiale, queste aperture timide giolittiane non tengono anzi gli
imprenditori e proprietari terrieri si sentono abbandonati, perché
le leghe rosse,i sindacati ,con questi scioperi accendono delle
proteste accese dove la violenza è utilizzata. E quindi succede che
i fascisti, movimento appena nato nel 19’ hanno avuto alle prime
elezioni un consenso esiguo, un insuccesso perché non era
radicato come il partito socialista Italiano. dob segnalare un
altrprotagonista della vita politica italiano in qst anni è il partito
popolare di Luigi Sturzo che eredita i gruppi della democrazia
Cristiana precedenti.
Sturzo sarà un convinto anti fascista tanto che nel 24' sarà
costretto ad andare a Londra e poi in esilio in Francia, poi a
Londra, poi negli Stati Uniti quindi anche i cattolici danno il loro
contributo all anti fascismo. Non sono sufficientemente adeguati
ai mutamenti politico-sociali che la guerra ha introdotto. Possono
farlo però diventano un'altra cosa, divento un socialista, divento
un democratico,e invece no perché sono un liberale e ho quella
cultura li quindi cerco di tenere dentro il quadro normativo e
giuridico processi che sfuggono in realtà a quel quadro. Il
fascismo che nasce nel 19’ anche lui, e ha insuccesso elettorale
abbastanza comprensibile.

Mussolini era geniale nel senso di capire e fiutare dove si possono


prendere i consensi, siccome lui deriva dal socialismo e dal
sindacalismo rivoluzionario ,e in parte questo programma che nel
19' era presente, vede che da quel punto di vista è sorpassato dal
partito socialista. Capisce che è ora di svoltare, siccome ha le
squadre d'azione capisce il bisogno d'ordine che gli imprenditori
invocano e che Giolitti non dà, che lo stato non dà perché vuole
essere equidistante. Non vuole entrare nel conflitto come aveva
fatto durante la guerra. Sono quasi tutti arditi di guerra, gente
coraggiosa e un po' matta, su quel piano si fanno valere.
si vuole sovrapporre alla nazione, il risultato è che 38 fascisti
diventeranno deputati tra cui Benito Mussolini. Il fascismo
comincia ad avere un successo consistente nel momento in cui si
pone a difendere gli interessi della piccola e media borghesia
anche grande in questa fase. Sottolineo questo perché rispetto al
discorso che abbiamo fatto ieri, apro una parentesi per fare
interagire i fatti con le categorie interpretative che abbiamo
discusso ieri, vedete che in Mussolini c'è il tatticismo , un
realismo che non troviamo in Hitler, immaginatevi che lui da anti
semita diventa filosemita, solo perché deve ottenere consensi. Il
mito della nazione è il mito che sta alla base del movimento
fascista rivisto da Mussolini per le circostanze nuove che si sono
create.

Che siano puro tatticismo le leggi razziali forse è troppo ma sono


convinto che non sia un'idea così fondamentale per
Mussolini. Guardando la Germania funziona e i regimi totalitari
hanno bisogno di continui miti mobilitanti,  la società deve essere
mobilitata per i suoi fini, è convinto nel 38' che possa funzionare
il mito della razza anche in Italia.

Machiavellismo Mussoliniano
Riesce a tenere molto bene i due binari del mito della rivoluzione
inconsistente, perché voi sapete che nell'ottobre del 22’ il re
Vittorio Emanuele III avrebbe dovuto firmare lo stato d'assedio e
l'esercito avrebbe bloccato facilmente l'avvento al potere del
fascismo. Nel 17’ c'è un movimento politico che prende il potere
nel più grande stato europeo, la Russia. Cioè il comunismo passa
da essere un movimento politico internazionalista a essere oltre a
questo l'ideologia di riferimento di un grande stato. Quando il
partito socialista Italiano, sbagliando, dice che vuole fare come
l'unione sovietica e poi mette a soqquadro il paese è chiaro che
genera paura, non per giustificare ma per spiegare il perché gli
imprenditori e i proprietari terrieri si appropriano dello
squadrismo. Per molti storici se non ci sono milioni di morti non
c'è guerra civile ma non è così perché per esserci una guerra civile
è sufficiente che ci siano almeno due fazioni ideologicamente
radicate sul territorio che si contendono con la violenza la
leadership politica. Ingloba un esercito «privato» la milizia, è una
cosa grave ,che la classe dirigente liberale non gli contesta ed è
invece avr dov es messo sub fuori legge per qst. 
C'è un esagerazione nel senso che il Risorgimento non è stato così piccolo come abbiamo visto però è vero
che non è stato un grande movimento di massa. È chiaro però che nella memoria i politici ai tempi usavano
la storia ai fini di coinvolgimento di massa e quindi la memoria degli eventi storici era manipolata ad uso e
consumo dei politici. L'avete visto anche fare da Zelensky, l'uso politico della storia in tutte le salse tanto
che l'Israele si è un po'arrabbiata, perché si è presentata all Ucraina come ferocemente anti nazista quando
l'Ucraina durante la seconda guerra mondiale ha un governo filo nazista per quanto come dire un regime d'
occupazione, quello che volete, anche Repubblica sociale Italiana non era un puro governo fantoccio
perché c'erano veramente degli elementi estremisti che Mussolini recupera nella fase ultima della sua
vita. È chiaro che se occupo un territorio cerco di farlo con le forze politiche del posto che conoscono
meglio di me la situazione ma lo faccio con persone che hanno affinità ideologiche anche.

Anche se per lungo tempo noi abbiamo rappresentato noi stessi come vittime dei tedeschi, si certo in
alcune zone dell'Italia, nella Repubblica sociale ci sono dei convinti fascisti anzi degli estremisti del
fascismo. Politicamente da questo punto di vista appoggia il fascismo fino al delitto Matteotti del
24’, adesso vado un po'più velocemente ed avanti. Loro sono uomini di azione soprattutto nel fascismo
l'attivismo, il mito per l'azione, è fortissimo. Mussolini pur non rinunciando al suo apparato para-militare
fuori dal Parlamento, cerca in parallelo di sviluppare quello legalitario.

Solo che ormai una volta che è scatenato, avrà una fazione che gli si opporrà, Farinacci ad esempio, del
fascismo intransigente che non controlla perché sono più fanatici e più realisti del Re, e quindi continuano
su quella linea. Tant'è che per delitto Matteotti è stato praticamente provato che Mussolini non ha mai
dato ordine di uccidere Matteotti. Vengono però espulsi poi dal partito e escono così come nel 21 nasce il
partito comunista d'Italia ancora più a sinistra dei massimalisti perché dicono sostanzialmente , tra cui
Bordiga ,Togliatti e Antonio Gramsci dicono ai massimalisti che in fondo fanno una rivoluzione a parole, non
sono abbastanza rivoluzionari quindi noi ce ne andiamo e fondano a Torino la rivista «L' Ordine nuovo» , in
cui creano le basi politico ideologiche ed il partito comunista d'Italia a Livorno nel 21 . È un’altra scissione a
sinistra, che è un indebolimento del movimento e avrà ripercussioni anche nella storia dell'Italia
repubblicana , come vedremo questa frammentazione.

Immaginative che Partito Socialista Italiano e Partito comunista Italiano avrebbero avuto tutti i numeri per
governare insieme ed essere maggioranza ma non sono mai riusciti a mettere d'accordo, pensate a quanto
sono stati autodistruttivi da questo punto di vista politicamente e non solo. Matteotti, indignato, denuncia
quanto è avvenuto e viene rapito il 10 giugno se non mi sbaglio e il suo cadavere viene trovato un mese o
due dopo alle porte di Roma. Naturalmente tutti pensano ,dopo il discorso che ha fatto, che sia stato
Mussolini. Questo è un momento fondamentale perché forse Mussolini lì poteva cadere, perché c'è un
indignazione nel paese perché si capisce che è un omicidio politico, cosa grave, non ci si tira più indietro
neanche dopo l'omicidio politico.

Poi verranno fatte tutta una serie di indagini e uno dei miei cari maestri ha scritto un bellissimo libro che si
chiama «il delitto Matteotti» in cui analizza tutti i moti/modi di questo delitto. È una protesta morale molto
importante, forte, però Mussolini se ne frega e li dichiara decaduti il 25 e tra il 25-26 fa queste leggi
fascistissime in cui l'Italia diventa un paese a partito unico. All’interno c'è struttura paramilitare oltre a
governare l'esercito, perché essendo capo del governo già dispone anche di quello, continua comunque ad
avere una forza paramilitare importante e da quel momento tutti i partiti politici sono dichiarati fuori
legge. Mussolini ha buttato la maschera perché ha capito che quello era il momento, tanto che poi fonda
tra il 26-27 , in perfetta continuità con questa svolta totalitaria perché adesso entriamo nella costruzione di
un regime totalitario che non vuol dire la realizzazione compiuta e perfetta ma c'è un cambiamento.

Secondo me anche qui è a metà, dico questo perché Arendt dice che la polizia politica in un regime
dittatoriale classico mantiene la sua autonomia rispetto al potere esecutivo dato che ci sono delle inchieste
della polizia sul dittatore. In un regime totalitario, dice Arendt che la polizia politica ha perso
completamente la sua autonomia ed è solo la cinghia di trasmissione degli ordini che gli vengono dati dal
leader totalitario. Perché è un tutte e due, ha creato un mix tra una dittatura classica e un regime
totalitario, pur avendo intenzioni totalitarie. Dico concretamente, vedete che la polizia politica ha un
fascicolo su di lui ma non è un'inchiesta.

Inchiesta è mettere in dubbio il potere politico, qui è soltanto che anche il Duce è controllato perché ha
creato un regime di controllo. Ma nessuno si sogna più, dopo il delitto Matteotti di mettere in crisi la
leadership di Mussolini, qualche elemento del fascismo intransigente come Italo Balbo . Crea nel 27 una
polizia politica che gli antifascisti li chiamavano «i nostri angeli» ironicamente, sono quei pochi antifascisti
che sono rimasti in Italia e non se ne sono andati all'estero che continuano a combattere, tra il 27 e il 33
sono tutti in galera oppure al confine e sono controllati continuamente, anche le opposizioni silenti non
esistono più.

Politiche e miti fondativi

Il fatto che Mussolini riesca trovare un accordo con Pio 11, grazie ad uno dei partecipanti della marcia su
Roma cioè Cesare de Vecchi, è un grandissimo successo dal punto di vista propagandistico. L'insegnamento
che infatti i cattolici vogliono per fare il concordato, sanno benissimo che con il concordato del 29 hanno
danno una carta di legittimità fortissima a Mussolini ma gli chiedono in cambio il riconoscimento
dell'associazione cattolica . Quindi gli riconosce e acconsente che l' Italia rimanga una sacca potenzialmente
di opposizione quindi è costretto ad accettare e scendere ad un compromesso. Ancor più grave secondo me
concede alla chiesa cattolica l'obbligo di insegnamento della religione cattolica nelle scuole d'Italia.

Come dire, voglio fare un regime totalitario, voglio fare il lavaggio del cervello agli italiani, non del tutto
perché alcune cose le condivido anche, per poi lasciare il monopolio ai cattolici di poter predicare nelle
scuole. Tant'è vero che nel 31 ci sono le prime conflittualità con l'Associazione cattolica.

Imiti degli anni 30

Quando il regime, fatte fuori le opposizioni salvo i cattolici come una convivenza forzata, il regime sembra
avere delle praterie nelle sue politiche davanti a sé tanto che Mussolini partorisce l'idea dell'aggressione
all'unico stato che non era stato conquistato dall'imperialismo europeo ossia l'Etiopia. È Badoglio che
utilizza i gas attenzione, perché poi è quello che butta giù Mussolini e finge di essere il promotore di una
nuova Italia e invece attenzione perché Vittorio Emanuele terzo è d'accordo con Badoglio, Mussolini e
anche con la chiesa cattolica.

NAZISMO
La Germania che stava riprendendosi con vari piani economici questo è
un elemento che accomuna il fascismo e il nazismo, per quanto l’Italia sia
un paese vincitore e la Germania un paese sconfitto anche se non si sente
tale inoltre non si sentono i responsabili unici dello scoppio del conflitto e
in questo hanno ragione. Questo succede anche in Italia contro Giolitti e
Sforza. i social democratici come i liberali in Germania vengono accusati
di non essere all’altezza della situazione. Il presidente del reich
Hindenburg è costretto a cedere al grande successo elettorale del partito
nazional socialista un partito ancora debole in quegli anni, Hitler infatti
prova a fare un colpo di stato contro la repubblica di Weimar che non
riesce, viene mandato in prigione e in prigione scriverà il Mein kampf che
verrà pubblicato tra il 1925-1926.

Un testo dal quale è stato estrapolato un brano dove è messa in risalto


l’ideologia di Hitler che è il tema della razza e in particolare il tema
dell’antisemitismo. Hitler era austriaco e l’Austria è il luogo nel quale si
sviluppa un antisemitismo fortissimo .

Facilità con cui attecchisce l’antisemitismo in Germania

Gli ebrei si presentano come una comunità religiosa dentro una comunità
nazionale con una specificità religiosa, non nazionale. Hitler diceva che gli
ebrei però erano bugiardi e ingannatori. L’antisemitismo fonda le sue
radici nel protestantesimo di Martin Lutero che ha una vena antigiudaica
profonda. Questo è l'elemento fondamentale e tutta la chiesa
protestante, in Germania, si schiera su posizioni antisemite, cosa che non
avviene per l'Italia nonostante anche qui sia esistito un antigiudaismo , un
antigiudaismo cattolico , ma l'elemento della razza spezza in maniera più
forte.

L'elemento razziale crea dissensi da subito con la chiesa cattolica. Pio


XI, fino al '39 era ostile al razzismo, a differenza dei protestanti che
avevano una matrice antisemita non religiosa che si pone per intralciare
Lutero. Gli ebrei, i comunisti e sul fronte interno abbiamo gli
improduttivi, cioè gli omosessuali oppure coloro che hanno tare
genetiche. Tutto ciò rende il nazismo un movimento da una parte
nazionalista ma dall'altro no, perché i nazionalisti esaltano il loro
popolo, qui invece c'è un bisogno di migliorare anche la propria
razza, quindi non vanno bene nemmeno i tedeschi stessi.

Qui, in termini di produzione, di dovere che sono gli elementi che fanno si
che il capitalismo sia ciò che è, cioè produttivismo e attività, c'è un altro
aspetto che accomuna il fascismo e il nazismo, perché in Italia c'è tutta
una politica demografica che aiuta e sostiene coloro che hanno
intenzione di creare famiglie numerose, addirittura, in Italia si arriva ad
una tassa di celibato, si creano gli assegni familiari. La Germania è una
nazione molto giovane e il giovanilismo, il sangue fresco è una retorica
che è presente anche nel fascismo anche se esso ha più accenni
spiritualistici, meno legati al biologismo e anche dopo che passeranno le
leggi razziali del '38 tutto il discorso ideologico fascista continuerà a
ruotare intorno allo spiritualismo. Ci sono dei punti in comune come il
sacrificio per un’idea, però l'elemento «sangue», nel nazismo, ha un ruolo
più importante. Il discorso sul giovanilismo, sull'attivismo è più legato alla
Germania che ha in quegli anni il 37 % della popolazione compresa tra i
15 e 40 anni e quindi c'è un'esaltazione della giovinezza.

Gli omosessuali vengono visti sotto una cattiva luce perché non potevano
procreare, così come sono discriminati coloro che hanno delle tare
genetiche, infatti nasce l'eugenetica che è il tentativo di migliorare la
razza. Anche il nazional-socialismo ha una propria milizia paramilitare e
questo è un altro elemento che ha in comune con il fascismo. Hitler
prende il potere molto velocemente perché si rende conto di avere poco
tempo a disposizione a differenza di Mussolini. Anche qui non c'è un
colpo di stato per prendere il potere e non c'è nemmeno una retorica del
colpo di stato a differenza di Mussolini che voleva vendere all'opinione
pubblica il suo veto al potere come una rivoluzione e in discontinuità con
ciò che lo ha preceduto .

Nei primi anni '20 aveva poche adesioni, man mano però, raggiunse il 37-
41 % dei consensi ed è per questo che possiamo dire che non ci fu un
colpo di stato ma un consenso comune da parte della popolazione, per
quanto quel tipo di consenso avvenne in un sistema in cui incidesse
pesantemente l'uso della violenza. C'è una pressione forte, ma anche dei
punti condivisi come l'antisemitismo, revisionismo, revanscismo dal punto
di vista della politica internazionale. Questa è una differenza, c’è una
concentrazione di potere maggiore. Da questo punto di
vista, sicuramente la Germania si avvicina al modello politico che la
Germania si immagina di calare nella società tedesca, si avvicina molto
alle intenzioni dei suoi leader.

In Italia, la chiesa continua ad avere una sua autonomia e anche la


monarchia. Ritornando alla milizia paramilitare, Hitler non si fida
nemmeno delle SA, come sapete nella notte dei lunghi coltelli fa fuori
Rohm e le SA, perché Rohm e le SA desideravano uno spazio maggiore
dentro il terzo reich rivendicando i «meriti», l’uso della violenza al servizio
del partito nazional socialista. Hitler ha in mente questo da subito. È il
primo campo di concentramento fondato nel ‘34 in Germania a Dachau
dove, ancora per il momento, vengono concentrati gli espositori politici
espunti dal corpo nazionale.

L’epurazione dei bambini dalle scuole elementari è una cosa che tocca
anche noi italiani. Ci tocca meno la questione dei campi di
concentramento e di sterminio seppure nella repubblica sociale qualche
campo si apre e più di qualche ebreo parte per i campi di sterminio e non
solo perché siamo sotto occupazione tedesca. Abbiamo detto che nella
repubblica sociale confluiscono i fascisti che hanno un orientamento
ideologico del Mussolini socialista rivoluzionario dei primi tempi, spesso
sono ragazzi molto giovani che non hanno neanche 20 anni che vengono
arruolati nell’esercito repubblichino. Sostanzialmente dell’organizzazione
della società un po’ abbiamo già detto, la novità del nazismo sta
nell’organizzazione.

Tutto questo in Germania è più difficile da mettere in piedi perché Hitler


non molla fino al ‘45, quindi le sue responsabilità sono evidenti e in
Germania nell’immediato dopoguerra Karl Jaspers e Hannah Arendt
danno vita a un dibattito sulla questione della colpa. Il processo di
epurazione in Italia viene concluso nel ‘46 con l’amnistia di Togliatti
ma in realtà è già fallito. Io sono più d’accordo con un altro grande storico
che lo ha preceduto e si chiama Franco Venturi, un grande storico del
700, partigiano del partito d’Azione e nel ‘45/46 scrive un bel articolo in
cui parla dell’epurato qualunque e l’epurato qualcuno che, come
suggerisce in maniera ironica il titolo stesso, ci fa capire che anche i
partigiani non chiedono l’epurazione del sedicenne che si è arruolato
nella repubblica sociale, però chiedono l’epurazione di
Madoglio, chiedono l’abdicazione del re che poi avverrà in maniera
faticosa e il re andrà in esilio, chiedono che vengano epurati i grandi
industriali responsabili di aver finanziato il fascismo.
Quindi sono d’accordo sul fatto che un popolo compattamente fascista o nazista sia
difficilmente epurabile, però forse si poteva fare qualcosa di più per marcare una
certa discontinuità; si poteva evitare che il presidente del tribunale della razza
diventasse in Italia il presidente della Corte di Cassazione . Quindi, c’erano degli
oggettivi problemi nel ripulire in termini politici questi due paesi. In Germania, di
fatto, i processi di denazificazione che inizialmente sono molto duri e che gli
americani vogliono; per esempio, nelle sale cinematografiche proiettano le immagini
che siamo abituati a vedere noi, quelle che i russi hanno immortalato quando hanno
liberato piano piano da est a ovest l’Europa. Però, si capisce chiaramente che quelle
conversioni forzate hanno il valore delle conversioni forzate, hanno un valore
relativo perché le conversioni hanno senso quando partono da noi, non quando
sono estorte. Quindi, si fa fatica a ridimensionare l’idea di nazione che il fascismo ha
irrobustito; in Germania la disfatta è totale, per cui la ricostruzione deve partire per
forza dal nulla e quel processo di denazificazione imposto violentemente si comincia
a osservare nella società tedesca del tempo che sta generando sentimenti
nazionalistici, quindi l’effetto opposto. Per cui, alla fine degli anni ’40 è già fallito e
Adenauer è l’uomo che promuove questa pacificazione che viene accolta anche dal
consenso internazionale.
Volevo leggere cosa scrive nel ’23 quando sta in prigione dopo il Putsch di Monaco;
lui davvero crede che gli ebrei siano un pericolo per la razza ariana che deve
dominare il mondo, agisce sulla spinta di queste convinzioni. Quindi, il campo di
sterminio avviene perché c’è la guerra che cambia tutto, consente di occupare; e la
prima cosa che fa Hitler è farsi dare la lista degli ebrei. Qui non parla di
sterminarli, però dice che sono un pericolo per la razza bianca. Quando tu hai di
fronte qualcosa di pericoloso, di solito non è che gli vuoi fare del bene.
Si pensa che siano le idee di un pazzoide, nessuno crede veramente che Hitler metta
in atto delle politiche antisemite sistematicamente violente nei loro confronti. Già
durante la notte dei cristalli qualcosa si capisce, però dalla notte dei cristalli ai campi
di sterminio è già aberrante che debbano viaggiare con la stella di David, però in
fondo l’Europa ha vissuto forme di discriminazione anche durante l’età moderna nel
500/600, non è che ghettizzare fosse una politica di amicizia nei confronti degli
ebrei. Però, da lì al salto dei campi di sterminio non era nemmeno semplice
immaginarselo; Arendt giustamente sì perché lei è ebrea, ha subito la
persecuzione, è negli Stati Uniti, è in esilio, quindi prova sulla sua pelle tutto questo.

IL TEMA DEL COMUNISMO SOVIETICO


Il nesso guerra- regimi totalitari in Italia e in Unione Sovietica è strettissimo e davvero fa pensare a
delle condizioni più stringenti, con scelte molto difficili delle classi dirigenti. La guerra mondiale
spiega tantissimo in Italia e in Unione Sovietica però anche qui dove sembrerebbero le condizioni
più disperate, sappiamo che nel ’17 scoppia la guerra civile interna, quando Nicola II è al
fronte, Lenin sta in esilio in Svizzera, Lenin faceva parte del partito social democratico operaio, da
distinguersi dai socialisti rivoluzionari che invece avevano una forte tradizione nelle terre
contadine.

Lenin rientra grazie ai tedeschi che sanno che quest’ultimo vuole la Russia e la guerra, e
avere la

Russia e la guerra significa aver eliminato il nemico ad est, e lo fanno rientrare. Lo zar li manda
così a tacere, la popolazione è stremata, ecco perchè dico che le classi dirigenti sono decisive nei
processi storici. Le classi dirigenti dovrebbero dirigere le opinioni pubbliche, ascoltarle, sono
fondamentali nei processi storici. In quel quadro Kerenskij collabora sulla linea di L’vov, la scelta
determinante, per continuare la guerra, ecco dove dico c'è la libertà della storia, poteva scegliere
diversamente, nessuno ha obbligato Kerenskij a scegliere per continuare la guerra, convinto come
molti, anche se non è un dittatore ma un socialista rivoluzionario, è convinto che un’importante e
prestigiosa vittoria all’estero possa contribuire a risanare la situazione.

Le classi dirigenti sono brave o meno brave se sanno intercettare i sentimenti dell’opinione
pubblica, ma poi sanno volgerli attraverso un programma politico che in qualche modo renda
anche partecipe e consapevole il consenso dell’opinione pubblica anziché cavalcare i loro
sentimenti più basilari come rabbia e paura, hanno una certa responsabilità.

Con un’operazione che lo renderà molto impopolare, il comunismo di guerra. Dentro la Russia c'è
una guerra di classe, c'è una guerra contro il nemico esterno, questo clima del sospetto e questa
necessità di costruzione del nemico non è frutto solo dell’ideologia, ma anche del contesto storico
nel quale nasce il comunismo sovietico perchè realmente ha nemici esterni e nemici interni. Da
subito il comunismo sovietico si dota di organismi paramilitari, l’armata rossa, Lenin presiede il
governo rivoluzionario, Trotskij la politica estera e Stalin le questioni nazionali, Lenin è un
ebreo. Gli eventi forgiano in un modo super traumatico tutta la storia del comunismo sovietico
almeno fino al ’45 ma anche dopo.

E questo tema della cultura del sospetto è un tema tutto putiniano, è profondamente permeata
della cultura sovietica ed è permeata per degli eventi reali. La paura del nemico esterno che
rimarrà, saranno gli Stati Uniti, e poi il nemico interno, duplice nemico interno perchè da una parte i
bianchi, cioè la controrivoluzione vera e propria, e poi i nemici di classe che cambiano . È una
cultura del sospetto tremenda. In realtà il comunismo di guerra se lo inventa Lenin.

Anche se va detto, ad un certo momento tra il ’20 e il ’21 elabora la NEP, ovvero la nuova politica
economica, capisce che i contadini se tu gli requisisci tutto smettono di produrre, non hanno più
incentivi per produrre. Lasciare una piccola fetta di possibilità ai contadini di vendere un suttruso
alimentare, per alimentare un mercato un po’ più libero legato a dinamiche economiche non stato-
centriche. Lenin esce di scena presto perchè nel ’22 ha un primo ictus che lo porta poi
gradualmente a perdere la possibilità di reagire, rimanere lucido politicamente e nel ’24 muore. La
NEP è importante per ritornare a dare quel consenso che c’era stato all’inizio, in questa fase c'è un
consenso, però mutevole perchè l’ago della bilancia sono i contadini.

Tra l’altro Stalin farà un uso politico della figura di Lenin, c'è la necessità di sostituire la religione
ortodossa, da subito si fa una politica fortemente anti-cristiana. Questo è un altro elemento che
accomuna i problemi del totalitarismo italiano con quelli del totalitarismo sovietico, mentre abbiamo
detto che la chiesa protestante è completamente allineata al nazismo e anche da questo punto di
vista la situazione e i contesti sono diversi, però questi partiti in Italia e in Unione Sovietica devono
tener conto, in Italia con dei conflitti meno aspri. Trotsky parla ancora in maniera più realistica, ha
più realismo Stalin ecco perchè vince, sostanzialmente. Una è una costruzione logica e ideologica
mentre l’altra è una costruzione pratica e realistica, la parola di Stalin è il comunismo e il
socialismo del suo paese.

Ci sono radici storico- culturali profonde di quella cultura, della cultura del sospetto, sono radici
molto radicate. Le prime purghe, vengono chiamate purghe che è un termine dispregiativo, come
fossero l’espulsione delle feci, ci fa rendere conto della violenza. Il comunismo sovietico è
inquietante, mentre tu lo vedi cos’è il nazismo, non che sia meglio, ma lo si vede chiaro. In questo
senso per l’Italia funziona meno, il partito da questo punto di vista, non che non esista una
conflittualità interna al partito, ma non c'è su queste dimensioni, non c'è necessità di ricorrere
all’omicidio politico delle persone che appartengono allo stesso partito politico.

Da questo punto di vista l’Unione Sovietica precorre il nazismo, perchè i gulag, cioè i campi di


concentramento, nascono prima lì, già fine anni ’20, primi anni ’30 soprattutto, abbiamo già i primi
casi di deportazione della popolazione comune. Sono naturalmente gli oppositori politici ma anche
i nemici di classe, perchè qui c'è il nemico oggettivo, perchè a un certo punto Stalin abbandona la
NEP, perchè ritiene che dal suo punto di vista fondatamente, che ci sia un arricchimento, i
culachi, che sta sfuggendo di mano siccome Stalin sta lanciando il primo piano
quinquennale, primo piano pianificatore. Lo storico Banti ci dice che è facile sia una storia
inventata, nel senso che il comunismo ha bisogno dei suoi eroi, delle sue liturgie, i testi di
riferimento sacri, ma anche questi miti popolari. Stalin riesce a spezzare anche quelle che sono le
relazioni affettive delle persone.

LEGGE UN TESTO DAL BANTI E COMMENTA

Ha un aspetto inquietante, il comunismo sovietico, che nelle purghe non ci si limita - Hitler non si
preoccupa di giustificare niente, lui crede nella sua ideologia, profondamente come un credente
crede nel Vangelo, gli ebrei sono i nemici della nazione in quanto compromettono il sangue della
nazione e vanno espulsi – qui no, c’è la pretesa di giustificare razionalmente le azioni compiute.
Ritornando alla guerra spagnola, partecipano Italia e Germania al fianco di Franco e
l’Unione

Sovietica al fianco dei repubblicani. La Russia, ad esempio, passa da una politica «popolare» ad


una politica in cui guarda i fatti propri anche in maniera abbastanza legittima. L’Unione Sovietica
guarda i fatti suoi, attraverso una politica che tende a salvaguardare gli affari interni, e cercando di
ritardare il momento della partecipazione alla guerra. L’Unione Sovietica rimase l’ultimo baluardo a
resistere ancora al progressivo dominio europeo della Germania di Hitler, ma il suo definitivo
ingresso in guerra si rivelò decisivo ai fini della vittoria degli Alleati.

Come finisce la guerra. La politica è il luogo della rottura. Il lancio delle


bombe sancisce la fine del mondo eurocentrico, centrato e diretto
dall’Europa, che aveva avuto una storia secolare. Già c’era stato dopo la
fine della Prima Guerra Mondiale un tentativo da parte di Wilson di
creare una società delle nazioni, ma le culture politiche generali fanno
fatica ad accettare l’idea che esista un governo sovranazionale che
disciplina attraverso la promozione della pace, le relazioni
diplomatiche, la gestione e l’organizzazione dei problemi politici comuni.

È necessario ripensare a questo organo sovranazionale, e nasce


l’organizzazione delle Nazioni Unite, che sicuramente ha funzionato
meglio delle Società delle Nazioni ma è rimasta un’istituzione abbastanza
zoppa sia perché del consiglio permanente dell’ONU fanno parte solo le
più importanti potenze vincitrici, in più queste cinque potenze
conservano il potere di veto, che mina fin dall’inizio, ma è decisivo nella
nascita dell’Israele. Il mondo torna a sperare attraverso la nascita di
questi organismi, però quello che esce dalla Seconda Guerra Mondiale
non è un mondo pacificato. C’è una lunghissima scia di violenze che
seguono la fine della guerra nel ‘45. Si tirano le somme e si capisce che il
numero di civili morti supera il numero dei militari morti.

Il coinvolgimento delle popolazioni civili, che già c’era stato nella Prima


Guerra Mondiale, si scopre che assume proporzioni su scala vastissima. Le
stime non sono sicure, perché non tutti i corpi sono stati ritrovati, ci sono
anche i dispersi, ma si stima che nella Seconda Guerra Mondiale abbiano
perso la vita tra i 60 e i 68 milioni di persone . È un fenomeno
transnazionale, coinvolge tutti i Paesi coinvolti, non solo dal punto di vista
delle vittime ma anche dal punto di vista della violenza sulle persone che
sono rimaste in vita. Pensate all’Italia, alla sete di vendetta degli
antifascisti e dei resistenti italiani.
un certo revisionismo storiografico, la storia viene sempre
rivista, interroghiamo il passato in base a quanto sentiamo urgenti i problemi del
presente. Il fenomeno esiste, non si può negare, soprattutto nella zona dell’Emilia-
Romagna, perché è lì che tra il ’19 e il ’21 si è combattuta la prima guerra civile tra
antifascisti e fascisti con lo squadrismo agrario. Adesso che il fascismo è sconfitto ci
sono delle grosse ritorsioni in quelle zone. Gli iugoslavi ritengono che l’Unione
Sovietica sia un punto di riferimento, ma non vogliono ingerenze interne.
la Iugoslavia comunista di Tito riuscirà fino alla caduta del muro di Berlino a tenere
insieme queste parti del Paese. La Iugoslavia di Tito sosterrà dal ’48 in poi la
cosiddetta «politica dei Paesi non allineati». ueste violenze davano come frutto dei
figli, ed era ancora più grave. Queste donne poi passano attraverso la comunità di
appartenenza dove vengono insultate e mortificate in tutti i modi.

È un dramma enorme che riguarda le donne. Coloro che commettono un maggior


numero di queste violenze sulle donne sono i sovietici, nei confronti delle donne
tedesche, durante la liberazione da oriente verso occidente. Queste violenze
avvengono come vendetta sul nazismo. Contemporaneamente si cerca di risolvere il
problema della violenza tra stati e creazione dell’ONU.

Abbiamo la crisi di Berlino del ’48. La risposta dell’Occidente è il patto


atlantico e poi la NATO. Il patto atlantico del ’49 è il patto attraverso il
quale gli stati vincitori , è un’alleanza che prevede che se uno degli stati
membri viene aggredito, gli altri hanno l’obbligo di entrare in guerra in
suo favore, di dare protezione. E a questo organismo, negli anni ’50
risponde l’Unione Sovietica con il Patto di Varsavia, che è un’altra alleanza
militare tra i Paesi del blocco orientale, aldilà di quello che Winston
Churchill ha definito «la Cortina di ferro».

Per ritorsione nei confronti degli Stati Uniti che hanno votato quella legge
in Parlamento che finanzia la frazione anticomunista in Grecia, i sovietici
per far capire che non si devono intromettere fanno un blocco, perché la parte della Germania
orientale racchiude tutti gli accessi a Berlino Ovest. Quello di affamare Berlino Ovest e di
prendersela. Da un punto di vista interno e significativo è l’ossessione degli americani per il
comunismo il cosiddetto «maccartismo» dal nome del senatore McCarthy che comincia ad
alimentare nel dibattito pubblico e politico l’idea che si siano infiltrare delle spie comuniste
nell’amministrazione americana. Questa caccia alle streghe dura e condiziona, tanto che prima
Truman con la cosiddetta dottrina del 47 di Truman che sancisce che gli Usa debbano intervenire
in qualsiasi zona del mondo e in qualsiasi situazione in cui ci sono tracce di potere comunista.

La novità è che questa isteria prenda gli Stati Uniti perché questo problema era stato per lo più
europeo. Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia riuniscono le loro tre zone e nasce la REPUBBLICA
FEDERALE tedesca che ha una costituzione democratica, adotta il libero mercato ed è uno stato
federale e un modello a partito unico. Non è per tutti così perché a questo punto c’è un problema
con il partito comunista che come sempre risponde al nome di Stalin. C’è un’ambiguità nel partito
comunista, cioè questa fedeltà dovuta nei confronti di Stalin e Unione Sovietica da una parte è la
volontà attraverso vie secondarie di sviluppare il comunismo in Italia.

C’è un’ambiguità che parte dall’inizio, perché quando lui ritorna in Italia e


da quella svolta di Salerno smuove quella politica in cui l’Italia si era
arenata, molte forze fasciste dopo l’8 settembre non vogliono Badoglio e il
re ma vogliono che nasca un governo indipendente dal re. Togliatti che dovrebbe essere
l’antifascista con la A maiuscola spezza questo contatto in cui il Partito Nazione che nacque a
Milano nel 42 che è una forza politica completamente democratica che dura pochissimo perché
finisce nel 47 e una grande parte confluisce nel Partito Socialista e altre parti nel Partito
Repubblicano i cosiddetti «destri». Ci sono queste due anime una socialista e anche una
democratica. Qui è necessario sottolineare che Ferruccio Parri diventa il primo presidente del
consiglio con all’interno soltanto forze del partito antifascista.

Prima abbiamo avuto il governo Badoglio, i due governi Bonomi e finalmente nel giugno del 45
abbiamo il governo di Ferruccio Parri che però dura fino alla fine di novembre dello stesso
anno. Nel modo di fare politica c’è questa sovrapposizione. La partitocrazia è lo svuotamento delle
istituzioni rappresentazioni a favore di logiche di potere partitiche ed è una cosa che porta insieme
tutta l’Italia repubblicana, non abbiamo un’alternanza politica, quindi, è una democrazia
incompiuta per certi aspetti. Caduto Parri, prende il potere De Gaspari il leader della democrazia
cristiana e i partiti vogliono recuperare la loro centralità proprio come i fascisti.

C’è una barbarizzazione del nemico, De Gaspari si propone come l’unico possibile pacificatore. Si
governa insieme ma l’altro è considerato un nemico, ed è evidente nel primo periodo quando
finisce il governo Parri perché secondo questa logica dissociativa e conoscitiva si dividono il
potere. Però De Gaspari li frega tutti perché nel 48 con l’entrata in vigore della Costituzione fonda
un governo monocolore democristiano e li butta fuori. Parri non aveva ambizioni particolari ma
voleva solo arrivare alle elezioni e stava tenendo il timone della pacificazione e si capisce che
quando si agisce da destra e sinistra stai agendo sopra le parti.

Non gli viene concessa questa cosa e viene restituita la piena sovranità al governo italiano dopo 20
giorni, e quindi il merito di aver pacificato il paese forse lo ha avuto Parri, insieme a De Gaspari che
lavorava nel governo Parri come Ministro degli Esteri e quindi questa contrapposizione tra azionisti
e democristiani è stata montata guardando la storia con gli occhi del 53 non con gli occhi del 45\46
perché quella legge Truffa vizia la collaborazione tra Parri e De Gaspari.
Nel 48 De Gaspari capisce che si può fare a meno delle sinistre perché si va a votare e i risultati lo
consolidano come primo partito ma le sinistre unite insieme avrebbero potuto governare
sommando i loro voti, ma purtroppo la divisione di cui vi ho parlato aggiunta quella del 47 perché
il partito socialista si scinde in due tra i cosiddetti «massimalisti» «nenniani ». Questo provocherà
delle crisi democratiche profonde nel 60, come vedremo con Tramboni perché ad un certo punto
dopo aver guardato le sinistre con i governi di centro sinistra si passerà a guardare ad alleanze con
il movimento sociale italiano che creerà delle convulsioni notevoli perché i partiti antifascisti non
vorrebbero ad una cosa di qst gen vorr bandire per legge la costituzione del movi soc ita che si
ispira a principi fascisti.
Alla fine si arriva nel ’47 alla partition la divisione in due stati indipendenti e questo comporta
esodi contro esodi quindi tutta la popolazione indu che sta nelle zone musulmane vuole andare
nello stato indiano e viceversa ma è un esodo di milioni di persone solo che mentre queste
popolazioni si spostano nel territorio indiano vengono perseguitate dalla opposta fazione e quindi
si calcolano 250 mila morti cioè una sorta di guerra civile tra civili. L’India intanto si modella con
una costituzione democratica il Pakistan un po meno però l’India riesce a rendersi
indipendente, stessa sorte anche se più complessa è quella dell’Indonesia che era stata soggetta al
dominio olandese e l’Indonesia fa parte della varietà di ambientamenti che emergono negli stati
islamici qui non abbiamo il problema degli indu, c’è Bali è un isola del arcipelago musulmano dove
ci sono stati molti attentati come negli anni 80 che nelle discoteche sono state messe molte
bombe ora la situazione sembra più tranquilla più pacifica dovuto dal fatto che gli indu sono
davvero una minoranza a differenza dell’India. Adesso c’è da capire quale aspetto vogliamo dare
all’Indonesia ci sono musulmani che vorrebbero un Indonesia ispirata al codice etico della sharia
quindi dell islam integrale ci sono indirizzi che vorrebbero un Indonesia stile Turchia quindi più
laica e moderna anche se sempre rispettosa dei valori islamici e ci sono le tendenze alla Sukarno
che è nazionalista. Adesso vorrei soffermarmi su un altro aspetto importante ovvero la diffusione
del comunismo nel continente asiatico cioè in alcune zone dell’Asia invece di seguire questo
modello dell’India e Indonesia cioè questo movimento indipendentista si fonda su identità
nazionali che mettono al centro la religione,il comunismo lo vedremo soprattutto in Cina con Mao
Tse-tung che riesce nazionalizzando le terre nelle campagne a crearsi una base di sostegno
contadina molto forte cosa che Chiang Kai-shek non riesce a fare e dopo la guerra civile
quest’ultimo è costretto a rifugiarsi nell’isola di Taiwan.

Cina vi è dentro e ne rimane fino al 1971 quando poi tutti sono costretti a scegliere quel seggio alla
Cina comunista.

In Vietnam, il leader del partito comunista , la Francia viene`sconfitta.

Questo processo di decolonizzazione trova il suo momento apicale nella conferenza di

Baldum, in Indonesia , in cui i paesi li riuniti volevano rivendicare la loro indipendenza


nazionale. Israeliano. L’impero coloniale dal quale dipendono le sorti della Palestina è la Gran
Bretagna, che si è impegnata nel ‘17 con la dichiarazione Balfour degli Stati Esteri a promettere la
creazione di uno stato nazionale israeliano in Palestina. Durante gli anni ‘30 e successivamente
durante la seconda guerra mondiale gli Israeliani vedono una sconfessione della dichiarazione
Balfour e vedono un’inghilterra che per mantenere a bada il malcontento della popolazione
araba, cedono autonomie a quest’ultima.

La Gran Bretagna dunque ha un atteggiamento più filo arabo che filo israelino, e nel frattempo con
questa dichiarazione dell’ONU, nel 48, altri stati vengono resi indipendenti, tra cui il più
importante è l’Egitto . L’egitto dalla fine dell’800 e`un ‘protettorato’ inglese, il quale gode di
grande autonomia, tuttavia gli inglesi rivendicano il canale di Suez, per la sua centralità. Questo
sfocerà nella guerra del 56, quando gli egiziani si impunteranno nella sua chiusura.

Sadat, un'alternativa alla creazione di uno stato il quale aveva come identitá nazionale la
religione, anche perché Nasser e Sadat vogliono uno stato laico di natura socialista, di
interventismo statale. L’egitto, così, insieme all’arabia saudita, il Libano, la Giordania da vita ad
una lega araba che vuole l’egemonia della zona del Nord, la quale però non vuole assolutamente
l’esistenza di uno stato israeliano in quelle terre, e infatti scoppierá un’ulteriore guerra nel 48, tra
il neonato stato israeliano e i componenti della lega araba, con la vittoria israeliana che inizia
aggressivamente ad occupare zone palestinesi. In Russia invece nel ‘53 avviene un evento molto
importante, ovvero la morte di Stalin, il quale non godeva di una grande popolarità, se non in
alcuni brevi periodi, a causa della sua politica violenta e aggressiva. Così nasce la burocratizzazione
del partito che Krusciov denuncia come elemento profondamente negativo del sistema di Stalin.

Krusciov,i cittadini credevano nella libertà, in un regime meno autoritario, ma vengono presto a
conoscenza del fatto che il leader non era dalla loro parte, infatti le insurrezioni del popolo
ungherese vengono fortemente represse nel sangue. Krusciov vuole mandare un messaggio a
quello che intravede come un pericolo per il partito.

L’egitto riesce ad essere uno stato laico, rispetto all’indonesia e questa componente nazionalista
legata al mondo dell’esercito è importante.

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