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BimensileN°7/8Agosto2015
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Soliferrum
Marco Braccini
EXEMPLIS VITAE
Andrea Brizzi
Un giovane che si droga
è un giovane che non lotta.
Andrea Brizzi
GLOBALIA
David Valori
VEXATIO STULTORUM
MIKH’AEL
LE BLUESHIRTS
Leonardo Di Bella.
ELEGIA
Doccia Fredda:
Non è inverno,
ma sento freddo ugualmente. Effettivamente è molto difficile da
Non è inverno, aprire,
ma il mare è in tempesta, e la casa poi,
e guardando all'orizzonte, è scomodissima e sporca.
nello specchio, Chi mai resisterebbe?
vedo una barca alla deriva, Ma il sole tramonta
sbattuta qua e là tutte le sere,
da onde forti e prepotenti. e risorge tutte le mattine,
Com'è triste il destino e la bellezza della notte
delle spiagge, sta proprio nell'attesa
tendono ogni minuto dell'alba.
la mano alle onde, Sono ore che mi guardo allo specchio,
le sfiorano appena la smetto.
ed esse si ritirano sempre, I viali del centro la sera
ogni minuto tutti illuminati,
per l'eternità. sono così bui.
Ho sempre pensato I boschi invece,
che gli uccelli in gabbia immersi nel buio più profondo,
siano animali strani, sono così pieni di luce,
passano tutta la vita così pieni di vita.
a cercare di volare via, La Luna che biancheggia
e quando capita l'occasione tra le pietre,
non lo sanno fare, carezzate dal vento sacro,
o non lo vogliono fare. il vento della montagna
Prigionieri delle abitudini. che solo lassù soffia,
Non c'è niente da fare, che solo lassù cura.
tra una sigaretta e un caffé Decido di uscire,
ferisco i fogli mi vesto,
con parole inutili, noto della cenere di sigaretta
e alla mia porta sulla mia camicia.
non bussa nessuno. Poco male,
il vento del crinale
laverà via anche quella.
Andrea Brizzi
Ordine del Creato:
Le poesie vanno urlate
pestate in terra come cocci rotti e bulbi sproloqui
aperte con sputi e sagrati come vagine butterate
riempiti di schiaffi e generiche rimostranze
le poesie vanno bandite dal Creato
bruciati i listelli
nei quali bidonari universitari
scrivono cagate ammantate di magone
le poesie
vanno chiuse in scatole di latta
e spedite
piene di polvere da sparo
ai giudici poco zelanti che ancora le leggono
NONOSTANTE ESPRESSO ORDINE DEL CREATO
Alle 21 di stasera
in una piazza qualsiasi purchè piena
dopo aver debitamente spolverato l'aria
con puzzo di limone e sottigliezze di frattaglie
eseguiremo una sinfonia di sigarette
spente e fumate da bambine cresciutelle
e da vecchi sordidi
no, signora mia, Sobiesky non ripete
nessun appello per il vostro languore
foss'anche necessario stuprarvi
rimetteremo ai moderati i loro peccati
E nessuno si provi a chiamare la Bellezza
che, peraltro, non ci salverà
"E meno male!" disse il mio minaturo blogger
"ho chiamato la Bellezza tre lune, nel Labirinto
e solo il rene di Dedalo mi ha risposto"
Alle 21, stasera
replicheremo la notte in cui rapirono le Sabine
mille donne sciameranno per nulla
diecimila telefoni col wifi
lanceranno gli annales al cielo
ma Cerere
sarà troppo occupata ad amoreggiare con le Parche
per accorgersene. Lorenzo Centini
LIBIA
Chino la testa sommesso e sorridente
la tralice mi rende valoroso ai tuoi occhi?
c'è qualcos'altro che vorresti, oggi, ora, da me?
il mio pastrano
che se solo l'avessi potuto indossare in ben altri '800
t'avrei mostrato come si fa il pelo a Radetzky
ti avrei illustrato il mio moschetto
ai puzzi cogitabondi
le marsine che mi avresti tolto!
Nulla di tutto questo
ti dirà l'umidità delle mie labbra
carezzerò ancora il tuo ricordo con un algido martello da
fabbro
chino la testa
per vedere meglio in controluce quanti chilometri percorro
senza te
Quante piazze luminose
infreddolisco con i miei inverni
solcati da mancanze energetiche
succhio e non risucchio
e troverò anche il tuo angolo di bocca sporco di fame
tra tutti i mucchi
di scalpi
che tengo segregati
nel sottoscala.
rimpianto o no
adesso devo comunque comprare i miei libri
in locali più polverosi
non fermerò più la tua insana passione per Deleuze
Francia zaffiro, cosa farai tu
per cogliere sempre i miei congiunti?
balbetto anche io da quando hanno ripreso Tripoli
da quando non posso più sentire la grevità dei Rais
sporgendomi dalla spiaggia.
sei scappatia via come il Colonialismo
vile e più che sabbiosa
Case, pietre, obelischi e pozzi petroliferi
lasciati soli e addormentanti
come il me di due mesi fa
ancora assonnato.
Vecchi club di signore
arcigne e sempre spallate
si ritrovano all'ombra della Sorbona
a fissare immobili vecchie cartine della Moschea di
Marrakesch
e con dolcissimi occhi da sciacallo
ricorderanno quando assaggiarono il peso di Rocroi
facendo l'amore con un bruno marsigliese.
Io svolazzo il mio pastrano
indispettito dalla mia propria felicità
che nononstante tutto
nonostante il tuo "Si"
aleggia ancora sui miei occhi, caldissimi
da sciacallo.
Lorenzo Centini