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Un dramma postmoderno
Andrea Brizzi
GLOBALIA
Lorenzo Centini
Pensiero e politica
Sono molti i compiti che la politica e i singoli cittadini
possono prefigurarsi per rinnovare, ribaltare e ricostruire le
radici del nostro paese. Quello che pare più lontano, perché
avulso dal sistema di idee e dalla logica del nostro tempo, è
ciò che concerne il pensiero. Un pensiero che ha oramai
perso il linguaggio della politica, e una politica che ha perso
la logica del pensiero: del resto nel mondo in cui tutto è
ridotto alla pura funzionalità, che significato e quali
“risultati” può ottenere il pensiero, visto come una perdita
di tempo, fine a se stessa, un’elucubrazione mentale non
più degna della nostra epoca? E’ fondamentale, perciò,
cercare di riappropriarsi del pensiero politico, o meglio, di
un pensiero politico autentico. Continuare a distogliere lo
sguardo dal quadro generale della politica significa
disinteressarsi non solo del bene comune, ma anche di noi
stessi. Volgere l’attenzione al particolare, al locale, al
microcosmo della nostra vita quotidiana, singolare e
immediata, ci porta non solo a considerare che la gran
parte dei nostri problemi, con la loro soluzione, abbiano
carattere locale, ma soprattutto neghiamo che tali ostacoli
alla nostra realizzazione abbiano radici, carattere e natura
politici. L’uomo odierno è rimasto oppresso dalla profonda
delusione nei confronti della vita politica degli ultimi anni e
ne ha dimenticato le potenzialità. Per giunta si è anche
dimenticato che ogni nostra singola azione,pensiero e
discorso ingloba e presuppone una particolare concezione
del mondo, una concezione che è politica, e la quale,seppur
inconsapevolmente, coincide con la concezione politica del
mondo in cui viviamo: non è un paradosso che l’ideologia
del nostro mondo contrasti e lobotomizzi il pensiero politico,
che ha di mira l’universale, la comunità, la grandezza del
tutto, ma sia in pieno accordo teorico con le azioni e le
convinzioni dei singoli che mirano all’utile individuale, al
bene immediato e fugace, con chi si chiude nelle mura di
casa,distaccato da qualsiasi relazione sociale,con chi se la
tira in tasca l’un l’altro, con chi pensa a sé e non alla
collettività. Questo è il mondo politico cui siamo immersi,
che è politico solo apparentemente, non curandosi della
comunità; e consapevolmente o meno, chi separa la
quotidianità dall’ambito politico, e si volge solamente alla
sfera individuale, ne legittima la sua più profonda esistenza
e conservazione. Staccandoci da tale canovaccio, non
dobbiamo perciò solamente ritornare alla politica, perché
come già detto la stiamo facendo e pensando male, ma
tornare ad un pensiero politico consapevole, un pensiero
politico autentico, che è il vero pensiero, che abbia di mira
l’universale, la comunità e il suo bene.
Leonardo Masi
EOWYN
Appello ai Patrioti
Citando un film di qualche anno fa, “sono tempi duri per
i sognatori”, ma lo sono ancora di più per noi menti
rivoluzionarie, derubate e spogliate dell’imprescindibile
materiale umano su cui erigere le cattedrali che da
tempo costruiamo nelle nostre teste. Il caro ideale
rimane inevitabilmente sepolto sotto il peso del
chiacchiericcio, della mediocrità degli scopi, della
meschinità delle pulsioni, delle sconfitte della coerenza.
Ciò che resta è la frustrazione di non essere capiti.
Similmente all’albatros di Baudelaire, le nostre ali sono
troppo maestose, spesso terribilmente pesanti, e
finiscono col rendere goffo anche il nostro pensiero, per
quanto non manchino gli sforzi, spesso eroici, di
tradurre in prassi una teoria che fatica a farsi regola.
Uniti nella lotta contro il liberismo, divisi nel metodo:
ecco chi sono gli ultimi avanguardisti di un XX secolo
che stenta a morire del tutto, nonostante le sirene del
nuovo millennio abbiano provato strenuamente a
irretire e soffocare una Storia che prepotentemente
rifiuta di farsi polverosa e immobile memoria. La
rivoluzione divampa ogni qualvolta uomini e donne di
buona volontà reclamino a gran voce l’unico diritto
inalienabile di ogni essere umano: un “socialismo
nazionale”. Al momento però questa richiesta è ancora
un moto irrazionale, un’onda spirituale che muove le
masse alla ricerca di quelle risposte che il “ricco“
Occidente liberale, decadente nel corpo come nello
spirito, non è riuscito a dare. Dovremmo essere noi,
intellettuali e militanti, comunisti e fascisti, Rossi e Neri,
gli unici e veri interpreti di uno straordinario e fecondo
presente, che però rischia di sfuggirci dalle dita perché
ancora troppo impegnati a evocare i fantasmi del
passato. Non lasciate che l’aderenza nostalgica a una
guerra che non abbiamo combattuto ci distragga
dall’ultima battaglia che merita di essere vissuta e
vinta: quella contro il liberismo e la sua sudicia bandiera
a stelle e strisce! L’Italia ce lo chiede, la Storia lo esige:
contro il globalismo e la narrazione liberal-capitalista,
Socialismo Nazionale avanguardia d’Europa!
Federica Florio
ELEGIA
All’amato me stesso
Vladimir Majakovskij
Cono di nebbia
vertice fitto
labile base
Gabriele Napoli
Islam
Ansia di rivolta
Aria di rivoluzione.
Guerrieri di Dio,
Marco Braccini
Figli dispersi
a squartamenti di piazza.
di apocalissi imminenti
per scongiurare di nuovo quel che sarà
Ci aspetterà l'inverosimile.
Gabriele Napoli
Nebbia
David Valori
Vexatio
Stultorum
Sentimentalismo Religioso:
Lorenzo Pacini