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AMICI

GIUSEPPE PREZZOLINI

AMICI
3.

VALLECCHI EDITORE FIRENZE

PROPRIET LETTERARIA

ATTILIO VALLECCHI

Caro Vallecchi,

la dedica di questo libro, le sta proprio a pennello,

perch

lei

pi che un editore stato per

me

per

molti di quelli che qui dentro ho ritratto,

Alfabeticamente sarebbe venuto per ultimo, editore o tipografo di quasi tutti noi, merita di venir
per
il

un amico. ma come
un
pia-

primo

e son certo che cos facendo far

cere a tutti quelli che sono qui dentro.


Ci conosciamo

da anni, e
forse

la ricordo

ancora quando

lei prese quella piccola tipografa al canto di via Pie-

trapiana dove c'erano

cinque operai che pote-

no qualche dozzina di biglietti da visita. Oggi Lei ha un grande stabilimento tipografico ed una importante casa editrice ed i meriti suoi, che eravamo in pochi a conoscere, li sa mezzo mondo letterario e commerciale italiano. La gente che vede l' interesse da per tutto, dice che io parlo bene dei miei amici e non capisce che mi son cercato gli amici tra le persone di cui potevo dir bene gente di intelligenza o di cuore, o di tutte e

vano fare

due

le

cose assieme, com' nel caso suo.

^
una lezione
e sentita. Io

io

dicolo. Forse ci sar in questa


di galateo etico, e

mia professione di fede, mi sarebbe caro ci fosse ho sempre avuto un debole per la gente

fare, e gran diffidenza per metteva a fare ci che non poteva e lo faceva male. Ho visto nascere il grande dalle cose piccole e il piccolo dai propositi grandi. Il mondo andrebbe cos bene, se ognuno stesse al suo posto. Anche il furfante, che fa il furfante sul serio e con tutte le regole, lo preferisco al brav'uomo, che vorrebbe magari infur-

che faceva quel che poteva


quella che
si

fantirsi e
Il

non

ci riesce.

mondo ha bisogno

di gente

pura

in questo

senso,

e di vomitare l'altra,

n calda n fredda.

La

legge della vita quella dell'attivit, del fare, del concludere, del fermare entro
siero

o la propria volont

una linea il proprio pen una legge formale, che

una grande Ubert sulla materia con la quale ogni individuo adempie al suo compito. Di qui la nelascia poi

cessit e l'utilit della critica per s e per gli altri, che

appunto

lo sforzo di afferrare

limiti dell'individuo,

forma raggiunta da esso nell'attuare se la quale critica non propria delle lettere, ma stesso di ogni attivit umana, morale o politica o religiosa. In questo senso, in questo soltanto, posso dirmi anche io un critico poich nel senso puramente letterario mi mancata l'educazione e l'allenamento, perch, preoccupato del mio compito pratico, ho lavorato sempre in fretta. Che mi importava se ci che facevo era appena sgrossato e destinato a durare il giorno o la settimana* secondo il foglio dove esciva, o i pochi
di cogliere la
;

il

anni concessi al libro di informazione sopra un dato

movimento o un paese o una questione


;

Sapevo bene

che tutto ci era destinato a quello scopo, momentaneo se qualche cosa di pi in me pu esserci, lo e labile
il mio lavoro e dai resultati della mia generazione, pi che dagli scritti. Con questo animo, caro Vallecchi, raccolgo questo volume di saggi (i) sopra persone che mi sono amiche

si

vedr da tutto

ed alla fortuna e comprensione delle quali ho lavorato, credendo di far bene a loro ed agli italiani. Io ho scritto
cos,

con piena indipendenza ed ognuno pu vederlo. Non un merito quando prendo la penna in mano, io non mi sento pi amico o nemico di nessuno. Ho bisogno di veder chi egli sia, che cosa ha fatto, fin dove
:

come

ci

giunto.

Ho

saputo ritagliar da

me

stesso

certe illusioni, e

mi pare

di riescire a tagliarle fuori

anche dall'opera effettiva dei miei amici. Le affido questi scritti perch Lei si senta ed appaia legato una volta di pi a questo gruppo di uomini che ha accompagnato
e,

taluni,

anche aiutato e che


suo, in

le

vogliono bene.
quello che io
la tradizione

A modo
della Voce.

avrei pensato di

im modo diverso da fare, Lei ha continuato

Mi sembrato che fosse opportuno che uno almeno dei volumi suoi Le fosse dedicato, che fossi
proprio
io, che, senza superbia, posso dire di non dovermi ingraziare un editore, a dedicargUelo in nome

di tutti gli altri

che come

me Le

sono affezionati.
G. Prezzolini.

Mi creda suo
Settembre
1921.

(i) Ad altri Amici dedicher un altro volume. Occasione, non preferenza, ha fatto nascer la presente raccolta.

BENEDETTO CROCE

Benedetto Croce stato


di

l'astro
all'

tura italiana nel periodo che va,


contrasti

maggiore della colincirca, dalla morte

Carducci alla guerra europea.

Domin senza

seri

ed illumin anche certi suoi avversari che

credevano di splendere di luce propria e non riflettevano che la sua. Egli ha colorito, informato, diretto,
durante quegli anni, consuetudini, inclinazioni, mode
intellettuali,

come nessun

altro
si

spirito
ristretta

del

nostro

tempo
Il

e la sua azione

non

all' Italia.

dannunzianismo stato un fenomeno pi vasto ma pi superficiale, mutevole e leggero, con idee di seconda mano e perci non radicate. L' influenza
del Croce stata invece pi seria e benefica, ed egli parso

un uomo che viene a suo tempo, perch

il

suo

pensiero sbocciato e la sua parola stata detta quando

r Italia aveva gi sentito il desiderio di un rinnovamento di pensiero, ed aspettava. In alcuni appunti inediti di Renato Serra sta scritto che il Croce non lascia una scuola filosofica. Io non ho a questo proposito che delle impressioni, le quali non sono, evidentemente, filosofia, ma mi sembra che il Serra abbia ragione. Il valore del Croce
piuttosto nella

sua personalit che nella sua

filosofia,

i6
e le sue idee, cos vive ed operanti nella sua espressiva

forma restano,
scolari.
lui,
il

s,

operanti

ma meccanicamente
mi pare
sia

nei suoi

Una

scuola filosofica non

nata da

ed in questa direzione mi sembra probabile che

Gentile sia per lasciare un'orma pi sensibile in


spiriti,

un

pi ristretto numero di
caratterizzabili

professionalmente pi

come

filosofi.

Forse tutto ci non

vero, ed impressione mia, dipendente dal fatto che


la personaht del Croce, ed in genere ogni personalit,

mi pare pi interessante delle idee. Le idee valgono, disse un francese, per l'uomo che le sostiene, e non viceversa.

Da

questo punto di vista dunque,


assai

il

Croce
pi

lascer

un' impronta

meno profonda ma

un numero infinitamente maggiore di coscienze. Cosicch, mentre il Croce stato un avvenimento della nazione, il Gentile non pu essere, fino ad ora, che un momento della autocoscienza di questa,
vasta, sopra

deve aggiungere, della sua facilmente, rapidamente, largamente capito dal Gentile, che appena ora comincia a trovare una certa risonanza nel pubblico, e non a traossia della sua filosofia
e, si

scuola. Il Croce stato pi

verso le sue attivit superiori.


Il

pubblico del Croce abbondava di uomini

colti,
le.

di letterati, di artisti. Forse l'avranno letto anche

signore e

gli

uomini

politici.

derivano dal Croce


ri-

piuttosto consuetudini e maniere di presentare e


solvere
i

problemi, specie letterari


;

formule filosofiche
la quale
il

Croce

si

che non e si sente nella forma stessa, con esprime, un interesse pi variato

ed

artistici,

psicologicamente ed artisticamente, del Gentile. Que-


sti

17

ben lontano dal tono sereno, dal cammino disindall'aria talora trionfante e molto spesso insieme scherzosa, del Croce, che adopra aneddoti salati, che abbonda in arguzie e canzonature. Nel Gentile c' una esaltazione amorosa pi virginea e raffrenata, una castit pi severa d'atteggiamento, una interiorit pi riposta e velata, un impeto pi gio

volto,

vanile d'entusiasmo.

La
geribile

filosofa

del Croce stata pi facilmente

di-

di quella gentiliana.

Molte idee sono passate,


e vi

ormai, nel dominio del pensiero europeo, e non v'

uomo

colto

che possa ignorarle

sono passate
al loro

tanto che

non

si

pensa pi neppure
persino

autore

citandole, tanto

che

accaduto ad un suo

avversario di raffigurarlo sotto la specie di uno stu-

pidissimo rinoceronte e, nello stesso tempo, affermarne con viva soddisfazione e con gloria, massime elementari della sua estetica Ci dimostra che la filosofa del Croce, sia per la sua chiarezza e la sua armonia, sia per quella grazia onde spesso rivestita, penetrava anche chi non se l'aspettava, e pareva capita da chi, viceversa, non l'aveva che passata attraverso
!

il

suo spirito, senza fatica di elaborazione personale. Dal che nascevano i fenomeni pi straordinari o
:

quello

del

Maestro

per cui

superamento
in

cosi

bene canzonato

dal

un

certo periodo

non

c'era gio-

vane crociano che non avesse in cassetto o dal tipografo un sistema da opporre a quello del Croce o l'altro deU' incanalamento di energie che altrimenti si sarebbero disperse o avrebbero stagnato, ma senza
;

Amici.


un'ombra
Io
di

i8

originalit,

neppure nella vivezza della

ripetizione.

vedo nel Croce sopratutto un equilibratore e


i

ordinatore di menti, con tutti

pregi e

queste qualit. La genialit del Croce

non di tipo romantico. veramente italiana e classica, che arriva senza sforzo al fine e produce senza fatica, con una calma e con una tranquillit che fa rassomigliare il genio ad una forza di natura. Perci in uomini di questa sorta pi facile trovare un sorriso scherzoso che accenti tragici ed tale la loro sicuda usarsi senza riserva

difetti

di

ed parola

una

genialit olimpica,

rezza e
che,

il

senso della loro superiorit nelle battaglie


dell'

invece

invettiva

satirica

focosa,

usano

piuttosto la schiacciante semplicit di chi, troppo in


alto per essere colpito,
si permette di rivolgere all'avcon una barzelletta, anche qualche benevolo

versario,
consiglio.

ima

genialit

piuttosto

ordinatrice

ed

organizzatrice che germinativa e creatrice,


ricca e piena e Ubera di movimenti,

talmente

da non aver quasi

nessun tormento e pena di parto nell'opera. Nel Croce non c' quel vulcano di affetti e di sensi che si vede in
geni d'avanguardia e di vedetta, ai quali le veappaiono sotto forma disordinata e talora nebulosa, sicch dinanzi ad esse, raccolte come sono sotto un certo velo di mistero e di poesia mattutina ed
altri

rit

espresse in forma d'oracolo, facilmente


si

s'

inchinano e

fanno reverenti.

chi abbia fisso in

mente questo

tipo di geniaht,

pi poetico

ma

non pi grande, ed egualmente neces-

19

pu dare
l'

sario all'umanit, la lettura del Croce

im-

pressione d'un certo borghesismo.

La prosa

del Croce

pacata, calma, solenne, perenne, sempre allo stesso


livello

dello

stesso

calore,

senza esplosioni n ca-

dute

e se

dobbiamo

dirlo borghese,

Vossler, diciamolo pure,


si

come accenn il ma borghese in grande, come


da impresario
abile

disse di Goethe, per quel vivere

e capitalizzatore saggio del genio suo.

Ma

questa im:

pressione

si

muta

facilmente in

un'altra

si

pensa
si

ad un fiume ricco d'acque perenni, quando


sidera
la

consi

sua azione cos vasta in


dalle

Italia,

che
dei dei

ripercossa
giovani,
anziani.

generazioni

dei

coetanei

pi
pi

persino,

caso

rarissimo,

su

quella

non poteva avvenire senza che una potente personalit, dotata di una viva fede ed un vero amore
ci

Der la scienza, abitasse in

lui.

Una nota
ci

caratteristica di questa personalit, che


quella, per dir cos, del
:

ormai familiare,

volume

del suo lavoro e della sua operosit scientifica


rie e studi,

memo-

ricerche e traduzioni, documenti e recen-

polemiche e saggi, e loro elaborazioni e rielaborazioni, che passano dalla storia letteraria ed artisioni,

stica

dell' Italia,

specie meridionale,
all'etica,

all'estetica,
al

alla

filosofia

del

diritto,

all'economica,

mar-

20
xismo, alla letteratura italiana moderna e alle straniere
studi,

persino

e tutto ci fatto

contemporanee, all'ordinamento degli con metodo e con diligenza,


di seriet

con regola e con precisione vera. un esempio di disciplina, di ordine,


morale, di convinzione che
si

traduce in atto, e perci


tutti sanno,

un insegnamento.

Il

Croce,

come

ha rag-

giunto quella forma eminentemente moderna del la-

voro intellettuale, che la negazione dell'estro romantico


:

il

lavoro

programma,

regolare
si

normale,

che

si

inizia

con un dato scopo e

chiude ad un dato

prefisso

momento.
realistico,

Un'altra nota caratteristica della sua personalit,

il

sentimento
filosofia,

che

il

Vossler ha clto nella


del successo.
Si

sua

dicendola una
il

filosofia

pu
i

dire che

segreto insegnamento di tutte le sue

teorie stia nel realizzare.

o di nuove

per ideatori piani o Ubri o nuove vagheggiatori o politiche per ed in generale per nessun ideale che non sa congli

precursori

per

Egli

non ha simpatia per


di
arti

il

pensiero o per la poesia germinale


di

di

filosofie

cretarsi in qualche cosa di

tangibile

quadro o

for-

mula, poesia o rivoluzione. La sua filosofia invece piuttosto indiilgente verso quelli che fanno qualche
cosa

ed in disprezzo delle teoriche moralistiche ed

idealistiche,

ha creato quel piano economico della vita, in cui egli pu assolvere i Borgia o i Napoleone, tanto duri a intendere da chi non sa rassegnarsi al cosa fatta, capo ha .

21 ~
Ed
che,

ancora caratteristica quella specie di sorriso


spesso sul volto, riluce nei suoi scritti

come porta

polemici, ed arriva fino alla canzonatura ed al lazzo

partenopei. I pedanti arrabbiati e tronfi, che credevano


di
il

scontrarsi

con

lui,

poderosamente armati

di

tutto

loro pesante bagaglio di sapere

non

digerito, si son

visti

punti

queste

piccole bucature di spillo

si

sono

sgonfiati.

Questa positivit accompagnata da leggerezza, questa laboriosit ordinata e informata ad un' idea di armoma, molto italiana, nel migfior senso della parola. E bisogna essere molto acciecati e molto parziali per aver presentato il Croce come un campione
di mentalit tedesca, lui

che rispecchia, sotto pi di

un

mentaHt italiana meridionale, e proviene in diretta linea da una tradizione tutta italiana
aspetto, la
e meridionale di pensiero e di scrittura.

di alcuni

Molto crociano pure un certo modo di Uberarsi problemi o uomini, dicendo che essi non esidefinita, senza

stono o non rispondono a una tale o tal'altra attivit

prima
per
tale

per curarsi se per altro non vi

sia sotto qualche altra realt, altrimenti definibile e


altri lati interessante.

vero, per

es.,

che un certo

non

un
;

artista,

come molti
;

del pubblico che lo

legge credono
attivit

per qualche altra cosa, e la sua

ha un' importanza

idealista
si

che non
il

vero che non un un verista , per qualche altra cosa, pu dimenticare, ed ha in lui un significato

credersi o

il

dirsi

idealista

verista

Ma

di ci

-- 22

il

Croce non

si

cura, contento della sua negazione.

di negazioni, ossia di ripuliture, consiste

sua opera estetica, della sua opera critica, la quale


stra nel dire che cosa

molto della come di ripuliture consiste molto


ci

stata spesso

mae-

non

stato

un

artista,

ma non
di

tanto spesso in che cosa stato artista.


Un'altra caratteristica che
gere nel Croce,

mi

parso

scor-

un
il

suo gusto

per la

poesia,

ma,

come sempre
sensibilit
:

accade, per

una

data

poesia.
si

Non

affatto vero che

Croce manchi, come

dice,

di

ma

cui sente e

ha una sua personale sensibilit, per comprende vivamente la bellezza di aloppure


di la lascia ve-

cuni
lare

artisti,

e quella di altri no,

da sue repulsioni e antipatie

ordine morali-

stico. Sullo

Shakespeare e sull'Ariosto, sul Di Giacomo e sul Carducci, ha scritto pagine assai belle. La modestile,
il

razione e la precisione del suo

desiderio

di

repulsione

di non allineare aggettivi, la sua morale per ogni esagerazione, la vastit stessa delle sue esperienze artistiche, lo fanno parere freddo e compassato. In realt il suo carattere molto

esprimere concetti e

pi artistico, nel senso italiano tradizionale della parola, di

quello di molti suoi negatori. Artistica la sua


artistica
la

educazione,

sua prosa, sua

artistica

(espres-

siva, cio realizzatrice) la

filosofa,

contemplazione
stico

del

problema

che nasce dalla dell'arte, e con arti-

intendimento diretta a togliere la storia dalla oppressione delle scienze e delle pseudo scienze, e a
rivendicare
i

diritti della fantasia.

t23

* * *

gli

Sebbene egli sia piuttosto inclinato a considerare avvenimenti con una specie di ottimismo benevolo ed a trattare gli avversari senza animosit, anzi con sorriso, non manca in lui quel senso di quelle zone
ultime del pensiero che
ci

fanno accostare alla tragica

realt della vita, di cui piena la filosofia idealistica.

E bench il tono

del suo scrivere, e direi quasi la materia

del suo edificio, sia piuttosto

una calma
si

e quietante

considerazione delle cose, che


stificare

sforza di tutto giule

razionalizzare,
alto,

non sono scarse

pagine

che rivelano un

severo e religioso sentimento della


e ci colpiscono
si

vita della scienza e della ricerca della verit.

perci tanto pi in lui stonano

quelle ingiustizie e quelle parzialit, cui

lasciato

andare

verso

autori

talvolta

degnissimi

di

critica

dove egli colpiva, ma per altri rispetti degnissima di ammirazione, e le condiscendenze, contraddicenti la severit usata con quelli, verso altri autori troppo palesemente ossequiosi ed obbedienti. La guerra ha aperto una pausa per la sua popolarit,

ma

non

ha,

si

capisce, diminuito la sua granstupidi. Gli avvenimenti che

dezza. Salvo che

p>er gli


sbaglieremo forse,
cessimo,

24

anche modifici

tante fortune hanno rovesciato, hanno


cato quella del suo predominio.

noi sembra, e

ma

pi

ci

sbaglieremmo se

lo ta-

che questo periodo abbia sopratutto estra;

niato l'uomo dalla vita del suo paese e dei giovani che la sua difesa del pensiero piiro dalle passioni di parte sarebbe stata pi bella, pi seria e pi riconosciuta, se

non
il

fosse apparsa, alle volte, piuttosto infuscello nell'occhio dei propri che
;

tesa a vedere
la

non

trave in quello dei nemici

che verso

giovani

sia stata in lui

una asprezza sconosciuta prima, non

necessaria,

talvolta ingiusta e quasi sempre di pro-

posito offensiva. D'altra parte facile riconoscere che

ben maggiore stata l' ingiustizia degli altri, l'accanimento delle polemiche, e sopratutto disgustoso il
vedere la passione politica sfruttata nel campo del
pensiero per tentare di abbattere
autorit che ingombravano
bizioni,
il

una fama ed una cammino di alcune amquieto vivere.


il

di molti interessi e di troppo

La manovra non

riescita. Quello che


;

Croce ha fatto

non pu essere buttato gi e nemmeno quello che egli ha potuto fare per rendercelo meno simpatico come l'afi&dare le difese ad uomini servili e mediocri pu distruggere per nulla e la nostra riconoscenza

il

nostro riconoscimento.

Il

Croce la pi alta per-

sonalit di carattere italiano, che sia venuta alla luce


della vita italiana

dopo

il

1900.

ancora
nella

il

nostro

pi

alto,

pi

serio,

pi grande rappresentante. Nella


per
lui

reverenza

che abbiamo

limitazione

stessa che

25

poniamo

al

valore dei nostri tentativi di

darne, a

modo

nostro,

una rappresentazione, vorremmo


insegnamento che
egli

che
ci

si

leggesse

un

riflesso dell'

ha dato, non con

la sua dottrina soltanto,

ma

con

la sua personalit.

LUIGI EINAUDI

Molti italiani si saranno sentiti spinti per un momento, leggendo la notizia deUa nomina di Einaudi a Senatore del Regno, a mandare un biglietto di congratulazione.... al Senato invece che al senatore, per
l'onore che
gli

era fatto, inviandovi Luigi Einaudi,

che sar una mente giovane ed uno scrittore senza retorica, in un ambiente vecchio e retorico.
Io sono incerto
sulla

parola che pu definire

il

sentimento che

il

ammirazione

affetto

grande pubblico nutre per Einaudi. ? simpatia ? riverenza ?


stimano Einaudi

Non

saprei dire.

Forse la parola stima quella che


italiani in generale
lui

pi conviene.
di opposto,
l'

GH

perch sentono in
italiano.

qualche cosa di diverso, anzi

a quelle che sono le quaUt tipiche del-

Luigi Einaudi
dire

un economista
che

e ci basterebbe

dovrebbe essere veramente impopolare. L' Italia ha avuto dei buoni economisti ma non li ha amati. Alcuni li ha mandati all'estero, come Pareto e Pantaleoni, i pi grandi. Altri sono
per
significare
:

passati

all'

incirca sconosciuti,

come

Tullio

Martello.

Nessuno

riescito

a far apprezzare la sua materia

scientifica.

30

L'economia politica non popolare in Italia, sebbene venga insegnata in tutte le facolt di legge, e Dio sa quante sono, nonch negli Istituti, cosidetti
tecnici, forse per ironia o per nostalgia.

gli

econo-

misti

non sono

popolari.

Luigi Einaudi una eccezione alla regola.


rito di

meim-

un

grande giornale italiano averlo saputo

porre al pubblico italiano con quelle condizioni di evi-

dell'

dente libert di parola che rendono la collaborazione Einaudi al Corriere della Sera uno dei pi begli

esempi di indipendenza e di alta concezione della direzione di un giornale. L' Einaudi ha potuto infatti,
nelle colonne stesse di

un organo, rappresentante

la

grande aristocrazia

dell'

industrialismo lombardo, cri-

ticare e ferire alcuni dei pi sensibili interessi di questo.

Luigi Einaudi riescito a fare in pochi anni, a


traverso
il

Corriere della Sera, quello che le diciannove

universit del

Regno non erano


di
cifre

riescite
:

a compiere
illustrate

in cinquant'anni

vita nazionale
e

fare leggere ra-

gionamenti appoggiati da
ragionamenti.
Per,

cifre

da

per quanto

egli

sia letto,

non uno

scrit-

tore popolare, direi anzi che e cerca di essere impo-

una tesi vera da sostenere, evidente che non aspetta una buona occasione per evitarla e nessuna forma per esporla in modo meno urtante.
polare. Se c'

L' Einaudi
cizio del

ha

la volutt del vero e

il

gusto dell'eser-

suo dovere. Si sente nel suo scrivere


probit

un imche lo

pulso

di

non soltanto

intellettuale,

appone in
alto,
:

troppo forse per incontrare la simpatia che lo stima

del pubblico

ma

non

lo idolatra.

Luigi Einaudi ha nel suo


migliori

modo

di scrivere
:

anche
quasi
quelli

un'altra ragione d'essere poco popolare


tutti
i

come

nostri

scrittori
lo

d'economia
e

che dell'economia hanno

spirito
il

non

le

formule
il


se

come
egli

il

Pareto,

il

Pantaleoni,

Martello,

Ricci

un

ironista o umorista. Infatti che cosa


al

un

economista in mezzo

mondo democratico
il

d'oggi,

non un ragionatore

fra pazzi,

quale col semplice senza quasi ecce-

enunzi are le sue verit costretto, anche senza volerlo,

a dichiarare tutti

gli

altri,

mentecatti ? Uomini politici e giornalisti, persone del popolo e persone cos dette colte, sono su per gi tutte piene dei soliti pregiudizi economici dai
zioni,

quali la battaglia liberale del secolo


ci

decimonono non

ha ancora

affrancati. In questi anni di guerra, poi,

l'urgenza dei provvedimenti e la onnipotenza dei guidatori dei popoli,

non han

fatto che rendere pi

ma-

nifesto e pi grave l'effetto


dizi
si

disgregatore dei pregiu-

antieconomici,

cosicch l'opera degli

economisti
di ca-

trovata raddoppiata.

Ma r ironia
rattere

degU economisti stata sempre

moralistico.

Non

ironia

dissolvente,

scon-

fortata o negatrice. L' ironia degli economisti

ha basi
uomini

ed

effetti

moralizzatori.

la

sferza

del

pedagogo.

Serve a richiamare alla realt


in preda ai pregiudizi.

gli interessati e gli

in generale, sotto la figura dell' ironista econo-


mico,
si

32

trova quasi sempre la figura dell'uomo pro-

vato morale. Luigi Einaudi appunto un tipo di questo genere.

sore a Torino e a Milano,

davvero
e

ma

un grande lavoratore. Profesnon soltanto fa lezione e ha veramente la capacit, perduta da


anzitutto
di

tanti insegnanti,

formare degli

scolari,

di

aiutarli

accompagnarli mentalmente, di dar loro quell' impronta mentale che dopo li fa riconoscere.- Collaboraciale,

tore del Corriere anche l'anima della Riforma So-

una delle poche riviste italiane la cui collezione valga la pena di venire conservata, ed aiuta con i suoi
ora questa ora quella rivista di giovani, nella

scritti

quale sente pi vicino a lui vibrare uno spirito di seriet e di verit.

un professore convinto

di ci

che

insegna, che

ama

la sua scienza, e sente in essa delle

capacit non meccaniche

ma

spirituali,

generali, illuegli
ci

minatrici per l'uomo in genere.

Molto spesso

ha insegnato a riconoscere

nei migliori economisti

una

speciale elevazione di spirito che supera la pura tecnicit della scienza e concorda

un ottimo padre

di

con famigha
si

grandi ideali umani.


se

mi

entrare in alcuni particolari pi intimi


pater familias
nostri
giorni,

permesso

un ottimo

come non con una

trova forse che di rado ai


direi,

mentalit,

proprietario agricoltore (una classe alla

da piccolo quale egli un

poco appartiene e con una certa, forse, civetteria e compiacenza di appartenervi). un uomo, in fine, che non obbedisce che alla propria coscienza. Io credo che per capire bene questi lineamenti dell' Einaudi, che il gran pubblico conosce male attra-

verso
gli

33

articoli

di

attualit

del Corriere, bisogna

leggere certa sua collaborazione che


terale,
stati
l

sembra un

po' la-

come
degli

quella che egU


articoli

d
di

alla

Minerva. Ci sono

pieni
ci

questo senso morale,


la spiegazione delle sue

punto economici, che


lucidit,
il

danno
stesse.

campagne economiche
che
lo

Non
al

soltanto la

sua
:

rende contrario

protezionismo

senso suo profondo del rispetto al vero, dell'ossequio


del dovere verso l'utilit generale del Paese

al giusto,

anima tutta la sua azione economica-poUtica. L'economia pu insegnare che il protezionismo sempre una perdita ma il Pareto la considera, specie in questi ultimi anni, con uno scetticismo da gran signore volterriano, mentre 1' Einaudi non pu studiarla che con un certo sdegno morale di buon cittache
;

dino,

striali politicanti

che vede sprecare a vantaggio di pochi indui beni sottratti alle fatiche di coloro

che pi lavorano e
industriali, vi
si

meno domandano

al

governo.

Nella sua difesa degli interessi agricoH contro quelli

certamente un tono pi caldo che se una sempUce divergenza di cifre. C' una divergenza di cifre che egli sente come un'offesa
trattasse di
al

suo sentimento di giustizia e alla classe degli agri-

coltori

profondamente stimata, non tanto come economista quanto come cittadino. Il pubblico, son certo, giudica 1' Einaudi uno scritfore freddo ma da noi il freddo che nasconde un' intima fiamma, pi ossigenata spesso di molte vampate

da

lui

di

paglia,

non

conosciuto.
3

Non

abbastanza diffuso e meno ancora siamo molti, insomma, che riesciamo

Amici.

34
a sapere, a comprendere, ed apprezzare per
intime qualit, uno scrittore del tipo
dell'

le

sue

Einaudi.

La nomina a

senatore di Luigi Einaudi, ho gi


al valore in-

accennato di sopra, non aggiunge nulla


trinseco dell'uomo.
tica.

Ma

ne aggiunge
l'

all'efficacia

pra-

Non

gi che io creda che

influenza diretta del-

l'uomo attraverso tm organismo ormai logoro possa avere una importanza maggiore di quella che egU
esercita

attraverso

il

giornale

e la

cattedra

ma

ci

sono

strati

pi numerosi e profondi di quanto


i

si

creda

della pubblica opinione,

quali

non

si

lasciano pene-

non quando certi consensi uffici aU sono ragsempre la storia di una celebre BibUoteca italiana la quale non si associ alla Critica e non acquist le opere del Croce, pur fino ad allora chieste da numerosi lettori, se non il giorno dopo la nomina a senatore dell' illustre napoletano. Fino a quel giorno egli non era esistito per l'esimio bibliotecario. Ora in altri campi e con altri effetti
trare se
giunti. Io ricordo

sperabile

che
alla

certi

ambienti

assolutamente
Einaudi,
si

imperpi
di

meabili

mentaUt tipo
saranno meno
dell'

sentiranno

meno

difesi e

ostili

alla diffusione,

ancora che delle idee


rappresentare
i

Einaudi, del suo

modo

problemi.

E
r

che cos' questo

modo

quello spirito di con-

cretezza, e di realismo, inspirandosi al quale soltanto


Italia potr

vera di tutta la sua storia


retoriche, d'ogni genere,

compiere una vera rivoluzione la pi fin ora. Se l' Italia com:

prendesse finalmente che tempo di lasciare tutte

le

da quella nazionale a quella


socialista,

35

da quella demagogica a quella padronale, per darsi un ritmo di vita pi serio, pi onesto, pi
;

retto
ci

per considerare pi seriamente


;

il

mondo che
i

attornia
altrui

per vedere prima


;

propri vizi che

di-

fetti

per lavorare seriamente e non promet;

tere ci che
pri

non si pu mantenere per ridurre i proprogrammi a quello che ragionevolmente com-

preso nella sfera delle proprie possibilit,

ma

impee

gnandosi per di giungere a quel Umite, senza sostare

un momento
sforzo
;

senza

trascurare

alcun

sacrifizio

1'

Italia

allora sarebbe

paese e degno dei sogni e

veramente un grande degh insegnamenti di uomini

come r Einaudi. Volevo fare un ritratto ed ho finito col tracciare un programma. Ma il nome dell' Einaudi difatti un programma, e come tale va considerato.

PIERO JAHIER

Piero Jahier nato a

Genova

nel 1884,
il

ma

soltanto

per caso.

Non ha

nulla a che fare con

ricco

com-

mercio e col vagabondaggio marinaro della Superba.

un

montanaro

sue patrie sono due


Si

piemontese che parla toscano e le la vallata valdese per i suoi an:

tenati paterni e Firenze per la lingua che adopera.

pu

scrivere

della

sua vita senza pericolo di

urtare qualche intimit, perch della sua vita ha fatto


cos

spesso

specchio nella sua arte, che


libri.

si

potrebbe

leggerla tutta nei suoi

Si descritto, confessato,

comunicato

ai

suoi lettori. Sicch a molti vien fatto

di chiedere di lui, se la realt corrisponda alla poesia.

come

non nulla di straordinario un caso molto singolare nella vita italiana. Egli fgUo di un pastore protestante, che si uccise per aver peccato, di un peccato che non ha mai fatto uccider nessuno in ItaUa mancanza alla fedelt coniugale. La morte del padre lasci una
Ora
la vita di Jahier

avventvu"a,

ma


La

vedova povera, con quattro figli, il maggiore dei quali dov cercar di arrivar presto a provvedere per tutti.
vita di questa famiglia descritta in Ragazzo.

un impiego delle ferrovie, con l'animo per di uomo onesto, terribilmente sensibile a quel che peccato, e nello stesso tempo fuori ormai, per i contatti con un mondo diverso, dalla fede religiosa ma con l'animo di poeta. Che cosa dev'essere la vita di questo impiegato, si vede in Gino Bia^hi,
Jahier arriva infatti ad
;

satira della burocrazia.

Infine c',

come per

tutti, la

guerra

presa sul serio

da Jahier, soprattutto per la comunione di lui, povero e montanaro, con i poveri e montanari alpini. Che cosa la guerra, si legge nel primo quaderno di Con me
t

con

gli alpini.
libri

Questi tre

sono, per ora, tutti


alla

titoli

che Jahier

pu vantare dinanzi
colti in

pubblica opinione italiana.


e

Oltre quelli, pochi articoli, bozzetti e liriche, non rac-

volume,

esciti

su

La Voce
opere
;

La

Riviera Ligure.
di teatro.

In

preparazione

varie

una anche

(Jahier stato da ragazzo ottimo recitatore,

ed ha

un'arte straordinaria nel leggere e nel parlare).

* * *

La sua

vita corrisponde dunque,


libro.

all'

ingrosso, alla

sua poesia. Ogni periodo, un

Ma

quello di molti che questa spiegano o

gioco vano vogKon abbat-

un

-4t
ter

classificarlo

con quella

si

contentano di

come

un

protestante

sia per

negare la sua arte, sia per

rendersi

conto di quello che di duro, di morale e di


essa.

poco italiano appare in

Ma

Jahier

non

si

spiega
la

veramente che a traverso


gi egli
cos
si

la sua

immaginazione e

sua poesia, inizialmente e nelle sue conseguenze.

Non

immagina immagina
che
egli

cos perch
di
essere.

ma

egli cos

perch
molti,

Mentre secondo
si

Jahier scrive a quel


io credo

modo perch ha
scrive. Il

quella sua vita,

abbia quella sua vita perch

imma-

gina di essere

come

un fenomeno

di razza,

ma

di

fenomeno Jahier non persona, non di sangue,

ma

di fantasia.

Per chi pu interessare, Jahier ancora impiegato delle Ferrovie dello Stato, e dei pi modesti (i). Abita
a Firenze, in una casetta rossa, che
si

fabbricata

con l'aiuto di una cooperativa di ferrovieri, soddisfacendo un suo gusto montanaro di casa propria e il

La sua casa adorna montagne. Riproduzioni di Segantini, fotografie di cime e di nevai, panorami di creste e di spazi immensi di cielo sopratutto per
suo amore per la sua famiglia.
di ci

che ricorda

le

oggetti
tanari,

scolpiti,

traforati,

disegnati

dai

suoi

mon-

che

durante la
date
ai

ha raccolto con grande accortezza guerra, sagacemente adoperando le licenze


egli

suoi alpini per farli frugare nei sottoscala e


e scovar conocchie e bastoni,

nelle soffitte,

gioghi e

(i) Non molto che il predetto agente non ancora maturo per fare 1' ispettore.

stato giudicato

4
pipe,

pungoli

maschere dei padri

delle
ci

nonne

(vedi Dedalo, n. 2, Arte alpina).


di

poi

sono trofei
di

armi e

di elmi, presi agli austriaci, e poi fasci di

alpenstock, di sci, di piccozze, tutto

l'armamento
i

un

alpinista che

si rispetti.
i

quadri d'amici. Poi

libri.

Sono pochi

libri

dei poveri.

Ma

ogni libro una


il

conquista ed un ricordo. C' certamente

Leopardi
il

della partita a biliardo e del compito fatto per

comil

pagno
razioni

ricco

raccontati
il

in.

Ragazzo,

il

Verlaine per

quale non fu pagato


di

ciabattino e poi le grandi ado-

Jahier

il

Proudhon,

la

Bibbia,

Claudel.

libri della Voce.

dalla sposa,

Veramente tutto in quella casa una conquista degna del suo poeta, conquistata al pro:

testantismo rigido d'un degnissimo padre, sant'uomo

davvero, ma,
belle e

come pastore, sospettoso di Jahier non frequentatore, dalla sposa del Canto a
fino
alle

rilei

dedicato,

umili

casseruole,

risparmi nei giorni di fidanzamento,


stosa

comperate con dopo aver cer-

cato molto e molto, in tutte le botteghe, la


e

meno

co-

pi duratura

perch

il

loro

amore,

anche

pensava duraturo. E dove metto poi quattro figlioli, uno pi bello dell'altro, nati in pace, in guerra, ed in armistizio ?
davanti
alle casseruole, si

43

li.

Ora questo Jahier protestante e impiegato, si scocio l' immagine si sent riperse scrittore scrivendo stretta nella sua prosa e chiese un ritmo al periodo la passione non si content della parola povera e consumata di tutti, i giorni, ma cerc la pi pungente o la pi dolorosa. Un animo offeso da anni di povert, da lotte familiari e religiose, aveva molto da raccontare se gli si offriva l'occasione. E questa venne con la Voce di Firenze. Avere pubblicato i primi scritti di Jahier, e spinto cos Jahier a formarsi sempre pi scrittore, uno dei grandi meriti deUa Voce. Egli doveva scrivere di cose pratiche, delle fer; ;
.

rovie,

per esempio, o degli impiegati, del suo paese

e dei protestanti in Italia. scritto

Ma

ecco

come

gli

veniva

necessario che

ci

siano dei palazzi tutti porte

e corridoi
lo

con dentro mille signori a tavolino, affinch


il

stradiere ficchi

lucido punteruolo in ogni sacco


il

che passa barriera, e

catarroso guardasala s'alzi dal


.

divano
Il

di
:

i*,

colla

morsa minacciosa nel pugno

Oppure

signorino aveva le vocazioni.

aveva in famiglia voce da sbalordire,

possibilmente artistiche
si

Le vocazioni le una
:

prese a nolo

il

pianoforte

-44-r inclinazione per la pittura, e fu mandato all'Accail bernoccolo delle matematiche, e si sogn demia uno stile promettente, e si strinse in ingegnere r pugno la gloria,
;

Ma

professori

se lo sballottavano

di classe in

classe

con grandi musi duri

capiscono nulla)

tra

(i

professori che

non

luglio e ^ottobre s'incoron della

licenza, in provncia.

Allora pap

si

accorse che era

pi che maggiorenne, che giocava, che la sua mas-

sima fatica era stata quella di tener ferme colle sue mani bianche quelle rigate di nero deUa serva, sul suo lettuccio nello stambugio. Maturo per l' impiego .

IH

Lo

scritto,

che

deve

essere

pratico,

si

contorce

per lo sforzo di legare ci che dev'essere sciolto.


fu bello,

Non

da principio
lui,

e per parecchio

tempo. Siccome

tutto era forte in

e tenace, tra la poesia nascosta,

che voleva esprimersi, e la pratica, che voleva prevalere, la lotta

non fu breve.

Si

pu

dire,

ma

in altro

senso, che sebbene Jahier abbia acquistato piena co-

scienza del suo carattere di scrittore, dura tuttora, in

quanto

gli istanti di felicit nella

sua prosa non sono

frequenti.

Cominci a manifestarsi, come esempi, con una certa inclinazione


tratto.

si

vede da quelli
si

alla satira e al risatirici

piccoh ritratti e bozzetti

leggono

infatti in quel

45

tempo

nella Voce

di usi, di costumi,

di tipi paesani, di vizi e di inclinazioni della razza e


di certe categorie sociali,

prevalentemente degli

uffici.

si

uno

spirito di riforma e di
;

manifesta

uno
i

spirito

non conformismo, che pungente, e non di bodegli

nario scherzo,

ma

di giudizio severo e
difetti

pacit di cogliere
esporli

morah

la caduro uomini e di
;

nelle loro

manifestazioni esterne di corpo, di

vestiario, di parola.

Satira e bozzetti

compongono
il

infatti

Gino Bianchi.

Questo Gino Bianchi


difetti

ritratto del perfetto impie-

gato, dell' impiegato archetipo, rappresentativo di tutti


i

degli impiegati, riassunto di ogni mediocrit

biu-ocratica, colpito
ficio,

non soltanto

nella sua vita d'uf-

d'ozio e di piccinerie,

ma

nella sua vita familiare

metodico borghesismo senza poesia. Gino Bianchi umano, perch una caricatura. Si pu dire che ogni particolare sia stato preso sul vivo, ma l' insieme non vive. Anche dal punto di vista puramente lettedi

non

rario

non ha una

unit,

mentre sono straordinaria-

mente

belle, spiritose,

vive alcune definizioni, episodi,

motti, trovate. Si sente

una continua giusta-posizione


espressiva,

di appunti, presi dalla realt, e dai quali si voluto

cavare la
all'eccesso

maggiore
il

efficacia

contraendo

potere significativo della parola.

Lo

stile

una parodia

di quello burocratico,

dove

subito, per, scappano fuori,

come

pietruzze d'oro in

un mosaico
sitata,

grigio, immagini ed epiteti di foggia inuaccoppiamenti curiosi di parole, ritmi sforzati

e spesso, persino, rime interne.

-46Prendo

il

primo periodo,
all'oggetto

col quale si apre

il

libro

In

merito
si

dell'allegata

inchiesta,
:

il

sottoscritto

pregia significare quanto appresso


rilevato

Che avendo

contro pane

tetto vestito
e sul ruolo
.

come

il

baratto della poesia


si

compia con

tale

ritardo suU' improrogabile appetito del ricorrente, che

giunge pane alla mascella sdentata, soccorso alla


paralizzata

mano

paga della celebrit

rilascian

quietanza

nipoti....

C' la gravit voluta di chi vuol fare ridere; c'

anche un certo sentimento e apertezza d'autore, che confida le sue pene ai lettori. La quale confidenza va crescendo verso la fine e sbocca in una piena confessione (Istanza per un armo senza ritomo) dove il poeta, che stato dieci anni alle dipendenze di Gino Bianchi, chiede il diritto di potere esistere, almeno per im anno. Il sottoscritto, egli dice, avanzando l' istanza
:

Ogni

sera, dieci anni durante, uscito dalla

porta

targata

nata di

gli uomini chiudono la loro giorha aperto la propria. Con ogni avarizia ha sottratto al cibo, al riposo,

come da una Ogni sera quando


fatica,

malattia.

a compagnie, parentadi, distrazioni,

il

prezioso

movis-

mento unico, capace di giustificare Marcando dentro il fitto logorio suto come un orologio.

la

sua

vita.

del tempo,

ha

nondimeno, malgrado tanti accorgimenti, non si trovato a disporre che di un tempo quantitativo grossolano, gravido di cloro, attossicato di fumi e

inutilizzabile alla poesia.

47

tempo
i

sputi e inchiostri e vuotaggini chiacchierative,

Mentre continuano a prodursi in


irreparabili

servizio,

lampi
.

le

aperture

dell'anima

senza

orario

chiedendo esclama
:

l'iu-genza

per

il

provvedimento

perch sono in ritardo perch sono stanco di resistere e differire perch voglio amare tante parole rinchiuse
lasciatemele liberare.

tormento di Jahier avere delle parole rinchiuse che non riusciva a liberare. Il Gino Bianchi, questa gustosa satira della burocrazia,
Questo era
il

segreto

piena di questo tormento, di desiderio d' infinito e


di sfogo,
di

poesia repressa, che trapela da tutte le

fessure e filtra da tutte le chiusure.

III.

Sebbene
Bianchi
licit

il

volume

sia escito

ultimo dei

tre,

Ra-

gazzo contiene scritti posteriori o del


:

tempo

del Gino

ma

ha tutt'un

altro carattere.

di

sfogo,

un'altezza di volo,

C' una feuna umanit che

non

si

trova nell'altro. L'elemento satirico e pungente

minore.

Non

c' caricatura,

ma

realt.

-48Il

materiale primo di questo libio la vita di un


:

ragazzo

narrata

talvolta

come
ci

biografia,

talvolta

come

autobiografia.
:

questo

serve subito

a caIl

ratterizzarlo

si

tratta di un'opera romantica.


il

se-

colo passato ed
zioni.

nostro sono pieni di queste narra(sentimentale)

L'arte

moderna
il

ha cercato imfal-

mediatezza e sincerit raccontando

la vita del poeta.

parso questo

sistema migliore per evitare la

sit narrativa.

Negli ultimi anni, in Italia, vi stata una ripresa


di

questo lirismo personale e immediato. Dal gruppo


Voce, dove Jahier
:

della
tre
//

autobiografie

di

mio Carso di Ardengo Soffici.


che

ha lavorato, escirono infatti L'uomo finito di Giovanni Papini, Scipio Slataper, Lemmonio Boreo

C'era in quei giovani


alla retorica
essi

un grande bisogno

di reagire

sentivano nella poesia professio-

nale e storica del Carducci ed in queUa mitologica e


imaginifica del D'Annunzio.

Ragazzo appartiene a quel periodo caratteristico.


un'opera coetanea
di

quelle tre. I capitoU di cui

composto escirono quasi tutti nella Voce e nella Riviera Ligure, dove collaboravano Slataper, Papini e Soffici. Essi non sono per raccolti in ordine cronologico. Gli ultimi capitoli
il

primo, che appare

il

pi elaborato e
il

sono dei primi saggi di Jahier il pi strano, ed


;

anche

il

pi alto ed
si

pi ostico, assai pi recente.


la personalit del-

Ma

Ragazzo

distingue da quelle altre autobio-

grafie personaUssime,

appunto per

l'autore e dello

stile.

49
Anzitutto
in
il

Italia

il

caso

Jahier

appare fuori

dell'ordinario, e

materiale di vita sul quale ha lavoJahier appartiene a quella fa-

rato eccezionalissimo.

miglia di Valdesi, che lotte religiose, quali

non sono
del

mai

esistite in Italia,

hanno contenuto

ai confini

Piemonte, separati dal corpo della nazione per lingua,


credenze e costituzione. Egli nasce dunque in seno a

una minoranza di montanari protestanti, resi ancora pi rigidi da oppressione secolare e non mescolati da
rivolgimenti spirituali della nazione italiana.
L'eccezionalit della vita intima di queste famiglie,
risulta subito dal

primo capitolo
si

di Ragazzo,

dove
sopra,

si
il

narra la morte del padre.


padre, pastore protestante,
tradito la sua donna.

Come ho

detto

uccide, per rimorso d'aver

Un

caso siffatto talmente di-

scordante dal nostro carattere itahano,


in noi meraviglie e sospetto.
Si

da suscitare
dubitando.

rilegge,

cos.

La morte
deUa vita

del

padre lascia una famiglia povera.


;

Degli espedienti onesti della madre, per tirare avanti


di piccole umiliazioni

dei suoi sforzi per crearsi

da ragazzo povero una autonomia spirituale;

del suo paese nativo

della figura del fratello


;

dato a rinsavire come mozzo sopra una nave


posto
il

mancom-

resto del libro.

In tutto questo non vi nulla di eccezionale. Tanti sono poveri, tanti protestanti, tanti montanari. L'eccezionale sta nel fatto che questa vita trasfigurata
nella poesia di Jahier. Jahier

ha saputo chiuderla in
si

espressioni sue, caratteristiche, che


4

riconoscono ap

Amici.

pena
altri.
si

50

gli

vedono

si

distinguono da quelle di tutti

Una
stesso

pagina di Jahier non una di

Soffici,

n di

Papini, n di Slataper, anche se stata scritta nello

tempo

e risponde allo stesso bisogno spirituale,

di confessione.

In che cosa

si

distingue

Leggendo Jahier, i professori di italiano troveranno da protestare. La sintassi non osservata. La grammatica talvolta calpestata. La punteggiatura assolutamente fantastica. Vi sono periodi che cominciano con un soggetto e finiscono con un altro. Il ragazzo, tra molti fratelli, nella casa dpve quando s' imburrava una fetta di pane c'era sempre una sorella che, ripassandoci sopra il coltello, ce ne
assai

faceva sortire un'altra.


Il

fratello

che hanno mandato mozzo a quattordel

dici

anni perch svoltava male, arrivata ima sua

lettera con

un francobollo verde

Canada
.

il

bollo

Bathurst. Ragazzi tirate fuori l'atlante


:

Vi sono tempi senza concordia Allora divent smorto e volava nei


per chiamar l'occhio a meraviglia

corridoi.....

Vi sono paroUne nuove, che sembran fatte apposta


:

Quando....

steller

in

terra la

prima

stellina

51

Mi apparvero

allo

sbocco, in corona, puJite nel con.

trasto dei

cieli, le

grandi montagne centovisi

Vi sono sbocchi e aperture di periodo che


sentano in contradizione
aspetta

si

presi

aperta con
al

quello

che

un orecchio abituato
si

ritmo usuale. Pause

ed a capo sono mutati. Molte lineette e qualche brano


di poesia

intercala nella prosa,

come una sua magla

giore accentuazione (la

musica dell'organo durante

messa cantata, non continua, essenziali momenti).

ma

a riprese, in certi

Tornata
:

Ho messo un

bicchiere di mammole sul davanzale dal tuo giardino le devi vedere perch non mi vuoi pi guardare ? Ti spuntan due sommoli nuovi, sotto la bluse li vedo ansare. Per questo non mi vuoi pi guardare ? Se non ti volti pi se non ne vuoi pi sapere, io per, ti posso arrivare son io che ho dato ordine al melo
:

che tutti i fiori sul tuo capino li deve sgroUare .

E l'uso
Ma
la

dell' infinito,

per bisogno di rapidit e quasi

ricercando una originariet di radice,

come

se la vec:

chia parola fosse ribalbettata da labbra nuove

oltre

il

corridoio, svegliarsi tra sbadigli nebla

biosi

ronda impassibile delle montagne, seguir


,

navigazione in riga di nuvole pilotate dal vento


passo per l'altra valle

al

Si nota facilmente una volont nello scrittore di dare una espressione ricca e nello stesso tempo ra-

pida, eloquente e dura,

52

ma
sempre tagliata
li-

commossa

solidamente. Cos

si

noter la parchezza delle immagini,

ma

soltanto apparente, perch invece di trovarsi

bere ed accompagnate
l'aggettivo
e

come termini
scrittore

di paragone, le

immagini vengono dallo

immedesimate
sostantivo

nelegli

talora nello

stesso
e

che

chiama a
ricordo.

significare la cosa,

che spesso sa trovare

sfaccettato e ricco di pi d'un riflesso e di pi d'un

Per esempio. La
forare

campana che mesce mezzogiorno


;

ricorda la minestra e l'ora della colazione


dello studente che suggerisce
al

il

sema
bi-

compagno

pregno
gliardo,

d'un'

immagine marina

prati

del

esimono dal parlare di verde, ma lo dicono meglio che se fosse indicato anche di qual verde si
tratta.

Deve anche
la disposizione
gli

colpire l'uso frequente della lineetta,

non abituale

di certe parole,

corsivi,

a capo.

Quando molti si domandano perch scrive cos Jahier ? non potrebbe scrivere in un altro modo, come noi, per esempio ? facile rispondere ma tutto ci non arbitrio. Risponde a un' idea dello
:

scrittore.

Tutto coordinato ed armonico,


suscitare.

alla disar-

monia che vuole

53

In relazione stretta con quelle novit e curiosit che ho accennato, la prosa di Jahier presenta una ritmicit, un sobbalzare regolare di accenti, un chiudersi ed aprirsi di pause,

un

ripetersi di finali, che si

avvicina e spesso diventa addirittura poesia. Dentro

una

a questa prosa non indifferente sentire che si muove immaginazione calda, un sentimento cupo e
profondo, un' acerbit di sensi.
C'

tore e lo scritto stesso.

una corrispondenza fra QueUa

lo, spirito

dello

scrit-

linea in cui Jahier

ha

voluto concludere le sue esperienze di vita giovanile,

corrisponde alla sua linea spirituale. Aspro e tagliato

duramente
e tagliato

il

suo spirito, foggiato cos sulle dure

esperienze della povert e deUa

montagna

ed aspro

duramente

il

suo periodo, spesso noccoluto,


di villano.

ossoso, bugnoso,

come corpo
biblici,

Esprime una
i

certa acredine e quel senso di vendetta che hanno


versetti

dei

profeti

perch qualche cosa di

questo genere c' nel suo spirito di povero, rivoltato


contro r ingiustizia del ricco. (Oh terribile definizione
del

filantropo

ra un

filantropo

un uomo che
alle

fa del

bene

alle

persone che corrispondono

sue

idee

),

Non
Si

sit interiore

moda, non desiderio di novit ma necesche ha formato cos la scrittura di Jahier. vedono nascere in Ragazzo i primi germi di quei
lirici

motivi
e

e poetici addirittura (fondati sopra

im

se,

che apre un orizzonte di poesia e un alzarsi di ritmo


si

chiudono con un

ma

che esprime quasi sempre

una

realt dolorosa e pensosa con abbassarsi di tono)

libro

54

ritmi che poi ritroveremo nel loro pieno sviluppo nel

Con me e con gli alpini. Se nasca una casa, andremo a vederla andremo ma sono tristi perfino in piazza se suona la ritirata suoi soldati ma puntano in alto le cornette con i
; ; ;

desolazione

{Ragazzo 18-19).
sei,

Dove

compagno caro
;

al paese dovevi tornare se qualcuno lo potr rivedere gliene chieder la tua mare.

Ma ma

ti

non sei stato abbandonato veniamo a ritrovare.


[Con me
e

con

gli alpini,

71).

Si

trovano in Ragazzo
i

primi accenni dei ritornelli

e delle riprese poetiche,


si

primi ritmi nascenti che non

sono voluti solidificare in poesie dalle veccliie forme. quando si sente tanta novit poetica, tanta madi lirica,

teria prima, starei per dire,

comprendiamo

benissimo come l'autore abbia fatto bene a preservarla dal rassegamento e dalla cristallizzazione che

ne sarebbe venuta qualora avesse consentito a versarla negh stampi tradizionah. Cos neW Avventura settimanale che s'apre e si chiude

come im

ritornello

Voglio bene al ragazzo che passava ogni sabato la collina, sporta in spalla, mano premuta sul borsellino

di

mamma, animo
sotto

di contrabbandiere,

ripor-

tando franca di dazio


di carne,

forese, la provvista settimanale

im

fascio di rose d'ogni

mese

{Ra-

gazzo, 63, 72) nel quale

va notata anche una rima in-

55 terna,

non unico esempio


:

preciso dei versi, ed ai

un avviamento ritornelli di Con me


di

al
e

ritmo
gli

con

alpini

Uno per uno zaino alla mano


e nei riposi ci contiamo.

Uno

per uno

corda alla mano dove non si passa, passiamo.

III.

Un

artista di questo tipo

pareva irrimediabilmente
era vero.

chiuso in se stesso e condannato all'autobiografia.

La guerra dimostr che non


con
gli

Con me

alpini

ha vinto

il

cerchio

dell'ammirazione
largo pubblico

puramente

letteraria e convinto

un pi

che Jahier era un artista per tutti quelli che avessero solamente un cuore in petto e pochi pregiudizi in
testa.

Non

senza difficolt

ma

con sicurezza.
il

La smentita
miglia povera,
ter su

venuta con

Ritratto

del

soldato

Somacal, ormai giudicato da tutti, insieme con la Fail capolavoro di Jahier, difficile metuna statua con maggiore sodezza. Somacal un monumento. Con me e con gli alpini un libro d'amore per il

popolo e di critica della sua classe dirigente.

Il

Jahier

protestante, nel senso di dovere, c' ancora tutto, a

- 56 contrasto con
i
i

leggeri,

i i

deboli,

finti,

potenti; a
Il

contrasto con
italiano,
i

poveri,

semplici, gli umili.


i

popolo

suoi dialetti, le sue qualit,

suoi mille la-

vori, le sue fatiche e gli stenti,

sono rievocati e studiati con animo caldo e inneggiante. L'onore di Italia

l,

in basso, e

non in

alto
l'

sistenza, la speranza per

l la sua forza e la sua reindomani, la certezza del-

l'avvenire.

Gente alla quale non stato mai parlato, abbandonata a s stessa, che si dovuta fare la vita combattendo durezza di luoghi, distanze di lavoro,

mancanza

di istruzione, furberia di capi.

Ed

riescita

a dare e d ancora.

Somacal cretino dalla nascita, cio trascurato e da piccolo, appena sente una parola di considerazione da parte del suo superiore si sente redento, Andril una testa matta, perch osa dire al suo generale che i sette anni di campagna, Cina e Libia e guerra Europea, li ha fatti da generale e lui da alpino. Carrettieri, minatori, muratori raccontano
denutrito
le loro vite. le loro
I loro

nomi sono

analizzati a dimostrare

schiatte che nacquero

da un' idea domestica,

di conquista sulla natura, di costruzione sociale.

la

comunione con queste anime si eleva in puri canti ai quali la montagna si unisce con le sue apparenze misteriose, con le voci dei suoi animali, con
gioia della
i

colori dei suoi ghiacciai e dei suoi cieli.

Ingommino
rosseggino
i

le

gemme

broccoletti dell'uva e tutti gli occhiolini dei fiori

riscoppino dal seccume.

57

Si schiuda il bozzolo nero alla trave e la farfalla tenera galleggi ancora sul fiato.

Scotete nel vento il lenzuolo malato e risperate guarigione scarcerate la bestia e l'aratro e riprendete affezione.

Uscite perch la terra nera fuma tranquilla e sicura ribrilla l'erba novellina e sulla panna lontana riposa il lampo arancione.
e con gli alpini rappresenta una pienezza una maturazione umana. Esso stato il libro chiave che ha fatto penetrar Jahier nel suo pubblico. Per un artista ci vuole sempre un libro cos, che presenta. Dopo quello passano gli altri, anche quelli nati prima di lui e hanno dovuto aspettare.

Con me
e

artistica

Aspettare parola fuori di moda nel presente momento letterario e perci parola da Jahier il quale non ha mai avuto paura di aspettare n di fare aspettare. Egli cresce come le piante senza preoccuparsi se c' chi lo misura e lo guarda. Oramai sicuro.
;

IV.

Un

esempio ben raro di scrupolo d'artista, che fa

ben fatto dei vecchi Nessuna necessit materiale o solletico di gloria ha potuto smuoverlo dalla sua linea. Non ha mai potuto prendere un imricordare
artigiani.
al
k

Tamore
Jahier

lavoro

non ha

fretta.

-58

pegno regolare, una fornitura di poesia o di prosa a quotidiani e a riviste che lo richiedevano. Le uniche eccezioni sono state quelle del suo apostolato fra i soldati e poi fra i contadini. Durante l'ultimo periodo della guerra, quando dopo Caporetto, i generali cominciarono a capire che bisognava far capire la guerra ai soldati e che si potevano anche adoperare
gli ufficiali intelligenti

riera,

Jahier ebbe

l'

incarico di compilare

non soltanto queUi di carun giornascritto e

letto di

propaganda, che fu VAstico. Fra tutti quelli

delle armate, l'unico

che fosse
il

stampato in

zona battuta,
alla

ma

sopratutto

solo che sapesse parlare

buona vano per

ai soldati, che, le

caso straordinario, lo richiede-

proprie famiglie, cosicch dal corpo d'ar-

mata pass

all'armata e da tremila a trentamila copie

di tiratura. Tipograficamente

modesto, 'AsHco non ras-

somigli a nessuno di quei giornali, scritti da giornalisti,

compilati con lo spirito da giornalisti e stampati

di l dal
strata

Po e dal Mincio con le figurine da Scena illuo da Jugend. Fu illustrato da contadini soldati

che ritrovarono talora l'accento energico delle pitture

catacombe e delle scolture preistoriche. Pi tardi a Firenze Jahier continu la stessa opera, per alcuni mesi, con il Nuovo contadino, fra gh smobidelle
litati.

Ma

la lotta politica feroce,


le

alla

quale voleva,
Il

mantenersi superiore, ne scosse

basi.

giornale

avrebbe avuto fortuna, se si fosse fatto servo di qualche partito o di qualche interesse. Ma Jahier era troppo di
l

da queste

possibilit, e

il

tentativo cadde, dopo avere

suscitato parecchie

ma

insufficienti simpatie.


stata

59

nella sua vita. Salvo conditempi come i nostri c' tutto da aspettarsi, non pare che Jahier possa mai diventare
zioni eccezionali, che in

una parentesi

un buon

giornalista.

* * *

Jahier uno scrittore.

ed una sua forma.

Ha un suo 'mondo poetico Un mondo religioso e morale, una


Non
si

sua forma trattenuta e spezzata.

pu consi-

gUare nessuno a seguirla, a imitarla, a copiarla. Non una strada per altri. Soltanto lui pu batterla, e

non

altri

che

lui.

LOMBARDO-RADICE

Secondo

il

Bollettino del Ministero della

Pubblica

Istruzione, Giuseppe

Lombardo -Radice insegna pedago;

gia nella R. Universit di Catania

secondo l'Annuario
1'

della vita italiana, egli insegna pedagogia in tutta


talia, e
i

I-

suoi discepoli sono tante centinaia che

non

sta-

rebbero in nessuna aula, per quanto magna, dei nostri


Istituti di studi superiori.

non

fa che insegnare

Lombardo Radice insegna sembra nato per insegnare ha


;
;

insegnato ed insegna a tutti noi


e ci insegner

credo che abbia co;

minciato ad insegnare appena cominci a imparare

come

si

insegna, ancora molti, tantissimi

gh auguriamo di vivere. Il profesnon per lui una professione ma una natura, e prima natura si intende. Quando si allontanato dalla vita dell' insegnante ha finito inevitabilmente per rianni, quanti vivr e

sore

tornarci,
dittorie,

anche nelle condizioni pi lontane e contra-

come portato da un bisogno profondo, finendo

per fare, anche da soldato, l'insegnante: e l'insegnante


di insegnanti.

Quando

io

penso a

lui, e vi

penso spesso,

e vi penso

con un senso
di

di invidia amichevole, di or-

gogho

d'essergli amico, di riconoscenza d'avere


lui,

impa-

rato da

monica e ben

diretta,

meravigUa gradevole per una forza arnon posso pensarlo che nell'atto

-64di insegnare,

ammaestrare, propagandare, diffondere,


persuadere.

perorare,
tratto

convincere, combattere,
lettera,

Tratto

mi arriva una sua

un suo

articolo,
si

un

suo opuscolo, e sempre un nuovo carico che


assunto,
eletto,

un affanno che si come se tutti quegli

dato,
altri

un compito che si non fossero bastati


insi-

e sembrassero insufficienti alla sua alta statura, alla

sua indomita volont, alla sua bonaria e tenace che opera, di destare dormenti anime,
imbroglio,
degli
altri

stenza di fare. Si tratta di raccogUere mezzi per qualdi

sventare un
di di

di

stringere

fila

disgregate,

rianimar
additare

stanchi,

di proporre nuovi scopi,

doveri

ecco lui che

si

presenta e riesce a spreocchi agli assonnati, a

mere dai
i

poveri,

ad aprir

gli

sconvolgere una brutta trama, a rimettere in ordine


confusi, a far sorgere nei
essi

deboU pi forza

di quella

che

non pensino di avere. Una cartolina, una sotuna conferenza, im motto, una collezione, una societ, una campagna in queste cose bisogna vedere Lombardo Radice per capire la sua influenza,
toscrizione,
;

la sua importanza,

il

carattere della sua azione in Italia.

Fra gh idealisti, conosco alcuni che ragionano cos altamente che la mia testa si perde quando voglio
seguirli

inferiore

mi inchino e li lascio volare, mi sento quando tornano a terra, h osservo e vedo che spesso anzich camminare su due gambe vanno con quattro, se non strisciano addirittura come
;

io

ma

serpi.

C' chi, con tutto

l'

idealismo cristiano, reputa

bestie uomini che vivono nel suo stesso paese, porta

a porta e magari hanno in mente

suoi stessi altis-

-65simi concetti, ma, ahim,


differente
:

li

esprimono con una lingua

pur sono per

lui bestie

da buttare in mare.

C' chi passa alle pi solenni considerazioni sulla storia

umana

il

suo occhio spazia sovrano sulle mischie


si

umane, che

degna

di scendere

a contemplare dalla
si

sublime astrazione in cui tutto


unit assoluta
;

confonde in una
il

ma, curioso

egli

desidera

titolo di

commendatore e non pu vivere senza quell'onorevole abbreviazione stampata innanzi al suo nome. A costoro,
per
i

quali la filosofia andata troppo in l o troppo


il

in su per toccare la loro persona e

loro intimo,
la

non

somiglia

davvero Lombardo-Radice,
libri,

cui

filosofia,

pi e meglio che nei

tutta nel

suo individuo^ e

non c' differenza fra una commissione di concorso, una lezione universitaria, un gioco con i bambini, un comizio politico, una lettera ad un amico, un discorso ai soldati, una passeggiata con dei conoscenti. Per lui sono gli stessi prinspira in ogni suo atto. Per lui
cipe, o direi meglio, poich principii troppo astratto,
la stessa disposizione di spirito

che vibra in queste


e
alle

occasioni
e

presiede

ai

suoi

atti

sue parole

d il tono all'ora che si svolge. Non saprei megUo definirlo, che prendendo in prestito da un suo libro il titolo col quale felicemente chiam a collaborazione molti spiriti fraterni

MiHzia
in

dell' Ideale. Egli

un mihte

dell'

idealismo.
vi

Dell' idealismo
teorici,

sono
lui

stati

Itaha banditori,
rivestitori,

divulgatori,

sfruttatori,
:

ripetitori,

sacerdoti,

venditori
attivo
e

stato,

il

soldato,

obbe-

diente
5

convinto.

Per ammirarlo bisogna

Amici,

66
conoscerlo e vederlo nelle piccole cose.
delle trovate pedagogiche.

Ha

il

genio

Bisogna osservare come sa


sa trarre da tutti,

sfruttare gli

autori

come
;

anche

dagli imbecilli,

quella stilla di umanit e di ideale,

che

pi aridi conservano

come

valorizza

il

nemico

e spesso riesce a persuaderlo che in fondo d'accordo

con
riori

lui e si
;

come

spaventa soltanto per certe apparenze estefa risaltare certi caratteri secondari, che

conducono subito alla indulgenza. un simpatizzatore. Per questo la sua personalit sempre in gioco, la prima a mettersi al rischio, quella che d l'esempio d'una polemica o d'un lavoro, che si sente sar pericoloso o pesante, e che egh alleggerisce col prenderne

subito sopra di s

ci
l

il primo carico. La sua personalit sempre aperta, fa vedere le sue pene e le sue fatiche, dice quanto costa di sonno e di pena un dato lavoro,

e cos senza sussiego, invita tranquillamente

a seguirlo,
convinto.
esporre
i

a fare altrettanto, e d
essere

l'

illusione al pusillanime di
di

coraggioso

ed

all'

incerto
le

essere

Bisognerebbe
suoi

enumerare
citare
i

sue inchieste,
Io lo

questionari,

gruppi che ha creato, tratdiffuso.

teggiare gU
l'altro,

aloni che

ha

ammiro,

fra

anche come im politico fine. Per le sue idee, non per il suo interesse, diventa di un'abiUt consumata. Quando si trov nell'esercito a dirigere un servizio di informazioni e di

propaganda,

le
i

sue inizia-

tive furono straordinarie, rivoluzionavano

quello che pi conta,

la mentalit militare.

metodi e Nessuno
i

se ne accorgeva, perch egli sapeva persuadere

capi
diffi-

che

le idee

venivano da loro e vinceva

le

loro

- 67denze ed ostilit con alcuni aggiramenti cos capziosi che quando erano avvenuti era meglio far finta di avere voluto a quel modo piuttosto che confessare d'essersi lasciati prendere in giro. Molti santi, e dei pi
ascetici,

sono stati dotati di queste qualit di tatto e di


di

dolce insinuazione, che han reso loro possibile compiere


miracoli

costruzione nuova in ambienti durissimi

e difficilissimi.

Lombardo Radice deve

essere stato
i

propagandista con la sua famiglia, con


pagni, con
i

suoi

suoi presidi di girmasio e di liceo,

un comcon i

suoi professori. Ci sono delle dediche di libri che fanno

sentire

come

fin

dai primi umili posti di insegnante,


professorale

in quelle prime stazioni della via crucis


dalle
lista

quali

chi

non

esce

ubriacone,

suicida,

giorna-

o venditore di lezioni e magari di esami, molto


egli

bravo,

aveva saputo accaparrarsi


il

l'affetto

oltre

che la stima, la simpatia oltre che

rispetto dei suoi


egli sa

superiori

e dei suoi scolaretti.


:

In fondo

un'arte

molto sempHce

Con i ragazzi si ricorda d'essere stato ragazzo. La grammatica, egh si ricorda quanto ne ha sofferto, e appena le
si

ricorda di essere uomo.

idee estetiche del Croce

gli

fanno balenar

l'

idea di

p)oter fare repuUsti di tanti

gerir la
di

pseudo concetti, e di allegmemoria, e di dare alle regole quel tremolo incertezza movente che poi il segno della vita,
si

anzich la rigidit che segno della morte, egU


fretta a scrivere quella

af-

grammatica.
altri, la

Egh

sente

il

bisogno di far godere agli

pro-

pria Hbert conquistata, aprendo loro le vie pi faciU


alla stessa conquista.

Tutta la sua pedagogia fondata


suir idealismo

68

ma ha un
pro-

come

quella del Gentile,

cedimento che sembra proprio l'opposto, perch quella


del Gentile parte dalla vita per arrivare ai concetti,

fonda sui concetti ma intende giungere alla vita e sembra domandarsi ma, insomma, che cosa questa libert dello spirito che ci siamo conquistati e ci stiamo continuamente conquistando, se non
quella di

Lombardo

si

significa nel

mondo

concreto questa e quella riforma,

come sarebbe
tire

componimento, il senla. punizione come un semplice mezzo di richiamo


l'abolizione del

della coscienza a se stessa, la rottura di mille pregiudizi, di mille classificazioni, di

mille meccanismi, e in

fine

il

fare scorrere quanto pi libero, creativo, natuspirito

rale

lo

del

fanciullo,

anzi

dell'uomo
la

senza

pregiudiziale d'et,

Usmo
fica

di classe, di metodo ? Lombardo-Radice ha avuto sempre di

Neil' idea-

magnisa-

qualit

sentire

che la grande scoperta


filosofia idealistica

rebbe stata vana, se la


stata,

non

fosse

come
fosse

dev'essere, anche

una

fede,

un'azione, e

non
tutti,

si

mostrando

affermata concretamente nella vita di la capacit di dire una propria pae

rola precisa di fronte a date questioni, indicando agli

non semplicemente la dimostrazione di una unit o di una distinzione fra alcune attivit dello spirito umano. probabile
uomini dei dati doveri
definiti,

che

le filosofie

che hanno
razionale,

di religioso,

vivano nell'umanit piuttosto per quello che per quello che hanno di
;

non sa trasformarsi in fede e quindi piuttosto per gli uomini del tipo di Lombardo -Radice, che hanno in s del sacerdote e del padre spirituale.
e

--69-Alto, infatti, con la sua

barba solenne e con


portare
i

suoi

occhi buoni
fatto frate d'un

dietro

gli

occhiali

a stanghetta, sembra
pesi,

per predicare

per

come un

tempo, quando la figura del frate aveva ancora un'aureola di fede e di fatica. Sono migliaia oramai lo seguono di giovani che che l' hanno
;

ascoltato

come insegnante,
che
1'

nelle classi

numerose che

ha

istruito,
;

dai ginnasi alle universit, dai Hcei alle

normah

hanno

sentito

come

professore fede-

rato, pieno di interesse spirituale e di ardor

monacale
1'

per la bellezza del suo


di
spirito
al

ordine

che voleva rilucesse


;

di

mistica

convinzione
o
di
;

che

hanno

avuto

fronte
di

come

istruttore,

come seminatore
conforti,
di rim-

di idee,

premi, di iniziative,

brotti, di spunti di conversazione

che

1'

hanno

letto

nelle sue meravigliose Lezioni di Didattica, o nella sua

Nuovi Doveri che r hanno seguito come candidato poUtico, ora intento a disfare le camorre e le confusioni del popolarismo ora rivolto^ ad organizzare negli excombattenti la coscienza pura del suo popolo, contro i tradimenti dei
;

Educazione nazionale e nei suoi

sono miche da lui hanno ricevuto qualche cosa, la parola che conta nella vita, che dice qualche cosa di superiore all' interesse meschino e ti trasporta un momento nella sfera pi alta nella quale tu senti che sarebbe cos bello vivere e che puoi raggiungere se vuoi.
;

santoni che lo truffavano sistematicamente

gliaia

Lombardo-Radice non
fatto sentire

un grande
altro forse,

filosofo

ma

ha

come nessun

essere la filosofa

che cosa possa della vita e quale potente traduzione

'

70

avere attraverso l'animo d'un profondamente convinto e pieno e irraggi la luce che viene da loro. Il suo successo sta proprio in questa Unea e dentro questo cerchio, perch non si pu dire che abbia mai trionfato materialmente, e forse stato un bene per lui. L' ItaUa attuale non poteva assorbire pi di quanto dimostri di aver fatto, ed certo il massimo. Ma la sua figura ha un maggior valore proprio per lo sfondo
le

idee pure possano


sia

uomo che ne

di contrasto in cui si erige. Meridionale, egli ha,


quelli

come
volte
;

che tra

suoi contrastano contro

vizi del paese,


alle

una

dirittura pi rigida e fino

scabrosa

italiano, si dimostra, per certi aspetti, in urto

con

le

consuetudini e con le tradizioni nazionali di scissione


fra

l'uomo e

il

pensiero.

una
l'

figura piena di segni


di

caratteristici

del nostro tempo,

risveglio inquieto
il

di forze,

che tentano scuoter


si

inerzia ed
;

sonno di

masse ancora nel sopore della materia


che urge e
di lasciar

una forza
capace

divincola nelle strettoie e neU' impaccio

di questo paese,

non ancora
i

flessibile, elastico e

emergere

suoi migliori. In lui,

come

in tanti

del nostro tempo, la fatica pare pi dell'effetto, e lo sforzo

appare sproporzionato

all'esito,

perch questo
la Massoneria,

generale e

non particolare. Le sue campagne d'un tempo contro

il

confusionismo popolaristico, l'utilitarismo gretto dei suoi colleglli federati, e quelle pi recenti in favore

un'autonomia scolastica e dell'adozione dei progetti Croce, non hanno avuto e forse non avranno neppure l'effetto che esse si propongono. La sua spinta
di


non
riesce

71

Ma
essa
si

a forare dove preme.

trasmette
istruzione

su tutta la massa.
e persino
lo

se oggi nel

campo

dell'

nella vita politica, c' un'altra atmosfera,

si deve anche a Lombardo-Radice, che ha saputo donare donare donare tutto se stesso e tutte le sue

conquiste e la sua luce.

ALFREDO FANZINI

Fanzini Alfredo, nato


gallia si

il

31 dicembre 1863 a Seni il

chiama, ora semplicemente

Fanzini

La
la
ti-

fama

1'

ha incoronato da qualche anno, condotta

memo

dalle riviste alla


il

moda

e dai giornali di

gran

ratura, e
ceti di

nome

di lui desta echi di simpatia presso


:

due

persone molto differenti nei loro gusti


i

le si-

gnore che leggono e


questi ultimi se
si
il

letterati giovani. Si

deve forse a

Fanzini, nell'et in cui generalmente

viene a contrasto coi giovani, stato vantato e ap-

prezzato

come

si

deve.
il

Non

certo fra
lo

suoi coetanei

che ha trovato
Serra,

critico

che

comprendesse, come

n tra

le riviste del

suo tempo, queUa che lo fa-

cesse emergere nel suo intero e profondo valore,

come

La Voce

e penso che Emilio Treves, editore delle sue

principali opere, rimanesse

un

po' meravigliato del sucgli

cesso degli ultimi anni.

Un

giorno che

facevo

l'elo-

gio artistico di questo suo autore,


risolino
:

mi

rispose col suo

il
il

Fanzini

Oggi
tore.

Fanzini

valga di pi di

vende poco. vende di pi, ma non detto che quando tenevo quel discorso al suo edisi si

sorta invece
si

una generazione meglio educata

curiosamente incontrata con lui, maturato assai tardi, e l' ha riconosciuto, per qualartisticamente, e

- 76 ha accolto con gioia. Perch i giovani sono felici quando posson trovare l'anziano che gioca volentieri con loro. Vorrei ora tacere io e far un cenno magico parlassero le nubi che solcano il cielo della valle dove il Tevere piccolo come un ruscello, l'accento toscano si smorza in quello umbro e si rinvigorisce per quello romagnolo le fonti che sull'Alpe di Forl cantano insieme ai campaneUi dei birrocci rotolanti per l'erta
che
lato,

dei suoi e

1'

filari

di pioppi gentiU nella loro veste di argento e

pini orgogliosi sotto la loro corona di smeraldo,

nel

dolce

piano

doso, col

lombardo che si confonde poi, palumare le vele chiassose di colore e chiac;

chierine pei simboH, che fanno ressa


dell'Adriatico. Vorrei parlassero
i

ai

porti-canale

poeti

senza et, cui

grandezza e tempo trascorso han dato la patina accomunatrice della reverenda antichit, le colonne e
i

palazzi,

mosaici e

campanili,

ruderi dei luoghi

mai non ferma, sembr sostare un dove momento per lasciare ima traccia della sua operosit. Direbbero essi, megho di me, del Fanzini, che n'ebbe
la storia, che
le confidenze.

Ma
biamo

questi miracoh

li

fanno

poeti.

Noi

critici

dob-

contentarci di chiarire, di separare, di dividere,


di sforbiciare.

di misurare,

Noi

critici

non possiamo

dire che cos'

un poeta, perch a questo ci pensa cos bene lui stesso, ma possiamo soltanto dire che cosa egU non ; e sopratutto che cosa non di quello che gh altri, e magari il poeta stesso, credono sia. Un esempio perspicuo di ci si osserva proprio per
-

n
il

nostro Fanzini.

pubblico, e l'autore stesso, riten-

gono l'opera sua quella di un umorista (nel senso inglese della parola). Pi d'una volta il Fanzini fa cenno
di questo suo giudizio su

stesso,

anzi attribuisce

a questa sua pretesa caratteristica la poca fortuna che


nel passato

ha avuto. Nel suo Dizionario moderno,


ci

alla

voce humour

dice

Il popolo italiano non bene intende V umore non ne ha la voce, e, avutala, la torce ad altro senso.... quando volle ridere, cre un genere pi conforme all' indole nazionale, cio il berniesco o burlesco, con condimento salace.... Fra gli scrittori, godettero di vera popolarit in Italia quelli che, per temperamento fastoso, erano del tutto alieni dall'umorismo.... ai di nostri, il D'Annunzio .
:

Cito

voce straniera

ancora perch nella dichiarazione di quella il Fanzini ha introdotto un suo vero


:

credo letterario

L'umore la speciale disposizione che un'alta intelligenza {per lo pi artistica) ha nel penetrare facilmente, sottilmente, insino al fondo occulto delle cose, vedere le fronde e le radici, la scena e il retroscena quivi le cose umane appaiono ben diverse e ben diversamente congiunte che non siano nell'apparenza ci che nella superficie comico, al fondo pu essere tragico, e viceversa. Ma questo al buon pubblico non si pu dire, poich, o resterebbe offeso dalla verit, o non cre:

deriva quindi da parte dell'umorista una speciale il vero una maniera velata, bonaria, semplice e solitamente comica, giacch il contrasto tra la realt, la verit ideale e le operazioni umane tale che il pi forte sentimento quello del riso.... Il pessimismo sta di solito come substrato di questo riso... La semplicit la condizione prima, il substrato.... dell'umorismo.

derebbe.

Ne

maniera

di esprimere

Il

Fanzini

si

ritiene

un umorista
ad esserlo

e fa di tutto per
e in

esserlo e spesso vi riesce

quanto

vi

riesdto piaciuto e piace a

un genere

di gente

un

po'

-78colta e educata, che


celia grossa
:

non

digerisce la poesia vera e la


la

ma non
me

sta qui
il

sua forza.
Fanzini

Non
.

per

questo Alfredo Fanzini nato


nigallia per

31 gennaio 1863 a Se il

semplicemente

Questo

Fanzini bonario, semplice, scherzoso, osservatore delle


debolezze e delle contradizioni umane, il Fanzini di molte novelle borghesi che hanno alcuni temi obbligati e specialmente quello etemo delle relazioni tra

uomo

donna sopratutto nel matrimonio,


gli altri

pi, intorno

a questo predominante,
della brutalit tedesca,

del lusso e della legge-

rezza femminile, del vivere caro, dei cibi affatturati,


del pericolo bolscevico, della
ai lettori e direi

campagnola semplicit, ben conosciuti

quasi agli amatori del Fanzini, che certo ne conta di


ferventi e contenti, anche fra le signore e starei quasi

per dire sopratutto fra

cade di
dagli

certi scrittori antisemiti

israeliti,
?

detto

Non
non

so

di

appunto come acche sono letti molto un Fanzini minore, com' stato certo non il Fanzini artista. Delle signore,
l,

l'artista

resta allora in lui che, qui e


lirica,

qualche

raro sprazzo di luce


in

che

si

rivela in

un

aggettivo,

un periodo

al

massimo.
molto lontano, nel suo silenzio un problema artistico di non cofar conoscere
c.uriosit.

Quest'altro Fanzini, che la nostra gloria, bisogna

andare a ricercarlo
quasi ventenne, che

mune

interesse.
1'

Ho

detto in principio che nato nel

1863 e non
e la sua del

ho detto per

una

inutile

data e soddisfare una stupida

prima opera d'arte

nato
la

nel 1863

Il libro dei morti

i%3. Trent'anni. Soltanto passata

soglia dei

quaranta
egli

79

La
:

di Diogene

pubblica la sua migliore


chiusi

lanterna

che del 1907. Trent'anni


di
scritti

cio dieci
di

almeno

di

silenzio,

nel cassetto,

prove, di repulse.
prire nella giovinezza di Fanzini

No. Niente di tutto questo. Chi pensasse di scouna vocazione arti-

stica soffocata dalle vicende della vita e che scoppia

poi al

tempo della virilit piena, prepotente, si ingan un silenzio volontario e naturale. Nulla nel cassetto. Nessun presentimento di gloria o di guadagno
nerebbe.
letterario.

Fanzini uscito da un collegio di preti con una


forte coltura classica.

si

stato

studente a Bologna,

sotto Carducci,

ma

non

laureato

con la mana delle

odi barbare o con la vocazione dell'erudito. V' entrato, n' uscito umanista.

sopratutto ad esser maestro. Ci che

l'uomo
che

il

carattere

delle

Dal maestro ha imparato 1' ha colpito critiche a Carducci, quelle


all'uomo
il
:

lo feriscono

son

le dirette

e scrive per

difendere piuttosto l'uomo che

poeta. Fin da allora

sente nel poeta qualche cosa di vecchio

impara a

diffidare dei carducciani

fin

da

allora

sia

che scrives-

sero in poesia sia che compilassero eruditissime inezie.

Del Carducci disse

Non solo molti di mente meno che mediocre, ma pazienti ed assidui, lodava e incitava, ma quel che peggio, non s'avvedeva come non pochi fra quelli che pi lo circuirono, sotto un simulato amore di ricerche e di studi nuli' altro celassero che una gran vanit, un'ambizione dannosa ai buoni, senza avere alcun senso dell' arte, alcun animoso o doloroso

ideale

8o
Scrisse su

Carducci per difenderlo dall'accusa di


di Giosu Car-

aver cambiato di partito. L' evoluzione


ducci
(il

Fanzini era ancora


noi

il

doti.

Alfredo

Fanzini)
libro di

non

come

crederemmo dal
si,

titolo,

un
;

critica d'arte (che v'entra,

ma

di tralice)

un

libro

di critica morale.

Chi

si

ricorda pi oggi che Carducci fu fischiato per

dopo aver appartenuto Questo episodio cos lontano inspir il libro di Fanzini egli vedeva nel Carducci, sopratutto, il primo maestro del regno. E maestro fu Fanzini per gli anni del suo letterario silenzio. Maestro con intensit e presso che soltanto maestro insegnava il giorno e, senza esagerazione, anche la notte. Insegnava in una Scuola tecnica maschile, in una normale femminile, al Folitecnico e al Circolo filologico ave\'a scolari di tutte le et, d'ambedue i sessi e di molte favelle. Insegnava dodici, quattordici ore al giorno, aggiungendo a quelle ufficiali le ore private. E la sua intelligenza non ha ceduto ; i suoi gusti non hanno sofferto. Massima meraessersi dichiarato monarcliico,
al partito

repubblicano

viglia

che questo osservatore caustico della \dta cos poco sembri aver preso della scuola, e non sia divenil

tato

novelliere o

il

satireggiatore dei professori e

degli studenti delle scuole

medie

Bontempelli o Frodi ricca fa;

venzal. Nelle sue novelle pochi accenni alla vita dell' in-

segnamento

negli Ingenui c'

un giovane

migha

che, rovinato, entra nh'


di

insegnamento

c' nella

Madonna

Marna un

precettore.

Un

paio di novellette
asini,

dimostrano soltanto che ha trovato molti

che ave-

Sivano sbagliato mestiere studiando, fortuna. Poco di pi.


e nella vita

han

fatto

Fu

maestro.

Il

mondo
gli

classico apertogli dal Car-

ducci, egli intese per pascolianamente.

Rivivono con
legge
;

maggiore mitezza

antichi

quando

li

non

legge Cicerone, anzi lo disprezza. Nel 1899 pubblica una Nuova antologia latina per la I e II classe ginnasiale

dove Cicerone, Fedro, Cesare, non appaiono. Il che fu suo professore, e non maestro, come Caudino

il

Vegezio

si sarebbe sdegnato. C' la Bibbia e Catone e Plauto c' Petrarca e Pontano. C' la morale cristiana, nel suo senso pi mnano, la vita delle armi e l'agricoltura romana.

Carducci
;

c'

Diceva

nell'

introduzione

Certo il latino biblico, il latino degli umanisti e di Vegezio non il latino di Cesare e di Fedro, ma per lo meno un latino vivo, un latino vibrante di colore e di spiriti, un latino che infine l'espressione, utile e pratica a comprendersi, della universalit di questa lingua dominatrice, e potente a vestire vario pensiero nelle varie et - la quale nelle scuole troppo rinchiusa, se mal non mi oppongo, nell'ambito del solo secolo aureo, mentre essa visse decenni di secoli.... .... vale pi di quel latino scolastico pur corretto ma privo di sensi e di colore, ma freddo come marmo di scagliola e stentato, in cui sono scritti i soliti manuali che molti latinisti hanno composto come libri di lettura .

L'antologia

non

stata,

credo,

molto adoperata
ai

nelle scuole medie, che


il

continuano a dare

giovani

soUto insipido pastone e la soUta visione sbagliata


-

dei romani.

A
una
fl

noi interessa,

come

interessano

Stilistica

compilate dal Panzini per

una Retorica e le scuole, dove

Amici,

82
c'

un

desiderio e

un tentativo
pratico

di escir dai

precetti

letterari,

non

gi con coscienza critica di filosofo,


artista,

ma
non

con sicurezza di
crede,

del fare e che

come un professore, alle ricette dei manuali. Anche il Fanzini dunque s' cercato una strada,
forse,

commerciale
I

con

libri di testo.

Non

c' riuscito.

suoi libri di testo superano la media,

non tengon

conto dei programmi, voglion rinnovare. Novella audacia


tologia.

audace novit

chiama

egli

stesso la sua an:

Non

sono

libri

che contano

contano perch

son hbri suoi. Ci aprono una via a comprenderlo. Questo insegnante sgobbone maturava altro in testa.

Non

ci

credeva molto,

forse.

Ma

qualche cosa andava

preparando.

Non gh

era possibile

nemmeno

intrapren-

dere una semplice retorica, o sforbiciare un'antologia,

che non saltasse fuori la sua personalit (quale, vedremo). Che cosa accadr, quando verr un editore che gli accetter qualche novella, lo spinger anzi a scriverne e persino
glie le
?

pagher, non molte

lirette,

ma

tanto per la fatica

Salter fuori ancora questa sua

persona, nutrita di studi classici, che guarder con animo


antico
il

mondo moderno.

Il

segreto del Fanzini tutto

qui

il

segreto deUa sua arte maggiore, arte vera e pro-

pria, e

deUa sua minore, o piccola

novellistica e

humour.

Le prime novelle escirono nella Illustrazione Italiana di EmiUo Treves, e furono raccolte in una Strenna a beneficio di un Istituto dei rachitici, col titolo ovidiano di Lepida ei tristia (1902) ed una prefazione di
Gaetano Negri che ne loda

l'arguzia profonda e

umana
come

del pensiero e la grazia di

imo

stile,

che

fluisce

-83-cristallina sgorgante dalla rupe natia . Per Gaetano Negri non c' male qualche cosa aveva capito. Quando aggiunger che io ricordo di aver
:

una vena

trovato novelle di Alfredo Fanzini negli almanacchi


pacifisti di

Teodoro Moneta,

si

zini sia stato, per

un

bel pezzo,

comprender che il Fanuna illustrazione mila-

nese, e nulla di pi.


Il

professore che a Milano lavorava quattordici ore

al giorno in oneste lezioni di scuola

media, e

al

quale

ricorrevano moderati e democratici per ravvivare con

qualche arguta novella le loro strenne, non si sentiva molto fortunato d'essere insegnante e di stare a Milano. Questa citt di lusso e di traffico, di guadagni meccanici e di spese

enormi, di vitto fatturato e di malattie


il

viziose,

non era per

suo animo di provinciale o di po-

satore a provinciale. Lui era per le virt, per la solitudine, per lo stile semplice
di quella gente,
al vitello d' oro lo assillava
; ;
;

non capiva

l'agitarsi
;

che non sapeva

riflettere
dell'

e
una

sopratutto la catena

vano non credeva insegnamento


lettera-

allora, via in bicicletta.

[Chi far

storia

cicloletteraria della

tura itahana moderna, vista dalla panoramica comprensione di


cicletta

un
due

sellino, si

accorger che dobbiamo alla bi:

delle migliori opere letterarie nostre

In
che

bicicletta di

Alfredo Oriani e

La Lanterna

di Diogene

del Fanzini.
il

Nota per
!]

la Rivista del Touring. Altro

retorico Guerrini

Via in
Fanzini
:

bicicletta,

per

l'

ItaUa, quella che piace a

romagnola, alpestre, marina. Froprio in Letristia

pida

et

ritroviamo

le

Divagazioni in

bici-

-84eletta

che sono

il

germe della Lanterna.

Si parte

da
to-

Milano, per finire al mare, attraverso la

Romagna

scana e

l'alta Valle del Tevere.

La

descrizione rotta

ancora troppo da pagine di citazioni, da frammenti eruditi, da cronaca biciclettaia, rimasti entro il corpo
del discorso,

non

sciolti,

come accade

ai bozzoletti di
ti

farina se

l'

impastatore frettoloso, che

ritrovi in

bocca quando addenti un pane mal fatto. Ma qua e l suonano gi le note che in completa armonia senti-

remo

nella Lanterna.
:

Si giudichi

Io dunque, o cara patria, ti cercher nel colore del tuo niare, nella fisonomia delle tue valli, ne' profili de' tuoi monti, nel profumo de' tuoi fiori e de' tuoi campi. Io vi interrogher e voi, per vostra umanit mi risponderete . I pioppi sussurranti al vento della sera, il mare mormorante che si desta al tepore del sole mi hanno spesso onorato della loro confidenza, la qual cosa non sempre mi succede con gli uomini (184). In verit io credo e sento che la storia e gli uomini scomparendo lasciano pure qualche cosa di immortale e di inafferrabile, e di non registrabile negli elenchi degli storici (189). Ridente il mattino, luminosissimo il sole per la verde landa o sole benefico, quanta gloria e quanta miseria umana tu illumini guai se in te, divina materia, fossero i lampi di
>'

corruccio che tormentano l'anima

umana!

(i'92).

Seguiamo questo stesso


nelle Piccole storie del

filone di viaggi raccontati

mondo grande, dove fra novelle deboUssime (ce n' una che sembra scritta per un connon manca che la corso reclame di case ciclistiche
:

citazione della ditta),

si

leggono ammirevoli pagine su

La

terra dei santi e dei poeti,

che poi Loreto e Reca-

nati.

Chi ha

letto

quel Hbro ricorder senza dubbio

-85sempre la
visita al paese di

Leopardi e la commozione
colle dell' Infinito. Stili

di Fanzini sul

monte Tabor o

ed anime che somigliano, quella di Leopardi o quella


di

Fanzini

ambedue

sofferenti di

non veder

nel

moderno
antico.

l'eroico

che credevano esistesse nel

mondo mondo

Di sotto

si

stendevano

gli

spazi interminati, e quel verso:

Ed
riempiva

erra l'armonia per questa valle

tutto queir infinito e vibrava per la profonda quiete la quale parea sentire la magia di quel verbo presente
nelle parole,

come un suono che non tanto

quanto

nelle cose.

a quella passione che gi mi aveva preso e mi trascinava come dicesse vieni, e anche tu odi la voce dei sovrumani silenzi e piangi riluttava con paura l'anima mia, per mi staccai da quell'abbraccio di fantasmi e volli filosofare e filosofai alcune cose (139).
:
!

Ma

Feriodi di questo tipo, che


altri libri del

si

colgono staccati negli

Fanzini, nella Lanterna di Diogene formano

invece la polpa del volume. Si esce da quelle pagine


senza un minuto di aridit o di stanchezza
pressione generale
la quale
i

lirica.

L' im-

si

pu ben

definire

con

la parola

con

tipografi indicano certi bei caratteri spaziati,


dall'aste distanti
arioso. Un Hbro ha raggiunto qui la in uno dei suoi mo:

dagli occhi aperti,


arioso,

dove

si

respira. Il Fanzini

divina misura. Anzitutto Fanzini

menti di

gioia,

meno tormentato
che gU sono

dai dubbi e dalle


Il

ri-

flessioni oscillanti

solite.

contatto con
l'

la natura, la soddisfazione di sentirsi libero,

incontro

con

le viventi

memorie

della storia d' Italia, lo

com-

muovono senza la smorfia del un libro dove non proposto

sorriso di certe novelle.


nulla.

Non

ci

sono virt

Sriesce.

da sostenere ma una vita da rivivere. E l'autore ci La penna fu magica, in quel beato anno 1907 essa tradusse cos bene ogni impressione, dett con serene parole ogni traduzione poetica della realt. Gran La Vita nova di Dante ed ringiovanitore il Fanzini Orlando furioso, una gran ecco un profumo di gigli , cavalcata, 'Oiiissea, un profumo di mare azzurro su
!

'

cui

si

stende

il

canto di Circe

Cos

si

parla dei classici

sensazioni che Caudino non aveva mai immaginato potessero passare per la mente d'un suo scolaro. Pianure e monti, tipi d'ogni genere d'umanit sfilano davanti a questa lanterna magica davvero. C' dei Reisebilder per entro. Tutto parla al poeta, E il dio Pane non un vuoto fantoccio, quando parla di Myricae, nel cimitero dei Pascoli in San Mauro.

buon dio Pan molto lod quel canto, nato col sapore campi vicini, dove molta storia riposa e allora insegn al giovane poeta il secreto dell'anima del verso che fiodella campanella che squilla risce della rondine che svola insegn quali suoni convengano alla luce sul colle selvaggio del sole che tramonta o dell'alba che aggioga i buoi nel caldo

Il

di questi
;

estate. Distinse per lui l'anima del pino, dell'olivo, del cipresso, non per le donne o i letterati, SI, Dio Pan questo insegn, perch celebrando la vita delle cose, della rondine, del cipresso, dell' insetto, insomma di tutti i figli della terra, pi umili e negletti, potesse parere al poeta clie quelli pure che stanno sotto la terra avessero intendimento, onde dicessero grazie, figliuolo, grazie, fratello, della dolce canzone >\

ma

ma

senza contorcimenti, sta tutta la forza di


zini.

In questa capacit di lirismo misurato, di fremito stile del PanSi

potrebbe citare a piene mani


;

cos ricco,

abbondante ed uguale

nato scrittore fuori degli spa-

simi della giovinezza ed ha potuto guardare direi da

-87l'alto del

suo mestiere bene imparato. Intorno a lui


formidabile
io

si

avvolge

il

equivoco

per

cui

lo

ammi-

riamo tanto
nel Fanzini

quanto la signora borghese che cerca passatempo sorridente d'un pomeriggio vuoto. Le piacevoli avventure d'un precettore romagnolo in Milano durante la guerra sono state forse il segno di questo successo minore che 1' ha messo accanto
il

ai

pi quotati fornitori di letteratura decente.

pia-

ciuta, fra tanta generale scipitezza quella che

chiamano

la filosofia del Fanzini, che poi tutto, salvo che filosofia.

Noi ne discorreremo un poco, perch proprio neUo sbugiardar questa fama si rivela una delle pi delicate
molle deUa sua arte.
pensatore.
Il

Fanzini tutto l'opposto di

un
ai

Non

c' viriUt,

non

c' scelta,
si

non

c'

pen-

siero che regga

sopra se stesso e

crei.
si

Di fronte

problemi pi ovvi e pi vecchi


oscilla.

egli

impaurisce ed

Va da un

lato all'altro, guardando, e

come voritorna
fuggirlo.

lesse

sempre sfuggire

l'estreme conseguenze,

al lato

da cui era

partito, per poi di

nuovo

Non

c' decisione,

non

c' nettezza.

Non

osa,

come

pensatori sicuri.

che
sua
si

Ma

in questa sua torturante

lo fa soffrire e stancare

sta un segreto della


come
di
filo

vicenda

arte,

giacch proprio in quell'oscillare,

gocciola purissima attaccata a

un

di telegrafo,

che

avvia

al

suo destino tremando e nello stesso tempo

rifrange in bei colori la luce che la trapassa, proprio

in quell'oscillare egli ha
e la sua
e
il

modo

di

mostrare la sua grazia

umanit

sensibile. L'arte

non

fatta di acciaio

pensiero asta di durissimo acciaio.

L'arte

non

decisione e nel Fanzini proprio in-

decisione fremente, concupiscente, debole, femminea. Le

sue riflessioni
plina,

vere,
se

ma carezzano ma solleticano
si

non urtano, non costringono alla discianche quando vogliono essere seanche quando voglion sferzare. E

non

esce dalla sua lettura soddisfatti, se ne esce

sempre con una grande simpatia per l'autore. Egli soffre egli sente profone lo si vede egli ama e lo confessa damente tutte le cose umane ed una creatura cos
; ;

cara che non

si

pu

fare a

meno

di seguirlo. Perci si

pu sempre

dire,

gliore e maggiore,

anche quando non il Fanzini miche sempre Fanzini, ed anche nelle


articoli

meno
nale,

felici

sue produzioni, in certi

di

gior-

come va

talvolta scrivendo da qualche


si

tempo a

questa parte, dove

ripete

un

po' troppo sulle solite

faccende del caro vivere e del viaggiar male, del lusso

femminile e della villania della gente di

citt,

pure

anche in
Fanzini,

quelli si salva per

una certa

aria di famiglia
:

che vi troviamo con


si

l'altre cose

pi grandi

sempre

dice per consolarci.

La
l

virt dell'uomo, la

sua umanit ha profumo anche

dentro.
gli

Umanit
saputo

la vera parola che

s'addice.

Certi

sentimenti profondi dello spirito pochi


afferrarli

come

lui

hanno

ed esprimerli ora con potente lirismo ora con osservazione minuta. Io dico che pochi scrittori italiani son stati cos padre come stato Fanzini. Ah, io ricorder sempre pupina delle Fiabe della Virt.
tu, pupina, piccolo raggio di sole, che dondoli, che tic-tac spesso spesso delle tue prime scarpine di cuoio per queste stanze che spalanchi oramai, con la piccola mano, Badate che ci sono anch' io , tutte le porte come a dire

Ma
il

batti

-89o piccola bambina,

come

sei

venuta

al

mondo, tu ultima

tarda

del
ti

mondo

tuoi occhi sono ancora calmi del meraviglioso stupore crepuscolare da cui sei uscita e le tue sottilissime
;

mani hanno accenni a cose


portarono vennero di l

invisibili.
?

Di

Le cicogne che

Noi
!

ti

tizia

Ma

chiameremo Desiderata, noi ti chiameremo Lenon sai tu che non ti si voleva ? Non lo sai, no ?
!

o piccolo essere ignoto, a me pi caro di tutte le cose note Tu brontoli, tu ronzi, tu squilli suoni acuti, suoni gravi, miagolii lamentosi, scale cromatiche, umoristiche di eeh, eeh ah, aah, che la casa sembra piena di piccoli genietti nascosti negli angoli. la tua dolce lingua ignota, da cui usciranno
;

le sillabe di

domani.

ritarda ancora sotto le brume invernali, ma quando la tua cuna si desta con i suoi aaha eeh, allora ben nato il sole e vive la primavera Ora tu, o Letizia, balbetti le prime parole della tua lingua monosillabica gi sull' immacolato azzurro delle pupille passano le prime ombre del comprendere e il riso e il pianto hanno qualche baleno di significazione reale ma non cos che io non possa rivolgere, in segreto, a te le folli domande sulle cose create e su le cose distrutte. E tu rispondi si, no, si, no, no, si. Noi ne sappiamo come te Gi pieghi le finissime dita e poi tata. Oh, saluti lontani chi ? A chi sul partire ? A chi non pi ? A chi verr un giorno ? (211).
Il sole
: ;
:

Ma non
e cos fine,

voglio dimenticare
il

un pezzettino pi

ignoto,

semplice, che
scienziato

donna hanno perduto un bambino. Il grande del cielo discorre con la sua mogliettina, che
colloquio fra l'uomo grande e la sua

nessuno capisce perch stia con lui, cos poco intellettuale ed elegante. Che cosa ha mai per interessare il grande uomo ?
....

fosse diventato no, un uomo

ma

Eppure vedi a me proprio non importava niente che un grande uomo mica uno stupido questo come ce ne sono stati tanti, buoni, che vivono
:

bene, fanno del bene, stanno bene e invece Oh, si anch' io avrei voluto cosi.

go
E in tutto questo universo che tanto grande, dimmi che non ci sia proprio un poco di posto per lui ? pel nostro povero piccino ? che sia scomparso del tutto, tu dici ? Cos ella chiedea, ed egli allora prendeva le mani di quel gracile corpo di donna e gliele accarezzava senza rispondere nulla e gUele stringeva anche fortemente nelle sue potenti mani con una tristezza senza parole come nel presentimento che anche quelle esili carni si sarebbero presto disciolte, n egli, perch forte e sapiente, le avrebbe potute trattenere. Nessuno fuori di noi due si ricorda di lui dicea ella con voce lagrimosa. Adesso, quando scoprir qualche nuova stella, le metter il suo nome e allora tutti si ricorderanno di lui e diranno il suo nome sei contenta cos ? Queste erano le sue parole e ognuno da esse pu comprendere come talvolta anche gli uomini sapienti parlino come gli uomini comuni .
tu,

Gi vedano
fobo.

le
i

donne

cos piaccion di pi a Fanzini.

Si

quadri delle sue famiglie modello, Leimia e

Lia, per esempio.

La donna
lei

intellettuale lo rende idro-

Non ha

per

che parole di sospetto e di accusa.

Se lasci la conocchia e la culla, la donna perduta.


bonario Fanha dato qualche accento veramente eschileo nella sua Moglie nuova pi tardi, in quanto a stile, addolcita nella Biscia. Bilui, il

Arriva persino ad essere brutale,


zini
;

lui,

che non mai tragico,

ci

sogna leggere

il

finale soppresso nella

seconda edizione.

Lui fece per accostarsi al letto, ma il fantasma del dramma che si era svolto in quell'anima e in quel corpo, si rivel tutto grande e mostruoso davanti a lui, e lo tenne indietro . Le coperte segnavano la curva di quelle miserabili carni che la concupiscenza avea un tempo toccato col suo fremito . Il ventre si disegnava nettamente rigonfio come una tumefazione di male che ella, la martire, austera ora, trascinava dietro a s, e a quel torso eran congiunte le braccia rigidamente e le gambe. La passione le aveva agitate in ignoti amplessi; ora giacevano rigidamente .

91
L'uomo tradito fece ancora nn gesto per avvicinarsi a quella che era stata la sua Maria ma ella stessa si era gi allontanata (i86).
:

A
zini.

tale

punto di crudezza non era mai giunto, Fanil

Ci voleva l'adulterio, per farcelo arrivare. Senza

la

sua misura latina,


il

suo studio dei


di

classici, lo sfogo

del suo sorriso,

buon \dno

Romagna, credo che


:

avremmo avuto un altro Strindberg. Ma, intendiamoci anche qui c' un grande equivoco. Lo prendono per un misogino. Egli tutto l'opposto. Il suo odio apparente per la donna paura ed ossessione. Egli
parla

contro perch teme troppo di parlare in favore.

In

fondo

egli in

preda a un profondo turbamento tutte


il

le volte

che tocca

tema
:

della donna.

Gi
mino.

tutti questi violenti contro la

donna son
assume
il

stati

timorosi della donna

Strindberg e Weininger infor-

Ma

in loro,

tale

fenomeno

l'aria

d'una malattia o d'im sistema


casi,

filosofico,

che, in certi

pure im sintomo di malattia (risolvere


pratiche
;

certe

questioni

con im Ubro

di

metafsica

normale)
lazzo.
Il

mentre nel Fanzini, buon italiano, arriva molto pi in l dell' ironia, della satira

non non
e

si

del

modo

di considerar la

cui intelligenza

consiste soltanto

propria bellezza, rientra

donna come un essere la neUa coscienza della armoniosamente in certo siil

stema panziniano
il

di fare

pro\dnciale. Spesso spesso

Fanzini, cittadino di Milano e ora di


po' troppo al pro\nciale e
il

Roma,

si

butta

un

il

suo ideale di donna

casalinga,

suo terrore per le femministe o anche per


le pi semplici

92

forme di libert femminili, vamio benissimo d'accordo con l'elogio dei paesi dove si vive tranquilli, con il suo amore di solitudine, con l'elegie per il pane di grano, il vino d'uva e gli appetiti di campagna. Fanzini per la campagna contro la citt
;

soltanto perch la

campagna rappresenta qualche cosa


;

di arretrato rispetto alla citt


egli

e persino fra gli antichi

ha l'abitudine
il

di schierarsi per coloro

che pi eb-

bero forte

senso elegiaco per le buone costumanze

che sparivano e l'errore delle nuove perverse che sorgevano (noi moderni dovremmo, a starh a sentire, esser di
mirazione per

gran canaglie). Ecco dunque spiegata la sua grande amil Boiardo, l'ultimo gentiluomo poeta, che
il

credeva ancora alla cavalleria e interruppe

suo

poema

per la calata dei barbari, in confronto dell'Ariosto,

anima piuttosto
il

servile e borghese.
al

La sua simpatia per

Boiardo arriva fino

lombardismi rato r italiano


sta.

lui che,

sui libri

amare i come molti romagnoli, ha impae tiene quindi un po' del puripunto
di fargliene

Purista

ma non

buon lombardo
il

alta

toscaneggiante,
Italia tutta

intendiamoci.

longobarda

rizza

Da

pelo e ringhia contro le pretese di letterario imperia-

hsmo dei fiorentini. Nel suo Dizionario moderno il suo purismo e il suo anti toscanesimo, unito con la sua conoscenza della vita moderna, lo mettono in continue lotte con il Rigutini e il Petrocchi, lo gettano in un mar di inquietudini e di elegiaci abbandoni, che un piacere leggerlo. Io ho sempre detto che la miglior prova che la personalit finisce sempre col manifestarsi, data dai dizionari, dove parrebbe che gli autori, co-


stretti

93

significati,

a compilar schede, a dicliiarar

raccogliere esempi,
larsi, e

non potessero mai

e poi

mai

rive-

invece non fanno, sotto sotto, che polemizzare, o fra di loro, o con l'editore che mal li compensa, o

con

tipografi che
di

li

stampano, e

si

se invece
rica. Il

un vocabolario

avessero scritto

Fanzini, che v' gi tirato

come una liper temperamento


confessano
spi-

personale, lo dimostra nel suo Dizionario moderno, cer-

tamente un'opera
rito e di

di erudizione

ma

anche hbro di

bonaria riflessione sui casi della vita, cosicch

ho veduto gente d'ogni specie e anche incolta, leggerselo con grande interesse e magnificarlo quasi che
fosse
di

Io 1' ho letto tutto, e dico tutto, voce per voce, con vera soddisfazione. Anche del Dizionario potevo dire, come di certe noproposito,
vellette
:

un romanzo.

sempre Fanzini
della

Il

quale, per ritornare aldi

l'argomento

lingua,

non dimostra appunto

avere una teoria della lingua ed una consapevolezza dei suoi giudizi, ma parla da artista deUe parole che

posson usarsi,
scritte,

anche se i o debbono evitarsi,


aurei o
in

classici

non
si

le

abbiano

sebbene
ai

trovino negli

scrittori

bocca

fiorentini di

San Fre-

diano.

Lo
molto

scrivere del
artifizioso,

Fanzini non retto da leggi.


s.

questo
:

frutto di

un gran lavoro

Cio la sua semplicit duplice lavoro, lavoro di anni

di studi classici, e lavoro di correzione e ricorrezione

d'ogni scritto. Certi hbri


volte.

il

Fanzini

ha

rifatti

cinque

Vedere

suoi manoscritti

d subito

l'

impressione

-94 d'un lavoratore all'antica, con quel carattere grande


e infantile,

dove

capoversi son segnati da

un

fiorel-

lino
i

fatto

a penna, come nei vecchi codici facevano


suoi manoscritti,

pazienti copisti.

Chi non conosce

potr accor-

gersi delle sue fatiche confrontando Moglie

nuova con

La Biscia, o il Viaggio circolare d'un letterato nella Nuova Antologia con il volume che esci dal Treves.
Vedr
allora che quella scrittura cos piana e senza riil

lievo,

uno studio lungo e squisito, che ricorda la massima parigina o inglese, non ricordo bene, di un tal arbitro della moda che diceva che il colmo d'un uomo elegante consisteva nel non farsi scorgere. Io non sono un grafologo ma certamente tutto
resultato d'

l'uomo legato nelle sue manifestazioni e in ciascuna


si

rivela qual'. Fanzini


i

bedue

sensi, della grafia

un paziente scrittore, in amcome dell'arte, e quei periodi

scevri di ogni affettazione, che vi paion nati cos senza

alcuna fatica, son costati molte e molte ore delle mattinate antelucane di lui.
(

Il

suo lavoro consiste nello

sfrondare e nel togliere

forti rilievi.

l'opposto dei

giovani autori d'oggi, ai quali nessuna parola sembra

abbastanza
vace
;

colorita,

nessun periodo

abbastanza

vi-

e questa opposizione si rivela nel suo dizionario,

e in tutte le sue opere, perch egli


il

fastoso,

il

fucato,

il

retorico, fin dai suoi primi

ha sempre avversato tempi


fastidio per

di scrittore. Il Fanzini

ha sempre provato

l'estetismo e per lo snobismo dannunziano


fastidio per
l'

come prova
stile.

impressionismo e la frammentariet dei

giovani d'oggi. Si sente classico, di idee e di

Ap-

95
pena appena qui e l, potete notare un certo bisogno di calzare il coturno ed elevare il tono del periodo
(di
il
:

qualche

ella

qualche inversione d'aggettivi

verbi raramente ho trovato), per accentuare

megUo

periodo, che ritmico. Le immagini sono scarse, m.a messe con mano maestra. E ne vien fuori una prosa

un

po' scolorita
direi

ma

snella e di nobile schiatta

una

prosa che

bisogna

guardarla,

come

le

donne,

nelle attaccature, al collo, alle caviglie, ai polsi. I pe-

riodi

di

non sono quasi mai lunghi. Anzi danno il senso una soverchia spezzettatura. Sempre su tutta la sua prosa grava il timore di non essere sempUce. E
poi quel periodare cos rotto gli
si

presta bene per le


i

piccole sorprese di spirito e di umorismo, per


trasti
il

con-

che vuol- fare sentire punto fermo, non danno

essi

nascono meglio dopo


al lettore

il

tempo

d'esser

preparati da qualche ma, se od altra particella con le

mani avanti che avverte.


C'era con lui ad attendermi alla stazione di Ravenna suo fratello. Questi assai giovane e smilzo. Si ripromette di
ingrassare

quando sar avvocato

Oppure davanti

al

monumento

di Anita.

Ci accostammo riverenti. Il sole declinava nella landa. Odorava forte il gran fiore ninfea AUoi a una visione di gloria balen nella mente Garibaldi giovane e biondo fuggente (o nobile belva inseguita) con la sua donna che muore Egli popolava tutta la landa !
:
!

-96Quante parole avrebbe detto un dannunziano


vorrebbero molti zeri per contarle.
!

Ci

Quest' Fanzini.
per

Un

caso ed

un fenomeno
gli

letterario,

un

letterato

Un

uomo, per

uomini.

Una natura

di signore,

senza denari, che appunto pi signore che

mai, per chi lo conosce. Lo ammireremo alle volte come uno dei pochi lirici del nostro tempo. Sorrideremo
altre volte

come ad uno

dei rari umoristi ^ nostro

popolo.

scherzeremo magari su certe

sue

mane.

Ma

cappello alla

mano. Di fronte
che
si

alla

letteratura

senza raccoglimento

svolge

senza mistero di
seria, se-

procreazione e vive alla

finestra, l'esistenza

rena, alta di quest'uomo, che

non

si

pu

trattare

da

pompiere

ci

mette in un certo tono

di riservatezza

Si pu essere dunque artisti con descrittori ed uomini ? La guerra essere pu coro ? Si ha mutato molte cose, se non molti animi ma parecchi che prima sarebbero forse stati tentati di risponder di no e di mettere un segno di equazione fra l'artista e il buffone, oggi risponderebbero, come ha

e di attenzione.

sempre risposto

il

Fanzini, di

s.

GIOVANNI PAPINI

Amici.

sempre

il

caso di scrivere qualche cosa intorno


cerca di definirlo e di caratterizzarlo,
egli si sforzi di sfuggirci e di creare
ci

a Papini. Pi

si

pi sembra che

nuovo Papini che

costringa a
,

Ma

questa mutevolezza
;

un mutar di giudizio. intanto, im carattere perma-

nente dello scrittore


parente
:

per quanto, diciamo subito, apparla delle


Glieli

Papini sempre rimasto lo stesso nel suo


il

fondo. Si crede

contrario, in generale

si

sue contradizioni e dei suoi cambiamenti.

rimtante.

proverano

volentieri.

Sono

superficialit.

Su Papini
delle

corrono tante leggende e questa

ima

Val dunque proprio la pena di scrivere ancora qualche pagina su Papini senza pretesa. La tentazione che si ha di vagabondare e di far della lirica,
:

quando

ci

si

avvicina

al

suo spirito eccitatore, la


giovani intorno a

causa principale di quelle leggende. Bisogna guardarsi


dal credere a quello che scrivono
lui.
i

Quello che scrivono sempre caricato.

dificile

che

conservino accanto a Papini la calma. Per conservarla,

bisogna averlo sentito e subito, come una malattia,


averlo

passato
i

bisogna guardarsi anche da quello

che scrivono o che


si

vecchi, che sono

sempre impermaliti,

convertono a Papini con esilaranti sottomis-


sioni.

100

Occorre
se
si

parlarne

con

semplici

constatazioni,

come

dovesse presentarlo ad uno straniero, per

esempio, ad

un

inglese, che
direi al

Ecco che cosa

non lo conoscesse mio inglese.

affatto.

Nel gennaio 1901 appariva in Firenze, come un temporale non preannunziato da alcun barometro,

un

singolare

foglio

letterario,

stampato su carta a
scritto

mano,

illustrato

con incisioni originali in legno, e

interamente da giovani fino ad allora sconosciuti, i quali capeggiava in tutti i sensi, con lo pseudonimo
di

Gian Falco, uno tra loro che ad ogni numero dava


articolo di fondo e schermaglie, che in parole piene

un

di poesia e di passione, di ironia e di romanticismo, di

colore e di sensibilit, trattava nel

modo pi

indipen-

dente problemi

filosofici e

morali d'ogni sorta, lontano

da ogni preoccupazione d'attualit e spesso con diretta e pungente opposizione a correnti di idee allora prevalenti in Itaha,

come

il

positivismo e

il

socialismo cri-

stiano o tolstoiano.

Questo periodico, che divenne ben presto pi moso che letto, si chiamava Leonardo. Lo scrittore che lo fond e ne fu l'editore, che
dette carattere ed importanza,

fa-

gli

rivelandosi nelle sue

pagine con

suoi strani atteggiamenti e violente pas-

lOI
sioni,

con tutte

le

sue stravaganze ed impertinenze,


e

era Giovanni Papini, ora conosciuto in tutta Italia,


lo

scrittore pi letto

ammirato dai giovani,

il

pi

odiato ed amato.

II.

Di persona Papini
piace.
I

come

certa specie di

pere,

brutte a vedersi e dolci a mangiarsi.

prima vista non suoi lineamenti sono irregolari. La bocca


i

troppo grande, la mascella troppo sporgente, troppo in


fuori,
il

denti
colore

naso troppo schiacciato,


scheletro da

il

troppo pallido, spesso terreo. Troppo lungo di corpo,

cammina come uno


e dinoccolato.

commedia, tutto storto

Ma

guardatelo bene, avvicinatelo un poco e ve-

drete che tutto questo acquista im'altra aria quando


preso in relazione alla

sua personalit.
la

Non

potete

che pensare
verde, alle

mare quando fissate i montagne quando vedete


al

suoi occhi grigio-

sua fronte alta

e spaziosa, alle foreste agitate dal vento d'aprile


salite ai suoi capelli tutti

quando
voi

mossi naturalmente da una


altri,

ondulazione.
dite,

Ecco un uomo diverso dagli


al

che se

volgo par brutto, voi sentite che sol-

tanto strano ed eccezionale.


certo indizio di

un

segnato da Dio, e

questo pu essere un buono o cattivo indizio,

ma

un destino personale. La grande vena

102
che
gli

traversa la fronte e scende sul naso schiacciato

l'estrema miopia che dona ai suoi occhi una certa va-

ghezza e ingenuit; uno sguardo che non si sa bene dove guardi, ma sembra astratto e accaparrato da
pensieri pi alti
quelli
;

pomelli della faccia sporgenti

come
le

d'un mongolo e un poco crudeli; tutte


abitato da uno spirito
anigelo
?

sue

irregolarit fisiche vi rivelano che siete di fronte

ad
de-

un uomo

non comune.

un

monio o un

III.

Quando
di

lo

sentirete
l'

parlare

per la prima volta,


si

avrete in generale

impressione che

tratti

piuttosto

un demonio. Se un nebre e della negazione, dell'orgoglio ferito e della corrosione. Anzitutto tradizionale in lui
il

angelo, egh l'angelo delle te-

farvi

una ac-

coglienza

sgarbata,

con

qualche

domanda imbaraz-

zante o semi-derisoria o addirittura insolente. Se poi


c'

qualcheduno presente, che fa da pubblico, molto


vi

probabile che una serie di paradossi snoccioli dalla sua

bocca e

mitragU in tutte

le

vostre fedi pi care,

o vi tempesti con una grandine pungente di osservazioni sui vostri lati deboli, sui ridicoli
sulle vostre incUnazioni.

meno

palesi, e

Una volta gli venne presentato un tale che aveva invano tentato di uccidersi. Era cosa di pochi mesi.

103
Appena
gli

sentito
:

disse

il

nome, Papini ricord

la

cronaca e

Vede, l'unica cosa buona che avrebbe

fatto nella sua vita, e

non

c' riuscito

Di questi aneddoti se ne raccontano a diecine. La

domanda imbarazzante,
risposta

l'osservazione
state

insolente,

la

piccante

sono

per molto

tempo una

specialit di Papini.

Un

professore universitario, da lui spesso e bene

bistrattato, colse l'occasione d'averlo trovato

un giorno

ad una commemorazione di Carducci per sedurlo e con gesuitico piglio gli disse lacrimando Facciamo pace, caro Papini Al che svelto egli rispose Una tregua, una tregua soltanto, professore Le moltissime cose spiritose, gli epiteti da lui af:

fibbiati

a letterati del suo e d'altri tempi,

le corbella-

ture e le ironie che egU ha scritto in tanti dei suoi


giornali e dei suoi Ubri,
d' un' intelligenza la

non sono

l'acidit corrosiva
altrui,

che studia di fare male

ma

boutade

naturale, lo spirito d'opportunit, d'una

mente

fresca,

che concepisce con grandissima rapidit,

per lampi rischiaratori, e proprio con quello scintillo


nel quale
i

romantici

come

Schlegel scorgevano la vera

caratteristica del genio.

ha saputo pi spesso vedere i lati ridicoli e cogliere i difetti della gente che aveva intorno, dovremo attribuirlo soltanto al fatto che questi lati
egli

Se poi

sono pi

visibili

o pi evidenti

inclinazione del suo spirito,

? O piuttosto a una che non stato amato

abbastanza, che
tutto
chiuso,

si

inasprito, e
diffidente,

vuol

essere e

sopra-

serrato,

sordo,

perdere

"

104
magari
un'occasione
di trovare

tosto che lasciarsi ingannare

un'anima bella piutda tante che ne hanno

l'apparenza

Mi pare evidente che sia cos. La vita che egli ci ha narrato non una vita allegra. E forse non ci ha
detto tutta la sua amarezza.
Infelice fisicamente,

non ha trovato

nei suoi primi

anni quella comprensione della sua sensibilit e della

sua intelligenza offesa, che poteva renderlo inconscia-

mente
avuto,
fuori di

felice,
si

come sono
dire,

spesso

bambini.

pu

giovinezza o per lo
1'

meno

l'

Non ha ha avuta

tempo. La primavera
il

albero che ha messo le


sofferto
rotta,

gemme prima

ha trovato come un del tempo e ha


si

gelo. Si sente in lui

che qualche corda

che un rammarico tremola nelle sue parole


e l'amicizia sono

per una ingiustizia iniziale.

L'amore

venute su quest'anima
ferita.

troppo tardi, quando era irreparabilmente


cicatrice resta

La

sempre e sulla cicatrice si sente meno di prima. Quel freddo, quello scetticismo che taluni hanno notato in Papini nascono di l nasce di l la
;

sua asprezza.
Egli

ha passato anni

di giovent

immersi in uno

studio furibondo e in

ben

diffcilmente

un vero pessimismo. Ci si solleva da una misantropia iniziale, come


lui.

quella passata da

105

IV.

Vi sono grida di tenerezza e di ricerca d'amore,


che nascono dallo stesso sentimento, nel primo periodo, fantastico e romantico di Papini. EgH si interessa al-

ma questi gli vanno prendendo una espressione puramente letteraria e restano spontaneamente la forma di leggende e di miti. Ricordano i metodi di Baudelaire e di Poe, i saglora di problemi morali e filosofici,
gi morali di
Il

Maeterlinck e

travestimenti di Laforgue.
il

libro classico di questo periodo


;
;

Tragico quotiil

diano
cieco
riore,

nelle ultime edizioni

\i

agggiunto

Pilota

e
le

si

potrebbe anche includervi, terzo ed infeche

Buffonate,
di

rappresentano
Questi

uno
scritti

stanco

residuo

hanno un luccicore d'oro antico falso, che seduce ancora. La trovata quasi sempre originale, il getto felice, ma c' una rozzezza di stile e, nello stesso tempo,
quelle
inspirazioni.
si

qualche po' di maniera, se


pi sodi ed umani.
Si

confrontano con

gli scritti

venuti dopo. Questi sono tanto pi semplici,

ma

tanto

notano
il

qui

senza nascondersi
svolgersi,
scrittore,

affatto

due ragioni del suo nmtamento, la principale, che il suo

suo scoprirsi continuo e approfondirsi


dico,

come
suo

come uomo,
e cio
:

principalmente nato per

scrivere

la sua vita in

campagna

il


accurate dei
Scrittori
classici.
(gi,

io6

dall'altra
le

matrimonio da una parte,


Nostri

sue letture
degli

Bulciano
quel

la

Collezione

nostri

un programma

per uno che era venuto su da letture internazionali


e citava indifferentemente spagnoli e tedeschi, arabi e
cinesi).

Fu

per lui riallacciarsi alla

\'ita

vissuta, ritro-

vare o trovare per la prima volta le esperienze

umadagli

ne

ed allargare

il

suo

dizionario, dal popolo,

ad allora povero, astratto e spesso comune. Benedetta la povert, che lo costrinse a Bulciano, e il bisogno, che lo spinse a farsi editore e poi non guarderemo da vicino le virgole dei suoi testi.
autori, fino
;

V.

movimento fu un libro di confessioni, il capolavoro di Papi ni L'uomo finito. Non c' pi bisogno di Amleto o del Demonio, di
conclusione di questo
:

La

inventar caratteri e di fingere avventure straordinarie per narrare


il

tormento

di

una

vita. Si dice finalmente

quel tormento, quella vita. L'uomo finito lo stesso


Papini, la sua storia, la sua vita,
timi,
dall' infanzia
i

suoi pensieri in-

a nulla riuscito. Ha cercato sempre r impossibile, il troppo grande, il troppo alto. Come
tato tutto

fino

alle

sue confessioni.

Ha

ten-

da bimbo ha pensato di compilare l'enciclopedia delle enciclopedie, cos da uomo ha sognato di diventare il

107
rivelatore d'una

di

nuova

religione.

Ma

tutto

gli

fallito
spiriti

l'affetto

della famiglia, la
degli

comprensione di
del

vicini,

l'aiuto

amici,

l'estasi

vero
altro

amore.

Eccolo scontento, scorato, spezzato.

Un
,

uomo,
Papini

mente mediocre, sarebbe

stato soddisfatto della sua

fama, del suo successo, della

posizione

ma

aspirava alla grandezza pi grande, a quella del genio che spiritualmente rivolta il mondo. L'opera che avrebbe voluto scrivere era un giudizio universale. E

tutto

il

libro
l'

un

sol grido di insoddisfazione,

un

sol

grido verso

irraggiungibile.
il

del

il

suo capolavoro perch

pi vero e sincero suo segreto

dei suoi libri. Gli altri libri molto spesso sono l'opera

Papini che vuol nascondere

il

Il

suo segreto la sua debolezza. Papini non


forte,

uomo
trin-

e siccome conosce la sua vulnerabilit,


si

si

cera,

corazza,
attaccare,

si

isola

eccolo,

con l'audacia dei


scuotere e
le

timidi,

corbellare,

polemizzare,
dice,

denunziare.

Non

soltanto

le

impertinenze,

ma
un
da
di

le scrive e le pubblica.

Si fatto cos la

fama

di

enfant terrible della letteratura. Se c' uno scandalo


suscitare,
ci

pensa subito

corda in casa
Si

ed pronto a parlar dell'appiccato e di antisemitismo


;

da un ebreo
vorziata.
il

e di divorzio se la

padrona

di casa di-

fatta

questa reputazione

un

po'

per

suo spirito naturale e un po' per voglia di farsela

e di accrescersela.

Se c' un vocabolo che non

si

deve
suoi

adoperare
scritti

lui

lo

impiega

subito
si

in

certi

di

cinquecento parole

fa la conoscenza di

quelle cinque o sei peggiori che

da Dante a Carducci


avessero mai adoperato

io8
i

C* in lui

nostri letterati.

un

po'

del

vostro

parlo sempre al

Bernardo Shaw (ricordiamoci che mio inglese) ma d'uno Shaw meno


impertinenze
:

contento di se stesso e delle sue


e forse

so-

pratutto, pi mutevole. Scontento, e perci mutevole,

anche scontento

di

dover esser mutevole.

VI.

muni

Questo del cambiare uno dei rimproveri pi coe pi fondati che gli vien mosso. Nulla di pi evidente. Se ne togli alcune antipatie, come quella
gli

per Croce, che

modo

la pensasse, si

sempre rimasta, in qualunque pu dire che ogni due o tre anni

ha cambiato opinioni. stato positivista, idealista, pragmatista ha creduto nella filosofia e 1' ha derisa ha combattuto, poi abbracciato e infine abbandonato futurismo il ha voluto caldamente la guerra e se stato anticristiano e cristiano. Nei n' stancato
; ; ; ;

suoi scritti potrete trovare beffe per tutte le opinioni,


e ragioni per tutte le fedi.

Verissimo, ma..,. C'

un
:

ma

che conta moltissimo.


ci

Un'analisi della mutevolezza di Papini


sultato molto importante

d un

re-

prima

di tutto

disinte-

ressata

secondariamente

risponde

estrema pre-sensibilit di quello che

sempre ad una i tempi doman-


dano
;

109

uno

infine rivela

un

altro lato segreto dello spirito

di Papini.

La mutevolezza
lirico,

di Papini quella di

spirito

pronto ad entusiasmarsi per ci che non anil

cora realizzato ed incapace d' intraprendere poi


pito

com-

pi

diffcile

di

allorquando incomincian le vere

impadronirsene e di dominarle difficolt. Papini si


C' in lui

dimostra anche qui nella sua debolezza.

un profondo bisogno
di sentirsi convinto
di

di verit e di fede, di vita in con-

tatto con quella realt che

e tutto
Cio
:

da giovine

gli

mancata,
corbeldi

ci proprio l'opposto

quel che egli appare spesso,

un

cinico,

un

latore,

uno
;

scettico.

il

scettico,

ma

soffre

esserlo

anche

cinico,

ma

suo cinismo nasconde

un dolore
fede.

un

corbellatore,

ma non

chiederebbe di

megUo che
Le sue
fedi

d'esser preso in giro lui, pur di avere

una

rivolte contro gli ideali che

ha amato non
quelle

sono che l'espressione del malcontento verso

che non

lo

hanno trattenuto abbastanza, infiamle idee,


i

mato totalmente. I suoi movimenti verso


stioni

gruppi, le que-

sono di primo impeto rapidi, raggiungono lo scopo d'un solo balzo. Si rivela allora in lui la sua natura geniale, che sa impadronirsi di un tratto di qualunque soggetto. Ma

che s'agitano,

le

mode

letterarie,

le

conquiste di Papini se sono pi rapide di quelle di

altri,

sono

Egli

meno come

durature.
il

nuvoletta rosa e sale di corsa

bambino che vede da lontano la il monte per toccarla

no
quando v' dentro, essa diventata grigia. La realt realizzata non lo soddisfa ed egU se la prende con essa, diventa critico, ironico ed aggressivo. stata questa la sorte delle idee e dei movimenti in cui ha pi sperato, l' idealismo, il futurismo, l' intervento
nella guerra.

ma

VII.

Come
a

spesso

accade la
sue

pini pi dalle

idee, cio

fama da

venuta

Pa-

quelle che veniva

una vita, un carattere, una pordeUa logicit (talora elementari) che non avevano in s. Egli stato, e non il primo caso, pi ammirato per le sue azioni peggiori e passegloro
tata, delle relazioni e

mano a mano dal modo di dar

afferrando e abbandonando, che

non

gere che per quelle migliori e profonde, per le mani-

rumorose e urtanti che per quelle silenziose basti dir che la sua fama pi generale s' stabilita al tempo del Futurismo e di Lacerha. Gli ha molto giovato pure una caratteristica della sua mentalit, che si osserva specialmente nei suoi
festazioni

e penetranti

articoli

una capacit straordinaria a


i

cogliere in tutte

le questioni

tre o quattro capi elementari

ed a svidi
Il

lupparli con grande semplicit e spesso semplicismo,


fino alle sue

estreme conseguenze e con


il

frasi

una
p-

evidenza immaginativa che afferrano

lettore.

Ili
tere di retorica che

sulle masse,

hanno alcuni uomini


che
gli

pure in

mano

di

questo intellettuale mediante un

siffatto semplicismo,

ha reso

possibile avvici-

narsi aUe mentalit pi umili e trovare dei lettori in

mezzo

agli

strati

della popolazione pi remoti dalla

sua coltura. Cos pochi si sono accorti nel frattempo del grande progresso compiuto da Papini nello scrivere. In generale
si

chiede del
si

Papini

senza distinzione e geil

rarchia,

giudica anche Papini, senza discernere


il

fondo e la superficie, o almeno


le

suo progresso contro

sue varie

stasi.

La sua

carriera, per cos esprimermi,

un

seguito di balzi cui seguono stanchezze e stasi

lunghe, che sembrano maturare le forze di un nuovo


balzo. Arrivato sopra

perderne

il

possesso e indietreggiare, cosicch

una cima, sembra dopo un poco si pu

affermare che le prime produzioni d'ogni periodo siano


le migliori.

Ma

costante intanto

il
:

progresso che egli va fala lingua.

cendo nello strumento suo

Lo

si

va no-

tando sopratutto dal tempo del suo ritiro in Bulciano e del suo studio dei classici. Egli venuto persino ad adoprare il ritmo e le rime, mostrandovi l'enorme fa-

hanno per i componimenti con una hnea determinata e chiusa dalla tradizione. Tuttavia non credo che sia in queste prove che egli ci abbia dato il segno del suo genio piuttosto egli ha misurato con esse la estrema elasticit del suo ingegno, che veramente da monte e da mare, da penna e
cilit

che

toscani

da lepre.


rattere suo speciale
di colori e di
:

112

ma
si

Papini principalmente un artista

di

un

ca-

un
(il

artista delle idee. Il suo

mondo

forme

mondo

esterno)

presentato

lui forse
il

un

po' tardi e se ne eccettui alcuni pochi

brani,

resto opera di talento e di scienza lette-

raria e diciamolo pure, accademica, pi che di lirico.


Il

suo lirismo

un

lirismo morale, di chi sente

sempre

la

preoccupazione di problemi logici ed etici, senza fermarli nelle loro proprie forme filosofiche, ma a

modo

di certi stranieri,

presentandoli nei loro aspetti


ricollega la sua
si

sentimentali ed estetici.

Anche a questo
il

si

mutevolezza e

suo dilettantismo, che


le idee lo

spiegano perfettamente in

quanto

sostenga

non sono per lui un qualche cosa che spirito e metta in discussione la vita, bens
Si

delle occasioni liriche.

spiega quindi anche quella

sua minuta erudizione, che non ha soddisfatto mai i dotti, ma che ha servito a dare a tanti dei suoi scritti quell'aspetto multicolore e interessante che pu avere un salotto dove un signore di buon gusto abbia raccolto

maschere
e

di selvaggi ed opere di impressionisti,

roba greca, tavole del quattrocento Nessuno studioso potr contentarsi di questo apparato per costruire una storia dell'arte o dello spirito umano, ma nel salotto stanno bene e, almeno a prima vista, riescono ad attirare l'attenvasi etruschi
e pitture cinesi.

zione e a distrarre.

113 -

Vili.

La
e
di

figura di Giovanni Papini cos ricca che senza


esser sfrondata di pi d'un
foglioso
fiori,

danno pu
che ne
lido

ramo
senza

pi d'una cima impennacchiata di


soffra, anzi
I

tronco,

negatori di

guadagnandone quello che il soPapini sono ormai finiti


;

incominciata

una
:

serie

pi pericolosa di

critici,

quella

degli adulatori

pericolosa per

modo

di dire e

sempre

transitoriamente, perch mai


contrario,

ha potuto soffocare

un critico favorevole o o muovere dal suo corso

un poeta.
Il

quale ha la forza delle cose naturali e semplici,


e

e prosegue anche se gli

proseguire

uomini giurano che non pu non giunge, invece, dove quelli vorrebil

bero farlo arrivare.


Della nostra generazione Papini resta
lirico

pi

forte e lo scrittore pi solido, oltre che lo spirito pi

rappresentativo del buono e del cattivo che esso ebbe,


dei suoi tormenti, delle sue mutevolezze, delle sue in-

certezze, delle sue aspirazioni.


Il

tormento che ha avuto

il

suo titolo di gloria.


altri,

questo tormento ha passato negli

risvegliando

spiriti

tato tormentatore, un'

un tormenanima che poneva domande e non sapeva dare risposte. Le risposte che hanno cersenza poter dare loro quiete,
stato
8

Amici,


cato
i

114

giovani della sua et e di quella che vien dopo,

ciascuno per suo conto e per la sua strada.

Rester come tipo. Nelle sue stravaganze e tracotanze, nei suoi gesti di cui pi
si

pu dubitare, da

cui

pi

si

pu

dissentire, nelle sue ire e nelle sue simpatie


egli

pi equivoche,

ha saputo sempre trasmettere una


le ire si

aura di simpatia, che spiega come


pacificate, le ferite cicatrizzate, e

siano rap-

da ogni

parte

si

guardi a

come a qualcheduno, superiore ormai alle prove, che appartiene un poco a tutti, anche a quelli
lui

che

lo

hanno

e ne sono stati combattuti.

Rester come scrittore. La tradizione non dovr

compiere nessuna fatica a prendere questo scrittore ed a riconoscere in lui uno dei pi pretti derivati dal Carducci, uno degli anelli della catena che si stabiHr

domani
italiano.

fra gli scrittori del passato e quelli del futuro

Le sue parole

di

sdegno e

suoi
tutti.

propositi

rivoluzionari

saranno dimenticati da
accanto

Egli

sa-

lir alla gloria del cielo,

ai potenti

di cui si

onora una letteratura, e di cui uno spirito italiano non pu fare a meno d'essere nutrito, se vuol dirsi nazionale. Accadr di lui come di certi pittori, cos
detti

d'eccezione

nei

quali

si

ritrova oggi la pi

hnea della tradizione. Rester sempre quel tratto di genialit e di estro con il quale egli impugna un argomento, tratta ima scena, dipinge (pi di rado) un tipo. Certo egli scrittore sopratutto di movimento. il piglio con il quale muove il periodo, che ha importanza in
perfetta
lui
;

sono quelle affermazioni battenti, che

si

chiudono


con rapida
sieri
;

115

un
giro di penal

e concisa frase, alla fine di

quella

partecipazione personale

dramma
che

ideale, sia
vi
si

problema o vita

di scrittore e d'amico,
;

sente sempre piena e ricca

quella energia,

che mancava assolutamente nella prosa daimunziana


e

pascoliana, caratteristica

del
il

nostro

migliore itadi

liano.

Qui

il

suo forte e

suo

marchio

ricono-

scimento.

Ed
sfatta
;

in fondo la sua tenerezza inesplorata e insoddiil

suo bisogno d'amore, che ha trovato tanta

sordit d' intorno.


fatto abbastanza.

per

il

quale nessuno di noi ha

GAETANO SALVEMINI

organizzato,

Per uno straniero, di un paese politicamente bene sarebbe difficile capire come mai GaeSalvemini
tardi

tano

possa avere un' importanza

politica

in Italia, sebbene

come uomo

politico

non

sia riesci te di

che
tedra
lista

ad essere

deputato,

come

professore

storia sian passati anni

prima che occupasse una catimportante,


di

in

una

universit

come

giorna-

non abbia disposto che

un modesto settima-

nale di quattro pagine, che forse non aveva duemila

abbonati {L'Unit).

Eppure
il

nella nostra vita politica ed intellettuale

nome

di

Salvemini qualche cosa di pi del suo suc-

cesso pratico, e la sua forza risiede forse proprio in

sembra mancare. Ci che ha ottenuto ha valore piuttosto per la resistenza che ha incontrato, che in s per l'esempio della lotta, che per
quello che pi gli
;

l'effetto ottenuto. Si

potrebbe anzi dire che Salvemini


Italia

apparso pi

una forza in

che quando ha vinto, e che


battaglia
state.

quando ha perduto un uomo piuttosto di

che un consolidatore di posizioni conquiIn un paese dove una fama si ottiene presto, e vi sono infinite strade per salire, senza un'aristocrazia

chiusa e gelosa, e dove magari possibile fare sorridere

120
tutti

ma

avere degli ottimi posti, sarebbe stato facile

ad un uomo del suo ingegno arrivare prima e pi in alto. Non essere riescito ad occupare quella posizione
politica,

alla

quale per tante sue

qualit

parrebbe
1'

avere diritto, un fatto significativo per


per la comprensione della personalit di

Italia

Salvemini.

I.

Forse
lo

il

miglior

modo
Villari,

di iniziare

il

pubblico che
il

conosce imperfettamente, quello di ricordare


di

nome

Pasquale

che fu suo maestro e

lo

precede neUa cattedra di storia del R. Istituto di Studi


Superiori, che attualmente egli occupa.

Al ViUari
lui

il

Salvemini fu legato da affetto e da

particolar gratitudine, per la tolleranza e l'aiuto che

conservatore dette al suo scolaro sociaUsta.


Il

ViUari

ben inteso, molto differente dal hanno delle tendenze in cui si accordano. Ambedue amano la chiarezza e la semplicit. Il primo non scriverebbe, come l'altro non scrisse mai, una riga che non gU sembrasse perfettamente chiara, e della verit della quale non avesse acquistato una
Salvemini,
;

ma

perfetta convinzione, sforzandosi di indicare con schiettezza,

anche

agli amici,
Il

punti di disaccordo e di inla chiarezza delle idee


li

soddisfazione.

loro

amore per

e per la semplicit dell'espressione

p>orta,

ambedue.

121
talvolta,

a ridurre la realt a schemi scheletrici


l'avversione per
il

in

ambedue risuona
e
politico,

pensiero religioso

che per natura un po' vago e nebuloso.


l'altro

L'uno come
di

possono essere

citati quali

esempi

giusta reazione all'imitazione servile del

metodo

tedesco, perch tennero molto e riescirono a porre in

contatto la storia con la vita moderna. In

ambedue
spiriti

sono mariifeste

le strette relazioni

che nei loro


il

ebbe

la vita

contemporanea con

modo

di studiare

la storia e la luce

che traevano dalla storia per agire

nella vita contemporanea.


Il

Salvemini, per esempio, venne a studiare a Fi-

renze nel R. Istituto di Studi Superiori, da una piccola citt della Puglia, durante
il

periodo in cui

il

so-

cialismo rappresentava nella vita italiana


sacrifcio

un

ideale di

e di rivendicazioni giuste

ed umane. Tutta

la

giovent,

pi generosa di cuore o illuminata di

il tempo in come Villari si espresse, i professori seminavano malva e vedevano nascere papaveri. Era il tempo in cui studiava e si formava in Firenze la mente di

mente, vi aderiva o vi inclinava. Era

cui,

Cesare

Battisti.

mento

di tesi di

vede subito nell'argolaurea {Magnati e Popolani nel Co:

Orbene

si

mune

di Firenze) la scelta di
alle idee

un soggetto che

corri-

sponde

ed

ai

sentimenti di quel tempo.


luce del materialismo

la

lotta tra popolo grasso e popolo


fiorentino,

minuto nel comune


storico

veduta

alla

marxista. L'autore
di classe nel

si sente portato a studiare la lotta medioevo, perch prende parte alle lotte di

classe dell'et presente.

vero che

egli si

accorge di


del soggetto
;

122

lo studioso

questa influenza, e cerca di circoscriverla alla scelta

dopo questa interviene

la sua coscienza severa e rispettosa della verit, la sua interpretazione onesta

con con

ed imparziale dei docuil primo da im sentimento vivo

menti, con la sua spassionata rappresentazione delle

vicende storiche.

Ma

il

primo movimento,
dello
storico.

lampo

di

interesse partono

nell'anima e nei tempi

La

scelta

del

tema non

compiere un esercizio di critica, per una occupazione intellettuale astratta, perfettamente indifferente alla sostanza di ci che
fatta a caso per

studia.

Come
il

il

Villari si

pose a studiare

il

Savona-

rola ed

Machiavelli per una curiosit morale e per

un problema esercit sempre su lui, senza che potesse mai risolverlo, la coesistenza, cio, di una grande arte e di una profonda immoralit nel Rinascimento cos il Salvemini ha lavorato nel campo
l'attrazione che
;

storico,

secondo

le

sue passioni politiche, che sono

perci pi variate, pi forti e pi importanti per l'Italia,


di quelle del Villari,

temperamento

assai pi tranquillo

ma

moderato del Salvemini. Ambedue sono meridionali uno viene dalla piccola borghesia napoletana, l'al-

tro dal popolo pugliese.

Al periodo del primo socialismo del Salvemini risponde lo studio gi ricordato sopra i conflitti di classe
e quelli,

meno

noti,

ma

di

La

dignit cavalleresca

nel

non minore valore, come comune di Firenze, Studi

storici,

nei quali le vicissitudini delle differenti classi

nella vita

comunale toscana sono tratteggiate su nuovi documenti, con grande abilit.

-- 123

movimento economico e vanno accanto perfettapubblicati nella Critica


bel

Alla sua partecipazione alla vita degli insegnanti


delle scuole
politico
di

medie ed

al loro

organizzazione,

mente, oltre a molti


Sociale e nei

articoli
il

Nuovi Doveri,
Galletti)
;

volume

(in collabo-

razione

con A.
Italia

su

La

riforma della scuola

media in

alle

sue preoccupazioni di moralit


si

pubblica e alla sua azione nella politica estera,


;

rian-

noda il libro su Mazzini come una base alla sua campagna per V intervento nel 1914-1915 offerta dai suoi bellissimi studi su Le origini della Triplice
Alleanza e su

La

politica estera di Francesco

Crispi.

II.

H nome
appello

di Mazzini mi ricorda che debbo pur fare a questo nome per comprendere Salvemini.

Intanto questi ha sempre sentito un segreto fascino


per alcuni aspetti deUa personalit di
Mazzini,
seb-

bene
diarlo

il
;

lato

mistico,
si

filosofico,

rehgioso

dovesse te-

forse egli
i

sentiva molto mazziniano quando


di

combatteva
zini egli

seguaci

Mazzini,

che ripetevano
le idee,

le

sue formule, senza possederne lo spirito.

Come Mazun grande


si

ha un
fini

infinito

amore per

rispetto dei principii, senza troppo preoccuparsi,

di-

rebbe, dei

pratici

da raggiimgere.

Se,

da im

lato,

questa fede

gli

fa forse dimenticare ogni

rispetto e

124
considerazione degli individui,
Mazzini,
cosicch talvolta egli

sembri volere la verit e la giustizia, come sembr


senza spirito d'umanit e talvolta con sodall'altro

verchia durezza,
i

lato

egli

sa svegUare tra

giovani, nelle nature disinteressate, nelle popolazioni

semplici,

passioni fortissime ed agitazioni

violente e

devozioni sconfinate. Egli un propagandista formipresso il popolo, perch sa rendere spicciola ed afferrabile da tutti la pi astrusa dottrina, ma la circonda e la fa vivere con appello energico ai sentidabile

menti pi sempUci e primordiali. La sua onest personale, la purezza dei suoi intenti, il sacrifcio costante

hanno reso un centro di attrazione perci, non hanno avuto morale. I suoi importanza, e non hanno fatto, anzi, che accrescerne
dei suoi interessi, lo
insuccessi,
il

prestigio
riescite

agli

occhi dei

giovani.

non
sero

non

fecero di lui
di purezza

Due candidature un deputato ma lo repolitica.

una bandiera

noto l'episodio di Albano-Laziale. Egli, esempio raro, venne chiamato col candidato, sebbene non fosse del luogo, perch il collegio era uno dei pi corrotti d' Italia.

Fu chiamato perch

l'unico

uomo che
rompere
la

potesse, per la sua insospettata dirittura,

mala

tradizione. In

pochi giorni era riescito

a conqui-

prima non lo cosi trovavano di fronte ad un uomo, che non prometteva favori lostare la confidenza deUe masse, che

noscevano, e che per la prima volta


cali

o denaro.

Ma

gruppi di politicanti, che

si

erano

male adattati a questo esercimento di moralit, che


essi

avevano organizzato senza crederci

e soltanto

con

125
la speranza di conquistare di cacciare via dal
gli

un posto per il partito e Parlamento un avversario politico,

fecero

di farlo riescire,
le

comprendere all'ultimo momento che, pur non avrebbero esitato ad adoperare


i

armi degli avversari e

loro stessi sistemi di frode.


il

Salvemini, costretto a scegliere fra

successo con

il

disonore e l'abbandono della lotta, prefer denunziare

pubblicamente
tura proprio
tito perse
il

lo

scandalo e rinunziare alla candidaIl

giorno prima del ballottaggio.


il

par-

un

seggio,
di

L'elezione

guadagn una coscienza. Albano -Lazi ale fu soltanto un epipaese


ci

sodio della lotta che Salvemini condusse per dieci anni,

con implacabile tenacia


Gioii tti,

con virulenza

politica,

contro

cui

mala

vita,

dell' Italia

soprannome di Ministro della per l'uso fatto della camorra nelle elezioni meridionale. Non si mai veduto un pi
dette
il
:

aperto, irreparabile contrasto di mentalit

Salvemini,
stato

unicamente preoccupato paese, a qualunque costo,


suo ideale,
cui

di

modificare lo

del

e migliorarlo in base

ad un

ma

senza alcuna cura dei mezzi adatti per

ottenere l'effetto voluto e delle condizioni di fatto in


si

trovava

ad operare
di

Giolitti,
gli

invece,
scopi

mera-

mente intenzionato

raggiungere

imme-

diati della politica sua,

fondata sopra una valutazione

esatta e prosaica della realt, che lasciava quale tro-

vava.
Salvemini,

come

Villari,

un meridionale ed ha
affetto

sempre considerato con caldo

ed interesse

le

sfortunate provincie di quella parte d' ItaHa. Quando,

un

giorno, speriamo

non lontano,

suoi scritti sulla


profonda differenza
fra
i

126

questione meridionale saranno raccolti, vedremo quale


c'era,

di forza e di intelligenza,

suoi e quelli del Villari, che sono l'espressione,

pi sentimentale che altro, di


classi

un rappresentante

delle

medie del Mezzogiorno. In Salvemini parla spesso l'uomo del popolo, e sul popolo egli attira la
il

nostra attenzione e le nostre speranze per

rinnovasi

mento del

paese.

Le sue idee per

il

Mezzogiorno
il

con-

centrano soprattutto nel chiedere che


tortura e oppressione
lo

popolo venga

lasciato a se stesso, senza corruzione elettorale, senza


fiscale,

senza protezionismo che


l'

rende schiavo del settentrione, senza

intromissione

di cattivi impiegati.

Ma

oltre questi mali,


egli

che dipen-

dono dal governo

di

Roma,

dipinge

il

male

della

piccola borghesia meridionale, loquace, oziosa, litigiosa,

oppressiva, usuraia, proprio l'opposto del popolo


ziente e lavoratore
;

pa-

la classe che,

per non lavorare

manualmente o
rigia,

nel commercio, per spagnolesca alteinvade l' Universit di NapoU alla ricerca di un diploma per entrare nei pubblici impieghi.

III.

In fondo a tutte

le

sue campagne, che egU sa or-

ganizzare con grande abilit e continuare con la mas-

sima tenacia, gettandovisi dentro corpo ed anima e dimenticando, quando le inizia, ogni altra sua atti-

127
vita,
il

ogni altro problema, mettendosi, per cos dire,


il

paraocchi per limitare


le

suo orizzonte mentale, per


;

concentrare tutte

sue forze in un sol punto


c'

in

fondo

alle

sue

campagne

una profonda passione,

quella della giustizia.

la passione che lo
;

protezionismo

e in essa

anima nella lotta contro il non si dimostra un econo-

mista soddisfatto soltanto di dimostrare la falsit di un ragionamento o di un calcolo a cinquecento lettori

d'una rivista
semplificatore
reali

scientifica,

ma

l'espositore spicciolo,

il

pratico,

il

popolarizzatore di tutte le
egli

conseguenze del libero scambio, che

riesci

a porre a base delle sue campagne elettorali perfino


nei pi incolti collegi d' Italia,
fetta. Il

come

Gallipoli o

Mol-

suo anti-protezionismo fondato perci prin-

cipalmente sul punto di vista dei consumatori, ed in


diretta opposizione con quei socialisti, che

del socialismo

il

hanno fatto partito d'una piccola minoranza orsi

ganizzata, cio degli operai dell' Italia settentrionale.


Sulla giustizia

fondava Salvemini nella sua caml'

pagna, iniziata insieme con quella per

intervento

contro la Germania, a fine di escludere dagli scopi


della guerra italiana ogni intento imperialistico, e per

evitare che entro

nostri nuovi confini fosse evitata


il

ogni oppressione di popolazioni non italiane, di cui

minor numero che fosse possibile doveva esservi accolto. Per cinque anni egli ha combattuto, attirandosi
l'odio di molti, per interessi locali offesi o per cattiva

informazione, coloro che sostenevano essere interesse


dell' Italia annettersi la

Dalmazia.

128
Sentimento di giustizia
guerra per
l'

lo

ha animato durante

la

invincibile, magnifica e profetica ostina-

ufficiali che non volevano una vittoria completa e la distruzione dell'Au-

zione con la quale, contro le sfere

stria,

sostenne

il

Delenda Austria

riprendendo la

mostr quello che divenne soltanto dopo Caporetto persuasione dell' Italia ufficiale, che cio sul fronte austriaco l' Intesa avrebbe potuto vincere la guerra, soprattutto secondando i moti nazionali che disgregavano il vecchio
egli

tradizione mazziniana. Fin dal 1916

impero degh Absburgo. In Italia ed all'estero il nome del Salvemini ha rappresentato ima forza molto maggiore di quello che politicamente potesse valutarsi, poich egh non ha avuto mai, dopo l'abbandono del Partito SociaUsta,

un gruppo poUtico, una organizzazione, un quotidiano


che ne sposasse
le sorti e lo sostenesse.

Ci

si

spiega,

per altro, in un paese


di volont,

come

l'

Itaha, dove la classe di-

rigente poco numerosa, scarsa di coltura,

non

ricca

con partiti non organizzati, e dove l' individuo ha ancora la possibilit di suscitare forti correnti di pubblica opinione. Cos accadde che L'Unit,
quel
piccolo
foglietto
lui,

settimanale,
fosse

quasi

completa-

mente compilato da
periodici
italiani.

uno

dei pi importanti

Non

era letto

da

molti.

Ma

quei

pochi avevano una larga influenza. Esso forniva doinfluenti

cumenti ed argomenti a molti scrittori ed a persone nel giornaUsmo o nell'insegnamento, e le idee che esso sosteneva si spargevano cos anche per-

dendo

la

marca

di fabbrica del

Salvemini.

Il

quale


si

I2q

guadagnava tutta l' impopolarit e, diciamolo pure, sapeva conciliarsi tutte le antipatie sostenendo certe tesi ma pi tardi poteva avere la soddisfazione di vederle adottate e, caso curioso, spesso coloro che le
;

mettevano in pratica ufficialmente erano i suoi avCome non ricordare a questo proposito il versari suffragio universale, applicato da Giolitti contro il
!

quale era ideato, e la politica delle nazionalit contro


l'Austria, accettata col
listi ?

Patto di
la

Roma

dai
di
;

naziona-

Sotto

altro

nome,
il

politica

Salvemini
la situa-

che ha trionfato con


zione di

Trattato di Rapallo

da lui preconizzata l'Austria stata distrutta, a malgrado degli sforzi deUa diplomazia italiana per salvarla Quante idee giuste, quante visioni chiare, quante profezie
quella
; ! !

Fiume

IV.

Forse,

come
i

tutti

profeti,
il

tocca a Salvemini la
quasi sempre sba-

sorpresa di non veder bene

presente. L' idea quasi


lui

sempre
gUati.

giusta,

mezzi sono a
di
felice,

Ottimo uomo

battaglia,

non

lo

si

vede

al

governo. Critico
derio di

spesso inabile per

sebbene talvolta troppo acerbo, troppa schiettezza e per il desi-

zione o di
tico, e
9
-

non volere essere mai sospettato di un'ambiun calcolo. Non un temperamento poUtanto meno poi in un ambiente come il nostro.
Amici.

130

il

Perci la sua forza sembrata smorzarsi


cui entrato in Parlamento,

giorno in

dove le alchimie e i contatti e i compromessi sono una legge di vita. Si pensa con rammarico allo sforzo compiuto in quell'anno di vita parlamentare, compilando quasi da solo un
settimanale, dedicandosi alle sue lezioni universitarie

regolarmente, partecipando alla attivit parlamentare

con discorsi e interrogazioni frequenti sforzo che avrebbe esaurito anche uno pi dotato di lui. Si pensa con rammarico che tale preziosa attivit avrebbe
:

forse trovato

un impiego pi proficuo nella educazione deUe giovani generazioni, che in Italia hanno pi bisogno d'una riforma di costumi che d'un cambiamento
di leggi.

La
pu
di

personalit di Salvemini dimqstra che

non

si

fare la storia dell' ItaUa negli ultimi trenta anni,

senza tener conto di gruppi e di uomini che sembrano

secondo ordine,

ma

che sono

veri valori nazionali.

Uno

straniero, che

gacia riguardo al

ha dimostrato un'insolita sanostro paese, in un bel saggio dediceva


:

dicato appunto al Salvemini,

Il

est

assez

curieux de constater que,


les

si

l'on veut tudier en ItaHe


soit,

courants directeurs les plus importants, ce

non

aux quotdiens ou aux grosses revues,

qu'il faille s'en


rfrer,

131

mais ces priodiques que l'actualit brul,

par lesquels la jeunesse imprime au pays des impulsions. C'est le Marzocco, le Leonardo, la Voce de
et

Florence qui apporteront l'attention du studieux de

demaJn les plus robustes fleurs du printemps italiens. Et certes, dans l'Unit il sera sur de trouver une riche
moisson....
.

SCIPIO SLATAPER

Dal

libro (i)

ove un amico

di

Scipio Slataper
le

ha

raccolto con diligenza e con

amore
ci
si

pagine letterarie

del Triestino disperse in vari periodici,

ma

principal-

mente

nella

Voce fiorentina,
il

fa meglio
lui alla

un' idea
col-

di quale sia stato

contributo di

nuova
il

tura italiana, che non dalle due opere maggiori, che


espressero
rale
:

poli

della sua vita, l'artistico ed


l'

mo-

cio

II

mio Carso e
in

Ibsen.

scritti

secondari,
colpiti

questo
dal

Perch in questi Slataper minore non


del

siamo

dalla unit artistica

Mio Carso
lirica,

non siamo Sono scritti

attirati

tormento morale
ora satira, ora

dell' Ibsen.

brevi,

variati,

ora

novelle per grandi, ora leggende per bimbi, ora critica

che vuole comprendere, ora critica che vuol distruggere. Ci si orienta bene sui gusti, sulle conoscenze,
sulle antipatie sue. Ci si presenta
il

materiale di espegi
e ci
'

rienze e di conoscenze che nel

Mio Carso troviamo


;

fuso in un'opera d'arte e perci irriconoscibile


si

avvede dei problemi morali e

critici

che

si

formu-

leranno assai chiaramente, senza risolversi,

nell' Ibsen.

(i) S.

Slataper

Scritti letterari e critici,

a cura di Giani

Stiipaiich.

La Voce, Roma,

1920. Lire 13.50.

~
Scipio Slataper
,

136

anzitutto, l'autentico e rappre-

sentativo

figlio di Trieste,

fusione di razze diverse nel

crogiolo della coltura italiana. Guardatelo: alto, biondo,


coi pomelli

un poco
il

sporgenti, e gli occhi azzurri,

si

vede subito
parte
di

discendente di una razza slava (ma da


italiani ssimo,

madre era

veneto).

Somiglia

Oberdank, nato da l'incrocio d'un tedesco con una slovena e questa somiglianza, di cui era cosciente, gli pendeva sopra come un destino di sacrificio. Invero ci che forma l' italianit triestina la scuola, la lingua imparata sui libri, il dialetto semiladino e semi veneto
che
si

impara in

casa. Slataper

il

pi grande, se non

altro,

perch a.nche l'unico scrittore che abbia avuto

Trieste

(Zamboni imo

scrittore

?).

il

pi tipico

perch dalla sua fusione e dal suo contrasto di sangue


e di coltura, nasce,

come

in

amore per tutte


il

le letterature del

Tommaseo, mondo,
quale

il

suo grande suo bisogno

il

di gettare lo sguardo di l dalla letteratura patria.

pi forte, perch

il

suo

stile

il

suo corpo,

alto,

muscoloso, sano, energico, vergine, l'espressione


es-

continua d'una volont vigilata dall'ambizione di


sere

una volont, che a nulla ha ceduto, che nessuna lordura e bassura ha potuto macchiare e curvare. Questo il primo aspetto di Slataper. Anche il primo con il quale incominci bastonate e manrovesci. Io non cito, non citer mai. Leggete in quel volume i Ritratti e le Delizie indigene . Sollevano anche oggi lo scandalo di quei giorni in cui apparvero ? Non credo. Sono troppo innanzi nella vita
:

coloro che

si

credevano presi di mira.

Ma

ritratti

]
sono eterni. Stanno
zione, e
l

137

per l'altra e poi l'altra generain altre parti

anche se

l'

irredentismo, per esempio, finito,

vi certo

del

un irredentista fighi e zibibe mondo, e forse in Italia. Quanto

alle

Delizie

occorre altro che la vita d'un


difetti

uomo

per cambiare

di

una nazione

* * *

Slataper era vergine. Dico in tutti

sensi,

salvo

che in quello imbecille. Era vergine con piena coscienza del valore della sua verginit e purezza, e senza nessun
velo di ci che potesse essere

ci che

si

chiama non

essere vergini. Questa grande purezza cosciente ed or-

gogliosa di

s,

meriterebbe un'anaHsi pi minuta di

quel che io possa fare. Per dico che quella e soltanto


quella spiega la deliziosa finezza di certe leggende per

bimbi, che

egli

ha
si

scritto.

Sono

storie di petali di rose,

di sementi gettate nel solco, di margherite e di rose di

macchia che
e

trasformano in albe ed aurore, dei


di

vnti

delle stagioni,
fiori,

mandorli che scrollano la

neve rosea dei loro


e

di pietre e di allori che parlano

vivono, soffrendo, temendo ed


Orgoglioso
di

amando come
della

noi.

purezza,

altro

sua nobilt,

amava
diana
il

il

sacrificio

che gh costava nella vita quotidebolezze

tenersi su, sopra gli altri, sopra le abitudini

comuni,
leggete

sopra

le

pi

generali.

Studente,

che cosa pensava della

festa

delle

matri-

-138cole

Volevano bastonarlo, quel giorno, ma lui and accanto al tipo che strillava di pi, con le mani in tasca,
.

la testa tanto pi alta di colui e lo sguardo cos fermo,

che tutti stettero

zitti.

Questa altezza da primitivo, da campagnolo,


liva forse alla sua origine slava, al sentirsi

risa-

un poco
fra gente

uomo nuovo, sangue puUto ed immacolato,


di
critica soltanto
;

cittadina tormentata da avvelenamenti secolari e

non

ed aveva poi un fascino curioso


donne, specie
la
le

non

inesplicabile, per le

fanciulle,
alta,
il

nel quale

non entrava soltanto

sua figura

suo portamento di maschio e di bel giovane.


sconosciuto

C era

qualche cosa di pi, che attirava come un incanto

una promessa ignota, qualche cosa ancora da svolgere e una scoperta forse qualche cosa di redentore. Che poteva magari, ad altri, parere
ed
:

ridicolo.

Si legga senz'altro la bellissima analisi della ver-

ginit vedovale della Giuditta (di Hebbel) che in quel

volume.

*
4:

un senso
di

Tutto ci non avrebbe retto senza una volont e del dovere, kantianamente rigido ma pieno
piet cristiana e di interesse

umano

quel senso

del dovere, che durezza verso se stessi prima e

non

arriva mai, neppur dopo, ad esser durezza verso gli

139
altri, se non coverta d'un compatimento e d'un tenero rammarico che le toglie ogni asprezza e la dimostra necessit sofferta anzich voluta azione. Lo stile di

Slataper

espressione

di

ci

quell'avvicendarsi

di

periodi duri, storti, angolosi, spezzati, e di

immagini

dolcissime e velate

quel seguirsi di definizioni e di

sarcasmi, senza acido,


gioie
;

ma

pungenti e di carezze e di

quell'adoprar cifre e paragoni, citazioni esatte


;

vaghe trasmutazioni mitiche proprio tutto di lui, che pareva tutto duramente conquistare, e prima la sua personalit, la cosa che sembra gi, per una illusione, il nostro primo possesso, ma che non si riesce davvero ad avere finch non si potuto esprimerla rendendola adeguata alla comprensione degli altri. Perch non siamo nostri, finch non ci rendiamo tali da essere veramente degU altri. Questo sforzo, Slataper la ha compiuto per anni. Gli stato difficile, perch non era facile i) comporre in unit il suo dissidio sangue-coltura 2^) perch non era semplice risolvere il suo problema fondamentale arte-morale. Ho detto del suo senso del dovere, che traspare nello stile spesso duro ma debbo dire del suo
e
;
;

turbinio di poesia, intimo, che traluce nelle sue con-

tinue immagini. L'una cosa pareva andare a contrasto

con l'altra. Fin da quando cominci a pensare, a porsi proil

blemi, leggendo

Croce,

per esempio,

l'

insoddisfa-

zione della dottrina dell'arte

come pura

espressione, lo
arti-

tormentava. Considerare l'arte soltanto dal lato


stico,

tent forse, per dovere intellettuale,

ma

senza


convinzione.

140

completaa
l'arte,

Ma

si

dette una sola volta,


riflessione,

mente, a

l'arte,

senza

come com-

pensatrice e sanatrice, dopo un profondo dolore, e nacque II mio Carso, opera d'una freschezza primaverile dove non c' nulla che risenta del riflesso e del cerebrale; Appena escito dalla crisi sua e da quella creazione, il problema riprese a tormentarlo, ed intorno ad esso si svolge l' Ihsen che un opera di critica, s; ma non anche un'opera di biografia," trascen:

dente,

se

si

vuole,

l'

individuo

empirico,
?

ma
l'

poidea

sante, per, su quello pi profondo

Soltanto
del suo

del dovere
cos

pu dare
della

alla
:

immagine
dovere

spirito,

combattuto,

l'unit

esplicantesi

nelle

mille

forme

vita

quotidiana,

ma

anche nella
sincerit

onest della sua opera d'arte, dove tutto

di materiale posto in opera senza false finestre e senza

stucchi decorativi, e deUa sua critica letteraria, dove

con una inadeguatezza e mancanza di Hnearit, che lascia facilmente insoddisfatti. In Slataper, insomma, il trucco
tutto ingenua prospettiva sovente
della
falsa

chiarezza,

del

semplicismo ottenuto col


per piacere,

ritaglio

dei

problemi dif&ciU,
il

non c'

mai. Anzi, piuttosto

contrario.

* * *

La
sempre.

verginit attesa e promessa


Definirsi,

ma
:

indefinita

in

tal

caso,

significa

non

essere
si

pi vergini.

Ora spesso nel travaglio

di

Slataper

141
sente questa attesa non ancora chiusa nella parola definitiva e
il

desiderio di qualche cosa che

non

si

sa

ancora che cosa sia. Per esempio, la critica sul teatro,


e il vagheggiare e difendere la possibilit di un teatro che sia insieme arte, era forse in lui germe oscuro di qualche forma drammatica che si sarebbe potuta ma-

turare in

lui, e

della quale egli difendeva cos la possi-

bilit teorica per quasi salvare


lit pratica. Si leggano, in

a se stesso

la possibi-

questo Ubro,

gli scritti sul

teatro, che sono degli ultimi suoi, e

dove

c' gi l'ac-

cenno

problemi

che

saranno

studiati neU' Ibsen.

Non

una

figura

comune, nella nostra coltura.


(si

Il

suo amore per la letteratura primitiva


censione della

legga la re-

da GioHerder vanni Pascoli) lo avvicinava a Tommaseo, italiano, al quale assomigliava per certi lati, anche di stile. Dopo la quale pi di tutte familiare aveva la teGoethe, Lessing, Herder aveva alla mano, desca e si deve a lui un notevole contributo alla conoscenza dell' Hebbel. Si sentiva cos prossimo a questi uomini
Biblioteca dei popoli
diretta
1'
:

del nord, tormentati e dolorosi,


e alle loro tragedie,

ma

forti di volont,

come

agli eroi dell'

Ibsen

ma
il

poi
sole

d'un tratto saltava fuori con un grido verso

latino e quella felicit artistica, tranquilla, facile nel

possesso dei suoi mezzi di espressione, che era con-

142
cessa ai latini, ed a certi suoi amici latini.

parago-

nare certi suoi lavori di approccio


del Serra;

critico,

con

le

pagine

od alcuni squarci

lirici

del
;

Mio Carso con


ed alcune sue
gli

certe primaverili riflessioni del Soffici

prefazioni di preoccupazione diffusiva con


chiarificatori

articoli

di

Papini

tempi di Firenze egli nore che guardava ai maggiori pi innanzi


nel pensiero.

comprende come in quei dovesse sentirsi im fratello mi;

si

nell'arte e

Pi d'una volta mi confess la sua esitazione e


il

suo turbamento a stare accanto a questi uomini

pi pronti ed esperti. Soltanto pi tardi, quando ebbe

anche

lui

camminato
altri,

e si fu meglio spiegato a se stesso

spiegandosi agli

trov nel suo essere quella preoc-

cupazione etica e quel sentimento di un dovere pu-

ramente umano, senza sanzione divina, che doveva


dargli
il

bisogno della solitudine, la ricerca pi preil

cisa del proprio io,


gli

contatto con

problemi che pi
finiti

stavano a cuore, che forse sarebbero poi


probabilmente, di opera storica, se

per

sboccare in qualche forma essenziale di


gari, pi
ficio

poema o mail

sacri-

del

Pogdora non l'avesse chiamato

col suo fascino

duro.

ARDENGO

SOFFICI

A
non
anni

tanto

nome non conviene


il
:

presentazione.

Ormai
alcuni
?

c' pi
fa,

caso di sentirsi domandare,

Soffici

quando se ne scriveva non pi il disgraziato

come

Chi

Soffici

dalle tre tragedie

filosofica,

sentimentale e finanziaria

come

si

definiva

nel

191 1.

stimato,

Soffici un nome conosciuto, uno scrittore un uomo amato dai giovani, che pu pren-

dere e prende la parola con la sicurezza degli anni

bene
rata.

spesi,

della sua vita di combattente,

buona fede

riconosciuta,

della

della sua sua maestra ammi-

Se ne pu parlare, anche, con animo illuminato

soltanto dal desiderio di capire e di definire, poich

ormai la sua battaglia egli 1' ha vinta e pi non ha bisogno di compagni accanto per far valere le sue buone
e cattive ragioni.
pI giovani d' ItaUa ammirano lo scrittore che ci ha dato uno dei pochi hbri sinceri e fedeh di guerra. Gli

artisti

critici

ricordano

come un maestro

chi

ha

fatto conoscere e capire agli italiani

francese e Medardo
il

l' impressionismo Rosso itaUano. Tutti rispettano

combattente.
Soffici
.

Nessuna parola pu ormai cancellare


fatto o velare quello che egli far.

quello che
10

ha

Amici.


Ma
bondo
rito,
:

146

che cosa precisamente


figura ci

spirituale,

La sua
col

ben nota. Autodidatta, vagacrisi

gentiluomo in eterna
si

di

spi-

suo taccuino d' impressioni in mano, sem concihato la

plice

anche nelle sue complicazioni,


tutti,

simpatia di
tato.
rarie,

persino di

quelli

che ha maltrat-

Nei suoi trascorsi e nelle sue impudicizie lette stato sempre d'un equilibrio straordinario e
la

la sua schiettezza toscana, la sua visione limpidissima

sua probit d'artista,


la di

simpatia anche dei vecchi,

restii

gU hanno accaparrato alla sua smania

innovare ad ogni costo la prosa italiana, contro la quale nessun altro scrittore ha mai dato di pigho con
l'ascia

rivoluzionaria,

addentando
lui nei

fino

al

midollo

il

suo tronco secolare, come

suoi

illeggibili

Chi-

mismi

lirici.

Egli

ci

ritorn di Francia,

come un dono impredoversi trarre d' imba-

veduto. Era

escito dalla sua terra toscana, senz'arte


l,

n parte
razzo
d'altri.

e di

a Parigi.
il

Il

ogni giorno stato

suo grande maestro,

come
agile,

Pieno

d'esperienza

umana,

disinvolto,

largo di spirito, con

im

pizzico d'ogni cosa nel suo

cervello, fervido gi del suo di

immagini e
della

di sogni,

non
:

perdette

mai

le

caratteristiche

Toscana

so-

tale,

briet nervosa e spirito d'osservazione, chiarezza menadattabiht ingegnosa alle pi diverse condizioni,

individualismo esagerato, focalit precisa se pure ristretta della visione. Ma su questa toscanit schietta,

come un

fiocco cittadino sopra

un

vestito tessuto in

casa, stava

una

civetteria frangiante e che

dava

nel-


l'occhio, di

147

pura

moda

parigina, di letteratura e d'arte

francesi.

Stent un poco a ritrovarsi, a rimettersi. Si vede


in quel piccolo saggio sentimentale romantico, d' influenza foscoliana che intitolato
si

Un

ignoto toscano

vede nel romanzo Lemmonio Boreo,

dove

si

ini-

ziano le avventure toscane di

un

fuoruscito

miste-

rioso che vuole riparare le ingiustizie della sua terra.

Operette di assestamento e nulla pi.

Veramente
guerra,
si

la sua attivit caratteristica,

prima
:

della

svolta in due direzioni

principali

una,

che

direi di

maestro elementare e propagandista dell'altra di

l'arte e della letteratura francese,

scrittore

di bozzetti e di impressioni alla Fucini,

ma

di

un Fucini

passato attraverso la Francia del 1900.


Tutti quanti noi
tir),
(e

nessun giovane, credo, mi smen-

dobbiamo
sull'arte

alla

pazienza e all'ingegno, alla perse-

Soffici, le prime e migliori contemporanea^ specie francese. Egli si messo, con una abnegazione veramente non ordinaria, a sminuzzare per il pubblico le cognizioni pi

veranza e alla luminosit di

lezioni

elementari di quello che era stata, teoricamente e praticamente, la pittura francese nel secolo diciannove-

simo e di quello che si avviava ad essere nel secolo ventesimo. E con la pittura, anche lo spirito francese
che giunge
fino
alle

quello spirito di chiarezza, di eleganza e di razionalit

algebre della lirica simbolista


si

delle quali, bisogna dire la verit,

aveva

(e

addor-

mentata ormai) ima nozione


tica bibliografica al pi.

tutt'esteriore e anedot-


Soffici

148

articoli

manifest in quelle serie di

che

oggi riescono raccolti nei volumi Scoperte e Massacri,


Statue
e fantocci

del Vallecchi di Firenze,


:

il

vero spirito
di

del credente e del propagandista

una fede piena

luminosit e di simpatia, una capacit di attirare e


di

convincere,

una intolleranza grandiosa per tutto


il

ci che divergeva dalle sue convinzioni, e che gi te-

stimoniava la sua buona fede ed


bilit

suo semplicismo,

la sua intelligenza rapida ed elementare, la sua visi-

coloristica
i

che gU
i

faceva passar nella penna


faceva piacere suil

tutti
il

colori di cui

suoi occhi di pittore erano ricchi,


gli

suo spirito di ardimento che

bito

qualunque partito estremo per

solo

fatto

di

essere estremo,

insomma

quelle che sono apparse col

tempo
Voce , sempre

le

sue caratteristiche di
le

uomo

e di scrittore.

Molto superiori furono


e poi radunate nel

sue prose escite ne

La

volume Arlecchino, che resta il suo migliore, artisticamente parlando, e uno dei migliori hbri di prosa contemporanei. Ogni cosa vista o sentita espressa in termini essenziali, con un ritmo musicale, e con quel palpito che proprio

della

vita

cosicch

tutto

balza agli

occhi

parla

allo spirito e

non

possibile trattenere

un movimento
pieno
fre-

di simpatia.
'.

Ed

ecco venir fuori

lui,

Soffici.

Un bohme

di

dignit,

un'anima

delicata,

sentimentale,

una

schezza ed ingenuit di prospettiva non guasta da coscienza raffinata di vita, una fondamentale generosit

e simpatia
e di

umana che non

si

stanca di nuove
se porta costante

prove

nuove speranze anche

~
in s
il

149

ricordo delle disillusioni passate.


,

La

vita

Qui sta tutta la filosofia del SoflSci di quel tempo. Il problema, l'unico, si pu dire, che egli senta, e per il quale domanda invano risposta a quel po' di filosofia che legge, quello deUa

un

fallimento continuato

solitudine spirituale dell'uomo moderno,

non pi

retto

daUa rehgione

e senza pi alcuna legge,

che prende
alto
se

questa assenza di fede e questa tragica solitudine e


abbracciandovisi

strettamente

portandola in
sai

come un simbolo ed una bandiera, non


di ribellione disperata o se ne vanta e vi si l'uomo antico. Questo
Soffici.

bene

di rassegnazione orgogliosa,

attacca,

sarebbe

l'uomo

come ad un credo moderno di

Scetticismo, vagabondaggio, dilettantismo, superiorit

di

raffinato,

cercano invano una discipHna du

rante

gli

anni de

La Voce

poscia esplodono in
ri-

tutte le negazioni, le irriverenze, le illegalit, le


volte,
i

parossismi, le violenze.
e

il

periodo di

La-

cerba

del futurismo.

il

periodo rappresentato,

dal Giornale di bordo.

Qui
artistico

il

frammento
arrivano
al

letterario

l'

impressionismo
e

massimo

dell'esasperazione

della conseguenza logica.

Quei nuclei di lirismo, che durante il periodo precedente stavano organizzandosi e promettevano di crescere maggiormente in forme
pi solide e
o
li

alte,

qui

una volont deliberata


deliziosa di
di

fi

disf
svi-

spicca appena in germe, quasi geloso che

si

luppino.
foglioline,

una

serie

piccoli

bocci e di

di

cenni

appunti, interessanti

quasi


sempre,

150

ma

che

nel

come una

serie di

complesso lascia insoddisfatti, promesse non mantenute.


del

Ma

la logica degli illogici tenibile e dallo sfran-

tumamento dell'organismo
Sofi&ci arriv al

racconto

in

periodi,

disfacimento del periodo in parole anzi


ai

in suoni

siamo

Chimismi

lirici.

Per ricostruire
rebralit

Soffici ci volle

la

guerra, cio

una
di di

esperienza completamente nuova di vita e senza ce:

la guerra.

Un

giorno,

dopo mesi e mesi

silenzio (interrotti soltanto dal racconto grassoccio

Lina raccolto nella Giostra dei sensi, specie di intermezzo spassoso senza ragione artistica apparente),
ci

vediamo

escire Kohilek

il

primo

libro, forse,

che
alto.

parlasse di guerra

in

un modo
di

sincero ed

Ogni traccia
linguistica,

di letteratura,

ogni sfoggio di sapienza

ogni

tentativo

polemica,

ogni teorizera
let-

zare

vuoto,
Il

ogni

sentimentalismo
:

civettuolo
colti,

cessato.

libro piacque a tutti

ingenui e

terati e veristi.

Era umano. Scritto con una semplicit non ricercata, aveva quasi del trasandato. C'era sempre l' individuo ma non c'era pi l' individualismo. Era Soffici alla guerra pi che la guerra con Soffici o veduta da Soffici. Ma c'erano ottime pagine di vita e senso di altezze morali che fino ad allora erano parse
estranee all'arte di
fici.

lui.

Fu

la meritata fortuna di Sof-

Fu

la

sua entrata nel gran pubblico. Quanti, dopo


e arricceranno

letto

Kobilek, storsero la bocca alla Giostra dei sensi


il

e
il

non capiranno Arlecchino


Giornale di bordo
!

naso per

151
Dopo
Kohilek
rata del Friuli.

un altro Anche qui

libro

di

guerra

la

Riti:

lo stesso stile semplice

ma

il

libro inferiore,

nonostante parecchie belle pa-

gine.

Ci che lo guasta

un contrasto
;

tra le avven-

ture personali di quei giorni e la grandezza della catastrofe,

che appena

si

intravede

e la tesi ingenuis-

sima,

prettamente
Il

cadorniana,

che

sbrigativamente
ai generali

getta tutte le cause della catastrofe sul Paese disfattista.

libro dedicato

il

con fedelt

Ca-

dorna e Capello

che fa onore alla buona fede e

al sentimento di galantomismo del Soffici ed testimonianza del grande mutamento di spirito avvenuto nello scrittore di quel Giornale di bordo, dove ogni principio era caricaturato, negato, deriso, da quello di autorit a quello di patria. Ma non il destino di molti

anarchici, di diventare reazionari

Dove

la disciplina

non

esiste

come

acquisizione intima del pensiero, essa

finisce

per essere sentita necessaria,


il

ma

quale imposiil

zione da l'esterno e

militare o

il

frate diventano

modello dell'umanit.
Soffici ci
Il

prepara forse altre sorprese


si

Non

credo.

ormai affermato e consolidato. Egli manca di quel tormento interiore che porter Papini a ricerche e a fedi sempre nuove. Raramente, nella nostra letteratura, si presensuo tipo

tato

un

tipo di scrittore cos

dei contemporanei

puramente artista. Pochi danno come Soffici, nelle sue prose


ci

pi

liriche,

il

senso di gioia dello scrivere, di parit

perfetta fra le parole e la vita, di palpito che

prende

~
in certe sue pagine.

152

una
logica.

Non va

cercata in lui

Ma

chi chiede di conversare con


cero,

ingenuo e sindi trovare un sempre giovane sentimento delle


spirito

uno

cose naturali, di scrutare orizzonti curiosi e sorprese, di


leggere frammenti letterariamente deliziosi, scritti

con

propriet e sicurezza nel maneggio della lingua, anche


l

dove

volutamente screziata di ibridismi (ma sem-

pre in armonia col genio del nostro idioma), legger


le

pagine di Ardengo Soffici dove si sente che quasi sempre l'autore ha raggiunto ci che voleva e non si mai proposto nulla di pi di quello che realmente ha raggiunto. E, letto che l'avr tutto, facendo il bi-

lancio di quest'opera quasi tutta di

buon

materiale,

s'accorger di avere davanti, nonostate certi squilibri,

enormit apparenti e
sentativi

il

disagio di certe posizioni,

uno

degli scrittori pi equihbrati,

pi sani e pi rappre-

da un certo buon genio itaUano classico. Nel 1920 egli ha pubblicato una rivista che intitola Rete Mediterranea, tutta piena del miglior Soffici d'un tempo, taccuino e giornale di bordo, traduzioni e
schizzi,

riproduzioni e note, ricordi di vita e teorie,

meraviglie ingenue e confessioni buffe,


biografa o puntate di
nario.

insomma auto-

un

interesse personale straordi-

si prova lo stesso gucon Soffici due ore al caff o in campagna, godendo della sua conversazione sempre varia, sempre nuova, sempre fresca, come una strada piena di svolte e di panorami improvvisi, lungo la quale la

leggerne un fascicolo

sto che stando

vettura rapida vi porta, e non fate a tempo di aver

gustato

il

paesaggio da una parte che subito, dall'ai-


tra,

153

il

un

altro

vi

richiama con

suo verde riposante


e non conosco mi piacerebbe campagne della

suoi orridi attraenti. L' incanto della conversazione

di Soffici stato

sempre straordinario
quale

altro

uomo

col

pi

volentieri

andare, sacco in spalla, a zonzo per le

media

Italia, in

collina in collina,

un paese toscano o marchegiano, di con un ricordo di Fucini o di Leo-

pardi sempre nello spirito.

Ma
che
si

Soffici

apre la sua nuova rivista col dichiarare

cambiato, che la guerra 1' ha mutato. Soffici fatto uomo e uomo maturo. Detesta i piccoli letegli

terati, pieni di gonfiezza

rivoluzionariamente vuota, e

maggior simpatia per gli uomini medi della borghesia italiana e un grande affetto per il popolo. L'autorit torna in onore del suo spirito e i generali trovano in lui un grande difensore, per il semplice
sente
fatto di essere generali.

La guerra ha dunque cambiato qualcuno


nerale, la tesi del

In ge-

povero Renato

Serra, che la guerra

lasciava e avrebbe lasciato


rarie

gli spiriti e le forme letteimmutate, ormai accettata da tutti. Si poteva ancora dubitare durante la guerra. Oggi non pi.

L' intuito del Serra ha vinto la tenebra del futuro.

Tutti sono esciti dalla guerra

tali

e quali.

C' stata

soltanto qualche esagerazione di tono.


pi.
gli

Un

accento di
acidi

I forti

son diventati violenti,


temerari,
i

timidi vigliacchi,
gli

arditi
i

generosi

dissipatori,

agri e

dolci sciropposi.

Come

l'alcool la guerra esalta

ma non

cambia gli spiriti. Sublima (e perci sembra che muti) ma non trasforma. Il delinquente pu trovar

"

154

un
;

nella guerra l'occasione di diventare

eroe,

ma non

quella di purificare la sua coscienza


la conseguenza,

l'eroismo sar

Se

si

non l'atto comprende questo,


fatti

della purificazione.
si

resta anche

un poco

diffidenti di fronte all'affermazione di Soffici,

sembra suffragata da

che pure incontestabili. La sua straore di autorit,

dinaria trasformazione, ad esempio,

un ammiratore
umano.

d generali

da anarchico in pu lasciar

perplesso pi d'uno che sia poco esperto dello spirito

non sono mai esistite vere conversioni e trasformazioni spirituali. L'uomo nasce e si dimostra individualmente foggiato in un dato modo, con una precisa tonalit di spirito, con una tendenza netta, che sempre poi conserva, e si ritrova
In
tesi generale si

pu

dire che

anche sotto le forme pi varie, che lui e gli altri attorno lui possono credere profondamente divergenti dalle primitive. Il suo carattere resta sempre immutato. Un esame non superficiale delle pi celebri conversioni, ci dimostra che quello che riteniamo alle volte cambiamento improvviso, non che manifestazione d'una lunga preparazione di spirito, che andava volgendo al nuovo stato fin dalle sue prime manifestazioni. Io non posso qui ripetere un esame che ho
a
fatto di alcune di queste pi sorprendenti conversioni,

San Francesco o quelle (pi d'una) Noi ci troviamo, s, di fronte ad uomini che ieri avevano un credo e oggi ne hanno un altro che ieri sperperavano e oggi conservano che ieri facevan del male o oggi si dimostrano benefici. Ma in
quella di
di Tolstoi.
; ;

come


si

155

fondo restano poi tutti eguali. Esaminandoli da vicino,


loro

vede che ci che caratterizzava quegli spiriti, la individualit insomma, non era affatto data dallo sperperare o dal conservare, dal far bene o dal

male ecc. bens da qualche altra particolare tendenza che si poteva esplicare esteriormente in un modo o in altro, ma restava nel fondo sempre identica, e in ogni caso poi, era data da quella curiosa preparazione al passaggio dall'una all'altra manifestazione. In Tolstoi, in cui la conversione con le sue pi appariscenti manifar
festazioni, quale quella della

fuga da casa ,

si

ripet

pi di ima volta, evidente questo processo dello spirito,

che resta appunto identico in quanto

si

mostra

sempre pendente (per cos esprimerci) verso soluzioni pi radicali di un dato problema che l'affatica. Venendo al caso di Soffici, bastano due parole a
rivelare e chiarire questa creduta conversione, e cio

che non vi mai stato pi assoluto conservatore e


pi convinto
spesso
reazionario
dell'anarchico.

L'anarchico
:

non

tale perch creda nelle idee anarchiche


il

anarchico semplicemente perch


disciplinato,
e
si

suo

spirito

in-

non comprende nulla

della disciplina,

allorquando

butta con la stessa cecit e violenza di


il

prima, in quella indisciplina spirituale che


cipio d'autorit cieco
e conservatore.

prin-

senso

della

disciplina interiore,

non ha il bisogna che appena


Chi
si

sente la necessit pratica di

un

freno sociale,

rifugi

nella disciplina d'autorit e di forza.

Nessun migliore

poliziotto del ladro convertito, e nessun migliore diret-

tore di polizia dell'ex-rivoluzionario. In

un caso come


nell'altro,
si

156

lo
spiriti, e

tratta di

una incapacit a concepire

sviluppo naturale, l'auto-disciplina degli


la necessit o

quindi

violenza dal basso o deDa viosempre violenza. Il cattolicismo o il militarismo, con la loro formalit precisa, con le loro gerarchie, con l'assenza di pensiero, con il senso protettivo paterno che danno
della

lenza dall'alto

ma

agli spiriti stanchi o impauriti,

sono la naturale cala-

mita
et
si

di tutti gli sbandati spirituali che

ad una certa

convincono che la vita sociale non pu essere una

baldoria di istinti e di arbitri personali,


di

ma
per

abbisogna

una regola

e di

un

vincolo. Incapaci

natura a

come scaturente da una intima necessit dello spirito e da una convinzione personale, essi naturalmente si gettano alla offerta seducente di quelle costruzioni che garantiscono aUe anime, che a loro si abbandonano, la certezza e la sensazione di un legame sociale. Il rivoluzionario e l'anarchico, sono perci le reclute natiuali e pi sicure, se vengono
concepire questo vincolo
prese,
gli

del conservatorismo

del cattolicismo

come

elementi pi pericolosi e pi temuti dalla Chiesa

e dagli spiriti conservatori, sono quelli

che contro la
i

Chiesa portano una loro fede, contro

conservatori
distruzione,

una

loro idea di costruzione

e
l'

perci

di

contro la societ del passato


futuro.

idea di una societ del


ecco che
si

L'anarchia impotente contro l'ordine


cosa
ci

insegna
di

il

caso

Soffici

quando essa non


quello

inchina

fronte

all'ordine

vero,

intemo,

costretta per lo

meno a

fare

omaggio

a quello che


dell'ordine

157 --

vero

la

copia

esteriore,

contraffatta,
:

grossolana

ma

di

apparenza solida e palpabile

l'or-

dine dell'autorit militare od ecclesiastica o accade-

mica.

Questo ci insegna il caso Soffici. Insegnamento opportuno ad intendere nuove conversioni, cui volgono favorevoli i tempi, di letterati e d'uomini politici.

Sincerissime in s, in quanto i convertiti si credono davvero cambiati, sono insincere per chi le consideri di fuori, storicamente. Gli uomini restano tali e quali, anche se mutano d'amore o di stile. Vedete un po' Soffici, che crede d'essere diventato uomo disciplinato e borghese, eppure non riesce a trovare una sola rivista, un solo giornale, im solo gruppo col quale andar d'accordo, e non fa che realizzare, da uomo, d'una rivista il sogno che fu sempre suo da giovane, tutta personale dove egh possa, senza alcuna seccatura d'autorit qualsiasi, mettere tutto quello che gU

passa per

il

capo, ricordo o studio, disegno suo o di

Questo il colmo delSimpatico e grazioso l'anarchia e del personalismo. colmo. Noi torneremo a leggere la Rete mediterranea, ma ci rifiuteremo di trovare l dentro qualche cosa di
amici, aneddoto o traduzione

profondamente diverso dal Giornale di lordo, cio dal


capriccio individuale. In esso Soffici maestro e donno.

Ma non

pretenda andare pi in
fa,

l.

La sua

politica pro-

Francia di cinque anni


anti-Francia di oggi.

ha

lo stesso valore di quella

La sua incomprensione

dei

mo-

vimenti sociali resta la stessa, altrimenti non si capirebbe la sua grande ammirazione per il popolo ita-

158
liano e
il

suo grande disprezzo per


,

il

socialismo, oggi
Il

che

il

popolo italiano

in gran parte, socialista.


:

suo amore per la semplicit non d'oggi

di

ieri.

E se ha sopportato e talvolta incoraggiato dei letteratucoH pieni di pretese e privi di talento, non da oggi soltanto che, per la maggior parte di essi, appena avutili

accanto nei
si

caff,

ha provato

il

fastidio

e disgusto.

Non
Ci

creda

Soffici arrivato

oggi alla sogha del bene.

sempre

stato.

EgU
suoi

Soffici

d'im tempo, in mag-

gior possesso

dei

mezzi

artistici,
:

ma

spiritual-

mente sempre eguale a


nella

se stesso

forse
la

sempre eguale
ascoltava

tollerante

superiorit

con

quale

senza cambiarsi ed ascolter oggi senza commuoversi


la voce di

un amico che cerca


limiti

di chiarire alcuni punti

determinare alcuni

della

sua

molteplice

attivit.

INDICE

Attilio

Vallecchi

Pag.

5
13

Benedetto Croce
Luigi Einaudi
Piero Jahier

27

37
61

Lombardo-Radice
Alfredo Fanzini

73

Giovanni Papini

97
117
133
143

Gaetano Salvemini
Scipio Slataper

>

Ardengo

Soffici

jg^ggvgi

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