Negli anni successivi alla 1^ guerra mondiale gli USA vivevano un periodo di
grande sviluppo economico perché:
1- Erano stati impegnati nella guerra per poco tempo (1917-18) 2- Avevano prestato molti soldi ai paesi dell’Intesa e quindi avevano creditori. 1918 – 1929 Ruggenti anni ’20 = detta anche età del Jazz per esplosione del genere jazz, per benessere e spensieratezza. I consumi crebbero molto perché: - I beni avevano prezzi accessibili a tutto (produzione a catena) - Possibilità di comprare pagando a rate. Beni più venduti: automobile (modello a T della Ford) e radio. Negli anni ‘20 molte persone ricorsero a prestiti per cercare di arricchirsi con le speculazioni in borsa (si acquistano i titoli ad un prezzo vantaggioso per rivenderli di sua volta ad un prezzo maggiore a causa dell'aumento di valore.) Lo speculatore, quindi compra quando il prezzo della azioni è basso e lo vende quando è alto. Negli anni ‘20 si diffuse in America anche un clima molto conservatore; iniziano a circolare idee xenofobe, quindi l’immigrazione fu resa difficile da leggi che la limitavano, e idee razziste che sfociarono in organizzazioni quali il Ku klux klan (società segreta di stampo razzista contro la popolazione afroamericana). Gli americani erano anche ossessionati dai comunisti che potevano infiltrarsi nella società americana e prendere quindi il potere. Il clima conservatore sfociò anche nel proibizionismo: nel 1920 vennero emanate leggi che proibivano la produzione, la vendita e il consumo di alcolici. Queste leggi erano frutto di una mentalità tradizionalista che non accettava il divertimento e la conseguente immoralità che il divertimento portava. Le leggi non ebbero molto successo, anzi incentivarono lo sviluppo di organizzazioni criminali di tipo mafioso che gestivano la compravendita di alcolici illegalmente al mercato clandestino. La criminalità quindi crebbe e le città divennero luogo di scontro tra gangster e polizia. Per quanto riguarda la politica estera gli USA tornarono all’isolazionismo (non interesse nelle vicende dei paesi europei; tutela degli interessi americani). Per esempio, gli USA non aderirono alla Società delle Nazioni voluta da Wilson al termine della 1^gm. Il sogno americano era quello di arricchirsi attraverso le speculazioni in borsa, tuttavia il 24 ottobre 1929 (GIOVEDI’ NERO) il valore delle azioni cominciò a diminuire perché le vendite furono maggiori degli acquisti. Gli speculatori iniziarono a vendere sempre di più per timore di perdite, ma ciò portò ad abbassare sempre più il valore dei titoli. Questo segnò una crisi economica gravissima, che investì tutti i settori. Molte industrie, le cui azioni avevano perso di valore, chiusero, così come le banche e i clienti delle banche si ritrovarono senza risparmi, mentre i lavoratori delle aziende si trovarono ad essere disoccupati. Chi aveva perso i risparmi e il proprio lavoro comprava meno, e ciò determina la chiusura delle banche. La crisi fu anche causata dalla sovrapproduzione dei beni da parte delle industrie stesse, che non riuscivano quindi più a vendere tutti i beni che avevano prodotto. Agricoltura: era organizzata in modo industriale. Le eccedenze dei prodotti erano vendute all’Europa, che durante la guerra, non era in grado di produrre beni da sé. Tuttavia, finita la guerra, l’agricoltura europea si riprese e gli Usa non riuscivano più a vendere i loro prodotti. Industria: aveva avuto un forte sviluppo anche grazie alla possibilità di vendere a rate. Tuttavia, con la crisi e la disoccupazione, colore che avevano acquistato non erano più in grado di saldare il debito. La crisi scoppiata nel ’29 ebbe conseguenze a livello mondiale. Gli USA ridussero le importazioni e smisero di prestare soldi ai paesi europei. LA RISPOSTA ALLA CRISI: IL NEW DEAL Herbert Hoover si limitò ad introdurre alcune misure protezionistiche. Successivamente, con Franklin Delano Roosevelt gli Usa adottarono una nuova politica per uscire dalla crisi, ossia l’intervento diretto dello stato nell’economia. Nel 1932 Roosevelt si impegnò a dare vita al New Deal, “un nuovo corso”, una serie di riforme con l’obiettivo di invertire l’andamento della crisi. I principali interventi furono: 1- Introdusse severi controlli sulla Borsa e sul sistema bancario (impedire investimenti incontrollati e pericolosi) 2- Adotta iniziative volte a sostenere la domanda (far crescere i consumi). Lo stato promosse la realizzazione di grandi opere pubbliche (dighe, scuole ecc), che richiedevano una manodopera numerosa. Per sostenere la domanda e far crescere i consumi vennero introdotti due provvedimenti: 1) Il principale provvedimento fu il National Industrial recovery act nel 1933 e prevedeva diverse misure: - Regolazione dei prezzi di mercato dei beni industriali - Garanzia di un salario minimo per i lavoratori - Stanziamento di 3,3 miliardi per lavori pubblici di varia natura. I vantaggi che crea: 1. Le industrie produttrici dei beni essenziali alle iniziative dello stato si sarebbero riprese; 2. Il numero di disoccupati sarebbe diminuito. 2) Agricultural adjustment act 1933: programma per sostenere I prezzi dei prodotti agricoli Roosevelt favorisce le classi sociali meno ricche attraverso iniziative come l’appoggio dei sindacati per i lavoratori: ebbero stipendi più alti, migliori condizioni di lavoro e la riduzione della giornata lavorativa, assegni di disoccupazione, assicurazione per la vecchiaia e la pensione. Secondo il presidente queste iniziative avrebbero creato un circolo virtuoso di ripresa. 1. Lavoratori nuovamente occupati; 2. Aumento della domanda; 3. Le industrie sarebbero uscite dalla crisi. Le iniziative del presidente ebbero effetto positivo immediato nonostante non fosse appoggiato dai più ricchi a causa della tassazione progressiva (imposte proporzionali al reddito).