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❖ CRISI DEL 29

introduzione alla crisi del 29: alla fine della guerra i paesi erano in crisi (1
dovevano mantenere i reduci di guerra/ mutilati; 2 difficile riconversione delle
industrie ad un'economia di pace; 3 guerra molto costosa). L’unico paese che non
vive questa crisi sono gli Stati Uniti: 1 sono entrati in guerra tardi; 2 hanno
combattuto lontano dal loro territorio quindi le città non sono state devastate
completamente; 3 sono usciti vincitori. I paesi che sembravano essersi ripresi in
realtà non lo erano e in più ci fu un problema: gli stati uniti scelsero una politica
isolazionista.
Per isolazionismo intendiamo la scelta di rimanere fuori dalle questioni europee;
dall’isolazionismo si crea una politica protezionistica: impongono dazi doganali.
Contraddizioni americane
Se da una parte gli stati uniti erano il primo paese produttore ed esportatore dall’altra
soffriva di gravi problemi sociali al suo interno: discriminazione, razzismo (ku klux
klan).
Febbre speculativa
Questi problemi non intaccano la frenetica attività della borsa di NY, tra gli
investitori c’era un’euforia ma il sistema era fragile, il mercato si satura facilmente
perché i beni durevoli non andavano sostituiti spesso, per risolvere questo problema
aumenta le esportazioni verso l’Europa.
Il crollo della borsa di Wall Street
Nell'autunno del 29 ci fu un’improvvisa corsa alla vendita, vendevano le azioni per
ottenere guadagno. Questo determinò il crollo del valore dei titoli. Il 24 ottobre 29
detto giovedì nero vennero scambiati 13 Mln di titoli mentre il 29 ottobre 29, martedì
nero ne vennero scambiati 16 Mln.
La crisi diventa mondiale
La crisi si diffonde in tutto il mondo (tranne unione sovietica). Le banche entrando
in crisi non vendono i crediti all’esterno, il presidente Hoover fa una scelta
protezionistica, e le esportazioni negli Usa diminuiscono perché con la crisi cala la
domanda. Il protezionismo statunitense induce gli altri paesi a fare uguale con
conseguente svalutazione della moneta.
Conseguenze in America:
1. aumento delle disuguaglianze
2. assenza di collaborazione
Conseguenze in Europa:
● crisi provoca fallimento delle banche
● ritiro dei capitali dalle banche
● richiesta di conversione delle sterline in oro
● finite le riserve auree le banche bloccano la conversioni
● svalutazione sterlina
Austerità
I governi per far fronte alle crisi applicano politiche di austerità:
1. tagliano spesa pubblica
2. nuove tasse
3. ridotti stipendi
4. ridotte prestazioni sociali fornite
la ripresa lenta inizierà nel 1933
Roosevelt e il New Deal
Nel 1932 viene eletto Roosevelt, che instaura un buon rapporto con i cittadini
soprattutto grazie alle trasmissioni radiofoniche.
Instaura un “New deal” che prevede l’intervento della stato nell’economia.
Per far fronte alla crisi non si doveva tagliare la spesa pubblica per risanare il
bilancio, ma aumentarla così da accrescere la domanda dei cittadini. L’importante è
far girare la moneta nel mercato. (TEORIA DI KEYNES).
New deal:
1. concede prestiti
2. sussidi per disoccupazione
3. svalutazione del dollaro
4. aumenta spesa spesa pubbliche

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