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Eventi economici e sviluppi teorici degli anni ‘70
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Sviluppi teorici
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Avvio, sviluppo e maturazione del processo di globalizzazione
economico- finanziaria
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Il crollo della borsa nel 1929
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La crisi del Brasile
Dopo circa 10 anni di inflazione oscillante tra il 100% e il 3000% per anno, la
Banca Centrale del Brasile ha fatto lo sforzo di controllare l’inflazione negli
anni ’90 (petrodollari): nel 1994 il governo ristampò il Real e istituì un
sistema delle parità mobili con ancoraggio sul dollaro.
La nuova moneta, insieme a tassi di interesse saliti del 30%, ha stabilizzato
l’inflazione per la prima volta in dieci anni.
Alti tassi di interesse hanno abbassato la pressione inflazionistica, riducendo
l’incentivo di tenere moneta. Gli investitori attratti dall’alto tasso di
interesse hanno investito e versato moneta nell’economia brasiliana. Nel
1997 gli investimenti diretti esteri (IDE) stranieri aumentarono del 140%
rispetto l’anno precedente. Nonostante questo successo nel contenere
l’inflazione, il Brasile aveva ancora molti problemi, tra cui disoccupazione e
disavanzi della bilancia dei pagamenti. Il PIL era diminuito mentre la
disoccupazione aumentò nel 1998 dal 6% al 14%.
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La crisi del Brasile
Nel 1999 il Brasile doveva 244 miliardi di dollari (il 46% del suo PIL) a creditori
stranieri. E nonostante lo sforzo di aumentare le tasse e controllare la spesa
pubblica il deficit di bilancio rimase alto. Il Brasile non riusciva a pagare questo
deficit attraverso i flussi in entrata di capitale e dovette usare le sue riserve. Tra
il 1994 e il 1998 il Real fu fissato a un cambio fluttuante che permetteva alla
moneta di deprezzarsi a un tasso controllato verso il dollaro. Il Brasile aveva
superato abbastanza bene la crisi del Sud Asiatico ma la crisi di Russia (contagiata
dalla crisi del Sud-Est asiatico) mandò gli investitori in panico. Improvvisamente
persero fiducia nella capacità del governo di mantenere il cambio del Real. Gli
investitori in particolare si aspettavano che il Brasile deprezzasse il Real. Negli
ultimi due anni il governo aveva saputo mantenere il cambio usando le riserve
estere: tra il 1996 e il 1998 le riserve diminuirono di 24 miliardi (del 40%). Il
FMI ha allora concesso un prestito di 41,5 $ miliardi per aiutare il Brasile a
difendere il Real ma nel gennaio 1999 la Banca Centrale decise di deprezzare il
Real dell’8%. Alla fine del mese il Real si era deprezzato del 66% contro il
dollaro.
Il deprezzamento può aiutare il paese a migliorare il deficit corrente 12ma vi
sono aspetti negativi come il debito pubblico denominato in dollari che con il
Insolvenza dei governi
L’argentina è stata colpita dalla crisi iniziata nel sud Est Asiatico,
Russia e Brasile. Nel 1999 il PIL è diminuito del 3% e l’Argentina
entrò in piena recessione. Il presidente de la Rua ha sponsorizzato
un aumento della tassazione e tagli della spesa per ridurre il
deficit. Il nuovo governo ha anche chiesto al FMI un prestito di
7,4 miliardi di $.
Il problema del debito dell’Argentina divenne molto discusso e fu
ragione di problemi tra Argentina e FMI; la fuga dei capitali
aumentò e il governo si trovò incapace di far fronte ai propri
debiti. La crisi esplose e nel 2001 de la Rua si è dimesso. Nel 2001
l’Argentina si rese inadempiente per un debito di 93 miliardi di $
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La crisi dell’Argentina
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La crisi subprime
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Il contagio in Europa
Per quanto riguarda l’Europa, troviamo innanzi tutto una
debolezza strutturale ben prima della crisi con stagnazione
economica e indebitamento crescente. Parte della
responsabilità per questa situazione appartiene all’introduzione
della valuta comune, non all’euro in sé, ma ai modi in cui essa
è stata introdotta. Ma la maggiore responsabilità appartiene
alla BCE e al SEBC con l’adozione di una politica monetaria
restrittiva (volta a ridurre l’inflazione) e senza prestare
attenzione alle diverse condizioni dei diversi paesi. Gli errori di
politica economica si sono aggiunti a quelli di politica
monetaria portando alla situazione attuale.
La crisi finanziaria del 2007-2008, come quella del 1929, ha le
sue radici in un gigantesco ammanco di domanda derivante
soprattutto da un drastico aumento delle diseguaglianze negli
Stati Uniti e nel resto del mondo, a lungo occultato dal seguirsi 19
di bolle finanziarie e dall’indebitamento dei consumatori.
Il contagio in Europa
Essa si è manifestata come un drastico crollo della domanda dei
consumatori che a causa della interconnessione dei mercati
internazionali ha fatto diminuire la produzione di beni e servizi
in tutto il mondo.
La risposta dei paesi industrializzati all'inizio sembra andare
nella giusta direzione: nell’aprile del 2009 i paesi del G20 si
impegnano infatti ad attuare un coordinato piano di manovre
espansive in termini di spesa pubblica e politica monetaria per
contrastare la riduzione della domanda globale ed evitare una
grande depressione.
In quell’occasione i leader mondiali sembrano aver fatto tesoro
delle esperienze degli anni ‘30 quando le politiche di austerità
condotte dei singoli paesi avevano fatto precipitare la
produzione industriale e l'occupazione a livelli molto molto 20
bassi.
La crisi in Europa
La strategia dei paesi del G20 però che è stata sancita nell’Aprile
2009 si è mostrata capace di innescare un consistente processo di
ripresa già nel 2010 ma ha avuto una vita molto breve.
La crisi dei debiti sovrani ha portato una radicale svolta delle
politiche dei paesi dell’Eurozona.
Le ricette della Commissione Europea, della Bce e del Fondo
Monetario Internazionale (la cosiddetta Toika) centrate sulla sicurezza
dei conti pubblici e sulle riforme di pensioni e mercato del lavoro
avviano quindi una strategia di austerità che blocca a partire dal
2011 ogni prospettiva di ripresa (vedi lettera della BCE)
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La crisi in Europa
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La crisi greca
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