Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Trasformazioniavvento informatica
Tre fasi: 1) ricostruzione paesi distrutti dalla guerra; 2) espansione; 3) rallentamento;
Si contrapposero 2 modelli economici:
-economia di mercato (Usa, Eu. Occ. e Giappone)
Guerra tra superpotenze
-economia pianificata (Urss, Eu. Or. e Cina)
Introduzione del regime demografico moderno in tutto il mondo (vita media anni
80miglioramento igiene e progressi medici e chirurgici).
Si andò a sfruttare una nuova forma di energia rinnovabile chiamata GREEN ECONOMY (diffusione
cellule fotovoltaiche e veicoli elettrici)
Strategia 2020 (Ue, entro 2020 riduzione del 20% del gas serra ed almeno il 20% di energia
consumata rinnovabile).
Accordi economici:
Bretton Woods (1944) Gatt (1947)
Nuovo gold exchange standard (sola Sanciva la fine degli accordi bilaterali e
convertibilità in oro del dollaro). Ogni paese multilateralità nei rapporti commerciali
doveva definire in oro la propria moneta internazionali, clausola della nazione più
dichiarandone la parità di potere d’acquisto. favorita. Era provvisorio data la volontà di
Quando la banca centrale non aveva più valuta creare l’Ito.
estera poteva attingere al Fondo monetario Vennero fatti una serie di negoziati, dopo
internazionale. l’ultimo si venne a creare il World Trade
Organization (liberalizzazione traffici).
Piano Marshall (1947)
Dato che gli americani fornirono aiuto ai paesi distrutti dalla guerra, consapevoli che non
avrebbero potuto ripagare, pensarono bene di diventare partner economici ed adoperare
questo piano. Il governo americano acquistava beni i beni contribuendo ad uno sbocco della
propria produzione. Li inviava in Europa e quest’ultima li vendeva alle famiglie e imprese. Tutta
la gestione fu affidata all’Eca (European cooperation administration).
In molti paesi dell’Europa Occidentale si parlò di economia mista (convivono imprese pubbliche e
private).
La pianificazione venne adottata in alcuni paesi ma non fu come quella sovietica perché si parlò di
qualcosa solamente di indicativo e si fondò su un accordo fra le parti sociali (imprenditori-
sindacati).
Interventi più consistenti furono quelli della nascita del WELFARE STATE o Stato Sociale:
1. Sistema di previdenza sociale;
2. Assistenza sanitaria gratuita;
3. Politica economica basata sul pieno impiego.
Si parlò di un periodo noto come “età dell’oro” (1970-1973) nella quale si ebbe uno sviluppo in
tutti i settori.
Usa vs. Giappone (concorrenza economica) Usa vs. Urss (confronto politico)
Diffusione del consumismo in tutto il mondo dagli Usa. Commercio internazionale a ritmi elevati
grazie al trasporto.
I fattori della crescita furono:
Disponibilità di tecnologia;
Ruolo dello Stato (stabilizzare e garantire la domanda);
Cooperazione internazionale;
Formazione del capitale umano;
La disponibilità di capitali e sistema di cambi fissi;
Bassi prezzi delle materie prime e bassi salari.
Anni 70 modifica del ruolo dello Stato. Pareri contrastanti keynesiani (pensavano che l’intervento
Statale unico modo per risolvere la crisi) e liberisti (mercato capace di risolvere autonomamente la
crisi). Trionfo dei neoliberisti, sostegno della domanda attuando una politica dal lato dell’offerta e
globalizzazione dell’economia.
Crisi 2008-2009:
Post espansione Borsa americana all’inizio del secolo fra il 2002 e 2004 si andò incontro ai titoli
speculativi dati i forti investimenti. Famiglie sostenute con molti mutui per l’acquisto di case
freccia le banche provvedevano poi a rimettere i crediti nel mercato emettendo vari titoli.
Crisi 2008—> borsistica, riduzione finanziamenti bancari così risparmiatori limitarono l’acquisto dei
beni. Aiuto dello Stato per salvare le banche
Crisi 2012-2013:
Nuove forme e colpi Grecia Spagna e Italia. Agenzie di rating (valutavano la solubilità dei titoli
privati e pubblici). In particolare in Grecia continuavano a declassare i titoli pubblici considerati a
rischio di insolvenza.
Nel 2011 la crisi colpisce anche l’Italia. Debito pubblico alle stelle a causa dei governi degli anni 80
non riusciti a ridurlo.
Furono adottate dappertutto, su spinte dell’Unione Europea, misure recessive per risanare i conti
pubblici.
Sviluppo e sottosviluppo:
Divario fra paesi ricchi e paesi poveri. Il mondo sembra potersi dividere in tre parti:
2. Paesi in via di sviluppo (Brics: Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa);
Esse adoperarono le strategie di sviluppo:
Intervento statale (liberalizzazione economia e privatizzazione impresa);
Adozioni di politiche di sviluppo (import substitution, export promotion);
Diffusione delle conoscenze scientifiche e tecnologiche;
Ricorso ai prestiti esteri.
La globalizzazione coinvolse anche i Pvs. Allargamento dei mercati finanziari internazionali
attirarono nuovo flusso di investimenti esteri.
3. Paesi arretrati.
Messo appunto l’indice di sviluppo umano (HDI), tende a misurare la ricchezza ma anche il
benessere e si basa sui seguenti parametri:
-livello culturale;
-durata della vita;
-Quantità di ricchezza disponibile(Pil pro capite).
Processo di decolonizzazione (in particolare Asia e Africa). Gli indipendentisti organizzarono
movimenti politici per rivendicare l’indipendenza (primo paese India con Gandhi).
Anni 70 quasi tutte le nazioni europee avevano concesso l’indipendenza delle loro colonie.
Unione Europea:
Il processo di integrazione economica. 1951, trattato di Parigi, fondazione Ceca (comunità europea
del carbone dell’acciaio) facevano parte i paesi del Benelux, Francia, Germania occidentale e Italia.
Con i trattati di Roma la Ceca diede vita alla Cee (mercato comune) e alla Mec e alla Ceea (sviluppo
delle ricerche e diffusione delle conoscenze in maniera nucleare).
Promozione EFTA per garantire il libero scambio fra aree prestabilite.
La crescita economica dei paesi della comunità durante l’età dell’oro ha dell’incredibile tanto che
gli indicatori economici mostrano un andamento che ha del “miracoloso”.
Le crisi petrolifere degli anni 70 è il colore sistema dei cambi fissi colpirono i paesi dell’Europa
occidentale e vennero adottate politiche restrittive del credito e definizione di un’unione
monetaria.
1979 sistema monetario europeo—> parità tra le monete aderenti che fu calcolata con una nuova
unità di conto l’Ecu.
1992 trattato di Maastricht con il quale la CEA diventava Unione Europa.
Fu decisa l’introduzione di una moneta unica l’euro e stabiliti rigidi criteri di convergenza.
Creata la Banca Centrale Europea che ha il compito di definire e attuare la politica monetaria
dell’area dell’euro tra parentesi (eurozona).
Alla fine del secondo conflitto mondiale le condizioni dell’Italia disastrose perché subì ingenti
danni al patrimonio abitativo e dei trasporti.
La ripresa della produzione fu rapida e possibile grazie aiuti americani.Il governo italiano
vendeva i beni, presi dal piano Marshall, sul mercato nazionale e con il ricavato provvedevano
le spese per la ricostruzione;
L’inflazione fu causata dalla scarsità di beni e questa lotta contro l’inflazione fu condotta con la
cosiddetta linea Einaudi costituita da una serie di misure prese dal ministro del bilancio Luigi
Einaudi che miravano alla riduzione della circolazione monetaria.
La scelta fondamentale del governo (democrazia cristiana) optò per una economia aperta fondata
sul libero mercato.
L’Italia aderì al fondo monetario internazionale e la Banca mondiale.
Non vi furono nazionalizzazioni dato che in Italia esisteva già un consistente settore. In mano
pubblica era pure l’Agip che fu lanciata da Enrico Mattei.
Le imprese pubbliche operavano sotto forma di società per azioni, posseduta dallo Stato.
Perciò fu istituito il ministero delle partecipazioni statali.
1950 due provvedimenti:
la riforma agraria —> espropriazioni di ettari ai grandi proprietari indennizzate e assegnati a
famiglie di braccianti agricoli;
Cassa per il mezzogiorno—> doveva finanziare opere straordinarie di pubblico interesse delle
regioni meridionali.
Anche in Italia il modello fordista cominciava a tramontare per cui si ricorse sempre più
all’automazione dei processi produttivi, il decentramento e alla the localizzazione.
I rami più produttivi continuarono ad essere quello meccanico e il cosiddetto “made in Italy”,
formato dall’insieme di imprese di medie dimensioni che operavano nel comparto tessile,
abbigliamento,calzature.
Aumentava il peso delle piccole e medie imprese che ebbero il compito di trainare l’economia del
paese. Le piccole medie imprese ispirate al modello giapponese di Lean-production si
dimostrarono anche in Italia adatte ai settori leggeri ed a moderata intensità di capitale.
La nuova caratteristica fu la nascita di concentrazioni in aree geografiche di più piccole e medie
imprese che si dissero distretti industriali.
Crisi transizione:
1991 scioglimento Unione sovietica nacquero così 15 repubbliche indipendenti tra cui la nuova
federazione russa.
La transizione al capitalismo fu lunga e difficile è la fretta con cui fu attuata portò risultati
disastrosi.
La privatizzazione delle imprese statali fu l’operazione più difficili, tale compito fu affidato a una
commissione statale che trasformò le imprese pubbliche in società cedendo parte delle azioni a
poco prezzo ai lavoratori delle imprese stesse.
Esplose una violenta inflazione che si trasformò in iper inflazione a causa della liberalizzazione dei
prezzi e delle norme emissione di biglietti per supplire all’imminente necessità dello Stato.
Furono per conseguenza grandi mutamenti nella distribuzione del reddito, che all’epoca dell’Urss
era abbastanza equa.
Risveglio asiatico:
Probabilmente conosce più rilevanti vi è sicuramente la ricomparsa dei paesi asiatici.
Il continente asiatico perdesse molto terreno di fronte all’avanzata della rivoluzione industriale in
Occidente e come negli ultimi recenti abbia saputo realizzare una crescita per certi versi
inaspettata.
Le prime due economie erano la Cina e l’India.
Nel contesto asiatico la Cina rappresenta un caso particolare essa aveva vissuto un lungo periodo
di isolamento. Fu costretta dalle potenze occidentali ad aprirsi ai traffici e dovette stipulare dei
trattati che lo obbligarono a tenere bassi i dazi doganali—> l’economia cinese collassò.
La storia economica della Cina comunista si può dividere in due periodi nettamente distinti:
-quello dell’economia pianificata;
-quello dell’economia socialista di mercato.
In un primo tempo la Cina seguire sempre lui non è sovietica ma successivamente si
manifestarono profonde divergenze che portarono due grandi economie socialiste a prendere
strade diverse. Il nuovo governo dovette affrontare la trasformazione socialista dell’economia.
Le grandi imprese e le banche furono nazionalizzate.
L’agricoltura costituiva il settore più importante nell’economia infatti fu attuata una grande
riforma agraria. La proprietà individuale della terra fu conservata anche perché i nuovi dirigenti
non volevano allenarsi l’appoggio nei ceti agricoli, che erano la stragrande maggioranza della
popolazione.
Risultati del primo decennio del nuovo regime non soddisfacenti.
Si potenziarono le medie piccole industrie e si formarono le comuni agricole una sorta di comunità
di villaggio che assunsero la funzione di nuove unità amministrative dello Stato e fu loro consentito
di possedere e gestire piccole fabbriche.
La crescita economica subì un rallentamento all’epoca della cosiddetta rivoluzione culturale, si
tratta in sostanza di una lotta interna al partito. La rivoluzione culturale si basò principalmente
sulla mobilitazione dei giovani le guardie rosse. Il Pil pro capite cinese raddoppiò tra il 1950 e la
metà degli anni 70.