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3ªrivoluzione industriale

Trasformazioniavvento informatica
Tre fasi: 1) ricostruzione paesi distrutti dalla guerra; 2) espansione; 3) rallentamento;
Si contrapposero 2 modelli economici:
-economia di mercato (Usa, Eu. Occ. e Giappone)
Guerra tra superpotenze
-economia pianificata (Urss, Eu. Or. e Cina)
Introduzione del regime demografico moderno in tutto il mondo (vita media anni
80miglioramento igiene e progressi medici e chirurgici).

Urbanesimo  75% persone vive ormai nelle città


Migrazioni Comunità economica europea spinse ad andare verso il Mediterraneo; USA legge
sull’immigrazione che elimina il sistema delle quote introdotto negli anni Venti stimolando
l’ingresso degli immigrati

Sviluppo settori produttivi:


AGRICOLTURA METALLURGIA IND. CHIM. e ELETT. IND. AUTOM. AERONAUTICA
Aumento grazie alle Produzione leghe Fibre artificiali e Industria simbolo; Aerei sia per
nuove macchine leggere plastiche per aerei, miglioramento trasporti
insetticidi e automobili; strade e creazione commerciali che
fertilizzanti. Necessaria ed delle autostrade. turistici. Costruzione
Paesi ind. diminuì, indispensabile. grandi aeroporti.
necessario Petrolio alimentò
intervento dei metodi a trazione e
governi per diverse macchine
proteggere i redditi; per la combustione.
Paesi asiatici
autosufficienti;
Urssprima forte
poi diminuzione che
porta
all’esportazione;
Paesi poveri si
andò incontro a crisi
alimentari.
Nuove industrie come: centrali nucleari ed industrie aerospaziali (Apolli 11, 1969 uomini sulla luna)
Innovazioni rivoluzionarie nel campo dell’elettronica miniaturizzazione e produzione della
microelettronica.
Sviluppo del grande elaboratore fino ad arrivare al PC (nascita società come Apple, Samsung). Le
trasformazioni hanno portato all’introduzione di nuove apparecchiature “labour saving” e quindi
alla disoccupazione tecnologica.

Si andò a sfruttare una nuova forma di energia rinnovabile chiamata GREEN ECONOMY (diffusione
cellule fotovoltaiche e veicoli elettrici)
Strategia 2020 (Ue, entro 2020 riduzione del 20% del gas serra ed almeno il 20% di energia
consumata rinnovabile).

COMMERCIO INTERNO diffusione supermercati, centri commerciali e commercio elettronico.


COMMERCIO ESTERO libero scambi, sistema di cambi fissi e organizzazioni internazionali
Concentrazione di banche grandi gruppo aprono filiali all’estero. Anni 70 BANCA UNIVERSALE
(azienda di credito in grado di fornire qlq servizio);

Ricostruzione dell’economia mondiale tramite


 Accordi politici:
Conferenza di Yalta (1945) Conferenza di S. Francisco (1947)
Presidente USA Roosevelt, Primo ministro UK ONU (Organizzazione delle nazioni unite) con
Churchill, Stalin per l’Urss. lo scopo di mantenere pace e sicurezza,
Divisione del mondo in due zone d’influenza: cooperazione internazionale in campo
1) Americana Eur.Occ. e Giappone; economico, sociale, culturale e umanitario e
2) Sovietica Eur. Or. e paesi asiatici. promuovere il rispetto delle libertà
fondamentali e dei diritti dell’uomo
La Germania post guerra divisa in due Stati: Ovest Repubblica Federale Tedesca e Repubblica
Democratica tedesca (“cortina di ferro”).
Berlino suddivisa in 4 zone controllate 3 dagli americani e 1 dai sovietici.

 Accordi economici:
Bretton Woods (1944) Gatt (1947)
Nuovo gold exchange standard (sola Sanciva la fine degli accordi bilaterali e
convertibilità in oro del dollaro). Ogni paese multilateralità nei rapporti commerciali
doveva definire in oro la propria moneta internazionali, clausola della nazione più
dichiarandone la parità di potere d’acquisto. favorita. Era provvisorio data la volontà di
Quando la banca centrale non aveva più valuta creare l’Ito.
estera poteva attingere al Fondo monetario Vennero fatti una serie di negoziati, dopo
internazionale. l’ultimo si venne a creare il World Trade
Organization (liberalizzazione traffici).
Piano Marshall (1947)
Dato che gli americani fornirono aiuto ai paesi distrutti dalla guerra, consapevoli che non
avrebbero potuto ripagare, pensarono bene di diventare partner economici ed adoperare
questo piano. Il governo americano acquistava beni i beni contribuendo ad uno sbocco della
propria produzione. Li inviava in Europa e quest’ultima li vendeva alle famiglie e imprese. Tutta
la gestione fu affidata all’Eca (European cooperation administration).

In molti paesi dell’Europa Occidentale si parlò di economia mista (convivono imprese pubbliche e
private).
La pianificazione venne adottata in alcuni paesi ma non fu come quella sovietica perché si parlò di
qualcosa solamente di indicativo e si fondò su un accordo fra le parti sociali (imprenditori-
sindacati).
Interventi più consistenti furono quelli della nascita del WELFARE STATE o Stato Sociale:
1. Sistema di previdenza sociale;
2. Assistenza sanitaria gratuita;
3. Politica economica basata sul pieno impiego.

Si parlò di un periodo noto come “età dell’oro” (1970-1973) nella quale si ebbe uno sviluppo in
tutti i settori.
Usa vs. Giappone (concorrenza economica) Usa vs. Urss (confronto politico)
Diffusione del consumismo in tutto il mondo dagli Usa. Commercio internazionale a ritmi elevati
grazie al trasporto.
I fattori della crescita furono:
 Disponibilità di tecnologia;
 Ruolo dello Stato (stabilizzare e garantire la domanda);
 Cooperazione internazionale;
 Formazione del capitale umano;
 La disponibilità di capitali e sistema di cambi fissi;
 Bassi prezzi delle materie prime e bassi salari.

Al boom segue un periodo di crisi:


1. Crollo del sistema dei cambi fissi incremento richieste cambio di dollari che portò alla
diminuzione delle riserve auree e l’incapacità dei paesi europei di garantire una parità di
potere d’acquisto. Dunque, inconvertibilità del dollaro e fine gold exchange standard.
2. Shock petrolifero rivolta tra palestinesi e Israele, portò ad una politica di risparmio
energetico da parte dei paesi industrializzati. Questo portò ad un aumento dei prezzi del
petrolio ed un aumento dei costi di produzione. Accumulazione di petroldollari, depositati in
banche e poi investiti in paesi in via di sviluppo.

L’inflazione galoppante anni Settanta e Ottanta portò:


a) Aumento del prezzo del petrolio; STAGFLAZIONE=coesistenza stagnazione e inflazione.
b) Aumento dei salari; Disoccupazione elevata e progressi tecnologico
c) Aumento della domanda dei beni. (AUTOMAZIONE INDUSTRIALE)

Modello fordista in crisi e si affermò il LEAN PRODUCTION:


1. DECENTRAMENTO PRODUTTIVO affidamento di operazioni ad aziende più piccole;
2. DELOCALIZZAZIONE trasferimento di alcune fasi del processo produttivo dove vi erano
condizioni più favorevoli;
3. LAVORO DI GRUPPO.
Modello più leggero e capace di adattarsi incrementa nascita di piccole e medie imprese.

Anni 70 modifica del ruolo dello Stato. Pareri contrastanti keynesiani (pensavano che l’intervento
Statale unico modo per risolvere la crisi) e liberisti (mercato capace di risolvere autonomamente la
crisi). Trionfo dei neoliberisti, sostegno della domanda attuando una politica dal lato dell’offerta e
globalizzazione dell’economia.

Trionfo multinazionali trasformatisi in transazionali. Intensificamento scambi ed investimenti


internazionali. Si parlerà anche di globalizzazione finanziaria (mercato di capitali come azioni
obbligazioni o titoli di Stato)capitali gestiti dai manager che acquistavano i titoli e li rivendevano
per lucrare la differenza di prezzo e si parlò inoltre di arbitraggio (collocamento in altro luogo dove
valevano di più). Gli investimenti ebbero carattere speculativo.
Gli investitori mettevano parte dei fondi in pacchetti azionari quindi imprese dovevano porre
attenzione in particolar modo a loro sacrificando gli stakeholders.

Crisi 2008-2009:
Post espansione Borsa americana all’inizio del secolo fra il 2002 e 2004 si andò incontro ai titoli
speculativi dati i forti investimenti. Famiglie sostenute con molti mutui per l’acquisto di case
freccia le banche provvedevano poi a rimettere i crediti nel mercato emettendo vari titoli.
Crisi 2008—> borsistica, riduzione finanziamenti bancari così risparmiatori limitarono l’acquisto dei
beni. Aiuto dello Stato per salvare le banche
Crisi 2012-2013:
Nuove forme e colpi Grecia Spagna e Italia. Agenzie di rating (valutavano la solubilità dei titoli
privati e pubblici). In particolare in Grecia continuavano a declassare i titoli pubblici considerati a
rischio di insolvenza.
Nel 2011 la crisi colpisce anche l’Italia. Debito pubblico alle stelle a causa dei governi degli anni 80
non riusciti a ridurlo.
Furono adottate dappertutto, su spinte dell’Unione Europea, misure recessive per risanare i conti
pubblici.

Sviluppo e sottosviluppo:
Divario fra paesi ricchi e paesi poveri. Il mondo sembra potersi dividere in tre parti:

1. Paesi sviluppati (Unione Europea, Stati Uniti e Giappone);


Egemonia Usa:
Processo di americanizzazione “American Way of life“. Dollaro alla base del sistema monetario
internazionale. Corporation e imprese multi divisionali si ingrandirono. Diffusione aziende multi
business.
Anni 70 fase di stage l’azione portò alla vittoria di Ronald Reagan che adottò una politica
neoliberista: reagonomics.
-Incentiva la domanda di diminuzione delle imposte;
-Si sostenne l’offerta con misure di deregolamentazione( riguardò soprattutto il sistema bancario e
adottarono il tipo di banca universale);
-Aumento disuguaglianze sociali;
-Elevate spese per la difesa necessarie per contrastare l’Urss (non consentirono di diminuire il
deficit statale e gli Stati Uniti a partire dagli anni 80 divennero debitori);
La crescita fu sostenuta da una forte espansione del credito.
Crisi di sovrapproduzione con la caduta dei consumi e l’impossibilità di assorbire una grande
quantità di manufatti.
Scema l’american dream (convinzione di opportunità di lavoro e profitto).
Miracolo giapponese:
 Guerra di Corea, Giappone rifornire le truppe americane;
 Disponibilità di una tecnologia avanzata;
 Partecipazione al commercio internazionale;
 L’azione dello Stato (bassi tassi di interesse banche finanziavano le imprese);
 Collaborazione fra governo e imprese;
 Collaborazione fra le singole imprese;
 Collaborazione fra management e dipendenti.
Negli anni 90 però vi fu una grave crisi:
-Esportazioni verso gli Stati Uniti aumentate;
-Investimenti in titoli azionari e in immobili e la bolla speculativa scoppiò nel 1990 e il Giappone
entrò in crisi con le solite conseguenze.

2. Paesi in via di sviluppo (Brics: Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa);
Esse adoperarono le strategie di sviluppo:
 Intervento statale (liberalizzazione economia e privatizzazione impresa);
 Adozioni di politiche di sviluppo (import substitution, export promotion);
 Diffusione delle conoscenze scientifiche e tecnologiche;
 Ricorso ai prestiti esteri.
La globalizzazione coinvolse anche i Pvs. Allargamento dei mercati finanziari internazionali
attirarono nuovo flusso di investimenti esteri.
3. Paesi arretrati.

Messo appunto l’indice di sviluppo umano (HDI), tende a misurare la ricchezza ma anche il
benessere e si basa sui seguenti parametri:
-livello culturale;
-durata della vita;
-Quantità di ricchezza disponibile(Pil pro capite).
Processo di decolonizzazione (in particolare Asia e Africa). Gli indipendentisti organizzarono
movimenti politici per rivendicare l’indipendenza (primo paese India con Gandhi).
Anni 70 quasi tutte le nazioni europee avevano concesso l’indipendenza delle loro colonie.

Unione Europea:
Il processo di integrazione economica. 1951, trattato di Parigi, fondazione Ceca (comunità europea
del carbone dell’acciaio) facevano parte i paesi del Benelux, Francia, Germania occidentale e Italia.
Con i trattati di Roma la Ceca diede vita alla Cee (mercato comune) e alla Mec e alla Ceea (sviluppo
delle ricerche e diffusione delle conoscenze in maniera nucleare).
Promozione EFTA per garantire il libero scambio fra aree prestabilite.
La crescita economica dei paesi della comunità durante l’età dell’oro ha dell’incredibile tanto che
gli indicatori economici mostrano un andamento che ha del “miracoloso”.

Le crisi petrolifere degli anni 70 è il colore sistema dei cambi fissi colpirono i paesi dell’Europa
occidentale e vennero adottate politiche restrittive del credito e definizione di un’unione
monetaria.
1979 sistema monetario europeo—> parità tra le monete aderenti che fu calcolata con una nuova
unità di conto l’Ecu.
1992 trattato di Maastricht con il quale la CEA diventava Unione Europa.
Fu decisa l’introduzione di una moneta unica l’euro e stabiliti rigidi criteri di convergenza.
Creata la Banca Centrale Europea che ha il compito di definire e attuare la politica monetaria
dell’area dell’euro tra parentesi (eurozona).

UK FRANCIA DUE GERMANIE


o Secondo dopo guerra pesante o Popolazione rimasta o Germania senza governo fino
debito estero chiedo in praticamente invariata nei al 1949. Gli occupanti
prestito a Stati Uniti e Canada. cinquant’anni precedenti. smantellarono l’industria degli
Nuovo governo laburista o Economia chiusa verso armamenti e le industrie
nazionalizzazioni ma l’80% l’esterno e si sosteneva con pesanti.
dell’industria in mano ai misure protezionistiche. o Americani introduzione di una
privati. o Post liberazione alla Francia fu nuova moneta Detusche Mark
o Importanti provvedimenti del capace di uno slancio senza consultare i sovietici.
Welfare State che avviarono nazionale (economia mista); Qui contrasti si acuirono fra le
un programma di edilizia Primo passo nazionalizzazione potenze e ciò portò alla
pubblica. e introduzione della divisione della Germania in
o L’economia riprese a crescere pianificazione economica di due Stati:
lentamente fino alla crisi Jean Monet (piani o Germania occidentale
petrolifera. quadriennali). Repubblica federale tedesca
o Negli anni 80 la politica o Crisi petrolifera indusse la (americani)—>
neoliberista di Thatcher portò Francia a puntare sulle in parte più industrializzata e
alla privatizzazione di molte centrali nucleari. meglio dotata di risorse
industrie statali. Comportò la naturali. La guerra fredda
chiusura delle fabbriche in indusse gli americani
efficienti è un aumento della interrompere gli
disoccupazione. smantellamenti e avviare un
o Anni 80 anni 90 nuovi settori programma di ricostruzione e
in particolare l’elettronico. sviluppo (miracolo economico
City di Londra centro tedesco).
finanziario mondiale Modello completato con la
cogestione ovvero la
partecipazione dei lavoratori
mediante rappresentanti
eletti. Continuo flusso di
lavoro immigrata lavoratori
immigrati Germania
occidentale più solida di tutta
l’Europa.
o Germania orientale,
Repubblica democratica
tedesca (sovietici) freccia
parte meno sviluppata della
Germania partita da una
situazione meno favorevole
subì un’emorragia di
manodopera che spesso mi sei
in crisi la continuità del lavoro
delle fabbriche.
o La Germania venne riunificata
dopo il crollo del muro di
Berlino (1989) ed avvenne
pacificamente per annessione.
o Per affrontare le spese ingenti
il governo dovette affrontare
arrivi ricorrere a nuove
imposte.
o L’economia rallentò la sua
crescita e furono necessari
dolorosi interventi di
ristrutturazione produttiva e
di riduzione delle spese
pubbliche.

Alla fine del secondo conflitto mondiale le condizioni dell’Italia disastrose perché subì ingenti
danni al patrimonio abitativo e dei trasporti.
 La ripresa della produzione fu rapida e possibile grazie aiuti americani.Il governo italiano
vendeva i beni, presi dal piano Marshall, sul mercato nazionale e con il ricavato provvedevano
le spese per la ricostruzione;
 L’inflazione fu causata dalla scarsità di beni e questa lotta contro l’inflazione fu condotta con la
cosiddetta linea Einaudi costituita da una serie di misure prese dal ministro del bilancio Luigi
Einaudi che miravano alla riduzione della circolazione monetaria.
La scelta fondamentale del governo (democrazia cristiana) optò per una economia aperta fondata
sul libero mercato.
L’Italia aderì al fondo monetario internazionale e la Banca mondiale.
Non vi furono nazionalizzazioni dato che in Italia esisteva già un consistente settore. In mano
pubblica era pure l’Agip che fu lanciata da Enrico Mattei.
Le imprese pubbliche operavano sotto forma di società per azioni, posseduta dallo Stato.
Perciò fu istituito il ministero delle partecipazioni statali.
1950 due provvedimenti:
 la riforma agraria —> espropriazioni di ettari ai grandi proprietari indennizzate e assegnati a
famiglie di braccianti agricoli;
 Cassa per il mezzogiorno—> doveva finanziare opere straordinarie di pubblico interesse delle
regioni meridionali.

Miracolo economico italiano:


Crescita accompagnata da profondi mutamenti strutturali (industrializzazione e terziarizzazione).
L’agricoltura si modernizzò, grazie all’aiuto dello Stato e mediante una rapida meccanizzazione e
utilizzo di concimi chimici.
Le principali industrie erano quelle dedite alla produzione di automobili, elettrodomestici e di fibre
sintetiche. Si affermò la grande impresa sull’esempio americano che fu organizzata secondo criteri
della fabbrica fordista.
L’Italia era diventata in pochi decenni una nazione industrializzata (1950-1973). Il ritardo del
mezzogiorno riuscì a essere parzialmente ridotto. L’intervento statale, attraverso la cassa del
mezzogiorno, consentì una serie di grandi industrie anche tecnologicamente avanzate.
La modernizzazione del mezzogiorno è stata però passiva e non riuscì a avviare un autonomo
percorso di crescita.
L’emigrazione degli anni del miracolo economico riguardo la manodopera generica priva di
istruzione, richiesto in molte fabbriche.
Ricapitolando le ragioni del miracolo economico furono:
 gli aiuti americani;
 la scelta per un’economia aperta;
 bassi prezzi internazionali delle materie prime e fonti energetiche;
 ruolo dello Stato che finanziò lo sviluppo di determinati settori;
 solido sistema bancario capace di fornire finanziamenti necessari.

Crisi anni 70 Italia:


Conseguenze della crisi petrolifera forte inflazione. Crisi affrontata grazie all’intervento dello Stato.
L’Italia comincia utilizzare sempre di più il gas naturale.
I salvataggi vennero tramite la Gepi (società per le gestioni e partecipazioni industriali) incaricata
di concedere finanziamenti agevolati alle aziende industriali in difficoltà transitorie.
Fu costituita anche la cassa integrazione guadagni incaricata di versare una parte dello stipendio ai
lavoratori licenziati. I redditi delle famiglie furono sostenuti mediante l’allargamento del Welfare,
furono introdotte le pensioni sociali istituito il servizio servizio sanitario nazionale gratuito.
La lotta all’inflazione fu adottata una con una politica restrittiva del credito, fu decisivo il divorzio
tra Banca d’Italia e Tesoro che liberava l’istituto di emissione dell’obbligo di sottoscrivere i titoli di
Stato invenduti.
Altro provvedimento la riduzione della scala mobile, ossia un sistema di adeguamento automatico
dei salari e stipendi al costo della vita.
Il sistema bancario fu privatizzato con la riforma attuata dal testo unico bancario del 1993 che
ridusse le categorie di banche a 2: societá per azioni e banche cooperative e si adottò il sistema
della banca universale.
Vi furono numerose fusioni fra banche che formarono i grandi gruppi.

Anche in Italia il modello fordista cominciava a tramontare per cui si ricorse sempre più
all’automazione dei processi produttivi, il decentramento e alla the localizzazione.
I rami più produttivi continuarono ad essere quello meccanico e il cosiddetto “made in Italy”,
formato dall’insieme di imprese di medie dimensioni che operavano nel comparto tessile,
abbigliamento,calzature.
Aumentava il peso delle piccole e medie imprese che ebbero il compito di trainare l’economia del
paese. Le piccole medie imprese ispirate al modello giapponese di Lean-production si
dimostrarono anche in Italia adatte ai settori leggeri ed a moderata intensità di capitale.
La nuova caratteristica fu la nascita di concentrazioni in aree geografiche di più piccole e medie
imprese che si dissero distretti industriali.

Difficoltà economia italiana:


-perdita di competitività competitività del paese che non può più ricorrere a svalutazioni
competitive dopo la sua adesione all’euro;
-non risulta più all’altezza delle sfide globali perché la struttura delle importazioni è rimasta in
larga misura immutata.
-difettiamo di valori produttivi che favoriscono la crescita dei settori ad elevata tecnologia;
-altro problema è costituito poi dall’enorme debito pubblico nonostante le pesanti misure
adottate dal governo
-evasione fiscale;
-L’Italia soffre pure di una consistente disoccupazione accompagnata da una elevata
precarizzazione del rapporto di lavoro.

Fine dell’economia pianificata


Fra i paesi che avevano combattuto la seconda guerra mondiale l’unione sovietica fu quello con i
danni maggiori. L’organizzazione dell’economia pianificata non muto si continuarono a predisporre
piani che sacrificavano la produzione di beni a consumo a vantaggio di quella degli
armamenti.tuttavia anche l’unione sovietica partecipò alla generale fase di sviluppo dell’economia
mondiale a mano a mano che l’attività economica diventava più ampia i limiti della pianificazione
risultarono evidenti .
Principali limiti erano quelli di seguito riportati:
 difficoltà di coordinamento fra le attività delle diverse fabbriche poiché l’approvvigionamento
di materie prime semilavorati in una fabbrica dipendeva dal funzionamento di altre fabbriche
per cui se un anello non funzionava entrava in crisi l’intero sistema;
 difficoltà di prevedere la quantità di beni da produrre;
 fissazione dei prezzi al consumo senza tenere nella dovuta considerazione dei costi di
produzione;
 difficoltà di introdurre innovazioni tecnologiche.
Per completare il quadro dell’economia sovietica bisogna ricordare che non vi era disoccupazione
ma la produttività del lavoro era bassissima.anche l’agricoltura la produttività era molto bassa ma
grazie gli investimenti destinati all’agricoltura aumentò notevolmente ma non fu capace di rendere
autosufficiente l’Urss.
Gorbacev pose mano a riforme volte a conferire maggiore autonomia alle imprese:
 trasparenza o pubblicità attraverso la libertà di espressione e di informazione;
 ristrutturazione che resero le imprese statali più libere di fissare le quote di produzione. Si
costituì la borsa di merci di Mosca. Fu consentita l’iniziativa privata per creare piccole e medie
imprese nei settori del commercio e della produzione e venne ridimensionato il potere del
partito comunista.
Il tentativo di Gorbaciov risultò fallimentare. Le riforme prettamente politiche portarono al crollo
del partito comunista e alla disintegrazione dell’unione sovietica.
Comincia a formarsi una categoria di oligarchi aventi uno stretto legame col governo che gli
garantiva protezione e benefici favorendone l’arricchimento spropositato.
Il deficit del bilancio statale era straordinariamente cresciuto per via delle enormi spese di difesa.

Crollo regimi comunisti:


Dopo la seconda guerra mondiale i paesi liberati dall’armata Rossa entrarono a far parte del
Comecon, adottando il sistema politico ed economico dell’Unione Sovietica.
 coordinare lo sviluppo economico dei paesi membri;
 realizzare un efficiente divisione del lavoro e favorire gli scambi, risultando uno strumento di
dominio con cui sovietici si imposero sui paesi satelliti.
L’incapacità dell’economia pianificata e a migliorare le condizioni di vita fece crescere il
malcontento, e le condizioni per l’unione sovietica maturarono con le riforme di Gorbacev.
1989 anno della svolta l’evento simbolico della fine del regime fu il crollo del muro di Berlino.
In rapida successione caddero anche tutti gli altri regimi comunisti in modo pacifico in seguito a
violente agitazioni in piazza.

Crisi transizione:
1991 scioglimento Unione sovietica nacquero così 15 repubbliche indipendenti tra cui la nuova
federazione russa.
La transizione al capitalismo fu lunga e difficile è la fretta con cui fu attuata portò risultati
disastrosi.
La privatizzazione delle imprese statali fu l’operazione più difficili, tale compito fu affidato a una
commissione statale che trasformò le imprese pubbliche in società cedendo parte delle azioni a
poco prezzo ai lavoratori delle imprese stesse.
Esplose una violenta inflazione che si trasformò in iper inflazione a causa della liberalizzazione dei
prezzi e delle norme emissione di biglietti per supplire all’imminente necessità dello Stato.
Furono per conseguenza grandi mutamenti nella distribuzione del reddito, che all’epoca dell’Urss
era abbastanza equa.

Ripresa economia russa:


La crisi della transizione fu superata verso la fine degli anni 90 dopo un ulteriore crisi valutaria del
rublo.
Con il nuovo secolo la federazione russa conobbe una forte ripresa economica grazie a due fattori:
consistenti esportazioni di petrolio e di gas naturali; debolezza dirlo rublo che favoriva le
esportazioni e scoraggiava le importazioni.
I consumi privati riprenderai presto a crescere e connessi la produzione.
Le grandi industrie russe finirono nelle mani di pochi gruppi privati ma lo Stato conserva parecchie
aziende specialmente nel settore energetico.oltre alla banca centrale lo Stato mantenne anche il
controllo di diverse banche, nato ristrutturata in seguito alla riforma del sistema bancario
sovietico. Nel 2012 la Russia entrò nella Wto e si impegnarono a liberalizzare il proprio commercio
estero.
Il Pil pro capite russo nonostante sicuri progressi realizzati dopo la crisi della crisi di transazione era
nel 2016 al 45% di quello americano. La federazione russa è uno dei principali paesi emergenti una
delle maggiori potenze industriali del mondo.

Risveglio asiatico:
Probabilmente conosce più rilevanti vi è sicuramente la ricomparsa dei paesi asiatici.
Il continente asiatico perdesse molto terreno di fronte all’avanzata della rivoluzione industriale in
Occidente e come negli ultimi recenti abbia saputo realizzare una crescita per certi versi
inaspettata.
Le prime due economie erano la Cina e l’India.
Nel contesto asiatico la Cina rappresenta un caso particolare essa aveva vissuto un lungo periodo
di isolamento. Fu costretta dalle potenze occidentali ad aprirsi ai traffici e dovette stipulare dei
trattati che lo obbligarono a tenere bassi i dazi doganali—> l’economia cinese collassò.
La storia economica della Cina comunista si può dividere in due periodi nettamente distinti:
-quello dell’economia pianificata;
-quello dell’economia socialista di mercato.
In un primo tempo la Cina seguire sempre lui non è sovietica ma successivamente si
manifestarono profonde divergenze che portarono due grandi economie socialiste a prendere
strade diverse. Il nuovo governo dovette affrontare la trasformazione socialista dell’economia.
Le grandi imprese e le banche furono nazionalizzate.
L’agricoltura costituiva il settore più importante nell’economia infatti fu attuata una grande
riforma agraria. La proprietà individuale della terra fu conservata anche perché i nuovi dirigenti
non volevano allenarsi l’appoggio nei ceti agricoli, che erano la stragrande maggioranza della
popolazione.
Risultati del primo decennio del nuovo regime non soddisfacenti.
Si potenziarono le medie piccole industrie e si formarono le comuni agricole una sorta di comunità
di villaggio che assunsero la funzione di nuove unità amministrative dello Stato e fu loro consentito
di possedere e gestire piccole fabbriche.
La crescita economica subì un rallentamento all’epoca della cosiddetta rivoluzione culturale, si
tratta in sostanza di una lotta interna al partito. La rivoluzione culturale si basò principalmente
sulla mobilitazione dei giovani le guardie rosse. Il Pil pro capite cinese raddoppiò tra il 1950 e la
metà degli anni 70.

Riforme cinesi e l’economia socialista di mercato:


Dopo la morte di Mao il suo successore avviò gradualmente un processo di liberalizzazione
dell’economia.
Il partito comunista cinese fu conservato ma si comincia gradualmente a passare all’economia di
mercato.
Riformatori cinesi si proposero di far aumentare i redditi individuali ai consumi ed introdurre nuovi
sistemi di gestione delle imprese. Furono introdotti degli incentivi salariali, visti come un efficace
strumento per stimolare il maggiore impegno dei lavoratori. Si conservarono i piani quadriennali
che continuarono ad avere un ruolo importante.
La prima riforma riguardo l’agricoltura, si tornò a un sistema basato su aziende agricole familiari.
Anche il settore industriale subì profonde modifiche fino a quel momento imprese erano
pubbliche si dividevano fra grandi imprese statali (governo centrale) e imprese locali (autorità
provinciali e municipali).
Le imprese statali costituirono grandi gruppi capaci di competere sui mercati internazionali. Il
governo cinese apri diverse zone economiche.
Il sistema bancario fu riformato e nacquero numerose banche private ma il ruolo di quelle
pubbliche rimaste con preponderante.
La moneta lo Yuan non è liberamente convertibile in valute estere perciò il cambio ufficiale viene
fissato dalle autorità cinesi che lo hanno tenuto basso rispetto al dollaro.

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