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Approfondimento sui derivati

Parte sul ruolo dei CDS e CDO nella crisi del 2008

Warren Buffett nel 2002 ha definito in una famosa frase i derivati come armi finanziarie di distruzione di
massa. Nel report annuale agli azionisti Buffet scriveva:

«Se i contratti derivati non vengono collateralizzati o garantiti, il loro reale valore dipende anche dal merito
di credito delle controparti. Allo stesso tempo, comunque, prima che il contratto sia onorato, le controparti
registrano profitti e perdite -spesso di enorme entità- nei loro bilanci senza che un singolo centesimo passi di
mano. La varietà dei contratti derivati trova un limite solo nell'immaginazione dell'uomo (o talvolta, a
quanto pare, del folle)»

Il ruolo dei derivati finanziari e il loro uso speculativo sono diventati tristemente noti alla massa con la crisi
immobiliare scoppiata nel 2008 negli Stati Uniti, la crisi dei cosiddetti mutui subprime, ovvero prestiti ad
alto rischio finanziario erogati dagli istituti di credito in favore di clienti a forte rischio di insolvenza. Per la
prima volta si è percepita la potenza finanziaria di questo tipo di strumento, utilizzato nella sua forma più
cinica, quella speculativa.

La bolla speculativa della crisi che perdurò per tutti i primi anni 2000 iniziò a sgonfiarsi nel 2006, a causa
dell’iniziale rialzo dei tassi d’interesse sui mutui ipotecari che i cittadini americani continuavano a stipulare
con gli istituti di credito; crisi finanziaria che si trasmise all’economia reale tra il 2007 e il 2008 a causa
dell’insolvenza e conseguente bancarotta della maggior parte delle banche d’affari americane più
importanti.

Nel frattempo, prima che esplodesse la bolla speculativa causata dalle condizioni del mercato immobiliare
sopracitato, alcuni investitori di borsa, analizzando i pacchetti di C.D.O. (collateralized debt obligation),
ovvero obbligazioni (che le banche immettevano nel mercato) che hanno come garanzia collaterale
centinaia di crediti per mutui subprime a loro volta racchiusi in un altro tipo di strumento derivato chiamato
A.B.S. (asset backed security), percepiscono che si tratti di strumenti finanziari ad alto rischio, a differenza
di quanto valutato dalle agenzie di rating (che, con la loro negligenza e superficialità nell’analisi e
valutazione di tali strumenti, hanno avuto grande responsabilità sul disastro della crisi), poiché lo
strumento sottostante (il credito da mutuo ipotecario), su cui si basava il mercato immobiliare americano di
inizio anni 2000 non era così sicuro e privo di rischio di come si pensava.

Nel contesto delle valutazioni fatte da alcuni lungimiranti investitori di borsa, tra cui il noto Michael Burry,
iniziarono a diffondersi prima della catastrofica crisi, dei contratti di assicurazione, i credit default swap, che
coprivano l’investitore stesso dal rischio di fallimento delle principali banche americane che continuavano
ad alimentare la bolla speculativa fornendo prestiti ad alto rischio finanziario; questi tipi di derivati non
esistevano al tempo, ma Goldman Sachs e Deutsche Bank hanno compreso l'affare di Burry e li hanno
creati. A fronte del successivo fallimento delle banche americane e di conseguenza del crollo dell’economia
americana e mondiale, solo coloro che avevano investito in questi derivati speculativi riuscirono ad
arricchirsi significativamente (con forti implicazioni sul piano etico-morale di coloro che di fatto hanno
scommesso contro l’economia americana), mentre le famiglie americane, non essendo in grado di ripagare
il loro debito e a causa della natura ipotecaria del mutuo, persero tutto.

Prima della crisi finanziaria del 2008, era stato investito più denaro in credit default swap che in altri pool. Il
valore dei credit default swap si è attestato a $ 45 trilioni rispetto ai $ 22 trilioni investiti nel mercato
azionario, $ 7,1 trilioni di mutui e $ 4,4 trilioni di titoli del Tesoro USA. A metà del 2010, il valore dei CDS in
circolazione era di 26,3 trilioni di dollari.
Molte delle banche di investimento americane (e non) sono state coinvolte, tra cui Goldman Sachs, Morgan
Stanley, JP Morgan, Deutsche Bank, Credit Suisse, Bank of America Merril Lynch, ma la più grande vittima è
stata la banca d'investimento Lehman Brothers, che doveva $ 600 miliardi di debiti, di cui $ 400 miliardi
sono stati coperti da CDS. L'assicuratore della banca, American Insurance Group, non aveva fondi sufficienti
per cancellare il debito e la Federal Reserve degli Stati Uniti doveva intervenire per salvarlo.

(Le società che hanno negoziato swap sono state colpite durante la crisi finanziaria. Poiché il mercato non
era regolamentato, le banche utilizzavano gli swap per assicurare prodotti finanziari complessi. Gli
investitori non erano più interessati all'acquisto di swap e le banche iniziarono a detenere più capitali e
divennero avversi al rischio nella concessione di prestiti.)

Nel 2009 è stato introdotto il Dodd-Frank Wall Street Report Act, per regolamentare il mercato dei credit
default swap. Ha eliminato gradualmente gli swap più rischiosi e vietato alle banche di utilizzare i depositi
dei clienti per investire in swap e altri derivati.

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