Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Circostanze che consentono allo Stato la sospensione del pagamento del debito estero
Sul piano internazionale sono stati previsti diversi strumenti per la gestione del debito
sovrano estero e sviluppate specifiche iniziative volte ad alleggerire l'onere.
Tuttavia per molti paesi tale fardello è diventato ormai insopportabile, costituendo un serio
ostacolo a qualsiasi possibilità di crescita economica. Lo Stato che non adempie ai propri
impegni finanziari è responsabile sia sul piano interno sia su quello internazionale. Il diritto
internazionale contempla alcune cause di esclusione dell'illecito che, pur non estinguendo
l'obbligazione di cui un determinato Stato è destinatario, ne giustificano l'inadempimento
fintanto che la condizione sussiste.
Invero più volte gli stati debitori hanno fatto appello al concetto di Stato di emergenza o a
quello di necessità.
Occorre chiedersi dunque se uno Stato possa legittimamente sospendere il pagamento del
debito, quando venga a trovarsi in una situazione economica particolarmente grave.
Secondo alcuni autori l'impossibilità di adempiere andrebbe valutata sulla base di parametri
più flessibili. A tale proposito si è osservato che lo scopo principale per uno Stato è proprio
quello di assicurare l'espletamento delle funzioni che gli competono, obiettivo che risulta
essere predominanti rispetto all'adempimento di impegni finanziari. Secondo tale
impostazione se uno Stato versa in condizioni economiche drammatiche dovrà stabilire una
gerarchia tra gli obblighi di cui al destinatario, e andrà valutata la capacity to pay dello Stato
debitore. Peraltro secondo la giurisprudenza internazionale risulta che, per giustificare
l'inadempienza dello Stato, occorre che sia in pericolo l'esistenza stessa di tale Stato.
Occorre dimostrare inoltre che lo Stato in default non abbia contribuito con il suo
comportamento a creare la situazione di necessità. Ciò ha limitato molte volte la possibilità
di invocare la situazione di necessità, in quanto il default di frequente è determinato anche
dalle decisioni errate dello Stato interessato. Vi sono anche altri aspetti, come ad esempio il
fatto che il principio dello Stato di necessità non si applica nei rapporti tra stati e privati
stranieri. Invero molto difficilmente si riesce a dimostrare l'esistenza dello Stato di necessità
e a farla valere on riferimento al debito estero.
Le iniziative per una gestione più equa ed efficace delle crisi del debito estero degli Stati
all'esigenza di un Right Based Approach
La complessità del problema della gestione del debito sovrano sul piano internazionale è
dovuta alla difficoltà di contemperare le esigenze e gli interessi diversi dei vari attori
coinvolti, ma anche all'incertezza del regime giuridico applicabile e alla frammentarietà del
quadro istituzionale di riferimento.
A partire dagli anni Settanta sono state avanzate proposte volte a sviluppare un sistema
internazionale in grado di gestire meglio problemi correlati al debito sovrano estero e al
default degli Stati. Nel 1979 paesi in via di sviluppo proposero l'istituzione di un foro
internazionale per la ristrutturazione del debito,la International Debt Commission, che
avrebbe dovuto sostituire il Club di Parigi e quello di Londra; tuttavia tale proposta fu
avversata fortemente dagli stati industrializzati e non si riuscì a raggiungere un accordo.
Nel 2002 il FMI ha avanzato ufficialmente la proposta dell'istituzione del Sovereign Debt
Restructuring Mechanism, un meccanismo che avrebbe dovuto consentire la ristrutturazione
del debito dei singoli stati all'interno di un unico comune contesto, attraverso l'adozione di
decisioni a maggioranza che sarebbero state vincolanti per tutti i creditori. Si è ipotizzata poi
l'istituzione dell’ European Crisis resolution mechanism. secondo tale proposta il
meccanismo dovrebbe operare tramite le istituzioni dell'Unione Europea e fondarsi su tre
pilastri:
1. un organismo finanziario, quale il Meccanismo Europeo di Stabilità
2. un organismo economico, ad esempio la Banca Centrale Europea o la Commissione
Europea
3. un organismo giuridico competenze per la soluzione delle controversie, come la
Corte di Giustizia della UE
Nel 2003 il FMI ha abbandonato i disegni di predisposizione di un foro internazionale per la
trattazione del debito estero e si è orientato verso un approccio differente che si limitava a
prevedere un mediator tra le parti in causa.
Tuttavia si sta gradualmente affermando anche l'idea di una corresponsabilità dei creditori e
dei debitori nell'assicurare un finanziamento responsabile ed impedire debiti sovrani
insostenibili. Tale tendenza trova conferma nell'adozione dei Principles On Promoting
Sovereign Lending and borrowing. I principi nascono come come iniziativa promossa
dall’UNCTAD ( United Nations conference on Trade and Development) di predisposizione di
un set di regole sul finanziamento responsabile, a seguito della grave crisi finanziaria globale
del 2008-2009. Ciononostante i principi non hanno natura giuridica vincolante. Essi
prevedono che nel caso in cui uno Stato non sia in grado di ripagare il proprio debito, tutti i
lenders hanno il dovere di agire in buona fede e in maniera cooperativa al fine di
raggiungere un nuovo accordo.
Possibili evoluzioni nella gestione internazionale della crisi del debito sovrano
Lo sviluppo a lungo termine di un paese e il rispetto effettivo dei diritti umani possono
essere gravemente compromessi dall'assenza di un sistema di gestione della crisi del debito
efficace ed equo e di regole giuridiche certe applicabili in tale settore.
Il regime giuridico internazionale applicabile appare incerto, ad esempio non è chiaro se e
quando uno Stato passa invocare lo Stato di necessità. Peraltro nonostante l'impatto
negativo dell'onere del debito estero sui diritti umani, non è Stato attribuito finora grande
peso a tale aspetto nella gestione e nella soluzione della crisi del debito sovrano. Inoltre
occorrerebbe prevedere anche meccanismi di valutazione dell'impatto sui diritti umani dei
piani di ristrutturazione del debito e sui programmi di aggiustamento strutturale, che
dovrebbero consentire la partecipazione, diretta o rappresentativa, degli individui
potenzialmente colpiti dal processo. Ciò inoltre rafforzerebbe la legittimità. Il problema
principale è dovuto all’inesistenza di un organismo internazionale indipendente e
competente, capace di gestire la ristrutturazione del debito. Vi sono state varie proposte di
istituzione di meccanismi, organi amministrativi e tribunali che però sono rimaste inattuate.
Poi sembra essersi diffusa la convinzione che la flessibilità dei meccanismi e delle regole sia
preferibile alla rigidità. Tale fenomeno è dovuto a due aspetti:
1. i creditori sono eterogenei e l'attività creditizia può assumere numerose forme,
potendo coinvolgere sia altri paesi, sia organizzazioni internazionali, sia privati
2. la mancanza di regole giuridiche ha dato vita a una sorta di governance a livello
globale