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L a redditività delle banche italiane: strategie di miglioramento,

modelli di intermediazione, vincoli

Italian banks’ profitability: improvement strategies, business models,


constraints

La redditività rappresenta un punto 1 Introduzione banca in funzione delle caratteristiche e


di attenzione fondamentale per i
vertici delle banche e per le delle strategie adottate da ciascuna.
Autorità di Vigilanza. È necessario La redditività delle banche italiane è al Il lavoro è strutturato come segue:
recuperare su più piani i risultati
economici delle banche: presidiando
centro dell’attenzione del management de- - sono presentati i dati, muovendo dai va-
fortemente i ricavi anche attraverso gli istituti di credito e delle autorità di vigi- lori assoluti e determinandone le variazio-
la ricomposizione delle attività e lanza. Dopo gli andamenti positivi ed ele- ni nel tempo, rilevandone le componenti
adeguate politiche di pricing,
gestendo attivamente il rischio di vati registrati in anni precedenti la crisi fi- critiche, gli esiti raggiunti, le strade anco-
credito, razionalizzando i costi nanziaria internazionale, i conti economici ra da percorrere;
operativi. Il perseguimento di questi delle banche hanno subìto forti riduzioni. - sono considerati gli indirizzi strategici
obiettivi deve tener conto di vincoli
esterni al sistema delle banche e di Alcuni segnali di miglioramento si sono perseguiti per frenare il calo della redditi-
condizioni aziendali di ciascuna di avuti specie a partire dal 2010. Segnali in- vità e le strategie di miglioramento perse-
esse: «corridoi strategici» da
sufficienti, tuttavia, a far ritenere che, a li- guibili per il sistema nel suo insieme e per
rispettare affinché gli obiettivi
possano essere effettivamente vello di sistema, il processo di recupero le singole banche;
realizzati. possa realizzarsi senza difficoltà, in tempi - sono espresse riflessioni sulle dimensioni
non lunghi, ai livelli precedenti la crisi. e i tempi del recupero: le une e gli altri le-
Franco Tutino
Le banche italiane hanno operato e gati, specie a livello di sistema, anche a fat-
Università di Roma «La Sapienza» stanno ponendo in essere scelte aziendali tori esterni alle banche, quali i tassi di in-
Roberto Nicastro in linea con strategie guidate soprattutto teresse e i futuri andamenti dell’economia;
UniCredit
da obiettivi di contenimento dei rischi, di - è richiamata la necessità – posta dal nuovo
recupero di redditività, di rafforzamento accordo di Basilea 3 sul capitale – di accre-
Italian banks profitability represents
a focal point both for top patrimoniale. Questo scritto si propone di scere nel tempo il patrimonio delle banche.
management and supervisory analizzare i tratti salienti della redditività Al raggiungimento di quest’ultimo
authorities. It is strongly necessary
to focus on: global revenues, assets bancaria nella composizione delle sue voci obiettivo contribuisce anche la destina-
composition and pricing policies; essenziali, di individuare gli indirizzi che zione di utili a riserva. Assume ancora più
managing actively credit risk, possono essere perseguiti per migliorarla, di importanza, perciò, il tema delle dimen-
rationalizing operating costs.
Objectives can be achieved keeping raccordarli alle caratteristiche del modello sioni della redditività e dei tempi del suo
into account external constraints «base» di intermediazione adottato tradi- recupero negli anni.
and firm specific characteristics,
zionalmente dalle banche commerciali ita- Le principali conclusioni raggiunte ri-
strategic paths to realize top
management goals. liane. Modello che trova, in concreto, con- guardano:
figurazioni che si differenziano da banca a - le possibili strade da percorrere per mi-

Keywords: profitability, financial statements, stra-


tegy, business models

Jel codes: G12, M10, M41

1
CONTRIBUTI
gliorare la redditività, distinguendo tra interventi sui ricavi, delle componenti per interessi e per commissioni: di segno
sui costi, sulle rettifiche su crediti; opposto nel 2008, entrambe negative nel 2009, ancora nega-
- i «corridoi strategici» entro cui le singole banche devono tive per gli interessi e positive per le commissioni nel 2010;
sapersi muovere; - costi operativi per il personale pari a poco più di un terzo de-
- differenze – da approfondire – tra dati reddituali dei «Mag- gli stessi ricavi netti – a 32,6 mld nel 2009 – ridotti di 1,5 mld
giori Gruppi» e dati della restante parte del «Sistema»; nel 2009 rispetto al 2008, leggermente aumentati nel 2010;
- la difficoltà di tornare in tempi relativamente brevi ai li- - rettifiche su crediti pari a 20,6 mld nel 2009, pressoché tri-
velli di redditività degli anni pre-crisi. plicate in due anni dal 2007, ridotte di poco – a 17,9 mld –
ma sempre elevate nel 2010.
È in questa sintesi delle variazioni registrate soprattutto nel
2 Ricavi netti, costi, rischi: le dimensioni 2009 che può vedersi quali sono i termini assoluti e relativi del
assolute e relative delle voci reddituali, problema, quali le soluzioni cercate e le risposte ottenute in
i possibili contributi al miglioramento quell’anno. Il 2009, infatti, si presenta come anno emblemati-
co per gli impatti della crisi sulla redditività bancaria e come
I dati di sistema: come leggerli. La percorribilità e l’in- anno significativo di svolta nell’approccio delle banche al pro-
cisività di specifici indirizzi strategici volti a migliorare la blema. Rispetto all’anno precedente, le rettifiche su crediti so-
redditività devono misurarsi, in concreto, anzitutto con i da- no aumentate ancora di quasi 6,5 mld, nonostante si fossero
ti della realtà in gioco: quasi raddoppiate nell’anno precedente; il margine d’interesse
- gli ordini di grandezza e i valori assoluti delle voci di con- è diminuito di 4,3 mld. Recuperi di redditività si sono avuti at-
to economico sulle quali si può fare leva; traverso aumenti degli altri ricavi per 5,1 mld, ma il contribu-
- i rapporti quantitativi tra le diverse componenti positive e to delle commissioni è andato in direzione opposta, dimi-
negative di reddito; nuendo di 0,65 mld; e attraverso riduzioni di costi per 3,5 mld,
- le misure delle variazioni che appaiono effettuabili su cia- dovuti soprattutto alla riduzione delle spese diverse dai costi
scuna delle componenti reddituali. del personale (questi ultimi diminuiti di 1,5 mld).
Occorre poi tenere conto di altri elementi: la struttura L’esame dei dati per un periodo di 5 anni a cavallo della cri-
delle attività e delle passività e la composizione delle voci ti- si porta a comprendere dove si sono annidate e si annidano
piche delle banche, le condizioni dei mercati in cui esse ope- per il futuro le maggiori difficoltà, e quali voci e in quale mi-
rano, le situazioni in cui si trovano le singole banche – o sura sono state e possono essere utilizzate effettivamente come
gruppi bancari – e le capacità di ciascuna di esse di indivi- leve di intervento efficaci per migliorare la redditività. È suf-
duare e porre in essere, anche in termini competitivi verso ficiente, ad esempio, un semplice esercizio sugli impatti quan-
altre banche, soluzioni adeguate. titativi delle variazioni dello spread medio fra tassi sui deposi-
Le considerazioni espresse in questo paragrafo riguardano il ti e tassi sui prestiti a clientela. I risultati pongono in eviden-
sistema bancario nel suo insieme. I dati reddituali delle tavole 1 za che una variazione positiva o negativa dello 0,1% dello
e 2 aiutano a riflettere. La prima espone i valori assoluti delle spread può portare a variazioni dell’ordine di grandezza di +/-
principali componenti del conto economico, la seconda le ri- 1,5 mld di margine d’interesse1. Per ottenere un uguale risul-
spettive variazioni che si sono avute negli anni. Emerge con im- tato positivo attraverso la riduzione di costi del personale oc-
mediatezza, fra l’altro, quanto segue (i riferimenti sono al «Tota- corre abbatterli di circa il 5% (nel 2010 sono 33 mld). Con la
le Gruppi» fino al 2007 e al «Totale Sistema» dal 2008 al 2010): differenza che quest’ultimo obiettivo presenta complessità e li-
- ricavi netti (margine d’intermediazione) per 93,3 mld a fi- miti di riducibilità: va affrontato e raggiunto stabilmente nel
ne 2009, in crescita rispetto agli anni precedenti; variazioni medio periodo attraverso complesse riorganizzazioni, non si

1 I dati sugli spread e sulle previsioni dei loro andamenti negli anni possono esse-
re presi in esame consultando ABI, Rapporto di previsione Afo per il 2010-2012, Ro-
ma, dicembre 2010; Prometeia, Analisi e previsione bilanci bancari, maggio 2011.

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CONTRIBUTI
BANCARIA n. 9/2011
Tavola 1
Conto economico delle banche italiane: valori assoluti delle principali componenti
2006 2007 2008 2009 2010
Totale Maggiori Totale Maggiori Totale Maggiori Totale Maggiori Totale Maggiori
gruppi gruppi gruppi gruppi sistema gruppi sistema gruppi sistema gruppi
(+) Margine di interesse 44.877 31.949 48.657 35.323 60.462 38.722 56.147 35.680 52.656 32.751
(+) Altri ricavi 41.646 30.638 37.370 27.893 32.027 19.936 37.159 22.733 37.232 23.229
di cui: commissioni 28.689 21.089 28.939 21.699 27 882 19.272 27.231 17.204 29.975 18.545
(=) Margine di intermediazione 86.523 62.587 86.028 63.217 92.488 58.659 93.306 58.413 89.888 55.979
(–) Costi 51.413 36.521 51.472 37.383 61.721 39.244 58.211 35.733 58.858 35.668
di cui: spese per il personale 29.953 21.466 29.658 21.803 34.099 21.945 32.587 20.330 32.983 20.241
(–) Accantonamenti
9.965 6.941 10.083 7.587 21.130 15.366 23.692 16.699 21.088 14.601
e rettifiche di valore
di cui: per deterioramento
7.040 4.741 7.405 5.424 14.037 9.624 20.600 14.625 17.915 12.140
crediti
(=) Risultato operativo netto 25.145 19.125 24.474 18.247 9.639 4.048 11.402 5.981 9.941 5.710
(=) Utile lordo 27.738 21.359 26.190 19.639 10.482 4.980 13.214 7.716 11.707 7.266
(–) Imposte 8.714 6.222 9.224 6.507 1.558 -796 4.670 2.033 4.269 2.071
(=) Utile netto 19.334 15.324 21.634 17.793 10.184 7.032 8.939 6.086 8.546 5.996
di cui: utile netto di
17.958 14.288 20.274 16.767 9.163 6.268 8.275 5.625 7.905 5.584
pertinenza della capogruppo
Per memoria:
(+) Proventi straordinari 2.593 2.234 1.717 1.394 843 931 1.811 1.735 1.766 1.556
(+) Utili di gruppi
310 187 4.668 4.661 1.260 1.256 395 403 1.108 801
in via di scissione
Roe 14,3 16,3 12,8 14,3 4,5 5 3,8 4,1 3,4 3,9
VALORI EURO/MIL.

l dati delle prime colonne dei singoli anni fanno riferimento all’insieme delle banche (Totale sistema) dal 2008 e negli anni successivi. In precedenza – per il 2006 e il 2007 – i
dati si riferiscono al Totale gruppi, ovvero a una parte del totale di sistema, sebbene la più consistente.
Fonte: Banca d’Italia, Relazione 2007, tav. 20.1, p. 245; Relazione 2008, tav. 16.4, p. 213; Relazione 2009, tav. 17.4, p. 218; Relazione 2010, tav. 17.4, p. 212. I dati 2010 sono prov-
visori. Nostre elaborazioni.

Tavola 2
Conto economico delle banche italiane: variazioni delle principali componenti
Variazioni 2007/2006 Variazioni 2008/2007 Variazioni 2009/2008 Variazioni 2010/2009
Totale Maggiori Totale Maggiori Totale Maggiori Totale Maggiori
gruppi gruppi sistema gruppi sistema gruppi sistema gruppi
% % % % % % % %
(+) Margine d'interesse 3.780 8,4 3.374 10,6 11.805 24,3 3.399 9,6 -4.315 -7,1 -3.042 -7,9 -3.491 -6,2 -2.929 -8,2
(+) Altri ricavi -4.276 -10,3 -2.745 -9,0 -5.343 -14,3 -7.957 -28,5 5.132 16,0 2.797 14,0 73 0,2 496 2,2
di cui: commissioni 250 0,9 -7.240 -34,3 -1.057 -3,7 -2.427 -11,2 -651 -2,3 -2.068 -10,7 2.744 10,1 1.341 7,8
(=) Margine d'intermediazione -495 -0,6 630 1,0 6.460 7,5 -4.558 -7,2 818 0,9 -246 -0,4 -3.418 -3,7 -2.434 -4,2
(–) Costi) 59 0,1 862 2,4 10.249 19,9 1.861 5,0 -3.510 -5,7 -3.511 -8,9 647 1,1 -65 -0,2
di cui: spese per il personale -295 1,0 337 1,6 4.441 15,0 142 0,7 -1.512 -4,4 -1.615 -7,4 396 1,2 -89 -0,4
(–) Accantonamenti 118 1,2 646 9,3 11.047 109,6 7.779 102,5 2.562 12,1 1.333 8,7 -2.604 -11,0 -2.098 -12,6
e rettifiche di valore
di cui: per deterioramento 365 5,2 683 14,4 6.632 89,6 4.200 77,4 6.563 46,8 5.001 52,0 -2.685 -13,0 -2.485 -17,0
crediti
(=) Risultato Operativo Netto -671 -2,7 -878 -4,6 -14.835 -60,6 -14.199 -77,8 1.763 18,3 1.933 47,8 -1.461 -12,8 -271 -4,5
(=) Utile lordo -1.548 -5,6 -1.720 -8,1 -15.708 -60,0 -14.659 -74,6 2.732 26,1 2.736 54,9 -1.507 -11,4 -450 -5,8
(–) Imposte 510 5,9 285 4,6 -7.666 -83,1 -7.303 -112,2 3.112 199,7 2.829 -355,4 -401 -8,6 38 1,9
(=) Utile netto 2.300 11,9 2.469 16,1 -11.450 -52,9 -10.761 -60,5 -1.245 -12,2 -946 -13,5 -393 -4,4 -90 -1,5
di cui: Utile netto di pertinenza 2.316 12,9 2.479 17,4 -11.111 -54,8 -10.499 -62,6 -888 -9,7 -643 -10,3 -370 -4,5 -41 -0,7
della capogruppo
per memoria:
(+) Proventi straordinari -876 -33,8 -840 -37,6 -874 -50,9 -463 -33,2 968 114,8 804 86,4 -45 -2,5 -179 -10,3
(+) Utile dei gruppi di attività 4.358 1405,8 4.474 2.392,5 -3.408 -73,0 -3.405 -73,1 -865 -68,7 -853 -67,9 713 180,5 398 98,8
in via dismissione
VALORI EURO/MIL.

I valori messi in evidenza all’interno di riquadri richiamano l’attenzione sulle principali componenti reddituali che hanno contribuito a determinare il peggioramento dei risultati
rispetto all’anno precedente. Le variazioni del 2008 rispetto al 2007 sono determinate in parte su basi non omogenee: il Totale riguarda i Gruppi nel 2008 e il Sistema nel 2007.

3
CONTRIBUTI
presta a essere superato oltre determinate soglie. Al contrario, no essere perseguiti in astratto utilizzando l’una o l’altra le-
variazioni negative dello spread possono registrarsi in archi va, o un mix di esse; in concreto è diverso il contributo of-
temporali relativamente ridotti e sono dovute a fattori di mer- ferto da ciascuna: in termini di misura del risultato ottenibi-
cato che possono essere gestiti in scarsa misura dalle banche: le, di tempi di realizzazione, di grado di gestibilità.
si pensi all’impatto che aumenti dei tassi possono avere in ter- Nella tavola 3a sono esposte le variazioni delle macrovo-
mini di maggiori costi della raccolta attraverso obbligazioni. ci che incidono maggiormente sulla redditività lorda ordina-
Con l’evidente risultato netto che potrebbe discenderne: una ria delle banche. I dati si riferiscono al 2009 rispetto al 2008
faticosa riduzione di costi operativi vanificata da uno shock e al 2010 rispetto al 2009. L’esposizione non segue le moda-
esterno che porti a una variazione negativa dello spread. lità classiche: ricavi netti, meno rettifiche, meno costi di
Le variazioni in gioco potrebbero essere, naturalmente, struttura. Le rettifiche su crediti sono poste per prime: costi-
numericamente diverse. Dipende anche dai dati di partenza. tuiscono la voce di maggiore incidenza negativa delle varia-
Volumi intermediati e combinazioni diverse delle attività zioni a inizio periodo, un dato strutturale negativo da anni,
fruttifere e delle passività onerose rispetto alla situazione del un’incertezza riguardo alla misura che potrebbero ancora
sistema nel 2009 preso come punto di riferimento e di svol- avere in futuro. Anche il margine d’interesse presenta varia-
ta porterebbero a variazioni del margine interesse diverse da zioni negative, ridotte di non molto nel 2010. Le commissio-
1,5 mld di euro a fronte di variazioni dello 0,1% dello ni variano da negative a positive: nel 2009 contribuiscono a
spread. Resterebbero fondate, tuttavia, le considerazioni penalizzare la redditività, nel 2010 la migliorano. Cosicché
espresse: obiettivi di miglioramento della redditività posso- nel primo anno recuperi di redditività scaturiscono soltanto

Tavola 3a
Macrovoci di maggiore incidenza nelle variazioni della redditività lorda ordinaria.
Fattori esterni, indirizzi interni e leve di gestione

Per memoria
2009/ 2010/
Macrovoci Principali fattori esterni Principali indirizzi specifici e leve interne
2008 2009
che incidono sui risultati di gestione che incidono sui risultati

Politiche del credito: controparti, settori, aree geo-


Rettifiche su crediti -6.563 +2.685 Andamento dell’economia grafiche, selezione della clientela, garanzie acquisi-
te, monitoraggio dei crediti, azioni di recupero

Livello generale dei tassi, domanda di Volumi intermediati, politiche di composizione del-
credito bancario, domanda di depositi la raccolta e di composizione degli impieghi e degli
Margine d’interesse -4.315 -3.491
bancari e di investimenti finanziari da investimenti finanziari, spread applicati, politiche di
parte della clientela mark up e mark down nei rapporti con la clientela

Andamento dell’economia, andamento


Volumi intermediati, politiche di offerta (gamma,
Commissioni nette -651 +2.744 dei mercati finanziari, domanda di ser-
qualità, pricing dei servizi)
vizi bancari

Totale 1 -11.529 +1.938

Evoluzione delle tecnologie, struttura e Politiche di efficienza operativa, politiche di miglio-


Costi +3.510 -647 andamento del mercato del lavoro, an- ramento della produttività, politiche del personale
damento dell’inflazione (composizione, remunerazione)

Totale 2 +3.510 -647


Totale netto delle variazioni -8.019 +1.291
TOTALE SISTEMA, EURO/MILIONI

peggioramento (-), miglioramento (+)

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CONTRIBUTI
BANCARIA n. 9/2011
dai costi, nell’anno successivo dalle commissioni, oltre che scelte volte a salvaguardare la redditività. Portando, media-
da una minore incidenza delle rettifiche su crediti. mente, a politiche di maggiore contenimento del credito3.
La lettura della tavola 3a rende immediatamente evidenti Queste scelte si sono riflesse anche sul margine d’interesse. Il
le voci in gioco, il peso di ciascuna, le compensazioni, la for- suo andamento è legato infatti anche agli effetti sui volumi che
mazione dei totali. Il Totale 1 accoglie le variazioni negative scaturiscono dall’accresciuta rischiosità dei crediti. La maggio-
del 2009; due sue componenti – le rettifiche su crediti e le re rischiosità media della clientela – e dell’economia nel suo in-
commissioni – nel 2010 cambiano segno. Il Totale 2 presenta sieme – nonché l’andamento della domanda di credito sono
l’impatto delle variazioni dei costi: un forte miglioramento stati infatti i fattori di maggior rilievo che hanno inciso sui vo-
nel 2009, un lieve peggioramento nel 2010. Sommati algebri- lumi del credito erogato. La riduzione del livello generale dei
camente, i due totali portano al Totale netto delle variazioni an- tassi e degli spread medi hanno costituito l’altro fattore al qua-
no su anno. I risultati delle singole voci e dei totali non si li- le ascrivere la riduzione del margine d’interesse. Le banche,
mitano a indicare gli andamenti e le tendenze: letti insieme ai dunque, hanno potuto e dovuto cambiare le proprie politiche
contenuti delle ultime due colonne portano l’attenzione sui del credito, cercando di non aggravare in prospettiva i profili di
fattori esterni di ordine generale di cui sono funzione e sugli rischio delle proprie esposizioni creditizie complessive.
indirizzi e le leve di gestione che le banche possono utilizzare. Dopo una lieve riduzione nel primo anno, le commissioni
Maggiori informazioni sulle variazioni assolute e in termini hanno registrato un aumento significativo: segno della ne-
percentuali delle singole voci di conto economico sono pre- cessità di dover contrastare per questa via la riduzione della
senti nella tavola 2. Emergono, ad esempio, i contributi di se- principale voce di ricavi – gli interessi; e segno della capaci-
gno diverso nel tempo che scaturiscono dagli «altri ricavi» di- tà delle banche di reagire e di porre in essere politiche di of-
versi da commissioni2 e gli utili o le perdite dei «gruppi di atti- ferta in grado di raggiungere l’obiettivo.
vità in via di dismissione»: voci significative per i richiami alle Le azioni volte alla riduzione dei costi hanno avuto grande
condizioni dei mercati finanziari, ai risultati tratti dalla parteci- efficacia immediata nel 2009. Nel 2010, al contrario, si è avu-
pazione a essi, alle politiche di gestione adottate nel tempo. to un aumento relativamente contenuto. I risultati appaiono
Prime riflessioni sulle scelte del sistema delle banche emblematici della natura e della composizione della voce, e
nel biennio 2009-2010. I dati dei valori assoluti e delle va- dei margini di manovra ridotti – e non ripetibili in tempi bre-
riazioni nel tempo emersi dalla lettura delle tavole possono vi – di cui le banche sembrano poter disporre. In breve, la for-
fornire anzitutto prime indicazioni per un’analisi delle scelte te riduzione dei costi nel 2009 sembra scaturire anzitutto dal-
che le banche hanno effettuato nel biennio 2009-2010, te- la necessità e dalla volontà di tagliare rapidamente quanto
nendo conto dei vincoli che si sono riflessi su di esse specie possibile, razionalizzando le spese in funzione del nuovo con-
subito dopo l’inizio del manifestarsi degli impatti della crisi testo e, in determinati casi, rinviandone il sostenimento.
in termini drammatici e sconvolgenti nel settembre 2008, e Questa strada, tuttavia, non appare ripetibile. Sembrano mo-
della necessità di salvaguardare livelli di redditività accetta- strarlo la mancata ulteriore riduzione dei costi nel 2010 – an-
bili nelle nuove condizioni del quadro generale. no in cui tuttavia, come in precedenza, persistono le necessi-
Consideriamo anzitutto le scelte del sistema, poi quelle tà che scaturiscono da ricavi netti in diminuzione; e il loro au-
dei maggiori gruppi. mento – probabilmente dovuto in qualche misura anche al
Le rettifiche su crediti hanno registrato da ultimo una lieve in- sostenimento di costi rinviati in precedenza. In assenza di
versione di tendenza, crescendo nel 2010 meno dell’anno pre- analisi puntuali in materia, sembra possa valere una conside-
cedente. Hanno tuttavia rappresentato inevitabilmente, già dal razione di ordine generale sulla quale ci soffermeremo in se-
2008, il problema di maggior rilievo con cui confrontarsi. La lo- guito: i costi possono essere contenuti stabilmente attraverso
ro forte consistenza ha condizionato, prima e più di altro, le profonde azioni di riorganizzazione volte ad accrescere l’effi-

2 Comprendono, fra gli altri, i risultati netti dell’attività di negoziazione e i dividen- 3 Si vedano: M.L. Di Battista, L. Nieri, «Un’indagine sulle differenze nelle politiche
di. Cfr. Banca d’Italia, Relazione Annuale 2010, Appendice, «Schema di raccordo tra del credito delle banche italiane nella recente crisi finanziaria», in Bancaria, n.
il bilancio bancario e le voci delle tavole inerenti la formazione dell’utile e i conti 3/2011, pp. 11-19.
economici per categoria delle banche italiane», p. 220.

5
CONTRIBUTI
cienza operativa; la riduzione dei costi del personale e dei co- tale Sistema» e dati dei «Maggiori gruppi» che si è registrata,
sti per investimenti non può essere affidata a tagli lineari e in- per le commissioni nette, anche negli anni precedenti (tavola
distinti, e non può prescindere dalle azioni di riorganizzazione 2). Nel 2010 si è di fronte, però, a un capovolgimento della
appena ricordate e da tempi medio/lunghi. compensazione: i «Maggiori gruppi» contribuiscono per circa il
Alcuni confronti con i «Maggiori Gruppi». Conside- 50% (1.341 mln. su 2.744 mln) al miglioramento delle com-
riamo ora le variazioni che hanno interessato i «Maggiori missioni nette. La parte restante del «Sistema» migliora per
Gruppi» (tavola 3b) ed esprimiamo alcune considerazioni di 1.403 mln, nella stessa misura del 2009 (1.417).
confronto con i dati di sistema. Richiamano particolare attenzione, infine, le variazioni
Gli andamenti delle rettifiche su crediti hanno registrato nei dei costi. La totalità della variazione positiva registrata nel
due anni segni uguali a quelli del «Totale Sistema». Emerge 2009 fa capo ai «Maggiori gruppi»: 3.510 mln su 3.511. Nel
tuttavia una significativa differenza di importi: il migliora- 2010, i «Maggiori gruppi» riducono ancora e di poco – per
mento del 2010 rispetto al 2009 va ascritto quasi per intero ai 65 mln – i costi; per il «Totale sistema» crescono di 647
«Maggiori gruppi» (2.485 mln su 2.685 del «Totale sistema»). mln. Per le banche diverse dai «Maggiori gruppi», dunque, i
Dall’analisi delle variazioni del margine d’interesse scaturisco- costi crescono di 712 mln.
no lievi differenze. Una parte molto elevata del peggioramento Si tratta di primi e semplici confronti, indicativi unica-
nel 2010 – 2.929 mln su 3.491 – riguarda i «Maggiori gruppi»: mente di vie di possibili approfondimenti da effettuare. L’ana-
quasi l’84% del minor margine d’interesse. La quota di peggio- lisi per gruppi dimensionali e per categorie di banche non fa
ramento del 2009 era stata di poco inferiore: prossima al 79%. parte degli obiettivi di questa ricerca. Ci limitiamo, perciò, ad
Più interessanti i dati relativi alle commissioni nette. Il peg- alcuni richiami sulle possibili cause delle variazioni rilevate
gioramento dei «Maggiori gruppi» nel 2009 (-2.068 mln) su- nei due ultimi anni. Per le rettifiche su crediti potrebbe trat-
pera ampiamente quello del «Totale Sistema (-651 mln): segno tarsi di un miglioramento relativo della qualità dei portafogli
che le banche diverse dai «Maggiori Gruppi» hanno registrato crediti dei «Maggiori gruppi», o di differenti politiche di valu-
nello stesso anno un significativo miglioramento delle com- tazione da parte delle diverse componenti del «Sistema»; o,
missioni nette (+1.417 mln) che ha compensato in gran parte, ancor più probabilmente, di entrambe. Per il margine d’inte-
a livello di sistema, i risultati negativi dei «Maggiori gruppi». resse hanno peso fattori quali le scelte di (ri)composizione del-
Si tratta di una compensazione delle variazioni tra dati di «To- le attività fruttifere e delle passività onerose, con particolare
riguardo alla struttura e ai costi delle fonti di raccolta e alla
struttura e alla diversa marginalità dei ricavi degli impieghi a
Tavola 3b clientela (nella loro composizione di mutui alle famiglie e cre-
Macrovoci di maggiore incidenza nelle variazioni della
redditività lorda ordinaria. Maggiori gruppi dito al consumo, ad esempio, piuttosto che di finanziamenti in
varie forme alle imprese). Incidono sulle commissioni nette le
Macrovoci 2009/2008 2010/2009
diverse gamme di servizi offerti dalle singole banche e richie-
Rettifiche su crediti -5.001 2.485
sti dalla clientela – con evidenti impatti reddituali più elevati
Margine d’interesse -3.042 -2.929
provenienti da tipologie di servizi a maggior valore aggiunto –
Commissioni nette -2.068 1.341
nonché le politiche di pricing adottate. Determinano riduzio-
Totale 1 -10.111 897
ni di costi, in archi temporali brevi, soprattutto scelte relative
Costi 3.511 65
alle spese amministrative di carattere corrente.
Totale netto delle variazioni -6.600 962
Occorre dunque approfondire il tema attraverso altre ricer-
EURO/MILIONI

Peggioramenti (-), miglioramenti (+) che. Appaiono significative, comunque, le linee che si intrav-
Fattori esterni, indirizzi interni e leve di gestione. vedono già in questa sede soprattutto dall’analisi comparata

6
CONTRIBUTI
BANCARIA n. 9/2011
«Maggiori gruppi»/«Totale sistema» delle variazioni di due del- tivi. Le attività nei confronti di clientela – e, più in genera-
le quattro principali componenti dei risultati economici ordi- le, l’intermediazione con clientela – hanno infatti rendi-
nari delle banche: la recente capacità di recupero di ricavi non menti medi più elevati delle restanti attività: è quanto emer-
da interessi da parte dei «Maggiori gruppi», i diversi risultati ge con chiarezza a livello di sistema4. Riguardo ai ricavi da
della gestione dei costi. Per quanto concerne i ricavi, il dato servizi, è auspicabile proseguire lungo la strada dell’aumento
sembra sottolineare come, dopo anni di riduzione dei risultati, i delle commissioni nette. Intervenendo sul pricing, puntando
«Maggiori gruppi» abbiano saputo porre in essere politiche di all’erogazione di maggiori volumi ove le condizioni dell’eco-
sviluppo delle commissioni nette. Con riferimento ai costi, nomia e la domanda della clientela lo consentano, inno-
sembra emergere che le politiche di riduzione siano state avvia- vando la gamma e migliorando la qualità dei servizi offerti.
te nei «Grandi gruppi» prima che nella restante parte del siste- Va perseguito anche l’obiettivo del contenimento dei co-
ma e tendano a registrare in essi prospettive di riduzioni stabili. sti, sebbene più complesso del miglioramento dei ricavi. Ri-
Conferme a questi andamenti si potranno avere – o non guarda i costi del personale, i costi per investimenti, le altre
– negli anni che verranno. Ove dovessero permanere e ac- spese amministrative di carattere corrente. Relativamente a par-
centuarsi differenze reddituali, potrebbero emergere capaci- te di queste ultime, ogni banca è certamente in grado di con-
tà e modi diversi di affrontare il tema della redditività azien- tinuare ad accrescere in tempi relativamente brevi la propria
dale. Con possibili effetti di divaricazione dei risultati eco- efficienza operativa riducendone alcune tipologie o rinego-
nomici e di diversa capacità di accrescere per via interna il ziando i costi con i fornitori. Consistenti contenimenti dei co-
proprio livello di patrimonializzazione. sti, tuttavia, implicano principalmente scelte organizzative e
Prime indicazioni per gli orientamenti strategici del strategie che, di norma, tendono a incidere anche sui livelli di
sistema. L’impostazione della tavola 2, le sue voci, i suoi produttività e sono realizzabili in misura significativa nel me-
dati possono costituire una traccia e un riferimento utili an- dio/lungo termine. Strategie e interventi organizzativi che
che per comprendere gli ordini di grandezza in gioco e i pun- hanno grande importanza per gli impatti che ne scaturiscono
ti di maggiore attenzione ai quali le banche devono conti- in termini di relazioni con la clientela, al pari di quanto è sta-
nuare a guardare nei prossimi anni per quanto concerne le to ricordato per le politiche volte ad accrescere i ricavi. I costi
strategie e le politiche di gestione della redditività bancaria. del personale possono essere ridotti diminuendo il numero de-
Le indicazioni alle quali sembra perciò possibile giungere gli addetti, il costo medio unitario attraverso la ricomposizio-
sono schematicamente esposte di seguito. Riguardano i rica- ne del personale, entrambi. È importante, nel fare ciò, salva-
vi, la qualità del credito, i costi, i rischi assunti. guardare i livelli di qualità e di intensità delle relazioni con la
È necessario che le banche abbiano un forte presidio dei clientela e, su un piano diverso ma non meno importante,
ricavi e che facciano leva anzitutto e soprattutto su di essi porre attenzione al mantenimento o al miglioramento dei li-
per migliorare la propria redditività. Per quanto concerne i velli di competenza necessari per gestire la banca in tutti i suoi
ricavi da interessi, le banche devono, al tempo stesso, tene- aspetti: dal controllo delle singole posizioni a rischio da parte
re fortemente sotto controllo la qualità del credito, specie del dei gestori che hanno in carico i rapporti diretti con la clien-
nuovo credito erogato. Con un’evidente complessità da ge- tela, al corretto presidio di funzioni centrali essenziali, quali,
stire: coniugare qualità del credito con aumento dei volumi ad esempio, la gestione dei rischi di liquidità. Si pensi, ad
di credito e – nei casi in cui sia possibile senza compromet- esempio, alla gestione dei rapporti con la clientela finanziata,
tere significative relazioni con clientela – aumento degli al continuo monitoraggio delle posizioni a rischio e alla tem-
spread applicati alle operazioni. Obiettivi importanti, sia per pestività degli interventi per ridurne le perdite, alla consape-
dare sostegno all’economia dei territori in cui le banche volezza dell’insieme delle esigenze dei singoli clienti e alle op-
operano, sia per accrescere la redditività media dei propri at- portunità che possono scaturirne in termini di sviluppo com-

4 Banca d’Italia, Relazione 2010, Appendice, Tav. a17.13, Banche residenti in Italia:
formazione del margine di interesse, p. 156.

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CONTRIBUTI
merciale. Si pensi, inoltre, al corretto presidio di funzioni cen- sificazione, con conseguenti specifici investimenti. Opzioni che
trali essenziali: il monitoraggio e la gestione dei rischi opera- vanno prese in esame consapevolmente anche in questi anni.
tivi ad esempio. Uguali considerazioni valgono per i costi per Oltre ai ricavi, alla qualità del credito e ai costi, le banche
investimenti. Sono correlati principalmente con le strutture devono perseguire obiettivi di miglioramento e di equilibrio
delle reti commerciali e con la loro rivisitazione. Si pensi agli della redditività limitando l’assunzione di rischi di mercato e di
sportelli bancari, alla loro importanza in termini di presidi ter- rischi di liquidità. Gli uni le espongono a perdite in conto ca-
ritoriali, alla riduzione che si è avuta nel tempo delle loro fun- pitale a fronte delle attività detenute in portafoglio, perdite
zioni di back office e di trattamento del contante nei rappor- che possono compromettere l’equilibrio economico azienda-
ti con la clientela, alla riconsiderazione delle loro modalità or- le in caso di caduta dei valori di mercato. Gli altri possono
ganizzative, alla tendenza a ridurne, nel complesso, il numero incidere fortemente, nei casi più estremi, sulle condizioni ne-
a parità di volumi di attività esercitata. E, parallelamente, al cessarie alla banca per continuare a operare: non soltanto ac-
crescente sviluppo della banca via Internet e via telefonia crescendo i costi della raccolta sul mercato di liquidità scar-
mobile, e agli investimenti necessari in tecnologie5. Con l’o- sa e pertanto più costosa, ma rendendone impossibile la rac-
biettivo di spostare l’attività del personale su funzioni di front colta per le scadenze e gli ammontari più opportuni.
office più elevate di quelle che possono essere automatizzate, Le strategie delineate inerenti ai ricavi, la qualità del credi-
ridurre i costi correnti di esercizio, non soccombere alle spin- to, i costi, gli altri principali rischi assunti costituiscono, natu-
te competitive che scaturiscono dall’innovazione dei processi ralmente, indicazioni di fondo. La loro traduzione in termini
e dai nuovi prodotti/servizi che possono essere offerti. operativi va ricondotta criticamente ad almeno tre macrofatto-
I costi per investimenti meritano anche un’altra considera- ri che incidono fortemente sulla perseguibilità e opportunità
zione: la relazione che lega strategie e investimenti passa anche dei loro indirizzi, sostenendone o limitandone la realizzazione:
attraverso la varietà dei segmenti operativi nei quali la banca è - il contesto economico-finanziario generale in cui le banche
presente. Ne consegue che l’avvio dell’attività in nuovi seg- operano e opereranno;
menti operativi richiede nuovi, specifici investimenti. Ad - le specifiche caratteristiche delle singole banche;
esempio, l’ingresso nel comparto della cessione del quinto del- - il tempo nel quale avviarle e il tempo nel quale è ragione-
lo stipendio – uno dei più significativi del settore del credito al vole supporre che possano essere portate a termine.
consumo – richiede appositi investimenti organizzativi e tec- È dunque dal contesto generale e dalla realtà delle singole
nologici. Devono consentire, tra l’altro, di tenere efficacemen- banche che occorre partire, dalle prospettive dell’uno e del-
te sotto controllo i rischi tipici che scaturiscono dai rimborsi l’altra. Il management di ciascuna banca perseguirà il proprio
nel rispetto di procedure che riguardano miriadi di operazioni progetto strategico sulla base di analisi di entrambi, tenendo
da parte delle imprese e delle amministrazioni pubbliche chia- presenti e combinando condizioni di partenza, obiettivi, insie-
mate a trattenere – e a riversare alla banca – il quinto dello sti- me di leve operative disponibili. Ne scaturiscono il modello di
pendio destinato a fonte di rimborso del singolo prestito eroga- intermediazione adottato e i relativi aspetti organizzativi e
to; e devono permettere di evitare che comportamenti non commerciali, le aree di business, i prodotti e servizi offerti, i ri-
adeguati di reti di agenti in attività finanziarie di cui la banca cavi e i costi attesi, le tipologie e i gradi di rischio assunti.
può servirsi per distribuire i propri prodotti possano incidere ne-
gativamente sulla reputazione della stessa banca. Gli investi-
menti, dunque, sono correlati non soltanto ai volumi interme- 3 Redditività, prospettive, strategie perseguibili
diati, ma anche al mix strategico di attività. Le singole banche
possono esercitare nel tempo, in proposito, opzioni diverse: fo- Le considerazioni espresse in questo paragrafo muovono dal-
calizzarsi sul proprio core business; perseguire strategie di diver- l’attenzione per le strategie perseguibili. Tengono conto, per-

5 Si vedano G. Durante, L. Prosperetti, «Aggiustamento e riduzione dei costi nelle


banche europee dopo la crisi finanziaria», in Bancaria, n. 2/2011, pp. 14-19; Rap-
porto ABI Lab., Scenario e trend del mercato Ict per il settore bancario, Rapporto
2011.

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CONTRIBUTI
BANCARIA n. 9/2011
ciò, delle condizioni di partenza e delle scelte che le singole forzamento e miglioramento della qualità del capitale ai fini
banche possono effettuare prendendo le mosse dall’attuale del rispetto delle nuove regole di Basilea 3;
contesto di sistema, nonché dei fattori esterni di ordine ge- • il grado di propensione ai rischi più rilevanti fra quelli ti-
nerale che ne condizionano l’azione e i risultati reddituali. pici delle banche (di credito, di mercato, di liquidità);
Non si fa esplicito riferimento, invece, alle strategie compe- - orientamenti operativi specie nei rapporti con la cliente-
titive che ogni banca può porre in essere e che può far con- la: ad esempio, l’introduzione di disincentivi ai prelievi di
seguire risultati diversi a ciascuna di esse. contante agli sportelli per poter ridurre i costi operativi di
I drivers su cui possono essere fondate azioni di sviluppo struttura, politiche commerciali e di pricing volte a dare
della redditività guardano sia ai dati e alle cause della sua ri- maggiore stabilità alla raccolta diretta.
duzione negli anni recenti, sia al contesto di nuove oppor- È evidente che il modo di «fare banca» in futuro inciderà sui
tunità e nuove minacce che si andranno profilando. In que- risultati reddituali: è modello a cui tendere, progetto che incor-
sta sede, ci occupiamo soprattutto di tenere presenti le cau- pora cambiamenti, utilizzo di leve strategiche e operative per il
se della riduzione della redditività e di considerare le possi- raggiungimento degli obiettivi. Consideriamo ora il modello,
bili azioni di miglioramento. successivamente ci occuperemo delle leve per il cambiamento.
Strategie di miglioramento e scelte aziendali. Sono Caratteristiche base del modello di intermediazione
emerse, in sintesi, le seguenti principali evidenze: bancaria. Il modello operativo delle banche commerciali
- i ricavi degli anni più recenti si sono ridotti, in misura di- italiane – è noto – ha avuto e ha caratteri sostanzialmente
versa per gli interessi e per le commissioni; per queste ulti- «tradizionali»: è basato soprattutto sull’attività di interme-
me si sono avuti nell’ultimo anno segni di aumenti; diazione creditizia con la clientela, sull’erogazione di servizi
- i costi operativi hanno registrato nel corso degli ultimi an- alla stessa, su reti distributive il cui principale punto di forza
ni dapprima un calo consistente, poi un aumento; una parte è costituito dagli sportelli sul territorio. Soltanto una parte
elevata di essi continua a scaturire dai costi per il personale; non maggioritaria delle attività è costituita da investimenti
- i rischi di credito hanno subìto un’impennata negli ultimi tre in attività finanziarie, i rischi finanziari assunti tendono a
anni; le rettifiche nette hanno avuto impatti fortemente negati- non essere elevati, non appare elevata neppure la leva fi-
vi, con conseguenti riduzioni dei risultati operativi conseguiti. nanziaria – ovvero il rapporto tra indebitamento complessi-
Per potere individuare strategie di miglioramento della red- vo e mezzi propri. Pur nella sua evoluzione nel tempo, dun-
ditività bancaria che siano effettivamente perseguibili, occorre: que, l’attività bancaria ha continuato a ispirarsi al modello
- muovere dalla realtà delineata, comprendere il contesto di gestione definito originate to hold (Oth): i crediti che trag-
ambientale e le scelte aziendali delle banche da cui sono gono origine dagli impieghi continuano a essere tenuti, di
scaturiti i risultati; norma, sui libri della banca fino a scadenza. Cartolarizzazio-
- guardare al futuro: ni di crediti, pur presenti in misura differente in tempi di-
• sulla base di previsioni di macrofattori che hanno legami versi, non hanno importanza sistematica tale da portare le
diretti con la redditività delle banche (si pensi, fra tutti, ai banche italiane all’adozione del modello «evoluto» originate
possibili livelli dei tassi d’interesse nel tempo); to distribute (Otd), presente in altri sistemi bancari. Cartola-
• considerando il modello di banca da adottare. rizzazioni che hanno di norma obiettivi di cessione di impie-
Il modello reca in sé, per le singole banche, scelte, op- ghi non performing, e alle quali non si fa ricorso, pertanto,
portunità e vincoli di peso relativo diverso. In particolare: come strumento caratteristico di gestione attraverso cui ce-
- il perseguimento di obiettivi generali, quali: dere regolarmente e sistematicamente – «distribuire» – i cre-
• il ridimensionamento del totale delle attività attraverso diti verso clientela originati dalla propria attività di impiego.
il contenimento della leva finanziaria e le necessità di raf- È all’interno del modello «tradizionale», dunque – e non

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CONTRIBUTI
del modello «evoluto» – che vanno cercati gli orientamen- - l’ammontare e la qualità del capitale proprio: per il contributo
ti strategici in grado di portare a miglioramenti della reddi- strutturale che il capitale proprio offre alla stabilità e alle op-
tività. Occorre ridefinirlo nei suoi profili per condurlo alle zioni di crescita che si vogliono perseguire, per i positivi impat-
necessità scaturite dalla crisi e dai suoi impatti reddituali e ti sulla gestione della liquidità, per i risultati reddituali che pos-
alle opportunità strategiche che possono discenderne. Rile- sono scaturirne, per le funzioni di «riserva cuscinetto» a fronte
viamone perciò le caratteristiche strutturali, così da coglier- di rischi e perdite. Ciò vale ancor prima delle prescrizioni rego-
ne i tratti sui quali poter basare strategie e azioni volte ad ac- lamentari che ne caratterizzano la gestione nelle banche;
crescere i risultati reddituali. A questi fini, pur nella loro ric- - le partecipazioni detenute, per le scelte che ne sono alla ba-
chezza e complessità, i tratti essenziali di un modello posso- se e per ciò che ne discende: l’importanza strategica e ope-
no essere ricondotti ai seguenti cinque: rativa, le dimensioni di Gruppo e i criteri di fondo della sua
a i mercati di raccolta e i mercati di impiego; organizzazione, le opportunità e i vincoli, le possibili diver-
b la composizione delle attività e delle passività; sificazioni delle fonti di redditività;
c i prodotti e i servizi offerti; - le dimensioni relative delle attività non fruttifere, ovvero non
d gli assetti organizzativi, compresa la qualità della governance; fruttifere in termini di interessi. Si pensi agli immobili di pro-
e gli equilibri della gestione aziendale – redditività, liquidità, prietà, al loro utilizzo – in tutto o in parte – come immobili stru-
patrimonializzazione, rischiosità – e le relazioni di interdi- mentali e ai relativi impatti positivi sul conto economico in ter-
pendenza tra essi. mini di mancate locazioni passive da corrispondere a terzi; ol-
I primi tre punti definiscono il modello nei suoi aspetti rela- tre al contributo che loro cessioni possono portare: alla redditi-
tivi all’intermediazione creditizia e finanziaria: le fonti e la com- vità in caso di plusvalenze, alla liquidità per le disponibilità ac-
posizione della raccolta, gli impieghi, le aree di business – retail, quisite, alla ricomposizione delle attività e al minor grado di as-
corporate, investment banking, wealth management –, la dis- sorbimento del patrimonio di vigilanza che ne discende.
tribuzione dei prestiti per settori e clientela, quanta parte delle Leve strategiche e operative utilizzabili per i ricavi.
attività fruttifere è costituita da attività finanziarie, la gamma, Non tutte le leve potenzialmente utilizzabili hanno gestibi-
le caratteristiche e i profili di innovazione dei prodotti e dei ser- lità ed efficacia ugualmente significative:
vizi; e così via. Il quarto punto caratterizza gli aspetti organizza- • l’uso e la direzione di impiego delle singole leve sono de-
tivi del modello e ciò che vi è correlato: l’articolazione della re- terminate dalle dimensioni attuali e da quelle attese in futu-
te territoriale, la banca via web, le attività di direzione centra- ro della specifica misura e della qualità della redditività asso-
le e i raccordi con l’attività della rete commerciale, l’efficienza ciabile a ciascuna di esse;
operativa e la gestione dei costi, gli investimenti in tecnologie, • il contesto ambientale di ordine generale genera limiti e op-
i livelli di produttività, la qualità delle governance. Questa, in portunità di ciascuna;
particolare, per i rapporti che ha con efficienza e competitività, • le specificità della singola banca favoriscono, o meno, la con-
con ricadute importanti su aspetti quali l’accessibilità ai merca- creta applicabilità delle une o delle altre;
ti di raccolta. L’ultimo punto riporta alla sintesi, ai profili tipici • le misure di impatto sono funzione anche del tempo: non
della gestione: obiettivi di miglioramento della redditività vanno sempre strategie e interventi possono portare a risultati a breve.
perseguiti anche intervenendo sulle politiche di gestione della Consideriamo dapprima le leve in grado di incidere sui ri-
liquidità, sul patrimonio, sui rischi di varia natura. cavi. Passeremo poi a quelle relative ai costi e alla gestione
In concreto, all’interno di questi punti appena delineati dei rischi.
vi sono aspetti che contribuiscono a caratterizzare i modelli Il margine d’interesse e la ricomposizione delle attività e delle passi-
aziendali di attività delle banche e che hanno rilevanza stra- vità. I ricavi delle banche – lo abbiamo osservato – si sono nel-
tegica. Evidenziamone alcuni: l’insieme ridotti. Per la componente interessi è l’effetto della

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CONTRIBUTI
BANCARIA n. 9/2011
riduzione del livello generale dei tassi, dell’andamento degli passività onerose va intesa come ripartizione delle attività
spread medi, dei volumi della raccolta e degli impieghi, della fruttifere in crediti verso clientela, investimenti in attività
composizione delle attività fruttifere e delle passività onerose. finanziarie, finanziamenti e depositi attivi verso altre ban-
Sulla componente commissioni nette hanno inciso sia fattori che, depositi liberi in banche centrali; e come origine delle
che si riflettono sui volumi: tipicamente, ma non solo, la forte passività onerose: raccolta da clientela, raccolta dai merca-
volatilità dei mercati finanziari negli anni scorsi; sia i prezzi ap- ti, raccolta da banche, finanziamenti da banche centrali. La
plicati dalle banche ai servizi erogati e la gamma e la compo- composizione strutturale delle attività e delle passività, inol-
sizione di questi ultimi. I ricavi da commissioni hanno resisti- tre, deve essere raccordata a indirizzi strategici che si riflet-
to meglio di quelli da interessi e sono aumentati. tono su due punti cardine del «fare banca»:
Chiediamoci in quali direzioni sembrano muovere i fatto- - il capitale da allocare per macroaree di business: retail,
ri che determineranno le basi dei futuri ricavi delle banche; corporate, investment banking, wealth management;
e in quali direzioni le banche possono e potranno andare. - la gestione della liquidità: nella sua dimensione iniziale di
Il livello generale dei tassi tende ad aumentare, ma non raccolta di fondi – da clientela, da mercati, da banche; e nel-
altrettanto la forbice tra tassi, specie fra i tassi medi applica- la sua dimensione complessiva da porre in relazione anche
ti alla clientela. Almeno non nelle previsioni degli anni più con la tipologia, la qualità e i rischi di varia natura che gra-
vicini6. Restano incerti fattori determinanti: vano sulle attività, specie ove parte di esse debba essere li-
- da un lato, i volumi di domanda di credito in un contesto di quidata per ragioni connesse alla gestione della liquidità del-
condizioni economiche generali ancora problematiche, e i vo- la banca. E da porre in relazione anche con i rischi connes-
lumi di credito che potranno essere offerti dalle banche in un si alla stabilità e al rinnovo delle passività, specie ove que-
contesto di selezione qualitativa della clientela di fronte alla ste provengano dal mercato e non dalla clientela.
necessità di contenere l’assunzione di nuovo rischio di credito; I crediti e i debiti verso clientela devono essere osservati sot-
- dall’altro lato, la disponibilità, la stabilità e il costo della to più profili: nel loro rapporto quantitativo di impieghi tota-
raccolta, specie nelle vesti di obbligazioni. li rispetto a fonti totali con clientela; nella qualità dei crediti
Peso determinante, dunque, avrà sul margine d’interesse e nella loro composizione per forme tecniche; nella composi-
la scelta strategica aziendale relativa alla futura composizio- zione e grado di stabilità delle forme di raccolta; nei diversi
ne delle tipologie di attività – fruttifere e non – e delle ti- spread medi che scaturiscono dalle diverse combinazioni; nel
pologie di passività: cioè la scelta relativa alla definizione di margine d’interesse: associazione tra spread e relativi volumi.
uno dei tratti di fondo del modello di intermediazione tra Alla luce di queste considerazioni, particolare attenzione
fonti di raccolta e impieghi di fondi. va data a processi di ricomposizione che privilegino un mag-
Occorre in proposito osservare che il modello di inter- gior peso relativo delle relazioni creditizie con clientela:
mediazione è caratterizzato, sotto questo profilo, dai volumi - per le ragioni – di importanza fondamentale – legate all’e-
totali di attività/passività intermediate, dalla composizione conomia dei territori in cui la banca opera;
strutturale delle attività fruttifere e delle passività onerose, - per i più elevati spread medi che possono essere applicati
dai crediti e dai debiti verso clientela. alla clientela rispetto ai rendimenti medi lordi degli investi-
Con riguardo ai volumi totali di attività/passività inter- menti in attività finanziarie di mercato e ai contenuti spread
mediati, vanno valutati, anche in termini di redditività nel dell’intermediazione interbancaria7;
tempo, le opportunità, i vincoli e i prevedibili impatti di - per la maggiore stabilità della redditività e dei ricavi – non
scelte volte ad accrescere, mantenere, o ridurre la dimensio- solo da interessi – che può scaturire da relazioni più conti-
ne complessiva dell’intermediazione. nue e forti con la clientela;
La composizione strutturale delle attività fruttifere e delle - per la maggiore stabilità della raccolta che può derivarne.

6 Si veda, fra gli altri, Prometeia, Analisi e previsione bilanci bancari, maggio 2011, cit. 7 Si veda Banca d’Italia, Relazione 2010, Appendice,Tav. a17.13, Banche residenti in
Italia: formazione del margine di interesse, p. 156, cit.

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CONTRIBUTI
Si è profilata e continua ad affermarsi, dunque, la necessità zione di clientela attraverso nuovi prodotti di wealth mana-
di rivisitare il modello di intermediazione creditizia e finanzia- gement e nuovi servizi di private banking che siano a mag-
ria in modo che, per alcuni aspetti, sia diverso da quello speri- gior valore aggiunto per la banca, con conseguente aumento
mentato soprattutto in anni pre-crisi. Un «ritorno al passato» dei ricavi netti; e, su un piano diverso, alla rivisitazione dei
coniugato diversamente. In realtà un ritorno apparente: guar- rapporti fra strutture di produzione e strutture di distribuzio-
dando al futuro, alle necessità, alle condizioni e alle opportu- ne di prodotti di investimento. Rivisitazione che ha conno-
nità che si vanno definendo; non dimenticando le esperienze, tazioni strategiche e che può muovere in due direzioni oppo-
i risultati e gli insegnamenti della crisi vissuta. Un modello che ste. La valorizzazione e cessione di società partecipate opera-
deve fare i conti con i postumi della crisi e con lente prospet- tive nella filiera dell’asset management: dalla costruzione e
tive di miglioramento dell’economia; con tassi ancora conte- innovazione dei prodotti di investimento, alla gestione sul
nuti; con rischi di credito di intensità elevata acquisiti e credi- mercato degli investimenti in portafoglio, alla gestione am-
ti a forte rischio potenzialmente ancora acquisibili; con rischi ministrativa degli stessi. Oppure, l’acquisizione. Con impatti
di mercato per nulla trascurabili; con rischi di liquidità più reddituali di valenza diversa nei due casi: potenziali plusva-
complessi da gestire. Un modello che deve privilegiare obiet- lenze da portare a bilancio, oltre a impatti positivi sulla li-
tivi di solidità patrimoniale e di contenimento dei rischi della quidità e sull’allocazione del capitale, tipici delle dismissioni
banca, coniugare miglioramento della redditività e sostegno di asset; oppure, possibile riduzione delle commissioni passi-
all’economia dei territori in cui la banca opera. ve per i servizi acquisiti in precedenza all’esterno, con rifles-
Le commissioni nette da servizi, le politiche di pricing, la gamma si positivi sulla redditività corrente netta da servizi.
e l’offerta delle banche. Considerazioni analoghe valgono per Costi operativi, spese per il personale e investimen-
i ricavi da servizi: muovendo dai fattori che ne potranno de- ti, efficienza e produttività. I costi operativi sono costi-
terminare la domanda, la stabilità e lo sviluppo delle rela- tuiti essenzialmente da tre macrocomponenti: gli investi-
zioni con la clientela, i prezzi. Con una differenza già evi- menti in strutture, le spese per il personale, le altre spese am-
dente: diversamente dal margine d’interesse, le commissioni ministrative. Oltre determinate misure ed entro ristretti ar-
nette sono aumentate già nel primo semestre 20108. Il risul- chi temporali – lo abbiamo osservato – gli investimenti in
tato è dovuto all’andamento della domanda e alle politiche strutture e le spese per il personale risultano incomprimibili.
di offerta, tra cui revisioni effettuate sulle strutture di prezzo È sufficiente pensare che gli investimenti in strutture
dei servizi. In ogni caso, è anche su variazioni del pricing comprendono quelli in tecnologie. Su di esse si basa e si ba-
che le banche dovranno far conto per accrescere i risultati serà sempre più l’attività bancaria: perché va crescendo il
reddituali che ne scaturiscono. È una necessità dettata dalle peso relativo della «banca a distanza», correlato anche alla
condizioni non favorevoli dell’altra grande componente dei prospettiva tendenziale e generale di riduzione del numero
ricavi – gli interessi – e dalla drastica riduzione dei risultati degli sportelli a parità di territorio servito; per garantire si-
complessivi. È una necessità che è possibile affrontare grazie curezza alle transazioni; per disporre di sistemi sempre più
alla relativa manovrabilità dei prezzi dei servizi, non legata adeguati di controllo e gestione dei rischi; per rendere più
a parametri poco modificabili – i tassi – esterni al sistema efficiente l’organizzazione e l’operatività e abbattere nel
bancario per quanto riguarda il livello generale. tempo i costi di esercizio; per essere più competitivi.
Una diversa redditività dai servizi potrà scaturire anche da Ed è sufficiente, ancora, pensare alle relazioni tra caratte-
interventi strategici e da politiche gestionali diverse da va- ristiche operative e gestionali dell’attività bancaria e nume-
riazioni dei prezzi. È sufficiente pensare, per i servizi di inve- ro, qualità e funzioni del personale impiegato. Riduzioni del
stimento, alla gamma dei prodotti offerti e alle opportunità numero – e dei relativi costi – sono possibili: si pensi agli
reddituali che possono trarre origine dalla capacità di attra- esodi programmati di personale prossimo a fine carriera; a

8 Cfr. ABI (a cura di), «Le tendenze del settore bancario nelle Semestrali ABI al 30
giugno 2010», in Bancaria, n. 11/2010, tavola 4, p. 89.

12
CONTRIBUTI
BANCARIA n. 9/2011
parziali e spesso parallele assunzioni di giovani lavoratori tonamenti e le rettifiche di valore nette per deterioramen-
che hanno in sé nuove competenze a costi mediamente in- to crediti, fino a toccare quasi 21 miliardi. Nel 2010 sono
feriori. Si pensi, inoltre, a operazioni volte a rafforzare la re- stati pari a 18 mld. È anche da questi dati, e da ciò che si
te commerciale anche attraverso il trasferimento ai suoi prospetta per il futuro, che occorre partire per definire po-
punti di contatto con la clientela di parte del personale im- litiche del credito sostenibili e coerenti con obiettivi di mi-
piegato in funzioni della direzione generale: operazioni sul glioramento della redditività e, più in generale, con il mo-
personale che sono state e continuano a essere diffuse nel si- dello di intermediazione creditizia e finanziaria che si in-
stema bancario. Dettate da obiettivi di maggiore efficienza tende adottare.
operativa, di produttività commerciale più elevata, di mi- Le politiche del credito volte a erogare nuovi finanzia-
glioramento tendenziale della redditività. menti devono misurarsi contestualmente con un obiettivo di
Che si tratti di strutture o di personale, sono d’obbligo sviluppo anche reddituale, con un vincolo specifico, con un
due attenzioni in sede di decisioni volte a riorganizzare: sa- possibile limite di ordine generale. L’obiettivo si declina in
per distinguere tra costi correnti e spese di investimento; te- due aspetti correlati: sostenere, con il credito, l’economia dei
nere presente anche il rispetto dovuto alla qualità nelle mo- territori in cui la banca opera; contribuire al miglioramento
dalità di esercizio dell’attività bancaria. Ad esempio, qualità del margine d’interesse da operazioni con clientela. Il vinco-
dei processi interni di analisi, valutazione e monitoraggio lo specifico riguarda la necessità di contenere l’assunzione di
del credito; qualità nei rapporti con la clientela. Qualità che nuove posizioni di credito a clientela che possano portare a
si riflette sul profilo reputazionale della banca e, da esso, sul- rischi superiori a quelli accettabili e sostenibili; e la difficol-
la capacità di mantenere e sviluppare futuri ricavi. Obietti- tà di procedere in questa direzione in presenza di un’econo-
vi difficili da raggiungere senza investimenti adeguati e ge- mia che non dà ancora segni del tutto positivi e di persegui-
stione attenta del personale. re l’obiettivo e la necessità – appena ricordati – di accordare
Non sono comprimibili oltre determinate soglie, dunque, nuovi, e crescenti nel tempo, finanziamenti alla clientela. Il
i costi operativi per il personale e per gli investimenti. Non limite di ordine generale discende dalle nuove regole di Ba-
per questo la redditività non può ricevere contributi di mi- silea 3 inerenti anzitutto al capitale e ai ratios da rispettare
glioramento da essi: dipende dalle scelte operate e da come nei rapporti con le attività a rischio: è un limite prospettico,
si combinano con gli obiettivi di efficienza e di produttivi- ma gli indirizzi in materia di dimensioni, composizione, qua-
tà; dipende, anche, dall’orizzonte temporale di riferimento. lità degli attivi a rischio vanno impostati per tempo.
Risultati significativamente efficaci possono essere raggiun- Le politiche del credito riguardano anche i crediti in esse-
ti nel medio periodo. re. Da un lato, sul piano dello sviluppo fisiologico dei rap-
Rettifiche per rischi di credito, politiche del credito, porti con la clientela, si pone la cura dei rapporti con la
redditività. Le rettifiche a fronte di rischi riguardano so- clientela, la riconsiderazione dei loro fabbisogni, la ridefini-
prattutto i rischi di credito. In linea con quanto scritto in zione di ammontari e forme tecniche di finanziamento, l’e-
precedenza, non consideriamo pertanto l’incidenza degli al- ventuale rinegoziazione delle condizioni. Dall’altro, sul piano
tri rischi che gravano sulle banche. La percentuale dei cre- della gestione delle situazioni patologiche, vanno svolte le
diti verso clientela che risultano deteriorati è raddoppiata necessarie azioni di recupero di crediti. Su un versante inter-
nei quattro anni successivi al 2006 portandosi a livelli pros- medio si colloca il monitoraggio dei crediti volto ad antici-
simi al 10% dei crediti in essere, sono cresciuti fortemente pare segnali di peggioramento in grado di incidere sulla loro
gli incagli e le sofferenze (tavola 4a); il tasso di copertura di qualità. I crediti in essere, inoltre, possono incorporare pro-
queste ultime si attesta a fine periodo al 58% (tavola 4b). blematiche di impatto negativo sulla redditività futura nei
Si sono quasi triplicati in un anno, nel 2009, gli accan- casi in cui gli accantonamenti per rettifiche risultino succes-

13
CONTRIBUTI
Tavola 4a
Crediti verso clientela in bonis e deteriorati
2006 2007 2008 2009 2010 Δ 07-06 Δ 08-07 Δ 09-08 Δ 10-09 Δ 10-06
Crediti verso clientela 1.889.961 100,00% 1.959.765 100,00% 2.054.747 100,00% 1.830.263 100,00% 1.962.489 100,00% 3,69% 4,85% -10,93% 7,22% 3,84%
In bonis 1.796.103 95,03% 1.865.694 95,20% 1.937.311 94,28% 1.663.432 90,88% 1.767.596 90,07% 3,87% 3,84% -14,14% 6,26% -1,59%
Deteriorati 93.858 4,97% 94.072 4,80% 117.436 5,72% 166.830 9,12% 194.893 9,93% 0,23% 24,84% 42,06% 16,82% 107,65%
Crediti scaduti e/o sconfi-
7.326 0,39% 7.405 0,38% 9.422 0,46% 14.975 0,82% 12.066 0,61% 1,08% 27,24% 58,94% -19,43% 64,70%
nanti da più di 180 giorni
Crediti ristrutturati 6.124 0,32% 4.538 0,23% 3.303 0,16% 10.416 0,57% 15.994 0,81% -25,90% -27,21% 215,35% 53,55% 161,17%
Incagli 21.048 1,11% 21.821 1,11% 35.833 1,74% 55.320 3,02% 59.956 3,06% 3,67% 64,21% 54,38% 8,38% 184,85%
Sofferenze 59.361 3,14% 60.307 3,08% 68.878 3,35% 86.120 4,71% 106.876 5,45% 1,59% 14,21% 25,03% 24,10% 80,04%

Fonte: Banca d’Italia, Relazione annuale 2006, Appendice, tav. a15.10, p. 187; Relazione annuale 2007, Appendice, tav. a20.3, p. 207; Relazione annuale 2008, Appendice, tav. a16.8,
p. 155; Relazione annuale 2009, Appendice, tav. a17.8, p. 154; Relazione annuale 2010, Appendice, tav. a17.8, p. 150.

Tavola 4b
Qualità degli attivi
2006 2007 2008 2009 2010

Tasso di Valori Tasso di Valori Tasso di Valori Tasso di Δ 07-06 Δ 08-07 Δ 09-08 Δ 10-09 Δ 10-06
Valori Tasso di Valori copertura
assoluti copertura assoluti copertura assoluti copertura assoluti copertura
assoluti
2006 2007 2008 2009 2010

Crediti verso clientela 1.889.961 2,70 1.959.765 2,90 2.054.747 3,20 1.830.263 4,20 1.962.489 4,6 3,69% 4,85% 4,85% 7,22% 3,84%
di cui: deteriorati 93.858 46,00 94.072 49,50 117.436 46,10 166.830 40,10 194.893 40,5 0,23% 24,84% 42,06% 16,82% 107,65%
Crediti scaduti e/o sconfi-
7.326 8,10 7.405 7,90 9.422 8,40 14.975 6,50 12.066 7,8 1,08% 27,24% 58,94% -19,43% 64,70%
nanti da più di 180 giorni
Crediti ristrutturati 6.124 26,90 4.538 30,40 3.303 27,80 10.416 15,20 15.994 13,9 -25,90% -27,21% 215,35% 53,55% 161,17%
Incagli 21.048 24,10 21.821 26,40 35.833 25,50 55.320 22,40 59.956 22,9 3,67% 64,21% 54,38% 8,38% 184,85%
Sofferenze 59.361 60,40 60.307 64,40 68.878 62,80 86.120 60,30 106.876 58,0 1,59% 14,21% 25,03% 24,10% 80,04%

Fonte: Banca d’Italia, Relazione annuale 2006, Appendice, tav. a15.10, p. 187; Relazione annuale 2007, Appendice, tav. a20.3, p. 207; Relazione annuale 2008, Appendice, tav. a16.8,
p. 155; Relazione annuale 2009, Appendice, tav. a17.8, p. 154; Relazione annuale 2010, Appendice, tav. a17.8, p. 150.

Tavola 5
Incidenza sul risultato di gestione del deterioramento crediti
2006 2007 2008 2009 2010 Δ 07-06 Δ 08-07 Δ 09-08 Δ 10-09 Δ 10-06
Accantonamenti e rettifiche di valore nette 9.965,00 10.083,00 21.130,00 23.692,00 21.088,00 1,18% 109,56% 12,12% -10,99% 111,62%
di cui: per deterioramento crediti 7.040,00 7.405,00 14.037,00 20.600,00 17.915,00 5,18% 89,56% 46,76% -13,03% 154,47%
Risultato di gestione (Margine d'intermediazione - Costi) 35.110,00 34.556,00 30.769,00 35.095,00 31.029,00 -1,58% -10,96% 14,06% -11,59% -11,62%
Margine d'intermediazione 86.523,00 86.028,00 92.488,00 93.306,00 89.888,00 -0,57% 7,51% 0,99% -3,66% 3,89%
Margine d'interesse 44.877,00 48.657,00 60.462,00 56.147,00 52.656,00 8,42% 24,26% -5,77% -6,22% 17,33%
Accantonamenti e rettifiche di valore/Risultato di gestione 28,38% 29,18% 68,67% 67,51% 67,96% 2,81% 135,35% -1,70% 0,67% 139,45%
Rettifiche di valore nette su crediti/Risultato di gestione 20,05% 21,43% 45,62% 58,70% 57,74% 6,87% 112,89% 28,67% -1,64% 187,94%
Rettifiche di valore nette su crediti/Margine
8,14% 8,61% 15,18% 22,08% 19,93% 5,79% 76,32% 45,47% -9,73% 144,95%
d'intermediazione
Rettifiche di valore nette su crediti/Margine d'interesse 15,69% 15,22% 23,22% 36,69% 34,02% -2,99% 52,55% 58,03% -7,27% 116,88%

Fonte: Banca d’Italia, Relazione 2007, tav. 16.4, p. 213; Relazione 2008, tav. 15.4, p. 211 e Relazione 2009, tav. 17.4, p. 218. Nostre elaborazioni.

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CONTRIBUTI
BANCARIA n. 9/2011
sivamente insufficienti a causa, soprattutto, di peggioramen- te che esse hanno operato nel 2009 e nel 2010 per miglio-
ti del contesto economico in cui operano i clienti finanziati; rarli ponendo in evidenza risultati diversi per i «Grandi
così come possono incorporare e dar luogo, al contrario, a re- gruppi» rispetto al «Totale sistema», sono state avanzate ri-
cuperi di valore con impatti positivi sulla redditività futura. flessioni sulle strategie che appaiono effettivamente perse-
In sintesi, tutte le diverse azioni di gestione dei crediti ri- guibili e sulle leve che possono essere utilizzate con efficacia
cordate incidono in vario modo sulla redditività. Accresce- nelle diverse situazioni.
re gli interessi attivi e contenere gli impatti dei rischi costi- Le principali conclusioni raggiunte sono state le seguenti:
tuiscono la linea guida da seguire. Per non vanificare parte - vanno tenuti presenti anzitutto – sul piano del metodo
dei risultati conseguiti intermediando ed erogando credito: delle analisi – gli ordini di grandezza assoluta e relativa del-
nel 2009, le rettifiche su crediti sono state pari al 36,69% le singole componenti del conto economico: soltanto così
del margine d’interesse. Un terzo dei ricavi netti dell’inter- potranno essere individuate le azioni più adeguate per mi-
mediazione creditizia dell’anno è stato «bruciato», dunque, gliorare la redditività;
dalla necessità di far fronte a rischi di credito che si sono - è necessario avere un forte presidio dei ricavi: accrescere i
manifestati nello stesso periodo e che sono relativi allo stock ricavi netti – da interessi e da commissioni – è la prima stra-
dei crediti in essere. Nel 2010 questo dato è migliorato solo da in grado di portare risultati in tempi non lunghi;
lievemente portandosi al 34,02% (tavola 5). - occorre perciò ricomporre le attività, specie accrescendo e
Strategie e fattori di redditività, leve e vincoli: uno migliorando i rapporti con la clientela che richiede finan-
schema di sintesi. Nella tavola 6 sono esposte le strategie ziamenti, in modo da poter applicare spread mediamente più
di miglioramento della redditività. La finalità è di mettere elevati a parità di rischi di credito assunti; e bisogna ricon-
in evidenza, schematicamente, i principali raccordi tra aree siderare la gamma e la qualità dei servizi offerti e accrescer-
di intervento, fattori di redditività, orientamenti perseguibi- ne, ove possibile, i prezzi:
li e leve utilizzabili, vincoli esterni al sistema e vincoli in- - ridurre i costi operativi e contenere il peso delle rettifiche
terni alle singole banche. Sono presenti alcune sovrapposi- – specie su crediti – sono le altre due strade principali da
zioni, segno dell’unitarietà della gestione aziendale: si veda- percorrere;
no, ad esempio, i riferimenti – richiamati più volte – ai mo- - risultati significativi e tendenzialmente stabili della ridu-
delli di intermediazione e alle capacità del management per zione dei costi e del contenimento delle rettifiche su crediti
porli in essere e all’esistenza delle condizioni necessarie per richiedono tempi non brevi;
raggiungere gli obiettivi. - la singola banca deve individuare il proprio modello
In linea con l’impostazione e con i contenuti del testo, strategico di miglioramento della redditività definendo il
non sono considerati riferimenti né alle strategie competiti- mix di obiettivi e di leve di intervento che valuta più ade-
ve delle singole banche, né ai vincoli che scaturiscono dal guato alla propria situazione, con riflessi anche sugli inve-
quadro regolamentare. stimenti;
- il modello strategico aziendale, definito nei suoi aspetti di
intermediazione creditizia e finanziaria e nei suoi aspetti or-
4 Conclusioni ganizzativi, deve presentare caratteristiche di piena coeren-
za fra tutti i suoi elementi.
«Corridoi strategici» entro cui le banche devono Il processo di miglioramento della redditività bancaria,
muoversi. Nelle pagine precedenti sono stati analizzati i dunque, non appare né facile, né percorribile in modo uni-
dati dei conti economici delle banche nei cinque anni a ca- voco. Vincoli esterni e condizioni aziendali ne delimitano i
vallo della crisi, sono state espresse considerazioni sulle scel- confini di perseguibilità, l’abilità del management individua

15
CONTRIBUTI
Tavola 6
Orientamenti strategici per il miglioramento della redditività: rappresentazione schematica delle principali leve
utilizzabili e dei vincoli
Principali aree Principali fattori Orientamenti strategici Principali vincoli esterni Principali vincoli aziendali
di intervento di cui sono funzione e leve utilizzabili per al sistema bancario; interni alle singole banche
sulla redditività i risultati economici migliorare la redditività perseguibilità delle strategie

Ricavi a. esterni al sistema bancario


da interessi
a1. andamento dell’economia a1. prospettive e andamenti
futuri dell’economia
a2. livello generale dei tassi a2. prospettive di variazione e
d’interesse andamenti futuri dei tassi d’in-
teresse
a3. andamento dei mercati fi- a3. prospettive e andamenti fu- a3. propensione della clientela
nanziari turi dei mercati finanziari di rac- a sottoscrivere obbligazioni
colta per le banche attraverso bancarie e/o a investire in altre
obbligazioni (disponibilità, costo) attività finanziarie
b. interni alle singole banche

b1. modello di intermediazione, b1. capacità del management


aree di business, riorganizzazio- ed esistenza delle condizioni
ne dell’attività commerciale, per ridefinire strategicamente
prodotti di credito e di raccolta il modello di intermediazione
offerti e relativa innovazione in tutti i suoi aspetti

b2. volumi di intermediazione b2. aumento dei volumi di in- b2., b3. domanda di credito al b2., b3. capacità del manage-
termediazione sistema bancario e domanda di ment ed esistenza delle condi-
passività finanziarie emesse da zioni operative per aumentare
b3. composizione delle attività b3. ricomposizione delle attivi- banche i volumi intermediati, ricom-
fruttifere e delle passività one- tà fruttifere e delle passività porre le Af e le Po, accrescere
rose onerose, con aumento dei cre- crediti e debiti con clientela
diti alla clientela
Competizione sui mercati fi- Prospettive di redditività e ri-
nanziari di raccolta da parte di schi di reputazione della singo-
emittenti pubblici e di imprese la banca: impatti sulle possibili-
tà di raccolta sui mercati finan-
Competizione dei mercati finan- ziari e di mantenimento/ accre-
ziari: le imprese emittenti raccol- scimento di posizioni nette ne-
gono fondi – a titolo di capitale gative sui mercati interbancari
o di debito – contenendo la do- (competizione tra banche sui
manda di credito a banche mercati interbancari di raccolta)

b4. spread applicati alla clien- b4. variazioni in aumento de- b4. limiti di applicabilità delle
tela gli spread alla clientela (politi- politiche di mark-down (com-
che di mark-up e mark-down) petizione di altri intermediari
e di mercati)

Limiti di applicabilità delle po-


litiche di mark-up (competizio-
ne di altre banche)

b5. patrimonio investito in at- b5. rafforzamento patrimoniale b5. prospettive di redditività b5. Prospettive di redditività
tività fruttifere delle banche e propensione della singola banca e propen-
del mercato a investire in au- sione degli azionisti e del mer-
menti di patrimoni di banche cato a investire in aumenti di
patrimonio della banca

Ricavi da a. esterni al sistema bancario


commissioni
a1. andamento dell’economia a1. prospettive e andamenti
e della finanza futuri dell’economia e della fi-
nanza: impatti sui flussi com-
merciali e finanziari

a2. andamento dei mercati fi- a2. prospettive e andamenti


nanziari futuri dei mercati finanziari:
impatti sugli investimenti/dis-
investimenti in strumenti fi-
nanziari e sul collocamento di
strumenti finanziari
b. interni alle singole banche

b1. modello di intermediazio- b1. capacità del management


ne, aree di business, riorganiz- ed esistenza delle condizioni
zazione dell’attività commer- per ridefinire strategicamente
ciale, servizi offerti e relativa il modello di intermediazione
innovazione in tutti i suoi aspetti

b2. volumi di erogazione di b2. aumento dei volumi di ero- b2., b3., b4. domanda di servi- b2., b3., b4. capacità del mana-
servizi gazione di servizi zi da parte della clientela: gement ed esistenza delle con-
- incassi e pagamenti dizioni operative per migliora-
b3. composizione delle tipolo- b3. ridefinizione della gamma - gestione, intermediazione e re la qualità, ridefinire la gam-
gie di servizi e della qualità dei servizi offer- consulenza ma, aumentare i volumi di ser-
ti e ricomposizione delle tipo- - tenuta e gestione dei conti vizi erogati a clientela
logie di servizi erogati, con au- correnti
mento dei servizi a maggior - altri
valore aggiunto e competizione sui mercati dei
servizi da parte di intermedia-
ri finanziari non bancari

(continua)
16
CONTRIBUTI
BANCARIA n. 9/2011
Tavola 6 (segue)
Orientamenti strategici per il miglioramento della redditività: rappresentazione schematica delle principali leve
utilizzabili e dei vincoli
Principali aree Principali fattori Orientamenti strategici Principali vincoli esterni Principali vincoli aziendali
di intervento di cui sono funzione e leve utilizzabili per al sistema bancario; interni alle singole banche
sulla redditività i risultati economici migliorare la redditività perseguibilità delle strategie

b4. commissioni nette unitarie b4. variazioni in aumento delle


applicate alla clientela commissioni nette unitarie ap-
plicate alla clientela

b5. riorganizzazione della filie- b5. competizione con interme- b5. capacità del management
ra di produzione e distribuzio- diari finanziari non bancari di riorganizzare la filiera di
ne dei servizi di investimento produzione e distribuzione dei
servizi di investimento

Rischi di a. esterni al sistema bancario


credito
a1. andamento dell’economia a1. prospettive e andamenti a1. prospettive e andamenti
futuri dell’economia futuri dell’economia dei terri-
tori nei quali la banca opera
a2.grado di indebitamento a2. prospettive e andamenti a2. grado di indebitamento e
dell’economia verso il sistema futuri del grado di indebita- prospettive economico-finan-
bancario mento dell’economia verso il ziarie della clientela finanziata
sistema bancario dalla banca
a3. Livello generale dei tassi a3. prospettive di variazione e
d’interesse: impatti sul costo andamenti futuri dei tassi d’in-
dell’indebitamento teresse

b. interni alle singole banche

b1. Ridefinizione delle politi- b1. capacità del management


che del credito adottate in re- ed esistenza delle condizioni
lazione a: per ridefinire strategicamente
- nuove erogazioni le politiche del credito
- monitoraggio, gestione e re-
cupero del portafoglio in es- b2. caratteristiche e qualità del
sere portafoglio prestiti in essere del-
la banca (principali settori di
esposizione, incidenza e compo-
sizione dei crediti deteriorati, …)

b3. volumi del portafoglio crediti b3. ridefinizione dei volumi di b3-b5. volumi, composizione e b2-b5. capacità del manage-
nuove erogazioni qualità della nuova domanda ment ed esistenza delle condi-
di credito al sistema bancario: zioni operative e organizzative
b4. composizione del portafo- b4. ricomposizione del portafo- gradi di allineamento agli per ridefinire i volumi, ricom-
glio crediti glio prestiti per clientela, setto- obiettivi di ridefinizione delle porre il portafoglio crediti, mo-
ri, forme tecniche, garanzie, … politiche del credito adottate dificare il pricing, rafforzare la
dal sistema gestione delle posizioni a rischio
b5. pricing del credito: compo- b5. variazioni in aumento del-
nente a fronte del rischio (im- la componente del pricing a
patti sui ricavi da interessi) fronte del rischio

b6. monitoraggio, gestione, re- b6. rafforzamento dell’attività b6. limiti di applicabilità: soste- b6. limiti di applicabilità: soste-
cupero delle posizioni a rischio di monitoraggio, gestione, re- nibilità da parte dei debitori nibilità da parte dei debitori
cupero delle posizioni a rischio delle richieste del sistema ban- della banca delle richieste di ri-
cario di rientro o di ridefinizio- entro o di ridefinizione delle
ne delle posizioni debitorie posizioni debitorie

Costi a. esterni al sistema bancario

a1. livello generale dei prezzi e a1. offerta di qualità nell’atti-


delle remunerazioni del perso- vità delle banche nei rapporti
nale con la clientela: in competizio-
ne con gli intermediari finan-
ziari non bancari
b. interni alle singole banche

b1., b3. miglioramento dell’ef- b1., b3. capacità del manage-


ficienza operativa e riorganiz- ment ed esistenza delle condi-
zazione dell’attività per mezzo zioni per ridefinire strategica-
di: mente e operativamente il mo-
dello di miglioramento dell’ef-
ficienza operativa e di riorga-
nizzazione dell’attività di ge-
stione dei costi
b1., b3. tempi di realizzazione

b1. costi del personale - b1. riduzione e razionalizza- b1. mantenimento e migliora-
zione dei costi del personale mento dei livelli di competenza
necessari per gestire la banca
b2. altre spese amministrative - b2. riduzione delle altre spe- b2. limiti di applicabilità alla ri-
se amministrative duzione delle altre spese am-
ministrative
b3. Investimenti - b3. interventi sugli investi- b3. necessità di investimenti
menti per lo sviluppo e l’adeguamen-
to dell’attività, relativa incom-
primibilità degli investimenti
in tecnologie e in strutture

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CONTRIBUTI
e consente di percorrere le possibili vie. Ciascuna banca ha Le banche sono orientate – per propria scelta e per vin-
un proprio «corridoio strategico» al cui interno deve e può coli esterni – al mantenimento dell’insieme degli equilibri di
operare. Coglierne le necessità e le opportunità e, nel tempo, gestione: reddituale, finanziario, patrimoniale, di rischiosità.
ampliarne i confini modificabili sono gli obiettivi di fondo. I Dunque, un risultato reddituale che sia soddisfacente non
vincoli posti al sistema bancario da fattori esterni a esso e da soltanto di per sé, ma nelle interrelazioni con una gestione
fattori interni alle singole banche vanno tenuti costante- della liquidità che mantenga uno svolgimento equilibrato,
mente presenti ove si vogliano porre in essere strategie di con una gestione dei rischi bancari che eviti scardinamenti
redditività che possano essere effettivamente realizzate. ai danni di risultati economici conseguibili in via ordinaria,
Alcune considerazioni sulla realizzabilità in futuro con una solidità patrimoniale adeguata e su un sentiero di
degli obiettivi di redditività. Delineate le strategie, è ne- progressivo rafforzamento. Tra i vincoli esterni, grande rile-
cessario chiedersi quali sono gli obiettivi di redditività futu- vanza hanno quelli regolamentari. È noto l’assunto di fondo
ra che le banche possono ragionevolmente pensare di realiz- di Basilea 3: la necessità di un graduale rafforzamento quan-
zare nel tempo. È una domanda che può essere posta soltan- titativo e qualitativo dei mezzi patrimoniali propri delle
to in termini generali e tendenziali di sistema; e che per la banche. Obiettivo legato alla redditività con fili in due di-
singola banca, come è stato osservato, può essere specifica- rezioni. Dalla redditività al patrimonio, per l’incremento
ta, all’interno del contesto generale, tenendo conto delle che quest’ultimo può avere da utili destinati a riserve patri-
particolari condizioni in cui opera, delle opportunità e dei moniali. Dal patrimonio alla redditività, per il miglioramen-
vincoli che le sono propri, dei possibili effetti delle azioni to che essa può trarre da nuovi ricavi per investimenti e im-
competitive che può mettere in atto. pieghi resi possibili con fondi disponibili più elevati e non
Non è agevole ritornare in tempi relativamente brevi agli soggetti a oneri in forma di interessi passivi; da investimen-
elevati livelli di redditività registrati generalmente negli an- ti di rilevanza strategica, comprese nuove acquisizioni; da
ni pre-crisi. Le condizioni non lo consentono. In particola- investimenti tecnologici e organizzativi che migliorino effi-
re, i bassi livelli dei tassi d’interesse non possono offrire con- cienza e produttività; da meno elevati costi di raccolta sui
sistenti miglioramenti dello spread fra mark-up sui finanzia- mercati a fronte dei minori rischi di reputazione associati a
menti e mark-down sulla raccolta, da cui correlati aumenti rafforzamenti patrimoniali.
del margine d’interesse; la rischiosità dei crediti in portafo- Ne discende che prospettive di redditività futura relati-
glio e l’andamento dell’economia potrebbero continuare a vamente contenuta nella sua crescita e differenziata tra ban-
portare nei prossimi anni rettifiche sui crediti in misura su- che in termini che potrebbero continuare a essere anche si-
periore ai livelli di «normalità» sperimentati nel lungo pe- gnificativi – e che potrebbero ampliarsi – potranno portare
riodo; la minore partecipazione ai mercati finanziari riduce a ricomposizioni interne al sistema bancario: attraverso ces-
la possibilità di trarne profitti, anche se contiene al tempo sioni di partecipazioni, ricomposizioni di gruppi, vendite e
stesso i rischi di mercato. acquisizioni di aziende bancarie.

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CONTRIBUTI
BANCARIA n. 9/2011

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