Sei sulla pagina 1di 12

Capitolo 1

Azienda e soggetti
dell’attività aziendale

Percorso di lettura
Il capitolo introduce lo studio del ‘’sistema azienda’’, partendo dal-
le relazioni con l’ambiente, di cui costituisce parte integrante, dal-
le diverse classificazioni delle aziende e proseguendo con le carat-
teristiche dei diversi soggetti che vi operano.
Nel testo si esamina la differenza tra soggetto giuridico e soggetto
economico.
Infine, una trattazione a parte è dedicata alle diverse aree funzio-
nali aziendali e alle funzioni che a ciascuna compete.

1.1 L’attività economica


L’attività umana, volta alla ricerca delle risorse necessarie al soddisfa-
cimento dei bisogni, è determinata dall’attività economica, ed è caratte-
rizzata dalle seguenti fasi:
– produzione, che è l’attività diretta a creare beni economici (beni e ser-
vizi) o ad accrescerne l’utilità;
– scambio, che nasce dall’impossibilità di produrre nella medesima
unità produttiva tutto ciò che serve per il soddisfacimento dei biso-
gni umani ed è conseguenza della specializzazione dell’attività pro-
duttiva;
– consumo, che consiste nell’utilizzo dei beni e servizi per il soddisfaci-
mento dei bisogni umani;
– risparmio, che deriva dalla parte di risorse che è sottratta al consu-
mo immediato in vista di un consumo futuro;
– investimento, che consiste nell’impiego fruttifero del risparmio mo-
netario.
Compendio di
10 Organizzazione aziendale

La possibilità di svolgere l’attività economica è legata all’esistenza di


strutture adeguate, denominate aziende, che producono beni e servizi
necessari per il soddisfacimento dei bisogni umani o, più semplicemen-
te, si propongono di soddisfare i bisogni umani.

1.2 L’azienda come sistema


L’azienda, in economia aziendale, è definibile come un’organizzazione
economica costituita da elementi (persone, beni e azioni) opportunamente
combinati per soddisfare i bisogni umani attraverso la produzione (o il con-
sumo) di beni e servizi.
Le persone organizzano e attivano il processo produttivo dell’azienda.
Esse possono partecipare alla realizzazione dell’attività in veste di-
versa:
– possono essere imprenditori e svolgere una funzione di organizzazio-
ne e di coordinamento;
– possono prestare il loro lavoro come operai, tecnici, impiegati, diri-
genti, ottenendo in cambio un salario o uno stipendio.
I beni vengono acquisiti e combinati in modo da rendere possibile
l’attività produttiva; l’imprenditore deve, non soltanto procurarsi lavoro
e beni, ma combinarli e coordinarli in maniera adeguata.
Le operazioni (acquisti, vendite, riscossioni, pagamenti ecc.) vengo-
no programmate e coordinate per il conseguimento del fine aziendale.
Ogni operazione aziendale non è mai indipendente, ma è collegata a
tutte le operazioni passate e future, ai programmi e agli obiettivi dell’im-
prenditore.
L’azienda è un sistema in quanto è composta da energie personali,
mezzi patrimoniali e condizioni varie, combinate per raggiungere un de-
terminato risultato.
L’azienda è un sistema di forze economiche che sviluppa, nell’ambiente
in cui opera, un processo di produzione, o di consumo, o di produzione e di
consumo insieme, a favore del soggetto economico, e altresì degli individui
che vi cooperano.
L’azienda è un sistema:
– finalizzato, ossia tendente a un obiettivo generale: il soddisfacimen-
to dei bisogni umani;
– aperto, perché in stretto collegamento con l’ambiente esterno;
– complesso, in quanto costituito da un gran numero di elementi tra i
quali si instaurano numerosissime e complicate relazioni;
Capitolo 1
Azienda e soggetti dell’attività aziendale 11

– dotato di meccanismi di regolazione che lo spingono verso l’obiettivo


generale, nel senso che i risultati delle decisioni prese nel passato for-
niscono utili informazioni per correggere l’attività futura (informazioni
di ritorno o feedback);
– dinamico, capace di adattarsi e influenzare l’ambiente; l’azienda, cioè,
è spinta dall’ambiente in cui opera a rinnovare i prodotti, gli impian-
ti, gli uomini, le idee ma riesce anche, in determinati casi, a condizio-
nare l’ambiente stesso.
Dal punto di vista del legislatore, l’azienda dall’art. 2555 del codice
civile (c.c.) è definita come il complesso dei beni organizzati dall’impren-
ditore per l’esercizio dell’impresa.

1.3 L’azienda e l’ambiente


L’azienda è un sottosistema dell’ambiente, alle cui regole generali non
può sottrarsi, se intende svolgere la propria attività in modo da assicu-
rarsi condizioni minime di sopravvivenza. La sua forma organizzativa e il
suo cambiamento sono fortemente legati alle caratteristiche dell’am-
biente in cui si trova a operare.
Essa è sottoposta a condizionamenti di varia natura: vincoli legislati-
vi, ecologici, culturali ecc.
L’ambiente generale dell’impresa può essere visto come l’insieme
delle condizioni e circostanze in cui l’impresa opera e costituisce il qua-
dro di riferimento comune per tutte le imprese che svolgono la loro at-
tività nel medesimo territorio.
Esso è formato dai seguenti sottosistemi:
– ambiente fisico-naturale, composto da fattori naturali (clima, esten-
sione e caratteristiche del territorio, sistema ecologico ecc.).
I principali influssi di tale ambiente sul sistema aziendale riguardano,
in maniera particolare, l’ubicazione geografica delle materie prime,
la disponibilità di talune risorse naturali e i vincoli ecologici tendenti
a tutelare l’equilibrio dell’ambiente medesimo;
– ambiente socio-culturale, che comprende sia le conoscenze proprie
di una determinata società, sia le ideologie e i valori in essa presenti.
La conoscenza di tali elementi consente all’impresa una maggiore
comprensione dei comportamenti delle persone che operano al suo
interno e dei soggetti con i quali essa entra in contatto;
– ambiente scientifico e tecnologico, che riguarda l’insieme delle co-
noscenze tecniche necessarie per lo svolgimento dell’attività produtti-
Compendio di
12 Organizzazione aziendale

va, e comprende tutte le attività preposte alla produzione e alla dif-


fusione del sapere (strumenti, materiali e know-how).
L’ambiente scientifico e tecnologico è caratterizzato, in ogni paese, dal
livello e dal ritmo di evoluzione delle innovazioni medesime. La com-
plessità tecnologica cresce secondo l’ordine seguente:
– tecnologie seriali in cui i flussi fisici o informativi sono unidirezionali;
– tecnologie intermediarie in cui esistono interdipendenze generiche
tra utilizzatori;
– tecnologie intensive che applicano conoscenze e capacità al proble-
ma.
– ambiente sociale, che si riferisce al tipo e alla struttura della società
in cui l’impresa è inserita. Essa tende ad avere degli influssi sull’im-
presa soprattutto per effetto della continua evoluzione delle condi-
zioni di vita;
– ambiente politico-legislativo, che fa riferimento al regime politico del
paese in cui l’impresa opera, al suo ordinamento giuridico e alla legi-
slazione vigente.
Particolare incidenza hanno, in questo contesto, le norme che disci-
plinano l’operatività dell’azienda;
– ambiente economico, che è rappresentato dal sistema economico
che regola la vita della collettività cui l’impresa fa riferimento e che
incide sulla domanda e sui costi di produzione.
In particolare, i mercati del lavoro rappresentano la più rilevante area
d’interazione tra organizzazione e ambiente. I mercati degli input pro-
duttivi rappresentano, inoltre, la principale fonte di incertezza che na-
sce dal grado di omogeneità dei fornitori.
L’ambiente specifico costituisce l’ambito più ristretto in cui l’azienda
esplica la propria attività. Esso è individuabile nel settore di attività del-
l’impresa (alimentare, metallurgico, tessile ecc.).
L’evoluzione ambientale è dovuta a fenomeni quali il progresso tec-
nologico, l’ampliamento dei mercati, cioè la graduale caduta delle bar-
riere economiche che colloca l’azienda in una realtà completamente
nuova e fortemente concorrenziale, la crescita del benessere, che mo-
difica la gerarchia dei bisogni umani, cambia i modelli di consumo e le
scelte di produzione.
La capacità di adattamento a tali mutamenti, ossia la flessibilità, è
diventata indispensabile per la sopravvivenza aziendale.
Capitolo 1
Azienda e soggetti dell’attività aziendale 13

Tuttavia, l’azienda, in alcune circostanze e, soprattutto, se di grandi


dimensioni, può influenzare e condizionare l’ambiente; in tal caso, il rap-
porto tra l’azienda e l’ambiente non è di più di dipendenza ma è un rap-
porto biunivoco, di interdipendenza.
Il compito di monitorare l’ambiente è affidato, in azienda, alle cosid-
dette unità di confine, a cui appartengono le funzioni aziendali di marke-
ting, di acquisto ecc.
Nella gestione dell’ambiente, l’azienda ha a disposizione i seguenti
strumenti:
1. Il contracting, che consiste in una serie di accordi collettivi tra pro-
duttori, fornitori e clienti, per definire le condizioni di funzionamen-
to dei mercati in modo da diminuire i costi di transazione e i costi di
produzione.
2. L’advertising, che concerne la pubblicità e la comunicazione in modo
da influenzare la domanda, attraverso un miglioramento delle cono-
scenze delle caratteristiche intrinseche del bene offerto e/o del ser-
vizio erogato.
3. Il coopting, che consiste nell’attribuzione di cariche sociali rilevanti a
banchieri o a ex funzionari statali in grado di controllare l’incertezza
dei mercati finanziari e delle istituzioni.
4. Il coalescing, che consiste in una serie di accordi o fusioni per ridurre
l’incertezza ambientale.

–– Caso aziendale –––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––

Accordo FIAT – General Motors

Il 13 marzo 2000 segna una “una svolta per l’Auto europea”: a Milano è firmato
un accordo tra FIAT e General Motors, una partnership industriale e strategica
tra le due case automobilistiche, con l’obiettivo di migliorare l’efficienza dei pro-
cessi produttivi, implementare nuove tecnologie e consolidare la propria presen-
za sui mercati europei e su quelli dell’America Latina.

I termini dell’accordo sono i seguenti: uno scambio di partecipazioni azionarie


tra le due società che conduce alla vendita a General Motors del 20% del capita-
le di FIAT Auto, con un esborso di 2,4 miliardi di dollari, in cambio, la FIAT entra
con il 5,15% nel capitale di General Motors, diventando il primo azionista priva-
to della casa americana. Sono stabilite regole in merito al trasferimento di pro-
prietà delle altre azioni di FIAT Auto ed è definito un diritto di opzione (put) a
Compendio di
14 Organizzazione aziendale

favore di FIAT per la cessione alla casa automobilistica di Detroit del restante
80% di FIAT Auto.

Nel luglio 2000, l’accordo diventa operativo con la nascita delle due joint ventu-
re paritetiche: una per i motori e i cambi con quartiere operativo Torino, e una
per gli acquisti con sede in Germania.

Nel luglio 2002, General Motors svaluta la quota di partecipazione in FIAT Auto
da 2,4 miliardi a 200 milioni di dollari. Nel dicembre 2002, la banca d’affari USA
Merrill Lynch rileva la partecipazione della FIAT in General Motors.

L’accordo siglato nel 2000 vede il primo vero momento di rottura nel febbraio
2003, quando la General Motors decide di non sottoscrivere l’aumento di capita-
le di FIAT, riducendo il proprio pacchetto azionario al 10%.

Nel febbraio 2005 FIAT riesce a ottenere da General Motors, tra l’altro, la resti-
tuzione della quota del 10%, lo scioglimento delle joint venture e 1,55 miliardi
di euro come controvalore del put.

1.4 Gli stakeholder


Gli individui o gruppi di individui, interni o esterni all’azienda (pubblica
o privata), portatori di interessi nei confronti della medesima, ovvero co-
loro che hanno interessi nelle decisioni dell’impresa, ne influenzano il suc-
cesso e/o sono influenzati dall’attività dell’organizzazione in termini di pro-
dotti, politiche e processi lavorativi, sono denominati stakeholder.
Si distingue tra:
– stakeholder interni, rappresentati da proprietari, dirigenti e lavora-
tori. I proprietari forniscono il capitale e si attendono, come contro-
partita, una remunerazione e il comando aziendale. Nelle imprese in-
dividuali e nelle società di persone è questa la situazione di fatto; nelle
società di capitali, invece, il potere di governo è delegato ai dirigenti.
Infine i lavoratori, forniscono lavoro, competenze, esperienza in cam-
bio di remunerazione, premi, sicurezza di lavoro;
– stakeholder esterni, rappresentati da clienti, fornitori e sindacati,
governo. I clienti sono la fonte delle risorse esterne dell’organizzazio-
ne; la sua natura emerge nelle politiche di fidelizzazione. Per i forni-
tori, le performance dell’organizzazione sono una garanzia per il pa-
gamento. I dirigenti sindacali guidano le organizzazioni dei lavorato-
ri, esercitando un potere di condizionamento. Il governo, con leggi e
regolamenti, condiziona l’attività d’impresa.
Capitolo 1
Azienda e soggetti dell’attività aziendale 15

La parola stakeholder (to hold a stake), letteralmente, significa pos-


sedere o portare un interesse, e alcuni di questi gruppi hanno un inte-
resse diretto, altri hanno, invece, un interesse mediato.
L’identificazione degli stakeholder di un’azienda può essere attuata
attraverso diversi metodi. Tra questi, una certa importanza assumono
l’interesse che essi sono in grado di esercitare e la capacità di influenza
sull’attività aziendale.
Nelle celle di una matrice influenza (per colonna)/interesse (per riga),
si rilevano tre tipologie di stakeholder:

Influenza
Bassa Alta
Interesse
Basso Stakeholder appetibili
Alto Stakeholder deboli Stakeholder essenziali

In particolare:
– gli stakeholder deboli sono quella tipologia che ha un alto interesse
ma bassa influenza e che, mettendosi spesso in contrasto con l’azien-
da, è doveroso coinvolgere;
– gli stakeholder appetibili sono quella tipologia che ha un basso inte-
resse ma alta influenza e che è conveniente coinvolgere nell’attività
aziendale;
– gli stakeholder essenziali sono quella tipologia che ha un alto inte-
resse e un’alta influenza, che hanno, quindi, una rilevante capacità di
intervento sull’attività aziendale e che è necessario coinvolgere.

1.5 Classificazioni delle aziende


Le aziende possono essere classificate in base a diversi criteri, ognu-
no dei quali è volto alla conoscenza di dati aspetti.
È utile classificare le aziende secondo: la natura del soggetto giuridi-
co, la diversa posizione che assumono l’elemento personale e l’elemento
patrimoniale ossia in base alla forma giuridica, il fine principale, il tipo di
attività svolta, le dimensioni e la scelta localizzativa.

1.5.1 Le aziende secondo la natura del soggetto giuridico


In base alla natura del soggetto giuridico, distinguiamo: le aziende
private e le aziende pubbliche.
Compendio di
16 Organizzazione aziendale

In particolare:
– le aziende private sono istituite da una persona fisica o giuridica pri-
vata. Esse si distinguono ulteriormente in individuali, appartenenti ad
una sola persona, collettive, appartenenti a due o più persone legate
da un contratto di società;
– le aziende pubbliche sono istituite da persone giuridiche pubbliche
(Stato, Regioni, Province, Comuni ecc.).
Si occupano in primo luogo di soddisfare i bisogni pubblici, inoltre cre-
ano, accrescono e distribuiscono valore non solo in relazione alla col-
lettività, ma coinvolgendo anche altre persone od organizzazioni.

1.5.2 Le aziende secondo la forma giuridica


In relazione alla diversa posizione che assumono nell’organizzazione del-
la società l’elemento personale o l’elemento patrimoniale, si distingue tra:
– aziende individuali, che sono quelle aziende in cui il soggetto giuri-
dico è una persona fisica. Nelle aziende individuali, è, quasi sempre,
la persona fisica titolare della stessa che svolge le funzioni direttive.
Si tratta di aziende di piccola dimensione, che operano in un merca-
to territorialmente limitato, e la cui sopravvivenza è legata alle con-
dizioni personali del titolare.
Tra le limitazioni alla crescita dimensionale cui vanno incontro tali
aziende occorre considerare, essenzialmente, le ingenti consistenze
di capitali finanziari di cui necessiterebbero per acquisire altri beni
strumentali, nonché le limitate conoscenze sia dei mercati finanziari
sia delle esigenze della clientela, che non consentono loro di espan-
dere la propria attività oltre dati confini.
– aziende collettive, che sono denominate società, e che hanno come
soggetto giuridico più persone fisiche o una persona giuridica. Le so-
cietà costituiscono la forma giuridica più adatta per le imprese che
operano in settori competitivi, in cui è fondamentale conquistare
nuove quote di mercato e/o si deve continuamente tenere il passo
con lo sviluppo tecnologico.
Le società sono di proprietà di una pluralità di persone legate da un
contratto (contratto di società). Le motivazioni economiche che sono
alla base della costituzione delle società sono di varia natura, ma pos-
sono essere ricondotte principalmente alla possibilità di reperire ca-
pitali di maggiore entità e di realizzare il frazionamento del rischio
d’impresa.
Capitolo 1
Azienda e soggetti dell’attività aziendale 17

Il rischio di impresa consiste nel pericolo che l’attività economica non


produca risultati positivi.
A loro volta, le società si distinguono in:
– società di persone (società semplice, società in nome collettivo e so-
cietà in accomandita semplice), in cui assume preminente rilevanza
l’aspetto personalistico rispetto a quello patrimoniale. Le persone dei
soci non sono assorbite dalla creazione di un nuovo soggetto giuridi-
co, per cui saranno disponibili, anche se in via sussidiaria, delle ob-
bligazioni sociali. Le società di persone, infatti, realizzano forme so-
cietarie prive di personalità giuridica, per cui non è configurabile una
distinzione tra la società e i singoli soci;
– società di capitali (società per azioni, società in accomandita per azio-
ni e società a responsabilità limitata), in cui è prevalente l’elemento
patrimoniale, che vale a contrassegnare la società quale ente dotato di
autonomia patrimoniale perfetta, rispondente esclusivamente con il
suo patrimonio per le obbligazioni sociali (ad eccezione che nelle
s.a.p.a., in cui i soci accomandatari sono personalmente responsabili).

Classificazione delle società:


Tipo di società Tipo di responsabilità dei soci Scopo

– Società semplici – Società di persone – Società lucrative


(non possono svolgere (responsabilità illimitata)
attività commerciale) – Società
– Società commerciali – Società di capitali cooperative
(svolgono attività (responsabilità limitata)
commerciale)

Società di persone Società di capitali Società cooperative


– Società semplice – Società a – A mutualità prevalente
responsabilità (aventi agevolazioni
limitata (s.r.l.) fiscali)
– Società in nome – Società per azioni
collettivo (s.n.c.) (s.p.a.) – A mutualità sussidiaria
– Società in – Società in
accomandita semplice accomandita per
(s.a.s.) azioni (s.a.p.a.)
Compendio di
18 Organizzazione aziendale

Caratteristiche delle società di persone e di capitali:


Fattori che influenzano Società di persone Società di capitali
la scelta
– Dimensione Piccole Piccole (s.r.l.), medie (s.r.l.,
s.p.a.), grandi (s.p.a.)
– Personalità giuridica Mancanza di Possesso della personalità
personalità giuridica giuridica
– Responsabilità Illimitata e solidale Limitata
dei soci
– Adempimenti Minori Maggiori (soprattutto
e formalità per la s.p.a.)
– Entità minima del Non è prevista 10.000 euro per le s.r.l.
capitale sociale 120.000 euro per le s.p.a.
e s.a.p.a.
– Costo degli organi Minore Maggiori (soprattutto per
sociali la s.p.a.)
– Costo per le scritture Minore Maggiore

1.5.3 Le aziende secondo il fine principale


Secondo il fine principale, distinguiamo: le aziende di produzione, le
aziende di erogazione e le aziende mutualistiche.
Le aziende di produzione, o aziende profit oriented, che producono beni
e servizi per il mercato, hanno come obiettivo il conseguimento di un utile.
Si possono distinguere in aziende di produzione diretta, che effettuano una
trasformazione fisico-tecnica di determinate materie prime in prodotti fini-
ti, e in aziende di produzione indiretta, in cui i beni non subiscono alcuna
trasformazione fisico-tecnica, ma viene effettuata una trasformazione eco-
nomica nel tempo e nello spazio. Sono aziende di produzione indiretta le im-
prese mercantili, le imprese bancarie e le imprese assicuratrici.
Le aziende di erogazione, o aziende di consumo, il cui scopo prima-
rio e immediato è il soddisfacimento dei bisogni umani, perseguono il
loro scopo tramite valori non economici (come l’assistenza reciproca) ed
economici (consumi, investimenti e risparmio).
Il risparmio è formato dalla differenza tra redditi di lavoro e capitale
da una parte, e consumi e investimenti dall’altra; se le uscite superano
gli introiti si accede al finanziamento di terzi.
Capitolo 1
Azienda e soggetti dell’attività aziendale 19

L’azienda di erogazione non va confusa con l’impresa familiare, cioè


con l’istituzione economica che impiega membri della stessa famiglia e
che è volta a produrre reddito.
Sono esempi di aziende di erogazione la famiglia, lo Stato e gli Enti
locali territoriali (Regioni, Province, Comuni) e gli enti non profit.
Questi ultimi non hanno fini di lucro soggettivo, nel senso che, pur
potendo realizzare dei risultati economici e finanziari positivi, questi non
vengono distribuiti al soggetto economico.
È tuttavia lecito che svolgano un’attività commerciale inerente al-
l’oggetto sociale purché essa sia solo marginale o rientri all’interno di
finalità di utilità sociale.
Un discorso particolare vale per le ONLUS (acronimo di Organizzazio-
ni Non Lucrative di Utilità Sociale).
Si tratta di una qualifica ai fini delle imposte che possono assumere
le aziende non profit che operano in uno dei seguenti settori: assistenza
sociale e socio-sanitaria, beneficenza, istruzione, formazione, sport di-
lettantistico, tutela e promozione dei beni storici e artistici, tutela del-
l’ambiente, promozione culturale ed artistica, tutela dei diritti civili, ri-
cerca scientifica.
Tali società devono essere iscritte all’anagrafe delle ONLUS, che si tro-
va presso la Direzione Regionale delle Imprese per avere diritto a partico-
lari vantaggi fiscali.
Le aziende mutualistiche comprendono cooperative, società di mu-
tua assicurazione e consorzi di cooperative.
Le cooperative hanno uno scopo principalmente mutualistico che
consiste nel fornire beni o servizi o lavoro direttamente ai soci, in modo
più vantaggioso rispetto alle condizioni del mercato.
Lo scopo mutualistico di tali aziende assicura la limitata distribuzio-
ne degli utili tra i soci e la devoluzione a scopi di utilità pubblica del pa-
trimonio sociale, in caso di scioglimento della società.
Oltre ai soci ordinari, in tali aziende è possibile che ci siano dei soci sov-
ventori che investono nella cooperativa per ottenere un interesse sul ca-
pitale investito.
Le attività che possono essere svolte in forma cooperativistica compren-
dono: consumo, produzione, lavoro agricolo, edilizia, trasporti, pesca, eco-
nomia sociale.
Le società di mutua assicurazione sono cooperative che si occupano
di attività assicurativa (ramo vita e ramo danni), sono a responsabilità li-
Compendio di
20 Organizzazione aziendale

mitata e il capitale sociale è costituito dai contributi versati dai soci, che
servono anche come premi assicurativi.

1.5.4 Le aziende secondo il tipo di attività


Secondo il tipo di attività svolta, distinguiamo:
– aziende del settore primario, che si dedicano al reperimento di risor-
se esistenti in natura, ad esempio aziende agricole ed estrattive;
– aziende del settore secondario, che svolgono un’attività di produzio-
ne diretta di beni;
– aziende del settore terziario, che svolgono un’attività rivolta alla pro-
duzione indiretta di beni e servizi, ad esempio le aziende mercantili,
all’ingrosso e al dettaglio, che si pongono come intermediari tra il pro-
duttore e il consumatore finale, e le aziende di servizi, come le azien-
de di trasporto, le aziende bancarie, le aziende assicurative e quelle
del cosiddetto terziario avanzato (aziende di informatica, di consulen-
za finanziaria e legale ecc.).

1.5.5 Le aziende secondo le dimensioni


A seconda delle dimensioni, le aziende si distinguono in grandi, me-
die e piccole.
I criteri più frequentemente utilizzati per misurare le dimensioni azien-
dali sono:
– l’entità del capitale investito;
– il numero dei dipendenti;
– il volume delle vendite;
– il fatturato annuo.
Con il decreto del Ministero delle attività produttive del 18 aprile 2005
di adeguamento alla disciplina comunitaria dei criteri di individuazione
di piccole e medie imprese, la definizione per le piccole e medie impre-
se è stata aggiornata alle seguenti caratteristiche:
1. microimpresa, meno di 10 occupati e un fatturato annuo, oppure un
totale di bilancio annuo non superiore a 2 milioni di euro;
2. piccola impresa, meno di 50 occupati e un fatturato annuo, oppure
un totale di bilancio annuo, non superiore a 10 milioni di euro;
3. media impresa, meno di 250 occupati e un fatturato annuo non su-
periore a 50 milioni di euro, oppure un totale bilancio annuo non su-
periore a 43 milioni di euro.

Potrebbero piacerti anche