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La coesione definisce il legame tra i membri, l’impegno emozionale che li unisce, rendendo la
famiglia un insieme che va al di là della semplice sommatoria delle parti.
La flessibilità si riferisce ai cambiamenti di leadership di ruoli e delle regole relazionali.
L’impresa familiare può definirsi come un sistema semi – aperto: il suo grado di apertura infatti
dipende dal forte senso di appartenenza e dall’influenza dei membri della famiglia all’impresa.
Gli stakeholder
L’impresa familiare interagisce con numerosi interlocutori sociali (stakeholder) idealmente
divisibili in attori del sistema competitivo ed attori sociali portatori di interesse e di attese.
Tra gli stakeholder delle imprese familiari ci sono anche i c.d. parenti silenti, familiari non operativi
in azienda ma che influiscono, indirettamente sulle scelte strategiche.
L’orientamento strategico generalmente evolve in base agli obiettivi sia aziendali che personali, in
riferimento ai membri familiari interni od esterni all’impresa, nonché agli stakeholder con cui
interagire.
BUSINESS PLAN
È un documento strategico ed operativo che esplicita, in maniera strategia e puntuale gli elementi
che compongono il progetto imprenditoriale, al fine di pianificarli, analizzarli, individuarne criticità
e potenzialità e valutarne tutte le possibili ricadute, sia da un punto di vista qualitativo che
quantitativo.
È uno strumento di pianificazione, ma anche di comprensione, controllo e comunicazione. Non è
un documento statico.
È un documento che dura tutta la vita dell’impresa. Ha la funzione di svolgere un marketing
istituzionale, all’interno dell’impresa.
Il business plan è un progetto d’impresa che copre un periodo tra i 3 – 5 anni.
La parte quantitativa contiene una descrizione dell’impatto derivante dalla realizzazione del
progetto, ovvero dalla fattibilità e sostentamento economico. Devo supportare la parte
quantitativa con quella qualitativa. Si tratta di analizzare:
- Investimenti
- Costi di avviamento
- Finanziamenti
- Liquidità
- Ricavi
- Guadagni
- Saldo
-
Assume una complessità diversa a seconda del tipo di azienda cui fa riferimento.
I destinatari del business plan sono sia soggetti interni che esterni all’azienda:
Aspirante imprenditore: vuole comprendere la probabilità di successo che ha la sua idea;
Personale e collaboratori: possono trarne una guida utile per la gestione e
l’implementazione delle attività da realizzare;
Investitori: devono capire se finanziare la realizzazione dell’idea (DECK, un estratto del
business plan)
Partner commerciali: ad esempio clienti e fornitori che sceglieranno nella fase iniziale se
collaborare o meno con l’azienda.
Enti pubblici: per la valutazione tecnica dell’iniziativa di impresa per l’accesso ai
finanziamenti pubblici
L’obiettivo principale è convincere i destinatari del business plan che l’attività imprenditoriale
proposta è realizzabile e può generare un reddito sufficiente a remunerare gli investimenti dei
soci, con particolare riguardo ai finanziatori esterni che hanno deciso di investire sull’idea di
impresa.
In particolare, si cerca di analizzare la fattibilità di una nuova iniziativa; vi è una pianificazione per
valutare i nuovi programmi di investimento; viene utilizzato uno strumento di monitoraggio e
controllo delle dinamiche di sviluppo dell’attività; strumento di approfondimento e
apprendimento interno.
Vengono richieste i finanziamenti, e gli investitori devono decidere se finanziare l’idea oppure no.
I partner commerciali scelgono se collaborare o meno anche in funzione del progetto alla base
della collaborazione stessa.
La buona parte del business plan serve a convincere gli investitori.
Il management potrà capire le criticità del progetto, e ciò consente di verificare la qualità di certe
intuizioni manageriali e di ridurre i rischi collegati. La redazione del piano implica un suo
progressivo affinamento e dunque l’elaborazione di successive versioni all’interno di un processo
iterativo. Vi è un continuo monitoraggio delle aree di debolezza e delle incoerenze che sono così
progressivamente corretti, mentre gli stimoli e le intuizioni vengono recepiti.
La redazione del piano rappresenta un modo per prepararsi a spiegare e difendere le proprie
scelte strategiche, al fine di limitare il rischio che esse siano adeguatamente comprese, e non solo
approvate. Il piano viene continuamente messo in discussione; è un continuo contraddittorio.
Il business plan rappresenta anche la base di riferimento per la definizione del piano degli
incentivi collegati all’andamento delle performance aziendali.
BUSINESS PLAN
Il business plan deve essere scritto in modo chiaro e conciso, con l’aggiunta di grafici e tabelle
illustrative. Devono essere riportate le fonti dei dati inseriti. Deve contener un indice con i
capitoli in esso contenuti e con le pagine numerate. All’interno del business plan viene inserita
anche una sintesi del progetto (executive summary). Vengono illustrate le previsioni economico –
finanziarie e si sviluppa su un periodo di 3/5 anni.
Nei contenuti principali lavorano moltissime divisioni che si occupano di riportare all’interno del
business plan tutti gli elementi necessari all’elaborazione dello stesso:
Executive summary: è la parte introduttiva più importante, poiché rappresenta la sintesi del
progetto imprenditoriale futuro; vengono elencati in modo chiaro e razionale le informazioni di
maggiore rilievo sull’azienda, sui traguardi da raggiungere e la sostenibilità dell’idea. Ha una
lunghezza di 3 – 5 pagine. Solitamente viene redatto per ultimo.
Viene riportata la descrizione della futura società (governance, tipo di società…) e una descrizione
sintetica del progetto con particolare attenzione al prodotto (il tipo di prodotto che viene offerto,
se è un prodotto innovativo, i fattori di differenza con la concorrenza, il ciclo di vita del prodotto…),
al mercato (quale è il mercato di riferimento a cui ci si rivolge, le dimensioni del mercato, che
percentuale di mercato il prodotto può assorbire e chi sono i concorrenti…) e all’area finanziaria
(quali sono i principali dati economici, il capitale necessario per perseguire il piano, la strategia
attuata…), al management
Exit = monetizzazione del founder.
Il team, ovvero chi governa l’impresa. Ad oggi il management vale moltissimo perché si crede
molto nei soggetti che governano l’impresa.
La società: si parte dalla missione e viene descritto in quale settore opera l’azienda, quali sono gli
obiettivi della società e quali sono i fattori critici di successo, ovvero quelli senza il quale l’azienda
non riesce a conseguire il proprio obiettivo. Cosa deve accadere affinchè il mio risultato economico
sia positivo. Quali sono i successi conseguiti e i punti di forza della società, quali sono le difficoltà e
i punti di debolezza (parte più complessa a cui rispondere in quanto si ha una visione positiva di
ogni aspetto del nostro progetto). Bisogna trovare delle risposte ai punti di debolezza.
L’analisi del mercato: studiare il contesto in cui opera la futura azienda. Bisogna raccogliere dati
utili a disegnare l’ambiente in cui l’impresa andrà a collocarsi con la sua offerta. Bisogna quindi
concentrarsi sull’analisi dei fattori chiave per le decisioni aziendali.
o Ricerche primarie: value proposition, bisogni del cliente e segmenti di clientela
Le ricerche primarie consentono di raccogliere dati e informazioni direttamente dai
clienti attraverso indagini a mezzo questionario, ricerche qualitative, sperimentazione,
ricerche consultive, osservazione…
Ricerche qualitative: osservazione, focus group, intervista approfondita,
metodi sperimentali, fiere commerciali
Ricerche quantitative: interviste telefoniche, interviste postali, panel
questionari…
o Ricerche secondarie: dimensioni del mercato, analisi del mercato, valutazione del settore.
Consiste nel cercare informazioni e dati già raccolti ed elaborati da altri ad esempio sulle
tendenze del settore, le condizioni economiche attuali e prospettiche…
È necessario ottenere dei dati ‘esterni’ da Associazioni di Categoria (Confindustria, Cisl…) Fonti
ufficiali, istituti di ricerca e banche dati private, quotidiani, periodici, report annuali e di settore.
Analisi macro del mercato = ampiezza (numero di clienti presenti nel mercato, entità della spesa
totale, quantità di unità di prodotto/servizio acquistate), crescita (tasso di crescita storico e tasso
di crescita prospettico) e tendenze macroambientali (demografiche, socioculturali, economiche,
tecnologiche, normative e naturali)
Analisi micro del mercato = obiettivi (definizione del bisogno del cliente, dei segmenti target…)
Il piano operativo: è un programma dettagliato con cui l’impresa rende noto a tutti i propri
stakeholders come intende raggiungere i propri obiettivi. Si tratta di un piano con cui condividere
dettagli sulle modalità operative e approcci che trasformeranno i principali teorici elaborati nelle
parti precedenti, in una pratica operativa di breve termine.
Le informazioni finanziarie: la sezione finanziaria del business plan mira a fornire una serie di
proiezioni realistiche ed organiche che confermino i risultati finanziari previsti per l’impresa. Le
informazioni che non devono mai mancare in un piano finanziario sono:
- La spiegazione delle proiezioni effettuate
- Conto economico preventivo di almeno tre anni
- Prospetti del flusso di cassa dettagliati
- Stato patrimoniale preventivo per almeno tre esercizi
In particolare, viene redatto:
1. Il piano degli investimenti: dal piano deve risultare la descrizione tecnica, la tempistica di
realizzo degli investimenti previsti e la quantificazione monetaria degli investimenti
previsti;
2. Piano delle fonti di finanziamento: indicare con quali fonti l’imprenditore acquisterà i beni
necessari per avviare l’impresa: fonti esterne o fonti interne
3. Ricavi e costi: serve per valutare se l’impresa è in grado di produrre un utile, calcolando il
punto di pareggio, ovvero il punto in cui i ricavi eguagliano i costi
Margine di contribuzione = prezzo – costi variabili unitari
Punto di pareggio = Costi fissi / margine di contribuzione unitario
4. Bilancio previsionale: è composto da conto economico (stime dei ricavi che l’imprenditore
presume di ottenere e dei costi da sostenere per la produzione nell’arco di un anno solare);
e dallo stato patrimoniale attivo (beni presenti e loro valore) e passivo (fonti di
finanziamento ed eventuale utile).
Il Cash Flow è l’ammontare delle risorse finanziarie nette prodotte dall’impresa in un anno, come
differenza tra tutte le entrate e tutte le uscite generate. Esprime una misura in grado di rilevare le
disponibilità effettive dell’azienda in vista delle possibilità di fronteggiare imprevisti o realizzare
piani di sviluppo coerenti.
Qualsiasi attività imprenditoriale comporta che le spese siano sostenute prima di ottenere i ricavi.
Pertanto, l’avvio di un’attività imprenditoriale genera un fabbisogno finanziario che si distingue in:
- Fabbisogno finanziario strutturale = è generato da investimenti per la struttura produttiva
detti anche immobilizzazioni (materiali, immateriali, finanziarie)
- Fabbisogno finanziario corrente = generato dall’attività di produzione/erogazione e che
serve per ‘coprire’ i costi che l’azienda deve affrontare tutti i giorni, come costi di materie
prime, semilavorati, utenze, lavoro dipendente, crediti e altri.
Votorantim: ciascun membro della famiglia può essere proprietario e partecipare alle decisioni
dell’impresa.
La complessità è sistematica e costante, perché si verificheranno tensioni e discordanze. Possono
esserci diversi interessi nei confronti degli obiettivi dell’impresa. Si può managerializzare l’impresa.
Gestione più lenta rispetto al primo modello e la possibilità che le diverse visioni possano generare
delle discordanze su alcune decisioni strategiche della famiglia, come ad esempio reinvestire
invece che distribuire dividendi.
Chi non è coinvolto non vede la prospettiva aziendale, la necessità degli investimenti, gli sforzi
dell’altro socio manager, la differenza sui dividendi.
Henokiens: Raccoglie imprese di tutto il mondo a gestione familiare che hanno almeno 100 anni
La ricchezza emotiva è quel legame aggiuntivo, quel capitale emozionale che la famiglia deriva
dall’impresa che non ha nulla a che vedere con gli aspetti economici ma che è legato alla storia,
all’identificazione, alla reputazione…
Allo stesso tempo però è fonte di vincoli e di problemi.
Tutte queste componenti fanno sì che le decisioni vengano prese non considerano solo elementi di
natura economico – finanziaria, ma aggiungendo anche altre variabili.
Teoria dell’agenzia: interessi degli azionisti e del management non coincidono: questo crea una
serie di costi. Costi di controllo e di monitoraggio e sono legati alle asimmetrie informative.
Sia i proprietari che i manager sono razionali, ovvero operano per raggiungere i loro obiettivi.
Molto spesso la proprietà o parte della proprietà è anche coinvolta nel management.
Se sono manager e sono anche proprietario non esistono i costi di agenzia poiché gli interessi sono
coincidenti.
Ce un’altra dimensione nelle imprese familiari che viene presa in considerazione che è appunto la
famiglia. Ognuno dei soggetti è portatore di interessi diversi. Un membro della famiglia che è
proprietario e anche manager è una cosa, mentre un membro che è soltanto proprietario è
un’altra. Ci sono tanti gruppi di interesse che si incrociano e creano complessità. Il costo d’agenzia
che si trova nelle imprese familiari viene definito altruismo, il che comporta che vengano prese
delle decisioni di business distorte.
Nonostante generi fiducia e mutuo supporto, può compromettere l’efficiente cooperazione dei
membri della famiglia coinvolti nella proprietà e nel management.
Da un lato: free – riding e sottrazione ai doveri dell’impresa; incapacità di valutare in maniera
oggettiva la condotta dei familiari, di monitorarla efficacemente ed eventualmente sanzionarla.
Le risorse sono l’insieme dei fattori tangibili e intangibili controllati dall’impresa e utilizzati nei suoi
processi operativi. Sono ‘sostanze’ dotate della proprietà di autoalimentarsi e di alimentare altre
sostanze della stessa natura. Il processo vitale dell’impresa è basato sulla sua capacità di generare
nuove risorse a partire da quelle possedute. Dunque, l’obiettivo non è soltanto quello di integrare
queste risorse.
Framework VRIO:
- Valore = capacità di rispondere a minacce e opportunità ambientali
- Rarità = controllo da parte di poche aziende
- Imitabilità = svantaggio di costo per ottenerle o svilupparle (caratteristiche tali per cui
imitarla significherebbe sostenere costi elevati)
- Organizzazione = combinazione e complementarità
Con l’ottenimento del vantaggio competitivo si è diversi rispetto a tutti gli altri nel proprio settore.
Questo consente il conseguimento di rendite superiori nel tempo – attraverso un efficiente
impiego di risorse e competenze aziendali a disposizione dell’impresa. Affinchè il vantaggio
competitivo possa essere sostenibile, è necessario che le risorse siano eterogenee, difficilmente
imitabili e non sostituibili.
Economie di scala, economie di scopo, logistica efficiente, gestione dei dati legati alle preferenze
dei clienti
CRESCITA E INNOVAZIONE
Crescita e Innovazione
Walmart: una delle più grandi imprese familiari. Impronta internazionale molto importante.
Nasce da un unico punto vendita negli Stati Uniti come impresa familiare e avvia un processo di
crescita basato sull’innovazione di processo, della catena logistica, business model…
S.C. Johnson: impresa familiare che parte dalla produzione di tappeti e nel tempo sviluppa un
portafoglio prodotti variegato tenendo salda l’impronta familiare.
Michelin: impresa familiare con una presenza internazionale molto rilevante che parte da un
concetto di pneumatico come mezzo di trasporto molto diverso da quello che abbiamo oggi e che
nel tempo subisce un grande processo di innovazione, che le ha consentito di espandersi in
tantissimi paesi diversi.
Molto spesso si ha la sensazione che le imprese familiari siano piccole o medie e poco innovative,
ma in realtà non è così.
Perché crescere?
- Per essere più competitive sul mercato
- Sfruttare le economie di scala
- Aumentare il giro d’affari
- Cambio generazionale, come stimolo alla crescita delle imprese come capitale umano
- Nuove idee, risorse, talenti…
- Fonte principale di sostentamento per sostenere le esigenze della famiglia
- Portare l’impresa in nuovi business
- Senso di appartenenza e la volontà di “spingersi sempre oltre” con nuove opportunità di
mercato
Essenza imprenditoriale tale per cui lo scopo ultimo dell’impresa è quello di fertilizzare e nutrire la
stessa.
Fonti di distruzione:
- Fattori socio – politici
- Forze ambientali
- Progresso tecnologico
- Globalizzazione
Familiness: risorse e competenze che caratterizzano le imprese familiari e le differenziano dalle
altre. Possono costituire un freno alla crescita e all’innovazione. Se da un lato hanno competenze e
risorse molto spiccate e sono molto motivati, con una notevole ampiezza del controllo, dall’altro
l’attaccamento diventa un limite se l’impresa cresce e non si riesce a delegare.
Cultura, immagine, identificazione, legacy: sono un vincolo a molti dei processi di innovazione, in
quanto possono provocare un freno alla crescita.
La crescita per acquisizione non esiste perchè vuol dire integrare un’altra cultura aziendale.
Entrare in nuovi industrie o nuovi prodotti può allontanare dall’identificazione di un’impresa.
Molto spesso nelle imprese familiari ci si chiede se il cambiamento è davvero necessario. Capire
quale è per me il contesto competitivo rilevante che fa si che io non abbia uno stimolo ad
espandermi.
Vi è una fase iniziale che è molto complessa perché la famiglia investe le sue risorse in
quell’invenzione, in quell’idea; fino a quando si arriva al punto in cui il prodotto ha successo, e
viene riconosciuto dal mercato. Arriva un momento in cui, nonostante la performance elevata, la
curva dell’innovazione si stabilizza e nel frattempo un’altra idea viene sviluppata da qualche altra
parte.
Ad ogni generazione appartiene un ruolo nello sviluppo dell’impresa: la prima costruisce, la
seconda mantiene e la terza distrugge.
Non necessariamente il successore deve essere un familiare. La lucidità con cui l’imprenditore si
avvicina al passaggio generazionale, e il tempo di maturazione e la consapevolezza sono tutti
aspetti molto fondamentali. L’imprenditore vuole che l’azienda continui oltre le sue capacità.
Cosa trasferisce l’imprenditore? La proprietà, il controllo, la gestione, l’expertise, la visibilità
all’interno del contesto economico/sociale/territoriale.
Spesso può accadere che il passaggio non funzioni. Il passaggio può essere graduale ed a volte
discontinuo con il rischio di incagliarsi su ostacoli di diverso tipo, toccando diverse tipologie di
aspetti: economici, finanziari, patrimoniali, legali, gestionali, strategici, organizzativi, ambientali,
personali, psicologici, motivazionali…
Affinchè il passaggio generazionale abbia successo è importante che si allineino tre direttrici:
- Evoluzione del percorso personale imprenditoriale dell’imprenditore
- Evoluzione del percorso dell’azienda
- Evoluzione del percorso personale e professionale del successore
Le imprese familiari generano una migliore redditività rispetto a quelle non familiari. Dal 2012 le
spese in ricerca e sviluppo delle imprese familiari sono maggiori di quelle non familiari.
Le imprese familiari tendono ad indebitarsi di meno e tendono a reinvestire quello che
guadagnano.
Ogni impresa deve avere una strategia che non è detto che sia quella di successo. Durante il corso
di vita di un’impresa la strategia può cambiare.
La strategia va prima pianificata e poi implementata; la strategia deve essere coerente in modo
che i consumatori possano comprendere il posizionamento dell’impresa. È importante che i
membri dell’impresa sentano molto l’attaccamento al business e si riconoscano nella stessa
impresa.
ESSENZA IMPRENDITORIALE
Le qualità rare consistono in un compito peculiare che comporta dei rischi e non segue i percorsi
dell’esperienza provati dalla pratica; richiede atteggiamenti specifici, sia in termini di intelletto che
di volontà.
Le qualità rare permettono al fondatore di creare qualcosa di diverso e forniscono la cultura di
un’azienda.
Il capitale non è considerato il fulcro. Ciò che fa del vero imprenditore è l’attitudine
all’innovazione, l’assunzione dei rischi, la creazione di capacità multigenerazionali e la governance
spiegano molto meglio il successo di un’impresa familiare rispetto al capitale stesso.
La visione a lungo termine in questo senso è fondamentale.
WALT DISNEY:
L’essenza imprenditoriale è ciò che rende un’azienda diversa da un’altra ed è impressa dal
fondatore.
Le qualità rare consentono al Fondatore di creare qualcosa di diverso, di creare un’azienda che
può avere successo. Le qualità rare definiscono la cultura di un’azienda.
La passione per la magia, la voglia di innovare, la volontà di sognare, il talento per il dettaglio, la
voglia di vivere, la gentilezza d’animo sono tutte qualità rare che hanno permesso alla Disney di
diventare un’azienda di successo.
Crisi la crisi può avvenire quando i loro successori dimenticano l’essenza imprenditoriale e non
riescono a portare avanti l’idea e l’insieme delle qualità rare e processi imprenditoriali.
Adattarsi all’evoluzione è difficile perché si tratta di cambiare qualcosa che ha avuto successo. Il
contesto competitivo cambia, il mercato cambia, tutto si evolve… al creare di un nuovo ambiente.
Le fondazioni stabiliscono all’interno dello statuto quali obiettivi perseguire e quali bisogni
soddisfare. Svolgono diverse funzioni:
- Erogativo: generano benessere sociale, culturale ed economico attraverso l’erogazione di
contributi economici e la promozione di iniziative e progetti;
- Operativo: realizzano direttamente progetti di utilità sociale in favore dei territori;
- Misto: operano su entrambi i fronti: erogativo e operativo
La maggior parte delle fondazioni adotta un approccio che integra modalità operative e modalità
di erogazione, orientandosi più verso l’uno o l’altro polo a seconda degli scopi e delle finalità dallo
statuto. Il 44,3% utilizza modalità miste.
Le fondazioni nascono per spinta privata e scelgono in autonomia di quali bisogni occuparsi.
Collaborano con altri soggetti della filantropia istituzionale. Coinvolgono cittadini e stakeholder per
il raggiungimento di obiettivi di impatto e scelgono liberamente l’impegno sociale come fattore
strategico dell’azienda o famiglia fondatrice.
Con il termine “finanza a impatto sociale” si intende la finanza che sostiene investimenti legati a
obiettivi sociali misurabili e capaci di generare un ritorno economico per gli investitori. Essa deriva
dalla volontà di destinare risorse finanziarie a progetti, aziende e fondi di investimento in grado di
generare benefici sociali compatibili con il ritorno economico per l’investitore. Nella finanza a
impatto sociale l’elemento fondamentale è l’obiettivo sociale e gli strumenti finanziari sono creati
con l’obiettivo di rendere tale obiettivo sostenibile e redditizio.
La finanza a impatto sociale è quindi il risultato di un equilibrio tra impatto sociale, livello di
rendimento e livello di rischio per l’investitore. L’offerta di investimenti a impatto sociale deriva o
da investitori interessati principalmente all’impatto, con l’obiettivo di generare benefici sociali e
successivamente ottenere dei rendimenti, oppure da investitori interessati principalmente al
rendimento, per il quale l’utilizzo dei benefici finanziari è prioritario, mentre i benefici sociali
svolgono un ruolo importante, ma comunque subordinato al primo.
Azioni Sociali
Titoli che consentono di investire direttamente nel capitale sociale di imprese ad alto impatto
sociale. Il vantaggio di questi titoli è che forniscono agli investitori interessati le informazioni
necessarie per identificare e confrontare, in modo trasparente, le imprese che forniscono valore
sociale e ambientale.
Crowdfunding azionario
È una forma di investimento in cui più persone conferiscono, attraverso una piattaforma online,
somme di denaro, anche di modesta entità, per finanziare un progetto imprenditoriale acquisendo
una partecipazione in una società
Incubatori sociali
Sono organizzazioni che offrono servizi di supporto spesso accompagnati da piccoli investimenti
Tra i soggetti più attivi nel campo dell'impact investing in Italia ci sono le grandi Fondazioni di
origine bancaria, che rappresentano l'attore che può consentire più concretamente un aumento
significativo del volume di attività.
FONDAZIONE OLIVETTI:
OBIETTIVO DELLA FONDAZIONE: garantire la continuità dell'impegno sociale e culturale di Adriano
Olivetti e di contribuire alla nascita in Italia di una nuova concezione di filantropia privata. Grazie ai
compiti di tutela e di valorizzazione della figura e dell'opera di Adriano Olivetti, la Fondazione
rappresenta il riferimento istituzionale e operativo per la conservazione, la diffusione e la
rielaborazione dell'esperienza olivettiana.
LE PMI ED IL NEXT NORMAL
Le direttrici del cambiamento dei modelli di business:
Le PMI hanno avviato un percorso di rinnovamento dei modelli di business, basandosi sull’ascolto
del cliente: il 45% ha puntata sulla servitization per far fronte alla crescente domanda di prodotti
innovativi e personalizzati.
La pandemia ha determinato un’accelerazione nell’utilizzo delle tecnologie digitali: relazione con il
cliente sempre più basata su comunicazione e interazione.
Le PMI si adattano alle necessità ed esigenze dei clienti, i quali vogliono partecipare alle fasi di
progettazione.
- Richiesta di prodotti innovativi
- Richiesta di prodotti personalizzati
- Maggiore attenzione alla sostenibilità
Il digitale spinge le PMI Top a una maggiore efficienza e consente loro di esplorare nuove
opportunità del commercio elettronico e dei servizi online. Lo smart working prende piede
innescando forme nuove di formazione e di condivisione della conoscenza.
Investimenti in ricerca e sviluppo per mettere a punto nuovi prodotti e servizi. Il dialogo con i
clienti è fonte di stimolo all’innovazione.
Filiera di fornitura:
o Le imprese pensano al reshoring e diversificazione dei fornitori pr ridurre il rischio di
blocchi della produzione, offrendo una grande opportunità alle PMI europee;
o Investimenti in automazione
Agroalimentare:
- Sostenibilità
- Internazionalizzazione
Meccanica:
- Internazionalizzazione
- Prodotto
Moda:
- Sostenibilità
- Ecommerce
Sistema casa:
- Organizzazione
- Ecommerce
Automotive:
- Incentivi
- Sostenibilità
Chimica & Farmaceutica:
- Sostenibilità
- Prodotto
Costruzioni:
- Incentivi
- Sostenibilità
Logistica & trasporti:
- Organizzazione
- Km zero
È la fase in cui si decide cosa fare, passare quindi dalla definizione della soluzione alla presa di
decisione. In particolare, è un’azione che nasce dal differenziale tra una situazione desiderata e
una situazione attuale considerando costi, tempo e risorse a disposizione.
Una decisione sorge da uno stimolo, interno o esterno, che arriva e ci suggerisce il dubbio di voler
cambiare qualcosa. Lo stimolo passa attraverso due macro aree: la prima è l’area del problem
definition (definizione della questione) e la seconda è quella del decision making (presa di
decisione).
Decisioni da prendere:
1. Selezionare le informazioni
2. Bisogno di velocità
3. Mancanza di significato
4. Cosa ricordare
Bias = una distorsione della valutazione della realtà causata da un giudizio parziale e a priori che si
risolve in un errore di giudizio e quindi di decisione.
3 tipi di bias:
- Effetto alone tendenza a generalizzare una sola caratteristica di una cosa o una persona,
estendendo ed influenzando tutte le altre caratteristiche, e quindi il giudizio complessivo;
- Similitudine tendiamo ad avvicinarci e a riporre più fiducia nelle persone che riteniamo
simili a noi. Si determina da una prima impressione, porta con sé la convinzione che le
persone simili a noi siano migliori delle altre e la conseguente tendenza a formare gruppi
omogenei
- Conferma tendiamo a ricercare, selezionare e interpretare le informazioni ponendo
maggiore attenzione e, quindi, attribuendo maggiore credibilità a quelle che confermano le
nostre convinzioni o ipotesi. Viceversa, tendiamo ad ignorare o sminuire informazione che
contraddicono le nostre convinzioni.
Per svelare i Bias, bisogna cambiare il soggetto, cambiare l’oggetto o cambiare il contesto
La realtà delle imprese familiari mette insieme due contesti relazionali con regole e dinamiche
distinte:
- Impresa
- Famiglia
Ciò genera una specifica complessità sistemica relativamente a:
- Singole persone
- Gruppi
- Contesto
Una adeguata presa di decisioni deve partire dalla consapevolezza di alcuni elementi strutturali
– con relativi possibili bias e influsso di portati emozionali: v Storia v Valori v Cultura familiare e
aziendale v Caratteristiche delle persone v Relazioni e interazioni tra persone e gruppi.
LEARNING CYCLE:
1. Esperienza concreta
2. Osservazione riflessiva
3. Concettualizzazione astratta
4. Sperimentazione attiva
Lo stile viene scelto in base a fattori oggettivi. La delega è funzione della competenza del delegato.
Esiste una linea evolutiva dovuta all’effetto di formazione e tutorship.
Cambio di leadership:
Il cambio di leadership comporta il dover lavorare con un gruppo che prima funzionava con la
figura del leader precedente. Come ogni cambiamento, si genera una dinamica nociva. La
dinamica va gestita in modo adattivo, utilizzando meccanismi di corretto posizionamento
relazionale, ovvero con l’aiuto di strumenti psicosociali.
Il monitoring dei soft-key elements viene effettuato per capire se la leadership è coerente con
l’organizzazione e per conoscere il clima aziendale.
La Comunicazione, spesso nota come Relazioni Pubbliche, è l’insieme delle attività finalizzate a
sviluppare la credibilità di un’organizzazione sia nell’ambiente generale che in quello specifico,
sostenendone l’immagine e la reputazione presso i pubblici influenti (stakeholder) cui essa si
rivolge e ottenendo la loro benevolenza (goodwill).
Le RP sono quindi uno strumento finalizzato a governare in modo pro attivo i sistemi relazionali
con tutti i soggetti che hanno influenza sugli obiettivi aziendali
In ogni caso, si segue una logica circolare, tipica della comunicazione istituzionale (sistemi di
relazioni).
Le 3 P:
Posizionare
Promuovere
Proteggere
Il presupposto di fondo per le relazioni con i media è quello di creare un legame diretto fra gli
accadimenti cui i mass media dedicano spazio, le questioni che il pubblico ritiene essere di
maggiore rilevanza e la vita dell’azienda.
La comprensione che la gente ha di gran parte della realtà sociale è mutuata dai media.
Manifestazioni che implicano il collegamento del nome di un soggetto economico con una attività
(sportiva, sociale) non direttamente riferibile a tale operatore Gli eventi speciali possono
suddividersi in
• SPONSORSHIP
• MECENATISMO
• PATRONAGE
SPONSORIZZAZIONI
Consiste nel fornire un contributo di tipo finanziario/organizzativo/tecnico professionale volto a
sostenere un’organizzazione, un singolo soggetto, uno specifico evento, con lo scopo di avere un
ritorno di immagine o economico quantificabile.
- LOGICA COSTO/BENEFICIO
- RITORNO DI IMMAGINE
MECENATISMO
Attività di carattere filantropico svolta in pura ottica di sostegno a cause di interesse generale,
senza un diretto obiettivo di ritorno d’immagine economicamente quantificabile e prestabilito.
PATRONAGE
Consiste nel supportare o favorire cause di interesse generale attraverso forme di coinvolgimento
più ampio, basate su una condivisione di tipo valoriale.
FRAMEWORK:
TARGET:
- Generale
- Particolare
OBIETTIVI:
CONTENUTI: