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Un’azienda creata per un ritorno economico viene definita “for profit”, “not for profit” è l’azienda non
finalizzata ad un guadagno monetario. Esistono poi le aziende pubbliche (sanitarie).
Le finalità sono sempre due:
1. soddisfare un bisogno
2. perdurare nel tempo
→ Finalità economica di un’azienda: massimizzare un profitto. La massimizzazione di questo profitto non deve
dimenticare gli altri obiettivi, sociali e ambientali.
Furono diversi coloro che tentarono di dare una definizione a questo sistema, tra questi ricordiamo Fabio Besta,
Gino Zappa, Alberto Ceccherelli, Teodoro D'Ippolito, Pietro Onida. La definizione più completa appartiene però
a Aldo Amaduzzi: "un sistema di forze economiche che sviluppa, nell'ambiente di cui è parte complementare, un
processo di produzione, o di consumo, o di produzione e di consumo insieme, a favore del soggetto economico,
ed altresì degli individui che vi cooperano". Carlo Masini dice invece: "l'azienda nel suo sistema generale di
accadimenti presenta i caratteri di un sistema continuo, dinamico, misto, relativo, o aperto". Masini sottolinea
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come la società umana sia caratterizzata da l'esistenza di una pluralità di strutture durature, assoggettate ad
una pluralità di vincoli tese al perseguimento di scopi individuati. A tali strutture si collega la nozione di istituto,
inteso come un complesso coordinato di elementi, di fattori, di energie, di risorse personali e materiali. Tutti gli
istituti svolgono in qualche misura attività economiche: l'azienda rappresenta appunto l'ordine economico di
un istituto.
La nostra azienda che è il nostro contenitore soddisfa dei bisogni, questo ci porta a dire che ci sono diverse
tipologie di aziende, in funzione di quello che è il bisogno che queste sono chiamate a soddisfare:
•Azienda di consumo o patrimoniale, distinta per astrazione dall'istituto famiglia;
•Azienda di produzione, che caratterizza l'istituto impresa o l'azienda privata for profit;
•Azienda composta, propria degli istituti pubblici territoriali.
2 I CIRCUITI OPERAZIONALI
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L’attività di un’impresa si estrinseca attraverso la costante e sistematica effettuazione di molteplici operazioni
che danno vita a un vero e proprio sistema. In questo sistema delle operazioni possono essere individuati 4
sottoinsiemi, relativi:
1. al circuito dei finanziamenti a titolo di capitale proprio
2. al circuito dei finanziamenti a titolo di capitale di credito
circuiti di finanziamento: l’impresa reperisce le risorse finanziarie necessarie all’avvio e allo sviluppo delle
proprie attività. Ogni volta che l’azienda reperisce denaro dall’esterno si parla di finanziamento.
3. al circuito degli investimenti caratteristici
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4. al circuito degli investimenti accessori
circuiti di investimento: l’impresa impiega le risorse finanziarie al fine di ottenere benefici di ordine economico
e finanziario.
IL CIRCUITO DEI FINANZIAMENTI A TITOLO DI CAPITALE PROPRIO
Associamo all’aspetto finanziario il significato azienda, ovvero l’obiettivo, il nostro significato economico.
Questa produzione è il mezzo attraverso il quale soddisfiamo il nostro bisogno di guadagnare che soddisfiamo
attraverso la produzione di determinati oggetti. Questo motivo per il quale ci affacciamo sul mercato deve
essere misurato e non è la stessa dimensione rispetto all’entrata e all’uscita del denaro dal mercato. Quindi
accanto a questa dimensione c’è la dimensione economica.
→ Dimensione Finanziaria: flusso di denaro in entrata e flusso di denaro in uscita
→ Dimensione economica: associabile alla produzione di ricchezza.
Il nostro mezzo come azienda sono l’oggetto che vendiamo, noi guadagnano se il consumo è inferiore al valore
della nostra bicicletta
Per vedere se conseguiamo il nostro fine, dobbiamo fare la differenza tra il valore del nostro oggetto e il valore
dell’insieme degli elementi che hanno reso possibile il nostro oggetto. Ci vogliono una serie di elementi che
sono il consumo di ricchezza in termini economici. I pezzi che compongono il mio oggetto sono ciò che
preleviamo dall’ambiente, l’oggetto finale è quello che ridiamo quindi l’output.
Parlando di finanziamenti a titolo di capitale proprio bisogna fermarsi sulle diverse forme giuridiche che la
nostra azienda deve assumere.
Tipologie di società (vesti giuridiche), ci sono due macro vesti:
• Non si realizza la separazione tra il patrimonio dei soci e quello della società → società di persone
• Si realizza la separazione giuridica dai patrimoni dei soci dal patrimonio della società → società di capitali
Società di capitali
Si distinguono in due tipologie:
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- società a responsabilità limitata (srl): hanno un patrimonio suddiviso in quote, dal punto di vista giuridico
questo capitale si chiama sociale (valore quote dei soci).
- società per azioni: i soci hanno responsabilità limitata alla loro quota, in questa tipologia di società il capitale
sociale è suddiviso in azioni ovvero dei titoli di credito (certificati azionari), questi certificati azionari sono di
proprietà di chi li acquista. La caratteristica di queste azioni è quella di poter essere scambiati sul mercato, fino
ad arrivare alla possibilità di essere ceduti in un mercato regolamentato, la borsa valori. Chi acquista le azioni
non ha nessun tipo di responsabilità, può al massimo perdere i soldi che ha speso per acquistare queste azioni.
L’altra possibilità è di accedere a una vasta quantità di soci.
→ Ogni azione ha un valore nominale che è quello impresso sul titolo stabilito al momento della sua
immissione quindi la società quando emette le azioni gli da un valore. La caratteristica di questi titoli è di poter
essere scambiati e quindi il suo valore cambia. Accanto al valore nominale c’è il valore di mercato (stabilito
dallo scambio) che dipende dal punto in cui si incrociano la domanda e l’offerta. Vi è una differenza tra i due
valori e questo dipende dal fatto che essendo questi titoli scambiati sul mercato, la legge della domanda e
dell’offerta fa sì che si crei questa differenza.
Arrivati a questo punto sappiamo che i soldi dell’impresa sono al contempo il denaro disponibile ma anche il
valore economico dell’azienda (capitale sociale).
Al termine di ogni anno l’azienda deve redigere il suo bilancio di esercizio ossia eseguire le misurazioni. Se a
fine anno abbiamo ottenuto un surplus economico, vuol dire che abbiamo prodotto nuova ricchezza. La nuova
ricchezza è stata prodotta dall’azienda e quindi sono dell’azienda, sono la nuova ricchezza che l’azienda ha
prodotto da sola. Quindi la ricchezza oltre a ottenerla a titolo di capitale proprio, la può anche auto-produrre
ergo fa un autofinanziamento. Dopodiché i soci scelgono qual è il destino di questi soldi che sono stati
guadagnati, entro il mese di aprile dell’anno successivo, l’assemblea dei soci decide il destino dei soldi che
possono o rimanere all’interno dell’azienda tutti oppure essere distribuiti ai soci sotto forma di dividendi→ per
i soci quello è il rendimento.
La parte dei dividendi verrà poi tolta dal patrimonio dell’azienda mentre i restanti soldi sono a riserva.
Se invece a fine anno l’azienda fosse sotto di soldi, la ricchezza economica che abbiamo consumato è più
rispetto al valore degli oggetti che abbiamo venduto.Nel caso in cui si realizzi una perdita, diminuisce il valore
economico dell’azienda che è più basso del capitale sociale.
Il valore economico dell’azienda è dato dal capitale sociale (es vale 10mila) meno la perdita di esercizio (es 2
mila) quindi otteniamo il valore del patrimonio (es. in questo caso sarebbe 8mila).
I soci ad aprile possono decidere se reintegrare la quota in perdita quindi ripianano, ci saranno +2mila euro che
sono finanziamento a titolo di capitale proprio e in questo caso aumenta il valore delle quote dei soci
altrimenti si porta la perdita al periodo successivo, lasciando il problema alla società, alla fine dell’anno nuovo,
i soldi guadagnati in primis devono andare a ricoprire la perdita.
La prima modalità attraverso la quale il denaro entra all’interno dell’azienda sono i finanziamenti a titolo di
capitale proprio ma c’è anche un altro modo per alimentare questa tipologia di ricchezza che accresce il valore
dell’azienda che è quello nel quale l’azienda produce la ricchezza da sola→ quindi guadagnati dei soldi, quelli
vengono definiti riserva di utili: risultati prodotti dall’azienda trattenuti e non distribuiti ai soci.
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Da un lato c’è la quota di partecipazione all’azienda, se io immagino però di vendere la società, io porto a casa il
50% del patrimonio netto.
Il patrimonio netto è composto da:
• Generano uscite per effetto del pagamento dei dividendi, della distribuzione di riserve, dello scioglimento
della società;
• Sono influenzati sia dall'apporto dei soci che dai risultati conseguiti dalla società - utili non distribuiti -;
• Non hanno una durata predefinita e quindi non si può stabilire un momento di rimborso; il cui valore di
rimborso sarà influenzato da diversi fattori.
→ Definiamo il capitale proprio perché andiamo a quantificare tutto ciò che è all'interno dell'azienda e che
deve essere rimborsato. Gli investimenti caratteristici possono essere:
1. A capitale sociale: Il capitale sociale è un pezzo del capitale proprio della nostra azienda. È il valore
nominale delle azioni (quote). Le azioni sono titoli di credito e rappresentano il valore del capitale
dell'azienda. Un esempio è la Matrix s.p.a., che ha un capitale sociale di 500.000€ e il valore delle
azioni di 50€ cad.. Una volta che tutti i soggetti hanno acquistato i 500.000 diventano cash. Ognuno di
coloro che hanno comprato le azioni è proprietario di quel pezzo della Matrix. II soggetto che acquista
azioni poi può anche rivenderle;
2. Riserve. Ciò che è rimasto reinvestito o acquisito con maggiore valore:
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- Di utili. A fronte di un utile di 300€, 200€ possono essere distribuiti ai soci, mentre 100€ è il denaro
che rimane all'interno dell'azienda e che va a costituire una riserva per poi essere riutilizzato;
- Di capitali. Derivano dal sovrapprezzo. Il valore nominale di partenza, quello impresso sul titolo, era
50€; se poi queste azioni vengono vendute a 60€ si ha una riserva di capitale, derivato dall'aver
collocato sul mercato le azioni ad un valore superiore a quello nominale. II pagamento del dividendo è
correlato al rischio di impresa;
3. Risultati di periodo. Quello che l'azienda ha prodotto da sola. È quello che l'azienda genera in ogni
periodo/esercizio amministrativo. Il periodo va da 01/01 al 31/12, anche se per esigenze può essere
spostato. II risultato sarà la massimizzazione di un profitto.
questi tre elementi rappresentano le proprietà dell’azienda. L’approvazione del bilancio viene fatta circa il
30/04. in quel momento si decide se il risultato va diviso tra i soci o se va a costituire una riserva.
→ dimensione finanziaria: denaro che esce dall’azienda per alimentare il circuito di finanziamenti caratteristici,
binario parallelo alla dimensione economica.
Dal punto di vista economico io prelevo qualcosa dall’esterno, ho un input che faccio girare all’interno dei
circuiti caratteristici per ottenere un output quindi la misurazione economica all’interno di questo circuito, vede
da un lato una misurazione collegata al prelievo di ricchezza economica dall’ambiente esterno, questo prelievo
viene utilizzato e quindi investito, al fine di ottenere un nuovo bene che rimetto all’interno dell’ambiente.
Questa misurazione economica viaggia con una retta parallela rispetto alla dimensione finanziaria (misurata in
euro).
Noi ci concentriamo come processi di valorizzazione ai due estremi (processo di input e output) perché le
misurazioni di contabilità generale (servono ad alimentare il bilancio di esercizio), si riferiscono alle azioni di
esterna. Ci sono anche delle misurazioni interne, queste sono le operazioni di gestione interna che si misurano
con la contabilità analitica.
Dal punto di vista economico dobbiamo dare un segno ai due momenti (input e output). Al momento di input
diamo segno negativo (-, sono i costi) perché input significa ricchezza economica che entra all’interno
dell’azienda con l’obiettivo di essere consumata, mentre all’output diamo segno positivo (+, sono i ricavi)
perché è una nuova ricchezza che mettiamo nell’ambiente.
Abbiamo raggiunto il nostro scopo quando la somma di tutti i nostri input è inferiore rispetto alla somma degli
output
Non sempre vi è una comunanza tra i costi e i ricavi
● fattori produttivi di uso durevole: quelli che posso usare nel tempo —> chiamati anche costi
pluriennali ovvero ideale consumo nel tempo
● Fattori produttivi di uso singolo: quelli che cessano la loro utilità in un unico atto produttivo—>
chiamati anche costi di periodo o costi sospesi, li consumo solo in quel periodo mentre i costi sospesi
sono quelli che non ho ancora consumato quindi devo sospenderli alla valorizzazione di quel periodo.
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IL CIRCUITO DI INVESTIMENTI A TITOLO DI CAPITALE DI CREDITO
Questo circuito non consente all’impresa di disporre di tutti
i capitali che le servono per sostenere adeguatamente i
fabbisogni finanziari connessi con le proprie attività.
Attraverso questo circuito l’impresa ricerca l’ottenimento di
finanziamenti diretti da altri soggetti, tipicamente costituiti
da istituti di credito, negoziandone le condizioni di
ottenimento e di rimborso, nonché le condizioni di
onerosità dello stesso.
Dal punto di vista di passaggio è sempre denaro che entra
con la finalità di massimizzazione del profitto, per cui i soci
che investono lo fanno con quell’obiettivo.
Chi invece presta dei denari all’azienda, hanno la finalità di vedere riconosciuto un tasso di interesse, una
percentuale a titolo di interesse—> c’è una remunerazione.
Oggetto delle operazioni in esame è quindi l’ottenimento diretto di disponibilità di danaro, a fronte delle quali
l’impresa si impegna a restituire le somme ricevute in prestito e a corrispondere a titolo di remunerazione gli
oneri finanziari con le modalità e nella misura contrattualmente stabilite.
→ I soggetti che finanziano l’impresa a titolo di capitale di credito si configurano giuridicamente nei confronti
della stessa come terzi creditori e questi hanno:
● tasso di interesse: rappresenta il costo dell’aver ottenuto denaro da terzi
● obbligo di restituzione: il non pagamento compromette la capacità di esistere dell’azienda. Questa
operazione è estremamente delicata, deve essere adeguatamente eseguita. La garanzia nei confronti
dei terzi è data dalla dimensione della nostra azienda. Questa tipologia di finanziamenti può risultare
scomoda perché devo riconoscere un’interesse e sono obbligata a rimborsarli allora data questa
situazione di questa tipologia di finanziamenti, per l’azienda è lo stesso conveniente richiederli, tutto
dipende per che cosa li usiamo: se li usiamo per aumentare la possibilità di guadagnare di più quindi
aumentare il nostro obiettivo finalizzante, allora sono positivi perché si innesca un circolo, amplificano
Quinzi la possibilità di aumentare finanziamenti e quindi essere più profittevoli. In termini relativi
devono essere superiori i finanziamenti propri dai finanziamenti da terzi ma in Italia succede il
contrario.
1. Finanziamenti diretti o debiti di finanziamento: il rapporto tra noi e il soggetto terzo si estrinseca
unicamente in una nazione di somma e denaro. La banca diventa un finanziatore diretto e io istituisco
con lei un debito di finanziamento. In questi finanziamenti il tasso di interesse è esplicito quindi se la
banca mi concede un mutuo, mi dice che il tasso di interesse è una certa percentuale quindi so
chiaramente quanto mi costa quel finanziamento è quindi esplicito.
2. Finanziamenti indiretti o debiti di funzionamento: il rapporto tra l’azienda e il soggetto che concede il
finanziamento è un rapporto di scambio di fornitura e non di denaro quindi di altra natura (compra il
macchinario o le materie prime o l’energia elettrica) e il soggetto che mi vende quei beni, mi riconosce
una dilazione di pagamento ossia mi consegna il materiale e l’accordo prevede il pagamento entro
certi giorni. Questa dilazione di pagamento mi prevede l’uso dei materiali la produzione di profitto
quindi implicitamente mi finanzia. Negli scambi commerciali questo accade quasi sempre. In questo
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caso il tasso di interesse non è esplicito, il tasso è implicito, ossia è compreso dentro il valore della
fornitura.
La loro restituzione deriva soprattutto grazie alla vendita degli output che comporta un ritorno. Essi sono
anche:
● onerosi
● agiscono negativamente per massimizzare il profitto
● devono essere restituiti
● hanno scadenze precise
● non possono essere reinvestiti
Ma nonostante ciò allo stesso tempo rendono possibile il processo di crescita, quando si parla di finanziamenti
a titolo di capitali da terzi devo stare attento a diversi aspetti:
● che non siano i terzi finanziatori a gestire il processo poiché dato che prestano denaro potrebbero
sentirsi autorizzati
● a cosa vado a fare con quei finanziamenti
● considerare che il tempo di ritorno sia compatibile con il risarcimento
● non ledere chi ha prestato denaro
L’aggettivo “accessorio” però non qualifica in modo oggettivo determinate tipologie di investimenti, ma
richiede di essere interpretato con riferimento all’attività caratteristica dell’impresa individuando quegli
investimenti che non hanno alcun vincolo di connessione con la medesima.
Per cui determinati investimenti potranno risultare “accessori” in determinate imprese e “caratteristici” in
altre. In ogni caso comunque:
● il circuito si innesca dalla presenza di liquidità che l’impresa ritiene vantaggioso investire in beni mobili
o immobili;
● la definizione di accessorio non è assoluta ma relativa, avendo a riferimento la tipologia di attività
svolta dall’impresa;
● il circuito si attiva con l’esborso di risorse necessarie ad eseguire l’investimento a fronte del quale
periodicamente verranno generati proventi;
● Il beneficio complessivo è dato dalla differenza tra gli esborsi e le entrate complessive.
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● le operazioni di gestione: attengono agli altri circuiti e producono effetti che incidono indirettamente,
attraverso il risultato economico della gestione, sul livello dei finanziamenti a titolo di capitale proprio.
Possono essere distinte ulteriormente in: operazioni di gestione interna (proprie dei processi di
trasformazione economico-tecnica) o esterna (es. acquisizione di beni da impiegare nell’ambito del
circuito degli investimenti, vendita dei prodotti ottenuti, cessione degli impianti)
FONDI E FLUSSI
● una grandezza fondo viene a essere determinata attraverso una misurazione istantanea: un valore
fondo esprime quindi un ammontare riferito a un dato istante di tempo
● una grandezza flusso viene a essere determinata attraverso una misurazione riferita a un lasso di
tempo ricompreso fra due istanti determinati:un valore flusso esprime un ammontare riferito a un
dato arco di tempo.
→ i flussi possono essere visti come le variazioni di un fondo: può essere ottenuta attraverso la differenza fra il
valore finale e quello iniziale del fondo di riferimento: si determina l’effetto netto.
→ I flussi che continuamente modificano la misura del cash sono costituiti dagli incassi e dai pagamenti che si
generano dalle operazioni che caratterizzano i diversi circuiti aziendali.
Un secondo fondo importante è quello costituito da un aggregato formato dal cash, dai crediti e dai debiti, si
ottiene un fondo di riferimento complesso, costituito da tutti i valori finanziari quindi:
fondo= cash + crediti - debiti
LA DIMENSIONE PATRIMONIALE
È possibile determinare il valore finale di una grandezza fondo, apportando al valore iniziale della medesima
tutte le variazioni ad essa inerenti con riferimento al periodo. Nell’ambito degli elementi patrimoniali
particolare rilevanza assumono:
● il cash, la cui variazione è dovuta alla sommatoria di tutti gli incassi e i pagamenti effettuati nel
periodo
● i finanziamenti propri, la cui variazione dipende sia dal risultato economico del periodo, sia dalle
eventuali variazioni economiche di capitale.
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cash + totale investimenti = totale finanziamenti
totale finanziamenti= finanziamenti da terzi + finanziamenti propri
→ cash + totale investimenti = capitale lordo
e finanziamenti da terzi= capitale di terzi
quindi capitale lordo - capitale di terzi = capitale o patrimonio netto
Il sistema delle operazioni aziendali produce quindi effetti che possono essere osservati sotto una pluralità di
aspetti.
IL BILANCIO DI ESERCIZIO COME STRUMENTO PER LA VERIFICA DELLE CONDIZIONI DI EQUILIBRIO DINAMICO
Bilancio di esercizio: documenti tecnico-contabili con cui periodicamente si attuano le rappresentazioni con
riferimento a un’impresa in stato di funzionamento.
Un bilancio deve comprendere:
- Un conto economico: documento in cui devono essere esposti i flussi economico-reddituali positivi e
negativi di competenza del periodo. La sua funzione è quella di determinare il segno e l’ammontare
del risultato economico del periodo. ci serve per misurare il risultato di periodo come differenza
algebrica ricavi-costi quindi il suo scopo è quello di dirci quanta ricchezza abbiamo consumato nel
periodo e quanta nuova ricchezza abbiamo prodotto, al suo interno abbiamo i costi e i ricavi del
periodo
→ Il conto economico contiene al suo interno delle grandezze flusso che mi misurano nel continuo la ricchezza
consumata e prodotta nell’arco di 12 mesi.
- Uno o più rendiconti finanziari: documenti in cui devono essere esposti i flussi finanziari evidenziatisi
nel periodo rispetto a una data risorsa fondo. Qualora si opti per il cash, il rendiconto finanziario si dirà
di liquidità ed indica le diverse tipologie di entrate e di uscite monetarie.
- Uno stato patrimoniale: documento che raffigura la struttura patrimoniale dell’impresa esistente alla
chiusura del periodo amministrativo. Rappresenta la struttura dei finanziamenti e degli investimenti in
essere a tale data. ci fa una fotografia del patrimonio alla fine dell’anno. Il nostro patrimonio si
compone come differenza tra investimenti e finanziamenti da terzi → ci sono i valori fondo ovvero
misurazioni istantanee. Il risultato di periodo nello stato patrimoniale si misura come differenza tra il
patrimonio all’inizio e alla fine del periodo.
patrimonio netto = investimenti - finanziamenti da terzi (parte di denari non miei che ho utilizzato per
realizzare gli investimenti)
→ Elemento di congiunzione tra lo stato patrimoniale e il conto economico è il risultato di periodo. I due
documenti hanno lo stesso obiettivo di misurazione, si vuole misurare il risultato di periodo (obiettivo di
fondo). Queste due grandezze devono coincidere.
L’UNICA COSA VERA INSERITA NEL BILANCIO DI ESERCIZIO E’ IL DENARO IN CASSA, le altre grandezze sono
frutto di un processo di interpretazione.
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Esempio con i macchinari
Macchinario valore originario (costo storico): 90.000 —> nello stato patrimoniale metto 81.000 ovvero il
valore residuo, questo valore residuo è un costo pluriennale
Usare nel periodo (ammortamento): 9.000 —> nel conto economico metto questi soldi che sono il costo di
periodo
A questo punto il bilancio di esercizio mi dice che ho avuto un costo di esercizio di nove mila euro e ho ancora
un valore di 81 mila che posso utilizzare nei periodi successivi.
→ In termini di bilancio accanto ad una misurazione finanziaria vi è una misurazione economica che fa
riferimento alla ricchezza prima consumata poi prodotta. Il bilancio di esercizio non è altro che il risultato
economico.
● ricchezza consumata: fattori produttivi prima del processo
● ricchezza prodotta: fattori finiti
Per arrivare al nostro obiettivo conoscitivo, il risultato di periodo, il nostro metro valuta il cash e ci sono due
aspetti di osservazione:
1. aspetto finanziario: quanto denaro entra e quanto denaro esce
2. aspetto economico: disponibilità di denaro residua
Ad ogni aspetto di osservazione riconduciamo poi dei valori a cui daremo un segno algebrico:
● valori finanziari:
1. variazioni finanziarie positive (+ denaro, + crediti, - debiti)
2. variazioni finanziarie negative (- denaro, - crediti, + debiti)
● valori economici
1. variazioni economiche positive, aventi un'influenza positiva sui valori economici quindi sul
capitale di proprietà
2. variazioni economiche negative
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della ricchezza prodotta, ed hanno un segno algebrico positivo (+). È un valore positivo perché lo
abbiamo creato e nel mercato sappiamo che ha quel valore. Se vendiamo quel determinato prodotto
abbiamo un'entrata di denaro; nel caso non lo vendessimo, non abbiamo ricavo, ma abbiamo
comunque il valore. Il risultato economico di periodo (non è altro che la differenza algebrica
ricavi-costi, Sono quei valori che si formano nel nostro contenitore degli investimenti, ossia le
misurazioni di input e output di valori produttivi, tenendo presente che il nostro obiettivo è creare
nuovo reddito.
1. Di periodo: per esempio l'acquisto di fattori produttivi come materie prime, costo manodopera e
servizi;
2. Pluriennali: per esempio macchinari, impianti, mobili, fabbricati;
3. Componenti sospesi: oggetti di uso singolo durevole che ho acquistato nel periodo ma non ho
utilizzato completamente. In questo caso sospendo il loro valore dal periodo in corso per trasferirgli al
periodo successivo.
→ Come già detto questi tre componenti possono avere valore positivo se si tratta di ricavi, negativo se si tratta
di costi.
● Di capitale. Circuito dei finanziamenti a titolo di capitale proprio. Rappresentano qualcosa che sta
dentro un contenitore. Se l'azienda vuole essere venduta il suo valore è quello del contenitore, anche
se può essere venduta a di più o di meno. Il valore economico di capitale si riferisce all'azienda nel suo
divenire dal momento di nascita fino al momento di "morte" dell'impresa. È un valore "strettamente
personale" dell'impresa, è il "di più" collezionato durante tutto il corso della vita dell'azienda.
Appartiene all'azienda ed è il plusvalore totale che l'azienda produce nella sua vita. Nell'esempio fatto
precedentemente, la misurazione finanziaria corrisponde a 80.000€, pari al valore del denaro versato
da 4 soci; la misurazione economica corrisponde a 20.000€, pari al valore dell'automezzo dato da un
socio; il valore totale dell'azienda è 100.000€.
1. Di capitale sociale: corrisponde al capitale che immettono i soci per l'avvio dell'azienda. Il capitale
sociale è sempre di segno negativo (-) tranne quando qualche socio viene liquidato con il valore della
sua quota (+), ma ciò comporta la riduzione del capitale sociale stesso
2. Risultato di periodo: Il capitale sociale può essere di 100.000€, ma dopo un determinato periodo
arrivare a 110.000€. Tale valore corrisponde alla ricchezza prodotta. Se si tratta di un'utile il risultato di
periodo avrà segno +, di una perdita segno -
3. Riserve: per loro natura hanno segno +, ma se per coprire una perdita dobbiamo intaccare le
riserve, queste assumono segno -
IL CONTO COME STRUMENTO E LA “PARTITA DOPPIA” COME METODO DI RILEVAZIONE DEI VALORI
Lo strumento di cui ci avvaliamo per far passare questi valori che si originano con gli scambi sono le rilevazioni
contabili. Sono l’insieme di regole e strumenti, hanno come strumento di rilevazione il conto.
Lo strumento attraverso cui si rilevano i valori che si generano dal sistema delle operazioni aziendali è il conto.
Attraverso questo è possibile rilevare a valore tutti i movimenti relativi a un dato oggetto. Ciò avviene
utilizzando le due sezioni:
● dare: movimenti che si configurano come impieghi
● avere: movimenti che si configurano come fonti rispetto all’oggetto del conto.
→ queste due sezioni hanno lo scopo di misurare il valore aggiunto in un oggetto di misurazione in un preciso
momento e ci dice anche come l’oggetto in misurazione è variato nel tempo infatti il conto di dice nell’arco di
12 mesi come si sono succedute le entrate e le uscite di denaro.
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L’utilizzo del conto permette sia di seguire l’andamento dei valori relativi all’oggetto cui il conto si riferisce, sia
di calcolare l’effetto cumulato di tali variazioni attraverso la somma algebrica dei valori stessi→ ciò si ottiene
determinando il saldo del conto cioè la differenza fra il totale delle grandezze iscritte nella seziona dare
(impieghi) e il totale delle grandezze iscritte nella sezione avere (fonti)
saldo del conto dare = saldo in dare - saldo in avere
saldo del conto avere = saldo in avere - saldo in dare
La moneta di conto è l’unità di misura del conto.
Il conto è quindi lo strumento base per classificare, rilevare e raggruppare le diverse tipologie di date e si
distingue in: sintetico e analitico.
Una seconda modalità classificatoria è distinguerli in conti unilaterali e bilaterali.
Il metodo che si utilizza per il funzionamento della contabilità generale è quello della partita doppia, così
definito in quanto esso prevede una duplice serie di scritture, poiché i fatti che derivano dal sistema delle
operazioni aziendali vengono a essere considerati sulla base di un aspetto originario e di uno derivato. Ciò
richiede che vengano aperte due serie di conti, riferite ai valori assunti come originari e a quelli considerati
come derivati.
Queste due serie funzionano in modo antitetico.
La partita doppia che si fonda su 3 regole fondamentali (si associa a un sistema contabile):
1. Ogni accadimento lo dobbiamo reinterpretare sotto un duplice aspetto di osservazione (tutti i tipi di
accadimenti). Ad ogni fatto che succede dobbiamo dare due aspetti di osservazioni
2. Deve corrispondere una movimentazione di conto
A queste due osservazioni dobbiamo dare istruzione, trasformandola in una movimentazione di conti.
3. Principio della quadratura, ad ogni movimentazione di conto di segno dare, devono corrispondere una o
più variazioni di conto di segno avere di pari importo.
→ la somma degli importi iscritti nella sezione dare di tutti i conti è uguale alla somma degli importi nella
sezione avere di tutti i conti.
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1. il libro giornale: vengoni cronologicamente rilevate le scritture relative a ogni singola operazione
aziendale
Nella sua forma moderna il libro giornale si presenta nel seguente modo:
SCOPO DELLA CONTABILITA’ GENERALE NEL SISTEMA DEL CAPITALE E DEL REDDITO
Ogni volta che reinterpretiamo, facendo assumere la veste di rilevazione contabile, un accadimento personale,
lo facciamo con le lenti di voler misurare il reddito.
I valori finanziari ed economici devono essere opportunamente rilevati attraverso idonei procedimenti
tecnico-contabili.
La contabilità generale (Co.Ge) è definita come l’insieme dei procedimenti informativi che utilizza lo strumento
contabile e il metodo della partita doppia, questa consente di conseguire due ordini di obiettivi:
● il controllo continuo dei movimenti finanziari ed economici con riferimento all’intera impresa
● la periodica quantificazione del risultato economico e del capitale di funzionamento dell’impresa.
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DARE: variazioni economiche negative e variazioni
finanziarie positive
AVERE: variazioni economiche positive e variazioni finanziarie negative
il segno sarà positivo quando ci riferiamo alla valorizzazione dell’output oppure quando ci riferiamo alla
diminuzione di un costo → ricavi mentre quelli negativi sono i costi.
Esempio
Immaginiamo di aver acquistato oggi 15.000 euro di energia elettrica e abbiamo pagato subito con addebito in
conto corrente (c/c).
Oggi è il 3 ottobre
(Trasformare in una rilevazione contabile significa trasformarlo in una variazione di conto)
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Quando la variazione è di natura finanziaria e negativa va nella sezione “avere”. Quindi avremo 15.000 nella
sezione avere del conto corrente della banca.
→la nostra energia elettrica consumata assume valore negativo quindi sta in dare e rappresenta il valore
economico.
In questo modo rispetto le due regole
DARE AVERE
→ La dimensione economica assume segno negativo nel nostro caso e vale 15000$
STATO PATRIMONIALE
BANCA
CONTO ECONOMIC
O
ENERGIA ELETTRICA
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6. PRINCIPALI RILEVAZIONI CONTABILI CONNESSE CON IL CIRCUITO DEI FINANZIAMENTI A TITOLO DI
CAPITALE PROPRIO
Il capitale proprio rappresenta il quantum di finanziamenti in essere di spettanza dei soci. Tali finanziamenti
derivano sia dai conferimenti effettuati dai soci stessi, sia dagli accantonamenti di utili a riserva e
rappresentano i finanziamenti a disposizione dell’impresa per un tempo illimitato→ definiti anche
finanziamenti permanenti.
Questi finanziamenti rappresentano per i soci un investimento, la cui remunerazione è variabile e eventuale.
Questo fondo di valori sorge all’atto della costituzione dell’impresa e varia nel tempo a fronte di operazioni
diverse tra di loro, questo fondo infatti è connesso con il circuito dei finanziamenti a titolo di capitale proprio.
Il capitale proprio può essere distinto in parti ideali, in relazione alle diverse obbligazioni ad esse correlabili.
Tali parti ideali sono costituite da:
● capitale sociale; complessivo valore nominale delle azioni o quote di pertinenza
● riserve di capitale; originate da sovrapprezzi versati dai soci o a seguito di eventuali operazioni
attinenti alla rivalutazione di elementi attivi del patrimonio.
● riserve di utili; formatesi a fronte di accantonamenti di utili di esercizio non distribuiti ai soci sotto
forma di dividendi
● utili di esercizio, in attesa di una loro destinazione
● perdite di esercizio; per le quali non si è ancora provveduto a deliberare in merito alla copertura.
Il valore dei conferimenti non può complessivamente essere inferiore all’ammontare del globale aumento di
capitale, pertanto le azioni possono essere emesse unicamente al loro valore nominale oppure a un valore
superiore allo stesso.
Nel caso di emissione sopra la pari, si ha un valore incrementale e questa parte prende il nome di sovrapprezzo.
Il pagamento di un sovraprezzo indica il maggior valore economico del patrimonio aziendale rispetto sia al
valore nominale del capitale sociale, sia al fatto che il valore dell’azienda va determinato considerando la stessa
come un sistema economico operante che matura nel tempo la capacità di generare redditi e flussi finanziari.
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ESERCIZIO 1
Si costituisce in data 06/10/22 una S.p.A., il cui capitale sociale è formato da 500 azioni per un valore di 1000.
Queste azioni sono collocate sul mercato a 1200.
I soci le acquistano tutte oggi e però versano il denaro sul conto corrente della società in data 20/10/22.
Vuol dire che oggi si costituisce la società, le azioni vanno sul mercato.
Dal 6 fino al 20 si rimane in sospeso ovvero i soci hanno tempo per materialmente eseguire il pagamento.
Credito v/azionisti 1200 × 500 = 600. 000 (valore azioni mercato e numero azioni) → VF+
Capitale sociale 1000 × 500 = 500. 000 (valore azioni e numero azioni) → VE +
Riserva sovrapprezzo azioni 200 × 500 = 1000 (sovrapprezzo 1200-1000 e numero azioni) → VE+
06/10/22
20/10/22
VF + banca 600.000 S. P.
VF - azionisti c/sottoscrizione 600.000 S. P.
20/10
banca c/c stato patrimoniale
600.000 banca 600.000 cap. sociale 500.000
riserva sovr. 100.000
----------------- ----------------
tot. 600.000 tot. 600.000
il nostro contenitore vale 600.000, avrò quindi finanziamenti a titolo di capitale proprio per 600.000
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ESERCIZIO 2
In data 01/10/22 si è costituita la S.r.l con un capitale sociale di 300.000 euro, suddiviso in due quote (ci sono
due soci al 50%). Un socio conferisce denaro in data 15/10/22, l’altro socio apporta un immobile in data
30/10/22.
La nostra rilevazione contabile in data 1/10 comincia con una variazione finanziaria positiva VF+ che colloco
nella sezione dare positiva.
A questa variazione corrisponde una variazione economica positiva, il capitale sociale.
01/10/22
15/10/22
30/10
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01/10
//
15/10
banca c/c
150.000
30/10
quindi il patrimonio netto è 300.000 e lo leggo nella sezione avere del mio stato patrimoniale.
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Lo sfasamento temporale che contraddistingue il susseguirsi delle uscite finanziarie conseguenti ai costi
sostenuti per l’acquisto dei fattori produttivi e le entrate correlate al conseguimento dei ricavi di vendita, fa si
che l’impresa debba ricercare, oltre ai finanziamenti a titolo di capitale proprio, anche altre fonti di
finanziamento che le permettono di poter soddisfare il suo fabbisogno finanziario. Questi finanziamenti sono
quelli ottenuti da terzi a titolo di capitale di credito.
Il fatto che la banca conceda un fido di 100.000 a fronte di 150.000 mila euro che ho già speso significa che
posso avere uscite fino a 250.000 euro: se avrò un saldo “dare” significa che mi sono bastati i 150.000 euro, se
ho un saldo “avere” significa che non sono stati sufficienti 150.000 euro e ho utilizzato anche quelli che mi ha
dato la banca.
Distinguiamo:
- i finanziamenti a breve: scadono entro 12 mesi
- i finanziamenti a medio-lungo termine:
L’impresa ottiene somme di denaro con il vincolo della durabilità del finanziamento stesso. Nell’ambito dei
finanziamenti oggetto di negoziazione è l’ottenimento diretto di somme di denaro, che l’impresa si impegna a
restituire nel corso di un arco temporale molto esteso con modalità di restituzione delle somme dovute e
condizioni di onerosità che devono essere stabilite e contenute nel contratto.
Le due principale operazioni che ricadono in questa fattispecie sono:
● mutui passivi
● prestiti obbligazionari
I MUTUI PASSIVI
Il mutuo passivo è una tipica operazione onerosa, relativa al circuito dei finanziamenti a titolo di capitale di
credito.La sua duratura è pluriennale e la sua concessione può essere o meno subordinata alla prestazione di
garanzie reali e personali.
L’operazione ha inizio con la messa a disposizione, generalmente da parte di un istituto di credito, dell’intera
somma di denaro oggetto del contratto, cui consegue l’assunzione del debito da parte dell’azienda. il rimborso
della somma e il conseguente pagamento degli interessi potrà avvenire o in un’unica soluzione a data
prestabilita, oppure in più rate, secondo un piano di ammortamento concordato.
Le prime rilevazioni contabili dovranno essere eseguite unicamente all’ottenimento della somma richiesta.
Il piano di ammortamento prevede poi il pagamento periodico di rate, ognuna delle quali è composta da una
quota capitale e una quota di interessi; la prima individua il rimborso di una parte del capitale avuto a prestito,
mentre la seconda quantifica i componenti economico-reddituali conseguenti alla stessa operazione di
finanziamento.
Momenti contabili sono:
1. Erogazione: la banca mi mette a disposizione del denaro sul conto e questo impone l’esecuzione di
un’erogazione contabile
2. Pagamento periodico delle rate
3. Eventuale rilevazione al 31/12
I PRESTITI OBBLIGAZIONARI
Attraverso questo strumento si accede direttamente al mercato di capitali, emettendo dei titoli, le obbligazioni,
che vengono acquistati da soggetti che intendono finanziare l’impresa senza assumersi alcun rischio gestionale
e ottenendo una remunerazione certa sotto forma degli interessi pattuiti.
Le obbligazioni sono dei titoli di credito al pari delle obbligazioni che però non rappresentano un pezzo del
capitale sociale dell’azienda, sono denaro che chi le acquista presta all’azienda, poi al pari delle azioni possono
essere vendute sul mercato quindi vi è libertà da parte di chi le acquista.
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Il fatto che gli obbligazionisti non diventino soci della società, vuol dire che queste obbligazioni hanno una
scadenza. Queste obbligazioni hanno delle cedule d'interesse, alle scadenze, la società paga gli obbligazionisti.
Le rilevazioni contabili connesse all’emissione del prestito obbligazionario possono ricondursi ai seguenti
momenti:
● emissione
● versamento da parte dei sottoscrittori
● liquidazione e pagamento degli interessi
● rimborso
ESERCIZIO 3
Stipulato in data 01/10 mutuo passivo per 200.000 alle seguenti condizioni:
• rate semestrali
22
• tasso di interesse (i) annuo: 3%
• scadenza: 10 anni
Siamo al 31/12/22 e dobbiamo eseguire una rilevazione contabile, dobbiamo far contabilizzare i 1500 euro del
22 che altrimenti non contabilizzerei.
1.000
Alcuni di questi conti cessano la loro utilità nel 2022 ovvero gli oneri bancari e i ratei passivi
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01/04/23 VF – banca c/c 13.000 (10 stato patrimoniale
mila rimborso
VF + mutui passivi 10.000 mutui + 2 mila stato patrimoniale
VF + ratei passivi 1.500 interessi) stato patrimoniale
VE – interessi sui mutui 1.500 conto economico
A questo punto devo eliminare il rateo perché serviva per sostituire la mancata uscita di denaro. Però ora c’è
veramente l’uscita.
1.500
3.000
1.500
tot.6.000
Il 31/12 dobbiamo far maturare quei 1500 di interessi che servono alla formazione del risultato di periodo.
spiegazione: Ogni rata è composta da una quota capitale, restituzione del finanziamento (rimborsiamo i
200.000 euro di debito) e da interessi. Per calcolare il valore della rata, esistono dei piani di ammortamento, il
più famoso è quello alla francese. Ci importa di sapere come impatta questo mutuo.
Ogni rata è formata dalla suddivisione nel tempo del debito, se il nostro debito dura 10 anni, ogni anno
rimborsiamo 20.000, quindi la nostra quota capitale è pari a 10.000, formata da 200.000/10 anni e
successivamente diviso 2 che sono il numero di rate all’anno.
Noi abbiamo un tasso di interesse annuo del 3% che applichiamo al valore del debito quindi ogni anno
paghiamo 6.000 (3% di 200.000). Questi 6000 li dividiamo per il numero di rate quindi 6000:2 = 3000. A questo
punto la nostra rata vale 10.000 di capitale + 3000 di interessi quindi 13.000
L’altro problema è collegato al passare del tempo, quindi dal 01/10/22 al 01/04/23 pagherò la 1° rata.
Questo periodo si colloca tra il 31/12/22 quando devo redigere il bilancio di esercizio→con riferimento ai
10.000 non ho problema perché devo registrarli quando si effettua il pagamento sul conto corrente.
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→ Al 31/12/22 devo inventarmi un espediente contabile che mi consenta di far partecipare alla rilevazione gli
interessi dal 01/10 al 31/12, questo espediente è il rateo passivo e lo uso quando:
1. ho un componente economico di reddito che matura in base al tempo
2. Questo si colloca a cavallo tra due periodi
3. il pagamento e quindi la manifestazione finanziaria sia posticipata, avvenga al termine del periodo.
Quando sono soddisfatte tutte queste condizioni, io devo calcolare il rateo passivo.
→ Vediamo adesso cosa succede 1/04/2023 quando andiamo a pagare la nostra rata.
Lo stato patrimoniale è il documento cerniera tra i due periodi
Abbiamo ereditato nel 2023 dallo stato patrimoniale 3 conti: mutuo passivo, rate passive, banca
… continuo
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