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L’impresa e i suoi comportamenti sono stati oggetto di studi approfonditi e articolati da parte
dei teorici dell’economia→ ha dato luogo a una serie di teoria dell’impresa
● l’ipotesi della razionalità perfetta degli agenti che, per l’impresa. ha come conseguenza
l'obiettivo della massimizzazione del profitto
● la preminenza attribuita all’analisi dello scambio rispetto a quella della produzione
Le funzioni dell’impresa sono circoscritte alla trasformazione, con modalità che si postulano
perfettamente efficienti, dei fattori della produzione in fattori finiti.
Nel modello introduttivo alla teoria neoclassica si ipotizza che:
● il proprietario e il manager dell’impresa coincidano
● l’obiettivo dell’impresa sia la massimizzazione dei profitti (come differenza tra ricavi e
costi)
● i benefici e gli oneri dell'impresa siano completamente espressi dai ricavi e dai costi.
La teoria dei costi di transizione propone una variante alla visione contrattuale dell’impresa,
per la quale l’impresa si definisce come un sistema di contratti, di forma specifica, tra agenti
economici individuali.
I limiti di questa teoria stanno nel fatto che essa non contempla i costi di agenzia né
l’evoluzione dell’impresa, né spiega come dovrebbe aver luogo l’integrazione verticale di fronte a
investimenti in capitale umano.
Perché esistono le imprese? Per sostituirsi al mercato attraverso l’integrazione verticale ovvero
integro all’interno della mia organizzazione questa attività, in questo senso l’impresa si
sostituisce al mercato.
L’impresa, quindi, comincia a fare transazioni interne anziché transazioni di mercato e in
questo senso l’impresa deve fare innovazione. Quindi l’innovazione ha un motivo di esistere,
rende le imprese soggetti che aumentano il valore. La natura dell’impresa è quella di essere un
aggregatore di oggetti e di risorse umane che si mettono insieme per fare cose ed essendo un
luogo in cui devo far lavorare insieme persone diverse, è un luogo dove si creano conflitti ma è
anche un luogo in cui riesco a gestire diversi conflitti e interessi.
Quindi come decidere sui miei confini? La trans-action economy si occupa del make or buy
decisions e questo dipende dal mercato, se fallisce o no e dalle boundary decisions.
Sul mercato ciò che mi può rendere costoso effettuare transazioni è scoprire il prezzo
adeguato, per esempio io devo comprare uno smartphone e di solito lo si compra dopo aver
fatto ricerca sul modello/costo/prestazioni, devo verificare le fonti e vedere che siano attendibili
e capire le mie esigenze, una volta presa la decisione bisogna negoziare sul prezzo di mercato,
NEGOZIAZIONE, mi può anche dire come sto iniziando, si aggiungono a questi i costi legati
all’incertezza perché magari se la mia domanda aumenta devo cambiare la produzione oppure
la domanda si dimezza e quindi supporto dei costi inutilmente. L’incertezza, quindi, può essere
di mercato, tecnologico.
Secondo Coase le imprese esistono perché le transazioni di mercato sono costose e esistono tre
tipi di costi:
1. i costi di “scoperta dei prezzi adeguati”
2. i costi di “negoziazione e di conclusione di contratti separati per ogni transazione”
3. i costi legati all’incertezza
→ all’aumentare della dimensione impresa e del numero di transazioni gestite, aumentano sia i
costi di coordinamento interno dell’impresa, sia gli errori dei dirigenti che creano lo spreco di
risorse.
Teoria dell’agenzia:
Secondo questa teoria l’impresa esiste e la possiamo interpretare come un nodo di contratti.
Questa teoria parte dai presupposti di base della teoria neoclassica espandendo e
formalizzando il problema derivante dall’integrazione tra soggetti in “relazione d’agenzia”: il
proprietario dell’impresa che dà mandato al manager di esercitare il potere di amministrazione
aziendale, cerca di descrivere tale relazione attraverso il contratto.
Il proprietario incentiverà il manager ad agire in modo da conseguire i proprio obiettivi e
soddisfare i propri interessi. Il proprietario vuole massimizzare il profitto tra ricavi e costi, il
manager invece vuole il massimo stipendio.
→ se ciò non si determinerà, la conseguenza sarà la cessione della società o la rimozione del
manager dal suo incarico.
I “costi di agenzia” discendono da tre elementi:
1. spese per il controllo e per lo sviluppo di incentivi sostenute dal proprietario per
orientare il comportamento del manager
2. i costi di obbligazione del manager: per evitare che l’agente compia azioni lesive degli
interessi del principale (per es. se un’impresa desidera avere una rappresentanza in
esclusiva dei propri prodotti, per evitare i possibili comportamenti opportunistici di un
agente plurimandatario, dovrà riconoscere commissioni più elevate) e per coprirsi
assicurativamente di fronte ai rischi di una condotta non corretta da parte dell’agente;
3. la perdita residuale che corrisponde allo scarto inevitabile tra il risultato dell’azione del
manager per conto del proprietario e il risultato che si sarebbe determinato se la
gestione dell’impresa fosse stata condotta dal proprietario.
Questa teoria spiega l'asimmetria informativa. Akerlof con un articolo “Market for Lemons”,
studia il mercato dei bidoni e in particolare il mercato delle auto usate perché quando acquisti
un’auto usata non sai realmente quello che stai portando a casa. Lui formalizza una teoria
molto potente, quella dell’asimmetria informativa, a noi interessano due facce:
● Adverse selection, informazione nascosta, quell’informazione sulla qualità di quella
risorsa, tu non hai chiaro il valore di quella risorsa (caso dell’auto). Io compro una cosa e
non ne capisco tanto il valore.
● Moral hazard, azione nascoste, cioè non so se hai fatto bene o no, non riesco a
monitorare quello che fai per tanti motivi.
Queste due cose rendono l’azienda più o meno costosa
Ne discende una precisa visione dell’impresa come sistema aperto che interagisce
quotidianamente con un numero rilevante di attori, che siano collettivi o individuali.
In questa teoria il ruolo centrale rimane quello dell’imprenditore: questi deve gestire il rapporto
con tutti gli interlocutori e deve creare e ricercare l’equilibrio generale che consente all’impresa
di continuare a produrre e distribuire ricchezza.
Teoria evoluzionista:
Questa teoria è stata fatta da Michael Polany e richiama i modelli biologici e i processi di
selezione naturale e si concentra sulle competenze produttive e sui processi e prodotti
innovativi.
Nelson e Winter, due economisti, prendono la teoria evoluzionistica ovvero di colui che si sa
adattare sopravvive, allo stesso modo l’impresa deve evolvere.
Presuppone che l'impresa possieda risorse e competenze uniche, classificate in quattro
categorie:
1. finanziarie
2. fisiche
3. umane
4. organizzative
● aperto: per sopravvivere deve intrattenere continue relazioni di scambio con altre
entità o sistemi esterni.
Queste relazioni si possono presentare come:
- input: approvvigionamento di risorse necessarie per l’alimentazione del sistema
- output: cessione a terzi del prodotto ottenuto con il funzionamento del sistema
→ la natura dei clienti, concorrenti e fornitori di un’impresa dipende proprio dal settore in cui
questa opera. Inoltre, l’azienda in quanto sistema, si relaziona allo stesso modo con altri sistemi
quali il mercato e il suo macroambiente.
● socio-tecnico: l'impresa è un sistema sociale all’interno del quale operano risorse umane
e tecniche scarse, organizzate e finalizzate al profitto.
Nell’azienda sono presenti contemporaneamente:
- un’organizzazione del lavoro relativa all’impiego del fattore umano
- un'organizzazione tecnica costituita da impianti, attrezzature e tecnologie
produttive
→ L’impresa inoltre in quanto tale non può avere degli obiettivi: i suoi scopi corrispondono a
quelli di chi la governa ed essa stessa è l’espressione della volontà dell’imprenditore.
Sopravvivenza dell’impresa:
Opposta alla teoria della massimizzazione del profitto, è la teoria della sopravvivenza sociale,
secondo la quale la sempre più frequente separazione tra proprietà e governo d’impresa
comporta un ridisegno delle finalità della stessa gestione che è attuata dai dirigenti. Questi
ultimi si occupano della sopravvivenza aziendale prima che della massimizzazione del profitto. Il
profitto è interpretato come un mezzo per rafforzare la struttura patrimoniale dell’impresa e
quelle attività che potrebbero risultare pericolose per la vita dell’organizzazione.
La gestione aziendale comporta decisioni di varia natura che possono essere classificate
gerarchicamente in:
● scelte strategiche: definiscono gli obiettivi aziendali → la strategia definisce il contesto
in cui opera l’impresa, ossia il confine tra l’organizzazione e i mercati con cui l’impresa
entrerà in contatto e dunque determina l’orientamento delle scelte di carattere più
operativo
● scelte tattiche: concernono la modalità d’impiego delle risorse
● scelte operative
Per quanto riguarda l’attività vera e propria, nell’impresa industriale l’attività può essere scissa
in due sistemi:
1. sistema degli scambi o transazionale: comprende tutte le funzioni coinvolte nella
realizzazione del processo di scambio con entità esterne
2. sistema di trasformazione: comprende tutte le funzioni necessarie alla trasformazione
delle risorse acquisite in prodotti, idonei al soddisfacimento di un determinato bisogno.
La strategia nasce in anni relativamente recenti, acquisisce un pensiero autonomo a metà degli
anni 80 e prende spunto dalla strategia militare→ la formulazione strategica più studiata è
quella militare.
“La strategia è la grande opera realizzata dall’organizzazione. Nelle situazioni di vita o morte,
essa rappresenta il Tao della sopravvivenza o dell’estinzione. Non si può trascurare di studiarla”.
Sun Tzu “The art of War”
La strategia è quindi un insieme integrato di decisioni volte a costruire un vantaggio
competitivo sostenibile nel lungo periodo; è un tema che conferisce coerenza e unicità d’azione
e di direzione alle azioni di un’organizzazione e alle decisioni rispetto a quelle degli altri.
● Insieme integrato di decisioni: ogni decisione dipende da quelle precedenti e
condiziona quelle successive; ma soprattutto significa anche che le decisioni devono
essere tra loro coerenti.
● Vantaggio competitivo: Il contesto in cui opera l'impresa è caratterizzato dalla presenza
di attori che possono avere obiettivi che vanno ad ostacolare quelli dell'impresa, per cui
non sempre si ha la possibilità concreta di fare quello che si ritiene più opportuno.
vantaggio rispetto alla concorrenza e questo ci dice che le imprese operano in un
contesto popolato da altre imprese che hanno obiettivi simili ai nostri e faranno di tutto
per non farci raggiungere gli obiettivi. Ottenere una posizione di superiorità rispetto ai
nostri concorrenti e questo vantaggio deve essere competitivi sul lungo periodo.
● Sostenibile nel lungo periodo: condizione del vantaggio competitivo è che esso
accresca il benessere dell'impresa: i risultati competitivi si devono tradurre in risultati
economico-finanziari e, oggi in misura sempre crescente, in benessere per la collettività.
Tale vantaggio-benessere deve essere difendibile e perdurare nel tempo.
Strategia “blue ocean”: strategia che riflette su che cosa si può fare quando la borsa non cresce,
spazi di mercato senza concorrenti.
→La bolla tecnologica dell’inizio del ventunesimo secolo nuovi concetti (anni 2000):
● Attenzione alla tecnologia e innovazione tecnologica (competizione tra standard
alternativi)
● Reattività e flessibilità rispetto al focus su vantaggio competitivo duraturo
● Potenziale di innovazione strategica
● Valore per l’azionista e corporate social responsibility. Etica, sostenibilità, legittimità
sociale del successo aziendale e attenzione per l’ambiente (green economy): nuovi
obiettivi per l’attività imprenditoriale.
● Circular economy: rimpiazzare il sistema economico «lineare» take-make- dispose, con
uno «circolare» che prevede remanufacture, reduce, reuse, recycle.
Quindi si basa su 4 R: l’idea è di ridurre, riutilizzare, riciclare e ricondizionare i prodotti finiti per
dare loro un valore maggiore, in questo caso si creano dei cicli chiusi anche se non tutti i cicli
produttivi sono richiedibili. Anche il produttore deve entrare dentro questi cicli.
→a differenza dell’economia lineare di produzione (il paradigma si chiama take, make, dispose)
La strategia ha bisogno di due analisi:
1. analisi esterna e interna, infatti si dice che la strategia crei una specie di collegamento
e tiene insieme l’analisi ambientale e l’analisi interna. Questa cosa arriva da degli studi
“oscillanti”. I primi studi di strategia di impresa (anni ’60), sono basati sulla crescita
dell’impresa e studiandone la crescita il focus era interno. Un particolare accento di
questi studi si trova sul ruolo dei leader.
2. Dopodiché, negli anni 70/80’, si cambia il paradigma quindi diventa importante capire
cosa succede fuori→ questo è il paradigma SCP (struttura, condotta, performance)
ovvero la struttura del settore influenza molto. Secondo questo paradigma il livello di
redditività è determinato dalle caratteristiche della struttura del settore e prevede che si
parta dalla struttura del settore, le imprese avranno più o meno tutte la stessa condotta
su questo settore e quindi influenzerà la loro performance, per tanto la performance
delle imprese dipende dal settore in cui le imprese si trovano. Data la struttura, si ha un
range di movimento molto limitato.
Impostazione basata sulle risorse: va bene guardare quello che succede all’esterno però se
un’azienda ha frutti significa che l’ambiente interno è più importante. Barney e altre figure
dicono di guardare all’impresa come risorsa cognitiva → RBV (resource basic view)
Le due analisi (ambientale e intenera) sono le due facce di una stessa medaglia ovvero
l’impresa.
→ Si parla anche di strategia di marketing, nel senso che poi la strategia di business deve
diventare una tipologia più specifica di strategia.
• Approccio top-down: la decisione presa dal corporate level si sviluppa fino al functional level.
Quando il direttore della divisione dà le direttive, anche il bottom dà delle direttive e quindi il
bottom (approccio bottom-up) dà dei feedback.
Alla fine la strategia è un venirsi in contro, sia dall’alto verso il basso ma anche viceversa.
E poi c’è un altro fattore, a livello esogeno succedono delle cose che nessuno può prevedere.
Swot analysis
Significa evidenziare le variabili più significative dell'ambiente esterno e dell'ambiente interno
all’impresa valutazione di massima della sua strategia.
→ Di questi 4 elementi, due sono ascrivibili all’ambiente interno e due all’ambiente esterno.
La scelta del business nel quale competere è la prima delle scelte strategiche che un’impresa è
chiamata a compiere.
Per poter ridefinire il business secondo Chan Kim e Mauborgne occorre analizzare i settori
alternativi, i diversi gruppi strategici, i gruppi di acquirenti, l’offerta di prodotti e servizi
complementari, fattori che possono guidare più efficacemente i processi d’acquisto dei clienti, i
condizionamenti esercitati dalle tendenze esterne al business.
Individuare i confini del business ha implicazioni sostanziali anche dal punto di vista
organizzativo, in quanto richiede la progettazione dell’assetto organizzativo più adeguato per
competere in un determinato business.
Sono due le domande importanti da prendere in analisi per continuare a definire il business:
● quali sono i confini del business?
● in quali business opera la mia impresa?
Il business non è il settore però il settore è stato sempre utilizzato come punto di attenzione per
studiare la performance dell’impresa→ definire il settore non è la stessa cose del definire il
business.
L’industrial organization ha utilizzato il concetto di settore come unità di analisi per studiare le
performance delle imprese. La tesi di riferimento era la seguente: le caratteristiche strutturali di
un settore delimitano la gamma delle opzioni strategiche praticabili dalle imprese e
conseguentemente determinano un’elevata omogeneità tra le imprese che operano in quel
settore. Porter considera questo approccio troppo semplificativo, ritiene che l’unità di analisi
più adeguata sia il gruppo strategico che opera all’interno di un ambito competitivo, che non
coincide necessariamente con i confini del settore.
Nella teoria manageriale la concettualizzazione della definizione dell'ampiezza del business e la
definizione dello specifico ambito competitivo delle imprese procedono di pari passo.
Nell'elaborare la loro strategia a livello di business, le imprese devono decidere se sia opportuno
concentrare l'attività su un ristretto numero di clienti, di canali, di prodotti o se far coincidere il
proprio ambito competitivo con l'insieme del business. La dinamica del business, il processo di
ridefinizione dei suoi confini e delle sue caratteristiche, avviene dall'esterno, trainata da
evoluzioni prevalentemente tecnologiche o regolamentari, o avviene dall'interno in relazione al
modo in cui i membri del settore o coloro che si considerano tali reagiscono in seguito a
cambiamenti introdotti da alcuni attori.
Supply-side definition:
L'approccio inventato sull'offerta, si concentrerà anzitutto sull'identificazione del gruppo di
concorrenti che potrebbero soddisfare i bisogni di un certo gruppo di clienti, condividendo una
tecnologia e delle infrastrutture in buona parte comuni.
Successivamente si tratta di individuare l'ampiezza geografica del mercato e i concorrenti, intesi
come coloro attualmente presenti nel mercato o i potenziali entranti.
Demand-side definition:
Nella prospettiva orientata al cliente, in primo piano sono poste le esigenze e le richieste di
quest'ultimo. L'approccio si basa su due fondamentali assunti:
1. Le persone sono alla ricerca dei benefici che i prodotti possono portare loro e non
dei prodotti in sé.
2. I clienti valutano le alternative a loro disposizione dal punto di vista dei contesti
d'uso con i quali hanno una certa esperienza o dal punto di vista delle specifiche
applicazioni che stanno ricercando.
Dunque, la sostituibilità del prodotto implica che il suo scopo o la sua applicazione, più che le
sue caratteristiche, divengono temi chiave nel valutare le diverse alternative.
• Tecnologie utilizzate, Modalità alternative: le modalità alternative sono i diversi modi con cui
vengono svolte le funzioni per i clienti, ovvero tutte le possibili modalità con cui possono essere
svolte le funzioni per soddisfare i bisogni dei clienti. Per individuare le modalità si deve
rispondere alla domanda
come sono soddisfatti i bisogni dei clienti? In che modo soddisfo questi bisogni?
Quando si parla di clienti non si parla del singolo compratore ma dei fornitori che comprano
quindi supermercati, rivenditori.
Noi distinguiamo tra:
● Cliente finale o consumatore, l’individuo singolo/ la famiglia
● Cliente intermedio o cliente business
→ se ho svolto bene il mio lavoro, alla fine i gruppi sono omogenei al loro interno ed eterogenei
tra loro.
Il consumatore finale spesso è il cliente indiretto delle imprese perché il cliente diretto sono
altre imprese.
Le funzioni svolte per i clienti devono essere concettualmente ben distinte, sia dalle tecnologie
o sia dalle modalità con cui le funzioni sono realizzate, sia da benefici che i clienti possono
percepire come determinanti nel processo di scelta.
Se le funzioni identificate sono più d'una, è possibile che siano tra loro:
- complementari, Quando una comporta anche lo svolgimento di un'altra
- simili, Trovare soddisfazione attraverso lo stesso prodotto.
-disgiunte, Situazioni in cui un gruppo di clienti presenti bisogni da soddisfare in nessun modo
collegati tra loro.
Modalità alternative
3. COME
Le modalità rappresentano diversi modi possibili per rispondere alle esigenze dei clienti.
Questa dimensione richiede una valutazione complessiva delle principali:
● Soluzioni tecniche utilizzate per la fruizione del prodotto.
● Tecnologie utilizzate per la realizzazione del prodotto.
Per individuare adeguatamente le modalità occorre capire il punto di vista del cliente e non
valutare esclusivamente le potenzialità tecniche.
Una caratteristica della modalità è che essa è dinamica: può modificarsi o essere sostituita nel
tempo. Talvolta si può assistere a una sostituzione totale, altre volte si può assistere ad una
situazione di coesistenza di due o più modalità per lo svolgimento di una data funzione.
● singoli individui;
● famiglie,
● gruppi di persone,
● imprese, enti, pubblica amministrazione.
● trasporto/spostamento di persone
● per affari
● studio
● per turismo
● trasporto/spostamento di merci
● singole (es. singoli colli)
● Aggregate (es. container)
2. che cosa?
- Performance sportiva
- Vestire casual/comodo
- Generare redditività
- (Identificazione)
3. Come?
- Sportswear
- Casualwear
- Homewear collection
1. chi?
- adulti
- agonisti
- bambini
- anziani
- infortunati
1. Che cosa?
- Benessere psico-fisico
- Performance atletica
- Riabilitazione
2. Come?
- Indoor
- Outdoor
- Home training
(es. peloton, azienda che vende biciclette da spinning per casa, i fondatori vengono da
Hollywood quindi sanno come attrarre la gente)
1. Chi?
- Genitori (Adulti)
- Bambini
- Grande distribuzione
2. Che cosa?
- Sorpresa
- Premiare
- Generare redditività
3. Come?
- Giochini sotto i 5 euro
- Figurine sotto i 5 euro
Le scelte di differenziazione possono riguardare ciascuna delle tre variabili del modello di Abel
e possono essere messe in pratica cambiando le caratteristiche di un prodotto o la strategia di
marketing esso associata.
Ridefinire il business:
La scelta della definizione più opportuna del business, coerentemente con le circostanze nelle
quali si trovi l'impresa, è influenzata in modo significativo da una serie di fattori e in particolare
da:
- Il comportamento dei clienti→ Ci sono in particolare tre elementi che giocano un ruolo
chiave nella definizione del business:
1. La sensitività al prezzo, determina la misura in cui l'impresa può ottenere un
effettivo vantaggio di mercato da economie di costo. Le economie di costo
generano un vantaggio di mercato quando il prezzo influenza la scelta di un
prodotto da parte del cliente.
2. La propensione all’acquisto di una gamma completa o di un sistema ha
un'influenza diretta sulla scelta di definire in modo ampio il proprio business
rispetto alle funzioni svolte.
3. La misura della differenziazione delle esigenze dei clienti rende preferibile una
strategia differenziata di business rispetto alle caratteristiche dei prodotti e le
scelte di marketing.
- Le risorse necessarie→ alla produzione, al marketing, alla vendita, alla distribuzione, alla
progettazione, alla R&S e all'assistenza tecnica. essere valutato con riferimento a
ciascuna delle tre variabili: gruppo di clienti, funzioni e modalità.
- L'andamento dei costi→ bisogna considerare le condizioni nelle quali è possibile
realizzare l’efficienza:
● nel caso in cui ci sia un certo grado di similarità tra necessarie per i gruppi di
clienti, per le funzioni svolte, per le modalità applicate.
● Nel caso in cui i volumi di produzione siano piuttosto elevati.
È necessario, inoltre, considerare gli andamenti costo volume per ciascuna delle risorse
rispetto a ciascuna delle tre dimensioni, Perché le relazioni tra i costi e volumi, per
ciascuna risorsa, possono essere determinate da:
● L'incidenza relativa dei costi fissi e variabili per la risorsa considerata.
● Gli effetti di esperienza o di apprendimento congiunti
- Le caratteristiche dell'impresa→ una caratteristica fondamentale è la dimensione
dell'organizzazione, grandi dimensioni, può ottenere risultati migliori a partire dalla
definizione ampia della propria attività rispetto a ognuna delle tre dimensioni, anche se
il grado di differenziazione delle risorse fosse elevato.
CAPITOLO 4 - ANALISI DI SETTORE
- Settore come un gruppo di imprese che produce beni intercambiabili l’uno rispetto
all’altro
Oppure: Settore come un gruppo di imprese che globalmente realizzano più business,
ma utilizzando una sola tecnologia (modalità) (cfr definizione di Abell).
Esempio: il settore dei cereali
• modalità: utilizzo dei cereali;
• gruppi di clienti: vari → suddivisi per fascia d’età, sesso, e/o stili di vita, zone
geografiche;
• funzioni svolte :alimentazione sana, alimentazione dietetica, alimentazione
vitaminizzata.
6. barriere all’uscita: sono dei fattori che rendono difficile l’uscita dell’impresa da un
settore, queste sono difficili da superare, sono i costi che un’impresa deve sostenere per
uscire da un settore.
Affinché in un settore le imprese che vi operano possono avere un margine (ricavi- costi=
valore positivo), bisogna che la domanda sia in equilibrio con l’offerta. Al peggio
domanda e offerta equivalgono, al meglio invece la domanda è maggiore.
Che cosa regola il fatto che comanda e offerta siano quantitativamente al limite uguali
e possibilmente la domanda maggiore dell’offerta? Le barriere all’entrata.
I fattori che possono ostacolare l’ingresso di nuove imprese in un business vengono definiti
barriere all’entrata:
2. differenziazione del prodotto: l’effetto che si vuole ottenere è quello di far sì che i loro
prodotti siano percepiti come unici dal mercato. Questa è la barriera all’entrata più
importante in molti settori di largo consumo. Vantaggio dato dalla notorietà delle
marche e dalla fidelizzazione dei consumatori. I nuovi entranti dovrebbero pertanto
sostenere elevate spese di promozione e pubblicità per poter competere.
Es. la Apple dovette aspettare 3 anni (dal 1984 al 1987) prima che il computer Macintosh venisse
accettato come computer per utenti professionali poiché il concorrente principale (IBM con il
sistema PC) aveva una reputazione ben consolidata presso il mercato.
3. fabbisogno di capitali: può essere tale da scoraggiare le imprese a entrare nel settore,
cambia in funzione del contesto, ad esempio:
- nel settore farmaceutico è estremamente elevato (spese in R&S per brevettare),
così come nel settore televisivo
- in generale nel settore dei servizi i costi di avviamento sono bassi a punto di
consentire l’autofinanziamento all’imprenditore. Ad es. nella ristorazione
fast-food in franchising il bisogno di capitale può essere modesto (es. un punto
vendita Burger King richiede un investimento iniziale di circa 1mln $)
4. costi di riconversione: tanto minori saranno i costi richiesti per adattare l’attività
originaria alle esigenze di quella del settore al quale si vuole accedere, tanto più
agevole sarà l’ingresso per queste imprese e più basse queste barriere all’entrata.
7. politica pubblica: i settori il cui accesso risulta fortemente regolamentato sono protetti,
in virtù della normativa, dall’ingresso di nuove imprese.
Nei settori ad alta intensità di innovazione, invece, le barriere più efficaci sono ibrevetti, idiritti
d’autore e i segreti industriali.
Es: la Xerox Corporation ebbe in pratica il monopolio nel business delle fotocopiatrici su carta
(fino alla fine anni ’70) poiché protesse la sua invenzione relativa ai processi di xerigrafia con
oltre 2000 brevetti.
8. possibili ritorsioni delle imprese presenti nel settore: è tanto più efficace quanto più
credibili sono tali minacce di ritorsione. Ad esempio le imprese esistenti potrebbero:
● effettuare un drastico taglio dei prezzi,
● potenziare gli investimenti in pubblicità,
● agire per vie legali,laddove venga la possibilità.
La credibilità delle minacce viene sostenuta da una reputazione di aggressività. Gli entranti, per
evitare le ritorsioni, potrebbero inizialmente entrare su piccola scala, in segmenti di mkt poco
“visibili”.
Es: Toyota, Nissan e Honda entrarono nel mkt USA delle automobili scegliendo segmenti di mkt
scartati dai grandi produttori locali (Ford, GM e Chrysler): piccola dimensione, considerato poco
redditizio.
Noi vogliamo che le barriere siano elevate perché se entrano si aggiungono, la numerosità è un
elemento da tenere in considerazione (es. Beatrice produce braccialetti, finché non ci sono dei
concorrenti lei è tranquilla). Molte di queste barriere non dipendono da me impresa, alcune
invece si (quando cerchi di avere l’esclusività nella produzione dei prodotti, marketing
aggressivo, canale distributivo).
Oltre al prezzo guardiamo alla performance, i l terzo elemento sono i costi di riconversione
I fattori che influenzano la rilevanza della pressione competitiva rappresentata dai prodotti
sostitutivi sono:
- rapporto qualità-prezzo: la minaccia proveniente dai prodotti sostitutivi è alimentata
principalmente dall’evoluzione tecnologica che potrebbe consentire di sviluppare beni
che hanno un rapporto qualità-prezzo più favorevole di quello di prodotti esistenti
- costi di riconversione: la rilevanza dei costi che il cliente deve sostenere rivolgendosi ai
prodotti sostitutivi può influenzare la rilevanza della minaccia competitiva degli stessi.
- propensione degli acquirenti: non tutti i clienti di beni industriali e di beni di largo
consumo reagiscono nello stesso modo di fronte alla possibilità di passare a prodotti
sostitutivi.
es. prodotti sostitutivi: lattine in acciaio/ in alluminio, tubi in plastica/ in alluminio, cellulosa/
fibra di vetro, treno/ aereo.
→ un altro fattore che influenza la propensione degli acquirenti a utilizzare dei sostitutivi è
rappresentato dall’esposizione al rischio o dalla percezione di un rischio legato alla
sostituzione.
● SE NON ESISTONO prodotti sostitutivi (es. nel caso della benzina): i consumatori sono
anelastici al prezzo
● SE ESISTONO prodotti sostitutivi: le preferenze dei consumatori si sposteranno sul
prodotto sostitutivo che presenta il prezzo inferiore, cioè la domanda è elastica al
prezzo.
Es: l’e-commerce ha introdotto prodotti sostitutivi che hanno messo in crisi imprese consolidate
nel settore delle agenzie di viaggio o della vendita di musica.
IL CONCORRENTE DIRETTO
- Devo assumere che i suoi clienti sono anche i miei
Il primo dato da analizzare è quanti altri ce ne sono che hanno effettuato la business definition
come la mia? Stessa tecnologia, stesso gruppo di clienti, ecc…
Qual è una derivata della loro qualità che è migliore della mia? Il loro prezzo sarà più alto ma la
qualità rende più appetibile il prodotto.
Il cliente però sa che la qualità costa di più e quindi ha un prezzo maggiore sul mercato.
Le facce della performance: durabilità, design (può essere più alla moda o più riconoscibile).
Il consumatore spende di più perché ci sono quindi elementi di qualità oppure perchè è il
distributore che me lo sbatte in faccia per primo, il distributore mette determinata merce in
prima fila.
- Qual è la potenza di fuoco? Quanto è grande
La dimensione delle altre aziende dipende dal capitale e questo dipende da numerosi fattori.
La grandezza che io guardo come dotazione di risorse è fondamentale.
- Abbiamo accesso agli stessi distributori?
Es. Fuji e Kodak sono gli unici due produttori di pellicole fotografiche a colori e i prezzi sono
praticamente allineati. Lo stesso per Coca Cola e Pepsi: prezzi uguali e concorrenza che si
concentra su pubblicità, promozione e sviluppo prodotto.
NOTA: La quota di mercato di ogni impresa è data dalla percentuale dalle vendite (in valore o in
volume) dell'impresa rispetto al totale delle vendite nel mercato di riferimento.
- fattori che influenzano il potere contrattuale dei fornitori rispetto a quello degli
acquirenti:
● concentrazione dei fornitori rispetto ai clienti: quando i fornitori sono
numericamente pochi (e di dimensioni maggiori) rispetto ai clienti => il cliente ha
meno opzioni di acquisto (aumenta il prezzo).
● Incidenza degli acquisti sul fatturato dei fornitori: quando il volume degli
acquisti effettuati dall’acquirente presso il fornitore è elevato, il potere
contrattuale del fornitore sarà basso, quando il volume acquistato è basso, i
fornitori avranno maggiore potere negoziale. Es. GDO nella distribuzione
alimentare
● Informazioni degli acquirenti: quanto meno gli acquirenti sono informati sui
prodotti e sui costi dei fornitori, tanto maggiore sarà il loro potere contrattuale.
● La capacità (anchesolopotenziale) di integrazione verticale: in questo caso a
valle es. produttori di abbigliamento che aprono punti vendita di proprietà vs.
commercianti al dettaglio (al contrario, a monte: es. i grandi produttori
alimentari come Heinz e Campbell soup hanno ridotto la loro dipendenza dai
fornitori di lattine di metallo producendole loro al fabbisogno; Coca Cola acquisì
i suoi imbottigliatori)
● Costi di riconversione: passare ad un altro fornitore può essere molto costoso
per un'impresa, soprattutto se questo realizza un prodotto altamente
customizzato o specifico.
Esempio del pane: vado tutti i giorni dal fornaio per comprarmi un pezzo di pane, il primo
giorno lo pago 1€, il secondo 1.30€ e dice che c’è stato un fungo che ha distrutto il grano e
quindi deve aumentare il prezzo. Il giorno dopo mi vede con volantini che vendono macchine
per il pane.
In questo caso la minaccia che il cliente si possa mettere a fare quello che fa il fornitore fa in
modo che il fornitori cominci a fare sconti.
1. il mercato degli input in cui sono acquirenti di materie prime, componenti, servizi
finanziari e logistici;
2. il mercato degli output in cui vendono beni e servizi ai clienti (che possono essere
distributori,altri produttori, consumatori finali).
Su entrambi i mercati la redditività delle parti dipende anche dal potere contrattuale
relativo.
→ All’interno di ogni segmento è necessario identificare i fattori critici di successo: fattori che è
necessario presidiare per avere successo in un determinato segmento. Sono variabili oggettive
che l'impresa deve conoscere e sapere gestire (ed eventualmente modificare). Sono quei benefici
a cui un gruppo di clienti attribuisce valore prioritario per il soddisfacimento di un proprio
bisogno (funzione).
NOTA BENE: non confondere funzioni, modalità e, appunto, benefici percepiti come prioritari.
Porter ci fa vedere che cosa fanno le imprese nel box centrale, ci dice che bisogna studiare del
box centrale il numero e il rapporto, quanto fanno prodotti uguali e differenziati.
Non ci fa capire come prendono le decisioni le imprese che ci sono dentro.
Nel modello di Porter, quello che fanno le aziende è sempre collegato a quello che hanno fatto le
altre aziende, è tutto molto fermo.
Prodotti complementari:
Il modello di Porter non considera i prodotti complementari, ossia i prodotti il cui uso congiunto
a quello del prodotto di riferimento aumenta l'utilità per il consumatore e determina un valore
superiore al valore, adatto dall'utilizzo disgiunto dei due prodotti.
Quando i prodotti complementari tendono a identificarsi con il prodotto complessivo, essi
hanno poco valore per i clienti come prodotti separati, in quanti clienti tenderanno a valutare
l'offerta nel suo insieme.
Secondo i critici di Porter, i prodotti complementari dovrebbero essere considerati come una
forza aggiunta rispetto a quelle considerate del suo schema per l'analisi della concorrenza. Essi
influenzano le situazioni competitive in maniera opposta rispetto ai prodotti sostitutivi: mentre i
sostitutivi riducono il valore del prodotto, i complementari lo aumentano.
Focus sulle imprese, impresa per impresa. Da una visione macro a una visione micro.
Shift dell'analisi → Relazioni tra strategie e ambiente interno, in particolare con le risorse e
competenza dell'impresa.
L'impresa internamente investe nella crescita dei dipendenti, nell'innovazione e nel loro vatori.
La domanda di fondo è capire cosa rende un'impresa diversa dai suoi concorrenti.
Bisogna considerare l'impresa come una combinazione unica di risorse e competenze che sono
fonte principali del vantaggio competitivo. Le risorse, in questa prospettiva, sono gli input che
vengono utilizzate, trasformati nell'ambito dell'attività dell'impresa.
Le risorse dell'impresa possono essere classificate in 5 categorie:
1. Finanziarie.
2. Fisiche
3. Umane.
4. Tecnologiche
5. Organizzative.
Quando alcune competenze consentono all'impresa di operare meglio dei concorrenti, sia di
fronte a capacità organizzative che fanno conseguire all'impresa posizione di vantaggio
competitivo. Le competenze organizzative sono le capacità di un'impresa di intraprendere una
particolare attività.
Si distinguono in:
- intangibili: Si tratta di risorse che tuttavia possono contribuire in misura significativa alla
realizzazione di un vantaggio competitivo per le imprese. Tali risorse risultano meno visibili
anche per i concorrenti. Rappresentano una quota elevata del valore dei beni patrimoniali,
poco visibili nei bilanci delle imprese, difficilmente misurabili, difficile imitazione dall'esterno→
notorietà/marchio (forma di patrimonio di reputazione, valore basato sulla fiducia che ispirano
ai clienti), immagine, reputazione, risorse tecnologiche (conoscenza protetta da brevetti, licenze,
diritti d'autore; segreti tecnologici e processi di proprietà, laboratori di ricerca e personale
dedicato).
Premium price → prezzo del marchio, riconoscibilità.
Brand recognition→ analisi del brand al vertice del mercato.
→ Il ruolo delle risorse intangibili rispetto a quelle tangibili risulta quindi oggi molto più cruciale
nei processi di creazione di vantaggio competitivo.
- Umane: sono i servizi produttivi che il personale rende all’impresa, comprendono competenza,
conoscenza, capacità di analisi e di decisione dei membri dell'organizzazione. Si creano
attraverso investimenti, nella formazione, nell'apprendimento realizzati nel corso del tempo e
sono a loro volta risorse durevoli.
Tali risorse hanno importanza nello sviluppo dell’intelligenza emotiva e della cultura
organizzativa.
Competenze distintive e vantaggio competitivo:
Il successo di un'impresa, i suoi risultati economico finanziari si spiegano quindi sia in base alla
posizione competitiva che si è saputa conquistare nel suo business. Sia in base alla
disponibilità di risorse e di competenze esclusive che ha saputo coltivare e impiegare in ambiti
competitivi favorevoli.
L'impresa deve quindi disporre di alcuni fattori di vantaggio rispetto alla concorrenza che il
mercato ritiri importanti ed è disposto a valorizzare, tale vantaggio si definisce vantaggio
competitivo.
Esse sono l'armonizzazione di un insieme di skill e di un mix di risorse nelle quali l'azienda è
unica e che sono in grado di creare un vantaggio competitivo in diversi mercati.
es:
3M: efficienza nello sviluppo di nuovi prodotti
Toyota: innovazione modelli e tempi di industrializzazione
Wal-Mart: efficienza nei costi e flessibilità
Tale vantaggio ha senso in strategia solo se sono soddisfatte le seguenti tre condizioni:
1. Il mercato percepisce una differenza sostanziale tra i prodotti/servizi di un'impresa e
quelli dei suoi concorrenti.
2. Questa differenza dipende dalle capacità distintive di cui dispone l'impresa rispetto
ai suoi concorrenti.
3. Tanto le differenze percepite dal mercato, quanto le capacità distintive sono
suscettibili di perdurare nel tempo.
Per capire se un vantaggio competitivo di un'impresa e sostenibile nel lungo periodo devono
ricorrere i seguenti fattori:
- Il vantaggio competitivo non si basa su un unico punto di forza.
- Il settore è consolidato e si basa su più di una strategia dominante.
- I concorrenti hanno a disposizione solo una gamma ristretta di opzioni strategiche
che li rende prevedibili.
Uno dei fattori di disancoraggio della lettura offerta da tale teoria rispetto alla lettura di natura
prevalentemente economica, è costituito dal forte recupero della dimensione organizzativa
rispetto a variabili economiche-ambientali per la ricerca delle fonti del vantaggio competitivo
dell’impresa. Tale recupero poggia sulla presa di coscienza degli elementi di eterogeneità delle
imprese, che possono essere individuati lungo due dimensioni. Le due dimensioni possono
quindi essere ricondotte ai concetti di controllo delle risorse e di combinazione delle risorse per
spiegare la diversità di performance da parte delle singole imprese (il loro incrocio permette di
individuare diversi comportamenti che generano rendite differenziali e vantaggio competitivo
nel tempo)..
Per quanto riguarda il controllo delle risorse, una loro limitata circolazione è da considerarsi
un'opportunità in grado di generare vantaggio competitivo nel tempo a condizione che si
sviluppi un continuo processo di investimento sulle loro caratteristiche distintive.
Per quanto riguarda la capacità combinatoria, si tratta delle dimensioni di maggiore
significatività per differenziare il contributo della RBV da altre prospettive economiche quali la
teoria neoclassica e l'economia industriale.
Le competenze di natura organizzativa divengono le leve più significative per la costruzione di
vantaggio competitivo, facendo assurgere a fattori di strategici primari di specifici processi di
sviluppo e di apprendimento dell’impresa.
Le due dimensioni devono essere considerate come due esperti di opzioni che misurano le
capacità di presidio di determinate risorse o la capacità di sviluppare modalità di combinazioni
innovative non esattamente replicabili. Dall'incrocio emergono tre tipologie prevalenti di
comportamento strategico:
1. Lo sfruttamento: caratterizzato dalla ricerca di vantaggio competitivo grazie al
presidio di singole risorse scarse, il cui controllo non sia facilmente replicabile da
parte dei concorrenti.
2. La combinazione originale: Il vantaggio competitivo dell'impresa non si fonda su
possibilità di presidio di singole risorse scarse, precluse e concorrenti. Ma su
modalità innovative poste in essere dalle imprese nel processo di combinazione
delle risorse.
3. Il leveraging: Indica che il vantaggio competitivo dell'impresa deriva dal
contemporaneo presidio di singole risorse scarse e da modalità innovative con cui
queste vengono combinate.
In termini competitivi il valore è la somma che i compratori sono disposti a pagare per quello
che l’impresa fornisce loro, la misura del valore è il ricavo totale e per perseguire un vantaggio
competitivo l’impresa deve guardare al valore e non al costo.
→ si tratta di attività che consentono di creare fisicamente i prodotti o servizi che saranno
destinati ai clienti.
Tra le attività primarie, Porter distingue:
● la logistica in entrata, riguarda le attività di ricevimento quindi la gestione fisica degli
input produttivi:, immagazzinaggio, movimentazione e distribuzione degli input alla
successiva attività di trasformazione→ gestione dei materiali, magazzino, controllo delle
scorte, programmazione, ecc…
● le attività operative, trasformazione degli input nel prodotto/servizio finale→ include
lavorazione, montaggio confezionamento, ecc..
● la logistica in uscita, riguarda la raccolta, l’immagazzinamento e la distribuzione del
prodotto agli acquirenti→ attività di stoccaggio dei prodotti finiti, gestione dei materiali,
ecc…
● il marketing e le vendite, rendere disponibili i prodotti agli acquirenti e nel facilitare e
sollecitarne l’acquisto→ pubblicità, promozioni, gestione forza vendita, canali
distributivi, determinazione dei prezzi, ecc…
● i servizi post-vendita, includono tutte le attività orientate a migliorare o mantenere il
valore del prodotto→ installazione dei prodotti, manutenzione, addestramento degli
utenti, riparazioni e fornitura dei pezzi di ricambio
→Evidenziare i legami verticali e orizzontali tra le attività della catena del valore:
La catena del valore non ha lo scopo di evidenziare un insieme di attività indipendenti, bensì un
sistema di attività interdipendenti, legate tra di loro in termini di risorse allocate e di
competenze necessarie. I legami tra le attività sono dati dalle relazioni che si determinano tra il
modo in cui viene svolta una certa categoria di attività generatrici di valore e il costo o le
performance di un’altra.
è importante ricercare i collegamenti tra le attività della catena del valore, i collegamenti
possono portare al vantaggio competitivo in due modi:
1. attraverso l’ottimizzazione, l’impresa deve ottimizzare i collegamenti nei quali si riflette la
sua strategia orientata al vantaggio competitivo
2. attraverso il coordinamento, essere in grado di coordinare i collegamenti spesso riduce i
costi o enfatizza la differenziazione.
→ consente di illustrare la
molteplicità dei fattori su cui
un’impresa può far leva per
creare valore, talvolta in
modo del tutto originale,
almeno finché non
intervenga un adattamento
imitativo, rispetto a quanto
realizzato dai concorrenti.
Il vantaggio competitivo rappresenta una fonte chiave per lo sviluppo e la sopravvivenza nel
tempo del business. Esso consiste proprio nella capacità di superare gli avversari svolgendo
attività strategicamente importanti in modo più economico o più efficace. Si definisce anche
come il fattore alla base di migliori performance dell’impresa in termini di redditività rispetto ai
suoi concorrenti nel settore settore di riferimento.
Un’impresa possiede un vantaggio competitivo sui suoi concorrenti quando ottiene in modo
continuativo livelli di redditività superiori.
C’è una distinzione fondamentale tra vantaggio competitivo e redditività, il vantaggio
competitivo non si manifesta sempre in una maggiore redditività.
il coordinamento interfunzionale:
Il vantaggio competitivo è assicurato dal modo in cui le attività si organizzano per creare valore
al cliente in maniera superiore rispetto alla concorrenza.
il coordinamento esterno:
Il vantaggio competitivo è basato sulla consapevolezza che l'impresa non è isolata rispetto al
suo contesto ambientale in quanto presenta legami a monte e a valle del sistema del valore. La
costruzione del vantaggio competitivo si basa sulla capacità esclusiva di coordinamento a
monte e a valle da parte dell'impresa.
Spostando l'attenzione sulle modalità attraverso le quali l'impresa conseguono vantaggio
competitivo è possibile identificare:
● Il vantaggio di costo, capacità dell'impresa di offrire un prodotto o servizio simile a
quello dei concorrenti a un prezzo inferiore
● Il vantaggio di differenziazione che l'impresa ottiene differenziando il prodotto o servizio
in modo tale che il cliente sia disposto a pagare una differenziale di prezzo superiore al
costo addizionale che questa offerta eventualmente comporta.
→ le due fonti si escludono a vicenda.
Dalla combinazione tra le differenti tipologie di vantaggio competitivo e l'ambito di mercato
scelto dall'impresa porter ha individuato tre tipologie di strategie generiche:
1. La leadership di costo
2. La differenziazione
3. La focalizzazione
Leadership di costo:
Per scegliere una strategia Bisogna considerare innanzitutto le condizioni alle quali questa sia
preferibile. Una strategia di costo è solitamente preferibile:
● Quando il prodotto offerto è omogeneo
● Quando le opportunità di competere su altri ambiti sono assai limitate
● Quando la concorrenza si intensifica anche nei settori differenziati
Per poter attuare con successo una strategia di costo è necessario verificare se l'impresa ha i
requisiti per poterla effettuare, sono i seguenti:
● Capacità finanziarie
● Capacità di introdurre innovazioni di processo
● Capacità di supervisione
● Capacità di introdurre semplificazioni nel prodotto
● Efficienza distributiva
Sviluppare una strategia di riduzione dei costi significa attuare tutti quei comportamenti che
rendono possibile lo sfruttamento dei fattori che determina la riduzione dei costi.l'attuazione di
una strategia di riduzione dei costi non assicura di per sé è successo esistono una serie di limiti
insiti nell'attuazione di questa strategia:
- Le economie di scala sono utili nei prodotti omogenei
- L'aumento delle dimensioni dell'impresa alla ricerca dell'efficienza può causare
l'insorgenza di diseconomie
- I concorrenti possono introdurre innovazioni tecnologiche che vanificano il vantaggio di
costo
- L'eccessiva enfasi sui costi potrebbe tradursi in un'impossibilità al cambiamento e
all'innovazione
- L'esperienza può essere acquisita anche con modalità alternative all'aumento del
volume cumulato di prodotto
L'effetto della riduzione dei costi va perseguito sull'insieme dell'attività della catena del valore in
questo senso la disgregazione dell'attività consente:
- Di evidenziare più chiaramente quali possono essere le attività di cui è possibile
condividere i costi tra business diversi
- Di determinare con maggiore accuratezza le determinanti di costo al di là dell'effetto
esperienza
economie di scala: queste spiegano il predominio delle imprese di grandi dimensioni e si
ottengono quando un aumento delle risorse impiegate nel processo produttivo comporta un
aumento più che proporzionale dei risultati.
Il costo unitario di produzione si riduce all’aumentare delle quantità prodotte in un determinato
periodo (ad esempio, un esercizio).
Cioè: ad un aumento degli input corrisponde un aumento più che proporzionale dell’output
→ in presenza di rendimenti di scala crescenti, se non intervengono altri fattori contrari, vi
saranno economie di scala.
Es: se i prezzi dei fattori produttivi rimangono invariati, laddove raddoppiando le quantità di
fattori impiegati l'output aumenti più del doppio, i costi medi unitari di produzione
necessariamente diminuiranno.
→ Sono tanto maggiori quanto maggiori sono i livelli di complessità delle operazioni
(complessità di prodotto e di processo).
I settori tipici sono quelli dell’ingegneria aeronautica, civile, della costruzione di impianti,
prodotti con software complessi. Es. Boeing per i jet di linea, i produttori giapponesi negli
schermi piatti a matrice attiva.
N.b: gli effetti dell’apprendimento sono il risultato del consolidamento e del perfezionamento
delle routine organizzative all’interno dell’impresa.
N.b: Può accadere che diverse tech di processo comportino un impiego di input diversi: in
questo caso l’efficienza di costo relativa delle tecniche alternative dipende dai prezzi relativi dei
singoli input.
riprogettazione del prodotto: per facilitare la produzione, sono un insieme di competenze che
mirano a realizzare un prodotto nuovo.. Se consideriamo l’esempio di prima di Matsushita e
Sony, l’inserimento automatizzato dei componenti nei televisori richiede che i televisori siano
riprogettati.
Es. Uno studio sulle moto effettuato dal BCG ha mostrato che alla base del differenziale di costo
elevato tra la Honda e le imprese britanniche esisteva un diverso approccio alla progettazione:
Honda progettava secondo le esigenze della produzione, i produttori britannici, invece, avevano
adottato un tipo progettazione puramente ingegneristico.
Es. VW ha abbassato i costi associati allo sviluppo dei nuovi prodotti riprogettando i suoi 30
modelli attorno a solo 4 piattaforme differenti (maggiolino, Audi A3, Golf, Audi TT, Seat e Skoda
vengono prodotte sulla stessa piattaforma)
Va notato che tali differenze di prezzo (e quindi il v.c) tendono ad essere instabili per la volatilità
dei tassi di cambio.
Es. uno dei primi fattori che ha dato impulso allo sviluppo delle imprese di piastrelle di Sassuolo
è stato il vantaggio di costo derivante dall'avere sul posto la materia prima necessaria.
Es. la capacità di acquisto delle grandi catene commerciali, beneficiando di sconti preferenziali,
consente di ottenere un vantaggio di costo ( = prezzi finali più bassi) sui negozi al dettaglio.
utilizzo pieno della capacità produttiva: quando vi è capacità produttiva in eccesso (cioè
l’offerta è maggiore della domanda) i costi fissi sono distribuiti su un volume di produzione
minore (CU elevati). Non ci deve essere un eccesso di offerta rispetto alla domanda
→ Se i costi fissi rappresentano una larga parte dei costi totali, allora la capacità in eccesso può
innalzare notevolmente i costi unitari.
→ Si parla di gestione dei vincoli legati al rapporto CF/CV in azienda.
Es. Nei settori in declino e nei settori in cui la domanda è soggetta a improvvise e frequenti
fluttuazioni, riuscire ad adeguare rapidamente la capacità produttiva al livello della domanda
rappresenta una fonte significativa di vantaggio di costo.
efficienza operativa residuale: tra le imprese che producono prodotti simili esiste un margine di
differenziale di costo non spiegato (da eco di scala o da tecnologia) che può attribuirsi alle
differenze residue di efficienza operativa e di spese generali amministrative.
→ Tale inefficienza residua è stata definita “inefficienza-X”, e viene spiegata con problematiche
che richiedono un intervento sull’organizzazione e sulla gestione delle risorse «libere» (che
vanno reimpiegate)
Differenziazione:
I tratti essenziali di una strategia di differenziazione sono i seguenti:
● Coinvolge tutti gli aspetti relativi al modo in cui l'impresa svolge la propria attività e
gestisce le proprie relazioni
● E fondata sul concetto di unicità dell'offerta
I requisiti in termini di risorse e competenze perché sia possibile sviluppare una strategia di
differenziazione di successo sono i seguenti:
- Competenze di marketing
- Competenze tecnologiche
- Innovazione di prodotto
- Ricerca di base
- Qualità
- Coordinamento dei canali distributivi
La ricerca dei fattori di differenziazione può essere facilitata dall'impiego della catena del
valore come strumento che individua dove l'impresa dispone di vantaggi competitivi e dove può
creare il valore maggiore per il mercato.l'impiego della catena del valore per individuare le
opportunità di conseguire un vantaggio di differenziazione consiste operativamente
nell'attuazione di quattro fasi:
1. Costruire le catene del valore per l'impresa e per il cliente
2. Individuare i fattori determinanti dell'unicità per ciascuna attività
3. Selezionare le variabili di differenziazione più vantaggiose quindi maggior potenziale a
costi inferiori, collegamenti tra le attività, sostenibilità
4. Identificare i collegamenti tra catena del valore dell'impresa e del cliente.
Fattori rilevanti:
Es: quali caratteristiche influenzano la scelta di uno smartphone in un momento in cui c’è
un’offerta vastissima e il prodotto è quasi una commodity?
Es: i prodotti della Bang & Olufsen, che uniscono prestazioni tecnologiche elevatissime a un
design elegante al punto da divenire complementi d’arredo delle abitazioni.
Prestazioni offerte dal prodotto/servizio: tra le più importanti ci sono: affidabilità,solidità, gusto,
rapidità, durata e sicurezza.
Es. importanti nel caso della differenziazione delle automobili: Volvo punta la sua immagine su
prestazioni quali “sicurezza” e ”affidabilità”.
Es. Questo è il caso dei beni di lusso: cosa guida l’acquisto di un’automobile Ferrari, di un
gioiello Cartier, o di una cravatta Hermes?
Es: acquisto di un condizionatore d’aria per uso domestico: la possibilità di avere un personale
di vendita ben istruito che può guidare nella scelta e un servizio d’assistenza in caso di guasto
sono fattori che contribuiscono alla differenziazione del prodotto. Importante per tutti i
prodotti la cui complessità tecnologica può creare problemi nella fase di familiarizzazione
dell’acquirente con il prodotto e nel caso di guasto dello stesso.
Barriere all'imitazione: Una strategia blue Ocean offre alle imprese che attuano dei benefici
duraturi perché protetti da forti barriere all'imitazione, intese come forme di protezione dal
rischio che i nuovi concorrenti riescono a riprodurre il loro modello di business.queste barriere
possono essere di tipo economico, cognitivo o organizzativo.
Barriere economiche: i creatori di oceani blu attirano in breve tempo molti clienti, generando
rapide economie di scala e lasciando gli aspiranti imitatori in un continuo svantaggio di
costo.l'attrazione di un pubblico ampio crea una esternalità di rete che l'impresa può sfruttare a
suo vantaggio. La motivazione principale che allontana gli aspiranti imitatori dall'ingresso dei
blu Ocean e la difficoltà che incontrano nel riprodurre un modello di business divergente è
troppo distante dal proprio.
Barriere cognitive: quando un'impresa realizza una offerta che determina un elevato
incremento di utilità per il cliente, questo e assicura grande visibilità, una diffusa conoscenza
all'interno del mercato talvolta semplicemente basata sul passaparola che si diffonde
rapidamente tra i consumatori e un elevato grado di fedeltà da parte dei clienti.la barriera
cognitiva limitazione deriva dal conflitto tra le caratteristiche del brand originario dei potenziali
concorrenti quello dell'impresa Blue ocean che si vorrebbe invitare.
Barriere organizzative: molte imprese hanno difficoltà a imitare le strategie blu Ocean per
l'impossibilità di riprodurre le soluzioni organizzative che comportano il loro modello di
business. Infatti la limitazione obbligherebbe queste imprese ad apportare modifiche
sostanziali alle loro routine, alla cultura consolidata e ai fattori che nel tempo hanno assicurato
loro generazione di valore.
Perché non andiamo a eludere la concorrenza? Andiamo a operare dove non c’è concorrenza
quindi creando un nuovo spazio di mercato
Casi blue ocean: imprese che sono andate a creare un mercato nuovo quindi un mercato
oceano blu.
• Combo ipod e itunes, hanno creato uno strumento di viaggio
• Le vendite discount, è dire faccio un format dove ci sono solo prodotti in sconto
• le biotecnologie, fondano due ambiti, la biologia e la chimica creando una nuova area di
competenza.
• i walkman, la prima domanda di ascolto della musica per strada
• le vendite online (e.commerce)
• telefonia mobile
• ebay
• aste online
• cirque du soleil: format di intrattenimento ispirato a broadway.
Cos’hanno in comune questi casi? La tecnologia su cui si basano non è innovativa. Mettono
insieme cose già esistenti in maniera originale.
Tanto più queste visioni sono condivise tanto più possono essere causa di miopia e limitare la
capacità di rispondere una minaccia esterna da parte di un'impresa e talvolta anche da parte
di un intero settore.i comportamenti da adottare per realizzare le sette e blu Ocean che spezzi
questi vincoli sono allora i seguenti:
1. Osservare i comportamenti delle imprese che operano in settori sostitutivi o alternativi
2. Osservare i comportamenti delle imprese che appartengono a diversi gruppi strategici
riconosciuti in un settore
3. Osservare gli attori che compongono le Supply chain dei diversi acquirenti
4. Osservare e valorizzare i prodotti e servizi complementari a quelli offerti nel proprio
settore
5. Osservare e sfruttare le opportunità offerte dall'individuazione di fattori funzionali ed
emozionali che orientano quantomeno influenzano i comportamenti dei clienti
6. Osservare le tendenze di lungo periodo suscettibili di influenzare l'evoluzione dei diversi
business
L'impresa si deve quindi attrezzare con strumenti idonei per sopravvivere nella realtà in cui si è
inserita e intende inserirsi.
La teoria manageriale ha sviluppato efficaci schemi analitici dei modelli di business, il business
model Canvas è uno strumento che consente di descrivere la logica con la quale un'impresa
crea, distribuisce e cattura valore, ricostruendo la traverso i principali elementi
costitutivi.questo strumento fornisce al tempo stesso una visione d'insieme dell'impresa è uno
strumento di analisi indispensabili per pianificare l'attuazione di uno scambio strategico con
quello introdotto dalla prospettiva blu Ocean. Il modello Canvas infatti permette di raggiungere
due obiettivi:
1. Rappresentare, in modo semplice ed estremamente intuitivo, le caratteristiche
fondamentali degli elementi anche complessi che identificano il funzionamento di
un'impresa
2. Raccogliere tutte queste informazioni in forma grafica, per identificare con chiarezza
ogni elemento e comunicarlo agevolmente.