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Gestione della Produzione Industriale 2

 CORSO DI “Gestione della Produzione Industriale 2”

Facoltà di Ingegneria

STRATEGIE E TECNICHE DI DEMAND


PLANNING AND SALES FORECASTING

Prof. Fabrizio Dallari


Università Carlo Cattaneo
Centro di Ricerca sulla Logistica
e-mail: fdallari@liuc.it

 IL PROCESSO PREVISIONALE

mercato

1. tecniche 2. sistemi e
environment
competition

e modelli applicativi
utenti

3. management e
organizzazione

supply chain

Prof. Fabrizio Dallari – LIUC 1


Gestione della Produzione Industriale 2

 INDICE DEGLI ARGOMENTI TRATTATI

 ruolo delle previsioni nel processo di pianificazione

 analisi delle serie storiche

 modelli basati sullo smorzamento esponenziale

 fasi del processo di implementazione

 monitoraggio delle previsioni (indicatori dell’errore)

 applicazioni numeriche e casi aziendali

 LA PREVISIONE E IL PROCESSO DI PIANIFICAZIONE

Sales & Operation Planning Demand Management


Sistema produttivo Sistema distributivo Ordini e Previsioni

MP WIP PF PF PF

Production
Procurement Planning Inventory
Planning & MRP Planning

Sales Forecasting
Distribution
Aggregate &Transport
Planning Planning

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 F.A.Q. (Frequently Asked Questions)

PREVEDERE … …
… PERCHÉ
PERCHÉ ??

… COSA
COSA ??

… QUANDO
QUANDO??

… CHI
CHI??

… COME
COME??

… QUANTO
QUANTOCOSTA
COSTA ??

 PERCHÉ PREVEDERE ?
Fasi del ciclo produttivo - distributivo Alternative
produttive
Approvvigion. Produzione Assemblaggio Spedizione
- prodotto
Engineer
Non sono richieste previsioni personalizzato
to order
su commessa

Make to Previsioni su - prodotto standard


order su ordine
materie prime
- prodotto
Assembly Previsioni su
personalizzato su
to order materie prime e componenti
moduli standard

Make to Previsioni su - produzione


stock materie prime, componenti e prodotti finiti di serie

Ship to Previsioni su - beni di largo


stock materie prime, componenti e prodotti finiti (disaggregata) consumo

Lead Time accettato dai clienti / consentito dal mercato


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 COSA PREVEDERE ?
Si parla di previsioni della “domanda” ma spesso si fanno previsioni delle “vendite”

Produzione Distribuzione Punto vendita Cliente


(fornitore) (cliente) finale

Domanda
Fatture Ordini Ordini Ordini Vendite
del cliente
emesse ai consegnati confermati ricevuti (dati POS)
finale (lista
clienti ai clienti ai clienti dai clienti sell-out
della spesa)

dilazione problemi mancanza politiche eventi / azioni


pagamenti logistici prodotto di riordino promozionali

 COSA PREVEDERE ?
PRODOTTO

— business unit
— brand
33 LIVELLI
LIVELLIDI
DI
AGGREGAZIONE — famiglia
AGGREGAZIONE
— gruppo comm., tecn.

— codice articolo
— SKU PERIODO DI
RIFERIMENTO
punto vendita __ __ __ __ __ __ __
rn
o
a na i na
e se t re no
cliente __
gi o i m dic m e s an
t t i n i m
area comm. __ se qu tr
totale country __
totale mondo __

Inoltre esistono diverse UNITÀ DI MISURA :


MERCATO / AREA
kg, litri, pezzi, colli, pallet, euro, etc.
GEOGRAFICA
8

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 QUANDO PREVEDERE ?

ORIZZONTE TEMPORALE DI PREVISIONE


Previsioni su :

 LUNGO
 TERMINE((>
LUNGOTERMINE >22÷÷ 33ANNI)
ANNI) vendite totali, capacità
produttiva, modello di
DECISIONI STRATEGICHE
DECISIONI STRATEGICHE distribuzione,lancio
(pianificazione
(pianificazioneper
perdivisioni,
divisioni,linee
lineedi
diprodotto,
prodotto,mercati)
mercati) di nuovi prodotti, ...

vendite totali e per


 MEDIO
 TERMINE(1
MEDIOTERMINE (1÷÷ 22ANNI)
ANNI) linee di prodotto,
DECISIONI TATTICHE
DECISIONI TATTICHE prezzi per linee di
(budget prodotto, condizioni
(budgetannuale;
annuale;previsioni
previsioniaggregate)
aggregate) generali economiche...

TERMINE((00÷÷66MESI)
vendite per codice
 BREVE
 BREVETERMINE MESI) prodotto, per area
DECISIONI
DECISIONIOPERATIVE
OPERATIVE geografica, per cliente,
(previsioni
(previsionidisaggregate
disaggregatesu
subase
basesettimanale
settimanaleeemensile)
mensile) prezzi e volumi ...

 GERARCHIA DELLA PIANIFICAZIONE

Livello di dettaglio Obiettivo Aggiornamento


Piano aziendale Segmento di Redditività/ Poliennale/annuale
mercato sviluppo aziendale

Piano vendite Famiglia Fatturato Annuale con


dettaglio mensile

Piano aggregato Famiglia/unità Bilanciamento Annuale con


(budget) produttiva risorse/domanda dettaglio mensile

Piano principale Famiglia/prodotto Livellamento, Mensile/settimanale


di produzione lottizzazione,
sequencing

Codice articolo Prevedere fabbisogni Settimanale /


MRP
materiali e capacità giornaliero con
Programmare linee dettaglio orario
Programma Emettere ordini di
operativo rifornimento
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 LEGGE DI PROPAGAZIONE DEGLI SCARTI


L’accuratezza delle previsioni :
ALL’AUMENTARE DEL LIVELLO DI AGGREGAZIONE DI PRODOTTO
(es. la previsione fatta a livello di famiglia di prodotto risulta più accurata
rispetto alla previsione ottenuta a partire dai singoli prodotti)

ALL’AUMENTARE DEL LIVELLO DI AGGREGAZIONE NEL TEMPO


(es. la previsione fatta su base mensile risulta più accurata rispetto alla
previsione ottenuta per le singole settimane)

ALL’AUMENTARE DEL LIVELLO DI AGGREGAZIONE NELLO SPAZIO


(es. la previsione fatta sul totale vendite Italia risulta più accurata rispetto alla
previsione ottenuta per le singole Regioni)

ALL’AUMENTARE DELL’ORIZZONTE PREVISIONALE


(tanto più è lontano il momento in cui si vuole prevedere quanti più sono gli
eventi casuali di disturbo)
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 CHI DEVE PREVEDERE CHE COSA ?


Le principali funzioni aziendali effettuano previsioni con differenti obiettivi, livelli di
aggregazione, unità di misura, periodi di riferimento e orizzonti previsionali

Marketing
Marketing // Produzione
Produzione Contabilità
Contabilità Logistica
Logistica
Vendite
Vendite // Acquisti
Acquisti // Finanza
Finanza

Esigenze  analisi nuovi prodotti  approvv. MP/WIP  costo del denaro  gestione scorte PF
previsionali  trend consumi  piano di produzione  richieste di capitale  piano consegne
 nuovi canali commer.  capacità produttiva  liquidità  addetti magazzino
 politiche di prezzo  investimenti  tassi e cambi  capacità stoccaggio
 effetto promozioni  manodopera  profitti e perdite  capacità movimentaz.
 obiettivi di vendita  costo materiali

Livello di
 articolo, famiglia  SKU, articolo  totaleazienda,  SKU
aggregazione
divisione, famiglia

Periodo e  annuale,con  1-6 mesi / 1-5 anni  annuale,con  1-4 settimane /1-2 anni
orizzonte di aggiornamento con aggiornamento aggiornamento con aggiornamento
riferimento mensile, trimestrale settimanale/mensile mensile, trimestrale settimanale/giornaliero

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 LIVELLI DI AGGREGAZIONE

THE COCA COLA COMPANY Per prodotti. Serve


a dimensionare la
cap. produttiva
degli stabilimenti

PRODOTTI … FANTA COCA-COLA SPRITE


Per varianti. Serve
a pianificare
acquisti di MP e
VARIANTI ... LIGHT CLASSIC DIET CHERRY produzione.

Per articoli. Serve


a pianificare le
ARTICOLI VETRO PET PET LATTINA attività di
... 0,33l
1l 0,5l 1,5l imbottigliamento

Per SKU. Serve a


pianificare le
SKU ... L33x6Z7 L33x4AZ4 L33x24Z1 scorte e la
distribuzione
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 COME PREVEDERE Domande per la scelta del metodo

1. Numero di clienti
 pochi: condivisione piani e informazioni, molti: maggiore affidabilità dei metodi statistici

2. Caratteristiche dei dati


 dati storici a disposizione (ordini, dati POS, bolle, etc.)
 storicità dei dati (almeno 2 anni per stagionalità)
 livello di dettaglio dei dati
 disponibilità di dati / informazioni esterne

3. Numero e tipo di previsioni


 livello di aggregazione, orizzonte di previsione
 numerosità dei codici da prevedere
 numerosità delle combinazioni prodotto/mercato

4. Nuovi prodotti
 cambio codice articolo, assimilazione, variante, novità assoluta

5. Disponibilità di risorse
 persone, sistemi IT, budget
6. Accuratezza richiesta
 identificare le conseguenze / costi derivanti da errate previsioni
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 QUADRO DELLE METODOLOGIE PREVISIONALI

- FORZA DI VENDITA
- PANEL DI ESPERTI / METODO DELPHI
METODI QUALITATIVI
E A BASE SOGGETTIVA: - SCENARI FUTURI / ANALOGIE
- INDAGINI DI MERCATO, TEST E SONDAGGI

METODI CAUSALI BASATI - REGRESSIONE (lineare, quadratica,multipla,...)


SU CORRELAZIONE : - ECONOMETRICI / INPUT-OUTPUT

- MEDIE MOBILI (semplice, ponderata,..)


TECNICHE ESTRAPOLATIVE - SMORZAMENTO ESPONENZIALE (Winters...)
DELLE SERIE STORICHE : - DECOMPOSIZIONE / PROIEZIONE TREND
- ARIMA (Box Jenkins)

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 METODI QUALITATIVI E A BASE SOGGETTIVA

Il Marketing deve poter influenzare o modificare le proiezioni proposte, in base


alla conoscenza che esso ha dell'andamento futuro:
– delle iniziative cliente
– delle promozioni programmate
– previsione di acquisizione di un ordine cliente di grosse dimensioni
– scadenze legate ad iniziative cliente
– modifica delle scadenze legate a budget
– variazioni dell'andamento macroeconomico
e comunque di tutte quelle informazioni che possono influenzare i volumi ed il
mix di vendita nel medio termine.

Tale modalità di previsione permette al Marketing di focalizzare la propria


Market
Market attenzione sul miglioramento della qualità delle previsioni aggiungendovi
Intelligence
Intelligence
il valore derivante dalla proprie specifiche conoscenze sulle vendite future

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 METODI CAUSALI BASATI SU CORRELAZIONE

Sales data
I metodi causali aiutano a capire
FATTORI CHE INFLUENZANO LA DOMANDA

quali sono i fattori rilevanti e quale


Price, Promotion
è la relazione con le vendite
Service Level
Quality
Company Demand
Budget
180

Consumer perception 150

Demographics
120

Competition
Marketplace Innovation 90

Random Factors 60

30

Regulation Time
Economy
Business Cycle DB
Legami
Environment Weather conditions causa/effetto

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 TECNICHE QUANTITATIVE BASATE SU SERIE STORICHE

 AMBITO : pianificazione integrata (gestione delle scorte, pianificazione


della distribuzione, programmazione della produzione, etc.)
 LIVELLO DI DETTAGLIO : codice articolo, SKU, famiglia merceologica
 ORIZZONTE PREVISIONALE : breve-brevissimo periodo (1-6 mesi)
 DATI STORICI : - riferiti alle vendite settimanali/mensili/bimestrali …
- sono disponibili almeno 2 anni di storia (per stagionalità)
- domanda di tipo continuativo e prevedibile
(coefficiente di variazione : σ/DM)

 ASSUNZIONE : il futuro sarà come il passato

Previsioni
Estrapolazione delle sole componenti prevedibili (trend e stagionalità) &
Accuratezza
NB : le previsioni sono erratiche per definizione
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 COME PREVEDERE Utilizzo congiunto delle metodologie

Metodi Causali Tecniche Estrapolative


DB
base demand forecast tunnel
Domanda

P1 P2 P3 P4 …

effetti
cause
base
a b forecast

DB
Metodi Qualitativi eventi

 info mercato
 piani MKTG Market Consensus
Consensus
 ordini esistenti intelligence forecast
forecast group
group
 etc.

Forecast & Accuracy


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 LE “3C” DELL’INTEGRAZIONE FUNZIONALE

 “comunicazione” se sussiste un semplice scambio di informazioni più o meno


strutturato tra i diversi attori che collaborano al processo previsionale;
(↓ : news alla macchina del caffè , ↑ : data & info sharing)

 “coordinamento” se sono presenti incontri formalizzati e pianificati ossia un


gruppo di lavoro o un comitato che si riunisce periodicamente;
(↓ : incontri spot , ↑ : gruppo di lavoro ben definito che si riunisce settimanalmente)

 “collaborazione” se è presente un’interazione di più alto livello tra le parti che


si manifesta attraverso lo sviluppo “in team” delle previsioni e degli obiettivi
condivisi che ne guidano la redazione, secondo un approccio consensuale
(↓ : previsioni seguono gli obiettivi del singolo, ↑ : KPI di accuracy condiviso)

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Gestione della Produzione Industriale 2

 COME PREVEDERE Organizzazione processo previsionale

PRODUZIONE & 1.
1. MODELLO
MODELLO INDIPENDENTE
INDIPENDENTE
FINANZA LOGISTICA
 Ogni
Ogni funzione
funzione sviluppa
sviluppa un
un proprio
proprio forecast
forecast
ad
ad uso
uso interno
interno sulle
sulle proprie
proprie esigenze
esigenze
 Assoluta
Assoluta inconsistenza
inconsistenza tra
tra ii vari
vari forecast
forecast
 Nessun
Nessun coordinamento
coordinamento tra
tra le
le funzioni
funzioni
 Nessuna
Nessuna condivisione
condivisione informazioni
informazioni
MARKETING
VENDITE  Basse
Basse prestazioni
prestazioni previsionali
previsionali

FINANZA 2.
2. MODELLO
MODELLO CONCENTRATO
CONCENTRATO
 Una
Una sola
sola funzione
funzione sviluppa
sviluppa le
le previsioni
previsioni per
per
tutta
tutta le
le altre
altre (es.
(es. Marketing,
Marketing, Logistica)
Logistica)
PRODUZIONE &  Naturale
Naturale distorsione
distorsione del
del forecast
forecast (ownership)
(ownership)
LOGISTICA
 Coordinamento
Coordinamento limitato
limitato ee formale
formale
MARKETING
VENDITE  Inefficiente
Inefficiente utilizzo
utilizzo delle
delle informazioni
informazioni
 Basse
Basse prestazioni
prestazioni (soprattutto
(soprattutto per
per le
le
funzioni-cliente)
funzioni-cliente)

21

 COME PREVEDERE Organizzazione processo previsionale

PRODUZIONE &
3.
3. MODELLO
MODELLO NEGOZIATO
NEGOZIATO
LOGISTICA
FINANZA  Ciascuna
Ciascuna funzione
funzione genera
genera un
un proprio
proprio forecast
forecast ee
partecipa
partecipa alla
alla “negoziazione”
“negoziazione” del
del final
final forecast
forecast
 Coordinamento
Coordinamento ampio
ampio ee strutturato
strutturato (nel
(nel corso
corso
di
di riunioni
riunioni formali)
formali)
 Flusso
Flusso informativo
informativo non
non ottimizzato
ottimizzato ee presenza
presenza
MARKETING di
di possibili
possibili conflittualità
conflittualità (non
(non collaborativo)
collaborativo)
VENDITE
 Miglioramento
Miglioramento delle
delle prestazioni
prestazioni

4.
4. MODELLO
MODELLO CONSENSUALE
CONSENSUALE
PRODUZIONE &
LOGISTICA
 Esiste
Esiste un
un “comitato
“comitato per
per le
le previsioni”,
previsioni”, con
con
rappresentanti
rappresentanti di
di ciascuna
ciascuna area
area funzionale
funzionale
FINANZA
 Logica
Logica del
del “consensus
“consensus forecast”:
forecast”: le
le informazioni
informazioni
Consensus
Consensus dalle
dalle diverse
diverse aree
aree confluiscono
confluiscono nella
nella previsione
previsione
forecast
forecast group
group  Coordinamento,
Coordinamento, Collaborazione,
Collaborazione,
VENDITE Comunicazione
Comunicazione (3C)
(3C)
 Massima
Massima condivisione
condivisione delle
delle informazioni
informazioni
MARKETING
 Elevato
Elevato assorbimento
assorbimento di
di risorse
risorse
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Gestione della Produzione Industriale 2

 GLI APPROCCI ORGANIZZATIVI

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 RICERCA DEMAND PLANNING AILOG

IL PROCESSO DI PIANIFICAZIONE
DELLA DOMANDA

“Il processo di Demand Planning nelle aziende italiane:


i risultati della Ricerca Ailog – LIUC”
LIUC”

Fabrizio Dallari
Direttore del Centro di Ricerca sulla Logistica Centro
Centro
Università Carlo Cattaneo – LIUC di
di Ricerca
Ricerca
sulla
sulla Logistica
Logistica
Coordinatore Gruppo di Lavoro Ailog “Demand Planning”
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Prof. Fabrizio Dallari – LIUC 12


Gestione della Produzione Industriale 2

 Classificazione delle logiche previsionali

INDIPENDENTE CONCENTRATA

Previsione Previsione Comunicazione

Funzione Funzione
Funzione 22
Funzione 11
Coordinamento
Previsione
Funzione
Funzione 11 Funzione
Funzione 22

Collaborazione
Completa
Completa sconnessione
sconnessione Presenza
Presenza distorsione
distorsione aa
Previsione
tra
tra gli
gli attori
attori del
del causa
causa dell’unicità
Previsione dell’unicità del
del
processo
processo previsionale
Funzione 33previsionale
punto
punto di
di vista
vista
Funzione Funzione
Funzione 44 0% 47%
Funzione
Funzione 33 Funzione
Funzione 44

Previsione Previsione

NEGOZIATA CONSENSUALE

Funzione
Funzione 11 Funzione
Funzione 22
Funzione
Funzione 11 Funzione
Funzione 22

27% 26%
Le
Le diverse
Previsionediverse previsioni
previsioni
Previsione
Approccio
Approccio ottimale,
ottimale,
Team interfunzionale
generate
preliminare
generate oggetto
oggetto
Gruppo
Gruppo
lavoro
di
di di
di
preliminare tuttavia
tuttavia necessita
necessita di di
lavoro
interazioni
Previsione (conflittuali)
interazioni (conflittuali)
Previsione
Comunicazione
molte
molte
Funzione
Funzione 33 risorse
risorse
Funzione
Funzione 44
preliminare preliminare

Funzione
Funzione 33 Funzione
Funzione 44 Coordinamento

Previsione Previsione
Collaborazione
25

 Il background: la prima fase della ricerca


FASE 1  Timing : aprile ‘04 – marzo ’05
Ricerca
Ricerca Bibliografica
Bibliografica su
su Consultazione
Consultazione esperti
esperti ee
processo
processo di
di SF&DP
SF&DP fornitori
fornitori di
di sistemi
sistemi IT
IT  Obiettivo: comprendere la situazione “as-is”
delle practice previsionali, secondo il
modello di Mentzer

Questionario
Questionario  Focus:
1. integrazione funzionale
2. approccio e metodi
3. sistemi IT
4. misura performance

 Ambito: vari settori industriali


1.
1. Indagine
Indagine on
on site
site (20)
(20) 2.
2. Indagine
Indagine telefono
telefono (60)
(60)
 Risultati (1): score da 1 a 4 per ciascuna delle
Benchmarking Results Survey Results 4 dimensioni investigate con interviste dirette
1.
4
3
2
1  Risultati (2): ripartizione % tra le risposte
4. 0 2.
fornite al questionario a risposte multiple
3.
somministrato via call center della rivista
“Logistica”

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Gestione della Produzione Industriale 2

 Prima fase: i risultati (1)


1. Integrazione
1. Integrazione
funzionale
funzionale
3,96
3,96
4 4 3,93
3,93
3 3
2 2

FMCG 2
FMCG 1

4. Misura 2,95 1 4. Misura 1


2,95 2. Approccio 2,85
2,85 2. Approccio
delle delle
0 al problema 0 al problema
prestazioni 2,73
2,73 prestazioni 1,57
previsionale 1,57 previsionale

1,85
1,85
2,90
2,90
3. Sistemi IT 3. Sistemi IT
e applicativi e applicativi

1. Integrazione 1. Integrazione
funzionale funzionale
4 4
3,10
3,10
3 3
2,05
2,05
2 2

FMCG 4
FMCG 3

4. Misura 1
4. Misura 2,25
1 2. Approccio 3,20 2. Approccio
2,25 delle 3,20
delle 0 al problema prestazioni 0 al problema
prestazioni 1,80 1,95
1,95 previsionale
1,80 previsionale

1,75
1,75

3,15
3,15
3. Sistemi IT
3. Sistemi IT
e applicativi
e applicativi

27

 Prima fase: i risultati (2)


Quali funzioni sono coinvolte nel processo previsionale? Quali modelli previsionali vengono adottati ?

100% 80%
86% 64%
80% 73% 60%
% risposte
% risposte

60%
40%
39%
40%
29% 20%
24%
20% 10% 10%
20% 14% 15% 7%
3%
0% 0%
Sales Marketing Production Logistics Finance Purchase Other Qualitative Naive Time Regressive Other Don't know
series

Quali sistemi IT sono utilizzati per generare le previsioni ? Su quali aspetti si valuta l’impatto della forecast accuracy ?

60% 80%
53% 71%
50% 59%
42% 60% 55%
40%
43%
% risposte
% risposte

30% 40%

20% 15%
20%
10% 9%
2% 2%
0% 0%
General purpose Self-developed or Sales Don't know Customer Invent. Stockout Production Other Don't know
(e.g. Excel) customized Forecasting
tool service holding costs costs
level costs
28

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Gestione della Produzione Industriale 2

 Analisi comparativa dei processi di SF & DP


 Timing : aprile ‘05 – ottobre ‘06

 Obiettivo: mappatura e caratterizzazione del


processo di SF&DP (funzioni, ruoli, processi e
prassi)
Questionario
Questionario
 Focus: a) caratteristiche azienda e filiera
b) organizzazione del processo DP
c) metodi, sistemi IT e forecast accuracy

1.
1. Indagine
Indagine on-site
on-site (35)
(35)  Ambito: Pharma, Beverage, CPG

2.
2. Condivisione
Condivisione risultati
risultati

Focus
Focus Group
Group Focus
Focus Group
Group Focus
Focus Group
Group Focus
Focus Group
Group
Pharma
Pharma Beverage
Beverage CPG
CPG non-food
non-food CPG
CPG Food
Food

29

 Aziende coinvolte
Beverage Pharma CPG non food CPG food (secco) CPG food (fresco)

30

Prof. Fabrizio Dallari – LIUC 15


Gestione della Produzione Industriale 2

 Metodologia di ricerca
Contesto
a) Contesto

filiera
aziendale

Focus Group
di filiera
aziendale

Beverage
ee di
a)

Focus Group
Organizzazione

Pharma
b) Organizzazione
processo
ee processo

35
35 schede
schede
aziendali
aziendali
(anonime)
(anonime)

Focus Group
b)

CPG non food


sistemi
Metodi, sistemi
prestazioni
ee prestazioni
c) Metodi,

Focus Group
CPG food
c)

31

 Le sezioni della ricerca Ailog & C-log

 Peculiarità settore  Incidenza nuovi prodotti  Allocazione produzione


Contesto
a) Contesto

filiera
aziendale
di filiera
aziendale

 Numero articoli  Incidenza promozioni  Quota produzione MTS


 Classi merceologiche  Incidenza stagionalità  Numero clienti
ee di
a)

 Classificazione ABC  Incidenza azioni competitor  Canali distributivi


Organizzazione
b) Organizzazione

 Organigramma aziendale  Numero di planner


processo
ee processo

 Descrizione processo di DP  Persone coinvolte nel processo


 Frequenza dei forecast meeting  Skill del personale DP
 Coordinamento intercompany  Commitment del top management
b) sistemi
Metodi, sistemi
prestazioni
ee prestazioni

 Livello di dettaglio delle previsioni  SW utilizzato  Indicatore utilizzato


 Tipo dati storici utilizzati  Collaborazione con i clienti  Impatti accuracy su
c) Metodi,

costi/KPI
 Top down vs. bottom up  Integrazione tra DP e ERP
 Soddisfazione processo
 Legame tra budget e previsione  Livello di forecast accuracy
c)

 Priorità di intervento

32

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Gestione della Produzione Industriale 2

 Contesto aziendale e di filiera


Le aziende intervistate hanno così quantificato le determinanti della domanda: = valori medi
= lower bound
upper bound
26%
= valori medi
Stagionalità
Stagionalità 22/35 ??
Contesto
a) Contesto

filiera
aziendale
di filiera
aziendale
ee di

17% 77 Temperatura
a)

14%

11% 11%
55 55
9%
6% 6%
Organizzazione
Organizzazione

55
processo

66
ee processo

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
Festività
Festività

Promozioni
Promozioni 20%
18/35
17%

14%
11%
sistemi
Metodi, sistemi
prestazioni
ee prestazioni

9% 9% 9%

6% 6%
Metodi,

Solo OTC

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
33

 Contesto aziendale e di filiera = valori medi


= lower bound
upper bound
29%
19/35 Nuovi
Nuovi
?? = valori medi
26%
prodotti
Contesto

prodotti
a) Contesto

filiera
aziendale
di filiera
aziendale
ee di
a)

14%
11%
9%
Stime qualitative
6%
fatte dal MKTG
3% 3%
Organizzazione
Organizzazione
processo
ee processo

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

46%
22/35 Azioni
Azioni
competitors
competitors

22
17%
sistemi
Metodi, sistemi
prestazioni
ee prestazioni

11 44
11%
9% Info disponibili
Metodi,

6% 6% 6% 33 33 solo EX-
EX-POST

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
34

Prof. Fabrizio Dallari – LIUC 17


Gestione della Produzione Industriale 2

 Organizzazione e processo
Ownership processo Funzioni che partecipano al processo
aziendale
Contesto aziendale

83%
77%
74%
filiera
di filiera

% aziende
Contesto
ee di

66% 34%
31%
26%
23%
Organizzazione
b) Organizzazione
processo
ee processo

Supply Operations Marketing Vendite Finanza Customer


Supply chain Marketing/Vendite chain service

37%
Frequenza degli incontri n° SKU per planner
31%
b)

60% qualità
qualità
% aziende
NON quantità
quantità
% aziende

17%
sistemi
Metodi, sistemi
prestazioni
ee prestazioni

11%
17%
14%
Metodi,

9%
3%

No meeting Settimanale Bi-settimanale Mensile <100 100-200 200-500 500-1000 >1000


35

 Metodi, sistemi e prestazioni


Qualitativi 89%
aziendale
Contesto aziendale
filiera
di filiera

Serie
83%
Contesto

storiche
ee di

Correlazione 23%
Organizzazione
Organizzazione

% aziende
processo
ee processo
sistemi
Metodi, sistemi
prestazioni
ee prestazioni
c) Metodi,
c)

36

Prof. Fabrizio Dallari – LIUC 18


Gestione della Produzione Industriale 2

 Metodi, sistemi e prestazioni


Applicativo e sistemi IT Dati storici
69%
aziendale
Contesto aziendale

31% 31%
filiera
di filiera

% aziende
% aziende

23%
Contesto
ee di

14%

17%

9%
6%

No Foglio Applicativo DP Tools Fatturato/ Ordinato Consegnato Altro


Organizzazione
Organizzazione

elettronico integrato stand alone venduto


processo
ee processo

Accuratezza Valutazione impatti dell'accuratezza

40%  stime, non valutazioni

?
33% 37%
34%  solo alcune voci di costo
% aziende

21%

% aziende
18%
sistemi

17%
Metodi, sistemi

15%
14%
prestazioni
ee prestazioni

12%
c) Metodi,

no <70 70-80 80-90 >=90 Vendite Immobilizzo Costi Extra costi Extra costi
c)

perse scorte obsolescenza logistici produzione

37

 Forecast accuracy
Le diverse formule adottate per il calcolo statistico dell’errore previsionale non consentono
una comparazione precisa tra le forecast accuracy delle aziende intervistate né tra settori
D − PLT − SS n
D −P n 1−
1 − ∑ ωi i i
Pi
PLT ∑D −P i i
i=1 1− i=1

Forecast accuracy Di
40% Beverage

30%
? Pharmaceutical

Grocery non-food

1 n Di ⋅ ci − Pi D − Pm − 3
∑ 1−
% aziende

n i=1 Di ⋅ ci 20%
Pm − 3
10%

n
0%
<70 % 70-80 % 80-90 % >90 %
∑D i − Pi
1 n Di − Pi 1− i=1
∑ ωi P
n i=1
1 Di − Pi

n

∑P
n

i
i n i=1 Di i=1
38

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Gestione della Produzione Industriale 2

 Principali criticità e roadmap evolutiva


 Organizzazione:
ROADMAP EVOLUTIVA
- confusione interpretativa tra processi di SF e DP ⇒
attività parallele o duplicate, ownership parziale  Integrare efficacemente i processi SF e DP
- conflittualità tra commerciale/supply chain  Innescare il “circolo virtuoso” delle 3C e attivare
- ↓ comunicazione, coordinamento e collaborazione sia processi collaborativi con gli attori della filiera
CRITICITÀÀ

cross-functional sia tra attori della filiera (CPFR ?)


PRINCIPALI CRITICIT

 Elevare il commitment a livello individuale


 Metodi: e la sponsorship del top management
- difficoltà a separare promozioni/eventi da baseline
 Utilizzare e “manutenere” correttamente lo
- a volte forecast non è estrapolato statisticamente storico (vendite, ordini, promozioni, eventi,
 Sistemi IT: share, etc.)
- coesistenza di più sistemi per SF e DP (Excel rules)  Sfruttare al meglio le potenzialità degli
- “circolo vizioso” : complessità del tool, non adeguate applicativi e degli strumenti IT
competenze statistiche, mancato trasferimento
conoscenza ⇒ perdita di fiducia e non utilizzo tool
 Misurare e correlare analiticamente l’accuracy
previsionale alle performance e ai costi della SC
 Accuracy:
- non sempre viene misurata
- difficoltà quantificazione impatti su KPI & gap analysis

39

 QUANTO COSTA PREVEDERE ?

L’IMPLEMENTAZIONE DI UN SISTEMA DI PREVISIONE DELLE VENDITE IMPATTA


SULLE RISORSE FINANZIARIE, UMANE E TECNOLOGICHE DELL’AZIENDA

COSTI - analisi, ricerca e acquisizione dati


COSTI DI
DI REPERIMENTO
REPERIMENTO EE
- mantenimento e conservazione DB
CONSERVAZIONE
CONSERVAZIONE DEIDEI DATI
DATI
- traduzione delle informazioni esterne

- analisi della situazione attuale


COSTI
COSTI DI
DI SVILUPPO
SVILUPPO EE - progettazione e parametrizzazione
INSTALLAZIONE
INSTALLAZIONE - hardware & software

- recruiting e formazione personale


COSTI
COSTI DI
DI GESTIONE
GESTIONE EE - analisi e monitoraggio continuo
FUNZIONAMENTO
FUNZIONAMENTO OPERATIVO
OPERATIVO - organizzazione del processo

MA ESISTE UN TRADE-OFF …
40

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Gestione della Produzione Industriale 2

 QUANTO COSTA PREVEDERE ?

VALUTAZIONE DI COSTI vs. BENEFICI


Costo
Costi per previsioni errate
 vendite perse (stock-out)
 scorte elevate (SS ≈ errore previs.)
Costi Totali
 fermi di produzione, elevati set-up
 ritardi nelle consegne (disservizio),
duplicazione costi per back-log

Costi del processo previsionale


regione  reperimento e conservazione dati
ottimale  sviluppo e installazione SW & HW
 personale e organizzazione
+ Accuratezza -
41

 INDICE DEGLI ARGOMENTI TRATTATI

 ruolo delle previsioni nel processo di pianificazione

 metodi causali

 analisi delle serie storiche

 modelli basati sullo smorzamento esponenziale

 fasi del processo di implementazione

 monitoraggio delle previsioni (indicatori dell’errore)

 applicazioni numeriche e casi aziendali


56

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Gestione della Produzione Industriale 2

 TECNICHE QUANTITATIVE BASATE SU SERIE STORICHE

 AMBITO : pianificazione integrata (gestione delle scorte, pianificazione


della distribuzione, pianificazione della produzione, etc.)

 LIVELLO DI DETTAGLIO : codice articolo, SKU, famiglia merceologica


 ORIZZONTE PREVISIONALE : breve-brevissimo periodo (≤ 12 mesi)
 DATI STORICI : - riferiti alle vendite settimanali/mensili/bimestrali …
- sono disponibili almeno 2 anni di storia (per stagionalità)
- domanda di tipo continuativo e prevedibile
(coefficiente di variazione : σ/DM)

 ASSUNZIONE : il futuro sarà come il passato

Previsioni
Estrapolazione delle sole componenti prevedibili (trend e stagionalità) &
Accuratezza

NB : le previsioni sono erratiche per definizione


57

 SIMBOLOGIA ADOTTATA

 DOMANDA EFFETTIVA relativa al periodo t : Dt


 PREVISIONE fatta alla fine del periodo t per il periodo t+m : Pt+m

 ORIZZONTE PREVISIONALE : m

m periodi

t-1 t t+1 t+2 t +m


Tempo
Dt-1 Dt Pt+1 Pt+2 Pt+m

58

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Gestione della Produzione Industriale 2

 COMPONENTI DI UNA SERIE STORICA

Dt : valore della serie storica al tempo t

Tt : componente di tendenza al tempo t

St : componente di stagionalità al tempo t

Ct : componente di ciclicità al tempo t

ε t : fluttuazione casuale al tempo t


t
59

 ANALISI DELLE SERIE STORICHE

Dt = f ( Tt , St , Ct ) + εt
componenti componente
sistematiche aleatoria

PRIMA DI FORMULARE LE PREVISIONI DI VENDITA, È


NECESSARIO ANALIZZARE L’ANDAMENTO PASSATO DELLA
SERIE STORICA PER INDIVIDUARE L’ESISTENZA DI EVENTUALI

COMPONENTI DI
TREND E STAGIONALITÀ
60

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Gestione della Produzione Industriale 2

 ANALISI DELLE SERIE STORICHE

PER IDENTIFICARE LA PRESENZA DI TREND E’ POSSIBILE IMPIEGARE


L’ANALISI DI AUTOCORRELAZIONE (ACF)

500
+1
Dt
400

300

200
rk
100

0
1 3 5 7 9 11 13 15 17 19 21 23 25 27 29 31 33 35 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15

Valori elevati del coefficiente di autocorrelazione per k=1 e k=2 stanno a


significare che dati successivi della serie sono correlati positivamente
61

 ANALISI DELLE SERIE STORICHE

IN ASSENZA DI TREND L’ANALISI DI AUTOCORRELAZIONE CONSENTE DI


VERIFICARE LA STAZIONARIETÀ DELLA SERIE STORICA

300
+1
Dt
200

rk
100

0
1 3 5 7 9 11 13 15 17 19 21 23 25 27 29 31 33 35 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15

Valori modesti del coefficiente di autocorrelazione che assume


valori vicini a zero per scarti temporali (k) superiori a 2 o 3
62

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Gestione della Produzione Industriale 2

 ANALISI DELLE SERIE STORICHE

SE UNA SERIE STORICA E’ STAGIONALE MA POSSIEDE UN TREND MARCATO,


QUEST’ULTIMO PUÒ RISULTARE DOMINANTE NELL’ANALISI ACF,
COMPROMETTENDO LA BONTÀ DELL’ANALISI DELLE SERIE STORICHE

2000
+1
Dt
1500

1000
rk
500

0
1 3 5 7 9 11 13 15 17 19 21 23 25 27 29 31 33 35 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15

E’ necessario ricorrere al metodo delle differenze prime per rendere la


serie stazionaria al fine di rilevarne la componente di stagionalità.

63

 ANALISI DELLE SERIE STORICHE

DEPURAZIONE DELLA COMPONENTE DI TREND


2000

Dt
1500
METODO DELLE DIFFERENZE PRIME

1000 Data una serie di n valori (D1, D2,…


Dt, …Dn) si determina la serie delle
500

differenze prime :
0

1000

D’t D’t = Dt − Dt-1


500

0
1 3 5 7 9 11 13 15 17 19 21 23 25 27 29 31 33 35 Tale serie consta di n-1 valori e
-500
risulta stazionaria se la serie di
partenza presenta un trend lineare
-1000

64

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Gestione della Produzione Industriale 2

 ANALISI DELLE SERIE STORICHE

L’ANALISI DI AUTOCORRELAZIONE SULLA SERIE DELLE DIFFERENZE PRIME


RIVELA L’ESISTENZA DI UNA COMPONENTE STAGIONALE DI PASSO L=6
IN CORRISPONDENZA DI k TALE PER CUI rk E’ MASSIMO

1000
+1
D’t rk
500

0 0
1 3 5 7 9 11 13 15 17 19 21 23 25 27 29 31 33 35

-500

-1000
-1 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19

k
La caratteristica di periodicità della componente stagionale di passo 6 è
inoltre confermata anche dal valore del coefficiente di autocorrelazione
in corrispondenza di scarti temporali multipli di 6 (k=12, 18)
65

 INDICE DEGLI ARGOMENTI TRATTATI

 ruolo delle previsioni nel processo di pianificazione

 analisi delle serie storiche: metodo di decomposizione

 modelli basati sullo smorzamento esponenziale

 fasi del processo di implementazione

 monitoraggio delle previsioni (indicatori dell’errore)

 applicazioni numeriche e casi aziendali

66

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Gestione della Produzione Industriale 2

 ANALISI DELLE SERIE STORICHE

METODO DI DECOMPOSIZIONE

E’ un metodo che consente di identificare


Dt le principali componenti in cui una serie
storica può essere suddivisa
Tt
Richiede in primo luogo di identificare il
modello di rappresentazione della serie
St storica :

Ct additivo : Dt=Tt+St+Ct+εεt

εt
t moltiplicativo : Dt=Tt ⋅ St ⋅ Ct ⋅ εt

67

 ANALISI DELLE SERIE STORICHE Decomposizione

Il metodo prevede di scorporare una alla volta le principali componenti


della serie storica mediante la seguente procedura (modello moltiplicativo):

1. determinazione della componente congiunta di trend e ciclicità mediante


il calcolo della media mobile MMt :

Tt ⋅ Ct ≈ MMt

2. determinazione della componente stagionale attraverso il calcolo dei


coefficienti di stagionalità :
Dt Dt
St ⋅ ε t = ≈
Tt ⋅ Ct MMt

3. depurazione dalla componente di stagionalità dell’effetto delle fluttuazioni


casuali εt come media dei valori St ⋅ εt sulle diverse stagioni

68

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Gestione della Produzione Industriale 2

 ANALISI DELLE SERIE STORICHE Decomposizione

4. destagionalizzazione della serie storica ottenuta dividendo ciascun valore


della serie per il corrispondente coefficiente stagionale :
Dt
= Tt ⋅ Ct ⋅ εt
St
5. determinazione della componente di tendenza attraverso l'identificazione
di una curva di regressione (ad esempio lineare) dei valori destagionalizzati
della serie in funzione del tempo:
Tt = a + b ⋅ t

6. determinazione dei fattori ciclici attraverso la rimozione dalla serie storica


delle componenti di stagionalità e casualità (mediante la media mobile) e
della componente di tendenza (mediante la regressione):
MMt
Ct =
Tt
69

 ANALISI DELLE SERIE STORICHE Decomposizione

Esempio : applicare il metodo di decomposizione alle vendite trimestrali di


videoregistratori riportati in tabella (si assuma un modello moltiplicativo)

Anno Trim. Dt
1000
1995 I 570
II 500
III 700
750
IV 740
1996 I 670
II 610
500
III 770
IV 830
1997 I 700
II 650 250
III 740
IV 770
1998 I 720 0
II 680 I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV
III 900
IV 930 1995 1996 1997 1998

70

Prof. Fabrizio Dallari – LIUC 28


Gestione della Produzione Industriale 2

 ANALISI DELLE SERIE STORICHE Decomposizione

1. Si applica una media mobile centrata di ordine k=4 (per filtrare


l’eventuale stagionalità su base annuale)

Anno Trim. Dt MM t (4) MM t (2)


1000
1995 I 570
II 500 627,5
III 700 652,5 640,0
750
IV 740 680,0 666,3
1996 I 670 697,5 688,8
II 610 720,0 708,8
500
III 770 727,5 723,8
IV 830 737,5 732,5
1997 I 700 730,0 733,8
250
II 650 715,0 722,5
III 740 720,0 717,5
IV 770 727,5 723,8 0
1998 I 720 767,5 747,5
I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV
II 680 807,5 787,5
III 900 1995 1996 1997 1998
IV 930

71

 ANALISI DELLE SERIE STORICHE Decomposizione

2/3. Si determinano i coefficienti di stagionalità per ogni trimestre (valori


medi per eliminare la componente irregolare)

Anno Trim. Dt MM t D t / MM t Trim. St


1995 I 570 I 0,963
II 500 II 0,875
III 700 640,0 1,094 III 1,063
IV 740 666,3 1,111 IV 1,103
1996 I 670 688,8 0,973 Σ= 4
II 610 708,8 0,861
III 770 723,8 1,064 1,2

IV 830 732,5 1,133 St


1997 I 700 733,8 0,954 1,1
II 650 722,5 0,900
III 740 717,5 1,031
1,0
IV 770 723,8 1,064
1998 I 720 747,5 0,963
II 680 787,5 0,863 0,9

III 900
IV 930 0,8

I II III IV

72

Prof. Fabrizio Dallari – LIUC 29


Gestione della Produzione Industriale 2

 ANALISI DELLE SERIE STORICHE Decomposizione

4. Si ricava la serie dei valori di domanda destagionalizzati

Anno Trim. Dt St D t/ St
1995 I 570 0,963 592
II 500 0,875 572 1000
III 700 1,063 659
IV 740 1,103 671
750
1996 I 670 0,963 696
II 610 0,875 697
III 770 1,063 724 500
IV 830 1,103 753
1997 I 700 0,963 727
II 650 0,875 743 250
III 740 1,063 696
IV 770 1,103 698
1998 I 720 0,963 747 0
II 680 0,875 777 I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV
III 900 1,063 847 1995 1996 1997 1998
IV 930 1,103 843

73

 ANALISI DELLE SERIE STORICHE Decomposizione

5. Si determina la retta di regressione sui dati di domanda destagionalizzati

Anno Trim. D t/ St Tt =a + b t
1995 I 592 612
II 572 625 1000
III 659 639
IV 671 653
1996 I 696 667 750
II 697 681
III 724 694
IV 753 708 500
1997 I 727 722
II 743 736
III 696 750 250
IV 698 763
1998 I 747 777
II 777 791 0
III 847 805 I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV
IV 843 819
1995 1996 1997 1998
a : 598
b : 13,8

74

Prof. Fabrizio Dallari – LIUC 30


Gestione della Produzione Industriale 2

 ANALISI DELLE SERIE STORICHE Decomposizione

6. Infine si valuta la componente dovuta ad andamenti congiunturali ciclici


(sovra-annuali)

Anno Trim. MM t Tt =a + b t Ct = MMt / Tt


1995 I 612
II 625
III 640,0 639 1,001
IV 666,3 653 1,020
1996 I 688,8 667 1,033
II 708,8 681 1,041
III 723,8 694 1,042
IV 732,5 708 1,034
1997 I 733,8 722 1,016
II 722,5 736 0,982
III 717,5 750 0,957
IV 723,8 763 0,948
1998 I 747,5 777 0,962
II 787,5 791 0,995
III 805
IV 819

75

 SMORZAMENTO ESPONENZIALE Modello di Holt

2. Infine si calcolano le previsioni mese per mese (m=1) per tutti i bimestri
a disposizione e successivamente (dal 6° bimestre del 1998) si
formulano le previsioni per il futuro (m=1, 2, 3, 4, ...)
Anno Bim. Dt Mt Tt Pt
2002 1 97 90 5
200
2 107 99 6,8 95
3 125 111 9,7 105
4 140 127 12,6 121
5 132 137 11,5 139
150
6 161 152 13,4 149
2003 1 154 162 11,6 166
2 157 169 9,1 174
3 175 177 8,7 178
100
4 166 180 5,7 186
5 169 181 3,2 185
6 188 185 3,9 184
m=1 189
50
m=2 193
1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6 1 2 3 4
m=3 197
2002 2003 2004
m=4 200

76

Prof. Fabrizio Dallari – LIUC 31


Gestione della Produzione Industriale 2

 SMORZAMENTO ESPONENZIALE Modello di Holt

α=0,3 γ=0,5 α=0,3 γ=0,3


200 200

150 150

100 100

50
50
1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6
1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6

α=0,1 γ=0,3 α=0,3 γ=0,1


200 200

150 150

100 100

50 50
1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6
1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6

77

 INDICE DEGLI ARGOMENTI TRATTATI

 ruolo delle previsioni nel processo di pianificazione

 analisi delle serie storiche: stagionalità

 modelli basati sullo smorzamento esponenziale

 fasi del processo di implementazione

 monitoraggio delle previsioni (indicatori dell’errore)

 applicazioni numeriche e casi aziendali

78

Prof. Fabrizio Dallari – LIUC 32


Gestione della Produzione Industriale 2

 SMORZAMENTO ESPONENZIALE Modello di Brown

DATA LA SERIE STORICA DI VALORI DELLA DOMANDA D1, D2, … , Dt


LA PREVISIONE PER IL PERIODO t+1 VALE :

P t+1 = α . D t + (1-α) . P t

α : COEFFICIENTE DI SMORZAMENTO (0 ≤ α ≤ 1)

LA PREVISIONE E’ OTTENUTA DALLA MEDIA PONDERATA TRA


IL VALORE ATTUALE Dt E LA PREVISIONE PRECEDENTE Pt
79

 SMORZAMENTO ESPONENZIALE Coefficiente di smorzamento

10

9 Risposta del modello di


0,5 0,3
8
smorzamento esponenziale a
IMPULSE 7 0,1
6
segnali tipici in funzione del
5 coefficiente di smorzamento
4
0 1 2 3 4 5 6 7 8

10 0,5
9 0,3
8
0,1
STEP 7

4
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

9
0,5
8
0,3
Il ritardo nella risposta del
RAMP 7 modello semplice in presenza
6 0,1 di una componente di trend :
E=T/α
5

4
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

80

Prof. Fabrizio Dallari – LIUC 33


Gestione della Produzione Industriale 2

 SMORZAMENTO ESPONENZIALE Modello di Holt

AL TERMINE DEL PERIODO t E’ POSSIBILE CALCOLARE LA PREVISIONE PER IL

GENERICO PERIODO FUTURO t+m :

Pt + m = M t + m ⋅ Tt

m : ORIZZONTE DI PREVISIONE

LA PREVISIONE E’ OTTENUTA A PARTIRE DAL VALORE DELLA MEDIA


SMORZATA Mt , CORRETTA MEDIANTE IL TREND SMORZATO Tt
ED IL RELATIVO ORIZZONTE PREVISIONALE m

81

 SMORZAMENTO ESPONENZIALE Modello di Holt

AL TERMINE DEL PERIODO t, DISPONENDO DEL NUOVO DATO DI


DOMANDA, SI AGGIORNANO I VALORI DI MEDIA E TREND SMORZATO:

Media : M t = α ⋅ D t + (1 − α ) ⋅ (M t −1 + Tt −1 )
Trend : Tt = γ ⋅ (M t − M t −1 ) + (1 − γ ) ⋅ Tt −1

α,γ : COEFFICIENTI DI SMORZAMENTO (0 ≤ α, γ ≤ 1)

LE RELAZIONI DI AGGIORNAMENTO DELLA MEDIA E DEL TREND


SEGUONO IL PRINCIPIO DELLO SMORZAMENTO ESPONENZIALE

82

Prof. Fabrizio Dallari – LIUC 34


Gestione della Produzione Industriale 2

 SMORZAMENTO ESPONENZIALE Modello di Holt

 Il modello di Holt si applica in presenza di trend e per domande


non stagionali (o preventivamente destagionalizzate)

richiede 3 dati f (D t , M t-1 , T t-1 )


 La previsione Pt+m
contiene tutti i dati storici (Dt , Dt-1 , …, D1)
ponderati con valori decrescenti

 I valori di α e γ condizionano la reattività del modello previsionale

 All’aumentare di m diminuisce l’accuratezza delle previsioni


 In alternativa è possibile attenuare la componente di trend
proiettata nel futuro mediante un parametro Φ [0 ;1]
83

 SMORZAMENTO ESPONENZIALE Modello di Holt

Esempio : applicare il modello di Holt alla serie storica degli ordini


bimestrali riportati nella tabella sottostante

Anno Bim. Dt 200

2002 1 97
2 107
3 125
150
4 140
5 132
6 161
2003 1 154 100

2 157
3 175
4 166
50
5 169
1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6
6 188
2002 2003

84

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Gestione della Produzione Industriale 2

 SMORZAMENTO ESPONENZIALE Modello di Holt

1. Assumendo i valori iniziali M1=90 e T1=5 si procede ad aggiornare bimestre


per bimestre i valori di Mt e Tt (si assumano inizialmente α=0,3 e γ=0,5)

Anno Bim. Dt Mt Tt
2002 1 97 90 5
2 107 99 6,8
3 125 111 9,7
4 140 127 12,6
5 132 137 11,5

6 161 152 13,4


2003 1 154 162 11,6
2 157 169 9,1
3 175 177 8,7
4 166 180 5,7
5 169 181 3,2
6 188 185 3,9

85

 SMORZAMENTO ESPONENZIALE Modello di Holt

2. Infine si calcolano le previsioni mese per mese (m=1) per tutti i bimestri
a disposizione e successivamente (dal 6° bimestre del 1998) si
formulano le previsioni per il futuro (m=1, 2, 3, 4, ...)
Anno Bim. Dt Mt Tt Pt
2002 1 97 90 5
200
2 107 99 6,8 95
3 125 111 9,7 105
4 140 127 12,6 121
5 132 137 11,5 139
150
6 161 152 13,4 149
2003 1 154 162 11,6 166
2 157 169 9,1 174
3 175 177 8,7 178
100
4 166 180 5,7 186
5 169 181 3,2 185
6 188 185 3,9 184
m=1 189
50
m=2 193
1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6 1 2 3 4
m=3 197
2002 2003 2004
m=4 200

86

Prof. Fabrizio Dallari – LIUC 36


Gestione della Produzione Industriale 2

 SMORZAMENTO ESPONENZIALE Modello di Holt

α=0,3 γ=0,5 α=0,3 γ=0,3


200 200

150 150

100 100

50
50
1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6
1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6

α=0,1 γ=0,3 α=0,3 γ=0,1


200 200

150 150

100 100

50 50
1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6
1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6

87

 SMORZAMENTO ESPONENZIALE Modello di Winters

AL TERMINE DEL PERIODO t E’ POSSIBILE CALCOLARE LA PREVISIONE PER IL

GENERICO PERIODO FUTURO t+m :

Pt + m = (M t + m ⋅ Tt ) ⋅ St − L + m

m : ORIZZONTE DI PREVISIONE

LA PREVISIONE E’ OTTENUTA A PARTIRE DAL VALORE DELLA MEDIA


SMORZATA Mt , CORRETTA MEDIANTE IL TREND SMORZATO Tt
ED IL RELATIVO ORIZZONTE PREVISIONALE m

88

Prof. Fabrizio Dallari – LIUC 37


Gestione della Produzione Industriale 2

 SMORZAMENTO ESPONENZIALE Modello di Winters

AL TERMINE DEL PERIODO t SI AGGIORNANO I VALORI


SMORZATI DELLA MEDIA, TREND, STAGIONALITA' :

+ (1 − α ) ⋅ (M t −1 + Tt −1 )
Dt
Media : Mt = α⋅
St−L
Trend : Tt = γ ⋅ (M t − M t − 1 ) + (1 − γ ) ⋅ Tt −1

+ (1 − β ) ⋅ S t − L
Dt
Stagionalità : St = β ⋅
Mt
89

 SMORZAMENTO ESPONENZIALE Modello di Winters

 Il modello di Winters si applica direttamente ai dati della serie


storica della domanda, in presenza di trend e di stagionalità

richiede 4 dati f (D t , M t-1 , T t-1 , S t+m-L )

 La previsione Pt+m
contiene tutti i dati storici (Dt , Dt-1 , …, D1)
ponderati con valori decrescenti

 I valori di α, β, γ condizionano la reattività del modello

 All’aumentare di m diminuisce l’accuratezza delle previsioni

90

Prof. Fabrizio Dallari – LIUC 38


Gestione della Produzione Industriale 2

 SMORZAMENTO ESPONENZIALE Modello di Winters

D : domanda
M : valor medio

Dt-3

Dt-4
Mt+mTt
Mt
Mt-1
Dt-2
Mt-2
Dt-1

Dt

… t-4 t-3 t-2 t-1 t t+1 t+2 t+3

91

 INDICE DEGLI ARGOMENTI TRATTATI

 ruolo delle previsioni nel processo di pianificazione

 analisi delle serie storiche: stagionalità

 modelli basati sullo smorzamento esponenziale

 fasi del processo di implementazione

 monitoraggio delle previsioni (indicatori dell’errore)

 applicazioni numeriche e casi aziendali

92

Prof. Fabrizio Dallari – LIUC 39


Gestione della Produzione Industriale 2

 SCHEMA GENERALE DI IMPLEMENTAZIONE

FASE
FASE00 FASE
FASE11 Almeno 2 anni se la
Depurazione
Depurazionedei deidati
dati Inizializzazione
Inizializzazionedelle
delle domanda è stagionale
storici
storicidi
divendita
vendita tecniche
tecnicheprevisionali
previsionali (ovvero 2 cicli di
stagionalità)

FASE 2
Adattamento delle tecniche previsionali
Simulazione
Simulazionedella
della 1 anno
previsione
previsionesui
suidati
datistorici
storici (ovvero un ciclo di
stagionalità)
Scelta
Sceltadei
deiparametri
parametri Analisi
Analisidegli
degli
di
difunzionamento
funzionamento scostamenti
scostamentirilevati
rilevati

FASE
FASE 33
Previsione
Previsione della
della domanda
domanda 6 mesi - 1 anno
per
per ilil futuro
futuro

93

 IMPLEMENTAZIONE Fase 0. Depurazione dati

QUALSIASI MODELLO DI ESTRAPOLAZIONE DELLE SERIE STORICHE


PROIETTA NEL FUTURO UNA PREVISIONE CHE E’ BASATA SULLE SOLE
COMPONENTI PREVEDIBILI ⇒ NECESSITÀ DI DEPURARE LA SERIE DEI DATI

Informazioni e Sistema
Previsioni
dati storici previsionale

 La qualità dei risultati previsionali dipende dalla qualità dei dati di input
(GI-GO : Garbage In - Garbage Out)

 Qualsiasi sia il modello statistico utilizzato, ad un dato errato o non


coerente corrisponderà sempre una previsione poco accurata

94

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Gestione della Produzione Industriale 2

 IMPLEMENTAZIONE Fase 1. Inizializzazione

E’ NECESSARIO DEFINIRE I VALORI INIZIALI DELLE RELAZIONI


RICORSIVE DEI MODELLI DI BROWN, HOLT E WINTERS :

Brown (1) : P t+1 = α ⋅Dt + (1 − α ) ⋅ P t

Holt (2) : Mt = α ⋅Dt + (1 − α ) ⋅ ( M t −1 + Tt −1 )

Dt
Winters (3) : Mt = α ⋅ + (1 − α ) ⋅( M t −1 + Tt −1 )
S t −L

95

 IMPLEMENTAZIONE Fase 1. Inizializzazione

ESEMPIO : data una serie storica mensile e stagionale, si calcolano i valori iniziali
di media, trend e stagionalità sui dati storici dei primi 2 anni a consuntivo
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
2001 106 130 157 121 190 240 180 23 230 315 447 586
2002 437 402 620 403 488 566 430 52 489 764 724 995
1000

2001 2002 2003


800

600

400
?
200

0
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 241 2 3 … t
t=0
96

Prof. Fabrizio Dallari – LIUC 41


Gestione della Produzione Industriale 2

 IMPLEMENTAZIONE Fase 1. Inizializzazione

METODO ANALITICO
1000

2001 2002 2003


800

600

400
?
200

0
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 1 2 3 … t
M(t=0)
Media 2001 Media 2002
T(t=0)
227 530
S(t=0),i
97

 IMPLEMENTAZIONE Fase 1. Inizializzazione

METODO ANALITICO

M02 − M01 530 − 227


trend iniziale : T(t=0)= = =25,2
12 12

12
media iniziale : M(t=0)= M02 + T = 530 + 6 ·25,2 =680
2 (t=0)

Dgen,01 Dgen,02 106 437


+ +
M01 M02 227 530
stagionalità iniz.: S(t=0),gen= = =0,646*
2 2
* idem per febbraio, marzo, ...

98

Prof. Fabrizio Dallari – LIUC 42


Gestione della Produzione Industriale 2

 IMPLEMENTAZIONE Fase 1. Inizializzazione

INIZIALIZZAZIONE MEDIANTE REGRESSIONE


1000

2001 2002 2003


800

600

400
?
MMt(12)
200

0
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 1 2 3 … t
M(t=0)
Retta di regressione T(t=0)
y = a + b ·t S(t=0),i
99

 IMPLEMENTAZIONE Fase 1. Inizializzazione

INIZIALIZZAZIONE MEDIANTE REGRESSIONE

Metodo dei minimi quadrati a = 107


Retta di regressione
y = a + b ·t b = 23,7

trend iniziale : T(t=0) = b =23,7

media iniziale : M(t=0)= a + b ·24 = 107 + 23,7 ·24 = 675,8

100

Prof. Fabrizio Dallari – LIUC 43


Gestione della Produzione Industriale 2

 IMPLEMENTAZIONE Fase 1. Inizializzazione

INIZIALIZZAZIONE MEDIANTE REGRESSIONE

Dgen,01 Dgen,02
+
a + b ·1 a + b ·13
stagionalità iniz.: S(t=0),gen=
2
106 437
+
107 + 23,7·1 107 + 23,7·13 = 0,932*
=
2

* idem per febbraio, marzo, ...

101

 IMPLEMENTAZIONE Fase 1. Inizializzazione

CONFRONTO TRA I DUE analitico regressione

METODI DI INIZIALIZZAZIONE M(t=0) 580 675,8

T(t=0) 25,2 23,7


2,5
Metodo analitico
Metodo con regressione
2

1,5
S(t=0),i
1

0,5

0
gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic

102

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Gestione della Produzione Industriale 2

 IMPLEMENTAZIONE Fase 2. Adattamento

UNA VOLTA DEFINITI I VALORI INIZIALI DELLE PRINCIPALI VARIABILI DEL


MODELLO, E’ POSSIBILE “AVVIARE” IL PROCEDIMENTO PREVISIONALE A
PARTIRE DAL PRIMO PERIODO A DISPOSIZIONE (nell’esempio : gennaio 2003)

1000
2001 2002 2003
800

600
P1

400

200

0
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 1 2 3 … t

103

 IMPLEMENTAZIONE Fase 2. Adattamento

Dal periodo t=0 si effettua una previsione “simulata” mese per mese (m=1),
ignorando i dati di domanda (noti) del mese successivo

104

Prof. Fabrizio Dallari – LIUC 45


Gestione della Produzione Industriale 2

 IMPLEMENTAZIONE Fase 2. Adattamento

DOPO AVER “SIMULATO” LE PREVISIONI PER TUTTO IL 2003 (12 VALORI DI


PREVISIONE), SI POSSONO ANALIZZARE GLI SCOSTAMENTI TRA LA
DOMANDA EFFETTIVAMENTE VERIFICATASI E LA RELATIVA PREVISIONE

2003
1200
P12
800
P3
P1 P2
400

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

105

 INDICE DEGLI ARGOMENTI TRATTATI

 ruolo delle previsioni nel processo di pianificazione

 analisi delle serie storiche: stagionalità

 modelli basati sullo smorzamento esponenziale

 fasi del processo di implementazione

 monitoraggio delle previsioni (indicatori dell’errore)

 applicazioni numeriche e casi aziendali

106

Prof. Fabrizio Dallari – LIUC 46


Gestione della Produzione Industriale 2

 IL MONITORAGGIO DELLE PREVISIONI

IN QUALSIASI PROCESSO PREVISIONALE IL SISTEMA DI MONITORAGGIO


NE RAPPRESENTA UNA DELLE COMPONENTI FONDAMENTALI

- sono cambiati dei legami o dei rapporti tra le


variabili interne al modello

LE POSSIBILE CAUSE - sono emerse delle nuove variabili esplicative


DI SCOSTAMENTO
- si sono modificate alcune componenti del modello

- sono sopraggiunti degli eventi particolari o anomali

107

 IMPLEMENTAZIONE Fase 2. Simulazione

2003
L’errore di previsione per il P12
P3
periodo t è definito come
differenza tra il valore effettivo P1 P2
della domanda ed il valore
previsto per quel periodo
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

EE tt =
=DD tt −− PP tt 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

min
α, β, γ
{ MSE }
108

Prof. Fabrizio Dallari – LIUC 47


Gestione della Produzione Industriale 2

 MONITORAGGIO DELLE PREVISIONI Indicatori dell’errore

ME (Mean Error) : ERRORE MEDIO


n
∑ Et
ME = t =1

n
 indica se l'errore è mediamente in modello modello
A B
eccesso o in difetto (BIAS) :

ME < 0  DM < PM
ME > 0  DM > PM
MEA MEB
109

 MONITORAGGIO DELLE PREVISIONI Indicatori dell’errore

MAD (Mean Absolute Deviation) : SCARTO MEDIO ASSOLUTO


n
∑ Et
MAD = t =1
n
modello A

 misura la consistenza degli errori in valore assoluto

 gli errori di segno opposto non si autocompensano


modello B
 non consente di cogliere la correlazione degli errori
0
110

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Gestione della Produzione Industriale 2

 MONITORAGGIO DELLE PREVISIONI Indicatori dell’errore

MAPE (Mean Absolute % Error): ERRORE ASSOLUTO MEDIO %

n
Et

t =1 D t
MAPE = × 100
n
 consente di confrontare serie di valori differenti su scala percentuale

 a parità di errore in valore assoluto, il MAPE penalizza maggiormente gli errori


commessi in periodi a bassa domanda

 perde significato se la serie presenta valori di domanda nulli

111

 MONITORAGGIO DELLE PREVISIONI Indicatori dell’errore

SDE (Standard Deviation of Errors) : DEVIAZIONE STD ERRORI

∑ (E ) t
2

SDE = t =1
n−1
 fa riferimento ad un campione di n osservazioni (il termine n-1
rappresenta il numero di gradi di libertà ovvero il numero di
dati della serie storica che sono indipendenti tra loro)

 è fondamentale per il dimensionamento delle scorte di sicurezza


112

Prof. Fabrizio Dallari – LIUC 49


Gestione della Produzione Industriale 2

 MONITORAGGIO DELLE PREVISIONI Indicatori dell’errore

MSE (Mean Square Error) : ERRORE QUADRATICO MEDIO

n
(
∑ t
E )2

t =1
MSE =
n
 penalizza maggiormente gli errori elevati in valore assoluto
 fornisce indicazioni simili allo SDE

 l’unità di misura risultante è poco pratica (unità al quadrato)

113

 IMPLEMENTAZIONE Fase 3. Previsione

INFINE, SULLA BASE DEI RISULTATI DELLA SIMULAZIONE CONDOTTA NELLA


FASE PRECEDENTE, E’ POSSIBILE PROIETTARE NEL FUTURO LE PREVISIONI

2003 2004
1400

1050

700

350

0
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24

Alla fine del periodo di simulazione vengono generate le previsioni per i


prossimi 6 mesi (con la configurazione ottimale del modello di previsione)
114

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Gestione della Produzione Industriale 2

 IMPLEMENTAZIONE Fase 3. Previsione

NON APPENA SI DISPONE DI UN NUOVO DATO DI DOMANDA, E’


POSSIBILE AGGIORNARE LE VARIABILI DI FUNZIONAMENTO DEL
MODELLO E FORMULARE ALTRE PREVISIONI PER IL FUTURO
2003 2004
1400

1050

700

350

0
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24

Alla fine del mese 13 vengono riformulate le previsioni per i prossimi 6 mesi
(in questo caso il “periodo congelato” è solo il mese “+1”)
115

 IMPLEMENTAZIONE Fase 3. Previsione

AZIONI SPECIALI
(politiche di marketing, offerte speciali, A t+m
campagne di vendita, promozioni, ...)

EFFETTI DI CALENDARIO
(festività mobili, giorni lavorativi, …) S’t+m

ALTRE INFORMAZIONI
(commesse particolari, andamento del K t+m
mercato, azioni della concorrenza, …)

Pt+m= Pt+m . S’t+m. A t +m+Kt+m


116

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