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Spiega Rsi?

È un’integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche in tutte le


operazioni commerciali, nei processi decisionali e nei rapporti dell’azienda con i propri
interlocutori. Il concetto ha subito diverse definizioni; negli anni 20 i manager iniziarono a capire
che il loro agire influenzasse la collettività, gli interlocutori sociale e gli azionisti. Nel 53 Bowen
afferma che con Responsabilità dei manager ci riferisce:” obbligo degli uomini d’affari di
perseguire quelle politiche di prendere quelle decisioni o di seguire quei corsi d’azione che sono
auspicabili in termini obiettivi e di valore della nostra società”. Nel 79’ Carroll ridefinisce l’RSI come
organizzazione che in un dato periodo di tempo comprende cio che la società si aspetta riguardo
alla dimensione economica legale ed etica. Negli anni 90’ c’è nuovo interesse delle aziende alla RS
introducendo il concetto più ampio di sostenibilità, A partire dal 2007 in letteratura l’approccio
maggiormente adottato per studiare le questioni riguardanti la RSI è proprio quello definito della
«triple bottom line» il quale è proteso alla creazione di valore sia per l’azienda che per i suoi
stakeholder, in un’ottica di prosperità economica, tutela ambientale e promozione del contesto
sociale. È il principio in base al quale ogni azienda dovrebbe prendere le proprie decisioni societari.
nel 2011 la commissione europea ha proposto una nuova definizione riguarda gli interventi delle
imprese che vanno al di là dei loro obblighi giuridici nei confronti della società e dell’ambiente. I
fattori che spingono verso la RSI sono sicuramente l’ambiente, la globalizzazione, i diritti umani, il
consumo responsabile e così via. Gli obbiettivi della RSI sono: fidelizzazione dei consumatori,
rafforzamento solidarietà economica, maggiore riconoscibilità dei prodotti- tracciabilità sociale,
maggiore senso di appartenenza dei lavoratori, e reputazione e rafforzamento dell’immagine. I
benefici della RSI: abbiamo la motivazione: senso di appartenenza, spirito di squadra e cultura
aziendale. Reputazionale: immagine e visibilità, fiducia dei finanziatori, attrazione dei talenti e così
via. Economico: sviluppo di vendite e nuovi business ecologici e sociali e riduzione dei rischi
ambientali.

Le dimensioni sulla Responsabilità sociale d’impresa?


possono essere interne ed esterne: Interne sono: gestione delle risorse umane: istruzione e
formazione lungo tutto l’arco della vita; migliore equilibrio tra lavoro, famiglia e tempo libero;
applicazione del principio di uguaglianza per le retribuzioni e le prospettive di crescita delle donne.
Salute e sicurezza nel lavoro: far sì che le norme di salute e sicurezza diventino veri e proprio
criteri di selezione per l’acquisto di prodotti e servizi presso altre imprese e un elemento di
marketing per la vendita dei propri prodotti e servizi.
Gestione degli effetti sull’ambiente e delle risorse naturali: riduzione del consumo delle risorse o
delle emissioni inquinanti e dei rifiuti, una diminuzione delle ripercussioni sull’ambiente.
Esterne: comunità locali: sensibilità verso la tutela della comunità locale creazione di partnership;
sponsorizzazioni manifestazioni, donazioni. Partnerships commerciali, fornitori e consumatori:
selezione fornitori in base ad attributi correlati all’etica d’impresa e persuasione all’applicazione
dei principi di RSI. Difesa dei diritti umani nel rispetto delle disposizioni nazionale ed internazionali
adottando volontariamente codici condotta relativi al rispetto di tali diritti.
Infine, problematiche ambientali a livello planetario: miglioramento delle prestazioni ambientali
lungo tutta la catena produttiva quale impegno allo sviluppo sostenibile.

Quali sono gli ostacoli ad una maggiore diffusione della RSI?


Ci sono alcuni elementi che, in parte, scoraggiano la Responsabilità sociale d’impresa quali:
l’informazione ha un ruolo chiave dato che le piccole e medie imprese non hanno ancora piena
consapevolezza di quelli che possono essere gli effetti positivi di un orientamento alla RSI;
mancanza d’intesa presente anche all’interno dei rispettivi quadri nazionali sulla visione della
responsabilità sociale d’impresa; quindi a volte non c’è intesa tra le parti interessate sugli aspetti
definitori e su come bisogna agire in un’ottica di responsabilità sociale.
Formazione sarebbe auspicabile una maggiore formazione, in tema di RSI per aumentare
l’orientamento del capitale umano delle imprese in questa direzione. Mancanza di
sensibilizzazione talvolta strettamente collegata ad una mancanza di risorse perché molte azioni
richiedono anche dei costi e quindi spesso non hanno le risorse finanziarie per poter introdurre
queste innovazioni. Mancato riconoscimento e accettazione dato che non c’è ancora una piena
consapevolezza dei benefici di questo approccio. Coerenza nelle politiche pubbliche rispetto al
tema della responsabilità sociale d’impresa; quindi, è uno strumento di cui si sta comprendendo
da una parte il valore ma è necessario ancora lavorare soprattutto su questi punti.

Strumenti RSI: Gli strumenti della RSI sono: codice etico, bilancio sociale, standard e linee
guida. Il codice etico è una “Carta costituzionale dell’impresa”, nella quale sono enunciati diritti e
doveri etico-morali, in modo da evitare comportamenti illeciti, che lederebbero l’immagine e il
corretto funzionamento dell’impresa stessa. Svincolato da obblighi giuridici, il codice etico può
coprire diversi argomenti. Il bilancio sociale è un documento con il quale un’organizzazione si
relazione alle diverse categorie di stakeholders per dar conto dei risultati della propria attività;
esso è uno strumento per la trasparenza e la comunicazione, interna ed esterna, che stimola
l’approccio all’innovazione e alla sperimentazione e rafforza l’immagine aziendale all’esterno.
Codice etico e bilancio presentano analogie sinergie e differenze: rivolto agli stakeholder
interessati, esigenza di accountability: trasparente, neutrale completa ed inclusiva, redatto
dall’azienda controllo indipendente, Sinergie: costituisce un supporto al bilancio d’esercizio per le
previsioni di valutazione utilizzabile per il rating etico sociale dell’impresa e valuta la coerenza dei
codici etici invece i codici etici indicano il quadro generale di riferimento dell’azienda definendone
l’identità Differenze: riguarda tutti gli interlocutori che hanno un qualunque interesse legato
all’operare dell’azienda mentre i codici etici si riferiscono solo al comportamento di chi opera
nell’azienda. Infine seguire gli standard e le linee guida comporta la possibilità per l’azienda di
fregiarsi di certificazioni.

Attori SAA Gli attori del sistema sono: agricoltura allevamento, industria agroalimentare e
distribuzione. gli attori coinvolti nella produzione e nella commercializzazione si rivelano
relativamente numerosi. Man mano che i sistemi si industrializzano il numero di tali funzioni
aumenta e al tempo stesso si moltiplicano e si diversificano le caratteristiche delle unità di
produzione. L’agricoltura è l’attività di assoluta strategicità per il genere umano in quanto
indispensabile per rispondere al bisogno primario di cibo. Per realizzare le sue attività, l’agricoltura
ha bisogno di una serie di fattori produttivi tra i quali, oltre alla terra e il al lavoro, vi sono i mezzi
tecnici. A questi sono ascrivibili svariati beni e servizi (macchine e attrezzature) che vengono
prodotti e forniti dall’industria e dai servizi collegati. I prodotti delle coltivazioni e degli allevamenti
sono destinati alla industria agroalimentare che realizza i processi di trasformazione, attraverso la
trasformazione le materie prime agricole, unitamente ad altri prodotti naturali o di sintesi
divengono prodotti finiti destinati alla alimentazione umana. I processi di trasformazione sono
fortemente diversificati. I prodotti finiti realizzati dalla industria agroalimentare o i prodotti agricoli
consumabili tal quali (p. es. frutta fresca, ortaggi, uova) passano alla distribuzione commerciale. Si
tratta di una attività di produzione di servizi attraverso la quale i prodotti alimentari vengo
trasferiti dal produttore al consumatore garantendone la disponibilità nei luoghi e nei tempi
desiderati dal consumatore stesso. La distribuzione commerciale svolge una funzione logistica
(organizzazione e trasferimento fisico del prodotto) e informativa (provenienza del prodotto,
pubblicità, per esempio) e di approvvigionamento dei commercianti all’ingrosso e di quelli al
dettaglio. Come gli altri componenti del sistema, anche la distribuzione commerciale si relaziona
con le industrie ed i servizi collegati, generalmente con una sola fruizione di beni e servizi (si pensi
alla industria dei mezzi di trasporto, alla industria pubblicitaria, ecc.) I commercianti, a loro volta,
vendono i prodotti alla ristorazione e/o ai consumatori finali. Nella prima circostanza viene
approvvigionato il circuito della ristorazione commerciale, hotel, ristoranti e servizi di catering, o
anche il circuito della ristorazione collettiva (mense ed ospedali, per esempio). Entrambi realizzano
la preparazione dei pasti da consumarsi fuori casa - per il consumatore. Nella seconda, attraverso
una diversificata tipologia di punti vendita i prodotti alimentari giungono al consumo domestico
che provvede alla preparazione dei pasti in casa.

Valorizzazione
Insieme di attività, sia strategiche che operative, orientate a migliorare la creazione di valore del
prodotto agendo su due diversi fronti: quello dell’attribuzione del valore da parte del consumatore
e della società, quello dell’efficacia dei processi di produzione da parte del sistema delle imprese.
L’insieme di obiettivi strumentali volta perseguire l’obiettivo generale dell’aumento del valore del
bene, e le attività che consentono il loro raggiungimento. Gli agenti incorporano nel processo
produttivo del prodotto tipico un insieme di risorse locali, alcune delle quali maggiormente
specifiche del territorio e dunque a causa della loro specificità difficilmente trasferibili ad altre
attività economiche. La validazione del prodotto da parte della società è un passaggio
fondamentale perché il valore del prodotto tipico possa essere riconosciuto all’esterno del suo
sistema produttivo. Sulla base della validazione la società, tramite i consumatori, remunera sul
mercato il prodotto tipico e riprodurre le risorse specifiche locali e le pratiche produttive a esse
connesse, ponendo le basi per la riproduzione. Effetti della valorizzazione sono Sostenibilità con
possibile espropriazione di alcuni soggetti dalla possibilità di valorizzazione del prodotto; emergere
di possibili conflitti all’interno del territorio di produzione; ingresso di soggetti esterni, dotati di
una visione conflittuale rispetto a quella dei soggetti locali e infine la ripartizione dei benefici per la
maggioranza della popolazione rurale e tra le imprese, e non soltanto per i singoli imprenditori.

Caratteristiche dei prodotti tipici: Il prodotto tipico è quel prodotto che nasce in specifiche
aree geografiche, da particolari tradizioni agroalimentari ed in presenza di schemi lavorativi
tramandati da generazioni. L'Unione europea, con il Regolamento 1151/2012, ha creato un
sistema di marchi per proteggere e promuovere i prodotti alimentari tipici il sistema si basa su tre
livelli di protezione: la denominazione di origine protetta (DOP), l'indicazione geografica protetta
(IGP) e la specialità tradizionale garantita (STG). Elementi di specificità dei prodotti tipici sono il
legame con il territorio, l’importanza delle risorse specifiche del territorio nel processo, il carattere
collettivo, coinvolgimento di una pluralità di produttori tra loro eterogenei, e Il legame con la
comunità locale, la valenza del prodotto tipico spesso va al di là delle imprese e interessa in
generale la società e la popolazione locale. l prodotti tipici può generare un valore d’uso indiretto:
esso è sempre espresso da un prezzo pagato da un consumatore, ma non è riferito al prodotto in
quanto tale ma ad altre attività economiche a esso collegate. VALORE EREDITARIO: Legato a una
tradizione locale, VALORE DI ESISTENZA: Legato a risorse specifiche che possono essere sia di tipo
fisico che antropico e VALORE TOTALE: Comprende il supporto alla creazione di mercati e la
remunerazione mediante sussidio.

Marketing: Il marketing è una funzione organizzativa e un insieme di processi volti a creare,


comunicare e trasferire valore ai clienti e a gestire rapporti con loro in modo che ciò vada a
vantaggio sia dell’organizzazione, sia dei suoi stakeholder.
Il marketing cerca quindi di individuare i bisogni dei potenziali clienti e soddisfare quei bisogni. Il
marketing interviene in tre momenti specifici della vita di un prodotto: • Momento della
Produzione; • Momento di Mercato; • Momento del Consumo. Il Marketing può svolgere diversi
ruoli e attivare azioni rispetto alla domanda agroalimentare in funzione di come si presenta sul
mercato
Domanda agroalimentare negativa: si verifica quando la maggior parte dei consumatori non ha
alcun desiderio di acquistare un prodotto. Si ricorre ad un Marketing di conversione per cambiare
la domanda dal livello negativo a quello positivo, superando le stesse resistenze del consumatore.
Il compito principale del marketing in questo caso è analizzare la situazione e rispondere alla
domanda con lo sviluppo di un nuovo piano di marketing per cambiare gli atteggiamenti negativi
del mercato, ad esempio, attraverso miglioramenti dei prodotti
Domanda agroalimentare assente: Si verifica quando ci sono prodotti che le persone non
apprezzano perché in determinati gruppi specifici ritengono di non averne bisogno. serie di azioni
in grado di coinvolgere i sensi dei consumatori e di influenzarne la percezione, il giudizio e il
comportamento. Avere un coinvolgimento sensoriale ed emotivo sarà infatti la leva che spingerà
l'acquirente a scegliere un brand con l’individuazione di modalità per collegare i benefici inerenti ai
prodotti commerciali con i bisogni e gli interessi naturali di una persona.
Domanda agroalimentare latente: La domanda latente si verifica quando le persone nel mercato
manifestano un forte bisogno che vogliono soddisfare, ma non è facilmente soddisfatto da chi è
già presente nel mercato si ricorre al marketing di sviluppo lo scopo di realizzare un prodotto in
grado di rispondere ad una necessità già esistente. Il compito del marketing presentato è
l'identificazione tempestiva domanda di prodotto, valutazione delle dimensioni del mercato
(potenziale) futuro, nonché la formazione di prodotti commerciali efficaci (servizi, lavori) ad un
nuovo, massimo livello qualitativo
Domanda agroalimentare incerta: Il calo della domanda è caratterizzato da una costante tendenza
al ribasso del numero di prodotti venduti. Si punta a rivitalizzare la domanda. Il remarketing
consente di aggiornare l'offerta, rendendola più interessante e moderna. Il compito del marketing
non è altro che un'analisi delle ragioni del calo della domanda da parte dei consumatori, una
valutazione delle prospettive per la sua ripresa e lo sviluppo di una serie di misure legato al rilancio
della domanda.
Domanda agroalimentare irregolare: La domanda fluttuante o irregolare. In questo caso, le vendite
oscillano su base oraria, giornaliera e stagionale. stagionali della domanda, che possono essere
molto, molto significative. Il synchromarketing aiuta a smussare tali fluttuazioni introducendo
nuove offerte, prezzi flessibili, promozioni. Il compito principale del synchromarketing non è altro
che trovare metodi per attenuare le fluttuazioni temporali nella distribuzione della domanda
attraverso prezzi flessibili
Domanda agroalimentare eccessiva: La domanda è eccessiva. In questo stato di cose, è al di sopra
dell'offerta, l'azienda non può (o non vuole) soddisfarlo il Marketing si utilizza per ridurre la
domanda e per disincentivare i consumatori. Per ridurre il livello della domanda
(temporaneamente o permanentemente) aumentare i prezzi e ridurre gli incentivi. Il compito del
Demarketing ridurre la domanda attraverso un marketing di contrazione, può essere rivolto a
scoraggiare e ridurre la domanda di tutta la
clientela (se non si vuole perdere nessuno dei clienti attuali), ovvero a scoraggiare la domanda di
alcuni segmenti particolari di clientela economicamente meno rilevanti e/o interessanti
attualmente e prospetticamente

Marketing stimolo: Molti negozi hanno l’usanza di spruzzare del profumo nelle borse per
incrementare la percezione che siano prodotti di buona qualità. Nescafe crea le sue confezioni in
modo che rilascino una intensa nota di caffè all’apertura
sala aperitivo di un ristorante
’isola di Bali nel pacifico meridionale, questa meta turistica negli ultimi anni è cresciuta
notevolmente, fino al punto in cui i gestori si sono sentiti “minacciati” dalla troppa affluenza di
turisti, con la preoccupazione che l’isola perda la sua caratteristica di luogo incontaminato. Questo
fa sì che una delle maggiori azioni poste in essere dai gestori a Bali è l’aumento dei prezzi, per
ridurre la domanda da parte della classe media di turisti, lasciando spazio a meno turisti ma con un
reddito elevato
Sostenibilità: significa proprio la capacità di essere mantenuto. In questa frase è racchiuso il
discorso che per sostenibilità si intende mantenere nel tempo, e quindi intendiamo la capacità di
mantenere nel tempo la riproduzione e lo sviluppo di tutte le forme di capitali. Abbiamo tre tipi di
forme: Capitale naturale: è costituito dall’ambiente naturale e dalle risorse naturali della società.
Includiamo quelle che sono ad esempio le materie prime o i servizi che ci fornisce l’ecosistema.
Capitale umano/sociale: sono tutti gli individui di una società. Importante sono le relazioni ad
esempio tra le persone, la salute e le competenze che qualificano una persona.
Capitale finanziario/costruito: sono tutte le cose create dagli individui, es costruire palazzi. Lo
sviluppo sostenibile è piuttosto un processo di cambiamento tale per cui lo sfruttamento delle
risorse, la direzione degli investimenti, l'orientamento dello sviluppo tecnologico e i cambiamenti
istituzionali siano resi coerenti con i bisogni futuri oltre che con gli attuali. Lo sviluppo tiene conto
di tre variabili la sostenibilità sociale, la sostenibilità economica e la sostenibilità ambientale come
tre grandi cerchi che avvicinati lentamente, si sovrappongono formando una piccola area comune
a tutte e tre. Quell’area è lo sviluppo sostenibile, ed è l’obiettivo a cui aspirare.

Sostenibilità Territoriale: I presupposti della sostenibilità territoriale sono: •la ricerca di


una coerenza globale, tenendo presenti le risorse del territorio; •il coinvolgimento dei vari soggetti
e delle istituzioni; •l’integrazione dei settori di attività in un’ottica di innovazione; •la
cooperazione con gli altri territori e l’articolazione con le politiche regionali, nazionali, europee ed
il contesto globale. In Ogni Territorio Si Combinano in Modo Specifico I Quattro Elementi Della
sostenibilità Territoriale: Qualsiasi Strategia Territoriale Implica La Necessità Di Considerare Il
Contesto Della Globalizzazione Il globale conferisce una nuova dimensione allo sviluppo
territoriale nelle sue molteplici componenti: Economica, Sociale, Ambientale
La globalizzazione esercita degli effetti considerevoli sul posizionamento e la definizione del ruolo:
Dei territori, Del locale, Della prossimità
Ogni territorio si confronta con continui processi di ricomposizione degli interessi locali, con
dimensioni inaspettate e con nuove forme di concorrenza. Ogni identità collettiva è soggetta a
sollecitazioni esterne e la sua funzione nell’integrazione sociale è spesso destabilizzata.
La globalizzazione obbliga il territorio: • A definire meglio il vantaggio dell’identità
• A valorizzare i suoi elementi distintivi, gli aspetti specifici rispetto a ciò che viene realizzato
altrove
Si tratta, pertanto, di un processo che esercita un considerevole effetto leva per lo sviluppo
territoriale. La concorrenza, accentuata dalla globalizzazione, può però aggravare le disparità
esistenti in un territorio. All’interno di uno stesso territorio appare sempre più evidente la
coesistenza di aree dinamiche e fiorenti a fianco di zone in declino sul piano sociale ed economico.
Il livello locale rappresenta la dimensione dove è possibile: • sperimentare nuove risposte ai
problemi globali • gestire i conflitti generati dalla globalizzazione soprattutto il nesso tra:
“sostenibilità economica territoriale” si intende la capacità degli operatori di generare e
mantenere in loco valore aggiunto, integrando le risorse locali in prodotti e servizi che soddisfano
le nuove aspettative dei consumatori e l’evoluzione dei mercati. Capacità di garantire la redditività
finanziaria dell’impresa e di fronteggiare la concorrenza e la Capacità di creare e mantenere valore
aggiunto nel territorio.
La sostenibilità sociale di un territorio, può essere definita come la capacità dei soggetti e delle
istituzioni di operare insieme, in modo efficace, a livello territoriale E’ un modo di pensare, una
vera e propria “cultura” che si basa sulla fiducia reciproca, sulla volontà e la capacità di
riconoscere, esprimere e strutturare interessi individuali e collettivi Elementi della competitività
sociale di un territorio sono: Le risorse umane, La cultura e l’identità del territorio, La corretta
gestione degli affari pubblici e le istituzioni e Il know-how e le competenze.
Sostenibilità ambientale: • Il concetto di sostenibilità ambientale chiama in causa la capacità degli
operatori locali di valorizzare l’ambiente in cui essi intervengono. In quanto l’ambiente è
“elemento distintivo” del territorio, garantendo al contempo la tutela e il rinnovamento delle
risorse naturali e del patrimonio una strategia volta a garantire, al contempo: • competitività •
sviluppo sostenibile. Le risorse naturali e il patrimonio assumono una nuova importanza in ambiti
un tempo ignorati grazie all’immagine che creano, queste risorse concorrono a migliorare la
qualità dei prodotti e dei servizi.

La sicurezza alimentare: La sicurezza alimentare è intesa nella sua accezione più ampia
come la possibilità di garantire in modo costante e generalizzato un’alimentazione sufficiente in
termini di qualità, quantità e varietà, per una vita sana e attiva; riferito alla qualità dei prodotti—si
intende la sicurezza realizzata dall'insieme delle azioni che si mette in atto per garantire un elevato
standard igienico-sanitario degli alimenti destinati al consumo. Il mercato della sicurezza degli
alimenti è composto: Dalla domanda di sicurezza alimentare che è determinata dalla disponibilità
a pagare del consumatore per ogni unità addizionale di sicurezza e dall’offerta di sicurezza
alimentare le imprese forniranno ai consumatori il livello sicurezza che questi ultimi domandano
fino a quando ciò sarà profittevole. Ruolo fondamentale è svolto dall’ informazione che in molti
mercati può essere: imperfetta, quando non sono sconosciute tutte le caratteristiche per valutare
un bene, e asimmetrica, quando alcuni operatori del mercato sono più informati di altri.

Politica Sicurezza Alimentare: Questo tema della sicurezza alimentare è influenzato


dall’evoluzione della Politica Agricola Comunitaria, dalle politiche per la creazione del mercato
unico, dalle politiche per la tutela dei consumatori, le politiche per la sanità pubblica, dato che si
parla della salute dei cittadini, e dalle politiche per l’ambiente. La inquadriamo in 3 fasi che
rappresentano i momenti più importanti del processo di integrazione:
1) con il trattato di Roma non c’era una politica per la sicurezza alimentare ma le questioni
relative alla stessa erano trattate nell’ambito della politica agricola comunitaria
nell’accensione della food security, garantendo così la sicurezza degli approvvigionamenti.
2) anni 80’ sono gli anni in cui si sta costruendo il mercato unico Europeo, cioè la creazione di
un’area in cui possono circolare liberamente persone, merci e capitali. Questa tappa ha
influenzato l’evoluzione della politica per la sicurezza alimentare per la creazione del
mercato comune, oltre ad avere come obiettivo quello di abbattere le barriere tariffarie per
favorire la libera circolazione delle merci, andavano considerate anche le barriere di tipo
non tariffario come per esempio regolamentazioni diverse che possono esistere per ogni
paese membro della CEE. Con la sentenza Cassis de Dijon venne stabilito il principio del
mutuo riconoscimento ossia che se un prodotto può circolare all’interno di un paese
dell’Unione Europea, rispettandone le regole, allora può circolare anche all’interno di tutto
il mercato comune. Questo coinvolge anche il discorso della sicurezza alimentare perché è
un tema che comporta degli standard minimi che possono essere diversi da paese a paese.
3) E’ la fase del processo di integrazione europea che va verso l’Unione Monetaria. Con il
trattato di Maastricht, oltre alla questione monetaria si inserisce il capitolo interamente
dedicato alla tutela dei consumatori che diventa un pilastro importante delle politiche
agricole comunitarie per mettere il consumatore al centro della strategia di integrazione
dell’UE. Una tappa importante per il discorso alimentare è stata quella del Libro Verde del
1997, in cui vengono stabiliti i principi fondamentali per la legislazione in tema di
alimentazione. L’obiettivo è ricostruire il rapporto di fiducia del consumatore e garantire
allo stesso la possibilità di tutelarne la salute e cercare di far crescere un maggior
orientamento alle informazioni.
4) La vera svolta si ha con la nascita del Libro Bianco sulla sicurezza alimentare del 2000.
perché per la prima volta viene inserita all’interno della strategia Europea una strategia che
puntava sulla sicurezza in tutta la filiera dai campi alla tavola si fonda, in particolare, su
determinati principi quali: coerenza e sicurezza giuridica, principio di responsabilità e
rintracciabilità, l’analisi del rischio e il principio di precauzione.
5) Il principio della coerenza, sicurezza giuridica e della responsabilità dove coerenza e
sicurezza giuridica significano garantire la certezza del diritto; cercare quindi, di stabilire dei
principi guida che fossero comuni all’interno dell’UE dato che ci si muoveva all’interno di
principi di strategie diverse tra i molteplici paesi membri. Mentre per responsabilità nel
senso di cercare di chiarire meglio i ruoli e le stesse responsabilità di tutti gli attori della
filiera agroalimentare.
6) Analisi del rischio alo si deve valutare, poi deve essere gestito e infine lo stesso si deve
comunicare al consumatore per cercare di limitare al minimo le possibili conseguenze.
7) Principio di precauzione stabilisce che qualora venga individuata la possibilità di effetti
dannosi per la salute, possono essere adottate sul piano scientifico delle misure provvisorie
necessarie per garantire il livello di tutela della salute in attesa di ulteriori informazioni
scientifiche. Questo principio di precauzione non riguarda solo il ramo agroalimentare
perché anche quando c’è stata l’epidemia di Covid ha avuto un ruolo importante perché
anche in quel periodo si è deciso di agire secondo lo stesso principio dato che la priorità era
(ed è) la tutela della salute dei cittadini.

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