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R.

ACCADEM IA D E L L E SCIENZE D E L L ISTITUTO


D I BO LO G N A

SCRITTI INEDITI
DI

LUIGI FERDINANDO MARSILI


RACCOLTI E PUBBLICATI NEL II CENTENARIO DALLA MORTE
A C U R A D E L C O M IT A TO M A R S I L I A N 0

BOLOGNA

N IC O L A Z A N IC H E L L I
1930 - IX

R. ACCADEM IA D E L L E SCIENZE D E L L 'IST IT U T O


D I BOLO G NA

SCRITTI INEDITI
DI

LUIGI FERDINANDO MARSILI


RACCOLTI E PUBBLICATI NEL II CENTENARIO DALLA MORTE
A C U R A D E L C O M IT A TO M A R S IL I A N O

BOLOGNA

N IC O L A Z A N IC H E L L I
1930 - IX

Bologna - Societ Tip. gi Compositori - 193-IX

PREFAZIONE

Per celebrare il secondo centenario dalla morte di


Luigi Ferdinando Marsili, generale, scienziato, geo
grafo, e fondatore dellIstituto, fu dalla R. Accademia
delle scienze nominata una Commissione, che si tra
sform poi in Comitato cittadino sotto la presidenza
del Podest di Bologna. La Commissione fu d avviso
che il miglior modo per onorare l insigne Cittadino era
quello di pubblicare alcuni dei numerosi e preziosi
manoscritti che di lui son rimasti e di promuovere
studi di persone competenti intorno alla vita e a llopera
di tanto Uomo. E deliber di raccogliere un volume
di studi e memorie intorno al Marsili; di pubblicare
integralmente la celebre Autobiografia, di cui si cono
scevano solo alcuni frammenti, pubblicazione che dai
dotti era stata pi volte augurata; di riprodurre,
infine, scegliendo nella grande mole alcuni dei suoi
scritti pi interessanti.
Il volume delle Memorie comprende scritti dei mag
giori e migliori studiosi italiani del Marsili, considerato
nei suoi varii aspetti; l Autobiografia stata affidata
alle cure sapienti e premurose di Emilio Lovarini

SCR ITTI IN E D IT I DI L . F . MRSILI

VI

che ha dato compimento al non facile lavoro; il vo


lume degli scritti inediti vede esso pure la luce per
lo sforzo tenace di valenti studiosi.
Quest'ultimo presentava difficolt di qualche peso,
non gi perch mancasse la materia piuttosto per la
grande abbondanza di essa. chiaro che se ci fosse
stata libert di scelta senza limitazione alcuna, la
cosa rendevasi assai pi agevole giacch di materiale
importante e utile per gli studi, fra i manoscritti
marsiliani, ce n tanto da potere dar luogo, non
a uno solo, ma a molti volumi.
La cura della scelta degli scritti da pubblicarsi
fu da prim a affidata al valoroso e compianto collega
dottor Carlo Frati Bibliotecario dellUniversitaria, che
opportunamente indic come prim a opera la Mono
grafia sul Lago di Garda, della quale egli stesso
proponevasi di scrivere la introduzione: ma la morte
lo colse appena iniziati gli studi.
Per la determinazione degli altri sci'itti da pubbli
carsi, fra gli inediti, si assunse la cura, in seguito,
l avv. Paolo Silvani, delle cose bolognesi tutte clto e
amantissimo in particolare poi di quel che si attiene
a ll Universit e al Morsili ; ma essendo stato chiamato
ad un alto ufficio in Roma non pot continuare l opera,
e dovetti assumermi io il carico non lieve e certo su
periore alle forze mie di apprestare il volume. Ad
assolvere il quale incarico non sarei certo riuscito
senza il continuo consiglio ed aiuto del Presidente
dell Accademia e Vice Presidente del Comitato pro-

PREFA ZIO N E

vir

fessor Salvatore Pincherle, e di molti, devo dire di


tutti, i componenti la Commissione esecutiva.
1 c'iteri che ci condussero nella scelta dei lavori
da pubblicarsi erano ovvii: far s che tutti gli scritti
avessero importanza e che dal loro insieme trasparisse
quella versatilit di mente e di studi che del Morsili
propria. Anzitutto si pose la ricordata Monografa
sul Lago di Garda, una delle prime cos compiute e
cos lungimiranti che intorno ad un lago fossero sino
allora apparse; ed essa ha avuto la fortuna di avere
per illustratori il prof. Mario Longhena, che da tanti
anni dedica molta parte della sua attivit scientifica
al Marsili, e il prof. Achille Forti di Verona, valoroso
botanico e storico della scienza, per il quale il Garda
non ha segreti : essi arricchirono il testo Marsiliano
di preziose note illustrative. La parte militare ha una
espressione curiosa nella ristampa di una pubblica
zione rarissima e quasi introvabile contenente la Rela
zione dellassedio di Vienna, di fonte turca, tradotta
in parte e in tutto accomodata dal Marsili. Segue una
Lettera-prefazione a quel Catalogo dei manoscritti di
cui il Marsili auspic invano la pubblicazione ; lettera
nella quale egli narra non solo particolari della vita
sua, ma ci svela il modo con quale riusc a mettere
insieme quel prezioso e portentoso materiale bibliogra
fico sopratutto orientale, che costituisce anche ora la
meraviglia dei dotti. Il lato geologico trova una degna
espressione in uno scritto sopra la Storia naturale
dei gessi e dei solfi delle miniere di Romagna, Uhi-

"VII!

SCR ITTI IN ED ITI DI L . F . MARSILI

strato dalla sagace cura e dalla visione netta di un


giovane quanto valente studioso, Tino Lipparini. Chiude
il volume uno dei trattati che, su discipline o storiche
o artistiche o letterarie, egli compose: ho scelto il
Compendio d una storia della tipografa perch non
solo si presenta con un aspetto garbato di compiutezza,
ma perch 'anche su questo campo, che sembrerebbe lon
tano dai suoi studi, egli pot recare nuove vedute e far
giusti rilievi, a cominciare da quello di avere notato
la importanza e i progressi che aveva raggiunta allora
e avrebbe raggiunta in sguito, quella divina fra le
arti che la stampa.
Giunti alla fine del volume, lo so, si sente vivo
un rammarico : che troppo poche cose si siano potute
dare del Grande. Ma poi mi consolo pensando che
dal poco nasce il molto, e che dal vivo desiderio di
conoscere pi intimamente questo uomo enciclopedico
e preveggente, pu maturarsi in altri il proposito di
ripigliare V argomento e condurlo a quella maggiore
estensione e compiutezza che da noi e da tutti
desiderata.
E confido in quest'augurio.

A lbano Sorbelli
Segretario del Comitato Marsiliano.

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1. ' fi e?
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Carta del Lago di Garda

OSSERVAZIONI FISICHE
I NTORNO AL LAGO D I G A RDA
D ETTO ANTICAM ENTE BENACO

INTRODUZIONE

Non far la storia della graduale conoscenza d i questo lago,


n passer in rassegna le num erose rappresentazioni di esso:
m i parrebbero entram be le cose quasi sproporzionate al lavoro
in ed ito che qui si pubblica. vero che questo il primo sguardo,
lungo e intero, rivolto al Benaco e che prim a di esso, anche se
g li uom ini di studio lo hanno fa tto oggetto della loro atten
zione, nessuno tratt 1 argom ento con la com postezza, con 1 ar
m onia, col sapiente ordine del M arsili; ma un lungo pream
bolo sarebbe evidentem ente fuor d i luogo in un volume come
questo. Onde m accontenter di una breve introduzione, in cui
quasi esclusivam ente si parler del metodo che il M. ha seguito
in questa sua operetta, nata quando gi la vecchiaia aveva co
m inciato a to g liergli un po di forze, s che, dopo averla prepa
rata per le stam pe, non ebbe n la forza n la voglia di licen
ziarla e di m andarla attorno fra la gente di studio.
Sarebbe assai seducente una trattazione che seguisse passo
passo la sem pre crescente conoscenza di questo lago, sul quale
esiste una letteratura vastissim a, quale nessun lago italiano
possiede; vedere via via le aggiunte, le correzioni n ella rappre
sentazione, nelle cifre, nei d a ti; stabilire i progressi pi rapidi
e le soste pi lunghe, grazie a lle quali le conquiste sono diven
tate pieno possesso.
Certo nessun lago ita lia n o avuto tanta folla d i descrittori
come il Garda, n si possono contare i poeti che da Catullo e
d a V irgilio a D an te e da questo al Carducci la n n o cantato; e
non solo i m aggiori, m a anche i m inori, forse rapiti d a llincanto
delle sue bellezze, o forse soltanto sedotti d a llesempio dei pi
gran di: Giorgio Jodoco Bergano un poem etto in esam etri la

L U IG I FERDINANDO M A R SIL I

tin i che porta per tito lo B enacus , O s a r e B etteion i cantato


pure il bel lago in versi e Cesare A rici dei m elanconici versi
scio lti su Sirm ione. Ed anche in prosa il Garda avuto dei bei
descrittori, q uali Jacopo B onfadio, nel secolo X V I, e n ellotto
cento Serafino V olta, Ciro P ollin i, E nrico B ignam i ecc. E che
dire degli scienziati che hanno visto nel Garda un soggetto cos
interessante, pieno di problemi ter lorigine e per le vicende,
e d egli storici che nelle terre intorno al lago hanno narrato due
civilt cercanti di superarsi a vicenda?
T u tti i tra tta tisti di geografia i m aggiori ne parlano,
tu tti i pi fam osi viaggiatori si fermano davanti al nappo sme
raldino e sciolgono in n i di lode ad esso; Leandro A lberti nella
sua D escrittion e d ellIta lia il pi generoso di spazio dato al
Garda, ma F lavio Biondo non lo scorda, n il Cluverio, n l'Ortelio lo scordano ed Andrea Scoto nel suo Itinerario pi volte
accenna ad esso.
Le raffigurazioni del pari sono m oltissim e ed alcune di esse
assa i in teressan ti e per i d a ti che ne ricaviam o e per la tecnica
cartografica : da quella pubblicata da V. F a in elli e che del 300,
attraverso a lla carta del 1440 illu stra ta d allA lm agi, alle carte
m arsiliane ricostrutte su d ati del nostro, su m isurazioni fatte
da lui, quanta ricchezza e quanta m ateria di osservazioni, din
d ole generale e particolare, sul territorio rappresentato e su l
modo d i rappresentazione!
Ma ci che ha fatto il M arsili si scosta del tu tto da ogni pre
cedente : l inizio d i una nuova era per la letteratura del Garda.
Non pi il bel nappo sm eraldino che s i descrive, non sono
pi i ricordi cla ssici che s i ripetono: il passato scordato del
tu tto e solo rim ane dinanzi il fatto reale, len tit geografica
nella sua grandiosit.
Il M arsili, che aveva visto tanta parte dEuropa, e non era
nuovo a lla trattazion e di individ ui geografici notevoli, soggior
nando per qualche tempo su lle rive del Garda, si sente trasci
nato a descrivere questo superbo rappresentante della lim nologia
ita lica , e, presa la decisione di farlo oggetto del suo studio, non
va a com pulsare vecchie carte e libri antichi. Se cita Strabone
e l itinerario di Girolamo da Capugnano e lo Schott, solo

IL LAGO DI GARDA

perch questi autori danno cifre sulle dim ensioni del lago, ed
egli vuole confrontarle con quelle che ricava d alle m isurazioni
proprie.
D a lla leggiadra riva bresciana egli com incia il suo lavoro e
procede in esso con metodo, rigoroso e sicuro. Fra le carte m a
noscritte d i lu i troviam o un fascicoletto di appunti e di anno
tazion i 1 per la descrizione del lago, ma sono solo una parte del
m ateriale che egli ritenne opportuno raccogliere prim a di porsi
a stendere con ordine lam pia m ateria. La quale saggiam ente
distribuita, poich prima la trattazione divisa in due
parti il M. considera il lago come individuo geografico, in d i
pendentem ente da ogn i vita che si possa svolgere iu esso, poi
sottopone a lla sua a n a lisi la v ita delle piante del Garda e dei
pesci e di talu ni invertebrati che si incontrano in esso. D istin
zione questa necessaria e logica, che d piena libert a llautore
e che lo esonera dal dovere di frequenti richiami.
Procedendo, il M arsili ha ritenuto prima opportuno localiz
zare il lago. Chi legge ha da conoscere la vera posizione sua, la
form a e le sue dim ensioni. Ma in questa determ inazione delle tre
condizioni necessarie al lettore, il M arsili originale: non ri
corre ad altri, non guarda altre carte (probabilm ente non ebbe
d avanti che una carta del territorio veronese e del lago di Garda
d i P aolo F orlani, in cisa a V enezia nel 1012), le cifre le prende
d a lle m isurazioni che egli stesso fa ; e se c, confrontate con le
odierne, qualche d ifetto o qualche eccesso, dobbiamo perdonar
g li, ch egli ha voluto, pur con scarsi mezzi, essere il determinatore delle distanze fra i vari luoghi e d elle dim ensioni del lago.
Le sponde costitu iscono poi la seconda conoscenza da offrire ;
e nel descriverle il M. si ferma non poco, perch eg li ne consi
dera la conoscenza come necessaria alla dim ostrazione ed in
telligenza d ellalveo . Com incia da Nord e torna a Nord, g i
rando prim a su lla riva veronese e poi sulla bresciana, ed in que
sto periplo non scorda i m onti che selevano dietro, ch son essi,
vicini o lontani, che determ inano la natura delle rive e dnno
a g li ab itan ti la p ossib ilit di essere agricoltori o li spingono
1 Ms. 97 I. di carte 9.

L U IG I FERDINANDO M A R SIL I

verso altre a ttiv it . Anche le isole non sono dim enticate e di


tu tti i luoghi sedenti sulla riva fa tta menzione, non priva di
particolari di qualche interesse: n mancano, quando il mo
m ento lo esiga, richiam i a particolarit clim atiche, di guisa che
la vita sulle sponde m eglio definita con tali aggiunte e spie
gata ne suoi atteggiam enti.
Il secondo capitolo tu tto dedicato a ci che del lago non
si vede, a llalveo, alla cratera , che divide in due parti,
quella visibile e quella nascosta dalle acque. Q uestultim a egli
ricostruisce da ci che resta scoperto e che pu esam inare e dai
fram m enti che le reti dei pescatori o g li scandagli portano alla
luce. D al noto a llignoto procede la sua ricostruzione, e quindi
non pu non essere sicura, bench egli, sempre timoroso di af
ferm are troppo e di lascia rsi andare a conclusioni affrettate,
circondi quello che afferma di parole guardinghe e si muova
con cautele, che chi consapevole delle difficolt dell indagine
non potr m ai chiamare eccessive. in questo capitolo che
appaiono le prim e osservazioni stratigrafiche: sono vaghe ed in
certe queste nozioni, ma pur tra esse lecito scorgere una sot
tile luce, e forse il M arsili stesso non ha la coscienza intera
d ellim portanza sua futu ra e degli sviluppi che avr. Le affer
m azioni stratigrafiche che egli fa e sono parecchie , se
ancora elem entari e di scarsa capacit di induzioni, tu ttavia
indicano chiara la via per cui si dovranno m ettere gli studi di
geografa e sono testim onio dellaffanno che lo tormenta per
giungere a possedere il vero.
Se la conca ossea del lago deve precedere, im m ediata
m ente deve seguire la m isurazione dello strato acqueo raccolto
in essa : ecco il paragrafo che vien dopo, interessante, ricco di
cifre e sorprendente per chi consideri che da solo, con gli scarsi
m ezzi di cui dispone e con g li insufficienti strum enti che s
fabbricato, il M. riuscito, dalle proprie m isurazioni, a cavare
20 profili, 19 nel senso dei paralleli ed uno trasversalm ente al
lago. Questa sua a ttiv it indubbiam ente nuova e determ ina un
indirizzo nuovo nello studio dei m ari e dei lagh i: le m isura
zioni batim etriche sono inaugurate dal M arsili con risoluta in
tenzione e con la previsione che esse gioveranno non poco alla
conoscenza di s fa tti individu i geografici.

IL LAGO DI GARDA

Il
terzo capitolo trae completa, ragione dai precedenti; dopo
la cratera e le acque che la riem piono, ecco i tributari, i m ille
tributari, p alesi e nascosti. T ali tributari il M. cerca d indi
viduare in quanto alla provenienza, d i tu tti traccia il profilo,
m isurandone cos la larghezza come la profondit. N on pu per
determ inarne la velocit, ch i poveri strum enti che ha sono del
tu tto d isad atti alla bisogna. Anche del M incio non riesce a m i
surare il lento corso.
Onde il problema che si pone se le acque del lago si deb
bano tu tte al tributo degli im m issari od alle vene , m algrado
che egli calcoli la quantit im messa, quella em essa e quella
evaporata, non risolto in modo sodisfacente, ch egli conclude
genericam ente esser le vene num erose e ricche e recar buon tri
buto di acque al lago. La qual conclusione non poteva che essere
cos; la determ inazione in fa tti della portata dei fiumi non era
p ossibile con strum enti p rim itivi e con mezzi inadeguati, e
quindi m al sicuri erano i dati su cui si dovevano fondare i suoi
ragionam enti.
La n a lisi chim ica delle acque non lo porta ad alcun risul
tato positivo, come non lo ha portato ad alcun risultato lana
lis i delle acque del m are; la chim ica si basava allora del tutto
su i caratteri esterni, e perci tu tte le m escolanze che il M arsili
tenta, tu tte le reazioni a cui procede non lo fanno avanzar di
un passo. P iu tto sto qualche buona osservazione pu fare, met
tendo in rapporto il peso d ellacqua con la tem peratura e que
sta con la profondit.
Lultim o capitolo, il quarto, tratta dei venti e poi dei m oti
delle acque. T ratta prim a dei venti, perch essi sono causa non
ultim a dei m ovim enti delle acque; poscia di questi, che sono
anche originati da altre cause. B ello sopra tutto quanto, nella
m onografia m arsiliana, riguarda il vario incrociarsi dei venti
su lla superficie del lago ed il loro battagliare, e poich al testo
segue una carta che registra i venti che in diverse direzioni sof
fiano sul lago, cos questaspetto del clima gardense acquista
un evidenza grande.
Per i m ovim enti delle acque, che sono numerosi e di varie
cause, il M arsili io credo che abbia raggiunto il grado maggiore
di originalit : in questa parte egli quasi del tutto nuovo. Le

L U IG I FERDINANDO M A R SIL I

d istin zio n i che fa dei vari m oti g li perm ettono di comprenderli


tu tti, e di non trascurarne nessuno. F a tta la distinzione d i venti
costan ti e di venti in co sta n ti e sta b ilite le cause pi generali d i
questi, il M arsili ne passa in rassegna non pochi, ed mirabile
come eg li, descrivendoli e descrivendone gli effetti, sincontri in
quello che intorno a ta li m oti dicono autori moderni. S i ca
pisce che su lle cause non ci pu essere uguale accordo fra il
M arsili ed i m oderni; cos, ad esem pio, il M arsili crede che
il m oto delle acque in senso contrario a quello da esse se
g u ito per causa del vento derivi dalla disposizione in sita nelle
acque a riprendere il luogo prim itivo, mentre oggi non si pu
pi assegnare a tale virt innata delle acque la ragione d ei feno
m eni che solo fisicam ente hanno spiegazione.
Ma accanto a nobilt di osservazioni, a profondit di con
clusioni ed a serie ipotesi, ecco il M arsili cadere in una grosso
lana credenza, cio alla presenza, n egli strati pi profondi, di
soffi producenti m oti: della quale credenza, quasi a scusarsi,
chiam a a testim onio Francesco Bacone.
cos: in questi autori, che precorrono col loro ingegno il
futuro e che par che spalanchino con le loro visioni lucidissim e
lavvenire, si incontrano, vicino al lim pido, al chiaro, al mo
derno, il vecchio, lo strano, lartificioso, il falso. D el resto ci
inevitabile, perch per quanti sforzi faccia l uomo, sempre gli
resta attaccato qualcosa del passato.
G li effetti dei raggi solari sulle acque sono ben illu strati, e
le afferm azioni che il M. fa a questo proposito sono anche un po
arrischiate, tanto che quasi p en tito dichiara che non intende
far illazion i, ma solo affermare ci che ha osservato.
La seconda parte la biogeografia del Garda : 1 vegetali prima
ed anim ali poi. Le piante che lA utore considera sono quelle che
nascono nel lago o intorno ad esso, cos num erose da costituire
di per s sufficiente occupazione per uno studioso, onde anche
qui vale ci che ha osservato per il m are: necessario far sor
1
II commento di questa sezione opera del prof. Achille Forti di
Verona.

IL LAGO DI GARDA

gere una botanica marina, necessario creare una botanica


lacustre.
P esci, testacei e crostacei sono esam inati nella seconda parte,
la quale ha anche unappendice assa i interessante sulla pesca
del carpione e della trota e sui modi che seguono i pescatori.
Le abitudini dei pesci, le vie che seguono, il tempo in cui la
pesca pi abbondante, tu tto questo contenuto in questa se
conda parte, che se oggi deve esser rinnovata in parte, ancora
rim ane fondalm ente la stessa, quasi esa tta e vicina al vero.
Monografia com piuta, questa del lago di Garda, in tu tte le
sue parti, che se avesse avuto lopera d iligente dello stam pa
tore e del disegnatore avrebbe procurato un altra gloria al
M arsili. Monografia com pleta e nobile m odello d i metodo per
quel tempo, quasi previsione del metodo che di poi g li studiosi
seguiranno con costanza.
V i si incontrano ancora e ci naturale idee vecchie
e concezioni arretrate; pur tuttavia il m etodo sperim entale che
vi seguito, il cum ulo delle osservazioni fa tte con cura e ben
disposte, le induzioni tra tte d alle osservazioni, tu tto questo de
nunzia la bont e la novit della trattazione, per modo che non
si pu non provare m eraviglia che duecento anni fa sia usciio
d a lla penna di un uomo un cos com pleto quadro del lago di
Garda, e che questo sia stato descritto cos sapientem ente che
le tratta zio n i posteriori si dovranno m odellare su questo primo
nobilissim o esemplare.
Prof.

a r io

onghena

B IB L IO G R A F IA
F.

A l b e r t i - D escrittion e d i tu tta V Ita lia . Bologna, 1550,


pag. 355-v. - 357-r.
L o d o y ic o B e t t o n i - L a pesca su l Benaco. Milano, 1887.
Pio B e t t o n i - I l Benaco. Contributo per una monografia limnologica.
Sal, Devoti, 1904.
E. B i g n a m i - I l lago di Garda descritto e disegnato. Milano, Stabilim.
Ciretti, 1873.
F l a v i o B i o n d o - Ita lia illu stra ta tradotta in lingua volgare. Venezia,
1542, pag. 158-r.
L

eandro

10

L U IG I FERDINANDO M A R SIL I

B o n f a d i o - L ettera a M esser Plinio Tomacello sul lago di Garda.


In Opere - Brescia, P ianta 1758. Parte I, pag. 18.
M a t t i a B u t t u r i n i - L a pesca nel lago di Garda. Sal, 1885.
F i l i p p o C l u v e r i o - Ita lia antiqua. Lugduni Batavorum, 1624, pp. 213-5.
A. C o z z a g l i o - L e moderne teorie svila form azione dei laghi prealpini.
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V i t t o r i o F a i n e l l i - Il Garda Scaligero. I l Garda, rivista mensile,
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Th. F i s c h e r - L anfiteatro morenico del lago di Garda. Petermanns
M itteilungen , 1898 e Riv. Geogr. Italiana , 1898.
A d r i a n o G a r b i n i - Fauna Veronese in Monogr. Stat.-Ec. su Verona del Sen.
Conte Sormani Moretti (1900).
G a e t a n o G a r g n a n i - Colpo d occhio fisico, istorico e civile della R iviera
Benacense. Brescia, 1804.
A g o s t i n o G o i r a n - Le Piante Fanerogame dell'Agro Veronese in Monogr.
Stat.-Econ. su Verona del Sen. Conte Sormani Moretti (1896-1900).
Gio. A n t . M a g i n i - Italia. D ata in luce da Fabio suo figlio. Bologna,
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F l o r e s t e M a l f e r - Il Benaco. Parte I e II. Oro-idrografia ed ittiologia.
Verona, 1927.
C i r o P o l l i n i - Viaggio al lago di Garda e a l m onte Baldo. In Verona.
D alla Tipografia Mainardi, 1816.
A n d r e a S c o t o - Itin erario overo nova descrttione de viaggi principali
(V Italia. Vicenza, 1622, pag. 42-r - 43-v.
G i u s e p p e S o l i t r o - Beiuico. S a l , G i o . Devoti Editore, 1897.
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A. S t o p p a n i - Sull origine dei laghi lom bardi (Vera cenozoica). F. Vailardi, Milano.
R i c h t e r - Recenti esplorazioni sul lago di G arda. R ivista geologica
italiana , 1894.
T o r q u a t o T a r a m e l l i - Della storia geologica del lago di Garda. Atti
dell' I. R. Accademia degli A giati, 1893. Rovereto, 1894, pp. 55-111.
[H a unampia bibliografia],
------- D i alcune questioni riguardanti il lago di Garda. A tti del X Con
gresso nazionale di Idrologia, Climatologia e Terapia fisica. Sal,
1910.
------- S u lla storia geologica del Garda. Sunto d'una conferenza. La
Geografa , aprile 1914. [Segue unam pia e completa biblio
grafia],
G i a n s e v e r o U b e r t i - Guida ai laghi. Milano, Guigoni.
G i o . S e r a f i n o V o l t a - D escrizione del Lago di Garda e de suoi con
torni. Mantova, Tipografia Virgiliana, 1828.
I

a co po

O sservazioni fsiche intorn o al lago d i G arda d e tto an tica


m en te Benaco - s c ritte a ll Ill.m o S ignor M archese G iovanni
P o le n i1 P ubblico P ro fesso re delle M attem atich e n ell Uni
v e rsit d i P ad o va dal Conte L uigi F erdinando M arnili corre
la tiv e al Saggio fisico d ella S to ria n a tu rale del M are dato
in luce dal m edesim o a u to re ed al T en ta tivo d ell organica
s tr u ttu r a d ella T erra non ancora d a to alle stam pe.
Ill.m o Signore
In questo altrettan to delizioso quanto ritirato soggiorno di
M aderno, 2 luogo de prim ari di questa riviera di Sal, bagnata

1 Giovanni Poleni nacque il 23 agosto 1683 a Venezia e mor a Pa


dova il 14 novembre 1761.
Porse suo (padre Jacopo, che ebbe il titolo di marchese dallimpera
tore Leopoldo per i molti servigi a lui resi nella guerra contro i Turchi,
non era sconosciuto al Marsili e forse dall'am icizia col padre, oltrech
dalla bella fama scientifica del figlio, nacque la relazione.
Il
Poleni considerato come uomo di sapere poliedrico ; astronomo
e matematico, fisico ed idraulico, filosofo e letterato, si occup anche
di antichit e d architettura. Professore fin dal 1708 allUniversit di
Padova, Socio delle maggiori accademiche straniere, in rapporto epi
stolare col pi dotti uomini del suo tempo, lasci molte opere.
Si vedano : M em orie per la vita , gli stu di et costum i di G. Poleni.
Padova, 1762. - P i e t r o C o s s a l i - Elogio di G. Poleni. Padova, 1813. F a b b o n i - V itae Italoru m , voi. X II. - Biografie degli Ita lia n i illustri,
voi. X. - F . D i d o t - N ouvelle biographie, voi. 40, pp. 598-99. - G r a n d j e a n
d e F o u c h y - Eloges.
In fine dell Elogio del Cossali trovasi un elenco delle pubblicazioni
del Poleni e dei m anoscritti da lu i lasciati.
2 Sul lago di Garda, a Maderno ed altrove, il Marsili si trattiene
per un paio danni, dal 1724 al 1726. A quante cose egli attende in

12

L U IG I FERDINANDO M A R SIL I

dal lago presentem ente detto di Garda, mia principale istitu


zione fu il term inare, siccom e lode a D io m i riuscito, certo
tratta to dello stato m ilitare d e llim perio ottom anno, le cui no
tizie son gi m oltanni che io aveva raccolte. Ma questa dir
cos conversazione fra Turchi m i si rendea s m alagevole ed
aspra che stim ai necessario per mio sollievo divertirm ene di
tanto in tan to con qualchaltro studio pi dolce e pi dilettevole.
Laonde m i posi da prim a a fare una dissertazione di alcune ti
siche osservazioni che raccolsi n ella m ia ultim a navigazione da
Livorno pel tratto di M editerraneo fra esso e lo stretto di Gi
bilterra, e dentro del medesim o e piccola parte delloceano fra
questo e il canale cinto d i piaggie d i F rancia, dInghilterra e
dGlanda 1 e scrissi la m edesim a a llerudito am ico mio Sig. E r

questo biennio ! Il Fantuzzi (M em orie, pp. 258-261) cita coloro con cui
fu in relazione epistolare durante questo tempo ed a cui scrisse lettere
dotte, il Boerhaave, il dott. G. Monti, studioso di anatomia, il Micheli.
Ma anche qui, nella lettera dedicatoria al Poleni, il M arsili accenna
a due lavori, a cui attende nella tranquillit del soggiorno benacense,
cio allultim a redazione del trattato Dello stato m ilitare dellimpero
ottomano , ed a raccogliere le osservazioni fatte durante di suo viaggio
per mare da Livorno a llInghilterra (settembre-novembre 1722).
Il
M arsili dice che da gran tempo s'occupava del primo dei due
argomenti, tanto che sentiva un po di stanchezza ad occuparsene an
cora. E difatti fin dal 1679 cio dal suo primo viaggio a Costantino
poli aveva cominciato a raccogliere materiale, che la permanenza
nella capitale turca, pi tardi, (1692), ed i frequentissim i contatti o
durante la guerra o nelle trattative di pace avevano assai accresciuto.
N ella tranquillit della vita di poi il M arsili pot dare una disposi
zione alla vasta materia, che riceveva g li ultim i ritocchi allora. Ma il
M arsili non pot vedere lopera sua pubblicata : essa in francese ltat
m ilitaire de lEmpire ottoman, ses progrs et sa deeadenee apparve
nel 1732 a llAja e ad Amsterdam.
1
Al ms. 97 A. I. (Fondo M arsili), esiste la lettera che contiene le
osservazioni a cui il M arsili accenna Epistola continens observationes
addendas Tentam ini physico naturalis historiae maris, R egiae Societati
Parisiorum scripto ab Aloysio Ferdinando Co. M arsilli habitas occasione
novissim ae suae naviga tionis a Liburni portu per Fretum Gaditanum ad
plagas oceani respicientis Hispaniam, Lusitaniam , Galliam et canalem
inter Galliam, Angliam et Hollandam, ab eodem scripta ad eruditissimum

IL LAGO DI GARDA

13

manno B oeerliave,1 professore di m edicina, di botanica e di


chim ica n ellU nversit di Leiden. Compiuta questa ed a lui m an
data in Am sterdam , m i venne in pensiero di farne unaltra sul
soggetto di questo lago, giach mi dava egli nell occhio 2 all aprir che io faceva delle finestre, ed ogni d passeggiava due
ore lungo la di lu i riva. I l qual pensiero m andai ad esecuzione
di buona voglia non tanto perch il soggetto m i fosse cos ovvio,
comegli fu, quanto perch lo viddi proprio e confacevole a llin
tento mio di provare la struttura organica della terra, intorno
a cu i da ta n ti anni ho intrapreso una raccolta dosservazioni

virum Hermannum Boerhaave, professorem in Academia Lugduno - B a


iava .
Sono 30 carte e 4 tavole a penna. L ho pubblicata, riassumendola
qua e la e traducendola, neUAnnuario del R. Liceo Scientifico A. Bighi
1929-1930.
1 Hermann Boerhaave, nato nel 1668 a Voorhout, presso Leida, morto
a Leida nel 1738, fu medico, ma a llUniversit di Leida tenne corsi di
botanica e d i chimica.
Capolavori di metodo e di stile sono dette le sue opere.
Lam icizia del M arsili col Boerhaave ha principio nel 1723 quando
di ritorno da Londra il M arsili fa una sosta a Leida.
E per le insistenze del Boerhaave, a cui fece conoscere la sua storia
fisica del mare, il M. si dispose a darla alle stam pe; anzi il Boerhaave
vi .premise una dotta prefazione in latino che tutta una lode al Marsili ed unesaltazione del suo metodo di indagine e del suo ardore scien
tifico (L. F. Marsili - H istoire physique de la m er - Amsterdam, 1725,
pp. I-XI).
2 La frase non propria, ma assai espressiva. Il M arsili non
certam ente uno stilista : la forma talvolta un po aspra, talvolta scor
retta. I suoi periodi ora corrono interminabili, ora zoppicano un po.
Non sempre aveva il tempo per dar forma nobile e dignitosa al pensiero,
che frettolosam ente doveva fermare sulla carta ; e forse in lui non era
nemmeno larte di scriver bene. D el resto, quando l argomento lo attrae
e il sentimento lo muove, sa esser forte ed efficace. E noto inoltre che
tu tte le volte che egli diede alle stampe qualcosa, si valse di correttori
e di traduttori, i quali rivestirono il suo pensiero di elegante forma
e di ben fa tti periodi latini, al pari che disegnatori valenti tradussero
in belle linee ed in ben combinati colori i suoi segni tratti dallosserva
zione del terreno.

14

L U IG I FERDINANDO M A R SIL I

c o llesam e di m onti, d i pianure e di m a r i.1 Perloeh mi figurai


questo lago a gu isa di un piccolo m are che per tante ragioni
probabili dovesse pur egli avere una solida struttura interna
corrispondente a quelle de mari, giach s questo come g li altri
laghi non sono accidentali, ma necessari al buon regolam ento
della m ole aquea che scorre per la terra e scorrer tuttavia fino
a lla distruzione della terra nella guisa stessa de m ari; e con
tale occasione esam inai tu tte le parti soggette ad un esam e fi
sico naturale del nostro lago. 2
Or questo che ho tentato senzalcun comodo d istrom enti e
1 La struttura organica della terra fu la meta ultima a cui guard
in tu tti i suoi lavori. Se lo studio del mare sapeva a lui svelare i segreti
di tanta parte del globo, e se lo studio dei fiumi, dei laghi, delle paludi
e dei monti poteva metterlo a parte di tanti altri problemi e condurlo
a risolverli, alla terra nel suo complesso egli mira, al come essa costi
tuita, al come fu un tempo ed alle mutazioni via via intervenute: ab
bracciare il pianeta nella complessit di tutte le questioni sue, vedere
il nesso fra tutti i fenomeni e condurli tutti alla risoluzione del maggior
problema : qual' la struttura della terra per cui essa appare come
organismo.
Certo ancora un po nebbia il problema cos formulato ; ma non
possiamo negare nel M arsili un desiderio nobilissimo di sintesi gran
diosa, alla quale non pot giungere, perch i tempi non lo permettevano ;
ad esso per sempre tese le forze del suo ingegno.
1 nis*. 90 A. l ( / 8, 12, 13, 14, 21 - 90 C. carte 29-30, 43, 114, 115
contengono appunti, pensieri, abbozzi, profili ; ma sopra tutto sono im
portanti il ms. 90 A. 1, dove come una traccia dellopera che il M arsili
vagheggia, e quello 90 A. 21 che contiene il primo sbozzo dellorganica
struttura della terra e che consta di 25 carte, tutte autografe. Oltre
non andato il M arsili : forse ha pift visto con gli occhi della mente
e pi pensato che scritto ; forse laltezza del problema gli fece disperare
di arrivarci e lasci che altri tentasse e toccasse la soluzione di questo
massim o problema.
2 Intorno ai bacini marini ed anche intorno ai bacini lacuali
il M arsili ha osiamo dire una concezione statica : egli pensa che
tali bacini siano originari, cio cos creati (la fede sicura del M arsili
gli fa accogliere per intero la parola della Bibbia) dal principio del
mondo, perch destinati a contenere le acque pur esse create ed ora in
tale mole come quando furono create e come quando sar la terra di
strutta.
E il bacino del Garda il Marsili considera non come accidentale, cio
venutosi a poco a poco formando, ma come prim itivo, cio creato da

IL LAGO DI GARDA

15

privo de miei m edesim i m anoscritti avr bisogno di emenda che


non potr esser fatta n con pi amore verso di me n con mag
gior fondam ento di sapere, che da V. S. Ill.m a, a cui perci in
dirizzo essa dissertazione, che divido in due parti. La prima con
tiene lim m ediata descrizione di tu tte le parti che compongono
questo lago. La seconda m ostra i viventi e vegetabili dentro di
esso, e s luna come laltra com partita ne suoi capitoli. A vanti
a questa dissertazione pongo due mappe, che servono di guida
e di fondam ento della m edesima. U na topografica d elle sponde
del lago con l aggiunta delle prim arie citt, che in qualche d i
stanza lo cingono. U n altra idrografica continente i meri lid i
del lago con le linee su le quali si son fa tte le diverse settioni.
o profili che m ostrer, ed in questa sono quelle dim ostrazioni
appunto che nella mappa topografica averebbero cagionato con
fusione.
S i degni pertanto V. 8 . Ill.m a di leggerla e di correggerla
e m i creda D. V. S. Ill.m a.
Padova, 20 ott. 1725. i

Devot.m o e Obb.mo Ser.e


L

u ig i

e r d in a n d o

a r s il i

principio per il regolamento delle acque. B ad ammettere tale conce


zione lo conforta il fa tto che il fondo del lago costituito da strati non
dissim ili e non diversam ente disposti dagli strati fuori delle acque. Pare
strano, eppure cos. Accanto ad unindagine delle pi scrupolose del
lindividuo geografico sorgono, quasi ad impedire la esatta visione del
fenomeno, credenze vecchie e dottrine superate, le quali, malgrado la loro
tenace l'esistenza, non riescono ad oscurare e ad annebbiare locchio
acuto dello studioso. Forse questo di tutti 1 tempi, se osservati un po a
distanza ; ma certo non mai stato tanto stridente il contrasto fra il
vecchio che resiste ed il nuovo che si fa strada quanto in quel sette
cento dove le scienze e specialmente quelle naturali hanno fatto
passi da gigante, e pur tuttavia continuavano sistem i generali destinati
sicura scomparsa. Il Marsili un bellesempio di questet ohe par
contradditoria, e tanto pi meraviglioso in quanto egli tenta tutti i campi
1 alcuni percorre mai toccati o quasi del tutFo nuovi.
1
II Fantuzzi (pp. 258-61) non fa cenno di questa gita fino a Padova,
dalla qual citt datata la lettera. Forse fu una rapida corsa per
consegnare in persona al Poleni il Manoscritto Benacense; dopo certa
mente, se dobbiamo credere al biografo bolognese, il Marsili ritorn al
suo lago. Nel 1726 posta la venuta a Bologna.

PARTE

P R IM A

CAPITOLO PRIMO

Descrizione ^eos^raflca del nostro lago.


A llestrem it delle falde pi erte delle A lpi dividenti l Ita lia
d a llE lvezia e dalla Rezia, con m olta disposizione colloc la
natura una serie d i laghi di grandezze diverse, con vari nomi di
stin ti. F ra quelli che sono in Ita lia in gran credito quello,
che in oggi dicesi lago di Garda, chiam ato dagli antichi scrittori
B enaco e lago Lidio di Catullo, nativo di Sirm ione, penisola del
m ed esim o .1
E sso ha il principio da greco-tram ontana nella parte di Tirolo conterm ine a llIta lia dentro del principato di Trento 2 e
con apparenza, che la prim aria di lu i origine sia il fium icello
Sarca, proveniente dalle alte A lp i pure del Tirolo, quando que

1 II nome latino Benaco. I l M arsili ha aggiunto laggettivo Lidio


forse desumendolo direttamente, o piuttosto indirettam ente dalle untine
L ydae di Catullo. (V. il carme su Sirmio).
Catullo poi nativo di Verona, e sul Garda, nella famosa penisola,
aveva solo una villa.
2 II principato ecclesiastico di Trento, istituito, pare, nel 1004 da
Enrico II ed ampliato nel 1027 da Corrado II il Salico, comprendeva,
quasi tutta la vallata d ellAdige ; ne erano escluse la parti di NE, cio
non poco della vallata dell Isarco e un po di quella dellAvisio. Per
il principato non coincideva del tutto con la diocesi. Nel 1803 il potere
nominale dei principi-vescovi aveva fine. E satto quindi ci che dice
il Marsili e circa la dipendenza politica del breve arco sett. del lago
di Garda, e circa la diocesi, di cui parte.
2

18

L U IG I FERDINANDO M A R SIL I

sto 1 al pari d egli altri proviene, come si mostrer, pi d allacque sorgenti dal basso che defluenti dalla superficie della terra. 2
In quanto alla giurisdizione secolare soggiace a due P rin
cipi diversi, cio all'im pero germ anico, perocch ubbidisce per
un piccolo tra tto di cinque m iglia, n ella mappa notato d i color
giallo, al principato di Trento, membro del Tirolo ; 3 ed alla
repubblica veneta, confinando il Trentino co di lei sta ti fra le
due valli della P ola e Cresta di M onte di Eocca, detta V aim ar
cia. 4 D a questi due term ini per tu tto il rim anente dellesten
sione del lago diviso sotto due considerabili territori B resciano
e V eronese. Il principio di quello dalla valle della Pola, il fine
sotto D esenzano ad un luogo detto C astello de M artinenghi, per
le lin ee di Pozzolengo e da qui il V eronese va fino alla detta
Valm ancia.

1 II pronome va riferito a lago nome un po distante si che la con


fusione di chi legge giustificata.
2 Qui ripete il M arsili una sua ferma credenza che le acque rac
colte in bacini, lacuali o marittim i, sia dovuta pi che al tributo delle
acque correnti, a quello delle acque scaturenti da vene subacquee . Ohe
il fenomeno abbia fondamento di verit, non vi dubbio, ma che sia
esatta la recisa affermazione del M arsili nessuno vorrebbe accingersi
a dimostrare.
E d altra parte come lo si potrebbe? qual il modo di misurazione?
Le ragioni che il M arsili produrr pi oltre non sono sufficienti a dimo
strare il suo asserto.
3 Qui afferma il fatto che sera gi verificato, dalla seconda met
del trecento, della sovrapposizione d ellautorit laica a quella ecclesia
stica, mentre era stato 1 opposto nei secoli precedenti. E non solo
sovrapposizione, ma anche diminuzione : continue sono le usurpazioni
dei conti di Tirolo, ed anche un po della regione intorno allarco sett.
del Garda sottratta.
*
L estrem o confine verso il Bresciano, parte della repubblica di Ve
nezia, segnato dalla valle di Pola, quello verso il Veronese, spettante
pure alla repubblica, dalla Vaimarcia. I due nomi sono rim asti ed hanno
solo un po m utato di forma. La vai P ola lattuale vai Palaer, la
vai Marcia si conserva in Valmarsa.
Non si conservato il nome Cresta di Monte di Rocca, n v i
nome oggi che possa star- vicino.

IL LAGO DI GARDA

19

Lacqua del lago dentro del dom inio veronese, lasciando la


repubblica di V enezia la custodia di essa sino alle rive del B re
sciano a llordine patrizio nobile di Verona che arma bastim enti
di custodia delle acque e tiene lontane le frodi delle D o g a n e .1
In quanto alla giurisdizione spirituale governano le rive del
nostro lago tre vescovi, di Trento, d i V erona e d i Brescia.
La figura del lago in foggia di liuto. La positura natural
m ente fra i punti in oggi cospicui per lerezione delle citt, V e
rona, Brescia, Trento e M antova, prendendo per punto lim i
tneo di ta li dim ensioni Maderno, luogo del mio soggiorno, e
lontano da Verona a levante m iglia 25, da B rescia in occidente
24, da Trento quasi a settentrione 42, da M antova a mezzo
giorno 42 sim ilm ente. 2 Circa la lunghezza e larghezza di que
sto lago, Strabone nel fine del 4 libro per 1 edizione greco-la
tin a di Am sterdam n ell anno 1707, g li assegna la lunghezza di

1 A S. del lago la linea di confine fra Bresciano e Veronese descrive


un arco con la convessit a mezzogiorno : il castello dei Martinenghi
e Pozzolengo sono gli estremi. Pozzolengo il piccolo centro del comune
omonimo sulle alture moreniche che coronano il lago, presso 8. Martino
della B attaglia : il castello de Martinenghi oggi non pi ricordato
nelle carte e che certo ha tratto il nome dalla nobile fam iglia la quale
non ebbe piccola parte nelle lotte del comune di Brescia forse risponde
a Castel Venzago, che sulla stessa linea di Pozzolengo e che al S. di
Desenzano.
2 Siccome il M arsili non dice se le distanze indicate siano par strade
ed attraverso il lago oppure in linea daria e sulla carta, cos non ho
potuto stabilire quanto si avvicinino al vero.
La prima cifra sembra determinata in parte sul lago e in parte per
strade (Km. 46,2 quasi uguali alle 25 miglia del M.) ; la seconda pare
pure determ inata su strade e con qualche giro pi lungo di quello che
comportino le strade dora (Maderno-Rezzato-Brescia Km. 38,2, un po
lontani dalle 24 miglia indicate dal Marsili). Infine la terza e quarta
distanza sono del pari fissate sul lago e per vie terrestri, per il lago
e per terra (Maderno-Trento Km. 79,2, quasi uguali a 42 migSia
(Km. 77,7); e Maderno-Mantova, Km. 74,8, un po al di sotto delle 42 m i
glia m arsiliane).

20

L U IG I FERDINANDO RIARSILI

500 sta d i che sono m iglia 62 % e la larghezza di 150, che sono


m iglia 18 % .1 Per ledizione la tin a d el medesimo im pressa in
V enezia da G iovanni V ercellese l anno 1480 in foglio dice sim il
m ente la lunghezza stad i 500 e la larghezza 30 che sono m iglia
3 % ed altri moderni autori varie lunghezze e larghezze varie
g li danno come pu vedersi n ell Itinerario del Capugnano e
d ello Scotto. 2
Io
per m isurare questo lago mi sono servito di una navicella
con tre rem iganti, che s i visto nello spazio di unora, essendo
il lago in calm a, fare il cammino di m iglia 3, e giu sta queste
osservazioni m ie ho trovato la lunghezza non essere pi che 33
m iglia, pigliando per questa i term ini da D isinzano a Torbole,
p un ti che in tempo chiaro e tranquillo reciprocam ente si veg
gono. 3
La larghezza nel suo principio fra Riva e Torbole non eccede
le due m iglia d Ita lia , estendendosi da mezzo giorno una quarta
fra ostro e garbino fino al prom ontorio di S an V ilio posto alla

1 E esatto quasi del tutto nelle due citazioni.


L edizione che indica prima la seguente:
Strabonis rerum geographicarum libri XVI. Accedunt notae integrae
Casauboni etc. Subiiciuntur Chrestomatliiae graecae et latinae. Amstelodami, apud Joannem W olters, 1707 .
Laltra ha solo un errore nella indicazione del luogo di stampa:
Geographiae libri XVI . In fine : Strabonis Amaslni scriptoris illustratae geographiae opus finit. Joannes Vercellenisis propria impensa
imprimi curavit. T arvisii, 1480 . Ledizione di Venezia, citata dal Marsili, del 1494.
2 Itinerarii Italiae rerumque romanarum libri III a Francisco Schotto
Senatore Antverp. ex antiquis novisque scriptoribus editi, et ab Hieronymo Capugnano (Girolamo Giovannini da Capugnano) ordinis Patrum
Praedieatorum aucti. Antverpiae, 1625.
A pagine 107-8 d 35 m iglia da Peschiera a R iva e 14 da Sal a
Garda.
3 La misurazione da me fatta sulla carta d 52,2 Km., fra Riva e
Desenzano : a 51,6 Km. si calcola dal Taramelli ( T o r q t j a t o T a r a m e l o S to ria geologica del lago di Garda, A tti dellI. K. Accademia degli
A giati di Rovereto, 1894, p. 79) ha lunghezza del lago, ma non dice
entro quali estremi. Invece il Marsili d 33 miglia, uguali a 61 Km.

IL LAGO DI GARDA

21

riva veronese, con un corso tra le 22 e 23 m iglia con diverse


larghezze, che fra le tre e le quattro m iglia reciprocam ente
vanno fino alla punta di San Giacomo, collocata nel Bresciano,
term ine delle aspre rive col principio della continuazione deli
ziosa della riviera di Sal collameno e vago paese di tre comuni
di Grignano, V illa e B ogliaco. D a questo term ine alla dirittura
della punta di Tusculano dov posta 1 abitazione de SS.m i
D elai sino a Torri nel veronese vi la larghezza di m iglia 5;
fra la punta della Capra, estensione piana di Maderno nel Bre
sciano Ano alla d irittura dellultim a pendenza di San V ilio,
di m iglia 6 . 1 II lago uscito da questi due ultim i term ini si di
lata fra diverse larghezze form ate di varie punte, ed estrem it
d i golfi, che pi o meno in fra terra si estendono con i nomi per
lordinario di valli, e la maggiore di ta li larghezze a mio cre
dere quella da Maderno fino alla bocca del di lu i em issario che
forma il M incio a pi de m uri della fortezza di Peschiera posta
nella riva veronese, tra le 16 e 17 2 m iglia ; ma i pescatori hanno
in uso di nom inare per la maggior larghezza quello ch dal
porto di S an F elice posto a lla riva bresciana e la Zisa nel ve
ronese ch di m iglia 14 ; e ta li larghezze pu ognuno stabilire a
suo piacim ento su la mappa fa tta con la possibile diligenza, pre
figgendo diversi term ini d allestrem it di golfo o valle a llaltra
oppostagli.
1 Non certo molto trasparente qui la prosa del Marsili, perci
necessario circondarla di qualche chiarimento. Fra Riva e Tortole cor
rono due miglia ( = 3,7 Km., quasi quanti realmente risultano dalla
misura sulla carta, Km. 3,5) ; poi il lago muove fra austro e garbino,
cio libeccio, di una quarta di vento, cio di 2230 ; ed in questo tratto,
lungo 2 /3 della sua lunghezza fino alla punta di S. Vigilio oltre
40 Km. oscilla fra 3 e 4 m iglia (Km. 5,5 e 7,4) fino alla punta di
S. Giacomo, a N. di Gargnano, fra 5 e 6 (Km. 9,2 ed 11,1) nel tratto
Toscolano-Toirri e in quello Maderno - punta di S. Vigilio.
2 Qui per le cifre marsiliane si vanno allontanando assai dalla realt.
Anche non tenendo conto dei quasi 30 Km. che dice distare Maderno
da Peschiera, mentre sono invece 23,5, la larghezza massima che cal
colata dal Taramelli di Km. 17,2, nel M arsili diventa di quasi 26 Km.
fra S. Felice, sulla riva bresciana e Lazise, sulla veronese. Fra i due
luoghi le misurazioni mie dnno 17 Km.

22

L U IG I FERDINANDO M A R S IL I

Le sponde di questo lago esigono una chiara descrizione,


perch debbono servire m olto alla dim ostrazione ed intelligenza
d ellalveo o vogliam dire cratera di l u i . 1 Per procedere con or
dine cominceremo dalla parte superiore fra E iva e Torbole, giu
risdizione come d issi del Tirolo, dove sono due valli fatte dal
piccolo fiume Y arone e m aggiore Sarca, cinto da a lti m onti che
n e llascendere verso il Tirolo si fanno vie pi a lti, e qui la riva
d al governo resa im praticabile con barche, volendo che si
sbarchi unicam ente ne due luoghi d i Torbole e di Riva, e tro
vandosi forestieri, che con navi dieno fondo in esse sono arre
stati. D a Torbole la riva che occupa il veronese fino al cantone
di Navene, ch una parte del m onte Baldo, non am m ette verun
sentiero. 2 D a qui tu tto che sempre pi erto si faccia il monte
B aldo, per ogni parte d ellin tiera estensione d el veronese vi
comodo di approdare, e di cam m inare a piedi e a cavallo sem
pre lungo la riva. I l m onte Baldo s fam oso per laltezza sua,
che sempre si fa m aggiore sino sopra M alselace, Cassone, 3 Mi
n a r o lo 4 e M ugugnano, tiene a lla sua som m it fonti ed erbe

1 II M arsili ha la chiara visione che a conoscere il fondo del lago


giovi assai l esame delle coste : queste denunziano il fondo e sono tali
quali il fondo le determina.
Per primo egli inizia limportante capitolo della configurazione oriz
zontale, per primo egli esam ina come son fa tte le coste e non per darci
una pura descrizione di esse, ma per riallacciare, conosciuta la loro
costituzione esterna, la costa con la parte che la continua e che le
acque ricoprono.
Non descrizione pura la sua, ma indagine tratta dalla esatta de
scrizione degli individui geografici.
2 Da Torbole a Navene la costa nuda, ripida ed ha assai pi sel
vaggio aspetto della opposta riva di Limone. Nessuna strada allora cor
reva presso il lago : da poco soltanto costrutta una strada rotabile,
che spesso per si scosta dalle rive; del resto nessun centro di qualche
importanza ha potuto form arsi. Da Navene invece parte la Gardesana,
che quasi sempre prossima alle acque, segue la riva sino alla Punta
S. Vigilio.
s Malcesine e Cassone.
*
Minarolo, non indicato nelle carte odierne, risponde allantico Menaruolo, sorgente presso a poco dove oggi Sommavilla.

IL LAGO DI GARDA

23

tan to rinom ate e struttura di stra ti di pietre, e con le sue falde


s i estende per oriente fino a llA d ic e .1
D a questi siti d escritti dove pi alto, sempre lungo il lago
con la di lui falda si va diminuendo sino al prom ontorio di San
V ilio, restando un poco interrotto dalla vai Caprina che vi ha
fa tto e d allaltra opposta de m onti sopra Garda, B ardolino, Zizano e Zi za 2 dove tu tto riducasi in suavissim i c o lli che a P e
schiera com inciano a slon tan arsi dal lago, lasciando un inter
spazio piano, in parte paludoso, fertile a vigne, a larghezza di
due o al pi tre m iglia, e che term ina a R ivoltella, luogo gi del
bresciano poco d ista n te dal confine del C astello. 3 Q uesti colli
da R ivoltella vanno unendosi con le loro falde alla riva del lago,
e cam m inando verso Padengo, M oniga, Minerbo, San F elice
sempre s inalzano, e venendo alle vicinanze di S al, per la loro
a ssai considerabile eminenza, guadagnano il nome di a lti m onti

1 II Baldo, che non ha boschi, ricco di una flora varia e numerosa ;


perci fu chiam ato orto dItalia.
Anche le fonti sono frequenti. Il Marsili dice che il B aldo con le sue
falde giunge fino a llAdige ; ma non la catena principale che scende
nella Val Lagarina, bens unanticlinale parallela alla catena mag
giore.
2 Anche questo un punto un po oscuro per la forma. Soggetto il
M onte Baldo, e di esso il M arsili dice che dopo i vari piccoli centri
ricordati va diminuendo di altezza, sempre bagnando le sue falde nelle
acque del lago, sino ail capo S. Vigilio. Aggiunge che lo interrompono
due v a lli: la prima la V al Caprina, dove scorre il torrente Tasso,
laltra quella per cui corre la strada Caprino-Oostermano-Garda, in
parte seguita dalla Val Tesina ; per ambe le valli separate sono le alture
su cui sorgono Garda, Bardolino, Cisano e Lazise, alture che vanno
abbassandosi in colli larghi.
A Peschiera le colline si allontanano dal lago e comincia una pia
nura, larga al pi 5,5 Km. Questa pianura che ha qualche superficie
di acqua stagnante (il cos detto laghetto ad O-SO di Peschiera) chia
mata la Lugana.
3 Dopo R ivoltella i colli savvicinano al lago e man mano che ci si
accosta alla riva occidentale si elevano : Padenghe, Moniga, Manerba
e S. Felice sono i 4 momenti del loro progredire ad alture sempre m ag
giori. Monti di Brescia sono chiam ati queste alture via via crescenti.

24

L U IG I FERDINANDO M A R S IL I

(li B rescia, che lasciano due valli, una che conduce a questa
citt , e laltra che ha il nome di Sabbia, che mena in altra chia
m ata T rom p ia.1 D a llaltura di Sal, questa linea di a lti m onti
si slontana un poco dal lago fino a Toscolano, e poco pi sopra
m aggiorm ente lascia una valle di tre communi m entovati e che
poi va ad u n irsi a l lago nella punta di San G ia co m o .2 Vorr il
lettore dare un occhiata n ella mappa a questa situazione s ben
difesa da tu tti li venti di tram ontana per ragione della linea de
m onti che form a come un muro con una falda esposta a levante,
a mezzo giorno, a ponente, e che a llopposta riva d i Torri e di
Garda fa godere anche di sim il clim a benefico alla coltura di
agrum i, ohe a suo luogo dir.
Da'lla punta d i San G iacom o a l P ra to della F a m e 3 non vi
che una scoscesa falda di rocca fa tta de consueti strati che non
1 Ricorda due valli : una conduce a Brescia e l altra la vai gabbia,
che conduce dice il M arsili alla vai Trompia. In realt da Sal
una strada che sale oltre un centinaio di metri porta alla vai Sabbia,
a Tormini ; di qui, scendendo la vallata del Chiese e allargandosi nel
piano, si perviene a Brescia, ovvero girando per le coste di S. Eusebio
si raggiunge la Trompia, indi Brescia. Questo probabilmente vuol dire
il Marsili.
2 La linea dei monti s'allontana, dopo Sal dalle rive del lago : a
Toscolano di nuovo savvicina (m. Lavino 807 m., m. Pizzcolo, 1582 tn.,
in. Castello, 866 m.) e alla punta di San Giacomo, a N. di Gargnano,
dove termina lampia strada rivierasca, i monti alti (m. Denervo, 459 m.)
selevano presiso le acque. Onde accade, perch una barriera di cime
discretam ente alte si erge a sud e ad est, che sul lago non soffino i
venti freddi di tramontana. Ed il beneficio non solo risentito dalla
riva occidentale, ma anche da quella doriente, s che Garda e Torri
possono allevare una vegetazione di agrumi e godere runa notevole m i
tezza di clima.
3 II Prato della Fame un breve tratto piano che si distende sulla
costa, ai piedi di una serie di dirupi scoscesi e grandiosi, che comin
ciano subito dopo Gargnano, ed al principio di altri dirupi che si pro
lungano assai verso Nord. Due torrenti solcano questo prato ed un
piccolo porto si apre davanti.
La strada ha gi lasciato la riva e s cacciata verso linterno ; torna
a riapparire solo dopo Campione. Una nuova ampia strada rivierasca
per in costruzione.
La punta di Forbisicole si avanza nel mezzo fra i 2 porticciuoli, che
rendono accessibile la costa per via dacqua.

IL LAGO DI GAEDA

25

perm ette n sbarco di navicella n modo di cam m inarvi col pi,


fuori che in quellangusto spazio di quel praticello chiam ato
della Fam e. Da questo fino a Cam pione non vi sim ilm ente co
modo n di camminare n di approdare. N ellistesso sito di
Campione si sbarca, essendovi un praticello, dove sono edifizi
da fe r r o .1 D i qui fino a Tensel pure poco commercio per
t e r r a .2 Quindi si forma un giro di queste rupi, he va infra
terra slontanandosi un m iglio, anche due dal lago che in guisa
di muro va di nuovo a term inare a l lago alla punta di R iva
molle, form ando un muro naturale anche m eglio adattato de
territori di Grignano, 3 di Tusculano, d i Maderno, d i Fagiano 4
e di Sal per la difesa contro 1 aspro vento di tram ontana,
ed esposizione al clim a soave di tu tti g li altri venti, dove gli
olivi e g li agrum i nno la loro reggia per cos dire, compen
sando il tetro e l orrido dove collocato il sito di Limone. D ella
rupe d escritta fra le pun te di San Giacomo e R iv a m o lle,5 nella
som m it sono v illa g g i e luoghi coltivati, non essendo questa che
un precipizio che la natura fece collapertura che segu nel farsi
lalveo del lago. D a questa punta di R ivam olle sino a R ipa la
sponda aspra ed im praticabile lungo l acqua e per isbarcihi e
per cam m inarvi, alla riserva dove il confluente del fiume Fonale
lungo il quale i pedoni entrano nella valle di Ledro che ha nel
mezzo il lago detto Ponale sul Trentino, lungo tre m iglia e largo
nel pi m iglia uno, che nella mappa si vede. 6
1 Campione non pi centro dellindustria del ferro, ma luogo dove
si lavora il cotone. Un grande cotonificio sorge a S. di esso.
2 Tensel probabilmente la riva chiam ata di Nanzello a Nanzel, a S.
di Limone.
Anche in questo tratto lim itato da un costone alto oltre 300 m.
sono scarsi i luoghi dapiprodo e pochissimi i centri abitati : i jnaggiori
stanno verso linterno, e linterno pure solcato da una strada.
3 Gargnano.
4 Fasano.
5 Lattuale Reamol.
6 II laghetto di Ledro dal M arsili chiam ato del Ponale ; suo emis
sario il Ponale.
Non largo 1 miglio, ma appena 1,2 Km., e la sua lunghezza m i
nore di quella data dal M arsili (Km. 2,8 e non 3 miglia = Km. 5,553).

26

L U IG I FERDINANDO M A R SIL I

Q ueste descritte rive sono com poste di terreni per se stessi


m agri, per non dire sterili, quando lin d u stria degli abitanti non
su p p lisse coltivandoli per olivi, vigne ed agrum i, cominciando
d a llorrido sito dov posto Limone, dove con larte hanno preso
il vantaggio d i quel piccolo seno s ben coperto da tu tti li venti
setten trio n ali ed esposto a lle altre piaghe benefiche, ed hanno
regolato le sorgenti tra quelle pietre con piccoli aquedotti di
muro per la cultura di ogni sorta d i agrumi, adattando m ira
bilm ente a siti luniversal modo della cultura di questi, che si
pratica per tu tta la r iv ie r a .1 Q uesta cultura medesim a dura
d alla punta di San Giacomo Ano a lle vicinanze di Sal, dove
manca a causa d ellapertura della lin ea de m onti che portano
ven ti freddi alla parte opposta d i questa riva. N el villaggio di
Torri come nel luogo di Garda pure questa cultura ed in spe
cie de cedri, che crescono in m aggiore grossezza che in altri luo
ghi della riviera.
I
m onti sono ricchi di marmi ed in specie del bel giallo di
Torri 2, di cui sarebbe desiderabile un commercio pi comodo,
non potendosi condurre a llA dice o a l Mincio nel sito dove que
sto com incia ad essere navigabile se non a forza d i carri. L isole
del lago sono poco riguardevoli, perch piccole o sterili. La
prim a che sincon tra venendo dalla riva Trentina quella detta
la Torretta sotto Malsecenie, laltra la Torretta pur della v a lle ,3

1 II Marsili dice che il costone montuoso si ritrae di un miglio o


due dal lago lasciando il posto alla riviera di Limone, ancor pi delle
altre protetta da venti del nord, onde i frequenti agrumeti.
Non veramente una pianura, ma un dolce pendio.
E pure notevole l osservazione che qui fa della dipendenza stretta
che c fra clima e vegetazione ; osserva anche che lagricoltura inten
siva prospera in tutti i luoghi in cui la natura stata piuttosto m a
trigna, pur che non sia sfavorevole lelem ento clima : ed anche l dove
il clim a non del tutto dolce gli sforzi delluomo sanno superare tu tti
gli ostacoli ed adattare a suolo ed a clima le colture.
2 Sono antiche nei dintorni le cave di Torri che danno marmo rosso
ammonitico e ammonitico giallo.
3 La prima ora detta Isola deH'Oiivo e sorge a SO di Malcesine
contro la villa Gruber ; laltra, pi a S., presso il capo Sogno e quasi
continuazione di esso.

IL LAGO DI GARDA

27

e queste nno alcune piante di olivi. La terza la d etta de> tre


m eloni, dovera una fabbrica che fu dem olita nelPultim e g u er re.1
A d irittura di San V ilio vi un piccolo scoglio lontano da terra
un tiro da sch io p p o .2 Tutte queste per esser pi vicine a lla
sponda veronese debbon essere attribuite a quel territorio.
D a iSan V ilio traversando il lago tra ponente e mezzogiorno
s incontra l isola prim a d etta de F ra ti 3 per esservi sopra un
convento di zoccolanti, che poco pi lunga di mezzo m iglio,
e larga assai meno che mezzo, posta fra due linee d i scogli, una
che va alla punta di San Firm ione, fra quali passano leggiere
barche, unaltra che va sino alla punta detta Rocca del S asso,
con interrom pim enti d i essi che spuntano di tratto in tratto
sopra d ellacqua, nella forma che nella mappa e m eglio ne pro
fili, e fra queste vi uno scoglio, che ha la sembianza ed il nome
di A ltare 4 e pi accostandosi a lla punta della Rocca del Sasso
s incontra uno scoglietto detto la S tella 5 che fra lineie di altri

1 E lis. Trimelone, fra Cassone ed Assenza.


2 Lo scoglio della Stella.
3 Is. di Garda. Poich nel duecento vi fu costrutto un convento di
Minori osservanti, conserv per parecchio il nome di Isola dei Frati.
Il convento fu rifatto nella prima met del quattrocento e soppresso
nel sec. X VIII. Vi fior anche una scuola di teologia.
Lunga 1100 m. ha una larghezza di pochi m. ; la maggiore tocca
i 150.
Numerosi scogli, dei quali alcuni nascosti dallacqua tranquilla,
ricongiungono l is. di Garda alla punta di Belvedere, sporgente dalla
terra di Manerba, che ha nellarco esterno i Monti del Sasso detta
perci dal M. Rocca del Sasso e dallaltra parte dellisola scogli ra v
vicinano alla punta di S. Fermo.
La parte di lago racchiusa fra la terra ferma e gli scogli ha pro
fondit discrete fino a 50 m. e ad essa si accede per canali
fra gli scogli, dei quali alcuni sufficientemente profondi 9, 10, 11
metri ; solo fra l is. di Garda e la punta di S. Fermo (Punta Portese)
c un canale profondo appena 3 ni. adatto a barche leggiere .
4 Sorge a S. delll is. di Garda e porta anche adesso questo nome.
5 Non ricordato questo scoglio, bench sia rappresentato insieme con
altri, nelle tavolette al 25.000.

28

L U IG I FERDINANDO M A R SIL I

p iccoli scogli conduce a lliso letta di Belvedere 1 cos chiam ata


per la bella v iste che in lei spogliata dalberi, essendovi una
torre quadra ruinata : d alla parte d ella R occa del S asso traver
sando il golfo o valle d i D isinzan o 2 s i arriva a Sirm ione chia
m ata da C atullo p e n iso la 8 perch con un istm o si univa alla
pianura d escritta d ella Lugana fa tto al presente tagliare dal
P rin cip e di V enezia con un piccolo canale per cui passano le n a
vicelle rendendo pi sicuro il castello a lluso antico con torri.
Q uesto sito di pura rocca costru tto nella gu isa che dir par
lando della struttura d ellalveo del lago e che non s accorda
punto con quella del paese di Lugana, onde pu credersi che
avanti di C atullo potesse essere una pura isola, siccom e adesso.
Q uesta lunga pi di mezzo m iglio, e larga meno, piena tu tta di
olivi, sterilissim a d i terreno; nella punta che guarda tra po
nente e setten trione si vedono ruine dantiche fabbriche romane,
che rom ane appunto com provansi per le m edaglie che vi si tro
vano da i lavoratori di quella terra. Ma non mio assunto il
qui ragionare di antichit.
D el rim anente appresso a questo lago non vi alcuna citt,
bens luoghi grossi che m eritano qualche distinzione ed il nome

1 E certo l is. di S. Biagio, che continua la punta di Belvedere,


is. rettangolare preceduta da altri scoglietti.
2 L/a parte a golfo che si apre a SO. del lago.
3 Veramente Catullo la chiama oceTle peninsularum insularumque,
quindi penisola ed isola insiem e la considera il poeta. Ed anche oggi
tale si pu considerare : un ponte la unisce a mezzogiorno con listmo
che separa i due golfi di Desenzano e di Peschiera.
Il
Marsili di! che il canale ohe corre fra le due parti del lago lha
fatto tagliare il governo veneto, e poi aggiunge che forse anche al
tempo di Catullo era isola, poich non c nessuna concordanza fra
la costituzione geologica dellestrema parte della penisola quella che
sta a nord del borgo di Sirmione tutta di roccia, e listmo, che
assom iglia per composizione alla Lugana, cio alla terra, leggermente
collinosa che scende alla riva meridionale del lago. Quindi suppone
il M arsili che l istmo sia opera form atasi di poi e che pi tardi si
sia saldato alla terra dellisola.
La penisola o isola lunga oltre 4 Km. ed ha una larghezza variabile,

IL LAGO DI GAKDA

29

di terre considerabili per le loro fabbriche e giardini o di agrum i


o d i a ltri fru tti specialm ente nella riva bresciana. Tusculano
pretende di essere lantico Benaco, tu tto che gli sia contro
verso. 1
Maderno ha la prerogativa della prima istanza civile fra
Sal e Limane inclusive. 2 Sal gode il prim ato, essendovi un
nobil veneto col titolo d i provveditore ed una intiera curia ci
vile, crim inale ed econom ica che governa tu tta la piaggia del
lago bresciano. 3
La riva veronese im m ediatam ente dipende dalla reggenza
della di lei m etropoli Verona dove risiedono potest e capitano
d ellordine patrizio nobile veneto ed presidiata d alla fortezza
d i P eschiera dove comanda un nobil veneto, e al pi de di lei
m uri d il lago l origine al M incio. T u tti li com uni infraposti
a P eschiera Ano ai confini del Trentino una o pi volte lanno
s i ragunano a Torri per le loro economiche disposizioni di pa
gare quello debbono al P rincipe e sotto del P residio del capitano
del lago scelto come d issi d a llordine nobile P atricio di Verona,

1 Toscolano lantico Tusculanum che vanta avanzi etruschi e romani.


A ltri avvicinam enti non abbiamo trovato di questa citt con altre pi
antiche. Si veda F b a n . B e t t o n i - Storia della R iviera di Sal.
2 Maderno aveva il privilegio di un vicario, che giudicava le cause
civili di tutta la quadra, cio del territorio dei comuni di Maderno,
Toscolano e Gardone.
Contro la sentenza di prima istanza si poteva appellare al Provve
ditore di Sal.
3 Un patrizio veneto era il capo della riviera bresciana e dimorava
a Sal. Il suo titolo era quello di Provveditore di Sal e capitano
della Riviera. Nominato dal Consiglio della repubblica e durante in
carica 16 mesi aveva anche il comando per terra e sul lago dei soldati
m essi a presidio.
Amministrava anche la giustizia nel ramo criminale e misto: le
cause civ ili erano invece decise da un altro giudice che aveva il titolo
d i podest, risiedeva in Sal ed era nominato dal Consiglio generale
di Brescia.
Lappello, contro questi e contro i Vicari di Tignale e di Maderno,
era riservato al Provveditore di Sal.

30

L U IG I FERDINANDO M A R SIL I

che fa l ordinaria sua residenza a M alsecene, terra ultim a verso


il T r e n tin o .1
Il
genio d elle nazioni attorno di questo lago specialm ente
bresciano pel traffico, procurandosi m anifatture col beneficio
d ella terra e d ellacqua. Sono ind u striosissim i, come ho detto
per la cultura del terreno a comodo delle viti, ulivi, agrum i e
a ltr i fru tti. Anno fa tto con ind ustria m irabile m ulini per la
carta, particolarm ente n ella terra d i Toscolano col benefcio
del fiume dacque sorgenti di tal nome. Le carte riescono bian
che, com noto n ellIta lia e nel levante, per ragione dellacqua
che m olto a ssiste alla poca buona q u a lit de stracci che ven
gono som m inistrati etian do da paesi r e m o ti.2 N elle parti supe
riori d i esso Toscolano, come al confluente del fiume Campione
nel lago, nno introdotte fucine e m agli da ferro, poich condu
cono il ferro di prim a fusione d a lla valle Trompia a schiena
di cavalli a questi edifici per affinarlo e ridurlo in ta n ti capi

1 Press'a poco la riviera orientale era regolata come quella occiden


tale : solo pi raccolto nei rettori di Verona era ogni potere.
La m agistratura maggiore era il Capitano del Lago, ohe aveva la
sua residenza in Malcesine : lo eleggeva il Consiglio generale d i Ve
rona, e ne approvavano la elezione o il Senato Veneto o i R ettori di
Verona.
T ale m agistrato aveva anche lincarico di sorvegliare il lago e di
impedire ogni forma di contrabbando od assalti per tale via.
A Peschiera aveva la sua sede un nobile veneto col titolo di Prov
veditore, poi cera un Podest che aveva potere giudiziario giu
dicava delle cause civili e da ultimo comandava al presidio un Con
testabile.
Tutti i Comuni della riva orientale 18, in tutto, erano riu
n iti in una Federazione detta Gardesana e nominavano i loro rap
presentanti che costituivano il Consiglio Generale, radunantesi in Torri,
n e l palazzo che fu gi della fam iglia Calderini. (Si veda G. Sol i t r o Bcnaco. Sal 1897) pp. 561-68).
2 Antica fu lindustria della carta nel comune di Toscolano : docu
m enti la fanno risalire alla seconda met del Trecento. Per di pi la
carta che ivi si produceva aveva grande bont ed era adatta sopra
tutto per la stampa : in Germania e nel Levante essa era esportata.
Si conoscono i nomi dei proprietari di molte cartiere sulle rive del
Toscolano del quattro e cinquecento.

IL LAGO DI GARDA

31

m e r c a n tili.1 Anno lim bianchim ento dei refi e delle tele essen
dovi il tratto di riviera fra F agian o e S al preparato con la str i
camenti di pietruzzuole votando dellistesso lago unite a mo
saico, sopra cu i distendono g li uni e le altre. 2
Gran parte d eg li abitanti alim entasi con la pesca di pi
sorti di pesce di squisitissim a qualit cio trote, carpioni, sarde,
tinche, lucci, anguille, che per le nom inate non solo ma pi
rem ote citt si trasportano.
Sicch questo popolo ed in specie il bresciano occupato
fra le dette arti, m anifatture e commercio, tan to che non vi
chi vada per cos dire elem osinando.
In fine la vicinanza della Germania fa c ilita lesito alla pro
duzione della natura e m anifattura di quella gente.

CAPITOLO SECONDO

Esame delle rive e struttura organica del lago.


Lalveo e cratera di questo lago com posto di due parti.
U na fa tta d alle sponde e l altra dal fondo ad esse infraposto.
Le sponde sono da considerarsi in due a ltre parti. U n a quella
1 II ferro era lavorato in pivi dun comune del lago: ma Campione
era sopra gli altri famoso. Ne parla anche Jodoco nel suo poemetto,
e dice che di Capno questa era la virtus et industria maior . Cave
di em atite sono ancora presso Schilpario e a D arfo lindustria era ben
viva prima, che fosse distrutto.
Il
torrente Campione sfociante nel lago attraverso il paese aveva
resa pi facile lindustria con la sua cascata solenne.
Venezia signora del Benaco favor quest industria, agevolando,
con l'esenzione dai dazi, il trasporto di m inerale, e la distribuzione dei
prodotti lavorati.
Forni e fucine erano in Val Sabbia ed altrove.
( M a s s i m o B o n a r d i - Il ferro Bresciano. B rescia, 1 8 8 9 ) .
2 La R iviera di Sal aveva anche lindustria dei refi e delle tele.
Il l i n o greggio si esportava dalle altre p r o v i n c i e d i L o m b a r d i a e si
filava e si imbiancava nelle varie localit della Riviera : la spiaggia
poi fra Sal e Gardone, tutta ghiaiosa, si prestava assai allopera di
imbianchimento.
Pure la tela si tesseva a Sal ed a Gardone, e m olti erano gli
operai e le operaie addette a questattivit.

32

L U IG I FERDINANDO M A R SIL I

che rim ane sopra la linea orizontale d ellacqua, e laltra dh


coperta da queste. I l fondo costantem ente sempre sotto del
l acqua. T al divisione che faccio per osservare un ordine nella
notom ia che sono per fare d ellalveo, non giach effettivam ente
fra esse p arti siavi alcuna divisione, non essendo che una con
tinuazione deHistesse m aterie, che lo com pongono.1
Le parti che sono sopra d ellacque sono patenti e facili da
esam inarsi d a chi che sia. Quelle che sono sotto dellacqua in
poca profondit in pi siti si m anifestano cosi nel nostro lago,
come nel mare. Le parti che passano una certa profondit non
sono v isib ili, ma solo con lo scandaglio si van distinguendo e
deducendone la loro indispensabile struttura correlativam ente
a lla parte delle sponde sottoposte al chiaro esam e della nostra
vista, e con l uso continuo della pesca se ne ritirano quelle tante
p a rti che o queste compongono o in esse vegetano.
Sopra questa generale mia divisione doveva vertire la mia
anatom ia di questo alveo o cratera del lago, riflettendo sempre
a lla p arit di quello osservai negli alvei di pi mari da me
esam in ati per la deduzione a suo tempo della prom essa m ia or
ganica stru ttu ra d e lla terra. 2
Le sponde dunque di questo lago sono state da me conside
rate n elle loro diverse positure o piana o di colli m iti o di alti
m onti, che vicendevolm ente costano o di falde pi o meno obli
que, o d i rive precipitose, quasi perpendicolari.
A ttorno del nostro lago non abbiamo la m aggior pianura,

1
Buona la distinzione che il ila r s ili fa, per anatom izzare il lago :
l alveo e le sponde ; e buona pure laltra distinzione fra le rive
uscenti dalle acque e quelle coperte dalle acque distinzione per
aggiunge che uon esclude che luna parte e l'altra si considerino un
tutto.
8 Pare che il M arsili non si stanchi mai di dire al lettore che non
solo la morfologia del Benaco che lo interessa, ma un argomento assai
pi alto, lorganica struttura della terra , a spiegare il quale questa
monografia limnologica ed altri studi costantem ente mirano.

IL LAGO DI GARDA

33

che la d escritta d ella L u g a n a ,1 che al parer mio non che un


recesso delle acque del lago riem piuto d alle terre condotte da
vicin i colli per mezzo delle acque piovane defluenti per i rivoli
costan ti o variabili per ragione delle im petuose acque d elle pioggie. D el rim anente di sotto ad una certa profondit non da
dubitare che vi sia quella consistente ossatura che form a la riva
m ontuosa, 2 e che, com e si m ostrer, com pone la struttura solida
del nostro alveo, che quellistesso m i occorse osservare alle
sponde del M editerraneo nella Linguadoca infraposto a llistesso
mare e linea de m onti d etti delle Savene in ora, che congiun
gono la linea d ellAppennino con quella de P irin ei e ci viddi
chiaram ente con ogni comodo dalle vicinanze di F rontignano
dove allora il re d i F rancia faceva escavare un canale per lunione fra il Rodano 3 e l altro fam oso canale della congiunzione
di due mari, Oceano e M editerraneo, senza esporre le navi leg
giere a quel tratto procelloso del mare M editerraneo, ed entrare
per le bocche cos pericolose del Rodano. Questo piano leva
togli l arena non era che una disposizione de m edesim i strati
di pietra che form ano la d escritta lin ea d e m onti d elle S a v e n e 4
e lalveo d i mare, che sar da me a suo luogo e tempo e con fl1 Si stende al S. del lago fra la pen. di Sirmione e Peschiera, fra
le quote 75 e 100.
E, come ben deduce dalle sue osservazioni il Marsili, precisamente
una breve piana alluvionale, prodotta dalle deiezioni che hanno interrato
il lago presso la sponda, facendo retrocedere le acque. (Gortani).
2 Anche qui la deduzione esatta, per quanto lossatura rocciosa
della sponda meridionale del Garda sia notevolmente pi profonda di
quanto non potesse immaginare il Marsili, dato lo spessore dei depositi
glaciali che vi si sovrappongono. (Gortani).
3 Allude certo al Canal des tangs che m ette in comunicazione il
ramo pi occidentale del Rodano, le petit Rhne, con il canal du Midi
il canale che unisce il Mediterraneo con la Garonna e quindi con
lOceano Atlantico __.
T ale canale nella carta che il M arsili d del litorale della Provenza
(n ellH istoire de la physique de la mer) chiam ato canal Royal.
Frontignan appunto su questo canale, a NE di Cette.
4 Le Cevenne.
3

34

L U IG I FERDINANDO M A R SIL I

gure e con ogni m aggiore circostanza m o str a to .1 Questo ap


punto l'istesso metodo del nostro lago ne -siti p iani che sono il
m entovato d ella Lugana dalla parte veronese, laltro d ella Ca
pra fra Toscolano e Ma d e r n o 2 nella sponda bresciana, come
pure attorno di T o r r i3 nel veronese, ed in a ltri s iti che non
sono che anguste pianure form ate d alle terre condotte dalle ac
que d elle nevi che si liquefano e dalle pioggie, ed in fa tti a po
chissim a profondit si trova liste ssacqua del lago che sotto
di s ha il suolo della pietra istessa, che form a le sponde sopra
d ellorizonte d ellacqua del Lago.
Le sponde form ate da colli che term inano al lago con falde
m iti sono coperte egualm ente d alla comune cute terrea, solo a
loco a loco ta g lia ta o da perenni rivoli o ium icelli o da tor
renti che conducono acqua ne tem pi di pioggia o di liquefazione
di nevi, che nno i loro fondi coperti d i ghiaia, e di pietre tonde
di grossa mole, e particolarm ente nella pendenza del monte
B aldo infraposta al Prom ontorio di San Y ilio, ed il villaggio
a lu i superiore detto M ontagna, 4 si vedono la str ic a ti d alla con
tinuazione di strati di marmi, correndo le acque m assim e pio
vane dentro di ta n ti alvei natu rali di puri marmi bianchi m isti
d i rosso e di giallo di diversi gradi, aspetto assai curioso, par
ticolarm en te perch non si ha l occhio assuefatto.
L a cute terrea 5 per la grossezza sua varia, avendola ritro
vata in vari siti di mezzo piede o di un piede, di due, di tre
m isure d i F rancia. 6

1 Pare fosse intenzione del M. anche su questargomento fermarsi,


e non si pu supporre che con questaccenno egli voglia alludere alla
sua H istoire physique de la mer, ch questa stava per uscire, mentre
egli adopera il futuro, come cosa che deve cominciare ad essere.
2 Le carte indicano la pianura accennata dal M arsili, che va da
65 m. a 125, ma non adoperano il nome gi usato.
3 La pianura che si estende intorno a Torri e che tutta compresa
fra la quota 65 e 100.
4 S. Zeno di Montagna?
5 Cos chiam a lo strato di terra o terriccio o strato di alterazione che
ricopre la roccia viva.
6 II piede parigino o piede del Re = a m. 0,324.

IL LAGO DI GARDA

35

In luoghi dove la grossezza passava queste m isure non era


naturale, ma accidentale per terra condottavi, rasa e sdruccio
latavi dagli a lti m onti vicini per ragione delle acque, e perch
m ancandole sotto il piede, cade a gran pezzi, e talvolta ferm asi
al pi d egli erti m onti, da dove cadette form ando colli che
chiamo avventizi su quali i paesani fanno una m igliore cultura
col piantam ento di vigne, e oliveti, che m eglio qui vegetano,
perch la terra ha una m aggiore profondit che non si trova
quando la medesima cute terrea nella sua naturale grossezza
e p o situ r a .1 Questa unione di terra e ghiara caduta ed am mas
satasi, come ho descritto, al pi degli erti m onti, passata nel
fondo d ellistesso lago, elevandosi tan ti colli e nel fondo e alle
sponde sotto acqua, che servendo a m eraviglia pel parto delle
ova de Carpioni, i pescatori avidi di questi hanno tu tti rico
nosciuti, e d a ti loro i propri nomi. 2 Q uesti carpioni a lla pro
fondit di 150 e 200 p assi sono, con bellarte e disposizione di
reti, pescati, come dim ostrer a suo luogo parlando de viventi
in questo lago. Perch possa il lettore comprendere m eglio la
disposizione di questi accidentali am m assi di terra rasa e m i
nata da m onti e ferm atasi ora nella sponda asciu tta ora in
quella so ttacqua, ed anche nel fondo istesso m aggiore, pongo
la figura prima, che rappresenta un profilo di questi acciden
tali, ma frequenti rovine di terra, ed in specie dove i m onti
sono pi erti, per lo che nno le loro som m it tu tte nude, chiara
ed apertam ente m ostrando la stru ttu ra loro lapidea. 3
S o tto della terrea d escritta sostanza abbiamo in queste rive
un m ateriale di pura pietra disposta in S : S : S : ora d i piena ed

1 Accenna qui al vario accumularsi di m ateriale di disfacim ento pro


dotto per degradazione meteorica e convogliato dalle acque correnti.
2 La necessit della pesca ha portato con s la conoscenza della
variet dei fondi : per sempre una conoscenza approssimativa, non
sicura : di essa, come unica fonte, si vale il Marsili.
3 II Marsili osserva che dove sorgono monti ripidi e di nuda roccia,
ivi, ai loro piedi, o nel fondo del lago debbono trovarsi pi frequenti
gli ammassi di m ateriale ; poich giustamente ha notato che su di essi
non si pu formare Io strato di alterazione, facendo le acque e la gra
vit precipitare in basso i m ateriali di sfasciume. (Gortani).

36

L U IG I FERDINANDO M A R SIL I

uguale e continuata durezza ora di rottam i della medesima pie


tra, fa tti pi tosto di accidentali am m assi d i quelle pietre che
dal tempo si sono rotte per g li accidenti, che a basso si diranno,
e che altri attribuiranno, non senza verosim ilitudine, in parte
allo sconvolgim ento che cagion il diluvio particolarm ente nelle
parti superficiali de m onti. A ltri sono unioni di ghiara e di pie
tre sciolte che dalli sdrucciolam enti nno preso la forma quasi
rotonda.
G li stra ti che sono disp osti in questi m onti attorno del lago,
d i pietre di diverse durezze, ma fra loro di sostanza uguale, os
servano il corso di regolati stra ti d istin ti da linee di grossezza
di tre dita al pi, che, siccom e un cem ento, pare che leghino uno
strato collaltro, e che da fossori delle pietre sul monte Baldo
s i chiam ano la d in .1 In questi stra ti a distanza diverse d i 6,
15, 20 fino a 30 piedi sono vacui a dette vene, che con tortuose
lin ee vanno verso al centro della terra, e che sono riem piuti per
lo pi d i una finissim a e m olle terra e ne siti dov il marmo di
m iniera di ferro fino. T ali linee in m olti siti non si profondono
m olto, ma in altri vanno a profondit che i cavatori non arri
vano a conoscere. T ali divisioni quasi perpendicolari sono la
causa che non possono tirar pietre e marmi di quella maggiore
lunghezza che vorrebbono.

1
Lidea del Marsili, meglio precisata da vari suoi schizzi ed appunti,
la seguente :
Sotto la cute terrea (cio sotto lo strato di alterazione e di ter
riccio) esiste sulle rive o un materiale roccioso unito, o un materiale
roccioso frantumato per varie cause (e spiegher poi che si tratta del
l azione del geli e del sole), e a frammenti angolosi o anche arrotondati
durante il trasporto. Il m ateriale roccioso, che forma i monti attorno
al lago, regolarmente stratificato ; 1 giunti o interstrati (chiam ati la
dini dai cavatori) posson essere larghi fino a tre dita e contenere anche
m ateriale diverso. Normalmente ai piani di stratificazione, la roccia
rotta da vene (fratture) disposte a distanze irregolari, aventi decorso
tortuoso ma dirette in complesso secondo la verticale; di varia pro
fondit e riempite di terra o di minerale di ferro (ocre).
Si noti la rigorosa esattezza di tali osservazioni, veramente mira
bili per il tempo In cui furono scritte, e impeccabili cos per rigore di
logica come per accuratezza di visione. (Gortani).

IL LAGO DI GARDA

37

Q ueste vene non sono universali, come sono le linee m ento


vate ladin, che vanno quasi orizzontali e che distinguono fra
loro li strati. T utto quello che ho detto si vede n ell annessa
figura. 2a in cui sono descritte le parti de solidi strati, come
quelli am m assi d i rottam i predetti e di ghiare so liti u n irsi dove
sono fondi e siti vacui, dove, lev a ti che fossero questi m ateriali
avventizi lapidei, si troverebbe la continuazione della pietra
solida continuata eollistessordine delli stra ti descritti.
Q uesti stra ti appariscono n ello stato loro naturale in ambe
le rive del nostro lago quando non siano sta ti corrosi dagli
accidenti delle pioggie, de ghiacci e ta n ti a ltri che la lunghezza
del tempo cagiona se col corso loro regolato da ponente estivo
n elloriente estivo si vedono p recisa m en te.1
Nel m onte Brione, 2 nella punta di Rivam olle, n ella punta
di San Giacomo, nel m onte A gu 3 sopra Torri, nella rocca del
S a s s o 4 vedonsi li stra ti n atu rali corrispondenti, come appa
risce n e ll iatessa tavola d alle figure 3, 4, 5, 6, 7, 8. V i sono
asp etti nella superficie degli strati, che coprono la vera causa
della descritta struttura degli strati e questi sono quelli che
ho detto di sopra provenire da accidenti di pioggie e d i rotture
di quelle parti che hanno cagionato un aspetto diverso dal na
turale sino ad una certa profondit. 5 F ra Lim one e punta di

1 Ambo le rive mostrano la costituzione anzidetta tutte le volte che


non sono intervenuti a mutarla accidenti vari piogge e ghiacci
Altra affermazione qui constatiam o: oltrech le acque correnti, i
ghiacci sono alteratori della forma delle varie parti della terra.
2 Alto 376 m. fra Riva e Torbole, fatto a semicerchio, con la conves
sit verso or.
3 Da quello che dir poi e dalle tavole che sono in fondo alla mono
grafia il m. Ag non sopra Torri, ma sulla sponda opposta, ad occ.
di Toscolano. In una tavola il m. Ag (oggi G o Pizzcolo) sepa
rato dalla vallata del Toscolano dal m. Castelletto, che finisce con la
punta della Corna, vicina a Bogliaco. (V. fig. 6, alla tav. I).
4 Nella sporgenza di Manerba (riva bresciana).
5 Gli strati possono non presentarsi come dovrebbero essere, se cause
varie ne hanno turbato laspetto. Diversam ente essi appaiono perfetta
mente corrispondenti.

38

L U IG I FERDINANDO M A R SIL I

R ivam olle per ta li accidenti si veggono i stra ti ridotti in globi,


come nella tav. 2, ftg. 1, nel monte Ag si scorgono ridotti in
seghe (fig. 2).
N el pi alto di monte Baldo paiono in certi siti perpendi
colari alla terra, e capaci di esser d iv isi in m oltissim i strati
quasi a sim iglianza d ella pietra lavagna, e ci dimostro con le
figure 3, 4, 5 n ella m edesim a tavola.
N el m onte C astelletto vedonsi pure li stra ti rovinati dal1? acqua con la fig. (>. D alle quali figure chiaram ente si racco
g lie che tale alterazione di strati, quale in una quale in altra
form a nasce da m entovati accidenti, mentre per altro ne luoghi
dove questi m edesim i stra ti non sono gu asti per accidente ve
runo sono, siccom e ho detto e dim ostrato nelle prefate figure
d ella tavola prima, in tu tto e per tu tto corrispondenti.
D a notati accidenti si fa chiaro, che il superficiale aspetto
degli stra ti non deve ingom brare la m ente di chi losserva per
dubitare, che la disposizione degli str a ti nella gran fabbrica del
mondo non abbia avuto il suo sistem a regolato, e che piutosto
sieno un effetto del caso, come io, quando ero n ellElvezia, stavane in dubbio vedendo attorno de laghi cos frequenti della
m edesim a le sponde con i strati superficiali in quelle varie
form e che feci delineare dal Mayer p ittore di V intertur 1 in un
libro che conservo appresso di me e che perm isi al mio com
pare Saiser 2 d i copiare che poi stam p n ellopere sue ; e ne po
steriori m iei a ltri viaggi per lEuropa ne osservai anche in d i
verse altre figure, che ho conosciuto chiaram ente accidentali per
le ta n te addotte ragioni, e ci avviene n ella superficie; che se
addentro, come in alcune m iniere ho veduto, provengono da
quelle in clin azioni diverse, che lE terno facitore dar volle al
corpo de m onti, come si m ostrer nel trattato della m entovata
stru ttu ra organica della terra, peroch nel corso della terra vi
q u ellistesso regolato sistem a che vediamo n ellaltre gran fa t
ture di dio e quelle irregolarit che incontriam o d i continuo
nelle diverse parti di questo globo, non furono cos fatte a prin
1 Winterthur.
8 Chi sia costui non in' riuscito di stabilire.

IL LAGO DI GARDA

39

cipio, ma prodotte da tante cause morbose, che da lu i si per


m ettono accioch svenga ed illan guid isca per poi a suo tempo
estingu ersi a sim iglianza de corpi de v iv e n ti.1
S i vedono alterate le corrispondenze esatte degli stra ti fra
una riva e laltra del nostro lago, per ragione delle diverse in
clinazioni fra esse nelle loro falde, atteso che quelli de monti
pi a lti, com e del M onte Baldo, e respettivam ente a llorizzonte
d ellacqua del lago paiono prossim am ente perpendicolari ad
esso, laddove quei de m onti menerti dim ostrano un angolo su l
l orizzonte medesimo pi ottu so; e questo aspetto, che punto
non altera 1 interno ordine degli strati, 2 chiaram ente in inse
gna, un itevi altre circostanze, la form azione de m onti, che a
D io piacque fare per dividere dalla terra le acque, lo che mo
strer nella prefata struttura organica della terra col fonda
m ento non di sole specolazioni, ma dim ostrazioni di fatto, al
cune delle quali pure in questo lago si riconosceranno.
N ella sponda del M onte B aldo fa tta sopra Torri col comodo
delle cave di quei marmi ho fa tto pi osservazioni circa le parti
che lo compongono fra il descritto ordine degli strati, e queste
sono sta te nella variet de marm i per i colori e durezze, ma fra
le cose pi curiose notai, che la pietra di marmo in questo monte
n ella superfcie doppo una piccola scorza comune alle volte
d i colore pi vivo, di durezza m aggiore, ed altre volte in mag
giore profondit gode di questo m igliore stato, e nella parte
superiore non cos. N ellin oltrarsi negli stra ti pi profondi uni

1 Le irregolarit esterne rispetto agli strati sono prodotte da


cause esterne che pi sopra ha dette e ripetute: quelle interne sono
dovute a cause morbose sconosciute, permesse da Dio perch il corpo
terrestre, a som iglianza dei viventi, compia il suo ciclo vitale.
2 Questo passo riveste una speciale importanza, perch uno dei
primi accenni a lloriginaria continuit degli strati costituenti monta
gne elevate e alla possibilit di dedurre dalle dislocazioni di essi il
modo di formazione dei monti. Veramente ardito, per il suo tempo,
il tentativo abbozzato dal Marsili, di rintracciare la corrispondenza pri
m itiva degli strati cos diversamente disposti sulle due sponde del
lago. (Gortani).

40

L U IG I FERDINANDO M A R S IL I

versalm ente si perde la durezza e il colore; ed alla fine arri


vando alla profondit di 12 o 14, fino a 15 pi cessa la sostanza
m armorea 1 succedendo g li strati di pura e comune pietra, eh
per il resto del m onte, come se questa sostanza marmorea fosse
stata iv i posta dalla natura, in quella guisa che il giardiniero
infrapone la terra fertile dentro un vaso, dov m ateria diversa
e sempre collordine descritto degli strati fra loro solam ente
differenti n ellessere di diverse altezze, e sempre con le solite
infrap oste lin ee chiam ate dagli artefici ladin e le altre scissure
d ette vene, che vanno verso il centro d ella terra tortuosam ente
col nome e circostanze sopradescritte. In alcuna di queste cave
trovai pavim enti in teri fa tti da una indicibil copia di cortina
am m on is che sono nella superficie d i ogni nuovo strato che si
leva da cavatori, di grandezze diverse, avendone io sino del dia
m etro di un piede, con stru ttu re diverse fattan e una particolare
raccolta per esam inarle (come feci del modo con che queste si
erano in trodotte) se non la loro naturale corteccia testacea pel
tem po perduta al meno la form a rim astavi, ed in fa tti m i riusc
di scoprire quel m olto che non qui luogo di dire. N elle cave
dove sono queste cornua am m onis in tan ta copia, non si trova
che un solo e ben di rado diverso testaceo. 2
In unaltra cava detta la Cam illa fra quegli stra ti incontrai

1 II Marsili nota che in vicinanza di Torri, l dove sono le cave


cio a S. del borgo il marmo ora migliore se superficiale, ora
se profondo ; ed aggiunge che per lo pi durezza e colore scemano e
si fanno mno vivaci con la profondit : ad una certa distanza poi dalla
superficie cessa il marmo e comincia la pietra solita.
E una pura constatazione che il M arsili fa e perci non si ferma
a spiegarla. Anche qui nota fra strato e strato, come altrove, linee
infrapposte, e nel senso perpendicolare vene, tortuosamente moventisi.
2 Prova delle accurate indagini del M arsili anche questa osserva
zione che alle Ammoniti (o Corni d Ammone), frequentissime in certi
strati dei marmi di Torri (la celebre fauna giurassica del Capo S. Vi
gilio), ben di rado si accompagnano fossili di altro tipo. (Gortani).

IL LAGO DI GARDA

41

di quelle pietre che hanno il nom e di occhi di ser p e n te,1 ma di


grandezza e colori e pellucidit differenti da tu tti quelli che si
sogliono avere n ellisola di M alta, come puhe altri corpi di fi
gure che non saprei a che assom igliarle, ma di una m ateria
bens eterogenea in castrata dentro della sostanza marmorea,
fragm enti da me p osti tu tti nella loro serie. D i sopra notai che
nella cava del bel giallo si trova m iniera di ferro di ottim a qua
lit, non con un corso di linea, come suol tenere questo m ine
rale, ma a pezzi d isp osti dentro la sostanza del m armo o pure
vacui delle vene descritte.
Questo marmo ha di particolare che posto nel foco di giallo
diventa rosso, praticando gli artefici di m arm i una particolare
industria per fare un m isto di giallo e rosso per mezzo del me
desim o fuoco, effetto indubitatam ente della natura del ferro,
eh pi abbondante dove il g ia llo pi denso e pi s c u r o .2 N o
tizie che ho di leggieri toccato, perch il lettore sappia d i qual
natura di pietre oltre la comune siano com posti questi strati,
che form ano il corpo della m ontuosa sponda del nostro lago.
P asso a llaltra ed ultim a specie di rive, ch quella di rupe
che nel nostro lago com incia a lla punta di San Giacomo nella
parte bresciana, e che va sino a Riva, non am m ettendo, come ho
detto n ellantecedente capitolo, che pochi siti dapprodarvi e da
cam m inarvi. Q uesta com posta di stra ti che sono tu ttavia in
ta tti anche nella lor superficie nella stessa punta di San Gia
como d all in g iu rie del tempo, come m ostra la fig. 5 della, ta
vola prim a, e che un processo d egli a lti m onti bresciani. S i co

1 Non certo quarzo n agata sono questi occhi di serpente , ma


bens fossili. Gli occhi di serpente dellis. di Malta sono denti di
pesci. Forse qui corrispondono alle belemniti o abrachiopodi del gruppo
di Terebratula diphya. (Gortani - Forti).
2 II cambiamento di colore dovuto a un fenomeno di disidrata
zione ; anche la lim onite (ocra gialla) un idrato e la em atite (ocra
rossa) un ossido (del ferro. (Forti).

42

LUIGI FERDINANDO MARSILI

n o s c e 1 che questa rupe quasi perpendicolare a llorizzonte del


l acqua del lago in tal guisa restata quando si aperse per bi
sogno dellalveo la mole lapidea del globo nella forma, che mo
strer nell enunciato trattato della struttura organica della
terra, non solo per i laghi, ma per i m ari ancora, mentre sopra
la m edesima veggonsi pianurette, e colline abitate, che vanno
ad unirsi a diversi gradi di altezza ai m aggiori de m onti del
Tirolo.
Qui sono frequenti quei colli accidentali, che ho descritto
farsi a pi d ellerte rive sopra e sotto d ellorizzonte dellacque
per cagione delle pioggie, attesoch in ogni piccola distanza col
comodo di questi sotto acqua vi sono le pesche de carpioni che
sopra di e ssi si fanno in s considerabile profondit. Pochi anni
sono in faccia a M alsecene d i P er ei sito di Jensel 2 nel sito
presso la punta di questa riva rovin nel lago un gran pezzo di
rupe, che ne luoghi circonvicini ed in specie in M alsecene rec
un ta le spavento che g li ab itanti sentendo il rimbombo nel
l acqua e vedendo il di lei considerabile accrescim ento che per
una lunga estensione si fece nel lago, credevano di essere alla
fine del mondo, finch non conobbero la causa di tal rimbombo
e mozione n ellacqua. S i vede da lon tano il vacuo che l lasci
la caduta parte di questa riva precipitosa. Q uesti accidenti non
in cos gran mole, ma in piccoli pezzi sogliono succedere non
solo in questa riva, ma nel monte B aldo, quando com inciano a
liquefarsi li ghiacci che si erano u n iti nellacque ferm atesi in
certi seni fra g li stra ti delle pietre perch in quel tempo per la
liquefazione di essi si sciolgono in pezzetti le pietre, che nel

1
La sponda bresciana da S. Giacomo fino alla citt di Riva quasi
verticale rispetto al piano delle acque del mare. Sulla sommit questi
monti sono intatti, poich minimamente su di essi hanno operato le forze
esterne, ghiacci e piogge. Per da essi sono stati frequenti i scivola
m enti di parti di rocce o di rocce intere.
T ali alture come si collegan con quelle del Bresciano, cosi si
uniscono ai monti del Tirolo : alla cima sono modellate a piccole pianure.
*
P. di Corlor e Riva Nanzel rispondono alla p. Per ed al sito di
Tensel, che il M. erroneamente chiama Tenzel.

IL LAGO DI GARDA

43

listesso verno per causa del medemo ghiaccio si sentono crepi


tare facendosi aperture n ellistessa sostanza sassosa, che poi si
scioglie e precipita. A tali infrantum i non meno contribuiscono
certe pioggie di estate sopra le pietre che sono per cos dire dal
cocente sole infocate quando il medesimo fervido sole ritorni
cessate le m edesim e pioggie, m acchiandosi le pietre d un colore
fra il nero e cinerceo, e g li esperti di Monte Baldo me ne de
scrissero effetti ruinosi, doppo si pu dire dun cos fatto fer
mento d ellacqua e pietra cos in fu o c a ta .1
Le circostanze della struttura delle sponde piane e m ontuose
a pi gradi di altezza, che sono sopra d ellorizzonte d ellacqua
ho descritto col fondam ento d ellispezione oculare. S otto dell acque ogni ragione vuole che la m edesim a struttura continui
non solo fino al fondo, ma nel fondo istesso per una ordinata
continuazione delle p arti d e s c r itte .2 O ltre a questa ragionevole
deduzione, in pi siti di questo lago vi stata pure lispezione
oculare fino sotto acqua a quella profondit che permesso e
questi sono fra la torretta d ella valle e lisola dei F ra ti veden
dosi la com m unicazione fra le due isole per i stra ti loro con
giunti. D a lla punta della Corna si vedono stra ti so ttacqua. S i
com unicano so ttacqua quelli della Bocca del Sasso partendosi
in due linee, una chiam ata traversagn a, l altra de scoglietti
come diffusam ente sta espresso nella spiegazione annessa a
quelle figure che per m aggiore in telligenza ho creduto a propo
sito fare. 3 N e ll isola di Sirm ione si m ostrano pure evidente
1 Si noti la sintesi, notevolmente efficace e sostanzialm ente giusta,
che il M. fa qui sulle sue numerose osservazioni intorno a llopera di
disgregamento prodotta dai ghiacci, dalle piogge e dal calore del sole :
le pietre si frantumano per questi agenti e poi vengono, pi facilmente,
trascinate in basso.
2 Per deduzione logica, se le rive visibili sono cosi come furono de
scritte, quelle coperte dalle acque debbono presentare uguale ordina
mento ed identica conformazione.
3 Qui certo vuole il Marsili accennare alle due linee scogliose, per
entro le quali ha potuto penetrare con I suoi occhi, quella che dallis. di
Garda o dei F rati va verso la punta di S. Fermo non alla punta del
Corno (non della Corna) come afferma e laltra che muove verso la
punta di Belvedere, non alla rocca di Sasso. Questi sono gli insegnamenti che ci offre la carta idrografica della R. Marina.

44

LUIGI FERDINANDO MARSILI

m ente continuati so ttacqua g li strati, e finalm ente alla d irit


tura della punta del Gr 1 da dove parte la linea delle pietre
rotonde che facilitan o la fu sion e del ferro, listessa linea si
vede in sinu arsi dentro del lago.
D i tu tte queste descritte particolarit vi sono i d isegn i d i
p in ti nella Tav. 3a fg. 1 : 2 :3 :4 :5 :6 ;, perch ognuno comprenda
in u nocchiata questa continuazione delle sponde sotto d ellac
qua non solo in quello che ocularm ente distinguesi, ma che col
l in telletto com prendesi pel rim anente anche con l aiuto de scan
d a g li de diversi fondi sotto d ellacqua, come per esempio l unio
ne ch fra lisola d i Sirm ione e fra San Y ilio e Garda, che sono
di pura pietra, o rocca continuata fra diverse profondit, come
pure si m ostra nelle settion i. 2
Da tu tte queste dim ostrazioni oculari e per scandagli con
viene dedurre che la cassa o cratera del lago sia com posta della
sostanza delle descritte qualit, e disposta a S. S. S. con quel
l ordine che ho descritto e che la natura di tratto in tratto ab
bia la scia to legature d i pietre come quella da Sirm ione verso
Garda, non visibile, m a percettibile con lo scandaglio.
A lla dim ostrazione d i questa organica struttura del lago
contribuir non poco la dim ostrazione delle tan te larghezze e
profondit che ho con le m isure della navigazione della pre
detta barca e co scandagli pigliate. Le larghezze diverse re
stano individuate per la scala annessa alla mappa, le profon

1 La punta di Gr segnata dal M arsili ad E della pen. di Sirmione, ed la sporgenza che pi si insinua nel lago in questo tratto,
bassa, triangolare. Le carte non la segnano con alcun nome.
Da questo punto savanza una breve serie di scogli che non giunge
a llaltezza della punta di Sirm ione: uno si avanza anche verso questa
penisola. T ali scogli sono rotondeggianti.
2 In queste tavole il M. vuole dimostrare che fra la punta di Sirmione ed il capo S. Vigilio e il vicino paese di Garda corre una linea
di tenue profondit. E difatti, due aree di minor profondit si avan
zano da S. e da N. abbracciando buona parte del lago. Queste aree
hanno poi qua e l brevi tratti a scogli o di assai minore profondit,
cos che s i pud supporre due coste non oltre i 35 m. protendentisi in
senso opposto e separate da un breve solco pi profondo.

IL LAGO DI GARDA

45

d it per i numeri. La m oltip licit delle settio n i o profili qui


annessi daranno un idea generale della capacit che la natura
ha prescritto a questo lago proporzionata a quella m ole di acque
che vuole conservi in s . 1
D a questi m ostrasi come le m aggiori profondit in questo
lago sono appunto, come de mari, sotto dei m onti pi a lti, lo che
abbiamo osservato sotto m onte Baldo, e le profondit loro si
vanno vicendevolm ente cambiando appunto con la proposizione
d ellaltezza della vicina sponda, e dove l acque del lago nno
una vicina pianura com quella della Lugana sono anche
m inori. 2
Per esattam ente term inare la notom ia di questa cratera ho
trovato necessario di fare venti profili, cio 19, pel traverso del
lago espressi n elle tavole 4, 5, 6, 7, 8, ed uno che vada per lo
lungo dal principio di Torbole sino al fine, m ostrato con la
tav. 9. I primi undici si sono presi in a ltretta n ti diversi siti
dove il lago pi angusto, e g li altri 8 dove pi am pio, ed il
grande per lo lungo, che comprende lintero corso di esso.
T u tti li siti sopra cui cadono s fa tti profili si veggono se
gn ati con diverse lettere tonde piccole con una linea viva nella
mappa idrografica che serve per tu tte queste dim ostrazioni fi
siche, come ho gi detto.
Ognuna d i queste settioni m ostra laltezza prossim a delle
rive sopra lorizzonte delle acque e la continuazione di esse pre

1 II M arsili pensa che la natura abbia dato alla cratera del lago
una determinata capacit e che in proporzione di essa siano le acque.
Cosi enunciato il concetto marsiliano pare ovvio. Per egli d alla
sua idea un significato di tanta prestabilita fissit che vengono escluse
logicam ente tutte le cause vere che hanno determinato il lago e ne re
golano la vita mutevole.
2 Qui ripete ci che ha gi detto nellH istoire physique de la mer,
e che non possiamo non considerare come una conquista dovuta al Mar
sili e da lui tratta dallesperienza.
Da pi scandagli nel mare aveva potuto constatare che le profon
dit maggiori erano presso le rive pi alte, e qui osserva che il fatto
si ripete. Perci considera come legge questa che gli risulta da tante
constatazioni.

46

LUIGI FERDINANDO MARSILI

rise sino a l fondo col mezzo di scandagli, non meno la lar


ghezza superiore m isurata col sopradetto moto di una na
vicella.
I num eri che sono scritti appresso di tu tte le lin ee perpen
dicolari fa tte co punti indicano quanti p assi, ciascuno de quali
calcolo sei pi di Francia, sia lungo, componendo ciascuna di
esse una diversa profondit. In alcune di queste settio n i ho
notato i corsi de strati che quello si dee supporre n ellaltre
che per brevit si tralasciano, che appunto corrispondono a
quelle in dividu ali figure, che sopra ho notate.
Le settio n i che tagliano per traverso il lago, com inciano il
prim o dalla parte superiore del lago alla punta detta la Madon
nina opposta a llaltra riva ad una rocca d istan te tre quarti di
m iglio da T orb ole,1 e successivam ente s i continuano l altre tutte.
II fondo di tu tte queste settioni ha una terza parte da me
supposta della profondit, che di presente dee sussistere proba
bilm ente d istin ta con fragm enti di pietruzzuole, arena e loto
eh quellam masso di ta li m ateriali condotti dalle pioggie e
fiumi e rivoli dentro del lago, che copre il fondo naturale, e che
ragionevolm ente con invecchiarsi, che fa il mondo, debbe sem pre
crescere, im possibilitando m aggiorm ente il penetrare con al
cuno strom ento quel suo primo naturai fondo che dal creatore
g li fu dato. 2
La settion e per lo lungo, che ho detto com inciare dalla riva
superiore, dove com incia il lago a Riva e Torbole sino al suo
em issario sotto le mura della fortezza di Peschiera, dove co
m incia il M incio, fa comprendere in unocchiata, come imme
diatam ente sotto le m aggiori altezze de m onti sia il lago pi

1 Le carte moderne hanno La Madonnina sulla costa veronese, a S.


di Torbole : invece il M arsili parte da una punta, a S. di Riva, chia
mata nelle sue carte P. della Madona, sino allopposta sponda. Met
tiam o qui le misure del M. ridotte a metri e gli scandagli offertici
dalla carta idrografica Mar. 124 m. 220 m. 303 m. ; Carta idr. 74 - 158 152 - 116 - 5.
2 Arbitraria questa determinazione dello strato depositato di m a
teriale recato dalle acque o precipitato dai monti ; per il M arsili dice
che una sua supposizione.

IL LAGO DI GARDA

47

profondo, ch quello osserviam o precisam ente sotto del sito,


dove m onte Baldo pi alto, che corrisponde al sito detto Magugnano in faccia del P rato della Fame e cos successivam ente
ta li profondit sono regolate a llaltezze diverse de m onti a t
torno delle rive, e finalm ente vediamo per questistesso profilo
che l alveo del nostro lago nello slontanarsi che fa della mag
giore profondit verso il di lu i em issario, sempre si inalza.
D a queste dim ostrazioni di fa tti ne deduciam o che la pro
fondit m aggiore che siasi ritrovata in questo lago fra Magugnano e P rato d ella Fam e, e appunto sotto del pi alto sito del
monte Baldo che di 340 passi, cio piedi di F rancia 2040: 1 che
tan to la linea de punti (*he d a llorizonte superficiale d e llac
qua cade perpendicolarm ente al fondo moderno occidentale; ma
calcolato dim inuito dun terzo per i prem entovati am m assa
m enti di pietre, di arena, e di terra convertita in lo ti di diversi
colori, bianco, cireniceo e scuro, viene ad essere la differenza
fra questaccidentale fondo, ed il naturale di 680 piedi di meno,
la qual differenza aggiungendola alla m oderna linea di profon
dit, sarebbe stata 2720 piedi che secondo la vista doverebbe
prossim am ente rispondere a llaltra perpendicolare dellaltezza
del M ontebaldo rispettivam ente adlorizonte d ellacqua del la g o .2
Potrebbesi per avventura opporre, che se cresciuto in al
tezza il fondo del lago per la terra rovinata da monti, sar ca
lata nel tem po m edesimo laltezza de m onti; ma pu rispon
dersi, che l accrescim ento d ellaltezza al fondo del lago si
fa tta per le coste latera li de m onti non gi delle cime loro,
che saranno calate di .poco. 3
Il m onte pu essere qualche cosa pi alto per laggregazione
di m aterie vicine; e forse una volta col benefizio del barometro
nelle due sta ttio n i, una a llorizonte d ellacqua del lago, l altra
alla som m it m aggiore del M onte Baldo si potr anche m eglio
dedurre il verosim ile. D a questa gran profondit il piano del

1 Oltre 652 m., mentre la carta idrografica d sedo 346 m.


2 II m. B aldo elevato appena 870 m. !
3 Anche questa conclusione arbitraria : s abbassano anche i monti,
oltrech i loro fianchi perdono di continuo materia.

48

LUIGI FERDINANDO MARSILI

lago sino al principio del suo em issario pel M incio ascende alla
sola profondit di 12 piedi organizzazione datali dalla natura
perch questa m ole di acqua che risiede nel nostro lago rim anga
a quel livello che leconom ica disposizione ricerca per questo e
per g li a ltri laghi, che ho avvertito essere disposti alle radici
esteriori o ulteriori di queste A lp i dividenti l Ita lia dalla Rezia
e d a llE lv e z ia .1
La necessaria conservazione di questo livello, che la natura
vuole con un cos leggiero scarico costante dellacqua, si mostra
n ella m aniera che individuer, contro g lim petuosi venti da
qualunque parte che vengano.
Fra la punta d ellisola de F r a ti ed il Prom ontorio d i San
V ilio e fine della valle d i Sal, bench il lago iv i sia si molto
dilatato, con tu tto ci una profondit in esso, che occupa tale
spazio che variasi prom iscuam ente e che al parere mio pro
viene d alla vicinanza degli a lti m onti che sono nella linea di
M onte A g n ella parte B r e sc ia n a 2 secondo i l preso sistem a
che le profondit sieno regolate d allaltezza de m onti vicini,
perch approssim andosi verso Peschiera, tanto i profili che i
num eri nella m appa puram ente idrografica m ostrano la dim i
nuzione de fondi s per l am piezza che piglia il lago come per
esser cinto in ta l plaga d i m iti colli.
Da tu tti i profili si vede che il fondo dove il lago pi an
gusto fra le sponde bresciana e veronese pende verso la mede

1 La poca profondit del lago a lluscita del Mincio da 4 in. ad


1,20 m. secondo la carta idrografica, circa 3,80 m. secondo il Marsili non attribuita a cause naturali ben facilm ente elen catili, ma
allintento della natura di trattenere entro la cratera del lago una
determ inata quantit d acqua, quale vuole la sua capacit.
2 Fra l is. di Garda e la punta, di S. Vigilio il lago si allarga in
parecchi ampi seni ; ed il M arsili osserva che malgrado il suo amplia
mento ha profondit notevoli e difatti c una fossa fra 150 e
175 m. ampissima che ha intorno una regione fra 100 a 150 m. , il
che certo spiegato dalle alte terre che s elevano sulla sponda bre
sciana, mentre verso Peschiera le profondit diminuiscono assai e
questo risponde pienam ente al vero e del pari scendono al lago terre
assai basse.

IL LAGO DI GARDA

49

sim a parte veronese, la quale dim ostrazione non dee preterirsi


a fine di intendere un certo metodo che osserva costantem ente
la natura nelle correnti (?he si individueranno a suo luogo.1
Cos parm i avere bastantem ente posto in chiaro la continua
zione delle rive sopra dellacqua sino al fondo, e che queste sieno
com poste d i sostanza pietrosa a S : S : S : disposta e che fra va
rie distanze vi sieno legature pure di linee di pietre quasi d esti
nate a tenere pi forte, ed un ita la cratera, e che l isole che so
vrastano al livello superficiale d ellacqua sieno una ramifica
zione delle rive pietrose, che in pi e meno d i altezza sorgono
sopra d e llacqua, 2 e che le larghezze e profondit di essa sien
varie e non a caso fa tte per le diverse ispezioni di dovere dare
ricetto a m aggiore e minor q uantit dacqua secondo lecono
m ica disposizione d ella mole acquea, e per ricevere in s tante
parti eterogenee d i loto, darene, di pietre condotte d allacqua
per fiumi 3 e fa tte per acque piovane e liquefazioni d i nevi
chessendo pi facile a pi degli a lti m onti, anche qui la na
tura ha co stitu ito tan to m aggiori profondit che pure sono un
consecutivo delle form azioni de m onti, come si vedr nella detta
dim ostrazione della struttura organica della terra.
Questo quello che in tu tto quasi corrisponde con la cra
tera o alveo del mare, che sino dal principio delle mie osserva

1 Ci che qui afferma il Marcili non esatto : la linea di maggiore


profondit nel mezzo, ma questo solco pi inclinato, in generale,
verso la riva bresciana che non verso la riva veronese, cio pi ripido
il declino della sponda bresciana che quello della riva veronese,
tranne in pochi tratti, ad es., a N., verso l antico confine^ italo-austriaco.
2 Le Isole e gli scogli sono segni sicuri dellandatura del fondo :
uniscono le rive che continuano con quelle che sono distanti : sono le
gature come dice il M arsili.
3 Qui ancora una volta ripete che gli ampliamenti del lago in seni
e le profondit diverse di esso sono determinate da un criterio della
natura che vuole dar ricetto, in tal modo, a maggior o minor mole di
acque, a quantit minore o maggiore di materiale di sfasciume. E poi
continua le profondit sono la naturala conseguenza delle rive
alte : se queste si drizzan solenni, certo che il fondo di adima
notevolmente.
i

50

LUIGI FERDINANDO MARSILI

zioni in questo lago si mi fece conoscere, obbligandom i a tu tti


quei ten tativi che ho rappresentati con tante settioni, e profili
fa tti co fondam enti de scandagli ed anche delle ispettioni ocu
la ri fino a certe profondit sotto d ellacqua, pure espresse ne
disegni, e tanto pi ho dovuto praticare ta li diligenze per dare
un esem pio, anzi una chiara dim ostrazione, che i fondi di que
ste crateri o di laghi o di m ari nel loro sustanziale, e per la
struttu ra e disposizione di varie altezze non sono effetti di quel
rozzo accidente, che vien lo r o 1 attribuito da chi spaventato
dalla difficolt d i riconoscerle ed esam inarle si arrestato, a t
tribuendo tu tto ci al caso, anzi che alla salda organica dispo
sizione, facendo ingiuria alla somma provvidenza del creatore
che co stitu la terra nella sua creazione non pi bella che re
gola ta ; e comprovi ci il profilo, che ho descritto d i tu tta la
lunghezza di questo lago dal di lu i principio a Torbole sino al
fine d ellem issario che form a il M incio, m antenendosi costan
tem ente il di lu i canale in questo col deporre alla destra e si
n istra quellimmondezze e m aterie eterogenee che d issi cadere
nel lago, come m ostrano i due profili d ella punta delle F o r n a c i2
sin o a Zirano 3 e dell iso la d i Sirm ione pel rio Gasparino : 4
e per certo doveva egli avere una s fa tta disposizione per m an
tenere le acque in un cos regolato equilibrio con quel tenuis
sim o scarico continuo delle m edesim e acque che da questo [van
no a versarsi] nel M incio perch altrim enti le acque si sca-

1 La difficolt di spiegare le differenze di profondit dei mari o dei


laghi e la distribuzione delle varie profondit non deve favorire la
conclusione di taluno, ch cio il caso abbia determinato tu tte queste
differenze : questo indice di neghittosit mentale e si fa ingiuria
anche a chi tutte queste cose predispose: la terra non pi bella che
obbediente ad un ordine assai rigido.
2 Oggi capo Racchetta, sporgente a NO di Peschiera.
3 La linea che qui accenna va dalla punta delle Fornaci fino ad
uno scoglietto che nelle carte moderne non indicato di contro
a Cisano (qui la carta idrografica pone un bassofondo fangoso di 1,5 m.).
4 II rio Gasparino, che sfocia a S. di Pacengo, porta oggi il nome
di rio Dugale.

IL LAGO DI GARDA

51

richerebbono con un im peto e quantit m aggiore non corrispon


dente a lleconom ia di tu tta la m ole acquea dentro della terra,
come a suo luogo d ir .1

CAPITOLO TERZO

Delle aeque indigene del lago e confluenti


e sorgenti In esso.
Sarebbe desiderabile doppo di avere dim ostrato lo stato del
lalveo in quella guisa che fu possibile, che io p otessi ugualm ente
con dim ostrazioni esporre la q uantit d ella m ole d i acqua d esti
nata a riem pire il detto alveo ; ma siccom e ta l desiderio non pu
per tante ragioni avere il suo effetto, converr che ciascuno da
se a llingrosso lo giudichi su le m isure assegnate per le prece
denti mappe e settion i. P otr sim ilm ente esam inare l annessa
tavola che contiene i profili di tu tti li rivi e fiumi confluenti
nel lago e che m isurai in tempo di verno ed asciutto da pioggie
e liquefazioni di nevi e che l istesso lago era n ella sua m aggiore
bassezza per le acque, le quali sono precisam ente espresse in
ambe le mappe topografica ed idrografica, come notate in essa
le m isure di larghezza e profondit, avendole prese in poca d i
stanza dal lago. U na circostanza essenziale per potere fare una
specie di scandaglio della quan tit di queste acque confluenti
nel lago respettivam ente a ll unico esito per lem issario del
M incio sarebbe stato il potere m isurare la velocit del corso di
ognuno di questi confluenti nel lago, che trovai difficile per
tante ragioni, e fra le altre per quello della variet di ognuno
di questi alvei, per ragione delle variet in un alveo istesso,
che eccelerano, e ritardano la velocit per potere da esse m i
sure form are uno scandaglio, che fosse sta to corrispondente al
1
II Marsili in questa sua concezione statica della terra cos for
tem ente persuaso, che non pu ammettere modificazioni a ll ordina
mento prim itivo, e non sa concepire che le condizioni attuali siano il
frutto di perturbazioni, pur essendo soggette a leggi e cause di sicuri
effetti. La rigidezza non nelle cose, sempre mutevoli, ma nelle leggi
a cui sinchinano le variazioni continue.

52

LUIGI FERDINANDO MARSILI

l im presa, e perci mi risolvetti di abbandonarla per le accen


nate ragioni, e contentarm i delle m isure della profondit e lar
ghezza di ognuna di e s s e .1 Circa la velocit con la quale il lago
si scarica nel M incio asp ettai di esam inarla quando era in una
somma calma, m ettendo in esso galleggian ti diversi che non
davano m inim o segno di moto, e se pure qualcheduno, erano
tu tti contrari fra loro per ragione di qualche bocca di aria che
spirava dalle vicine valli delle sponde, quando secondo il disca
rico al principio del M incio averebbe dovuto forzar questi a
tenere il loro m oto costan te al centro dellem issario; di modo
che non ho potuto distinguere alcuna cosa per questo corso
d ella m ole acquea del lago nel discaricarsi che fa per il Mincio,
che a mio credere un corso causato pi tosto dalla pressione
e peso d ellacqua che da un moto di corrente regolare, che sia
in questo lago, dove la natura vuole osservare un equilibrio a
quel grado, che porta il di lei bisogno per la sopradetta econo
m ia a tu tta la m ole acquea, eh dentro la terra, e causato anche
dal ritrovarsi d a llacqua nel fondo del M incio un piano d ec liv e.2
Io
ho unite in calcoli tu tte le m isure di larghezza e profon
d it d e rivoli confluenti che paragono con le altre del Mincio,
che conduce fuori lacqua, e per dim ostrare che mole di acqua
possa restare nel lago di quella che confluisce respetti va mente
a llaltra che esce pel m edesim o M incio, considerando ancora la
q uan tit di acqua che dal sole viene attratta secondo le propor
1 Vorrebbe dar la misura del contributo, ma dichiara che per molte
ragioni non lo ha potuto fare. Per ha tentato di stabilire la velocit
dei corsi d acqua, all unico scopo di mettere in rapporto tali velocit
con quella dell acqua del lago uscente per l emissario, il Mincio ;
ma anche questaltro tentativo lo ha dovuto abbandonare : vari sono gli
alvei di molti fiumi e varie nello stesso alveo le cause che accelerano
o ritardano la velocit.
1 soli dati che pu offrire sono la larghezza di tali correnti e la pro
fondit delle medesime.
2 La misurazione delle velocit delle correnti tributarie del lago lha
lim itata il M arsili al solo fiume emissario, il Mincio. Ma i galleg
gianti posti sulla corrente non si movevano se non con moti determinati
dalle correnti daria soffianti sul fiume da varie parti. Nessun indizio di
una forte corrente verso il fiume, ma solo movimento e per il suolo de
clive e per il peso delle acque del lago.

IL LAGO DI GARDA

53

zioni stab ilite dallAccadem ia dInghilterra s per dedurre tu tta


la m ole che riem pie questalveo sia una unione d ellacque solo
defluenti per la superficie della terra, <*he in esso cadono, o pure
se sia un am m asso delle sorgenti, che nel fondo e lateralm ente
escono d alle vene, che sono dentro de m o n ti.1
L esistenza di queste vene non da m ettere in dubbio non
solo per quelle osservazioni fatte in questo lago, ma anche in
a ltri sim ili laghi, e dentro listesso mare, che mi occorso ve
dere, e sino fiumi sotterranei che in esso si scaricano, come si
vedr nel mio saggio fisico.
N e laghi dellE lvezia da fondi scaturiscono sorgenti consi
derabilissim e, come in quelli del lago d i Costanza e di Z u c c o 2
e nel piccolo lago d i P onale 3 che m ette foce nel nostro d i Garda
vicino a l villaggio d etto la P iave, 4 vi sono m oite sorgenti, che
m antengono questo lago nel suo orizonte d ella lunghezza e lar
ghezza che nella m appa si vede. N el lago di Garda a mezzo
m iglio d istan te da Sirm ione andando per tram ontana sincon
tra una sorgente chiam ata da quelli del paese B o lliv a , 5 che alla
larghezza di 100 piedi m ostra l ebullizione n ella superficie del
l'acqua che ha del m inerale, come a suo luogo m ostrer parlando
delle diverse nature d i queste che sono nel lago. A ppresso di
Cassone a un tiro e mezzo di m oschetto lontano dal lago, alla
radice totale del M onte B aldo scaturisce una gran sorgente di
1 Confrontata e il confronto stato possibile in parte misurando
lampiezza e la profondit delle correnti fluviali ; bisognava per aggiun
gere la velocit la quantit di acqua entrata nel lago per gli affluenti
e quella uscita per il Mincio, sottratta la quantit dacqua evaporata
secondo la formula data dallAccademia di Londra, risulta ci che per
m anentemente occupa la cratera del lago. Ora questa data dalla
differenza fra le due cifre confrontate o dalle vene acquee che qua
e l portano tributo al lago? Questo il problema che si pone e che
risolve in favore della seconda possibilit.
2 L. di Zug.
3 L. di Ledro.
4 La Pieve di Ledro, a monte del lago. A N. della Pieve sono sor
genti.
5 Nelle carte il M arsili la chiama Buiota : ora si chiama Bototo.
E una sorgente solforata cloruro-sodica, a 65, che ora intubata va
allo stabilim ento ivi eretto.

54

LUIGI FERDINANDO MARSILI

pi piccoli em issari che sono nella sostanza del monte, che in


questo suo piccolo corso sino al lago fa m acinare pi m ulini,
ed una ta l sorgente che si vede sopra il pelo dellorizonte dellacque non da dubitare che vada continuando anche s o tt o .1
Q uesta verit m eglio la m ostra lesempio del verno, quando
lacque sono basse, dove volendo, come fu tre anni sono in Tuscolano, escavare il porto, non ostante che lo chiudessero con
una diga di terra rinchiusa fra legnam i per levare la commanione del resto dellacque del lago, appena com inciato a sca
vare il fondo di esso porto, com inciarono le sorgenti ad uscire
con tan to im peto, che bisogn ricorrere alla m oltiplicazione di
trombe da acqua per potere a pi asciu tto travagliare. D i que
ste sorgenti venivano altre dal centro della terra altre late
ralm ente.
D alle predette osservazioni si vede che la mole acquea di
questo lago, come d i tu tti g li altri, proviene nella m inim a parte
daHacque defluenti per la superficie d ella terra attorno di essa,
ma a m io giudizio pi dalle sorgenti che sono gli em issari d i
quellacque, o dilatazione di acque che si fa dentro la terra, e
di fa tto senza di questi regolari conservatori di acqua al pi dei
m onti, forse sentirem m o pi frequenti quelle rotture dei m onti
che portano im provisi sgorghi di acque con tanto danno de po
poli circonvicini, e perci il sommo artefice g li dispose alle
radici de m onti perch dassero un respiro fra un certo livello
regolato a lla m ole dell acque infrap oste alla te r r a .2 Tutta la
m ole d escritta esam inata n ella di lei natura pe colori, sapori,
1 Cassone sulla sponda or., quasi contro a llis. Trim eluie. Per Cas
sone passa il rio dei Violini, e fra Cassone ed Assenza c una grossa
polla dacqua che sgorga dalla roccia. Frequenti sono poi le sorgenti
che si incontrano lungo il torrente dei Molini, cos chiamato perch
muove m olte macine.
2 Come fu detto, le preferenze del M arsili sono per la credenza
che la mole acquea del lago sia pi fa tta di acque sorgive che di
acque defluenti.
Osserva poi che la natura con opportuna preveggenza ha creato a pi
dei monti questi grandi serbatoi, atti a raccogliere acque, e, se questi
non esistessero, le acque interne cercando di uscire determinerebbero
rotture di monti e danni non lievi.

IL LAGO DI GARDA

55

pesi, effetti dell im m issione d egli acidi ed a lcali e gradi di


freddo tanto alla superfcie quanto nella profondit, e di tutto
ci si fa il paragone con le acque piovane de pozzi attorno al
lago, e di quelle de fiumi confluenti; osservazioni che comincier ad una ad una a m ostrare, e che si trovano disposte in tre
tavole segnate 10. 11. 1 2 .1
N ella prima la situazione di ogni rivo e fiume respettivam ente a territori, dove son posti, co loro nomi, la larghezza e
profondit di ognuno, i colori e m em orati gli sperim enti ten
ta ti per conoscere la natura d i ta li acque per mezzo de colori,
sapori, effetti dellim m issione di acidi ed alcali, pesi, come pure
tu tti quei sperim enti rinovati ad una piccola distanza de con
flussi d elle acque di qu esti fiumi e rivoli sono replicati, per
ch in una occhiata possa vedersi che la natura delle acque del
lago non resta punto alterata d a llim m issione d i q u e ste .2
N ella seconda sono in d icati li siti, dove si sono fa tti nel
mezo del lago i m entovati sperim enti per tentare la natura delle
acque s nella superfcie come nel fondo.
N ella terza vedesi la m aniera, con cui s i conosciuta la d if
ferenza d ella tem perie d ellaria nel fondo del lago respettivam ente a llaltra d ellam biente sopra di esso.
Sopra tu tte tre faccio le susseguenti riflessioni per dimo
strare, in tu tto quello possibile, la natura di questacqua col
confronto, come ho detto, delle altre in essa confluenti delle sor
genti, de pozzi e delle piovane.
D a lla prim a deducesi che tu tte le larghezze 3 de fiumi con
fluenti nel lago riu nite insiem e fanno una linea di piedi 302,

1 E lanalisi chimica delle acque. D i essa non discutiamo, che fuori


dal nostro compito.
2 Gli esperimenti dimostrano che fra le acque del lago e quelle de
fluenti in esso la differenza sono trascurabili.
3 Chiarisce il contenuto della .prima parte della tavola prima, cio
confronta la larghezza dei fiumi confluenti con quella del Mincio.
La differenza, ridotta in metri, di 16,57, cio i vari affluenti supe
rano di larghezza il Mincio di 16 m. e 57 cm.
La differenza poi, che non grande, non data come sicurissima,
poich possono essere avvenuti dei piccoli errori.

56

LUIGI FERDINANDO MARSILI

palm i 10, che sono passi 50, piedi 2, palm i 10, che paragonata con
1 altra d ella larghezza m aggiore del M incio, eh piedi 251,
palm i 8, che fanno passi 41, piedi 5, palm i 8, vi corre la diffe
renza di 8 passi, piedi 3, palm i 2 di m inore estensione che ha
lapertura superiore del M incio alla M adonna del Faggio,dov
il passo della B arca un piccolo m iglio sotto Peschiera, differenza
di poco mom ento, e da non considerarsi nellessenziale per i
ta n ti accidenti che ponno essere accaduti nel pigliare le misure,
e perch li p iccoli alvei con le ripe loro trattengono il moto delle
acque, onde sembra che la natura abbia com pensata la difficolt
del corso con quella poca m aggiore q uantit di larghezza che ne
confluenti presi insiem e sincontrano, ed ancora perch si com
pensa cos in parte la m inore profondit de confluenti, di cui
diremo in appresso.
Le tre profondit prese n ella settione del M incio, cio nella
sponda Veronese passi uno, oncie sette, e nel mezzo piedi 5, P. 3,
ed a lla riva bresciana piedi 4 P. 8: che tu tte assiem e fanno
P. 198: onde prendendo la terza parte che P. 66: cio di
piedi 5 P. 6, si ritrova la profondit media del Mincio stesso.
Ora stando ferm i a lli tem pi delle nostre osservazioni e parago
nando nella tavola le profondit d e confluenti stessi, si arriva a
questa media profondit del M incio di piedi 5 P. 6, onde se ri
fletterem o al m aggiore pendio, e per conseguenza a qualche mag
giore velocit che i confluenti ponno avere ed a lla maggior lar
ghezza de confluenti stessi (di cui si detto) potremo conclu
dere che presso a poco ta n t acqua scarica il Mincio dal lago
quanto quella che nel lago istesso viene da questi piccoli con
fluenti introdotta. 1
N e llalveo d ellistesso M incio si vedono ad ambe le rive i
segni, che l acqua difluente pel proprio alveo alle volte cre
sciu ta sino a quattro piedi, e come dir a suo luogo parlando
dei m oti d ellacque di questo lago, queste nella m aggior loro
crescenza crescono sul lago sino a tre piedi e mezzo, tre piedi,

1
Circa la profondit degli im missri e dellemissario, il M arsili trova
che le cifre coincidono : 5 piedi e 6 pollici, cio m. 1,77, onde conclude
che tantacqua si scarica nel lago quanta ne esce.

IL LAGO DI GARDA

57

due e sei o n d e, due soli, com stato nel verno passato del 1724
e 2 5 ,1 dove fu s gran siccit, prove tutte che a mio credere
m ostrano che l acqua, chesce dal lago pel M incio non <4he
quella parte forastiera condotta nel lago pe descritti defluenti
ftum icelli e rivi (toltane quella che il sole attrae); del rim anente
la m ole acquea indigena del lago forse non ha esito, avendola
co n stitu ita l autore della natura a quella quantit, chera ne
cessaria a lleconom ia acquea dentro la terra, e che a noi non
nota, ma bens conosciam o che da questo livello non vuol retro
cedere anche ad onta dellim peto de venti, come a suo luogo di
m ostrer, parlando d elle correnti in questo lago; e non senza
la probabilit forse che l istesso ancora succeda dentro de
mari, cosa che non sapremo m ai senza la m agnanim a benefi
cenza de sovrani m arittim i, che istitu iscan o a sue spese navi
osservatorie, con una istruzione uguale, e com une a tu tte, eh
quello ho esposto nel mio saggio fsico, e n ellaltra disertazione
a ll amico m io Boerhaave. 2
In questa tavola 'ho pure aggiunte tu tte le osservazioni che
ponno indicare la natura delle acque superficiali del lago, lito
ra li e de fiumi e ruscelli confluenti in essi, e le ho ritrovate fra
loro in tu tto uguali pel colore e sapore, alla riserva della con
fluente del rivo a Gans 3 eh era trobida e di sapore paludoso
come proveniente da terreni palustri della Lugana, ed uguali

1 Anche c accordo fra il crescere delle acque del lago, in certi pe


riodi di decrescenza, ed il crescere delle acque del fiume di scarico, il
Mincio.
2 Ecco qui ripetuta la sua proposta il concepimento della scienza,
che non opera deHindividuo, ma somma di sforzi collettivi, concepi
mento che non era tanto ovvio al tempo del Marsili, cos che lo si
trova espresso non di frequente e spesso con tim idit : la scienza
potr avanzare solo se trover consenzienti gli sforzi dei singoli e solo
se le esperienze, difficili per i privati, saranno favorite e protette dai
sovrani.
3 TJn Rio Ganfo sbocca ad ovest della penis. di Sirmione ; ma non
pu esser questo che d nome alla parte di SE del lago valle di
Ganz ; quindi probabilmente il rio Bragagna che scorre presso una
localit chiam ata Ganfo.

58

LUIGI FERDINANDO MARSILI

nel peso d i 23 V2 grani ch quello anno le acque del fondo del


lago e che si trova per tu tta anche la superficie del medesimo
nel rigore del v ern o .1
L im m issione dellacido di vetriolo nelle acque defluenti
d alle terre Trentine ed alcune da m onte Baldo ha fa tto loro
prendere il colore di am etisto alla riserva delle sorgenti d i Ca
pone e M ulino di B r e n to n e .2 N ella riva bresciana quelle del
rivo di San Carlo, 3 del P rato d ella Fam e, d i Campione si sono
tin te ugualm ente, e quelle del fiume B rara 4 invece d i tal colore
nno prodotto dense nubi, e lasciandole in un vaso per alcuni
giorni ancora senza la iu to di acido e d i alcali, nno formato
una gelatin a tenace, grossa pi di una costa di coltello, che
unita si lev dal vaso, si conserv in un piatto per ta n ti giorni,
e non avea verun sapore, e, sopra postivi i consueti acido ed al
cali, non fece m inim a mozione.
Il
colore bellissim o di am etisto in alcune acque era pi e men
forte, com espresso nella tavola, ed a mio credere questacqua
forse avr preso della natura calibeata passando per terreni
ferrei e tenter pi sperim enti in pi acque nelle quali sar
sta ta lim atura di ferro e ferro calcinato e ferro infocato smor
zato in esse per sincerarm i di questo supposto m io, del che
lesito in certe altre mie fisiche e chim iche osservazioni riferir.
D alla seconda tavola si vede principalm ente che lacqua del
lago superficiale nel gran calore d ellesta te tanto pi leggiera
che nel verno e particolarm ente quella vicina alle sponde, come
pi percossa contro la ghiara, ch solam ente di 21 grani, quan
do nel mezzo d i 22, dove manca tale ripercussione. Per lo con
trario n el verno ugualm ente pesante nella superficie che nel
fondo, tan to in vicinanza delle rive che nel mezzo del lago. Que
s t acqua di tale peso di 23 grani e % portata nella stanza del fo

1 Anche ugual peso hanno le acque dei tributari e dellemissario.


2 Certo Brenzone. Con tale nome si indica un vasto territorio che
sale fino a 1000 m., fra la valle Berton e quella dellAiuto, con frequenti
sorgenti.
3 Torrentello fra Bogliaco e Gargnano.
4 Oggi torr. Brasa, a N. di Tremosine.

IL LAGO DI GARDA

59

colare dove laria era tepida, e questa lasciata per unora di


tem po in essa stanza dim inu il peso a grani 21 % prove tu tte
conferm anti che il calore dim inuisce il peso dellacqua, quando
il freddo laum enta; ed in fa tti nel verno dove lacque m oventi
i m olini da carta sono scarse almeno per la m et che lestate,
nulladim eno per testim onianza de m olinari con quella met
fanno tanto lavoro quanto nellesta te col doppio; ed essi lo at
tribuiscono al maggior peso che ha lacqua in tale stagione. N el
fondo costante che lacqua sia pi pesante della superficiale
n ellestate due grani e mezzo e che n ellinverno, come ho detto,
sieno u guali di peso le superficiali e le p ro fon d e.1
pure im m utabile che le acque del fondo sieno di colore torbidastro, quando quelle della superficie son chiare, che il sapore
delle prime sia ingrato, partecipando del palustre ed amaro,
quando delle seconde grato particolarm ente n ellestate nei siti
che son percosse contro le pietre.
Lacque de pozzi bench sieno riste sse del lago, essendo que
sti profondi quanto im porta 1 orizzonte superiore delle abita
zion i sino al fondo d ellacqua del lago, sono pi pesan ti della
superficiale estiva del lago, avendo trovato questa 22 grani e %
nel giorno istesso che trovai l altra del lago vicino a Maderno
grani 21; e ta l peso ancora in parte pu essere attribuito al
considerabile fresco che tiene in s. L acqua piovana raccolta
in tempo di una gran pioggia di 6 giorni pesava pure grani
22 % eguagliandosi in questa parte a quella de pozzi, ed era
chiara, e del sapor comune solito dellacque piovane.
1
II M arsili osserva che lacqua fredda pi pesante della calda, che
destate lacqua presso le rive pi calda dellacqua nel mezzo del lago,
che lacqua superficiale meno pesante dellacqua profonda e che din
verno il peso lo stesso al fondo e superficialmente.
D, come prova della sua affermazione, il fatto che i molini, dinverno,
macinano assai di pi e meglio, pur essendo lacqua in minore quan
tit. perch pi pesante che destate, in cui l acqua abbonda di pi, ma
pi leggera.
Non sempre d del fenomeno la esatta causa, ma il fenomeno
vero. Non sappiamo se egli sia stato il primo ad osservarlo ed ab
biamo dubbi , ma fu il primo a considerarlo nella sua compiutezza
e nella sua estensione.

60

LUIGI FERDINANDO MARSILI

La sorgente a pelo d ellorizonte dellacqua del lago nel vil


laggio di C assone alle radici di un de siti pi a lti del monte
B aldo era d i sapore ingrato, di peso di 22 grani e % approssi
m andosi alla natura di quella del fondo del lago, potendo es
sere che questa sopra l orizonte sia parte di una d i quelle m olte
che form ano la gran m ole aquea del lago. Si m anifestato che
la sorgente a mezzo m iglio distante da Sirm ione per tram on
tana, chiam ata B olliva, perch nel giro di 100 passi si vedono
continue ebullizion i e che i pescatori dicono abbia odore di
zolfo, che io non potei discernere, pesa i so liti 23 grani % se
condo l universale acqua superficiale del rim anente del lago, ed
ha un sapore a principio che non d istin gu esi d a llaltre acque,
che poi tenendola in bocca causa un am aretto accom pagnato da
m olta m o r d a c it .1 Tale acqua evaporata lasci un sedim ento in
poca quan tit di colore cenerino col gusto amaro mordace del
l acqua e che postovi l acido e lalca li non fece veruna m uta
zione. Lorigine di tal acqua viene dal fondo che trovai di 14
passi abitato da gam beri e tinche e coperto delle so lite erbe del
lago che i pescatori con la fiocina 2 m i tirorono dentro la barca
trovando i viventi di ottim o gusto a m angiarli e le erbe di un
sapore in d istin gu ib ile d a llaltre nascenti nel lago intero.
L im m issione d ellacido ed alcali non fa una m inim a mozione
in quellacque del lago superficiali, profonde e sorgenti a pelo
d ellacque del lago, e dal fondo e de pozzi e delle piovane.
D a lla terza tavola si raccoglie che non pot fa rsi l esperi
m ento de gradi del freddo n e llacqua del lago col termometro
perch sta n te il gran freddo ch n ellacqua ad una certa pro
fondit, tu tto lo spirito di vino di cui era pieno il termometro
si ritir alla m et della palla ; onde in tal vece fu fatto lo spe
rim ento con sugheri nella m aniera che in essa tavola esprim esi
e quelli andarono restringendosi pi fino alla profondit di cen
toventi p assi dove il rigoroso freddo si vede, chera nel suo mag

1 S detto pi sopra di quali minerali sia ricca.


2 II m. nel testo froscina.

IL LAGO DI GARDA

61

giore grado, in cui conservasi a lla profondit d i centosettanta,


come pi distintam ente nella m edesima ta v o la .1
Che lo scorciam ento di cinque linee a lla profondit di 15
passi sia quel grado ultim o di freddo che pu perm ettere la ve
getazione alle piante dentro del lago, giacch i pescatori stessi
assicurano che fra i 15 e 17 passi sia la m aggiore profondit a
cui possono vegetare, alla riserva di quella sponda sotto acqua
detta Sraron e la Meson nel sito ove com incia il canale che va
a llem issario, dove sino a trenta p assi trovano l erbe. 2
D a queste osservazioni deducesi ancora che il freddo sia
maggiore nel lago che nel mare, donde io sino a 130 p assi alla
riva d egli abissi ho tirato coralli e pseudocoralli ed altre piante
m olli, ma pi aspre di quelle si estraevano a minore profondit,
come diffusam ente sta espresso nel saggio fisico della storia
naturale del mare. 3
CAPITOLO QUARTO

De venti che soffiano in questo lago.


iSono forzato interrom pere l ordinata continuazione del sog
getto d ellacqua del mare collinterposizione del racconto de
venti che sopra d i esso soffiano, a fine di potere poi essere me
glio inteso nella dim ostrazione de m oti diversi di questa,
1 Non ha potuto far esperienze col termometro, perch lo strumento
non funzionava pi ad una certa profondit ; per con sugheri ha po
tuto constatare che a 120 passi (133 m.) si raggiungeva il pi intenso
freddo e che questo rimaneva costante fino a 170 passi (220 m.).
2 La vegetazione non scende al di sotto dei 15-17 passi (29-33 m.) :
lo attestano i pescatori ; solo queste cifre sono superate in quella parte
del lago che ai due lati dello sfocio del Mincio, indicata con nomi
che le carte moderne non offrono.
3 Altra constatazione questa che pi mite la temperatura del mare
di quella del Garda, tanto che a 130 passi (152 m.) si trova la ve
getazione. Vedi pi innanzi nelle note della parte seconda alcuni accenni
agli studi su llanim alit del Corallo e delle sue origini. Del resto le Floridee specialm ente si spingono anche nel nostro Mediterraneo ben oltre
i 150 m. e deve averlo visto anche il Marsili forse parlando di piante
molli.

62

LUIGI FERDINANDO MARSILI

il quale esam e succeder im m ediatam ente con tu tte le necessarie


circostanze, giacch da questi forse dedurremo qualche metodo
anche per alcuni di quelli del mare.
N el nostro lago i venti trovano l ostacolo di una trincera di
a lti m onti, che da tre parti lo difendono alla riserva di poche
aperture che sono in essa per poterlo da tu tte le parti agitare
con le loro forze moventi. Questa disposizione della natura pro
ficua alla m inore inquietudine di queste acque produce laltro
vantaggio di coprire la vegetazione della terra dagli in su lti de
venti contrari a quella che anche di pi assistita d a llesalazione
del lago produce fru tti che per altro non sarebbero proporzio
n ati al clim a, dov posto listesso lago. 1 Ad ogni modo anche
fra sim ili o stacoli li venti, chi pi e chi meno, non lasciano di
esercitare li loro gradi di forza con quel metodo, che ho procu
rato di andare alla meglio indagando, col fine sempre di andare
applicando ta li mie osservazioni a quei m oti, che danno alla
fluidit delle acque nel nostro lago. 2
Per poterm i intendere co pescatori e co naviganti per que
sto lago, ho prim a dovuto imparare la loro bussola tanto per le
d ivision i quanto per le denom inazioni de venti. Per quelle si
vagliono di punti circostan ti al lago, senza considerare la commune via delle plaghe del mondo, e senza praticare le altre sudd ivision i consuete, ma collocandole solo secondo certe v a lli fra
m onti e quei fiumi e rivoli, che ho descritti. Le denom inazioni
tu tte sono particolari a lluso di questa ristretta navigazione.
Per tan to ho fa tto la bussola qui annessa, che m ostri ta li di

1 Constatazione assai interessante : il clima non solo modificato


dal coefficiente latitudine, ma anche dal coefficiente esposizione. Il Garda
protetto a N. quasi del tutto , a NO ed a NE., quindi pu per
mettere il crescere di una vegetazione pi meridionale.
2 Considera i venti in quanto possono originare correnti, o favorirle,
sul lago; quindi non per s li studia ma come cause di pi interessanti
movimenti.

IL LAGO DI GARDA

63

vision i e denom inazioni che sono poi da me spiegate co veri


nom i secondo larte del navigare pei m a r i.1
I
venti che spirano nel lago, secondo la division e di questa
bussola, sono da dividersi in quei che da rim oti paesi nno le
loro prime fon ti, ed in altri che g li nno a vista del medesim o
lago.
Q uelli che vengono da rim ote parti sono pi forti, ed opposti
fra loro e con la differenza fra essi che uno , come lo chiam e
rebbe B acone assecta, che pi abituato di tu tti questi venti,
ch il Suvero 2 o Grecate, che con pieno corso dalla valle della
Sarca entra a Torbole dentro del lago rinforzato dal vicino che
avendo l origine dal m onte Balun dentro del Tirolo porta anche
tal nome scorrendo per la valle del fum icello V a r o n e 8 con
fluente del lago vicino a Riva, e dentro del rombo prossim a
m ente a Greco Tram ontana, e questi a mio credere rinforzati
d alla vicina tram ontana che 4 per ragione di avere avanti d i s il
muro de m onti che g li im pedisce di condursi direttam ente pel
proprio rombo del lago deve ricorrere alle prem entovate due
v a lli o pure a llaltra per m aestro-tram ontana per la valle del
fiume P onale che g li d comodo di entrare nel nostro lago, rin
forzandosi di quel vento che som m inistra il laghetto di Ponale
e valle ed acqua di questo nome ; unione indispensabile fa tta da
questa circonvallazione di a lti m onti infraposti al lago, e fon ti

1 E naturale che i nomi di venti, pur rispondendo a quelli indicati


nella bussola, derivino dai luoghi da cui spirano : questo si verifica non
solo su i laghi, ma in tutti i luoghi dove c una popolazione che osserva
questi fenom eni dellatmosfera.
2 l i Sover o Suer o vnt de sora spira da N. a S. (vedi F l o b e s t e
M a l f e r - l i Benaco. Verona, 1927, pp. 73-4).
3 Qui fa confusione il M arsili ; il vento del Tirolo che ha origine dal
m. Baldo e scorre per la vallatetta del Varone? Il Baldo ad est del
lago ed il Varone a N. di Riva.
4 Ma tutti questi, compreso il Suver o Suvero, sono venti di tra
montana.

64

LUIGI FERDINANDO MARSILI

de nom inati venti, che ha in esso quelle aperture che dando


ad ogni vento, che soffia per esse, il nome abituato di S u v er .1
G li a ltri venti opposti al descritto Suvero sono quelli che
vengono nel paese d istin ti con due nomi, Andro 2 et Ora. 3 II
primo occupa i rombi di ponente-garbino puro ed ostro-garbino, attribuendoli i pescatori lorigine nel tratto di Appennino
fra Cremona e fra B rescia. Laltro com incia da mezzogiorno ad
ostro fino allo scirocco levante abbracciando con questo nome i
rombi di ostro, ostro-scirocco, scirocco, a quali danno lorigine
in quel tratto di A ppennino ch fra Reggio e fra Parma, ed io
stim o che si estenda a buona parte del P olesine per che se questa
ora\ non troppo violenta e lopposto Suver non forte dentro
d el lago, vediam o in esso nebbia rara ed alle volte ancor d e n s a .4
I
venti di Vinero a Levante 5 opposto a llaltro di Buar ch
il ponente 6 non sono cos n fam igliaci n forti come i d escritti
scorrendo il primo per la valle d ellA dige e laltro per la detta
V alsabbia ed ambi ro tti d alle linee de m onti infraposti al loro
corso e lago, il primo di m onte B aldo, e l'altro de m onti del Bre
sciano che hanno la loro apertura sopra di Sal.

1 Qui il M arsili torna ad essere, come sempre, esatto, poich dice


che la tramontana impedita dalla cerchia dei monti che circonda il
lago, dove trova un varco soffia e quindi i suoi effetti scorrono lungo
le vallate del Sarca, del Varone e del Ponale, rafforzati da venti lo
cali. A tutta questa variet di correnti che l alveo del lago, chiuso
dai monti, incanala si d poi il nome di Suver.
2 Andre o Ander (da andare) uguale a l Libeccio. Spira da SO per
un periodo di cinque o sei ore a cominciare dal mezzogiorno e si ripete
per due o tre giorni, fra il marzo e lottobre. (V. M a l f e r , op. cit., p. 74).
3 L ra od ostro spira dal S. in direzione opposta al Sover.
4 Le frequenti nebbie che selevano sul lago quando soffia 1 ora, non
forte, e non forte il Suvero, fanno supporre al Marsili che talvolta
lra venga dal Polesine, cio fanno supporre al M arsili che talvolta
sia perci un vento molto umido.
5 Forse il vento che il Malfer dice Vinessa (op. cit., p. 75) che
spira da scirocco e spira forte talvolta. Prende nomi diversi a seconda
che spira da E o da SSE.
6 E il Boarno o Boarnass o Buaren che soffia da Vobarno dalla Val
Sabbia.

IL LAGO DI GAEDA

65

A questi venti di origine rim ota succedono propriam ente gli


indigen i che sono quelli che anno le loro origini e debole corso
dalle valli dambe le rive del lago, e parte delle descritte per
ragione del Suver. Quando il lago non turbato dai venti predo
m in an ti da me descritti, questindigeni si distinguono m eglio,
e particolarm ente n ellestate, perch tram ontato che sia il sole
com inciano a farsi leggerm ente sentire ed avanzandosi nella
n otte son freddi e pi vicini a llalba, ma com inciando il sole ad
alzarsi un poco g li a n n ie n ta .1 D a lla som m it del m onte Baldo
tu tta la notte spira un venticello assa i freddo che va a cadere
in certi piccoli piani della riva bresciana a lu i opposta, e che
dura fino che il sole abbia sorm ontato la di lui cima ed asciu
gato la notturna rugiada. P i m attine mi portai nella pianura
del confluente del fiume Tusculano a lla riva del lago per sen
tire ambi li venti freddi che oppostam ente fra loro spirano, uno
per la B occa Fredda o valle del fiume Tusculano 2 proveniente da
m aestro-ponente, e laltro Yinero o Levante dalla som m it del
M onte Baldo, che a m isura che il sole si alzava anche decli
nava sino ad una sollecita estinzione di se stesso, quando, pel
contrario, l altro di B occa Fredda o m aestro-ponente, non ostan
te il sole alzato fra tenue dim inuzione sussisteva nella continua
zione del di lu i alim ento d ellacqua del fiume Toscolano, che
incessantem ente corre dagli a lti m onti del Bresciano, ma del
l opposto Yinero, o Levante, asciu ttate che erano le rugiade
d el m onte B aldo dal sole, non rim aneva pur la memoria.
N e tem pi di prim avera o destate insorgono venti m om enta
nei, ma im petuosi che a pescatori e naviganti annunziano il
loro arrivo per una piccola nube che per ordinario da m onti bre
scia n i fra il Buer e ponente ed Andro ed ostro-garbino 3 suol
com parire con un negro fosco tinto di un verde scuro variegato

1 Sono brezze di terra, chiamate anche da qualcuno re e spirano da


mezzanotte al mattino avanzato.
2 II nome di Bocca Fredda, appunto per i soffi freddi che spirano
dalla vallata del Toscolano, non appare nelle carte.
3 Fra ponente e sud.
5

66

LUIGI FERDINANDO MARSILI

di ceruleo sopra del lago, aspetto che caccia in terra i pescatori


per la via pi breve e le navi di m erci se possono in qualche
luogo sicuro collaiu to del terribile vento che non tarda a sof
fiare anco con turbini spaventosi e dura sin che la nube si
sciolga in una pioggia ben grande e talora in una terribile gran
dine, e questa pi che certa quando in s tiene m olti del colore
verde scuro. N el tempo che la nube cos sfogasi, il vento va
sm inuendosi in guisa tale che col fine o della pioggia o della
grandine term ina egli ancora.
In fine i venti del lago predom inanti e che la m aggior parte
del tem po si fanno sentire, o sono il Suver proveniente da m onti
del Tirolo per le descritte valli, che unitam ente sboccano nel
principio del lago, o l ora che daHA ppennino d iscen d e.1 Questi
a lle volte sono tu tti unitam ente nel lago facendo fra loro il
fiero contrasto alla d irittura del prom ontorio di San V ilio, sito
nel quale mi sono trovato pi volte fra una somma agitazione
della nave; e chi il pi forte supera l a ltro ; ed il Suver tutto
raccolto fra il tratto pi angusto del lago ancorch pi debole si
m antiene contro de venti d ellAppennino e delle pianure del P o
lesine, avendo questo fatto la sua sede fra Torbole e San V ilio ;
quando poi di essi uno solo regna, corre da un capo a llaltro di
tu tto il lago. U no di questi venti m aestri bastante ad abbat
tere tu tti g li a ltri venti, e m aggiorm ente se ambi sono nel lago,
m ai g li a ltri si lasciano sentire.
Il
Suvero osserva un m etodo quasi regolato che particolar
m ente ho osservato nel verno, quando i m onti del Tirolo e Baldo
eran coperti di nevi, che, essendo il cielo sereno, alle due ore d i
n otte com inciava a farsi sentire, e doppo la mezza notte cre
sceva e pi ancora nascendo il sole ed approssim andosi il mez

1
Fra il maggio ed il luglio si ha pi frequenza di suver e di ra.
Nel maggio del 1923 dice il Malfer si ebbero 20 suver ed ra
e nel luglio 25. Pi forti sono i venti di S. e sincontrano con il loro
contrario presso il capo S. Vigilio, vero punto dincontro. Per il Suver
riesce a conservare il predominio nella parte di lago pi stretta.

IL LAGO DI GARDA

67

zoili andava in tal decadenza che fra la 20* e 21 ora era quasi
una calma p e r fe tta .1
N ellestate non nasce e non dura con ta l ordine s perch le
calm e sono pi frequenti, com e ancora perch le nevi su m onti
di Tirolo mancano. 2 TI Su ver tu tto che d i natura rigida non
reca effetti cattivi alle delicate piante degli agrum i ed olivi per
ch di leggieri tocca ambe le rive del lago, quando 1 ra nel
verno, e particolarm ente essendo le pianure d i Lombardia co
perte di nevi, per altro di natura non cos aspra come il Suver,
fa alla riviera bresciana gran pregiudizio perch di angolo retto
la percuote, cosa che non si pu fare da g li altri venti, da quali
affatto coperta, o se attaccata, sempre leggierm ente, di modo
che un s bel paese p osto in clim a per se stesso freddo, e sepolto
fra l A lp i coperte di nevi per tan ti m esi d ellanno, e confinante
per tu tte le parti con altri per cos dire g elati, nel cuore del
verno gode aria amena, a cui aggiungendo larte d i coprire le
loro cedrare, collaiuto delle ben poste linee de m onti e degli
a liti del lago que popoli non ostan te la natura sterile del ter
reno vivono in una (patria beata. 3
Quando le osservazioni de venti fussero state il m io primario
soggetto in questo lago averei m olto di pi potuto tentare; ma
contento d i avere conosciuto q uesti per quanto esiger potea il
mio bisogno su m oti che causano n ellacqua del lago; non m i
sono pi inoltrato, anche per m ancanza d i tempo e strum enti,
ma sempre pi m i sono conferm ato per le addotte succinte os
servazioni che lumido gran pascolo de venti e come laridit
un annientam ento di e ssi; e per questo la forza del sole distrut

1 Quando il Suver (dice il Malfer a p. 73) prodotto da forte nevi


cata, diventa tem ibile e dura fino alla sera : allora si chiama vent da
fioca.
2 Come s visto il M alfer d una cifra alta per il luglio : bassa per
quella del giugno.
3 Pi nuoce l ora alle limonaie del Suver, perch questo le tocca
leggermente, mentre laltro vento, che scorre dalle piane del sud, pxire
coperte di neve, le colpisce in pieno.

68

LUIGI FERDINANDO MARSILI

trice dellumido, quando ha vigore superiore a quello dellumido,


estingu e ancora li venti che attorno del nostro lago regnereb
bero m eglio, specialm ente quelli che desso sono indigeni, quan
do non fossero an n ien tati da forti stranieri e dal s o le .1

CAPITOLO QUINTO

De m oti diversi deli aequa di questo lago.


A ssa i noto che qualunque piccola unione dacqua sia sotto
posta a ta n ti diversi m oti che 1 vengono dati in diverse maniere
per la di lei fluida natura, e tanto pi le m aggiori dei laghi e dei
m ari. 2 Q uesti m oti nascono d a quelle diverse cause, che ander
esam inando, nella presente mia unione di acqua assai conside
rabile di questo lago, per la lunghezza, larghezza e profondit
della sua m ole acquea, la quale sottom etto a questo esame col
tito lo dei m oti di essa, che divido in modo costante naturale
ed in co sta n ti accidentali.
Il
costante n aturale lo suddivido in quattro. Uno quello,
tu tto che leggierissim o, che viene causato d a llesito di quella
p iccola porzione dacqua per lem issario del lago a Peschiera
che fa lorigine del Mincio. Il secondo quello delle sorgenti
d ellacqua in diverse profondit per linee laterali, che cadono
n el lago, o che dal fondo verticalm ente ascendono alla di lui
superficie. Il terzo il causato dalle crescenze e decrescenze

1 Lumido dice il Riarsili il pascolo dei venti ; il secco il


loro distruttore. E perci il sole dissipando l umidit, annienta anche
1 venti.
Sarebbero pi frequenti i venti indigeni se non soffiassero i forestieri
e se non agisse col suo calore il sole.
Ma, conclude il Marsili, io non ho voluto parlare dei venti, se non
per incidenza, in quanto essi possono favorire od ostacolare le correnti ;
perci dopo queste osservazioni, faccio punto.
2 Le moli acquee, appunto perch adatte a ricevere pi facilmente
1 movimenti, hanno spinte in tu tti i sensi, e quanto maggiore la mole,
maggiori sono le spinte e maggiori i movimenti.

IL LAGO DI GARDA

69

delle di lu i acque facendo i due m oti uno per alzarsi e laltro


per isbassarsi in diverse stagioni. Il quarto prodotto da fiumi
o rivoli laterali, che confluiscono nel la g o .1
I m oti incostan ti ed accidentali sono quelli fa tti d a venti
che nel nostro am biente di tem po in tempo soffiano con quella
diversit, che appunto di continuo vediamo, ed anche alle volte
conosciam o darsi sotto acqua, pure per P istessa cagione de venti
che noi sentiam o nel nostro a m b ien te.2 A ltr i m oti sono quelli
che i P escatori attribuiscono a i cocenti raggi del sole nel forte
dellestate, e l ultim o che ha la sua origine da quel livello in cui
la natura vuole conservare la mole acquea n ella terra ad onta
del disordine che a questo livello causano i venti, o altre cause
dei m oti instituendo un moto so tto acqua che principia dove fi
nisce d i giungere la forza de venti, od altro non am m ettendo
la natura intervallo di tempo a far restitu ire le acque nello stato
di equilibrio, cosa, che cos chiaram ente si m ostra nel nostro
lago come ander descrivendo anche per riflessioni a que tan ti
m oti che vediamo dentro de m ari e che pi attribuisconsi ad
ogni altra causa che a questa d ellubbidienza che lacque deb
bono avere alle leggi im posti loro dalla n atura per il loro in
dispensabile equilibrio. 3
Pongo per primo m oto quello d ella corrente costante natu
rale fa tta dal M incio, che anche nel tempo d i somma calm a
insensibile, specialm ente dov nella sua m aggiore larghezza,
come pi volte sperim entai con leggierissim e canne e pezzi di
legno, ma poi, avvicinandosi il restringim ento del lago verso
P eschiera, apparisce qualche leggierissim o moto, che appunto
proporzionato a quella piccola m ole d i acqua che ho dim o
1 La prima distinzione dei moti che si osservano nel lago quella
di costanti ed incostanti, o naturali ed accidentali.
2 E oscuro qui il M arsili e non si sa a che cosa accenni ; forse a
venti non percorrenti latmosfera, ma soffianti entro la terra. Sono ri
torni, che talvolta si notano, di quel complesso di false cognizioni che
il Marsili non ha abbandonate.
3 Quattro sono i moti costanti e sono assai chiari nellesposizione
m arsiliana ; tre sono le cause dei moti accidentali, e lultimo il suo
solito pregiudizio che qui ripete.

70

LUIGI FERDINANDO MARSILI

strato possa uscire dal lago, che al parer mio non che quella
piccola q u antit che viene portata da fiumi e rivi descritti, e
perch ci possa seguire con un ordine costante, anche la natura
ha fa tto un alveo che si vada inalzando sulla m aggiore pro
fon d it di 340 passi o piedi 2040 sino a quella dell em issario
ch d i p assi 2 e piedi 12, come pi chiaram ente si vede nel
profilo della, lunghezza del lago d escritto nel capitolo della
struttu ra organica del medesimo. Q uesto moto tanto leggiero
che per ogni m inim o vento se ne perde affatto la cognizione ben
ch a llem issario suo, che il principio del M incio pi volte men
tovato, sempre si veda pi e meno il corso d ellacqua causato,
secondo me, in quel caso dal peso della mole superiore del la g o .1
La seconda specie di questi m oti costanti naturali quella
che viene causata dalle sorgenti n atu rali sopra e sotto dello
rizzonte delle acque. A ppresso del villaggio di Cassone un tiro
di fu cile dal lago al pi della quasi m aggiore altezza d i m onte
B ald o abbiamo quella sorgente che parlando dellacque con
fluenti nel lago enunciai, la quale ci m ostra come sotto d elloriz
zonte d ellacqua del lago anche sortiscano, ch quello anche ve
diam o in ta n ti siti d ellAppennino, quando fra il mare e radici
di essi m onti vi sieno interposizioni di continenti che dalla
parte del M editerraneo vengono chiam ate maremme pel rista
gno che vien fa tto per ta li acque senza libero scolo nel mare
im pedito da venti, come le altre dellA driatico si chiama valli
e p a lu d i.2

1 La natura ha provveduto il lago di un fondo che va innalzandosi


verso lemissario suo, il Mincio, cosi solo piccola quantit esce e con un
movimento quasi insensibile. Non casuale tutto ci, ma provvidenzial
m ente disposto dalla natura.
2 Paragona ed il paragone non esatto, perch fra fenomeni non
vicini se non per condizioni esterne le fonti di acque fra la linea
spartiacque del Baldo la sponda del lago, e le maremme tirreniche e
le valli adriatiche. Nelle une e nelle altre elemento comune lacqua,
ma mentre nella prima lacqua trova una via per uscire dallinterno
allesterno, nelle altre le acque superficiali si arrestano per ostacoli frap
posti al loro deflusso.

IL LAGO DI GARDA

71

Abbiamo sorgenti che dal centro ascendono con m oto verti


cale alla superfcie del lago, ed una di queste costante, anzi
perenne, a mezzo m iglio per tram ontana, come dissi, d istan te da
Sirm ione, col nome di B olliva. 1
Ambe queste specie di m oti delle sorgenti la terali e verti
cali m eglio si conoscono, quando alle volte sono n ecessitati g li
ab itan ti di pulire e scavare i loro piccioli porti, come abbiam
detto, opera che riservano il verno dove l acque del lago sogliono
esser pi basse, e bench con una diga m anofatta traversino
l im boccatura de loro porti per separare lacqua di questi dalle
acque del lago, nulladim eno devono avere una quantit di trom
be con le quali possono tirare m aggior copia di acqua d i quella
che viene condotta da quelle sorgenti che vedono venire da lati,
e dal fondo d e llistesso porto, e con losservazione particolare
che quando di m aggiore durata loperazione di escavare anco
le sorgenti si fanno ivi e m aggiori e di pi forza, e perci anche
.sono so lleciti nelle loro escavazioni.
I fium i confluenti nel lago che nel capitolo di sopra dimo
stra si che sono di poco conto, ed anche d i minore i rivoli a m i
sura della lor m ole di acqua, si estendono con m oti e correnti
dentro d el lago al p i alla distanza di 60 o 80 passi. 2
Lultim a specie di questi natu rali m oti quella che viene
fa tta quando l acqua si alza e si abbassa. Q uesti due m oti uno
contrario a llaltro anno le loro proprie stagioni. Il principio del
crescim ento suol essere alla fine di marzo o al pi tardi a prim i
di aprile continuando a crescere non solo in questo ma anche
nel m ese di m aggio e qualche porzione de prim i di giugno, se la
liquefazione delle nevi non fosse term inata; e per tu tto luglio e
prim i d i agosto tan to il m oto di crescere che di decrescere fa
pausa; ma alla m et d i questo com incia il moto di decrescere
che non cessa sino alla fine del futuro marzo o prim i di aprile,

1 D i questa si detto pi sopra.


2 Le correnti determinate dai fiumi e dai ruscelli che si scaricano
nel lago hanno degli effetti brevi : al pi giungono a 1T5 od a 153 m.

72

LUIGI FERDINANDO MARSILI

sino a ll altezza vid io di due piedi e mezzo di F rancia nella


lunga aridit d ellanno 1 7 2 4 .1
Quando poi le stagioni del crescere sono state piovose, suole
arrivare a piedi tre e tre e mezzo, e per conseguenza essere que
sto m oto di decrescenza al pi di tre piedi e mezzo. N el mio sog
giorno in Maderno a lli 18 di dicembre d el predetto anno fu una
continua pioggia ed il lago non crebbe che il traverso di quat
tro dita, ma poco dopo il tem po riprese la serenit, dove solle
citam ente il moto della bassezza d elle acque torn al suo stato
prim iero. Sono m olti che attribuiscono questo moto dellin n al
zam ento alla vegetazione d ellerbe, che con vigore com incia ap
punto a g li u ltim i di marzo, e prim i di aprile, e che successiva
m ente cresce per tu tto il descritto tem po; ma siccom e queste
sono di natura tan to m olle che con la loro vegetazione non ec
cedono la profondit di 18 passi, una vana reflessione, come lo
prov l aum ento che fece il lago nel gran cuore del verno che
sopra ho detto, dove l erbe erano vecchie, e quasi putrefatte,
ben s a llangu stia d ellem issario del lago, dove com incia il Mineoi, potrebbe darsi qualche leggiero ristagno, che per non pu
essere di tal forza da far risen tire per tu tto il lago li m oti di
crescenza e di decrescenza per causa d ellerbe sino alla somma
di tre pied i e mezzo, ch quello unicam ente succede per le acque
confluenti in esso o per le pioggie o per liquefazioni d i nevi che
appunto in m aggior copia succedono in quei mesi. 2
I m oti in costan ti son quelli che si fanno da venti che ho de
sc r itti nel capitolo precedente perch con la notizia di e ssi

1 II crescere dovuto al liquefarsi delle nevi, che continua fino al


giugno : nel luglio e nellagosto c una sosta nellaumento ; poi c de
crescenza fino alla primavera di poi.
La cifra di differenza per il 1724, fu di circa 80 cm. Negli anni pi
piovosi si giunge ad 1 m. e 10 cm. Oggi si d come lim ite massimo,
rispetto allidrometro di Peschiera, 1,92, come minimo cm. 40 al di
sotto dello zero di tale idrometro.
2 La ragione da alcuni addotta, ma respinta dallo stesso Marsili,
ci esonera da ogni commento. E per notata anche oggi lostruzione che
le erbe determinano l dove l em issario comincia (v. M a l f e r . op. cit.,
p. 66) : minimo invece leffetto della flora sommersa.

IL LAGO DI GARDA

73

ognuno possa comprendere quale im pressione diano n ell acque


del nostro lago ; e siccom e non da dubitare che anche di questi
ne soffino sotto dellacqua, come nota leruditissim o B acone nel
de origine locali ven torum con quelle parole inveniuntur
quaedam loca in m ari ac etiam lacubus quae n u llis flatibus venti
maiorem in modum tum escunt, ut hoc subterraneo flatu Aeri
appareat , che sono que moti appunto che accadono nel lago e
che si ponno distinguere, mi pare, i m oti per causa del vento,
che soffia nel nostro ambiente, ed a ltri per quelli che possono
darsi sotto dellacqua anche con la predetta approvazione di
B a c o n e .1
T utti questi che sono nella superficie d e ll acqua g li vediamo
a seconda della forza d i tu tti que venti che ho d escritti e che
da pescatori si osservano, senza lim itazione di stagion i n causa
d i venti n a ltri accidenti che sogliono causare, come dir, cor
renti o m oti so ttacqua o che son segni dicono di m utazione di
tem po e che pu essere siano causati da vento sotterraneo come
ho detto che accenna Bacone. 2
I
raggi cocenti del sole d ellestate, che sogliono com inciare
ad essere n ella forza loro considerabile verso il so lstitio estivo,
al dire de pescatori causano un m oto o vero corrente a llaltezza
d i un piede, che ora va verso Peschiera ora verso Torbole, pi
gliando il d i lei principio dalla parte bresciana, precipitandosi
verso la veronese, effetto fam igliare in tu tte le altre correnti di
sotto che si diranno, per essere da quella riva il declivio a que
sta, per la m aggiore profondit del lago eh a quella parte,
come ho dim ostrato nel capitolo della struttura organica del
lago m ediante ta li p r o fili.3

1 Anche qui ogni commento sarebbe in u tile: solo resta a chiedersi


come mai il M arsili accolga su un argomento come questo la credenza
e la spiegazione baconiana.
2 Qui la grammatica dolorosamente bistrattata. Il Marsili pare vo
glia dire che questi moti o hanno origine dai venti descritti o sono cau
sati da quei venti sotterranei di cui fa cenno Bacone nel passo riportato.
3 Lerrore del M arsili che il lago declini col suo fondo dalla costa

74

LUIGI FERDINANDO MARSILI

Chi direbbe mai che qualunque moto superficiale n ellacqua


del nostro lago, che col pi fiero vento non pi profondo di
due p assi in circa, causasse sempre un moto a questo contrario
e si estendesse fino a ven ti o trenta p assi e pi ancora, quando
il m oto superiore fosse m aggiore per ragione d i una forza anche
pi gagliarda del vento che soffia n ellam biente. E pure per
dim ostrare come questi due m oti contrari vadano, col mezzo d
una piccola carta, ne dar unidea pigliando l effetto del pi co
m une m oto superficiale proveniente dal vento d i suver o greco
dove saranno linee d istin te con treccie che hanno la loro punta
verso la parte dove le acque corrono, e quelle che indicano il
m oto superiore saranno traversate da un S . e le altre che in d i
cano i corsi profondi opposti saranno traversate dalla let
tera P . 1 Qualunque moto che al sito del di lu i principio possa
dim inuire la m ole d ellacqua del lago ed augum entarla alla parte
opposta inferiore non rilevante per il riparo, che se li fa dalla
corrente o m oto inferiore, atteso che senza di questo si vedrebbe
di sopra dalla parte da dove soffia il vento gran dim inuzione
dacqua pel contrario n ellopposta di sotto aum enti conside
rabilissim i. 2
In questa carta per chiaram ente intendere la disposizione di
q u esti fra loro contrari m oti, superiore ed inferiore, che anno

bresciana alla costa veronese fa attribuire la causa di questo movi


mento delle acque a tale declivio.
I venti, il dislivello e la densit varia sono le cause onde traggono
origine tutte le correnti, ed anche le due a cui qui si fa cenno, forse
quelle oggid note col nome di Valanchera (da Sud per lansa di Gambis
verso sud-ovet) e di Foss, che la pi im portante e viene per lo pi
da nord.
1 Ad ogni vento segue in direzione apposta una corrente di pari
grado , cosi il M alfer (op. cit., pag. 68).
2 Anche qui il Marsili appare un po oscuro. Il suo pensiero par
questo : Ogni movimento sposta acqua dal luogo dove comincia al luogo
dove finisce ; per se subito non ci fosse un moto subacqueo che resti
tuisce lacqua al luogo donde il moto s iniziato, da una parte il
punto di partenza avremmo una diminuzione notevole, dallaltra
il punto darrivo un accrescimento considerevolissimo .

IL LAGO DI GARDA

75

per prim a origine il vento di Suver o d i Greco, si m ostra che i


m oti superiori anno sempre alla loro sinistra le linee de m oti
inferiori che pigliano il loro principio dove quelli finiscono ch
alle sponde quasi opposte al sito di dove com incia il moto supe
riore e questa regola in alterabile per causa della pendenza
del fondo del lago verso il monte Baldo, come ho dim ostrato ne
profili. In questi siti opposti a llorigine causata dal vento non
si osserva mai un augm ento d acqua m aggiore di un piede,
come n ella parte superiore un uguale dim inuzione, perch col
suo retrogrado moto d i sotto d istin to con le treccie si discarica
ed im pedisce q u ellaugm ento di acqua, che qui si farebbe con
unuguale dim inuzione alla parte opposta da dove com incia il
moto su p eriore.1
Per ultim o osservabile che il moto o corrente di sotto non
va con uguale velocit del superiore, essendo assai pi debole
giacch il corpo di acqua della corrente causata dal vento per
lordinario non pi alto di due passi, quando laltro della con
tro-corrente di sotto giunge a lla profondit d i 20 passi, e per
ci anche dovr essere di forza reciproca a llaltezza, cio lalta
due a lla lta 20 sar una velocit come 20 a 2. Per mancanza de
com odi non potei esperim entare per prenderne una prossim a
differenza che potr essere fra loro, ma per con le reti, come
dir parlando d elle pesche, s i conosce a bastanza. 2
D a lle narrate m ie osservazioni ed uniform i esposizioni de
pescatori intorno de d escritti m oti nel lago, tento di formare,
per sempre col forse, le susseguenti deduzioni.
Il
naturale e costante m oto ch sempre nel lago, oltre al
lattrazione del sole quello dello scarico dellacque confluenti
in esso per quei d escritti fiumi e ruscelli, e sorgente laterale al
1 Qui pone come prima causa di questi moti i venti, e nota che i moti
superficiali hanno alla lor sinistra i moti subacquei. Ripete da ultimo
la sua persuasione della declinazione del fondo del lago da ovest ad est.
2 O rapporto inverso tra velocit e profondit : la superficiale ha
la profondit di quasi 4 m., la subacquea di circa 40 m., quindi si ha
v s (velocit della corrente superficiale): 4 = 40: v p (velocit della
corrente profonda). Si veda intorno a questa affermazione ci che dice
il Malfer nellop. cit., a pag. 69.

76

LUIGI FERDINANDO MARSILI

pelo d ellacqua, chessendo di pochissim o conto respettivam ente


a lla m ole intera d ellacqua del lago, la natura constituito un
em issario anche proporzionato ad essa e fatto l alveo con un
fondo che dalla sua m aggiore profondit vada sempre salendo,
in modo ta le che lacqua vera naturale non possa da esso uscire,
ma stare in quel livello che la natura le ha costitu ito per leco
nom ia dellin tera m ole d ellacqua dentro della te r r a .1
I m oti cau sati per le sorgenti la terali e dal fondo del lago
salendo credo che non sieno continuati, ma che solo seguano
quando collarte in qualche luogo debbono rim ettere l acqua le
vata, com e nelle escavazioni descritte dei porti, a fine di rim et
tersi a quel prescritto livello, e che quando questo non sia d i
m inuito, stieno le sorgenti oziose fra la terra, come destinate
a tenere ripiena la cratera del lago, che riconosce questa pel
proprio costante alim ento rinchiuso in quellorganica struttura
che ho descritta e fa tta in guisa ta le che unicam ente pu uscire
quella tenue quantit che viene portata da d escritti piccoli fiumi
e rivoli e che pu quasi d irsi un acqua forastiera venuta per
ragione dello scolo dellacque piovane o nevi liquefatte, che ba
gnano le terre circonvicine e pendenti verso il lago; poich la
propria di lu i quella che vien condotta dentro dal moto delle
sorgenti la tera li e che d al fondo ascendono alla cima sempre
sotto del pelo d ellacqua indigena del lago. La sorgente che ho
d escritto sotto nome di B olliva nella vicinanza di Sirm ione e
che con le sue b olle m inerali m ostra d i provenire da un moto
v erticale ha pi di rarefazione, causa d i quelle gallozzette d i
acqua, non vedendosi ivi considerabile aum ento di a cq u a .2
Con la dim ostrata m ediocrit de fium i e piccolezza de rivoli
confluenti pu bene ognuno conoscere che i m oti che fanno col
1 Prima deduzione (il Marsili l accompagna per dei suoi dubbi).
Il
primo moto dovuto alle acque che si scaricano nel lago, ma poich
la quantit che si versa modesta, cos la natura ha dato al lago un
fondo che permette il deflusso della parte solo scaricata, mantenendo
dentro la cratera il pi della mole acquea.
2 Le sorgenti, secondo il Marsili, hanno questo compito, mantenere le
acque del lago a quellaltezza a cui lo ha destinato la natura. Rag
giunto questo, esse diventano oziose.

IL LAGO DI GARDA

77

corso delle loro acque in quelle del lago sono di poca estensione
e quasi di nissun conto ed incapaci di resistere ad ogni mediocre
contrasto de venti.
I m oti di crescim ento e decrescim ento e stato delle acque
nel lago hanno la loro direzione, come d issi, dalle pioggie e li
quefazioni delle nevi che si scolano da quelle terre pendenti
verso del lago, fra la m oltip licit o scarsezza di quelle acque, che
hanno le gi descritte stagioni, per l augm ento, stato e dim i
nuzione della pi volte m entovata poca quantit di acqua, ch
quella unicam ente sottoposta a ta li variet, m entre la propria
e vera del lago, fa tta dalle sorgenti laterali e verticali, non esce
dal suo sodo e naturale livello prescrittole d alla n a tu r a .1
T u tti li m oti cau sati da venti sono in costan ti e variabili se
condo lincostanza e variet di essi fra loro, causando con le
loro im pressioni ta n ti diversi m oti; vero che uno pi abi
tuato d ell altro in certe stagioni, com e di sopra ho notato.
Quando questi m anchino si fa una somma calma, che tiene im
m obile l acqua, detrattone quel tenuissim o moto suo verso di
Peschiera, e quello che alle volte1 nasce per il gran caldo. 2 S i
pu pur presupporre che certi im provvisi m oti a m olti piedi
sotto della superficie d ellacqua provengono da sotterranei venti
che sbocchino nel lago senza che n ellam biente spiri un minimo
vento, se pur non fossero m oti causati da sbocchi im provvisi
d ellacque sorgenti sotterranee dentro del lago, che per al dire
de pescatori non alzano punto il livello dellacqua del lago, ma
solo predicono m utazioni gagliarde dei tem pi. 3

1 Anche il moto di accrescimento e di diminuzione delle acque del lago,


per le piogge, il liquefarsi delle nevi ecc., poich il rapporto fra queste
acque e la mole acquea del lago tenue, di poco momento.
2 Venti e caldo sono le cause prime di ogni moto.
3 Forse qui nelle parole vaghe del M arsili qualcuno potrebbe vedere
un accenno a quei moti, presenti anche nel Benaco, di carattere perma
nente e ritmico, che si chiamano sesse. E questo sospettiamo, perch il
Marsili, che attribuisce tali moti a soffi daria sotterranei, dice che
essi predicono mutazioni di tempo e sono improvvise, il che proprio
dello sesse.

78

LUIGI FERDINANDO MARSILI

I raggi del sole cocenti, ho dim ostrato, che pur essi cagio
nano m oto in poca profondit dellacqua superiore, che da quelli
rarefatta si alleggerisce di peso, come ho detto n ellesame d ella
natura di essa, e questa istessa rarefazione per mezzo del sole
causa il moto che p iglia un corso di corrente verso di quella
parte, che ritrova nella parte superiore dellacqua qualche spe
cie di d e c liv io .1
S e la m ia dim ora fosse sta ta pi longa alle rive di questo
lago, per certo avrei sopra d i questo fa tto m oltissim e osserva
zioni per potere forse prendere qualche lum e da spiegare la
corrente del mare, che in m olta p rofondit attorno dello sco
g lio di C asidagno 2 in faccia di Cassi, territorio d i M arsilia, si
gira secondo il moto del sole, dove i raggi del medesimo non
possono penetrare a quellacque profonde che con ugual giro
d el sole corrono, come siegue nelle superficiali del lago. In que
sto sito dentro del mare ta li correnti si distinguono pescando il
corallo che vegeta in esso scoglio, che si pu appunto fare nei
m esi di lu glio e dagosto.
T ali osservazioni, che non hanno la corrispondenza daltre
in siti diversi, e nelle stesse stagioni, non lasciano altro luogo
che di riferire l osservato. A bbiansi i posteri il ratiocinio col
fondam ento delle considerabili corrispondenti osservazioni.
I m oti superiori nel lago causati da d escritti diversi venti
m etodicam ente obbligano a diverse profondit a ltri contram oti,
che con pi celerit in esso si osservano per la di lui piccola
esten sion e in lunghezza e larghezza. U n ta le inalterabile sistem a
un ito a lla ltra osservazione che quando vi calm a perfetta nel

1 II sole, per levaporazione, determina movimenti : le acque evapo


rate, lasciando un vuoto, determinano movimenti verso il punto di mag
giore evaporazione.
2 Sorge proprio a S. di Cassis, il tranquillo rifugio della Provenza
dove tanto impar il M arsili dei segreti del mare.
Se si fosse trattenuto pift su l Garda, forse avrebbe trovato argo
menti per spiegare un fenomeno notato a Cassis di una corrente che si
muoveva nel senso del sole, profonda e quindi tale da non accogliere gli
effetti del calore solare. Invece nel Benaco il movimento secondo il sole
di acque superficiali, quindi meglio spiegabile.

IL LAGO DI GARDA

79

lago, egualm ente anche tu tte quelle correnti solite contro del
moto de venti non vi sono, perch cessati li venti, causa de moti
superficiali, anche g li airi di sotto in 24 o 30 ore cessano, e
tu tta la m ole dellacqua del lago si m ette in perfetta quiete, e
tran q u illit, alla riserva di una di quelle descritte estraordinarie
e rare e brevi correnti di sotto, che predicono m utazioni d i tem
po ; 1 c insegna che l acqua di questo lago ha il suo stabile e
naturale livello corrispondente a lla m ole acquea conservata
nelle viscere de m onti e terre circonvicine, come l intero m are respettivam ente a tu tta la m ole terrea del mondo. N el mare con
m aggior forza e per lunghissim e estensioni soffiano come nel lago
i venti, che cacciano a lla parte opposta le acque e senza la resti
tuzione a siti da dove partirono, si farebbono som m ersioni e non
vi sarebbe m ai l indispensab ile livello rim esso da questo contra
moto. 2 Losservazione m ia d ella contracorrente inferiore a lla su
periore del Bosforo Tracio sarebbe forse con questa osservazione
del lago spiegata m eglio che con quella che in tenera et stam pai
e che rende probabile forse che dentro dello stretto di G ibil
terra sia un egual contram oto di sotto a lloceano, che ivi tenga
il necessario livello con la restituzione di quelle acque, che per
di sopra vanno al M editerraneo. 8
Qui non sar soverchio accennare che questi m oti causati da
venti nelle parti superiori de m ari e la dim ostrata necessit
1 Se i venti non determinano moti superficiali, le parti profonde, ces
sati gli effetti dei moti superficiali (e gli effetti durano poche ore), si
tranquillano, ed il lago diventa placido specchio. Solo persistono brevi
e rare e straordinarie correnti subacquee che denunziano mutamenti di
tempo. (Si veda il Malfer nei paragrafi V ariazioni di livello e C orrenti,
op. c., pp. 66-71).
2 Se nel mare il che deve verificarsi anche nei laghi __ non avve
nissero i contramoti che restituiscono ad una parte le acque portate dai
venti altrove, allora avverrebbero sommersioni e si turberebbe il natu
rale livello.
3 E osservato il fenomeno, ma non data la causa esatta. Sul Bo
sforo Tracio lopera stam pata fin dal 1681; sullo stretto di Gibilterra
si veda la mia pubblicazione Intorno alla lettera al Boerhaave in buona
parte pubblicata (Annuario del R. Liceo Scientifico A. R ighi - Bolo
gna, 1929-30).

80

LITIGI FERDINANDO MARSILI

de m oti sotto acqua contrari a quelli, incontrandosi assieme,


forse contribuiscano la loro parte a flussi e riflussi di ta n ti
m ari, e dove qu esti sono; e perci sarebbe giusto il non a ttr i
buir solam ente questi flussi e riflussi alla luna, ma riflettere
anco a g li effetti del sole per la continua attrazione che fa dellacque; e se bene con le particolari m ie osservazioni confron
ta te con quelle di altri, potessi dire non poco, vedendo che ve
ne m ancano tan te altre riservate a posteri eruditi ed a sovrani
am anti delle scienze, conviene a q uelli rim ettere quanto noi non
siam o capaci con ta li ca p ita li di d ir e .1

1 Non solo all'attrazione lunare, ma anche alla solare si devono i moti


di flusso e di riflusso (si veda il cenno storico di G. B. Darwin premesso
a La Marca , pp. 62-73, in cui non c un cenno al Marsili.

PARTE SECONDA 1

P asso alle notizie che compongono la seconda parte di que


sta nostra dissertazione; queste riguardano a dar conto della
vegetazione delle piante che si trovano dentro del lago ed a t
torno di esso in certi siti paludosi. D i quelle che sono gi chia
ram ente state espresse non pongo le figure ma solam ente di
quelle che non paiono secondo lopinione de B otanici descritte.
A ccenno in essa i viventi che sono in questo lago medesimo e
siccome sono quasi tu tti sta ti d escritti da a ltri mi baster di ac
cennarli co nom i d a ti loro dagli autori senza impegno di figure
fuorch un processo d ella sarda, fuori del carpione maschio e
fem m ina che si pretende un pesce particolare di questo lago e
v i pure unita la di lu i notom ia con pi esatte figure. Mi esten
do sopra de m oti di questi che nella non tanto grande ampiezza
del lago sono diversi, nelle diverse stagion i per cagione de pa
sco li e di collocare in s iti propri le ova per la loro m oltiplica
zione su cui sono stato d iligen te, per vedere se in questo lago
sia la corrispondenza collordine che i P esci osservano dentro
del mare. La pesca del carpione come d ella trota ch assai in
du striosa nel lago, mi ha pure obbligato a far figure.
CAPITOLO PRIMO

Delle piante che si trovano In questo la^o.2


N e llalveo di questo lago, siccom e in quello di tu tti li mari si
osserva, sono alcune piante ma di una m olle sostanza l dove
1
Le note riguardanti questa seconda parte sono state redatte dallil
lustre prof. Achille Forti di Verona, al quale il Comitato Marsiliano
vuole esprimere tutta la sua riconoscenza.
8 1 dati sistem atici che riguardano le piante fanerogame

fi

sono

per la

82

LUIGI FERDINANDO MARSILI

quelle del m are sono di sostanza pi aspra e pietrosa. Con di


ligenza e fatica de pescatori, per mezzo di reti e daltre ma
niere procurai far estrar le m edesim e giacch sono a diversi
gradi di profondit radicate so ttacqua, non comparendone so
pra che in certi siti alle rive, dove le acque per ragione di certe
sin u osit fa tte d a lle sponde, divengono a guisa di piccole pa
ludi, producendo ancora piante com uni a queste, cio a dire la
sa gittaria, la persicaria, la piantaggine acquatica, m oltissim e
canne 1 ne siti p iani alle sponde del lago n otati appunto nella
m appa di lui. D i queste non fui sollecito, come d i quelle dentro
del vivo del lago, le quali pi esattam ente osservai per rintrac
ciare o la diversit o la corrispondenza con quelle dentro del
mare, atteso l eccessivo freddo d escritto nel tempo appunto
proprio per la vegetazione delle p iante nel lago. D i fatto per
tu tto il lago la vegetazione delle piante, che da basso dir non
passa la profondit di 18 passi, a riserva di una certa specie di
spongia d etta d a pescatori panata 2 che cresce fino a 45, 50 e 55

massim a parte basati sullopera : Le Piante Fanerogame d ellAgro Ve


ronese (1896-1900) - Censimento del Dott. A. Goiran - E stratto della
Monografia Statistico Economica su Verona del Sen. C.te Sormani M oretti.
1 R ispettivam ente : S ag itta ria sagittaejolic, L. (Goir. I p. 102).
Polygonum P ersicaria L. (Goir. I pag. 235) sebbene sar probabil
m ente piuttosto Polyg. lapathifolium o P. H ydropiper L. erbe di sponda
assai pi frequenti.
Alterna Plantago L. - Per questultima il nome del M arsilii corrisponde
meglio al volgare Piantazeno dacqua che non al nome italiano Me
stola, Mestolacoia (Goir. I p. 101).
Meno agevole stabilire se queste canne siano da attribuirsi tutte
a Phragm-ites communis Trin. pure essendo la relativa formazione este
sissim a specialmente sulla sponda meridionale assai poco declive perch
pu intendersi per Canna anche il giunco di stuoje Juncolo Scirpus
lacu stris L. gi noto al Segujer, delle sponde del Garda con la relativa
form azione esterna alla precedente della P h ragm ites e chiamata appunto
Scirpetum ; (Goir. I pag. 79).
2 Non agevole indicare con un nome specifico questa spongia
espressivam ente chiam ata panata dai pescatori anche al tempo del
Nostro. Certo si che tale denominazione di Spongia pu aver avuto
ragione dalle forme di molti spongiari dacqua dolce soliti a trovarsi sulle
canne litorali del Benaco fino ad oltre la zona di vegetazione e che di

IL LAGO DI GARDA

83

passi. D alla profondit minore a cui cresce una specie di erba


fino a lla m aggiore ch quella d ella predetta spongia ciascuna
di questerbe tiene quasi inalterabilm ente quella profondit pi
congrua alla natura di l e i 1 a causa de diversi gradi (punto noi

primo acchito possono non agevolmente distinguersi da quello che Adriano


Garbini (Prim i M ateriali per una Monogr. limnologica del L. di G. : Atti
Acc. Agr. Ver. 1893 p. 12 dellestr.) disse Feltro organico da fefltre organique appellativo usato dai naturalisti ginevrini. E gli soggiunge che
tale strato spugnoso-melmoso viscido ricopre tu tti i corpi sommersi, non
escluse le piante stesse, anche se oltre una certa profondit questultime
non vi saranno che in fram menti trasportati dallonda.
Il
fatto s i che tale feltro come il Garbini dice costituito di Diatomee,
Desm idiee e Palmellace, cui si potrebbe soggiungere di Missoficee, Batteridi fra cui si annidano un cumulo di animali microscopici o appena
visibili risale a rivestire anche tutti gli oggetti sommersi negli strati su
periori fino alla riva quasi al cui lim ite, forma una zona bistro-giallastra
trasparente nei punti ove manca la vegetazione maggiore. Del resto ancor
al presente il Malfer trov lespressione p an per dire spongille. Vedi
perci le note successive.
1 Questo della distribuzione della vegetazione delle rive secondo zone
ben delim itate dalla profondit specie per specie o in piccole associa
zioni un fenomeno ben accertato da quando gli studi limnobiologici eb
bero uno sviluppo razionale. Uno dei primi studi in proposito venne dato
da Ani. Magniti ( La vgtation des Lacs du Jura , Paris, Klincksieck
1904), opera che reca in fondo delle considerazioni generali sulla vege
tazione lacustre. Da noi, vari bacini vennero presi in considerazione
sotto questo criterio da vari autori, tra i primi da Olinto Marinelli, da
Arrigo Lorenzi, da Forti e Trotter e da altri molti, ma per il Benaeo in
particolare manca ancora una carta o meglio la carta di quei tratti
di lago in cui sarebbe stato utile il tracciamento delle associazioni bota
niche partitamente sia considerando le zone sommerse sia considerando
quelle che lo sono temporaneamente o le immediatamente lim itrofe
che dal lago ritraggono un particolare carattere. Il Garbini nei suoi
saggi di parecchi anni prima, che a suo tempo ebbero valore di pri
mizia, tuttora utilissim i, non fece mai della cartografia : il Malfer pur
avendone fatta di preziosa sopratutto dal lato ittiologico anche per lo
studio dei vernacoli non cur minutamente la carta geografico-botanica nei suoi particolari. Mirabile lintuito del M arsilii della distribu
zione zonale della vegetazione neritica che occorre venire fino ai tempi
recenti per vederla riprendere in considerazione razionalmente ossia ele
mento per elemento.

84

LUIGI FERDINANDO MARSILI

dabito) d i m aggiore o di m inor freddo, siccom e ander d istin


guendo sotto i nom i p raticati nelle m edesime da pescatori e da
botanici, giach di queste m andai scheletri a lleruditissim o pro
fessore n ella U n iversit di Padova G iulio Ponteder che sopra
delle m edesim e m i scrisse una elegantissim a lettera latina, ed
al professore sim ilm ente B otanico n ellU niversit di Bologna
G iuseppe M onti, da cui nebbi una copiosa contezza, e s dell una come d ellaltra inform azione m i prevarr per la denomi
nazione delle m edesim e piante e riflessioni a llistesse.
Lerbe dunque dentro del lago, che a pescatori riuscito
farm i vedere co llasserto di non averne trovate m ai altre in esso
in tu tto il corso dell et loro son undici. Il primo luogo nno
quelle le cui vegetazioni sono pi vicine alla superficie e succes
sivam ente seguono quelle altre che a poco a poco si van da que
sta scostando.
La prim a cresce nel lago a ll altezza di p assi uno ed ha
il nom e di H y p p u ris a qu atica fe tid a p o ly span n a, giu sta la de
finizione del Pontedera che chiam olla in tal forma, cos ri
chiedendo i fiori e fru tti di essa, laddove da Casp. Bacchili
chiam ata E qu isetu m fetid u m sui) aqua repens. I l V aillan t la
ripone fra le sue erbe dette Chare e lin tito la Chara vu lgaris fe
tid a ex A ctis Reg. Ac. Par. anni 1719 sed editis anno 1 7 2 1 .1

1
Non possibile dare indicazione esatta di quanto possono ritenersi
certe piante che possono tuttora venir attribuite alle Caraeee.
Siamo nellepoca in cui taluni autori, come nel caso presente lo Zannichelli o il Pontedera, seguivano ancora la denominazione polinomia,
altri invece, come il Vaillant, la binomia. Come si sa spesso litigioso il
riconoscimento specifico di queste crittogame e non poche volte non si
potr esporne una identificazione se non in base alla uguaglianza degli
epiteti specifici se conservati nella specie come oggi intesa : Qui dunque
1 Hyppuris aquatica fetida, polysperma, cosidetta dallo Zannichelli
con probabilit corrisponder a Chara foetida A. Br. oggi unificata con
Chara vulgaris Linn. Gli addotti sinonimi di C. Bauhin e del Vaillant
sono tenuti tuttora per tali.
Ch. vulgaris venne gi notata per il Benaco dal Garbini (op. cit. p. 11)
per la spiaggia sommersa, certo compresa in quella formazione che il

IL LAGO DI GARDA

85

La seconda cresce alla profondit di passi uno e mezzo da


pescatori detta Oazol, da B otanici P o ta m ogeton ro tu n d i folium alterim i Fior. Prus. 2 0 5 .1
La terza cresce alla profondit sim ilm ente di un passo e
mezzo ed ha nome da pescatori Gazol G entile, da B otan ici Miriophillum aquaticum pennatum e t spicatu m secondo lopinione

Malfer (op. cit. p. 48-49) dice Erba setila come la chiamano i pe


scatori.
Col nome di H yppuris A quatica fetid a polysperm a potrebbe peraltro
sorgere il dubbio che non si trattasse deW'Hyppuri vulvaria L. cui se
condo il Pollini che la raffigura (FI. Ver. I (1882) tab. II) spetterebbe il
sinonimo comunissima da Malcesine a Peschiera, nei piccoli porti
come la trov il Goiran (II p. 448). La polispermia per altro pi della
Chara. Ogni dubbio peraltro pu cadere confrontando la figura del
Bauhin (Prodr. I p. 25) che rappresenta senza dubbio allevidenza una
Cliara in piena fruttificazione. Anche il Segujer (PI. Ver. I (1745) p. 102)
ne fa menzione seguendo passo passo quanto dice il Pontedera e cosi si
arriva a ritener questo vegetale a preferenza una Chara piuttosto che
un 'Hippuris.
I II nome di Gazl usato normalmente per tutti i Potamogetoni. Il Potam ogeton rotundifolium alterum quasi senza dubbio da ri
tenersi il P. perf oliata L. ; la specie pi lacustre e pure la pi comune
nel Lago di Garda, nota fino dal tempo del Segujer (Cfr. Goir. Cens. 1
p. 95) indicata pure dal Garbini (Op. cit. p. 11) come trovato su la spiaggi sommersa e dal Malfer (Op. Cit. p. 51 con fig.) che anche lo dice Ga
zol o Gazoi .
II riferim ento che fa il citato C. Bauhin (Pinax, V, sect. VI, pag. 193)
alla sola figura di questo genere che ne d il M attioli (TTisc. Diose.
(Valgr. 1581) libro IV, p. 719) ove le foglie sono lungamente picciolate
ed evidentissim e le lunghe brattee lanceolate allascella delle spighe, in
dicherebbe palesem ente invece che si tratta del Potam ogeton natans L.
pure assai frequente nel Benaco e variabilissimo. Tal pianta sarebbe po'
polarmente chiamata Lengue, C resse, L eto dei roschi (vedi Goir.
oip. cit., p. 94).
Del resto la poca sicurezza che si ha nello identificare questo P. rotundifolium con P. perfoliatum L. dai riferimenti Marsiliani convalidati
dal Pontedera traspare da quanto dice il Segujer (PI. Ver., I, p. 405): D e
Potam ogitone rotundifoUo altero Loesel. FI. Pruss. 205 num. 65. Quod
olim Marsilius in Lacu Benacensi legit et cuius meminit Jul. Pontedera
e in epistola ad eumdem, vix habeo quid dicam, cum mihi nequaquam
occurrerit .

86

LUIGI FERDINANDO MARSILI

del Pontedera che lha riposta in un nuovo g e n e r e .1 II Turnefort


la colloca fra i P otam ogeti descrivendola P otam ogeton folu s
p in n a tis In st. Re. Herb. I l V a illa n t dell istessa opinione del
Pontedera.
La quarta cresce alla profondit di due p assi volgarmente
appellasi ca rtellin a appresso il Turnefort. S i chiama alga flu
vm U s gram inea longissim o folio. In st. Re. herb. 569. I l M onti
mi scrive che il M icheli ha veduto i fiori ed i sem i di questa che
m ostrer n ella Tav. dove ha figurato due piante sim ili col nome
di va llisn eria e va llisn ero id e e la descrive V allisn eroides vulgare ita licu m . La quinta cresce alla profondit di due passi ed una gaaola
d altra specie, che i B o ta n ici nom inano M yrioph yllu m Mwratrip h y llu m p a lu stre alteru m . Lob. Icon. 790. Ma il Pontedera
ha dubbio se questa sia di ta l sorte, non avendo veduto i fiori
ed i fru tti d ella medesima. I l M onti cita in questerba listesso
autore e dice in oltre che di ta l pianta conosciuta dagli antichi
1 Anche il Segujer (PI. veron., I, p. 403, vedi Gor. II, pag. 448)
chiama questa pianta come il Tournefort Potam ogiton folu s pinnatis
sinonimo di M yriophyllum spicatum L. nome adottato dal Pontedera e dal
V aillant. Non si tratta dunque di un Potamogetone ma bens di un ge
nere di piante affatto diverso appartenente alla fam iglia delle Halorragidacee. E comunissimo lungo tutta la riviera del lago come riportato
attualm ente dal Goiran stesso e dal M alfer (op. cit., p. 52). Il Garbini
(op. cit., p. 11) parla di M. pettinatura, una variet del congenere, assai
affine : Myr. verticillatu m che vive promiscuo e spesso non facile a di
stinguersi ; lo dice abitare sulla spiaggia sommersa. Il nome vernacolo di
Gazl sembra abbandonato quantunque venga usato per le piante di
pil differente natura (p. es. per le piante di Iris, Xph ion, H erm odactylus
etc. in causa delle foglie gladiate). Oggi M yrioph, spicatum vien detto
Erba grata confuso probabilmente con certe piante di N ajas che
sono orticanti. Strano che non accenni, o per lui il Pontedera, alla, se
non bella, dim ostrativa figura data da C. Bauliin a pag. 73 Lib. IV del
Prodromus sotto il uome di M illefolium aquaticum pennatum spicatum .
2 Si tratta certamente di Vallisneria spiralis L., ancor oggi detta
A lega, Erba cortelina (Goir. I, p. 103; Malfer, p. 51). Il Garbini la
dice vegetare su quella che chiama sp iaggia som m ersa (p. 11).
E nota fin dal tempo del Segujer (PI. Ver., voi. I, pag. 250) che
scrive: ....d e Alga fluviatili quam Vallisneroidem Michelius vocat.... .

IL LAGO DI GARDA

87

scrittori il prefato M icheli ha costitu ito un genere nuovo col


nome di B uccaferrea. 1
La sesta cresce a llaltezza di passi sei. Chiam asi Clutra m m or
subcinericea, frq g ilis, dal V a illa n t Act, Reg. Par. Ac. 1719. Il
Morison la chiam a E qu isetu m fra g ile m aius subcm ericeum
aqu is im m erm m . Questa pianta cresce ancora alla profondit
di passi quattordici e mezzo.
La settim a cresce alla profondit di passi 17 V? chiamata
scola. 2 Sopra questa il Pontedera mi scrive cos : de illa quam

1 II gen. Buccaferrea stabilito dal Micheli nel 1729 (Vedi Pfeiffer,


Nomencl. Botan., I, 1, pag. 486; Bertol, FI. Italica, II, p. 239) sinonimo
di Ruppa che non si conosce per il Benaco ed pianta del tuto alicola.
Questo M yriophyllum difficile a interpretarsi ; forse per la presunta
som iglianza con la R uppia potr essere la Zannehellia palustri& pi fre
quente nelle acque correnti ma che Invade anche quelle del lago. Ma non
che una presunzione questa, presunzione per avvalorata dal fatto che
anche il Garbini la dice nota del Benaco (op. cit., p. 11) e trovata sulla
spiaggia sommergibile. La circonlocuzione Myriophyllum marathriphyllon palustre alterum ubi flores om ittuntur nec capitula recte exprimuntur del Lobel pu benissimo essere approipriata a descrivere Zannicliellia palu stris quando si consideri che, a pag. 141 (Lib. IV, sect. III)
del Pinax, C. Bauhin, sotto il capoverso : V II. Millefolium aquat. foljis
foeniculi ranunculi flore et capitulo elenca la descrizione di Lobelio
erroneamente, non concordando la forma del fiore. Grossolanamente pu
ritenersi confermata la somiglianza nella forma delle foglie con le sot
tili lacinie nellun caso e nellaltro.
2 E presumibile che questo nome vada pronunziato sc-ola (veron.
scovola , piccola scopa). E assolutam ente impossibile identificare la
pianta perch la sua fragilit farebbe supporre che in verit ci trovas
simo di fronte a una Caracea come ce ne sono molte nel lago ( Chara
tom entosa L., la G rossa) ed altre pi sottili per lo pi sterili (la
Setila ) come vide il Malfer appunto a questa profondit da sei a
diciotto passi. Oggi ancora, secondo lo stesso, con tali nomi popolari si
indicano i componenti della zona dell Erba , pasto dei pesci erbivori
e spesso luogo di frega.
Ma la presenza di radici lungo il fusto che induce il Marsili alla de
nominazione di repens lascia in dubbio che non si tratti di una fa
nerogama, forse di unHippuris che col disseccamento talvolta diviene
brano da verde. Anche le Oliare per altro sogliono cambiar colore e il

88

LUIGI FERDINANDO MARSILI

ab iu colis scola appellari m ones duodeviginti saepe pedes a


n a ta li sede protensam , scribam , cuius piane mentionem, ut
m ea est memoria, apud probatos scriptores nullam legisse
fateor, ideoque c u i generi s it adiicienda, hand facile compertum habeo. Quod enim in tabulato caule semen in ven isti; si
fi ores aut quid item eodem ordine ferait, non dubito, quin
ea in novum genus sit recipienda. H uic, generis cognatione
illa, quae apud Joannem Rayum d icitu r alga m arina gram inea an gu stifolia, sem inifera m arosior, quam proxim a videtur. Locum porro qui apud hunc auctorem , cui supplementum titu lu s apponitur, extat 16, totum subiciam . U lnas duas
lon gitud ine aequat vel etiam superai, cauliculo tenui compresso,
gen iculato et ad genicula fo liis cincto, ramoso ram ulis a foliorum sinibus exeuntibus. F o lia angusta sunt vix semunciam lata,

paragone con altri vegetali scoperti nel B altico dal Boerhave, forse dalla
Chara baltica Bruzel., starebbe a dimostrarlo.
Nessun criterio pu ottenersi dallaver osservato la pianta con o senza
fruttificazioni avvenendo tutto questo sia nelle Citare quanto nelle H ip
puris.
Un fortissim o criterio per appigliarsi a l ultimo partito che non
possa cio trattarsi di una Chara rimarrebbe considerando la figura che
ne diede il Segujer (PI. Veron., t. I, p. 103, t. II) che certamente va rife
rita a H ippuris vulgaris L. sterile sia per il portamento della pianta,
sia per la presenza delle radici ad ogni articolo del rizoma prova evi
dente del suo carattere di Fanerogama. A questo proposito anzi il Goiran
che dice H. vu lgaris frequentissim a nel lago e in tutto il Veronese vi
avrebbe attribuito a questa specie del V aillant ambedue le H ippuris de
scritte dal Segujer.
Ma per laltra va fatta riserva come s detto nella nota che tratta
della prima delle specie del Marsili. Non basta : vi dovette attribuire la
pianta descritta sotto il genere Limnopeuce dal Segujer medesimo (suppl.
Tom. I l i , pag. 64) Hum ilis quaedam pianta in fundo lacus Benacensis
proveniens , nome che questo autore sostituisce a quello imposto alla
figura AeWHipp. subcinerea. Bim ane ehe il Segujer per non fa men
zione del nome di scola.
Non da escludersi infine che al Marsili sia potuto sembrare una
sola pianta un groviglio di Caraeee e di H ippuris che sono concrescenti;
a questo farebbe pensare leccessiva fragilit quando siffatte piante erano
disseccate.

IL LAGO DI GARDA

89

longitudine interdum sem ipedali plerumque breviore. Quae ver


sus summos caules sunt velut pediculo cuidam insident, ima
parte a pediculo ad duas tresve uncias, intus cava sen fistulosa
supina superficie quousque cavitas extenditur in angulum as
surgente. Cavitas haec velut theca quaedam foliorum alterum e
pediculo nascens et facile exem ptile in tu s continet, cui adnascuntur brevissim is pediculis duplici ordine fo llicu li deorsum
dependentes, quorum unusquisque semen in tu s continet unicum,
teres, oblongum, ceruleo vivide. Cum semen m aturuit cavitas
seu theca modo dieta secundum angulum per longum dehiscit
singulique fo llicu li sponte aperiuntur et semen effundunt. H anc
plantam accuratius describere placuit, quoniam a nemine ante
hac quantum noverim hic sem ina producendi modus vel in hac
vel in alia quavis specie pianta e m arinae vel descriptus vel observatus fu it. C uius inventi lau s Dalgo nostro debetur . Il Monti
scrive anchegli stare in dubbio di questa pianta e non poterne
dire cosa sicura e la ragione essere, perch vedendo questa sec
cata non ha potuto d istinguere qual forma abbia quando
fresca ; poich quando volle dividerla tu tta si stritol ; con
tu tto ci aver cercato ed essergli riuscito separare alcuni rami
che pare abbiano foglie verticillate, come gli equiseti, lo che
se fosse non potrebbe dirsi n m uscus, n conferva, n fucus
come potrebbe, se fosse tu tta piana e portasse i sem i nella so
stanza d ella foglia. Cosi egli. E certam ente questa seola sog
getta, come le altre nom inate piante, a pena fuori dellacqua
a cam biare il color verde in un chiaro cenerino, ed a ridursi
friabile, come polvere a differenza delle piante marine, che
svelte dal mare rim angono consisten ti, anzi quasi polpose, per
ch g li u tricoli loro son riem piuti di un nutrim ento salino
bitum inoso, che tiene le loro parti ben conservate ed unite l
dove queste del lago sono com poste d i utricoli pi dilatati
rip ien i d acqua di sostanza leggiera e fluida che arrivando nel
lam biente resta d allaria e dal sole subito attratta e gli utri
coli n o ti ad un m inim o tratto si riducono in polvere. Io per
me stim o bene il chiam are questa seola Fucus lacu stris repens
colore v ir id i obscuro. E lla pare una sorta nuova di pianta, come
ognun vedr dalla tavola dov posta la sua figura, che ha un

90

LUIGI FERDINANDO MARSILI

piede dal quale nasce il fu sto prim ario sottile come seta che
con a ltri filam enti diram asi senza una m inima foglia, i quali
nei tubi hanno grani di sem i uno appresso dellaltro nella forma
non d issim ile dal B alth eu m m a ris b a lth ic i e si come a quella
p ianta danno i B o ta n ici nome d i fuco, pensasi che fosse bene
il chiam are fuco anche questa.
A lid i del m are batavo, ed in specie nellisole di Tessei,
trovai fra le m olte specie di fuchi quella del m entovato B a i
theum ma/ris altM ci, come ho d etto n ell ultim a dissertazione
a Boerhaave, ed ebbi m olti indizi Che ne siti de sem i fossero
fiori v isib ili, quando di fresco il mare gli gettava. H o com
m esso nel m edesimo lago pi diligenza per osservare quei fiori
che non ho veduti fin ora. Q uesti semi, come sono nella figura
rappresentati, g li trovai ne m esi dagosto e di settembre, ma
inoltran dosi la stagione a llautunno vidi le seole senza alcuno
di questi, perch g li avevano probabilm ente g e tta ti nella so
stanza lotosa. H o chiam ata questa p ian ta repens, perch per
tu tto il tratto d ellestensione dessa, ho ritrovate piccole radici
che g li danno, dal lato dove sono, lalim ento serpeggiando per
esso.
Lottava fu ritrovata sopraequa fiorita in un seno di isola
il d 19 settem bre 1724. Q uesta chiam asi R am m cu loides foenicu li fo lio longiore. V a ili, nov. gen. in A ct. Reg. Acc. P aris,
anni 1719, edit. B at. 49. R an un cu lu s aqu aticu s a ltu s flu itan s
P eucedani folii. H. L. B. 514 Tav. 291 M illefolium aqm tticum
fol. fen icu li R anu ncu li flore e t cfppitulo C. B. P in. 1 4 1 .1

1
T rattasi quasi senza dubbio del Ranunculus trichophyllus Chaix, il
pi comune dei congeneri anfibii appartenenti alla Sezione Batrachum
lungo tutta la sponda del Lago di Garda (Goir., II, p. 14).
Ora ritenuto una semplice variet del R . aquatilis L. di cui non
presenta giam mai leterofillia specificata per la stazione terrestre e ac
quatica come il tipo. Il Garbini in fatti (op. cit., p. 10-11) cita ambedue le
forme e anche quella di R. D rou etti (F. Sch.) Rouy, ora ritenuta variet
di R. trichophyllus non ancor segnata nella flora italiana e neppur vero
nese ove sar da riconfermarsi (Cfr. Rouy Consp. FI. de France, Paris
1927, p. 5). Unultima prova che si tratti di R anunculus trichophyllus
Chaix si il riferim ento che il M arsilii fa di questa pianta a Millefo-

IL LAGO DI GARDA

91

La n o n a 1 chiam asi G ram en aquatcum flu itan s irw ltip lir


spica, siccom e scrive Casp. Banh. nel libro in tito la to Finax.
La decima P ota m o g eto n fo liis c risp is sive lactu ca ranarum
C. B. P in . 1 9 3 .2
L undecim a una spongia 3 d etta da pescatori Panata che a
Unni aquatcum, fot. feniculi RanuncuU flore et capitulo del Pinax a
pag. 141 quando lo stesso Bauhin nel Prodr., L. IV, p. 141, raffigura m i
rabilmente il M illefolium aquatcum cornutum che per la lunghezza del
picciuolo non pu essere che laffine R. foeniculaceus Gilib. pur noto nel
Benaco (Goir., II, p. 14).
1 Lincertezza nella citazione del Bauhin concorda con la poco esatta
trascrizione del nome e con la mancata indicazione della figura o, come
nelle presenti osservazioni suol fare il M arsili, della pagina del Pinax.
Si trova dunque un Gramen aquatcum stto un paragrafo intitolato
Gramen junceum et spicatum posto come sinonimo di G. junceuni folio
a rticolato aquatcum (cfr. Bauh. Pinax (B asileae, Regis, 1671) Lib. I,
sect. 1, p. 5 et Prodr. Life. I, p. 12 c. ic). Fuori di dubbio dunque che deve
trattarsi di un Juncus e, per la disposizione dei rami dellinfiorescenza,
dello </. a rticu latu s L. che a detta del Goiran, che non ne cita che la
forma J. lam prooarpus Ehrh, la specie pi comune sulle rive del B e
naco (op. cit., I, p. I l i ) di tutte queste piante.
2
Questa specie esattam ente riferita dal Marsili al Pinax, p. 193
(Lib. V, Sez. VI) trovasi pure descritta dal Segujer (PI. Ver., Tomo I,
pag. 405) conservandovi lo strambo epiteto di Lactuca ranarum che
non risponde a verit non essendo le rane che insettivore. Malgrado che
l'attribuzione di crispus faccia poi venir in mente il Potam ogeton crispus L., il Pollini ritiene che invece si tratti del P. densa L. dalle foglie
opposte (FI. Ver., I, p. 188). Secondo il Goiran (I, p. 96) sarebbe stato
segnalato fino dal tempo di Francesco Fontana. Certo che pur essendo
nel lago qua e l frequente, non lo diviene come nei fossati, nelle paludi
e nelle resorgive di pianura.
3
II Garbini (Fauna Veronese, in Monogr. Stat. Ec. etc. (II) p. 292,
col. II) pur nominando i m anoscritti del M arsili conservati alla B i
blioteca dellistitu to di Bologna non deve averli dovuti consultare per
ch non ne fa poi ulteriore cenno nel pregevolissimo suo studio premen
zionato e neanche a proposito dei Carpioni dove il nostro Marsili, come
sar detto pi oltre, gi al suo tempo aveva attinto notizie certe sulla
biologia di quel pesce. Tutte notizie degne di trovarsi tra gli studi pi
recenti e che in gran parte aveva desunto dalla testimonianza dei pesca
tori. Ma il Garbini non dice del Marsili neppure nei lavori precedenti
alla Fauna veronese (vedi: Primi Mater. (1893) pag. 26, 52, 59 etc. Contrib. allo studio delle Spongille italiane, Voi. LXX ser. I l i delle Mem.

92

LUIGI FERDINANDO MARSILI

differenza di tu tte le altre erbe non sola vegeta in m aggior pro


fon d it senza d istinzione di radiche, come le sponge appunto
m arine, ma cresce sopra diversi corpi come ossa, conche, legni
ed anche nel puro loto, e ci m eglio vedasi nella tav. 15. La
com m unicai col signor Pontedera e n ebbi questa risposta. Re
s ta i spongia quam recte inter spongias nomen sedemque obtinere censeo, nani quod fra g ilis sit et fragile inter digitos friabilis, ea fortasse est fluviatilium plantarum natura. Quave et

Acc. dAgric. A. e Comm. di Verona (1894); Appunti per una limnobiotica


italiana, I, Protozoa Porifera e Coelenterata nel Veronese, Zoologischer
Anzeiger (n. 454, 1894).
N ello studio pili esteso (Contrib., p. 3) fa la letteratura relativa ai
ritrovam enti nel veronese; nomina la Spongia flu viatilis trovata dal Lanfossi nei laghi di Mantova fino dal 1825 che evidentemente va ritenuta
la specie fluviale. Se per altro il M'arsili sotto codesto appellativo di
spongia aveva potuto alludere al feltro organico o, come sar
ripetuto pi innanzi, ad un complesso di viventi della pi eterogenea na
tura, secondo il luogo dove veniva raccolto, per lundecima pianta e col
nome di spongia lacustris subrubra friabilis sottoponeva al Pontedera
indubbiamente delle Spugne dacqua dolce e probabilmente pi duna
specie, la fragilit essendo bens un carattere comune a parecchi di tali
organismi ma non cosi laspetto ramificato della spugna ramosissima
come la vide il Plukenett citato dal Pontedera. Questa forma ramificata
ancora al presente considerata come carattere distintivo della Spongilla lacu stris (L.) Lieb. (Cfr. W eltner in Brauer Die Suesswasserfauna
Deutschlands, H ft. 19 (1909) p. 181). - Sp. lacu stris fino al 1893 era rite
nuto unico ospite del Benaco : dal 1881 vi era stata notata da Pietro
Pavesi, non altrim enti che nel Verbano, e si poteva supporre che le specie
fluviatili non penetrassero nel lago. Ma la Sp. lacustris fu scoperta esi
stere anche nel Tartaro e non soltanto allora il Garbini pot giungere
allaffermazione non esservi vera lim itazione nelle aree geografiche invase
da luna o da laltra specie ma scoprte soprattutto presso limbocco
del Mincio E ph idatia flu via tilis anche nel Garda, e questo senza con
tare altre specie pi rare di Poriferi (Zoolog. Anzeig. 1897, n. 547, Fauna,
pg. 291) ed E pliidatia M uclleri Liebk. propria del Tartaro. Tutto questo
per dimostrare come non fosse stato difficile che anche il Marsilii non
avesse avuto presenti nella pan ata pi serie di Spongille in una volta.
A proposito di denominazione vernacola il Garbini intercett il nome
di Pan bagn, pan de psse per VE. flu via tilis del Tartaro ed anche
il M alfer (Benaco, pag. 104 e 303) chiama le spongille coi pescatori di
oggi pane e le dice pasto abituale del Carpione e del Vairone.

IL LAGO DI GARDA

93

quae ut B ritan ni loquuntur, fluviis innascatur, spongia appellatur fluviatilis, anfractuosa, perfragilis, ram osissim a P luk. Phytol. Componitur haec fibrillarnm fascicu lis inter se denso or
dine congestis atque com plicatis inter quos anfractus relinquuntur quos u tricolis aqua plenis in viva stirpe referios e x i
stim o ideoque fllam enta non nulla quibus utriculi contexebantur soluta cernere licet. Coloratam hanc esse spongiam expicta im agine apparet, qui color ab aqua fit coloratis particulis
feta, hinc ea quam compressam m isisti, in pallorem languescit
effluxerant si qnidem cum aqua subrubra corpuscula. Hoc tamen coloris discrim ine apposito, ipsam definiendo com plectare .
Cos avendo io riguardo anche al colore la definisco sponcjia la
cu stri# su brubra friabili*.
Essendom i questa arrivata nuova nel lago, non avendola ve
duta fuori che nel mare, fu i curioso di fare quelli sperim enti
che potei nellangustia dei mezzi. Sprem etti da questa spungia la sostanza fluida chera in essa, Svelta che fu d al lago,
che aveva il colore di caff chiaro con un odore soave d i marea,
che accostavasi a quel di m enta. In due vasi a parte posi que
stacqua sprem uta. In uno m ischiai dello spirito di vetriolo,
n ellaltro dellolio di tartaro. N el primo parve un insensibile
ebullizione, nel secondo l olio tu tto unito precipit a basso, te
nendo sopra di s lacqua sprem uta, che poi con un lungo dibat
tim ento feci assiem e incorporare, e lo lio venne a galla. La
scia ti per ore 24 questi ne loro vasi, quellacqua chera collo
sp irito di vetriolo prese colore come di vino nuovo bianco tor
bido e dava un odore erbaceo gentile. Laltra collolio di tar
taro prese un colore terreo scuro e dava odore d i marea forte
come di gam bari p u tr e fa tti.1

1
E ancora possibile seguire questa rozza operazione chimica. Il li
quido cos spremuto sar stato carico di sostanze proteiche provenienti
dalla parte vivente del porifero. Trattato con lacido solforico e sotto
posto perci a violenta ossidazione le sostanze suddette subirono una scom
posizione con svolgimento di un gas probabilmente di anidride carbonica
e di vapor acqueo. Ci che rimase, spicole silicee, membrane cellulari
meno facili ad essere scomposte non subirono quel processo degenerativo

94

LUIGI FERDINANDO MARSILI

Questa P an ata il pi gradito alim ento alla sardella e al


carpione, cos che per trovarlo doppo partorito le ova corrono
a quelle parti dove n pi abbondanza ne siti tra Peschiera,
Zisa, B ardolino, D isinzan o e rocca del Sasso, dove non essendo
il lago cos esposto a ven ti grecali ed essendo pi dilatato, ed
in conseguenza meno profondo m irabilm ente ella cresce.
T ali piante 1 crescono dentro del loto che copre il fondo na
turale del lago, fatto, come dissi, da stra ti di pietra, essendo
ora d i colore cenerico chiaro, particolarm ente verso monte
B aldo ed oscuro verso la parte bresciana. T utte hanno fra loro
diverse nature chi aspra chi m olle; e d i tal differenza ha vo
luto la provvida natura valersi pel discarico delle ova de pesci ;
alcuni dei quali am anti d i prole fra le erbe, cercano m aggiore,
alcu n i m inore m ollezza, dove conficcano il ventre e spandono le
ove medesime.
A llulteriore profondit di 18 passi non si da (toltone la
spongia predetta) per tu tto il lago m inim o segno di erba la
dove nel mare (siccom e ho d etto trattando di gradi del freddo
in questo lago) a pi di 100 p assi del luogo detto gli abissi,
i p escatori anno svelto pseudocoralli ed ancora erbe m olli pol
pose, come pregne di acqua salsa bitum inosa poich laria iv i
non si aspra e s rigida com e questa del lago. 2

da renderle fetide come avvenne n ellaltro caso in cui lacido tartarico, o


un suo sale che fosse, non bruciando la sostanza organica permise si
svolgessero i gas della putrefazione.
1 N iuna m eraviglia che in quegli anni le spugne potessero ritenersi
piante ; basti dire che Ferd. M arsilii avendo sorpresi estroflessi i polipi
del Corallo li interpret per fiori e per soggiunse di non essersene fatto
un concetto adeguato e fu leggendo la sua storia e le sue esperienze che
nel 1717 il Cestoni ritenne trattarsi di un anim ale, cos precedendo il
Peyssonel che, contrario il Reaumour, non lo affermava se non nel 1723.
Vedi : Origine e svolgim ento dei prim i stu d i biologici sul m are in Ita lia .
D iscorso di Achille Forti - Venezia 1922 - A tti R. Istit. Ven. t. LXXXI,
p. I, pag. 79-167 : a pag. 73 dellestratto.
2 Queste regioni spoglie di vegetazione che stanno oltre la zona ca
ratterizzata dalle Caracee sono dal Malfer denominate con gli appella
tivi dei pescatori : il Trep , la pi estesa, va dallapice settentrionale
a la riva di Desenzano e di Rivoltella, a sinistra della dorsale subacquea

IL LAGO DI GARDA

95

Solam ente nel tempo autunnale potei sapere elle nel forte
d ellestate, ed in specie in poca profondit nello spazio del
lago pi ampio 1 sincontrino palle di una sostanza di glutine

che intercede fra la penisola di Sermione e la Punta di S. Vigilio. A de


stra della dorsale stessa si distinguono tre regioni coi nomi di Morlongo,
Bariica e Sininghela andando da Garda verso Peschiera. Questi nomi
non figurano nella carta disegnata al tempo del Marsili. Sembra che
allora quella regione a oriente della linea Sermione - S. V igilio fosse
chiamata G anz. Il Trep comprende il bacino principale con le
sue maggiori profondit, la parte S. E. ha per massima profondit 79 m.
nella Barca. (Benaco, tav. II, pag. 54 bis).
1
A tav. XXX dellopera fondam entale di Ch. G. Ehrenberg (Die Infusionthierchen, Leipzig, Voss, 1838) sono rappresentate queste masse ge
latinose sferoidali di color verde bottiglia chiaro trasparente e sono date
a conoscere col nome ancora vigente di Ophridium versatile (O. F. Mll.)
Ehr., un caratteristico infusorio del gruppo dei Vorticellarii come subito
cosi laveva inteso il Mller, il primo a descriverlo schierandolo fra le
Vorticelle (1776). Sebbene lEhrenberg continuasse a ritenerlo per un
tale protozoo, non lo interpretava pi esattamente quando, fidandosi di
questo aspetto sferoidale gelatinoso esteriore delle colonie e sovrattutto
del loro colore, lo ritenne, sia pure con dubbio, uguale ad Ulva e Tremella pruniform is L., a Fucws subglobosus Gled., Conferva globosa Hall.,
Linchia pruniform is Wigg., Coccochloris stagnino, Spreng, e ad altri or
ganismi ancora, tutte specie che furono riconosciute per vegetali, anche
alghe, ma per lo pi missoficee.
Questa apparenza esterna che trasse in inganno anche il grande na
turalista logico dovesse indurre in errore anche il popolo dei pesca
tori che non pu essere esercitato alle speculazioni che ammettono luso
del microscopio od altro sim ile accorgimento che esiga unindole o una
pratica tecnica pi approfondita. Ecco l origine del nome di merda de
luna o di s-puaci de luna dato oggigiorno dai pescatori anche alVOphridium versa tile che prospera in mezzo alle Caracee nelle pa
store della Sininghela e della Baruca ; pasto dei Cavedani e
preferito letto per le loro battute di fregolo (Vedi Malier, Benaco,
p. 272). Lo strano appellativo dei nostri pescatori benacensi non avrebbe
troppo significato non sapendosi trovare relazione fra la luna e un orga
nismo che cresca nel fondo di un lago se lo stesso nome del popolo non
venisse assegnato al Nostoc, quella missoficea che cresce in terra, i cui
talli gelatinosi, sferici o pi o meno lobosi, foliacei, dun tratto non
comparissero dopo la pioggia, con pari rapidit dileguandosi quando col
cessare del turgore dovuto alla forte umidit che contengono diven
gono delle piccole croste secche invisibili contro la terra contro cui si

96

LUIGI FERDINANDO MARSILI

a lla m aggiore grossezza d i tre libbre di palla di ferro da can


none d ette da pescatori acqua pregna, trasparenti come cristallo
e trem anti come g elatin a che nella parte inferiore eh quella
con cui posano sul loto, nno un foro. T ale relazione mi stata
fa tta da pescatori, e non ho risparm iato diligenza per averne
n e llesta te corrente, ma non m i riuscito. Solam ente mi stato
m andato il disegno che la rappresenta della grossezza e del co
lore che si vede nella tav. 15. Non per stato fatto quello spe
rim ento che desideravo cio che fosse riconosciuto come questa
scioglievasi in acqua, ed in quanto tem po in una stanza senza
sole e fosse poi provata con im m issione di acido ed alcali per
aver quindi un barlume da congetturare ci che sia tal vegeta
zione fam iliare nel lago in tem pi di gran calore e che poco re
gnino i venti. Convengono che questa sempre abbia costante una

polverizzano, restandone fino a nuova pioggia intatti gli organi ripro


duttori. Forse lappellativo non veniva riferito al M arsilii dalle persone
che lavevano informato del fenomeno che egli semplicemente riferisce
come sentito descrivere e d regole ad altri per vederlo con pili agio e
meglio ridescriverlo, incontrandolo. Il nome popolare di acque pregne ,
al giorno doggi (avverte il Malfer per cortese lettera) pi non viene
usato da pescatori ; il nome della formazione sempre quello di merda
de luna per la sua esteriore apparenza, e una frase come la seguente
acqua come el fango tuta pregna de merda de luna , unargomenta
zione in proposito aHappellativo invalso e non ha a che fare con acqua
pregna come riferisce il Morsili. Il M alfer continua avvertendo che
sulla riviera bresciana si usa dire che lacqua l tuta brogne (pru
gne) ; siccome la residenza del grande bolognese fu Maderno, non im
possibile da parte sua una falsa trascrizione di brogne in pregne.
Il
Garbini (Fauna etc., ipag. 301, III col.)) lo dice raro nel Benaco
e vivente promiscuo alle Characee, ai cui rami sovente aderisce ; non
parla di appellativi popolari. Osservazioni personali conducono ad affer
mare che nella prima met del Settembre del 1928 le colonie di Ophridium staccate galleggiavano sulle acque allestrem it della penisola di
Sermione cos frequenti da servire di trastullo a tu tti i convenuti sulla
riva e a bagnarsi ; dovevano essere nella seconda fase di esistenza stac
cate da ogni supporto ; non si trovano lontani i canneti per compren
dere donde poterono originarsi. Da quanto predetto risulta per chiaro
come l informazione data dai pescatori al M arsili coincida con quella
d'oggi circa al sito preferito dalVOphridium per vegetare, ossia il bacino
S. E. meno profondo, nel forte dell'estate, et in specie in poca profon
dit nello spazio del lago pi ampio .

IL LAGO DI GARDA

97

tale struttura, nella parte verticale convessa, n ellopposta che


posa sul loto concava, come si vede n ella figura medesima.
Con ta li dim ostrazioni, con la notizia che tengo di m olti pro
d otti anche dentro del mare, e con la lettura de libri non mi
riuscito rintracciarne alcuna contezza. N egli sperim enti che ho
d escritto dellacqua del fiume Brara defluente nel lago ho detto
d i aver veduto farsi dentro di un vaso un coagulo glutinoso
naturalm ente nella m edesimacqua di forma piana, di color puro
bianco, senza sapore e di una struttura cuticosa consistente che
si levava tutto intero dal vaso d ellacqua e si portava sopra un
altro piatto dove su ssist alcuni giorni prima di sciogliersi, e
se la poca ampiezza del fiume, che ha un acqua capace di tale
produzione abbia forza di com unicare una tal sua natura all acque di s gran mole, non saprei a sse r ir lo .1 La natura grave
di questacqua che con lim m issione d e noti liquori formava
una nube dentro la sua sostanza aquosa m i di ansa a ta li par
ticolari sperim enti. Le altre che non facevano tal effetto non
mi sollecitarono a far ta li prove, e forse chi le facesse potria

1 Vedi quanto dice il Marsili circa il fiume Brava nel capitolo i l i


delia parte prima, dove ripete la descrizione del fenomeno dello intor
bidamento che d origine a queste masse di una gelatina tenace grossa
pi di una costa di coltello, che unita si lev dal vaso, si conserv in un
piatto per tanti giorni e non avea verun sapore, e sopra postivi i con
sueti acido ed alcali non fece nessuna mozione. Impossibile identificare
la natura di questa sostanza gelatinosa che tanto pu essersi sviluppata
trovandosene il germe nellacqua originariamente quanto no, potendo
aversene introdotto il germe successivamente. Questo fenomeno ha tutta
lapparenza di una vasta proliferazione di uno schizomicete, ma il dato
macroscopico anche qui in tutto insufficente per una migliore con
gettura.
Troppi sono i casi che si riscontrano di sim ili formazioni gelatinose
e immerse nel liquido e vegetanti nei luoghi umidi e che sovente si svi
luppano da un momento allaltro. Acutissimo il criterio del Conte Fer
dinando nello escludere il giudizio dei pescatori che potesse trattarsi di
residui di sperma dei pesci.
S'inganna invece a partito quando ritiene che le formazioni gelati
nose siano in relazione con lintorbidamento indotto dai reattivi nel
lacqua del Brava. Lacido solforico a freddo lascia precipitare i cristal
lini di gesso nelle acque dure per carbonati (durezza transitoria) e il
Brava scorre per lo pi fra le roccie calcaree e dolomitiche.
7

98

LUIGI FERDINANDO MARSILI

ritrovarvi leffetto istesso. Sarebbe per difficile che si produ


cesse un corpo cos costantem ente regolato. B asti questo cenno,
e ne faccia esame chi avr comodo di esser sopra loco. M olti pe
scatori del lago credono che sia un coagulo delle sostanze sper
m atiche de pesci sopravanzata n ellopera della loro m oltipli
cazione, ma una struttura cos costante non pu essere unione
di avanzi casuali, onde ta le opinione non m erita credito.
CAPITOLO SECONDO

De pesci di questo lago.


Sono nel nostro lago pi sorte d i viventi tutto per uso d el
luomo che distinguo in pesci, in crostacei e testacei.
I
pesci che sono in tu tto al numero di 19 differenti generi ho
stim ato bene suddividerli in due classi. Una contiene i pesci di
piccola corporatura, l altra di m aggiore. Queste diverse corpo
rature le m isuro col peso. T u tti li pesci che per loro naturale
constituzione sono sotto la libbra li pongo sotto la classe de
m inori. G li a ltri dalla libbra in su sino al peso delle cinquanta
ch il m aggior pesce di questo lago, sotto quella de maggiori.
I
crostacei form ano il loro genere com posto d i sole due
specie.
I testa cei sono pure scarsi, con sisten ti in due sole specie.
N ellannessa tavola sinptica 16 sta espressa chiaramente
una ta l d ivision e co nomi dognuno de viventi, e col numero
de piccoli che vanno a compire con essi il peso duna libbra di
12 once, e nei grandi d i ogni specie il numero m aggiore delle
libbre a cui sono arrivati.
G iacch nel lago non ho trovato fra la classe de piccoli che
uno che m i parso non descritto, la di lui figura pongo a suo
luogo, come dellin tiero processo della sarda per farm i strada
alla dim ostrazione che probabilm ente lagone sia una sarda nella
sua m aggior grandezza ; 1 oltre che la delicatezza di questo squi
1
II fatto accertato e la sarda , o sardella di lago come yien
detta oggi, specificamente tu ttuno con 1 agone , il quale solo da
ritenersene una variet differente per dimensioni assai maggiori. Ambidue

IL LAGO DI GARDA

99

sito pesce merita che si m ostrino le di lu i diverse grandezze


processive alla maggiore, cli quella d ellagone.
N ella classe de m aggiori pongo pure la figura del carpione
di cui con ta n ti rim arcabili segni si distingue un sesso d a llal
tro, ed il mio prim ario fine fu quello di fare lanatom ia per
quelle fole che si contavano d i esso.
I
pescatori che cercano di m antenere la vita loro bene sten
tata con la pesca di questi sfortu n ati viventi anno inventato
ta n ti inganni per di sotto l acqua tira rli in loro potere, e bench
nella m oltip licit di essi vi sieno ritrovam enti curiosi e m eri
tevoli di esser dim ostrati, con tutto ci per isfuggire la copia
delle figure mi ristringo a due che dim ostrano la pesca del car
pione e della truta.
Or prima d i favellare di ciaschedun pesce, conviene che io
parli della maniera con la quale segue la m oltiplicazione di cia
scuna specie e che d ia alcune generali notizie, che servano per
l intelligen za delle particolari.
N el lago la m oltiplicazione de viventi si fa senza congiun
zione de sessi, alla riserva de gamberi.
I
pescatori vogliono che il pesce non sia atto alla m oltipli
cazione che com piuta let di due anni, che l ova nelle femmine
e ne m aschi il la tte (ch il loro sperma) ricom incino in quelle
che nno partorito le ova ed in quelli che le nno col loro sperma
inaffiate poco dopo, e che le giovani e i giovani dopo dellanno
com incino a dare prim i segni di ova e di latte, quasi dodici m esi
richiedendosi a fine che siano am bi due questi pesci ab ili alla

questi pesci vengono ora riuniti sotto il nome di Aiosa finta (Jenyns)
Cuv., un pesce anadromo ma che, naturalizzato nei laghi, venne dal Fatio
ritenuto costituirne la var. lacustris. Oltre le classiche ricerche del Pa
vesi, si potr trovare una sintesi sulla biologia di questo pesce nella
Fauna del Garbini (pag. 36S, 13) e una descrizione completa, anche dal
lato geografico pescatorio, nel gi tanto citato libro del Malfer (Il Benaco, a pag. 131).
Questultimo autore attesta che il giudizio popolare non ammette que
sta identit dindole sistem atica.
Per il pescatore la sardena pesa meno di 3-5 hg., e 1 agon in
vece di pi e raggiunge il chilogrammo.

100

LUIGI FERDINANDO MARSILI

generazione. Q uesta regola pat eccezione nel carpione e nella


tru ta che (siccom e dicono i pescatori) fregano due volte lanno,
nei quali il nascim ento e la m aturit dello sperma e dellova si
rifanno di sei in sei mesi.
Lova fanno un grande accrescim ento, come il latte due mesi
prim a del tempo delle freghe.
L ova dei pesci pi piccoli sono in maggior quantit, e nel
lago fra questi pare che il Varone ne sia pi fertile, avendo la
natura provvisto che di queste ne sieno m olte in s fa tti pesci
giacch queste ova sem plici sono sottoposte alle rapine de pesci
m aggiori, e m olto pi i pesci m edesim i gi form ati, e tante per
la confusione d e llinaffamento rim angono sterili.
Lova de carpioni e delle trute sono di mole maggiore di
tu tte quelle degli altri pesci, ma anche fra esse ova vi corrono
interspazi, e sono fa cili a num erarsi il che non potrebbe farsi
in tu tti g li altri pesci, e per questo sono anche in minor numero,
a che la natura supplisce col fare che queste specie di pesci fre
ghino due volte lanno.
La mole pi grande e pi piccola d ellova non contribuisce
punto alla m aggiore o m inore m ole del pesce che ne nasce. D el
carpione che ha le ova pi grandi di tu tti i pesci il maggiore
non passa le 4 libbre d i peso. La truta le cui ova sono un poco
m inori, cresce a 40 e 45 libbre di peso. La reina o cipro o Bubbaro ha le ova piccolissim e e pure di queste se ne trovano fino
a 50 libbre. O sservazioni tu tte che insegnano che la m ole mag
giore o m inore delle ova non certo segno che debba essere ad
esse proporzionato il pesce, quando giunto alla maggiore
sua mole.
T u tti li colori dellova o sono bianco o giallastro o rossigno ;
il pi vago il colore aurato e di una purissim a diafanit che
cam peggia nella distanza, ch fra esse, e considerabil mole, ed
quello del carpione che posto nello spirito di vino cangia il
suo colore in bianco e la diafanit in opacit, ristringendosi
n ella sua mole, ed in una parte m anifesta un punto nero, che
forse potrebbesser quello, dovera il feto, perch quellova erano
appunto alla m aturit da essere espulse dalla madre.
I s iti che da pesci si scelgono, non sono scelti da pesci vi

IL LAGO DI GARDA

101

venti, ma da quei che gi furono, perch in essi la congruit


delle circostanze alla fecondit della loro specie, giacch ognuna
di esse ha per proprio in stin to que certi siti chiam ati da pe
scatori freghe, qual della sarda, qual della truta, qual del car
pione, qnal dellavola, e cos discorriam o degli altri pesci.
Q uesti stab ili siti (che per la fecondit dei pesci si sono fa tti
u tili giurisdizioni delle com m unit che le nno ne loro distretti,
appaltandosi a pescatori ed altri ancora sono del principe che
gli affitta) constano di com posizioni diverse, cio di arena mera e
ghiara, d i sassi fluviatili, o di m in e di m onti o di erbe o di
loto solo. Sono ancora in diverse profondit che narrer nella
descrizione di ciascun p e sc e .1
Lappetito particolare che ogni specie di pesci ha per le varie
costituzioni di queste freghe nasce probabilm ente da due cause.
La prima che quelli siano di una consistenza pi e meno molle
da potervi la fem m ina sopra comprimere il ventre in aiuto d el
l espulsione d ellova, e laltra che la tem peratura d ellaria sia
di un grado pi e meno caldo pel moto che pi forte e pi leg
giero contribuisce lo sperma del m aschio con laiuto del caldo

1
Anche in queste osservazioni si risente della costante collaborazione
avuta dal Marsilii coi pescatori ; notevole per l esattezza quindi lapprez
zamento, che il Marsilii dice inizialm ente fatto in base ai suo studi sul
mare, che ogni qualit di pesce preferisca un determinato letto per la
frega : o la ghiaia o la rena o la roccia o il limo. Ed ancora che tale
consuetudine si trovi perpetuata dal sguito delle generazioni e non
soffra eccezione dindividui.
Per molte delle specie pi redditizie cos le stazioni d frega anche
sul Benaco divengono dei luoghi fissi e ben noti sovrattutto ai pescatori
di mestiere. E ssi gi fin da quel tempo pagavano un contributo per lap
palto della pesca o alle loro communit o al principe secondo anche
quanto risultava al Nostro ; ma fin dallepoca medioevale esisteva un
diritto di pesca, anzi il Malfer (La Corporazione degli Antichi orignarf
di Garda - A tti Acc. di Verona (1924), pagg. 9-46) ne tesse la storia
di quello esclusivo che i pescatori fino dal 1452 cercarono di stabilire,
accompagnando lo studio di preziose notizie toponomastiche delle regioni
lacustri antiche e recenti e specialmente della riva prospettante Garda.
Ci lo induce anche a descrivere i metodi e gli strumenti come oggi
sono usati.

102

LUIGI FERDINANDO MARSILI

e del freddo, che variam ente sono nelle diverse altezze dellac
qua, e che sopra m ostrai col barom etro ed a ltri sperim enti col
sughero.
Or veniam o precisam ente alla m aniera con cui segue questa
operazione detta Prega.
In circa un mese avanti che la fem m ina di ogni sorte di pe
sce faccia lespulsione delle ova, solito che segua un accompa
gnam ento col maschio, pel qual tempo cadono in una somma m a
grezza e perdono le carni il loro gusto non meno che i loro vivi
in tern i colori, come accade nei carpioni e nelle trute che a suo
luogo dir.
La fem m ina in questo tem po desiderava di trovar in quei
s iti delle Freghe un sito a le i pi congruo, ciecam ente conduce
il m aschio che la siegue desideroso di accostarsele, guizzandole
attorno con carezze e con una specie anco di baci che partico
larm ente nei cavazini o cavedini si veggono pi che in altri,
perch dentro delle fiumare confluenti nel lago fanno in poca
profondit tu tto questo raggiro che probabilm ente in tu tti g li
a ltri l is t e s s o .1
Quando la fem m ina abbia trovato un sito pi aggradevole
per deporre il parto delle ova 2 com incia a preparare quello anche
con laiuto del m aschio, servendosi del grugno particolarm ente
su la durezza delle pietre spogliandole di quella tartarosa cor
teccia e rendendole quasi albeggian ti ed al tatto liscie come io
m edesim o vidi nella frega iem ale delle trute fra Peschiera e
Sirm ione. Se la fem m ina una di quelle specie appetente larena
so ttile, la pesta per premervi sopra il ventre da espellere le ova
e per collocarvele, com ponendosi una certa foggia di nido.
In questi preparati siti e dalla fem m ina ed anche dallopera
del m aschio con lei accom pagnatosi si prepara a scaricar le ova,
1 Anche il Garbini (Fauna, pag. 36816) nota che per questa specie ci
salpina Squalius cavedanus Bonap. la frega avviene poco lontano dalla
sponda e il M alfer ancor pi dice che vi convengono anche quegli indi
vidui che sono i pi che solitam ente stanno al largo e che tal funzione
avviene a S. Marco verso la fine dAprile (Il Benaco, p. 274).
2 A dire del Garbini ogni femmina di Cavedano porta circa cinquan
tam ila uova che si schiudono in 8-10 giorni (vedi : Fauna, pag. 368le).

IL LAGO DI GARDA

10B

come dissi, comprimendo il ventre, operazione che non fa se


prima non abbia fatto un gran m ovimento di guizzare attorno di
quel sito (e da pescatori si pone in dubbio se tale operazione
sia effetto o di sommo d iletto o di dolore sommo), ed in quel
tempo istesso il maschio si affatica con carezze attorno la fem
m ina e tanto pi quando la vede n elloperazione di scaricarsi
d ellova sopra le quali egli pure doppo avere accarezzata la
fem m ina va con sommo fervore a gettare il suo sperma, ch
una porzione di quella sostanza che nei m aschi pesci si chiama
latte, e questa non g etta gi egli tu tta in una volta, perche anco
la femmina tu tte in una volta non d fuori le ova, e resta il
m aschio costante n ella concom itanza con la fem m ina fino a
tanto chessa abbia term inato lintiero scarico dellova sue.
N on da dubitare secondo lasserto ed osservazioni de pe
scatori che lo scarico delle ova dei pesci in questo lago duri per
3, 4 e 5 settim ane, e con una somma confusione fra la medesima
specie, perch m oltissim e volte una fem m ina getta le ova, dove
u naltra le ha poste in modo tale che linaffiamento del m aschio
si confonde con quello di un altro e col pregiudizio che il mede
sim o non pu penetrare ugualm ente sopra tu tte le ova, che dovrebbono esser rese fertili da questo inaffiamento; ma la na
tura non lascia n pi n meno di ritrarne qualche utile, perch
queste sterili servono di cibo alla specie istessa, ed anche di
versa di pesci.
E d in fa tti se fosse possibile che tu tte le ova de pesci fos
sero ugualm ente rese fertili d allirrigazione de m aschi m i sia
perm esso dire che vi saria la m et della mole d ellacqua occu
pata per lo meno da essi. In oltre osservando la gran mole del
l ova m edesime, e cos ben serrate assiem e dentro d ellovaio de
pesci che in si breve tempo la natura le vuole espulse, convien
credere che non sarebbe m ai possibile inaffiarle coll effettivo
coito, perch in quelle sorte di pesci, dove le ova son rese fertili
per leffettiva congiunzione del m aschio, sempre sono pochis
sime, come nella terza parte del saggio fisico della storia natu
rale del mare dim ostro.
Procurai da questi pescatori del lago, come dagli altri del
mare, di essere inform ato quanto tempo lova dei pesci dopo di

104

LUIGI FERDINANDO MARSILI

esser state inaffiate dallo sperma del m aschio stieno ad aprirsi


per dar esito al feto, ma in specie i pescatori del lago mi la scia
rono confuso e con pi chiarezza sarei stato a ssistito da gli
esperti ne m ari di Provenza e di Linguadoca quando avessi po
tu to fra essi stare pi a lungo, giacch questa una parte che
per ta n te ragioni meriterebbe di essere bene esam inata per
quanto possibile.
N el lago dove regna un aria si fredda, come ho descritto, mi
conviene quasi credere che quelle ova che hanno quel guscio
di cartilagine pi consistente abbian bisogno di essere collocate
n ella profondit di pochissim a acqua, perch il sole possa con
tribuire a quel sollecito m oto dello sperma del m aschio che
necessario a dare la vita a que feti, e pel contrario le ova pi
m olli come sono quelle del carpione esigono le descritte pro
fond it dove tanto freddo, perch in un tratto non s inaridi
sca e la delicata membrana che le form a e la sostanza che in
tesse il feto; ma d i tu tto questo volendo dire minform er me
glio in qualche mare, bastando il detto fin qui pel nostro lago
sul fondam ento del veduto in esso, e d ellinteso da pescatori
p r o v e tti.1
P o ste queste generali n otizie facciam o la descrizione di cia
scuna specie di questi pesci, e com inciam o dalla classe de mi
nori per ascendere a m aggiori di grado in grado. S ia la prima
la sarda che pongo nella classe de m inori, se bene io credo che
l agone la cui m aggiore grandezza giunge a due libbre anche

1
Inutile il soggiungere come il non esser soddisfatto di quanto po
teva raccogliere dai pescatori sul perch le varie specie di pesci prefe
riscono un modo di fecondazione delle uova piuttosto che un altro e come
ogni specie abbia un luogo preferito facesse prorompere il Marsili in
questa lam entela che pu aver anche una base nostalgica dei suoi studi
sui mare.
Per egli suol sempre mantenersi fedele al suo punto di vista, gi
tante volte qui espresso, della corrispondenza che devesserci intera tra
i fenomeni del lago e quelli del mare. Anzi non se ne diparte neppur
quando invoca i fenomeni di caldo e di freddo a giustificare tali feno
meni di predilezione biologica, giustificazione non sempre da ritenersi
sufficiente almeno da sola.

IL LAGO DI GARDA

105

egli sia una sarda della m aggiore grandezza ; onde tal pesce ra
gionevolm ente non dovrebbe porsi in ta l classe. P ure ci pu
essere controverso dalli scrittori, che quantunque per la som i
glianza della sarda con lagone sospettassero che fossero una
cosa medesima, per non lassicurano. I l Gesnero dice: Sardellae ex Benaco admodum laudantur a P latina, qui hos pisciculos
ab agonis diversos assim iles tam en facit. Quaerendum sardellae
et A gones seuagoni aetate tantum differant ; ed in altro luogo
A gonos Romae m utare nomen postquam sa lsi sunt et vocari
sardenas .
Io
pertanto ho pensato di porre qui il processo della sarda
sino a llagone inclusivo.
La Sarda pi piccola ha il nome di scarabina. N ellannessa
tavola 17a la figura prim a m ostra la di lei grandezza e colore
sul dosso verde m isto di un aurato iride che n ellaccostarsi al
ventre cede in un bianco pellucido argenteo bellissim o, colori
costan ti fino che passi allo sta to di agone. Questa scarabina 1
nacque nel mese di m aggio e n ellottobre venne a tal crescimento. 36 di queste form ano una libbra.
La figura seconda ne dim ostra una pi avanzata della pre
cedente quasi tre m esi e ve ne vogliono 12 a fare una libbra;
questa siccom e la prima senza macchia nera.
La 3a rappresenta la sarda chiam ata n e r e lla ,2 perch comin-

1 Circa alla Sarda e a\VAgone da rifarsi a quanto pi sopra stato


annotato. Inutile poi rilevare quanto artifcio vi sia nel suddividere i
pesci secondo le dimensioni. Il nome di Scarabina per indicare le
Aiose piccole tuttora usato (Vedasi Garbini, Fauna, pag. 3641, col. XI ;
Malfer, Benaco, p. 132 in nota).
2 D i queste macchie parla anche il Malfer (Il Benaco, pag. 163) : Le
macchie, caratteristica esterna dei nostri clupeidi, sono in ciascuno di
colore azzurro cupo ; una frontale e le altre si trovano ai lati del corpo
e degradano tanto in ampiezza quanto in intensit dal capo alla coda.
Lesame condotto in proposito sopra migliaja desemplari ci permette di
poter affermare che esse macchie sono indice dellet del pesce....
La prima delle macchie laterali si rende visibile alla base superiore
dellopercolo allorch il clupeide arriva a llet di un mese circa ; in se
guito ne compajono altre e sul terzo anno sono gi tre-quattro e anche

106

LUIGI FERDINANDO MARSILI

eia a m ostrare la prima m acchia nera, la quale m ostra appunto


nel m ese di settem bre, che viene ad essere il XV mese dopo la
sua n ascita essendo nata di m aggio d ellanno antecedente, ed al
com pir i 2 anni, cio il m aggio d ellanno susseguente, com incia
a m oltiplicare, e di queste ne anderanno alla libbra 7 o 8.
N ella fig. 4 si vede una sardella perfettam ente m acchiata di
m acchie tonde al numero di 6 ad ambi li la ti inferiori della
schiena, e 3 di queste fanno una libbra ed avendo partorito due
volte questa di et d i 3 anni, ed avvicinandosi allet d i 4 i
pescatori danno a lei il nome di agone, col quale cresce fino al
peso di 2 libbre, come m ostra.
La figura 5a dellagone, che in circa sar stato 2 libbre e che
a differenza del giovin ile suo stato, quando aveva il nome di
sardina, ha sm inuito quel color verdeggiante che hanno quelle
che son sardelle e che i pescatori replico vogliono che sieno 1 gli
agon i giovani, poich anno le m acchie come quelle, e vanno in
am ore al tem po m edesimo, si cibano del cibo istesso e s degli
u ni come delle altre le viscere e g li in testin i sono uniform i, ed
il sapore sim igliante, salva quella differenza, ch fra tu tti i
viventi, che n ellet giovinetta sono pi d elicati che n ellet
consistente.
Gli agoni certam ente non si prendono in quel gran numero,
che delle sardine si fa, delle quali a lle volte con una certa gran
rete prenderanno pi di cento pesi in un getto, essendovi pochi
o nessuni agoni, ed alla domanda da me fatta a pescatori perch
g li agoni fossero cos pochi, fu risposto che le reti non davano
tem po alle sardelle d i crescere e divenire agoni.
I
m oti loro sono regolati dalle due indispensabili passioni.
U na per trovare nelle diverse stagioni i loro confacevoli cibi

sei-sette per lato. N elladone e nella cepa arrivano a 10-12 pure per lato
presentando fino a cm. 1,5 per 1,3 di diam etro.
Con piccole differenze, dovute a diversit di descrizione, troviamo
esposti analoghi i fa tti che riguardano la pigmentazione dei ClupeTli.
1
Qui esiste una pi apparente che sostanziale contraddizione con
quanto si esposto prima. Si tratta di distinzioni evanescenti di forma
e, pi che tutto, di dimensione dove ci pu essere impressione individuale.

IL LAGO DI GAKDA

107

ora nelle parti pi profonde del lago ora nelle superficiali e


laltra s quella della m oltiplicazione della loro specie, avendo
nel lago i loro costan ti e fissi luoghi che hanno il m entovato
nome di freghe, d istin te col nome d i territori dentro delli quali
son posti.
Doppo che le sarde hanno term inato di porre le ove ne propri
laghi dalla som m it delle acque in cui partoriscono movonsi
per la profondit di 50 e 60 passi per trovare il tanto loro
grato cibo della panata 1 descritta, e fra questa sim pinguano e
poi a prim i di settem bre ascendono a lla superfice del lago abbon
dante in quel tempo d i certi anim alucci ed altre m inuzie che
sono forse de sem i caduti d a llerbe descritte, delle quali si pa
scono, e divengono pi gustose davanti li m esi di ottobre e di
novembre, ne quali vivendo a tal poca altezza di sopra sono
pi fa cili ad esser presi da pescatori.
N el dicembre si movono verso i fon di dove vivono tu tto il
verno col solito cibo della panata d escritta e nel fine della
luna d i marzo o prim i di quella di aprile rim ontano in poca
profondit so ttacqua accom pagnandosi maschi e fem m ine per
prepararsi ad andare a trovare i loro so liti siti da deporre le
ova che per qualunque sorte d i pesce hanno il nome come ho
detto d i Frega.
LA vola quel pesce che il Rondel. p. 205 definisce Pisciculus va riu s o pure quello che il Gesn. 283 chiama Phoxinus
levi# e l Aldrov. 582 P hoxinus B ellon is. Questo pesce si prende
in tan ta copia nel lago che serve di grande aiuto alla povert;
senza l arte di m etterle in concia non tornerebbe conto pescarle
ne m esi caldi, quando vanno in amore, n ei quali ne prendono

1
A dir vero non risulta che l 'Aiosa, il cui cibo ordinario consiste di
crostacei lim netici, come qui sembra dire anche il M arsili in certe occa
sioni, secondo il M alfer (Benaco, p. 139) ne distruggerebbe fino a cin
quantamila al giorno (1-2% g.), si nutra anche di Spongille (vedi
quanto a proposito di questa Panata vien detto nel capitolo pre
cedente) pasto forse poco utile a un pesce eminentemente migratore e
che per lo pi vive nel gran lago.

108

LUIGI FERDINANDO MARSILI

tan te nei siti delle lor freghe che non sarebbe possibile il con
sum arle s fr e sc h e .1
Il naturale di questo pesce li conduce a deporre le ova in
quei so liti siti pieni di pietruzzole su la riva del lago, a segno
che non hanno sopra di loro un mezzo dito di acqua, dove a
truppe vanno a far la loro frega, restando in gran numero di
essi depredati da pescatori.
In quei siti si veggono le pietruzzole coperte di ova o nate
o da nascere, ponendovele sopra prom iscuam ente. Il loro cibo
dicon che siano l erbe o quella m ucillaggine che sopra di esse
si forma. Il loro gusto un poco am aretto. N ellautunno discen
dono a l basso del lago in siti cavernosi cam minando, e vivendo
a schiere numerose, ed i pescatori anche nel verno le insidiano
con gran reti per averne da m ettere negli am i da pescare i
carpioni, uso da pochi anni in qua introdotto, come a suo
luogo dir.

1
Qui v confusione, almeno di nome, fra lAlborella (Avola, Aola),
Alburnus A lborella de Filippi e la Sanguinerola (Sanguan Temal, dei
rivieraschi) che a colpo d'occhio se ne distingue, non fossaltro per la
lunga linea sui fianchi longitudinali scura e marcatissima e che pur es
sendo un Oiprinide ne genericamente distinto, il Phoxinus laevis Agass.
Pure questultimo ottimo pesce da friggere ma, a differenza delle sapo
ritissim e ole , la cui pesca rasenta le due tonnellate annue e sempre
vive in branchi enormi, si pesca di rado col bertovello pochi chilogrammi
alla volta, per lo pi di notte (Vedi : Malfer, Benaco, pag. 363). Questa
Sanguinerola ben distinta dal Vairone che pure suo congenere almeno
per quanto pensava anche il M'arsili su la scorta del Rondelet e del
Gesner. Il Garbini (Fauna, pag. 36816) m ette sotto il gen. A spius lAlbo
rella e sotto Leuciscus, il Vairone e la Sanguinerola.
Pi difficile riesce a comprendersi invece perch il Phoxinus Bellonij
dellAldrovandi possa essere stato attribuito dal Marsili come sinonimo
all'Alborella, col muso mozzo che presenta la figura originale qui citata
dell'opera De piscibus et cetis . Non vi ha dubbio che si tratta invece
del Vairone.
Considerando invece il sinonimo di Phoxinus M arsili, specie dello
Heckel, oggi relegato nella sinonimia della Sanguinerola (Canestrini,
Pesci, nella Fauna dItalia, pag. 17) si confortati dalla precedente opi
nione che il Marsili confondesse come sinonimi la Sanguinerola con lAl
borella e non il Vairone.

IL LAGO DI GARDA

109

La m aggiore piccolezza di ta l pesce che sia capace di restare


nelle m aglie delle reti, come la maggiore sua grandezza si de
duce con la solita norma di quante avole vadano alla libbra,
che si vede nella tavola.
Il Roncone piscicu lu s acu leatu s p rim u s Rondel. 206, Gesn.
284, P u g itiv u s (sic, invece d i P u n g itiu s) piscis, Alberti, Aldrov.
628. Questo frega di marzo e sta a basso ventre m entre frega,
ritiran dosi poi in a ltacqua. S i nodrisce di alga attaccata alle
pietre ed ha dentro di s 2 o 3 vermi della figura della san
guisuga d i color giallastro. 1
La Lampreda la m p etra parva flu v ia tilis Rondel. 203 lamp e tra Ges. 325 L a m p etra flu v ia tilis Aldrov. 581. Questa frega

I Lo Spinarello (G asterosteus aculeatus Linn.) non pu venire meglio


definito che da questa breve frase e si rcionoscerebbe anche se non ci
fosse il nome di Roncone tuttora usato nei vernacoli rivieraschi
(ronc ver., ronc bresc. ; vedi Malfer, Benaco, pag. 321) o il riferimento
a lloera dellAldrovandi De Piscibus et Cetis ornata di una silografia
cos evidente nella sua sem plicit da non lasciar dubbio sul riconosci
mento di codesta specie.
II Garbini (Fauna, pag. 36817) dopo aver fatto labituale e cauta di
scussione sistem atica della specie, elencandola fra le poco redditizie del
Benaco, ed avvertito come per la sua piccolezza venga pescato con par
ticolari reti (la striara, lorarolo) mal prestandosi per la sua povert
di grasis per cibo, elenca varii parassiti anim ali ma non il pi caratteritsico che non resta dubbio fosse gi noto fino dal tempo del Marsili
quando osservava che il pesce ha dentro di s 2 o 3 vermi della figura
delle sanguisughe di color giallastro .
Si tratta di un cestode, lo Schistoceplialus O asterostei (Fabr.) Liihe,
riconosciuto e la prima volta fatto conoscere dal Forti nellopera del
Malfer (Il Benaco, pagg 48 e 330 e seguenti), verme che sembra in certi
anni decimare con infezioni formidabili i branchi degli Spinarelli spe
cialm ente durante l'emigrazione alle sponde, linverno, epoca coincidente
con la pesca pi attiva. A dire del Malfer (op. cit., pagg. 354 e 357) lo
Schistocephalus attacca anche qualche altro pesciolino di sponda, segna
tam ente il Cagnetto, ossia il Blennius vulgaris Poli, e il Ghiozzo, ossia
il Gobines flu viatilis Bonap.

110

LUIGI FERDINANDO MARSILI

siccom e il m agnarone abita dietro alle paludi. T ali pesci son


difficili ad esser presi, onde se ne prendono p o c h i.1
La Bozza di due sorti, una chiam ato gen tile pelosa l altra
che appunto d alla prim a d istin gu esi per i peli. 2 Quante di quella
e di questa vadano alla libbra n ella tav. si vede. E perch di
ta l sorta di pesce non fanno m enzione gli autori, pongo il d i
segno di ambe due nella tav. 17 affinch il lettore da se stesso
le veggia e le definisca com e a lu i piace.

I La figura dellAldrovandi, sebbene inesatta per essere ornata di


troppo numerose aperture branchiali, va riferita a Petrom yzon flu viati
lis L., forma migratrice di passaggio che il Malfer (Benaco, pag. 367)
dice di non aver mai sorpreso nel Lago di Garda dove il Pavesi l avrebbe
segnalata presente. Trov invece la forma minore, il P. Pianeri Bloch che
in scarsi individui vive nel fango del lago.
II Garbini (Fauna, pag. 368, 6) ritiene che si tratti di un pesce anadromo, P. flu viatilis, una forma adulta di P. Pianeri, mentre gli altri
ciclostomi affini con gli occhi sottocutanei chiam ati Ammocoetidi, ora
ritenuti forme larvali delle Lamprede, nel Benaco secondo il Malfer non
si sarebbero mai riscontrati.
*
Il nome di Boxa, cosi come scritto, conservato in un piccolo di
zionario bresciano (Brescia - Andrea Valentini - 1872 - 16 di pagg. 23,
a pag. 7) con lindicazione: ghizzo, pesce com une. N ei dialetti ve
neti non viene ricordato un sim ile appellativo. Qui corrisponde senzaltro
al Gobio flu via tilis Cuv. Val. (da non confondersi con il Gobio fluvia
tilis del Rondelet che il Gobins del Bonaparte, il vero Ghiozzo). A que
sta specie soltanto sar da attribuirsi la prima delle due qualit quella
chiam ata gen tile. Di quelle figurate alla tav. 17 la seconda (fig. 7)
soltanto sarebbe da attribuirsi al pssbotr , in ital. Gobione come
10 .'lice anche il M alfer (Benaco, p. 360) appunto la Bozza gentile del
M arsili ottima a mangiarsi ma di nessun valore economico, spesso con
fusa col Phoxinus laevis Agass., la Sanguinerla. Col nome di B ozza
pelosa, certo per le lunghe pinne dorsale e anale scorrenti lungo tutto
11 corpo, il Marsili, come anche esprime il disegno (fig. 6) sebbene
un po sommario nei particolari, fuor di dubbio si debba intendere
il Cagnetto, il Blennius vulgaris Pollini, quasi endemico solo comune
ai laghi di Mantova scarsamente pescato (Garbini - Fauna - p. 368",
Malfer, Benaco, p. 353 e seg.).

IL LAGO DI GARDA

111

Il Magnarone il Cobes flu viatilis Rondel. 203 1 Cottos fluv ia tilis Gesn. Gobus flu viatilis capitatus Aldrov. 612. Questo
frega nel mese di marzo sotto di sassi o d i rupi ed anco attacco
alla riva e si pasce di ci che lavola.
I l V a r a n e 2 il Phoxinus Rondel. P. 2. 204. Gesn. p. 283.
P hoxinus prim u s Aldrov. 619. Frega nelle paludi e fondi del
lago. Questa frega la pi fertile di tu tte perseverando copio
sissim a per m esi 3. Tal pesce vive di erbe, pescetti e sue ova.
I l verno si ritira in 20 o 30 passi dacqua ne siti.
Il
Temolo o Gobbo flu via tilis, Rondel. p. 206. Gesn. 285 A l
drov. 612, frega per lo pi nelle acque correnti e si pasce di
quel che Favolai. 3

1 Evidentemente con lepiteto di capitatus lAldrovandi intese di allu


dere al Cottus gobio L., ossia allo Scazzone, cui non dubbio qui alluda
il Nostro. E un pesciolino dalla grossa testa, maldestro nuotatore che
vive adagiato sul fondo, di vario colore, dallambraceo al bruno secondo
il sesso, let e il periodo dello sviluppo. Anche il Malfer (Benaco,
pag. 311) avrebbe trovato che questo frega da due metri al lim ite del
l'onda.
Il Garbini (Fauna, p. 36817) pur dicendolo comune nel Benaco, ritiene
lo sia sovrattutto nelle resorgive del Fibbio e in molte delle acque vallive.
2 II nome di Varone corrisponde al Vairone di oggi che in vernacolo
tuttora v a r , fatto che giustifica perch cosi lo chiamasse*il Marsilii.
Si tratta dello Squalius m utcellus Bp. dal muso tozzo, dalla lunga e
tum ultuaria frega (Malfer, Benaco, pag. 298), distruttore di pesci e di
avannotti, persino di quelli di trota. E una pesca abbastanza rimunera
tiva. Circa lequivoco fatto dal M arsilii confondendo questo pesce con
la Sanguinerola sar da vedersi la nota pi addietro ove si discute la
sinonimia dell' avola o alborella .
3 Si tratta del Ghiozzo (Gobius flu viatilis - Bonelli - Cuv. Val.) dai
grandi occhi, dal colore verde chiaro cangiante in giallo listato di nero
0 punteggiato, colore accentuato durante gli amori ; cos sono giustificati
gli appellativi popolari di ocini e di magnaron bianco che secondo
1 luoghi vengono dati a questo pesce. E satta losservazione che prediliga
per la frega il fondo ghiajoso. Sebbene sia buonissimo da mangiare, quasi
non vien pescato nel lago (Vedi : Garbini, Fauna, pag. 308'7; Malfer,
Benaco, pag. 357).
E anche questo un pesce attaccato dallo Schistocephalus Gasterostei,
la sangueta dello Spinarello.

112

LUIGI FERDINANDO MARSILI

I
d escritti fin qui sono della classe de minori. Veniam o a
m aggiori.
LA gone gi descritto nel processo che ho posto della sar
della.
L Orata del lago non 1 ho mai vista, ma per relazione de
p escatori l istessa di quella che si trova nelle paludi sal
m astre, delle quali parlano g li autori, che sono le medesime con
quelle delle acque dolci. Aldrov. Unii e nobis Bononiensibus Comachium aurata subm inistrat, imo vero dulces quoque aquas .
S i deve per notare che tan to il Gesn. quanto lAldrov. fanno
m enzione di una specia particolare di aurata che da loro viene
detta aurata P adi. Cos pu darsi che queste del lago sieno di
quelle che nel piccolo stato loro pel Mincio fuggono dentro di
esso. Questo pesce frega vicino a Peschiera su llerbe ed abita
per lo pi verso le bocche dellistessa Peschiera. S i ciba di
erbe ed altre cose, che trova in a c q u a .1
La Scardeva frega nelle paludi e fondi del lago e tu tta
1 estate sta vicino a questi siti paludosi. Quando principia ad
irrig id irsi 1 aria ed acqua r itir a si n ell altura di a cq u a .2 II
verno non se ne prende veruna, si ciba di ci che l orata.

1 Questa Orata '.lei lago probabilmente il Leuciscus pigus (Lacep.) de


Filippi. Non esiste nel Benaco, laonde non vien preso in considerazione
dal Malfer. A detta del Garbini invece frequente nei laghi Maggiore,
di Como e di Mantova (Fauna, pag. 36816) e ci sarebbe anche nellAdige
e nel Mincio donde il suo nome dialettale veronese di Orada de Adese ,
dove vien pescata quantunque di sapore insipido. Questa la ragione
per cui al Marsili non venne fatto di vederne alcuna e come al solito
riferisce che deve trovarsi a Peschiera su llerbe risalita dal Mincio.
Im possibile intendere che cosa voglia dire lAldrovandi citato dal
Nostro per le Orate di Comacchio che vengono mandate a Bologna. Nel
solito Libro (D e pisc. et cetis, pag. 171, fig. II) le riferite parole stanno
sotto il capoverso Aurata vulgaris primo loco ponenda che la vera
figura della ChrySophris aurata Lin. una specie essenzialm ente marina.
2 E lo Scardinius erythrophtalm us Linn. dalle pinne, gli occhi e la
coda pii! o meno rosseggianti soprattutto nei giovani, la grossa squama,
il lato ventrale prominente malgrado il corpo schiacciato, e le carni poco

Mappa idrografica del L ago di Garda

IL LAGO DI GARDA

113

Il
Carpione il pesce che rende fam oso questo la g o .1 sopra
tu ttaltri, pretendendosi che n egli altri non siavi. V i sono per
alcuni che vogliono che nel lago di Ocrida n ellA lbania ve ne
siano, come io nel lago di Zug n ell E lvezia ho trovato pesci
m olto som iglian ti al cai-pione, specialm ente nelle carni ros
s e g g ia c i, e di un sapore anco pi grato del carpione, che non

pregiate per aver troppe spine. Oggi vien detta Scrdova ma in dia
letto ancora Scrdeva, Scardoa .
E esatto che predilige per la frega la palude e il fondo del lago per
ch attacca le uova alle canne.
Vve a branchi di m igliaja, assai sensibile al cambiamento di tempo
ed esattissim a l osservazione che durante linverno le Scardove vanno
nelle acque profonde donde risalendo alla superficie spesso muoiono la
sciando traccia del loro passaggio. (V edi: Garbini, Fauna, pag. 36518, sub
Leucisco ; Malfer, Benaco, pag. 282 e seguenti).
1
Gi al tempo del M arsili si riteneva che il Carpione fosse una
forma propria del Benaco. Quantunque Linneo ne avesse fatto dopo una
specie indipendente Salmo Carpio come pur attualm ente ritengono i pe
scatori, cui sarebbe impossibile dar a credere che due pesci che hanno
abitudini ed anche aspetto cos diversi come questo e la Trota avessero
ad avere un cespite comune. S i propende oggi col M arsili a credere che si
tratti di un endemismo caratteristico per adattamento della Trota, Salmo
lacustri Linn. e ristretto a l solo bacino del lago idi Garda. A differenza
della Trota che migratrice, cacclatrice, anzi predatrice audace di tutti i
pesci che appena presentino dimensioni minori fino al pi efferato canniba
lismo, il Carpione si nutre di piccoli crostacei lim netici e di Spongille.
Patto questultimo che not anche il M arsili che giammai ebbe a trovare
un pesce nel tubo gastro-enterico di quegli esemplari di Carpione che ebbe
a sezionare. Ma oltre il fenomeno della diversit del cibo abituale vi
che la Trota raggiunge dimensioni assai superiori (nel Benaco 15-18 Kg.)
laddove sono eccezionali i carpioni che superano il chilogramma di peso.
La frega della Trota avviene sulle ghiaje di fiumi influenti ed emissarii
o poco lungi dalle rive ad acqua bassa ; quella del Carpione avviene nella
parte profonda del lago in posti ben determinati e ben noti fino dal tempo
del M arsilii che li segna anche sulla mappa idrografica premessa allo
studio.
Non certo agevole controllare se veramente ci sia il Carpione nel
lago dOchrida in Albania che a tu ttoggi assai poco noto per quanto
riguarda la pesca. Ma quelli che il nostro Autore diceva di aver trovato
8

114

LUIGI FERDINANDO SIARSILI

saria s presto, ma per ordinario sono di mezza libbra e pochi


giungono a llintiera, e dal fondo del lago ascendono nel set
tembre et ottobre, dove per m angiarsi sono della m aggiore
squisitezza, e si chiam ano ru tili e di questi in tu tti g li altri
ta n ti laghi d ellElvezia non si trovano. Sia come esser si vuole,
qui dobbiam parlare del carpione del nostro lago. E g li nel tem
po della frega non si nodrisce d i alcuna cosa, dopo che ha
fregato, va a pascersi della m entovata panata. Il mese di di

nel lago di Zug e che per squisitezza delle carni afferma non cedere al
Carpione, forse non sono stati altro che individui di Trota argentina ,
una variet quasi sempre sterile della cosiddetta Trota di montagna
(vedi: Plehn-iScotti, I pesci del mare e delle acque interne (1909), pag.
334, Tav. 18, fig. 3) dal ventre bianco lucente che pu essere confuso con
quello bianchiccio che proprio del Carpione. Ne differisce per i piccoli
punti neri che son sul dorso, ma trattandosi di caratteri accessori facile
che al Marsilii non siano rim asti nella memoria per il confronto. Coinci
derebbe anche il fatto delle dimensioni ridotte comune alluna e allaltra
forma. E questo e il fenomeno della minore vivacit in confronto della
Trota tipica dei laghi lasciano supporre che in un caso e nellaltro si sia
in presenza di specie di adattamento ; questa del Carpione di natura pret
tamente locale con modificazione persino delle abitudini riproduttive di
venute pi frequenti ; quella della Trota argentina di indole involutiva,
interessante lattivit riproduttrice che fu riconosciuta in questo ultimo
tempo non m anifestarsi che di tratto in tratto a l risalire che fanho coi
branchi dei congeneri per gli influenti dei laghi. Unico ostacolo a rico
noscere una certa affinit esteriore fra Carpione e Trota argentina si
avrebbe nellaffermazione del M arsilii che tal pesce non si trovava che
nel lago di Zug, laddove la Trota argentina oggi presente in tutti i
laghi della Svizzera ; ma pu essere stato tanto uno sbaglio di informa
zione quanto un essersi quel pesce propagato da un lago allaltro soltanto
negli ultim i tempi.
Il
nome di Rutilo ora conferito a Lauciscus ru tilu s L. delle acque
dolci dellEuropa centrale e salmastre del Baltico. Non si sa con quale
fondamento il Pollini (Viag. al L. di G. etc. (1816) pag. 21) cita un Cyprinus ru ttilu s per il Benaco. Nessun pesce del suo genere si pu ritenere
propriamente del lago. E un pesce assai diverso dalle Trote, dalle pinne
rosse, un ciprinide come il Pigo e come quello ha carni insipide ; non
dunque da confondersi con questo salmonide del lago di Zug saporitissimo
cui allude il Marsili.
Che il Carpione sia possibile che riduca la sua voracit al tempo della

IL LAGO DI GARDA

115

cembre e gennaio frega, di febbraio e marzo va alla d etta pa


stura. L ascia poi ta le alim ento, ed ascende su la superficie
d ellacqua per nodrirsi d i piccole cose, e particolarm ente di
anim alucci. Torna poi a fregare ne m esi di luglio e di agosto
e cos persevera tu tto l anno. Tra la fem m ina e il m aschio vi
corre la differenza che il primo ha il colore esterno nigricante
in specie su la schiena, con una pezza continuata bianca fra la
nera della schiena e meno nera d el ventre, ed in questa m ag
gior nerezza in tempo della frega. La fem m ina nel tempo
pure della frega un poco pi scura su la schiena del solito,
ma scura meno del m aschio. E lla ha il capo oblongo, e g li pi
rotondetto. N ella tav. 18 si veggono le due figure, una del ma
schio, l altra della fem m ina. I l m aschio era due libbre. Le
carni interne quando non sono indebolite pel tempo della frega
son rosse, ma in tal tempo sono sbiancate. La favola che que-

frega ma che sm etta di nutrirsi del tutto dubbio. Certo invece che
oltre alla p a n a ta (Spongille) risale subito dopo a nutrirsi di micror
ganismi lim netici degli strati superiori del lago e frega due volte. La
prima accade di Dicembre e Gennaio, laltra di Luglio e Agosto. Qui dal
M arsilii poi esattam ente riconosciuta laccentuazione dei colori tanto
nella fem mina quanto nel maschio del Carpione durante il periodo degli
amori molto meglio che allepoca del Pollini (Viag. al L. di G. (1816),
pag. 81), tempo in cui si ebbe il coraggio di descrivere due specie 8. Car
pio per il maschio e 8. unibla per la femmina (Vedi : Garbini, Fauna,
pag. 368M) dello stesso Carpione. Il M alfer (Benaco, pag. 100) ampia
mente con la sua pratica del lago di Garda da provetto pescatore qui
accennerebbe a voler mantenere il carattere specifico al Carpione (Carpi
ver. riv., C-arpi bresc.) basandosi sullincerto lim ite del concetto di specie
e sul valore di taluni caratteri anatomici differenziali ; si troverebbe cosi
per questo particolare in contrasto col M arsili che a sua volta si accor
derebbe col punto di vista del Fatio, del Pavesi e del Garbini (vedi
Fauna, pag. 36814) che non ne fanno che una variet acclim atata : Salmo
lacustris L. var. Carpio (L.) v. Sieb. secondo anche il parere di Heekel
e Kner.
Il
Canestrini erroneamente riporta (Fauna dItalia, Pesci, pag. 23-24)
che il Carpione abbia a trovarsi in vari bacini lacustri del Veneto e della
Lombardia e che di 11 soglia discendere al mare. Deve esser successa una
confusione con quella forma di Trota che veniva detta Salmo F ario L.
giovanile e fluviatile, pur essa nota per le carni saporite e rosee.

116

LUIGI FERDINANDO MARSILI

sto pesce si pasca di oro mi obblig a fare la notom ia del m ede


simo, 1 la quale mandai dal lago a llamico mio celebratissim o
professore anatom ico in Padova sig. M orgagni, affinch egli
la correggesse con la sua somma perizia, siccom e fece, e si vede
nella tav. 19 con le sue spiegazioni. Quantunque io non tro
vassi gi m ai nel carpione pesci, ma solo il ventricolo e glin
testin i ciechi in tanto numero ripieni tu tti di vermi, pure l or
ditura de den ti che si veggono nella figura B della Tav. 18
m insegn che questo un pesce rapace, com e bene lo comprova
la m aniera di pescarlo collamo, alla cui som m it pongonsi
avole, le quali volendo il carpione ingordam ente m angiare, vi
resta a p p e so .2 N elle profondit d i 80, 100, 120 passi dove fre
gano hanno im parato i pescatori precisam ente a profondar le
reti, attraverso delle correnti sopraddette contrarie, nella forma
che m ostra la tav. 20 fig. 1, con le sue spiegazioni. Gi i siti

1 Tale leggenda destituita naturalmente di qualsivoglia senso di ve


rit, anzi di raziocinio, sarebbe di origine classica. Trovandosi nei poemi
di un Pierio Valeriano quando finge fosse stata narrata a Catullo navi
gante sul lago, lAldrovandi (D e Pise., lib. V, p. 655) scherza dicendo che
i Carpioni mangian loro dei buongustai e termina riferendo laltra frot
tola riportata dal Rondelet che il nome prim itivo del pesce, Pione, fosse
poi modificato in Carpione per questa prerogativa di carpere aurum.
Non valeva certo la pena che due colossi del pensiero come Marsilii e
Morgagni si affannassero dietro queste ubbie.
Certo che ne risult che il primo scoperse che il Carpione non si ciba
abitualmente di pesce e il secondo comment la tavola anatomica spedi
tagli dallamico.
2 Oltre che provare il fatto che anche il Carpione non rifuggirebbe
dallo abboccare a qualche piccolo pesce riconfermando lacutezza dellos
servazione Marsileana che ne induceva la possibilit dalla dentatura di
pesce rapace si comprende come gi in quel tempo gli ami venissero usati
per la pesca del Carpione. In antico (vedi Malfer, Benaco, pag. 105) i
Carpioni assai pi numerosi venivano presi soltanto con le reti cui ac
cenna anche il Marsili. Fu solo per la minor fatica occorrente con lo
scarseggiare del pesce e con lintroduzione della tirlindana (1850) che
venne soppiantato luso delle reti con luso degli ami. Ora grazie ai mo
tori che rendono pi agili i movimenti delle imbarcazioni, alla scoperta
di nuove freghe e al m oltiplicarsi delle reti si va riabbandonando la tir
lindana (dindana) anche per pescare il Carpione.

IL LAGO DI GARDA

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delle freghe di questo pesce sono notati nella mappa idrogra


fica, come quei delle sardelle e d ella truta.
La M usella 1 frega siccom e lorata, si pasce ne luoghi mede
sim i, se ne prende in qualunque stagione.
Il
Cavaizzino 2 frega in tu tte 'le rive, si pasce di erba e d ogni
piccolo pesce. Per tu tta lestate e porzione del verno posa in
torno le rive.
D e ll A n gu illa non si potuto sinora scoprire la frega in
venni luogo, 3 non che in queste acque. N elle rotture d i tem po
vedesene qualcheduna sopra la superficie delle acque. S i pasce
d i m aterie palustri, di pescetti e d i gamberi. Si prende co llamo
e con ogni rete. E lla ha un certo odore ingrato participante di
marea e palustre, che la rende di un sapore a mio gusto non
grato, e per la sua pinguedine sazia m olto.

1 D etta anche Sa vetta (Chondrostoma so etta Bonap.), il Malfer la


dice provenire dai laghetti di Mantova, perci la relega fra le specie av
ventizie (Benaco, pag. 372) ; ha abitudini intermedie fra il Cavedano e la
Scrdova e vive fram mista col primo. Le informazioni del Garbini coin
cidono dicendola specie poco rimuneratrice rara nel lago, pi comune
nelle acque fluviali (Fauna, pag. 368le).
2 fiq va lim cavedanus Bp. il M arsili usa il nome del vernacolo pi
frequente cavassin sebbene questo pesce sia detto anche sul lago
cavden e squo. Sta presso le rive e presso labitato dove avvengono nei
punti palustri anche le nozze spesso assai tumultuose a grossi branchi e
quivi depone le uova (Malfer, Benaco, pag. 265 e seg.).
Si trova in tutte le acque anche vallive (Garbini, Fauna, pag. 36818
sub Leucisco).
3 Lautore nota il mistero regnante intorno alla riproduzione di que
sto pesce serpentiforme (Anguilla vulgaris Jen.) ma non si associa a nes
suna delle superstizioni invalse, non soltanto nel popolo, che si accoppi
coi serpenti o che nasca dal fango.
Esatte le osservazioni sul modo di cattura (Malfer, Benaco, pag. 339).
E frequente anche nelle acque dei fiumi. Per la sua biologia e i primi
studi sulla sua riproduzione solo a l presente nota in tutto il suo ciclo,
veggasi quanto dicono Garbini (Fauna,, pag. 36812) e il precitato Malfer
(ibid., p. 334 e segg.). E il meno digeribile dei pesci delle nostre acque
interne e sovente di non grato sapore quando il grasso sa da fango come
disse il Marsili.

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LUIGI FERDINANDO MARSILI

Il
Barbio 1 frega in tu tte le rive e si ciba di ogni sorta di
p escetti e di erba. Per tu tta l estate guizza tra lerbe e poi nel
verno si perde. S e ne vedon rarissim i allora e questi p igliasi
in alto tra caverne del lago.
La T inca 2 frega a ll altezza d i 3 o 4 passi, e pon sempre
n ellalga suo nutrim ento, e vive in acque di 10 e 15 passi in
circa