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SCRITTI INEDITI
DI
BOLOGNA
N IC O L A Z A N IC H E L L I
1930 - IX
SCRITTI INEDITI
DI
BOLOGNA
N IC O L A Z A N IC H E L L I
1930 - IX
PREFAZIONE
VI
PREFA ZIO N E
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"VII!
A lbano Sorbelli
Segretario del Comitato Marsiliano.
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5 I f .
OSSERVAZIONI FISICHE
I NTORNO AL LAGO D I G A RDA
D ETTO ANTICAM ENTE BENACO
INTRODUZIONE
L U IG I FERDINANDO M A R SIL I
IL LAGO DI GARDA
perch questi autori danno cifre sulle dim ensioni del lago, ed
egli vuole confrontarle con quelle che ricava d alle m isurazioni
proprie.
D a lla leggiadra riva bresciana egli com incia il suo lavoro e
procede in esso con metodo, rigoroso e sicuro. Fra le carte m a
noscritte d i lu i troviam o un fascicoletto di appunti e di anno
tazion i 1 per la descrizione del lago, ma sono solo una parte del
m ateriale che egli ritenne opportuno raccogliere prim a di porsi
a stendere con ordine lam pia m ateria. La quale saggiam ente
distribuita, poich prima la trattazione divisa in due
parti il M. considera il lago come individuo geografico, in d i
pendentem ente da ogn i vita che si possa svolgere iu esso, poi
sottopone a lla sua a n a lisi la v ita delle piante del Garda e dei
pesci e di talu ni invertebrati che si incontrano in esso. D istin
zione questa necessaria e logica, che d piena libert a llautore
e che lo esonera dal dovere di frequenti richiami.
Procedendo, il M arsili ha ritenuto prima opportuno localiz
zare il lago. Chi legge ha da conoscere la vera posizione sua, la
form a e le sue dim ensioni. Ma in questa determ inazione delle tre
condizioni necessarie al lettore, il M arsili originale: non ri
corre ad altri, non guarda altre carte (probabilm ente non ebbe
d avanti che una carta del territorio veronese e del lago di Garda
d i P aolo F orlani, in cisa a V enezia nel 1012), le cifre le prende
d a lle m isurazioni che egli stesso fa ; e se c, confrontate con le
odierne, qualche d ifetto o qualche eccesso, dobbiamo perdonar
g li, ch egli ha voluto, pur con scarsi mezzi, essere il determinatore delle distanze fra i vari luoghi e d elle dim ensioni del lago.
Le sponde costitu iscono poi la seconda conoscenza da offrire ;
e nel descriverle il M. si ferma non poco, perch eg li ne consi
dera la conoscenza come necessaria alla dim ostrazione ed in
telligenza d ellalveo . Com incia da Nord e torna a Nord, g i
rando prim a su lla riva veronese e poi sulla bresciana, ed in que
sto periplo non scorda i m onti che selevano dietro, ch son essi,
vicini o lontani, che determ inano la natura delle rive e dnno
a g li ab itan ti la p ossib ilit di essere agricoltori o li spingono
1 Ms. 97 I. di carte 9.
L U IG I FERDINANDO M A R SIL I
IL LAGO DI GARDA
Il
terzo capitolo trae completa, ragione dai precedenti; dopo
la cratera e le acque che la riem piono, ecco i tributari, i m ille
tributari, p alesi e nascosti. T ali tributari il M. cerca d indi
viduare in quanto alla provenienza, d i tu tti traccia il profilo,
m isurandone cos la larghezza come la profondit. N on pu per
determ inarne la velocit, ch i poveri strum enti che ha sono del
tu tto d isad atti alla bisogna. Anche del M incio non riesce a m i
surare il lento corso.
Onde il problema che si pone se le acque del lago si deb
bano tu tte al tributo degli im m issari od alle vene , m algrado
che egli calcoli la quantit im messa, quella em essa e quella
evaporata, non risolto in modo sodisfacente, ch egli conclude
genericam ente esser le vene num erose e ricche e recar buon tri
buto di acque al lago. La qual conclusione non poteva che essere
cos; la determ inazione in fa tti della portata dei fiumi non era
p ossibile con strum enti p rim itivi e con mezzi inadeguati, e
quindi m al sicuri erano i dati su cui si dovevano fondare i suoi
ragionam enti.
La n a lisi chim ica delle acque non lo porta ad alcun risul
tato positivo, come non lo ha portato ad alcun risultato lana
lis i delle acque del m are; la chim ica si basava allora del tutto
su i caratteri esterni, e perci tu tte le m escolanze che il M arsili
tenta, tu tte le reazioni a cui procede non lo fanno avanzar di
un passo. P iu tto sto qualche buona osservazione pu fare, met
tendo in rapporto il peso d ellacqua con la tem peratura e que
sta con la profondit.
Lultim o capitolo, il quarto, tratta dei venti e poi dei m oti
delle acque. T ratta prim a dei venti, perch essi sono causa non
ultim a dei m ovim enti delle acque; poscia di questi, che sono
anche originati da altre cause. B ello sopra tutto quanto, nella
m onografia m arsiliana, riguarda il vario incrociarsi dei venti
su lla superficie del lago ed il loro battagliare, e poich al testo
segue una carta che registra i venti che in diverse direzioni sof
fiano sul lago, cos questaspetto del clima gardense acquista
un evidenza grande.
Per i m ovim enti delle acque, che sono numerosi e di varie
cause, il M arsili io credo che abbia raggiunto il grado maggiore
di originalit : in questa parte egli quasi del tutto nuovo. Le
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a r io
onghena
B IB L IO G R A F IA
F.
eandro
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a co po
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questo biennio ! Il Fantuzzi (M em orie, pp. 258-261) cita coloro con cui
fu in relazione epistolare durante questo tempo ed a cui scrisse lettere
dotte, il Boerhaave, il dott. G. Monti, studioso di anatomia, il Micheli.
Ma anche qui, nella lettera dedicatoria al Poleni, il M arsili accenna
a due lavori, a cui attende nella tranquillit del soggiorno benacense,
cio allultim a redazione del trattato Dello stato m ilitare dellimpero
ottomano , ed a raccogliere le osservazioni fatte durante di suo viaggio
per mare da Livorno a llInghilterra (settembre-novembre 1722).
Il
M arsili dice che da gran tempo s'occupava del primo dei due
argomenti, tanto che sentiva un po di stanchezza ad occuparsene an
cora. E difatti fin dal 1679 cio dal suo primo viaggio a Costantino
poli aveva cominciato a raccogliere materiale, che la permanenza
nella capitale turca, pi tardi, (1692), ed i frequentissim i contatti o
durante la guerra o nelle trattative di pace avevano assai accresciuto.
N ella tranquillit della vita di poi il M arsili pot dare una disposi
zione alla vasta materia, che riceveva g li ultim i ritocchi allora. Ma il
M arsili non pot vedere lopera sua pubblicata : essa in francese ltat
m ilitaire de lEmpire ottoman, ses progrs et sa deeadenee apparve
nel 1732 a llAja e ad Amsterdam.
1
Al ms. 97 A. I. (Fondo M arsili), esiste la lettera che contiene le
osservazioni a cui il M arsili accenna Epistola continens observationes
addendas Tentam ini physico naturalis historiae maris, R egiae Societati
Parisiorum scripto ab Aloysio Ferdinando Co. M arsilli habitas occasione
novissim ae suae naviga tionis a Liburni portu per Fretum Gaditanum ad
plagas oceani respicientis Hispaniam, Lusitaniam , Galliam et canalem
inter Galliam, Angliam et Hollandam, ab eodem scripta ad eruditissimum
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e r d in a n d o
a r s il i
PARTE
P R IM A
CAPITOLO PRIMO
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sto 1 al pari d egli altri proviene, come si mostrer, pi d allacque sorgenti dal basso che defluenti dalla superficie della terra. 2
In quanto alla giurisdizione secolare soggiace a due P rin
cipi diversi, cio all'im pero germ anico, perocch ubbidisce per
un piccolo tra tto di cinque m iglia, n ella mappa notato d i color
giallo, al principato di Trento, membro del Tirolo ; 3 ed alla
repubblica veneta, confinando il Trentino co di lei sta ti fra le
due valli della P ola e Cresta di M onte di Eocca, detta V aim ar
cia. 4 D a questi due term ini per tu tto il rim anente dellesten
sione del lago diviso sotto due considerabili territori B resciano
e V eronese. Il principio di quello dalla valle della Pola, il fine
sotto D esenzano ad un luogo detto C astello de M artinenghi, per
le lin ee di Pozzolengo e da qui il V eronese va fino alla detta
Valm ancia.
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(li B rescia, che lasciano due valli, una che conduce a questa
citt , e laltra che ha il nome di Sabbia, che mena in altra chia
m ata T rom p ia.1 D a llaltura di Sal, questa linea di a lti m onti
si slontana un poco dal lago fino a Toscolano, e poco pi sopra
m aggiorm ente lascia una valle di tre communi m entovati e che
poi va ad u n irsi a l lago nella punta di San G ia co m o .2 Vorr il
lettore dare un occhiata n ella mappa a questa situazione s ben
difesa da tu tti li venti di tram ontana per ragione della linea de
m onti che form a come un muro con una falda esposta a levante,
a mezzo giorno, a ponente, e che a llopposta riva d i Torri e di
Garda fa godere anche di sim il clim a benefico alla coltura di
agrum i, ohe a suo luogo dir.
Da'lla punta d i San G iacom o a l P ra to della F a m e 3 non vi
che una scoscesa falda di rocca fa tta de consueti strati che non
1 Ricorda due valli : una conduce a Brescia e l altra la vai gabbia,
che conduce dice il M arsili alla vai Trompia. In realt da Sal
una strada che sale oltre un centinaio di metri porta alla vai Sabbia,
a Tormini ; di qui, scendendo la vallata del Chiese e allargandosi nel
piano, si perviene a Brescia, ovvero girando per le coste di S. Eusebio
si raggiunge la Trompia, indi Brescia. Questo probabilmente vuol dire
il Marsili.
2 La linea dei monti s'allontana, dopo Sal dalle rive del lago : a
Toscolano di nuovo savvicina (m. Lavino 807 m., m. Pizzcolo, 1582 tn.,
in. Castello, 866 m.) e alla punta di San Giacomo, a N. di Gargnano,
dove termina lampia strada rivierasca, i monti alti (m. Denervo, 459 m.)
selevano presiso le acque. Onde accade, perch una barriera di cime
discretam ente alte si erge a sud e ad est, che sul lago non soffino i
venti freddi di tramontana. Ed il beneficio non solo risentito dalla
riva occidentale, ma anche da quella doriente, s che Garda e Torri
possono allevare una vegetazione di agrumi e godere runa notevole m i
tezza di clima.
3 II Prato della Fame un breve tratto piano che si distende sulla
costa, ai piedi di una serie di dirupi scoscesi e grandiosi, che comin
ciano subito dopo Gargnano, ed al principio di altri dirupi che si pro
lungano assai verso Nord. Due torrenti solcano questo prato ed un
piccolo porto si apre davanti.
La strada ha gi lasciato la riva e s cacciata verso linterno ; torna
a riapparire solo dopo Campione. Una nuova ampia strada rivierasca
per in costruzione.
La punta di Forbisicole si avanza nel mezzo fra i 2 porticciuoli, che
rendono accessibile la costa per via dacqua.
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m e r c a n tili.1 Anno lim bianchim ento dei refi e delle tele essen
dovi il tratto di riviera fra F agian o e S al preparato con la str i
camenti di pietruzzuole votando dellistesso lago unite a mo
saico, sopra cu i distendono g li uni e le altre. 2
Gran parte d eg li abitanti alim entasi con la pesca di pi
sorti di pesce di squisitissim a qualit cio trote, carpioni, sarde,
tinche, lucci, anguille, che per le nom inate non solo ma pi
rem ote citt si trasportano.
Sicch questo popolo ed in specie il bresciano occupato
fra le dette arti, m anifatture e commercio, tan to che non vi
chi vada per cos dire elem osinando.
In fine la vicinanza della Germania fa c ilita lesito alla pro
duzione della natura e m anifattura di quella gente.
CAPITOLO SECONDO
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1
Buona la distinzione che il ila r s ili fa, per anatom izzare il lago :
l alveo e le sponde ; e buona pure laltra distinzione fra le rive
uscenti dalle acque e quelle coperte dalle acque distinzione per
aggiunge che uon esclude che luna parte e l'altra si considerino un
tutto.
8 Pare che il M arsili non si stanchi mai di dire al lettore che non
solo la morfologia del Benaco che lo interessa, ma un argomento assai
pi alto, lorganica struttura della terra , a spiegare il quale questa
monografia limnologica ed altri studi costantem ente mirano.
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1
Lidea del Marsili, meglio precisata da vari suoi schizzi ed appunti,
la seguente :
Sotto la cute terrea (cio sotto lo strato di alterazione e di ter
riccio) esiste sulle rive o un materiale roccioso unito, o un materiale
roccioso frantumato per varie cause (e spiegher poi che si tratta del
l azione del geli e del sole), e a frammenti angolosi o anche arrotondati
durante il trasporto. Il m ateriale roccioso, che forma i monti attorno
al lago, regolarmente stratificato ; 1 giunti o interstrati (chiam ati la
dini dai cavatori) posson essere larghi fino a tre dita e contenere anche
m ateriale diverso. Normalmente ai piani di stratificazione, la roccia
rotta da vene (fratture) disposte a distanze irregolari, aventi decorso
tortuoso ma dirette in complesso secondo la verticale; di varia pro
fondit e riempite di terra o di minerale di ferro (ocre).
Si noti la rigorosa esattezza di tali osservazioni, veramente mira
bili per il tempo In cui furono scritte, e impeccabili cos per rigore di
logica come per accuratezza di visione. (Gortani).
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1
La sponda bresciana da S. Giacomo fino alla citt di Riva quasi
verticale rispetto al piano delle acque del mare. Sulla sommit questi
monti sono intatti, poich minimamente su di essi hanno operato le forze
esterne, ghiacci e piogge. Per da essi sono stati frequenti i scivola
m enti di parti di rocce o di rocce intere.
T ali alture come si collegan con quelle del Bresciano, cosi si
uniscono ai monti del Tirolo : alla cima sono modellate a piccole pianure.
*
P. di Corlor e Riva Nanzel rispondono alla p. Per ed al sito di
Tensel, che il M. erroneamente chiama Tenzel.
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1 La punta di Gr segnata dal M arsili ad E della pen. di Sirmione, ed la sporgenza che pi si insinua nel lago in questo tratto,
bassa, triangolare. Le carte non la segnano con alcun nome.
Da questo punto savanza una breve serie di scogli che non giunge
a llaltezza della punta di Sirm ione: uno si avanza anche verso questa
penisola. T ali scogli sono rotondeggianti.
2 In queste tavole il M. vuole dimostrare che fra la punta di Sirmione ed il capo S. Vigilio e il vicino paese di Garda corre una linea
di tenue profondit. E difatti, due aree di minor profondit si avan
zano da S. e da N. abbracciando buona parte del lago. Queste aree
hanno poi qua e l brevi tratti a scogli o di assai minore profondit,
cos che s i pud supporre due coste non oltre i 35 m. protendentisi in
senso opposto e separate da un breve solco pi profondo.
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1 II M arsili pensa che la natura abbia dato alla cratera del lago
una determinata capacit e che in proporzione di essa siano le acque.
Cosi enunciato il concetto marsiliano pare ovvio. Per egli d alla
sua idea un significato di tanta prestabilita fissit che vengono escluse
logicam ente tutte le cause vere che hanno determinato il lago e ne re
golano la vita mutevole.
2 Qui ripete ci che ha gi detto nellH istoire physique de la mer,
e che non possiamo non considerare come una conquista dovuta al Mar
sili e da lui tratta dallesperienza.
Da pi scandagli nel mare aveva potuto constatare che le profon
dit maggiori erano presso le rive pi alte, e qui osserva che il fatto
si ripete. Perci considera come legge questa che gli risulta da tante
constatazioni.
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lago sino al principio del suo em issario pel M incio ascende alla
sola profondit di 12 piedi organizzazione datali dalla natura
perch questa m ole di acqua che risiede nel nostro lago rim anga
a quel livello che leconom ica disposizione ricerca per questo e
per g li a ltri laghi, che ho avvertito essere disposti alle radici
esteriori o ulteriori di queste A lp i dividenti l Ita lia dalla Rezia
e d a llE lv e z ia .1
La necessaria conservazione di questo livello, che la natura
vuole con un cos leggiero scarico costante dellacqua, si mostra
n ella m aniera che individuer, contro g lim petuosi venti da
qualunque parte che vengano.
Fra la punta d ellisola de F r a ti ed il Prom ontorio d i San
V ilio e fine della valle d i Sal, bench il lago iv i sia si molto
dilatato, con tu tto ci una profondit in esso, che occupa tale
spazio che variasi prom iscuam ente e che al parere mio pro
viene d alla vicinanza degli a lti m onti che sono nella linea di
M onte A g n ella parte B r e sc ia n a 2 secondo i l preso sistem a
che le profondit sieno regolate d allaltezza de m onti vicini,
perch approssim andosi verso Peschiera, tanto i profili che i
num eri nella m appa puram ente idrografica m ostrano la dim i
nuzione de fondi s per l am piezza che piglia il lago come per
esser cinto in ta l plaga d i m iti colli.
Da tu tti i profili si vede che il fondo dove il lago pi an
gusto fra le sponde bresciana e veronese pende verso la mede
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CAPITOLO TERZO
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palm i 10, che sono passi 50, piedi 2, palm i 10, che paragonata con
1 altra d ella larghezza m aggiore del M incio, eh piedi 251,
palm i 8, che fanno passi 41, piedi 5, palm i 8, vi corre la diffe
renza di 8 passi, piedi 3, palm i 2 di m inore estensione che ha
lapertura superiore del M incio alla M adonna del Faggio,dov
il passo della B arca un piccolo m iglio sotto Peschiera, differenza
di poco mom ento, e da non considerarsi nellessenziale per i
ta n ti accidenti che ponno essere accaduti nel pigliare le misure,
e perch li p iccoli alvei con le ripe loro trattengono il moto delle
acque, onde sembra che la natura abbia com pensata la difficolt
del corso con quella poca m aggiore q uantit di larghezza che ne
confluenti presi insiem e sincontrano, ed ancora perch si com
pensa cos in parte la m inore profondit de confluenti, di cui
diremo in appresso.
Le tre profondit prese n ella settione del M incio, cio nella
sponda Veronese passi uno, oncie sette, e nel mezzo piedi 5, P. 3,
ed a lla riva bresciana piedi 4 P. 8: che tu tte assiem e fanno
P. 198: onde prendendo la terza parte che P. 66: cio di
piedi 5 P. 6, si ritrova la profondit media del Mincio stesso.
Ora stando ferm i a lli tem pi delle nostre osservazioni e parago
nando nella tavola le profondit d e confluenti stessi, si arriva a
questa media profondit del M incio di piedi 5 P. 6, onde se ri
fletterem o al m aggiore pendio, e per conseguenza a qualche mag
giore velocit che i confluenti ponno avere ed a lla maggior lar
ghezza de confluenti stessi (di cui si detto) potremo conclu
dere che presso a poco ta n t acqua scarica il Mincio dal lago
quanto quella che nel lago istesso viene da questi piccoli con
fluenti introdotta. 1
N e llalveo d ellistesso M incio si vedono ad ambe le rive i
segni, che l acqua difluente pel proprio alveo alle volte cre
sciu ta sino a quattro piedi, e come dir a suo luogo parlando
dei m oti d ellacque di questo lago, queste nella m aggior loro
crescenza crescono sul lago sino a tre piedi e mezzo, tre piedi,
1
Circa la profondit degli im missri e dellemissario, il M arsili trova
che le cifre coincidono : 5 piedi e 6 pollici, cio m. 1,77, onde conclude
che tantacqua si scarica nel lago quanta ne esce.
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due e sei o n d e, due soli, com stato nel verno passato del 1724
e 2 5 ,1 dove fu s gran siccit, prove tutte che a mio credere
m ostrano che l acqua, chesce dal lago pel M incio non <4he
quella parte forastiera condotta nel lago pe descritti defluenti
ftum icelli e rivi (toltane quella che il sole attrae); del rim anente
la m ole acquea indigena del lago forse non ha esito, avendola
co n stitu ita l autore della natura a quella quantit, chera ne
cessaria a lleconom ia acquea dentro la terra, e che a noi non
nota, ma bens conosciam o che da questo livello non vuol retro
cedere anche ad onta dellim peto de venti, come a suo luogo di
m ostrer, parlando d elle correnti in questo lago; e non senza
la probabilit forse che l istesso ancora succeda dentro de
mari, cosa che non sapremo m ai senza la m agnanim a benefi
cenza de sovrani m arittim i, che istitu iscan o a sue spese navi
osservatorie, con una istruzione uguale, e com une a tu tte, eh
quello ho esposto nel mio saggio fsico, e n ellaltra disertazione
a ll amico m io Boerhaave. 2
In questa tavola 'ho pure aggiunte tu tte le osservazioni che
ponno indicare la natura delle acque superficiali del lago, lito
ra li e de fiumi e ruscelli confluenti in essi, e le ho ritrovate fra
loro in tu tto uguali pel colore e sapore, alla riserva della con
fluente del rivo a Gans 3 eh era trobida e di sapore paludoso
come proveniente da terreni palustri della Lugana, ed uguali
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Fra il maggio ed il luglio si ha pi frequenza di suver e di ra.
Nel maggio del 1923 dice il Malfer si ebbero 20 suver ed ra
e nel luglio 25. Pi forti sono i venti di S. e sincontrano con il loro
contrario presso il capo S. Vigilio, vero punto dincontro. Per il Suver
riesce a conservare il predominio nella parte di lago pi stretta.
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zoili andava in tal decadenza che fra la 20* e 21 ora era quasi
una calma p e r fe tta .1
N ellestate non nasce e non dura con ta l ordine s perch le
calm e sono pi frequenti, com e ancora perch le nevi su m onti
di Tirolo mancano. 2 TI Su ver tu tto che d i natura rigida non
reca effetti cattivi alle delicate piante degli agrum i ed olivi per
ch di leggieri tocca ambe le rive del lago, quando 1 ra nel
verno, e particolarm ente essendo le pianure d i Lombardia co
perte di nevi, per altro di natura non cos aspra come il Suver,
fa alla riviera bresciana gran pregiudizio perch di angolo retto
la percuote, cosa che non si pu fare da g li altri venti, da quali
affatto coperta, o se attaccata, sempre leggierm ente, di modo
che un s bel paese p osto in clim a per se stesso freddo, e sepolto
fra l A lp i coperte di nevi per tan ti m esi d ellanno, e confinante
per tu tte le parti con altri per cos dire g elati, nel cuore del
verno gode aria amena, a cui aggiungendo larte d i coprire le
loro cedrare, collaiuto delle ben poste linee de m onti e degli
a liti del lago que popoli non ostan te la natura sterile del ter
reno vivono in una (patria beata. 3
Quando le osservazioni de venti fussero state il m io primario
soggetto in questo lago averei m olto di pi potuto tentare; ma
contento d i avere conosciuto q uesti per quanto esiger potea il
mio bisogno su m oti che causano n ellacqua del lago; non m i
sono pi inoltrato, anche per m ancanza d i tempo e strum enti,
ma sempre pi m i sono conferm ato per le addotte succinte os
servazioni che lumido gran pascolo de venti e come laridit
un annientam ento di e ssi; e per questo la forza del sole distrut
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CAPITOLO QUINTO
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strato possa uscire dal lago, che al parer mio non che quella
piccola q u antit che viene portata da fiumi e rivi descritti, e
perch ci possa seguire con un ordine costante, anche la natura
ha fa tto un alveo che si vada inalzando sulla m aggiore pro
fon d it di 340 passi o piedi 2040 sino a quella dell em issario
ch d i p assi 2 e piedi 12, come pi chiaram ente si vede nel
profilo della, lunghezza del lago d escritto nel capitolo della
struttu ra organica del medesimo. Q uesto moto tanto leggiero
che per ogni m inim o vento se ne perde affatto la cognizione ben
ch a llem issario suo, che il principio del M incio pi volte men
tovato, sempre si veda pi e meno il corso d ellacqua causato,
secondo me, in quel caso dal peso della mole superiore del la g o .1
La seconda specie di questi m oti costanti naturali quella
che viene causata dalle sorgenti n atu rali sopra e sotto dello
rizzonte delle acque. A ppresso del villaggio di Cassone un tiro
di fu cile dal lago al pi della quasi m aggiore altezza d i m onte
B ald o abbiamo quella sorgente che parlando dellacque con
fluenti nel lago enunciai, la quale ci m ostra come sotto d elloriz
zonte d ellacqua del lago anche sortiscano, ch quello anche ve
diam o in ta n ti siti d ellAppennino, quando fra il mare e radici
di essi m onti vi sieno interposizioni di continenti che dalla
parte del M editerraneo vengono chiam ate maremme pel rista
gno che vien fa tto per ta li acque senza libero scolo nel mare
im pedito da venti, come le altre dellA driatico si chiama valli
e p a lu d i.2
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corso delle loro acque in quelle del lago sono di poca estensione
e quasi di nissun conto ed incapaci di resistere ad ogni mediocre
contrasto de venti.
I m oti di crescim ento e decrescim ento e stato delle acque
nel lago hanno la loro direzione, come d issi, dalle pioggie e li
quefazioni delle nevi che si scolano da quelle terre pendenti
verso del lago, fra la m oltip licit o scarsezza di quelle acque, che
hanno le gi descritte stagioni, per l augm ento, stato e dim i
nuzione della pi volte m entovata poca quantit di acqua, ch
quella unicam ente sottoposta a ta li variet, m entre la propria
e vera del lago, fa tta dalle sorgenti laterali e verticali, non esce
dal suo sodo e naturale livello prescrittole d alla n a tu r a .1
T u tti li m oti cau sati da venti sono in costan ti e variabili se
condo lincostanza e variet di essi fra loro, causando con le
loro im pressioni ta n ti diversi m oti; vero che uno pi abi
tuato d ell altro in certe stagioni, com e di sopra ho notato.
Quando questi m anchino si fa una somma calma, che tiene im
m obile l acqua, detrattone quel tenuissim o moto suo verso di
Peschiera, e quello che alle volte1 nasce per il gran caldo. 2 S i
pu pur presupporre che certi im provvisi m oti a m olti piedi
sotto della superficie d ellacqua provengono da sotterranei venti
che sbocchino nel lago senza che n ellam biente spiri un minimo
vento, se pur non fossero m oti causati da sbocchi im provvisi
d ellacque sorgenti sotterranee dentro del lago, che per al dire
de pescatori non alzano punto il livello dellacqua del lago, ma
solo predicono m utazioni gagliarde dei tem pi. 3
78
I raggi del sole cocenti, ho dim ostrato, che pur essi cagio
nano m oto in poca profondit dellacqua superiore, che da quelli
rarefatta si alleggerisce di peso, come ho detto n ellesame d ella
natura di essa, e questa istessa rarefazione per mezzo del sole
causa il moto che p iglia un corso di corrente verso di quella
parte, che ritrova nella parte superiore dellacqua qualche spe
cie di d e c liv io .1
S e la m ia dim ora fosse sta ta pi longa alle rive di questo
lago, per certo avrei sopra d i questo fa tto m oltissim e osserva
zioni per potere forse prendere qualche lum e da spiegare la
corrente del mare, che in m olta p rofondit attorno dello sco
g lio di C asidagno 2 in faccia di Cassi, territorio d i M arsilia, si
gira secondo il moto del sole, dove i raggi del medesimo non
possono penetrare a quellacque profonde che con ugual giro
d el sole corrono, come siegue nelle superficiali del lago. In que
sto sito dentro del mare ta li correnti si distinguono pescando il
corallo che vegeta in esso scoglio, che si pu appunto fare nei
m esi di lu glio e dagosto.
T ali osservazioni, che non hanno la corrispondenza daltre
in siti diversi, e nelle stesse stagioni, non lasciano altro luogo
che di riferire l osservato. A bbiansi i posteri il ratiocinio col
fondam ento delle considerabili corrispondenti osservazioni.
I m oti superiori nel lago causati da d escritti diversi venti
m etodicam ente obbligano a diverse profondit a ltri contram oti,
che con pi celerit in esso si osservano per la di lui piccola
esten sion e in lunghezza e larghezza. U n ta le inalterabile sistem a
un ito a lla ltra osservazione che quando vi calm a perfetta nel
IL LAGO DI GARDA
79
lago, egualm ente anche tu tte quelle correnti solite contro del
moto de venti non vi sono, perch cessati li venti, causa de moti
superficiali, anche g li airi di sotto in 24 o 30 ore cessano, e
tu tta la m ole dellacqua del lago si m ette in perfetta quiete, e
tran q u illit, alla riserva di una di quelle descritte estraordinarie
e rare e brevi correnti di sotto, che predicono m utazioni d i tem
po ; 1 c insegna che l acqua di questo lago ha il suo stabile e
naturale livello corrispondente a lla m ole acquea conservata
nelle viscere de m onti e terre circonvicine, come l intero m are respettivam ente a tu tta la m ole terrea del mondo. N el mare con
m aggior forza e per lunghissim e estensioni soffiano come nel lago
i venti, che cacciano a lla parte opposta le acque e senza la resti
tuzione a siti da dove partirono, si farebbono som m ersioni e non
vi sarebbe m ai l indispensab ile livello rim esso da questo contra
moto. 2 Losservazione m ia d ella contracorrente inferiore a lla su
periore del Bosforo Tracio sarebbe forse con questa osservazione
del lago spiegata m eglio che con quella che in tenera et stam pai
e che rende probabile forse che dentro dello stretto di G ibil
terra sia un egual contram oto di sotto a lloceano, che ivi tenga
il necessario livello con la restituzione di quelle acque, che per
di sopra vanno al M editerraneo. 8
Qui non sar soverchio accennare che questi m oti causati da
venti nelle parti superiori de m ari e la dim ostrata necessit
1 Se i venti non determinano moti superficiali, le parti profonde, ces
sati gli effetti dei moti superficiali (e gli effetti durano poche ore), si
tranquillano, ed il lago diventa placido specchio. Solo persistono brevi
e rare e straordinarie correnti subacquee che denunziano mutamenti di
tempo. (Si veda il Malfer nei paragrafi V ariazioni di livello e C orrenti,
op. c., pp. 66-71).
2 Se nel mare il che deve verificarsi anche nei laghi __ non avve
nissero i contramoti che restituiscono ad una parte le acque portate dai
venti altrove, allora avverrebbero sommersioni e si turberebbe il natu
rale livello.
3 E osservato il fenomeno, ma non data la causa esatta. Sul Bo
sforo Tracio lopera stam pata fin dal 1681; sullo stretto di Gibilterra
si veda la mia pubblicazione Intorno alla lettera al Boerhaave in buona
parte pubblicata (Annuario del R. Liceo Scientifico A. R ighi - Bolo
gna, 1929-30).
80
PARTE SECONDA 1
fi
sono
per la
82
IL LAGO DI GARDA
83
84
1
Non possibile dare indicazione esatta di quanto possono ritenersi
certe piante che possono tuttora venir attribuite alle Caraeee.
Siamo nellepoca in cui taluni autori, come nel caso presente lo Zannichelli o il Pontedera, seguivano ancora la denominazione polinomia,
altri invece, come il Vaillant, la binomia. Come si sa spesso litigioso il
riconoscimento specifico di queste crittogame e non poche volte non si
potr esporne una identificazione se non in base alla uguaglianza degli
epiteti specifici se conservati nella specie come oggi intesa : Qui dunque
1 Hyppuris aquatica fetida, polysperma, cosidetta dallo Zannichelli
con probabilit corrisponder a Chara foetida A. Br. oggi unificata con
Chara vulgaris Linn. Gli addotti sinonimi di C. Bauhin e del Vaillant
sono tenuti tuttora per tali.
Ch. vulgaris venne gi notata per il Benaco dal Garbini (op. cit. p. 11)
per la spiaggia sommersa, certo compresa in quella formazione che il
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paragone con altri vegetali scoperti nel B altico dal Boerhave, forse dalla
Chara baltica Bruzel., starebbe a dimostrarlo.
Nessun criterio pu ottenersi dallaver osservato la pianta con o senza
fruttificazioni avvenendo tutto questo sia nelle Citare quanto nelle H ip
puris.
Un fortissim o criterio per appigliarsi a l ultimo partito che non
possa cio trattarsi di una Chara rimarrebbe considerando la figura che
ne diede il Segujer (PI. Veron., t. I, p. 103, t. II) che certamente va rife
rita a H ippuris vulgaris L. sterile sia per il portamento della pianta,
sia per la presenza delle radici ad ogni articolo del rizoma prova evi
dente del suo carattere di Fanerogama. A questo proposito anzi il Goiran
che dice H. vu lgaris frequentissim a nel lago e in tutto il Veronese vi
avrebbe attribuito a questa specie del V aillant ambedue le H ippuris de
scritte dal Segujer.
Ma per laltra va fatta riserva come s detto nella nota che tratta
della prima delle specie del Marsili. Non basta : vi dovette attribuire la
pianta descritta sotto il genere Limnopeuce dal Segujer medesimo (suppl.
Tom. I l i , pag. 64) Hum ilis quaedam pianta in fundo lacus Benacensis
proveniens , nome che questo autore sostituisce a quello imposto alla
figura AeWHipp. subcinerea. Bim ane ehe il Segujer per non fa men
zione del nome di scola.
Non da escludersi infine che al Marsili sia potuto sembrare una
sola pianta un groviglio di Caraeee e di H ippuris che sono concrescenti;
a questo farebbe pensare leccessiva fragilit quando siffatte piante erano
disseccate.
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piede dal quale nasce il fu sto prim ario sottile come seta che
con a ltri filam enti diram asi senza una m inima foglia, i quali
nei tubi hanno grani di sem i uno appresso dellaltro nella forma
non d issim ile dal B alth eu m m a ris b a lth ic i e si come a quella
p ianta danno i B o ta n ici nome d i fuco, pensasi che fosse bene
il chiam are fuco anche questa.
A lid i del m are batavo, ed in specie nellisole di Tessei,
trovai fra le m olte specie di fuchi quella del m entovato B a i
theum ma/ris altM ci, come ho d etto n ell ultim a dissertazione
a Boerhaave, ed ebbi m olti indizi Che ne siti de sem i fossero
fiori v isib ili, quando di fresco il mare gli gettava. H o com
m esso nel m edesimo lago pi diligenza per osservare quei fiori
che non ho veduti fin ora. Q uesti semi, come sono nella figura
rappresentati, g li trovai ne m esi dagosto e di settembre, ma
inoltran dosi la stagione a llautunno vidi le seole senza alcuno
di questi, perch g li avevano probabilm ente g e tta ti nella so
stanza lotosa. H o chiam ata questa p ian ta repens, perch per
tu tto il tratto d ellestensione dessa, ho ritrovate piccole radici
che g li danno, dal lato dove sono, lalim ento serpeggiando per
esso.
Lottava fu ritrovata sopraequa fiorita in un seno di isola
il d 19 settem bre 1724. Q uesta chiam asi R am m cu loides foenicu li fo lio longiore. V a ili, nov. gen. in A ct. Reg. Acc. P aris,
anni 1719, edit. B at. 49. R an un cu lu s aqu aticu s a ltu s flu itan s
P eucedani folii. H. L. B. 514 Tav. 291 M illefolium aqm tticum
fol. fen icu li R anu ncu li flore e t cfppitulo C. B. P in. 1 4 1 .1
1
T rattasi quasi senza dubbio del Ranunculus trichophyllus Chaix, il
pi comune dei congeneri anfibii appartenenti alla Sezione Batrachum
lungo tutta la sponda del Lago di Garda (Goir., II, p. 14).
Ora ritenuto una semplice variet del R . aquatilis L. di cui non
presenta giam mai leterofillia specificata per la stazione terrestre e ac
quatica come il tipo. Il Garbini in fatti (op. cit., p. 10-11) cita ambedue le
forme e anche quella di R. D rou etti (F. Sch.) Rouy, ora ritenuta variet
di R. trichophyllus non ancor segnata nella flora italiana e neppur vero
nese ove sar da riconfermarsi (Cfr. Rouy Consp. FI. de France, Paris
1927, p. 5). Unultima prova che si tratti di R anunculus trichophyllus
Chaix si il riferim ento che il M arsilii fa di questa pianta a Millefo-
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92
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quae ut B ritan ni loquuntur, fluviis innascatur, spongia appellatur fluviatilis, anfractuosa, perfragilis, ram osissim a P luk. Phytol. Componitur haec fibrillarnm fascicu lis inter se denso or
dine congestis atque com plicatis inter quos anfractus relinquuntur quos u tricolis aqua plenis in viva stirpe referios e x i
stim o ideoque fllam enta non nulla quibus utriculi contexebantur soluta cernere licet. Coloratam hanc esse spongiam expicta im agine apparet, qui color ab aqua fit coloratis particulis
feta, hinc ea quam compressam m isisti, in pallorem languescit
effluxerant si qnidem cum aqua subrubra corpuscula. Hoc tamen coloris discrim ine apposito, ipsam definiendo com plectare .
Cos avendo io riguardo anche al colore la definisco sponcjia la
cu stri# su brubra friabili*.
Essendom i questa arrivata nuova nel lago, non avendola ve
duta fuori che nel mare, fu i curioso di fare quelli sperim enti
che potei nellangustia dei mezzi. Sprem etti da questa spungia la sostanza fluida chera in essa, Svelta che fu d al lago,
che aveva il colore di caff chiaro con un odore soave d i marea,
che accostavasi a quel di m enta. In due vasi a parte posi que
stacqua sprem uta. In uno m ischiai dello spirito di vetriolo,
n ellaltro dellolio di tartaro. N el primo parve un insensibile
ebullizione, nel secondo l olio tu tto unito precipit a basso, te
nendo sopra di s lacqua sprem uta, che poi con un lungo dibat
tim ento feci assiem e incorporare, e lo lio venne a galla. La
scia ti per ore 24 questi ne loro vasi, quellacqua chera collo
sp irito di vetriolo prese colore come di vino nuovo bianco tor
bido e dava un odore erbaceo gentile. Laltra collolio di tar
taro prese un colore terreo scuro e dava odore d i marea forte
come di gam bari p u tr e fa tti.1
1
E ancora possibile seguire questa rozza operazione chimica. Il li
quido cos spremuto sar stato carico di sostanze proteiche provenienti
dalla parte vivente del porifero. Trattato con lacido solforico e sotto
posto perci a violenta ossidazione le sostanze suddette subirono una scom
posizione con svolgimento di un gas probabilmente di anidride carbonica
e di vapor acqueo. Ci che rimase, spicole silicee, membrane cellulari
meno facili ad essere scomposte non subirono quel processo degenerativo
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IL LAGO DI GARDA
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Solam ente nel tempo autunnale potei sapere elle nel forte
d ellestate, ed in specie in poca profondit nello spazio del
lago pi ampio 1 sincontrino palle di una sostanza di glutine
96
IL LAGO DI GARDA
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98
IL LAGO DI GARDA
99
questi pesci vengono ora riuniti sotto il nome di Aiosa finta (Jenyns)
Cuv., un pesce anadromo ma che, naturalizzato nei laghi, venne dal Fatio
ritenuto costituirne la var. lacustris. Oltre le classiche ricerche del Pa
vesi, si potr trovare una sintesi sulla biologia di questo pesce nella
Fauna del Garbini (pag. 36S, 13) e una descrizione completa, anche dal
lato geografico pescatorio, nel gi tanto citato libro del Malfer (Il Benaco, a pag. 131).
Questultimo autore attesta che il giudizio popolare non ammette que
sta identit dindole sistem atica.
Per il pescatore la sardena pesa meno di 3-5 hg., e 1 agon in
vece di pi e raggiunge il chilogrammo.
100
IL LAGO DI GARDA
101
1
Anche in queste osservazioni si risente della costante collaborazione
avuta dal Marsilii coi pescatori ; notevole per l esattezza quindi lapprez
zamento, che il Marsilii dice inizialm ente fatto in base ai suo studi sul
mare, che ogni qualit di pesce preferisca un determinato letto per la
frega : o la ghiaia o la rena o la roccia o il limo. Ed ancora che tale
consuetudine si trovi perpetuata dal sguito delle generazioni e non
soffra eccezione dindividui.
Per molte delle specie pi redditizie cos le stazioni d frega anche
sul Benaco divengono dei luoghi fissi e ben noti sovrattutto ai pescatori
di mestiere. E ssi gi fin da quel tempo pagavano un contributo per lap
palto della pesca o alle loro communit o al principe secondo anche
quanto risultava al Nostro ; ma fin dallepoca medioevale esisteva un
diritto di pesca, anzi il Malfer (La Corporazione degli Antichi orignarf
di Garda - A tti Acc. di Verona (1924), pagg. 9-46) ne tesse la storia
di quello esclusivo che i pescatori fino dal 1452 cercarono di stabilire,
accompagnando lo studio di preziose notizie toponomastiche delle regioni
lacustri antiche e recenti e specialmente della riva prospettante Garda.
Ci lo induce anche a descrivere i metodi e gli strumenti come oggi
sono usati.
102
e del freddo, che variam ente sono nelle diverse altezze dellac
qua, e che sopra m ostrai col barom etro ed a ltri sperim enti col
sughero.
Or veniam o precisam ente alla m aniera con cui segue questa
operazione detta Prega.
In circa un mese avanti che la fem m ina di ogni sorte di pe
sce faccia lespulsione delle ova, solito che segua un accompa
gnam ento col maschio, pel qual tempo cadono in una somma m a
grezza e perdono le carni il loro gusto non meno che i loro vivi
in tern i colori, come accade nei carpioni e nelle trute che a suo
luogo dir.
La fem m ina in questo tem po desiderava di trovar in quei
s iti delle Freghe un sito a le i pi congruo, ciecam ente conduce
il m aschio che la siegue desideroso di accostarsele, guizzandole
attorno con carezze e con una specie anco di baci che partico
larm ente nei cavazini o cavedini si veggono pi che in altri,
perch dentro delle fiumare confluenti nel lago fanno in poca
profondit tu tto questo raggiro che probabilm ente in tu tti g li
a ltri l is t e s s o .1
Quando la fem m ina abbia trovato un sito pi aggradevole
per deporre il parto delle ova 2 com incia a preparare quello anche
con laiuto del m aschio, servendosi del grugno particolarm ente
su la durezza delle pietre spogliandole di quella tartarosa cor
teccia e rendendole quasi albeggian ti ed al tatto liscie come io
m edesim o vidi nella frega iem ale delle trute fra Peschiera e
Sirm ione. Se la fem m ina una di quelle specie appetente larena
so ttile, la pesta per premervi sopra il ventre da espellere le ova
e per collocarvele, com ponendosi una certa foggia di nido.
In questi preparati siti e dalla fem m ina ed anche dallopera
del m aschio con lei accom pagnatosi si prepara a scaricar le ova,
1 Anche il Garbini (Fauna, pag. 36816) nota che per questa specie ci
salpina Squalius cavedanus Bonap. la frega avviene poco lontano dalla
sponda e il M alfer ancor pi dice che vi convengono anche quegli indi
vidui che sono i pi che solitam ente stanno al largo e che tal funzione
avviene a S. Marco verso la fine dAprile (Il Benaco, p. 274).
2 A dire del Garbini ogni femmina di Cavedano porta circa cinquan
tam ila uova che si schiudono in 8-10 giorni (vedi : Fauna, pag. 368le).
IL LAGO DI GARDA
10B
104
1
Inutile il soggiungere come il non esser soddisfatto di quanto po
teva raccogliere dai pescatori sul perch le varie specie di pesci prefe
riscono un modo di fecondazione delle uova piuttosto che un altro e come
ogni specie abbia un luogo preferito facesse prorompere il Marsili in
questa lam entela che pu aver anche una base nostalgica dei suoi studi
sui mare.
Per egli suol sempre mantenersi fedele al suo punto di vista, gi
tante volte qui espresso, della corrispondenza che devesserci intera tra
i fenomeni del lago e quelli del mare. Anzi non se ne diparte neppur
quando invoca i fenomeni di caldo e di freddo a giustificare tali feno
meni di predilezione biologica, giustificazione non sempre da ritenersi
sufficiente almeno da sola.
IL LAGO DI GARDA
105
egli sia una sarda della m aggiore grandezza ; onde tal pesce ra
gionevolm ente non dovrebbe porsi in ta l classe. P ure ci pu
essere controverso dalli scrittori, che quantunque per la som i
glianza della sarda con lagone sospettassero che fossero una
cosa medesima, per non lassicurano. I l Gesnero dice: Sardellae ex Benaco admodum laudantur a P latina, qui hos pisciculos
ab agonis diversos assim iles tam en facit. Quaerendum sardellae
et A gones seuagoni aetate tantum differant ; ed in altro luogo
A gonos Romae m utare nomen postquam sa lsi sunt et vocari
sardenas .
Io
pertanto ho pensato di porre qui il processo della sarda
sino a llagone inclusivo.
La Sarda pi piccola ha il nome di scarabina. N ellannessa
tavola 17a la figura prim a m ostra la di lei grandezza e colore
sul dosso verde m isto di un aurato iride che n ellaccostarsi al
ventre cede in un bianco pellucido argenteo bellissim o, colori
costan ti fino che passi allo sta to di agone. Questa scarabina 1
nacque nel mese di m aggio e n ellottobre venne a tal crescimento. 36 di queste form ano una libbra.
La figura seconda ne dim ostra una pi avanzata della pre
cedente quasi tre m esi e ve ne vogliono 12 a fare una libbra;
questa siccom e la prima senza macchia nera.
La 3a rappresenta la sarda chiam ata n e r e lla ,2 perch comin-
106
sei-sette per lato. N elladone e nella cepa arrivano a 10-12 pure per lato
presentando fino a cm. 1,5 per 1,3 di diam etro.
Con piccole differenze, dovute a diversit di descrizione, troviamo
esposti analoghi i fa tti che riguardano la pigmentazione dei ClupeTli.
1
Qui esiste una pi apparente che sostanziale contraddizione con
quanto si esposto prima. Si tratta di distinzioni evanescenti di forma
e, pi che tutto, di dimensione dove ci pu essere impressione individuale.
IL LAGO DI GAKDA
107
1
A dir vero non risulta che l 'Aiosa, il cui cibo ordinario consiste di
crostacei lim netici, come qui sembra dire anche il M arsili in certe occa
sioni, secondo il M alfer (Benaco, p. 139) ne distruggerebbe fino a cin
quantamila al giorno (1-2% g.), si nutra anche di Spongille (vedi
quanto a proposito di questa Panata vien detto nel capitolo pre
cedente) pasto forse poco utile a un pesce eminentemente migratore e
che per lo pi vive nel gran lago.
108
tan te nei siti delle lor freghe che non sarebbe possibile il con
sum arle s fr e sc h e .1
Il naturale di questo pesce li conduce a deporre le ova in
quei so liti siti pieni di pietruzzole su la riva del lago, a segno
che non hanno sopra di loro un mezzo dito di acqua, dove a
truppe vanno a far la loro frega, restando in gran numero di
essi depredati da pescatori.
In quei siti si veggono le pietruzzole coperte di ova o nate
o da nascere, ponendovele sopra prom iscuam ente. Il loro cibo
dicon che siano l erbe o quella m ucillaggine che sopra di esse
si forma. Il loro gusto un poco am aretto. N ellautunno discen
dono a l basso del lago in siti cavernosi cam minando, e vivendo
a schiere numerose, ed i pescatori anche nel verno le insidiano
con gran reti per averne da m ettere negli am i da pescare i
carpioni, uso da pochi anni in qua introdotto, come a suo
luogo dir.
1
Qui v confusione, almeno di nome, fra lAlborella (Avola, Aola),
Alburnus A lborella de Filippi e la Sanguinerola (Sanguan Temal, dei
rivieraschi) che a colpo d'occhio se ne distingue, non fossaltro per la
lunga linea sui fianchi longitudinali scura e marcatissima e che pur es
sendo un Oiprinide ne genericamente distinto, il Phoxinus laevis Agass.
Pure questultimo ottimo pesce da friggere ma, a differenza delle sapo
ritissim e ole , la cui pesca rasenta le due tonnellate annue e sempre
vive in branchi enormi, si pesca di rado col bertovello pochi chilogrammi
alla volta, per lo pi di notte (Vedi : Malfer, Benaco, pag. 363). Questa
Sanguinerola ben distinta dal Vairone che pure suo congenere almeno
per quanto pensava anche il M'arsili su la scorta del Rondelet e del
Gesner. Il Garbini (Fauna, pag. 36816) m ette sotto il gen. A spius lAlbo
rella e sotto Leuciscus, il Vairone e la Sanguinerola.
Pi difficile riesce a comprendersi invece perch il Phoxinus Bellonij
dellAldrovandi possa essere stato attribuito dal Marsili come sinonimo
all'Alborella, col muso mozzo che presenta la figura originale qui citata
dell'opera De piscibus et cetis . Non vi ha dubbio che si tratta invece
del Vairone.
Considerando invece il sinonimo di Phoxinus M arsili, specie dello
Heckel, oggi relegato nella sinonimia della Sanguinerola (Canestrini,
Pesci, nella Fauna dItalia, pag. 17) si confortati dalla precedente opi
nione che il Marsili confondesse come sinonimi la Sanguinerola con lAl
borella e non il Vairone.
IL LAGO DI GARDA
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IL LAGO DI GARDA
111
Il Magnarone il Cobes flu viatilis Rondel. 203 1 Cottos fluv ia tilis Gesn. Gobus flu viatilis capitatus Aldrov. 612. Questo
frega nel mese di marzo sotto di sassi o d i rupi ed anco attacco
alla riva e si pasce di ci che lavola.
I l V a r a n e 2 il Phoxinus Rondel. P. 2. 204. Gesn. p. 283.
P hoxinus prim u s Aldrov. 619. Frega nelle paludi e fondi del
lago. Questa frega la pi fertile di tu tte perseverando copio
sissim a per m esi 3. Tal pesce vive di erbe, pescetti e sue ova.
I l verno si ritira in 20 o 30 passi dacqua ne siti.
Il
Temolo o Gobbo flu via tilis, Rondel. p. 206. Gesn. 285 A l
drov. 612, frega per lo pi nelle acque correnti e si pasce di
quel che Favolai. 3
112
I
d escritti fin qui sono della classe de minori. Veniam o a
m aggiori.
LA gone gi descritto nel processo che ho posto della sar
della.
L Orata del lago non 1 ho mai vista, ma per relazione de
p escatori l istessa di quella che si trova nelle paludi sal
m astre, delle quali parlano g li autori, che sono le medesime con
quelle delle acque dolci. Aldrov. Unii e nobis Bononiensibus Comachium aurata subm inistrat, imo vero dulces quoque aquas .
S i deve per notare che tan to il Gesn. quanto lAldrov. fanno
m enzione di una specia particolare di aurata che da loro viene
detta aurata P adi. Cos pu darsi che queste del lago sieno di
quelle che nel piccolo stato loro pel Mincio fuggono dentro di
esso. Questo pesce frega vicino a Peschiera su llerbe ed abita
per lo pi verso le bocche dellistessa Peschiera. S i ciba di
erbe ed altre cose, che trova in a c q u a .1
La Scardeva frega nelle paludi e fondi del lago e tu tta
1 estate sta vicino a questi siti paludosi. Quando principia ad
irrig id irsi 1 aria ed acqua r itir a si n ell altura di a cq u a .2 II
verno non se ne prende veruna, si ciba di ci che l orata.
IL LAGO DI GARDA
113
Il
Carpione il pesce che rende fam oso questo la g o .1 sopra
tu ttaltri, pretendendosi che n egli altri non siavi. V i sono per
alcuni che vogliono che nel lago di Ocrida n ellA lbania ve ne
siano, come io nel lago di Zug n ell E lvezia ho trovato pesci
m olto som iglian ti al cai-pione, specialm ente nelle carni ros
s e g g ia c i, e di un sapore anco pi grato del carpione, che non
pregiate per aver troppe spine. Oggi vien detta Scrdova ma in dia
letto ancora Scrdeva, Scardoa .
E esatto che predilige per la frega la palude e il fondo del lago per
ch attacca le uova alle canne.
Vve a branchi di m igliaja, assai sensibile al cambiamento di tempo
ed esattissim a l osservazione che durante linverno le Scardove vanno
nelle acque profonde donde risalendo alla superficie spesso muoiono la
sciando traccia del loro passaggio. (V edi: Garbini, Fauna, pag. 36518, sub
Leucisco ; Malfer, Benaco, pag. 282 e seguenti).
1
Gi al tempo del M arsili si riteneva che il Carpione fosse una
forma propria del Benaco. Quantunque Linneo ne avesse fatto dopo una
specie indipendente Salmo Carpio come pur attualm ente ritengono i pe
scatori, cui sarebbe impossibile dar a credere che due pesci che hanno
abitudini ed anche aspetto cos diversi come questo e la Trota avessero
ad avere un cespite comune. S i propende oggi col M arsili a credere che si
tratti di un endemismo caratteristico per adattamento della Trota, Salmo
lacustri Linn. e ristretto a l solo bacino del lago idi Garda. A differenza
della Trota che migratrice, cacclatrice, anzi predatrice audace di tutti i
pesci che appena presentino dimensioni minori fino al pi efferato canniba
lismo, il Carpione si nutre di piccoli crostacei lim netici e di Spongille.
Patto questultimo che not anche il M arsili che giammai ebbe a trovare
un pesce nel tubo gastro-enterico di quegli esemplari di Carpione che ebbe
a sezionare. Ma oltre il fenomeno della diversit del cibo abituale vi
che la Trota raggiunge dimensioni assai superiori (nel Benaco 15-18 Kg.)
laddove sono eccezionali i carpioni che superano il chilogramma di peso.
La frega della Trota avviene sulle ghiaje di fiumi influenti ed emissarii
o poco lungi dalle rive ad acqua bassa ; quella del Carpione avviene nella
parte profonda del lago in posti ben determinati e ben noti fino dal tempo
del M arsilii che li segna anche sulla mappa idrografica premessa allo
studio.
Non certo agevole controllare se veramente ci sia il Carpione nel
lago dOchrida in Albania che a tu ttoggi assai poco noto per quanto
riguarda la pesca. Ma quelli che il nostro Autore diceva di aver trovato
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nel lago di Zug e che per squisitezza delle carni afferma non cedere al
Carpione, forse non sono stati altro che individui di Trota argentina ,
una variet quasi sempre sterile della cosiddetta Trota di montagna
(vedi: Plehn-iScotti, I pesci del mare e delle acque interne (1909), pag.
334, Tav. 18, fig. 3) dal ventre bianco lucente che pu essere confuso con
quello bianchiccio che proprio del Carpione. Ne differisce per i piccoli
punti neri che son sul dorso, ma trattandosi di caratteri accessori facile
che al Marsilii non siano rim asti nella memoria per il confronto. Coinci
derebbe anche il fatto delle dimensioni ridotte comune alluna e allaltra
forma. E questo e il fenomeno della minore vivacit in confronto della
Trota tipica dei laghi lasciano supporre che in un caso e nellaltro si sia
in presenza di specie di adattamento ; questa del Carpione di natura pret
tamente locale con modificazione persino delle abitudini riproduttive di
venute pi frequenti ; quella della Trota argentina di indole involutiva,
interessante lattivit riproduttrice che fu riconosciuta in questo ultimo
tempo non m anifestarsi che di tratto in tratto a l risalire che fanho coi
branchi dei congeneri per gli influenti dei laghi. Unico ostacolo a rico
noscere una certa affinit esteriore fra Carpione e Trota argentina si
avrebbe nellaffermazione del M arsilii che tal pesce non si trovava che
nel lago di Zug, laddove la Trota argentina oggi presente in tutti i
laghi della Svizzera ; ma pu essere stato tanto uno sbaglio di informa
zione quanto un essersi quel pesce propagato da un lago allaltro soltanto
negli ultim i tempi.
Il
nome di Rutilo ora conferito a Lauciscus ru tilu s L. delle acque
dolci dellEuropa centrale e salmastre del Baltico. Non si sa con quale
fondamento il Pollini (Viag. al L. di G. etc. (1816) pag. 21) cita un Cyprinus ru ttilu s per il Benaco. Nessun pesce del suo genere si pu ritenere
propriamente del lago. E un pesce assai diverso dalle Trote, dalle pinne
rosse, un ciprinide come il Pigo e come quello ha carni insipide ; non
dunque da confondersi con questo salmonide del lago di Zug saporitissimo
cui allude il Marsili.
Che il Carpione sia possibile che riduca la sua voracit al tempo della
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frega ma che sm etta di nutrirsi del tutto dubbio. Certo invece che
oltre alla p a n a ta (Spongille) risale subito dopo a nutrirsi di micror
ganismi lim netici degli strati superiori del lago e frega due volte. La
prima accade di Dicembre e Gennaio, laltra di Luglio e Agosto. Qui dal
M arsilii poi esattam ente riconosciuta laccentuazione dei colori tanto
nella fem mina quanto nel maschio del Carpione durante il periodo degli
amori molto meglio che allepoca del Pollini (Viag. al L. di G. (1816),
pag. 81), tempo in cui si ebbe il coraggio di descrivere due specie 8. Car
pio per il maschio e 8. unibla per la femmina (Vedi : Garbini, Fauna,
pag. 368M) dello stesso Carpione. Il M alfer (Benaco, pag. 100) ampia
mente con la sua pratica del lago di Garda da provetto pescatore qui
accennerebbe a voler mantenere il carattere specifico al Carpione (Carpi
ver. riv., C-arpi bresc.) basandosi sullincerto lim ite del concetto di specie
e sul valore di taluni caratteri anatomici differenziali ; si troverebbe cosi
per questo particolare in contrasto col M arsili che a sua volta si accor
derebbe col punto di vista del Fatio, del Pavesi e del Garbini (vedi
Fauna, pag. 36814) che non ne fanno che una variet acclim atata : Salmo
lacustris L. var. Carpio (L.) v. Sieb. secondo anche il parere di Heekel
e Kner.
Il
Canestrini erroneamente riporta (Fauna dItalia, Pesci, pag. 23-24)
che il Carpione abbia a trovarsi in vari bacini lacustri del Veneto e della
Lombardia e che di 11 soglia discendere al mare. Deve esser successa una
confusione con quella forma di Trota che veniva detta Salmo F ario L.
giovanile e fluviatile, pur essa nota per le carni saporite e rosee.
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Il
Barbio 1 frega in tu tte le rive e si ciba di ogni sorta di
p escetti e di erba. Per tu tta l estate guizza tra lerbe e poi nel
verno si perde. S e ne vedon rarissim i allora e questi p igliasi
in alto tra caverne del lago.
La T inca 2 frega a ll altezza d i 3 o 4 passi, e pon sempre
n ellalga suo nutrim ento, e vive in acque di 10 e 15 passi in
circa