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LA VENEXIANA
VALENTINA COLADONATO soprano
NADIA RAGNI soprano
LUCIA SCIANNIMANICO mezzosoprano
CLAUDIO CAVINA countertenor & direction
GIUSEPPE MALETTO tenor
SANDRO NAGLIA tenor
DANIELE CARNOVICH bass
Recorded at Chiesa della B.V. Maria del Monte Carmelo al Colletto, Roletto, Italy, in December 2000
Engineered by DAVIDE FICCO
Edited and mastered by BERTRAM KORNACHER
Produced by SIGRID LEE & LA VENEXIANA
Executive producer: CARLOS CÉSTER
Un ringraziamento particolare a Don Lorenzo Rivoiro ed agli amici e soci dell’ A.G.D.F.
che hanno collaborato alla buona riuscita di questa registrazione
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LIBRO PRIMO DE MADRIGALI
A CINQUE VOCI
DI SIGISMONDO D’INDIA PALERMITANO
In Venetia
Appresso Angelo Guardano, & Fratelli
1606
4 Crud’Amarilli 3:16
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8 Quasi tra rose e gigli
Che mentre ardito vola (seconda parte) 3:07
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Sigismondo D’India fa la sua comparsa stampando appunto havrebbono maggior affetto et maggior forza nel movere gli
il suo Primo Libro di Madrigali, opera fortunatissima se si affetti dell’animo...»: in queste Musiche a voce sola
considera che venne ristampato già l’anno successivo ed Sigismondo includerà testi e liriche (Intenerite voi e Cruda
ancora nel 1610. In questo suo lavoro D’India mostra capacità Amarilli) già presenti nel suo Primo Libro a 5 voci. Oltre a
non comuni, evidenziando come la scuola partenopea (si dice ciò in questo Primo Libro possiamo notare come Sigismondo
sia infatti cresciuto musicalmente a Napoli, anche se si firma utilizzi alcuni madrigali già posti in musica da altri musicisti
«Nobile Palermitano» e, anche se non ci rimangono nella nuova forma monodica: Luzzaschi ebbe a scrivere Ch’io
documentazioni certe, si fa discendere la sua preparazione non t’ami cor mio e Cor mio deh non languire nei suoi celebri
alla scuola di De Macque e Gesualdo) fosse alla pari di altre Madrigali a 1, 2, 3 soprani del 1601, così come lo stesso Cor
forse più quotate corti musicali, quali quelle di Ferrara, mio compare quale esempio nella prefazione alle ormai celebri
Cremona, Mantova, Venezia, Firenze. Il giovane Sigismondo, Nuove Musiche di Giulio Caccini. Troviamo inoltre Fiume
che risaliva la penisola italiana da sud a nord, alla ricerca di ch’a l’onde / Ahi, tu mel nieghi, chiaro omaggio a Luca
un precettore e di un lavoro sicuro, proprio in questi suoi Marenzio ed al suo Nono Libro, pubblicato nel 1599, ed un
debutti artistici ebbe modo di confrontarsi con personalità Parlo, miser, o taccio, pieno di cromatismi e sospensioni,
musicali quali Giulio Caccini e Vittoria Archilei (nel 1609 li degna anticipazione alla composizione monteverdiana
incontrò a Firenze e ottenne da loro elogi per le proprie pubblicata nel Settimo Libro del 1619. Un occhio di riguardo
musiche ed esortazioni «a seguire questa maniera dicendo Sigismondo lo ebbe sicuramente per i madrigali e lo stile di
non haver udito stile ch’avesse tanta forza, et che insieme Claudio Monteverdi: Pur venisti cor mio, Ma con chi parlo,
spiegasse il concetto con tal diversità di corde, varietà sviluppano una forma cara a Monteverdi e comunque di scuola
d’armonia...») e probabilmente ebbe modo di conoscere anche padana, in cui le tre voci più acute aprono e propongono i
Monteverdi, dato che venne a trovarsi proprio a Mantova nel temi, tipico di un Quarto/Quinto Libro monteverdiani; e non
1607. L’attenzione al nuovo stile monodico non lasciava per è un caso se troviamo qui inserito un Che non t’ami cor mio
altro indifferente Sigismondo, che pochi anni più tardi (1609) (già musicato da Monteverdi nel Terzo Libro a 5 voci del
darà alla luce il suo primo parto «a voce sola», Le Musiche 1592) e soprattutto Cruda Amarilli, (Monteverdi pubblicò
da cantar solo, nelle quali trovò che «si poteva comporre questo madrigale nel suo Quinto Libro del 1605, anche se
nella vera maniera con intervalli non ordinarii, passando con esso viene citato dall’Artusi già nel 1598 quale esempio di
più novità possibili da una consonanza all’altra, secondo la composizione che andava contro le «regole») dove possiamo
varietà dei sensi delle parole et che per questo mezzo i canti altresì notare una «sfida» armonica alla composizione
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monteverdiana tacciata dall’Artusi di «...essere aspra all’udito stupore di riuscire a creare con poche note armonie tanto
e poco piacevole»: D’India riesce a rendere ancor più toccanti e moderne; e piacere di immergerci nelle sue
«crudele» l’armonia e le risoluzioni cadenzali, donando alla composizioni, che troviamo tanto affini alla nostra maniera
composizione un manierismo pari ad un David o ad una di far musica. È come quando tornano improvvisamente alla
Proserpina rapita di fattura berniniana. In tutte le mente sapori e profumi della nostra infanzia, tanto reali e
composizioni di questo Libro notiamo comunque tangibili da riuscire a proiettarci in un istante nel passato e
un’attenzione particolare al testo ed alla parola, segno farci ritornare bambini. Cantare la musica di Sigismondo è
inequivocabile che la seconda pratica e gli insegnamenti un po’ così per noi: affidarsi ai sensi, alle onde dei ricordi. E
monteverdiani erano ben radicati nel giovane Sigismondo. facile è capirne il significato, basta lasciarsi trasportare.
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d’argento.
Se ne accorse solo quando fu agli ultimi scalini.
Dapprima, quantunque gli paresse strano, pensò che fossero
gli estremi barlumi del giorno. Ma la chiarìa cresceva,
cresceva, sempre più, come se il sole, che egli aveva pur visto
tramontare, fosse rispuntato.
Possibile?
Restò, –appena sbucato all’aperto– sbalordito. Il carico
gli cadde dalle spalle. Sollevò un poco le braccia, aprì le
mani nere in quella chiarìa d’argento.
Grande, placida, come in un fresco, luminoso oceano
di silenzio, gli stava di faccia la Luna.
Sì, egli sapeva, sapeva che cos’era: ma come tante cose
si sanno, a cui non si è dato mai importanza. E che poteva
importare a Ciàula che in cielo ci fosse la Luna?
Ora, ora soltanto, così sbucato, di notte, dal ventre della
terra, egli la scopriva. Estatico, cadde a sedere sul suo carico,
davanti alla buca. Eccola, eccola là, eccolà là, la Luna...
C’era la Luna! La Luna!
E Ciàula si mise a piangere, senza saperlo, senza volerlo,
dal gran conforto, dalla grande dolcezza che sentiva,
nell’averla scoperta, là, mentr’ella saliva pel cielo, la Luna,
col suo ampio velo di luce, ignara dei monti, dei piani, delle
valli che rischiarava, ignara di lui, che pure per lei non aveva
più paura, né si sentiva più stanco, nella notte ora piena del
suo stupore.
(Luigi Pirandello: Ciàula scopre la Luna)
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SIGISMONDO D’INDIA the very same Carafa, lover of Maria d’Avalos1: caught in
THE FIRST BOOK OF MADRIGALS, 1606 flagrant adultery, they were both assassinated, according to a
procedure typical of the Prince of Venosa and his retinue.
For an Italian composer of the 16th or 17th century, his first Composing madrigals, in contrast to motets or masses, granted
book of madrigals was of fundamental importance: his means the composer considerable liberties; and one of those liberties,
and his manner of presenting himself in society, to the world, not in the least unimportant, consisted in having access to an
his calling card. ample collection of poets and choosing from among different
In considering some of the most representative figures poetic forms. New poets occupied centre stage, and the poems
of the seconda pratica, we can verify, for example, that in of Tasso, Marino or Guarini had supplanted the verses of a
1580 Luca Marenzio dedicated his First Book of Madrigals Petrarch now considered somewhat old-fashioned after having
for Five Voices to the cardinal Luigi d’Este, his princely been so celebrated in the preceding decades. A controversy
patron; Luzzascho Luzzaschi, who already occupied the had erupted around the proper manner of composing
position of master of chamber music in the Este court, in polyphonic madrigals: Monteverdi, with his new style, had
1571 offered his dedication to Donna Lucrezia d’Este, paved the way for a music which was to serve, to support,
Princess of Urbino (that year marks the inauguration of the the word with audacious harmonies and madrigalisms
Concerto delle Dame of Ferrara); in 1587 Monteverdi, expressing human sentiments and passions, and often in
perhaps with the intention of finding a respectable and well- conflict with the «proper rules» of classical composition.
paid employment, sent from Cremona, his birthplace, the First Hardly a year after the publication of Sigismondo’s First
Book for Five Voices to Count Marco Verità of Verona; Carlo Book, Monteverdi would publish his Orfeo, ushering in the
Gesualdo, Prince of Venosa, on his journey to Ferrara where modern melodrama.
he was to marry Eleanora d’Este in 1594, unable to figure as Upon arriving in the north, in search of fortune and,
the composer of his own First Book due to his noble lineage, above all, a tutor, the young Sigismondo D’India2, dedicated
commissioned an inscription from Scipione Stella, who, his First Book of Madrigals for Five Voices of 1606 to
begging excuses for his impudence, decided to hand over the Vincenzo Gonzaga. The publication dates of the editions
Prince’s works to the editor so that they would not remain mentioned above appear to situate Sigismondo at the end of
unknown to the world; and Pomponio Nenna, composer a long list of personalities, more or less celebrated in their
belonging to Gesualdo’s circle in Naples, dedicated his First time, which were part of a musical elite; and at the end of a
Book for Five Voices to the Duke Fabrizio Carafa in 1582, chain of musical events at the beginning of that century in
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which so much had already occurred... Nonetheless, the new (1609), to his first creation «for solo voice», Le Musiche da
born 17th century also witnessed innovations such as the rise cantar solo (Music for solo singing), works «which could be
of monody, that style of composition for solo voice composed according to the true manner, with uncommon
accompanied by a linear thoroughbass (the evolution of this intervals, passing from one consonance to another in as novel
practice led immediately to opera). And Sigismondo bursts a fashion as possible, according to the variety of meanings of
on the scene with the publication of no other than his First the words, by these means granting to vocal music a more
Book of Madrigals, a very successful work considering its intense feeling and greater power in expressing the movement
rapid reprinting a year later and again in 1610. In this work, and agitation of the soul’s sentiments...». In those Musiche
D’India demonstrates, with extraordinary talent, that the de cantar solo, Sigismondo presented texts and melodies –
Parthenopean school (it seems certain that he was musically Intenerite voi and Cruda Amarilli– already included in his
reared in Naples, even though he signed as Nobile First Book for Five Voices. We can also see how, in that First
Palermitano; and although there are no extant documents to Book, Sigismondo treats certain madrigals that had already
prove it, his musical formation can be seen within the tradition been set to music by other composers following the new
of De Macque and Gesualdo) could musically equal other monodic style: Luzzaschi, in his celebrated Madrigals for 1,
courts which were perhaps more in demand, such as those of 2, 3 sopranos of 1601, had included Ch’io non t’ami cor mio
Ferrara, Cremona, Mantua, Venice or Florence. While he and Cor mio deh non languire; and this last madrigal was
covered the Italian peninsula from south to north in search of cited as an example in the prologue of the by then famous
a tutor and a secure position, the young Sigismondo had the Nuove Musiche by Giulio Caccini. We also find Fiume ch’a
opportunity to compare himself with musical personalities l’onde / Ahi, tu mel nieghi, obvious tribute to Luca Marenzio
such as Giulio Caccini and Vittoria Archilei (both of whom and his Ninth Book published in 1599, and Parlo, miser, o
he met in 1609 upon visiting Florence; they praised his taccio full of chromaticisms and suspended phrases, worthy
compositions and encouraged him to «continue composing forerunner of Monteverdi’s Seventh Book of 1619. The esteem
in this manner, as there is no existing style that has such power, which Sigismondo surely felt for Monteverdi’s madrigals and
and that can express ideas with such a diversity of chords style in general can be seen in Pur venisti cor mio and Ma
and harmonic variety...»). It is also possible that he met con chi parlo: the young composer develops them in line
Monteverdi, both having been in Mantua in 1607. with the style of Monteverdi and the Padua school, the three
Sigismondo, on the other hand not at all indifferent to the higher voices initiating and proposing the themes, procedure
new monodic style, was to give birth, without much delay typical of Monteverdi’s Fourth or Fifth Book; and it is no
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coincidence that we find here Che non t’ami cor mio (already I should like to paint as the bird sings.
set to music by Monteverdi in his Third Book for Five Voices (Monet)
of 1592) and above all Cruda Amarilli (madrigal published
by Monteverdi in his Fifth Book of 1605, even though Artusi, Sigismondo D’India was and is a great composer. To sing his
as early as 1598, had cited it as an example in opposition to madrigals is, each time again, a source of pleasure and
the «rules» of composition) which also contains a harmonic surprise: surprise because of the ability to create with so few
«challenge» to the style of Monteverdi singled out by Artusi notes such moving and modern harmonies; and pleasure at
as «... being coarse to the ear and hardly pleasing». D’India immersing us in his compositions so similar to our own way
achieves cadential resolutions and a harmony even more of making music. In this manner, we are suddenly reminded
«cruel», endowing the work with a mannerism worthy of a of tastes and perfumes of childhood, so real and tangible that
David or The Abduction of Persephone sculpted by Bernini. they succeed in projecting us into the past momentarily and
In all of the compositions of this book, we can appreciate a transforming us into children. To sing the music of
characteristic attention to the text and the word, unmistakable Sigismondo is something akin to trusting in our feelings, in
sign of the influence of the seconda pratica and the teachings the undulations of memory. And it is easy to understand its
of Monteverdi on the young Sigismondo. meaning; it is sufficient to let oneself be carried away.
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Hunched over, with his forehead practically touching the step without wanting to, because of the great unburdening, because
above him, on whose slippery surface the flickering little flame of the great gentleness he felt at having discovered it, here,
hardly reflected its weak blood-red light, he climbed, climbed, while it climbed in the heavens, the Moon, with its generous
climbed the mountain’s belly, without pleasure, so fearful of veil of light, unconscious of the hills, the plains, the valleys it
the imminent liberation. And he did not yet see the opening, illuminated, unconscious of him, who was no longer afraid
there above, above, it opened like a bright eye, the delicious of it, who no longer felt his own weariness, in the night, now
brightness of silver. overflowing with his astonishment.
He only became aware of it as he climbed the last few (Luigi Pirandello: Ciàula discovers the Moon)
steps. At first, although everything seemed strange to him, he
thought it was the last rays of daylight. But the brightness
grew and grew, always more, as if the sun, which he had
nevertheless seen setting, had reappeared.
Possible?
He was –upon breathing fresh air– astonished. He felt
the burden lift from his shoulders. He raised his arms a bit,
opened his black hands in the silvery brightness.
Huge, placid, like a fresco, luminous ocean of silence,
before him he saw the Moon.
Yes, he knew. He knew what it was: but as one knows so
many things, and has never given them the least importance.
And what difference could it have made to Ciàula that the
Moon was in the sky?
Now, only now, having emerged in this way, at night,
from the belly of the earth, did he truly discover it. Ecstatic,
he let himself fall, sitting upon his load before the aperture.
Here, here it is, here it is, the Moon... It was the Moon! The
Moon!
And Ciàula burst into tears, without knowing why,
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el flamante siglo XVII asistía también a nuevos voz sola», Le Musiche da cantar solo (Las Músicas para cantar
acontecimientos, como el nacimiento de la monodia, aquel solo) obras «que podía componer según la manera verdadera,
estilo de composición para voz sola acompañada por un bajo con intervalos no habituales, pasando con la mayor novedad
continuo lineal (la evolución de esa práctica conducirá posible de una consonancia a otra, según la variedad de los
inmediatamente al nacimiento de la ópera). Y Sigismondo significados de las palabras, ese medio otorgando a las
irrumpió en ese panorama precisamente con la publicación músicas cantadas un sentido más intenso y una fuerza mayor
de su Primer Libro de Madrigales, obra afortunadísima si en la expresión de los sentimientos del alma…». En esas
tenemos en cuenta su pronta reimpresión un año más tarde y Musiche da cantar solo, Sigismondo presentó textos y
luego en 1610. En esa obra suya, D’India demuestra con un melodías –Intenerite voi y Cruda Amarilli– ya incluidos en
talento poco común que la escuela partenopea (parece cierto su Primer Libro a cinco voces. Podemos además apreciar en
que hubiera crecido musicalmente en Nápoles, aun cuando ese Primer Libro la manera en que Sigismondo trata algunos
firmase como Nobile Palermitano; y aunque no se conserven madrigales que ya fueron puestos en música por otros
documentos probándolo, su formación musical puede compositores siguiendo el nuevo estilo monódico: Luzzaschi
considerarse dentro de la tradición de De Macque y Gesualdo) había incluido en sus célebres Madrigales para 1, 2 y 3
podía igualar otras cortes musicales quizá más cotizadas, sopranos de 1601, Ch’io non t’ami cor mio y Cor mio deh
como las de Ferrara, Cremona, Mantua, Venecia o Florencia. non languire; y ese último madrigal fue citado como ejemplo
Mientras recorría la península italiana del sur al norte en pos en el prólogo a las ya célebres Nuove Musiche de Giulio
de un preceptor y de un trabajo seguro, el joven Sigismondo Caccini. Encontramos también Fiume ch’a l’onde / Ahi, tu
tuvo la ocasión de medirse con personalidades musicales mel nieghi, claro homenaje a Luca Marenzio y a su Noveno
como Giulio Caccini y Vittoria Archilei (que conoció en 1609 libro publicado en 1599, y un Parlo, miser, o taccio rico en
al visitar Florencia; ellos elogiaron sus composiciones y lo cromatismos y frases en suspensión, digna anticipación de
animaron a «seguir componiendo de esta manera, pues no se las composiciones monteverdianas del Séptimo Libro de 1619.
conocía un estilo que tuviera tanta fuerza, y que expresara La estima que sentía a buen seguro Sigismondo por los
los conceptos con tal diversidad de acordes y variedad madrigales y el estilo de Monteverdi se aprecia en Pur venisti
armónica…»). Y puede que también conociera a Monteverdi, cor mio y Ma con chi parlo: el joven compositor los desarrolla
al coincidir ambos en Mantua en 1607. Sigismondo, por otra en una forma cara a Monteverdi y a toda la escuela de Padua
parte nada indiferente al nuevo estilo monódico, iba a dar a con sus tres voces más agudas iniciando y proponiendo los
luz, sin tardar en demasía (1609), a su primera criatura «a temas, procedimiento típico de un Cuarto o Quinto Libro
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monteverdiano; y no por casualidad encontramos aquí un Che If it be not now, yet it will come.
non t’ami cor mio (ya musicado por Monteverdi en el Tercer (Shakespeare: Hamlet)
Libro a cinco voces de 1592) y sobre todo Cruda Amarilli
(madrigal publicado por Monteverdi en su Quinto Libro de Quisiera pintar como canta el pájaro.
1605, aun cuando Artusi, ya en 1598, lo había citado como (Monet)
ejemplo opuesto a las «reglas» de la composición) que
contiene también un «desafío» armónico a la composición Sigismondo D’India fue y sigue siendo un gran compositor,
monteverdiana tachada por Artusi «... de ser áspera al oído y y cantar sus madrigales es, cada vez, una fuente de placer y
poco placentera». D’India consigue que fueran todavía más de asombro: asombro, por conseguir crear con pocas notas
«crueles» la armonía y las resoluciones cadenciales, dotando unas armonías tan conmovedoras y modernas; y placer, por
la obra de un manierismo digno de un David o de una sumergirnos en sus composiciones que encontramos tan afines
Proserpina raptada, esculpidos por Bernini. En todas las a nuestra manera de hacer música. De esta manera vuelven
composiciones de este libro, podemos apreciar una peculiar de repente a la mente sabores y perfumes de la infancia, tan
atención al texto y a la palabra, señal inequívoca de la reales y tangibles que consiguen proyectarnos por un instante
profunda influencia que tuvieron la seconda pratica y las en el pasado y convertirnos en niños. Cantar la música de
enseñanazas monteverdianas sobre el joven Sigismondo. Sigismondo es algo así para nosotros: confiar en los sentidos,
en las olas de los recuerdos. Y resulta fácil entender el
CLAUDIO CAVINA significado, basta con dejarse llevar.
If it be now, ’tis not to come. Nuestro error más grave consiste en intentar despertar en el
If it be not to come, it will be now. otro aquellas cualidades que precisamente no posee, dejando
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ESPAÑOL
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SIGISMONDO D’INDIA de Maria d’Avalos1: pris en flagrant délit d’adultère, ils furent
LE PREMIER LIVRE DE MADRIGAUX, 1606 tous deux assassinés, suivant une tradition typique du prince
de Venosa et de sa suite.
La publication d’un premier livre de madrigaux était Écrire des madrigaux, à la différence des motets et des
fondamentale pour le compositeur italien du XVIe ou XVIIe messes, donnait au compositeur une liberté considérable, dont
siècle: c’était sa façon de se présenter à la société, au monde; l’une d’elles, et non la moindre, était de pouvoir avoir accès
c’était sa carte de visite. à un ample bouquet de poètes, et choisir entre différentes
En considérant certains des plus importants représentants formes poétiques. Des nouveaux poètes occupaient le devant
de ce que l’on a appelé la seconda pratica, nous pouvons de la scène, et Le Tasse, Marino ou Guarini, avaient déplacé
constater par exemple que Luca Marenzio dédia en 1580 son Pétrarque, tant célébré durant les décades antérieures et dont
Premier Livre de Madrigaux à cinq voix au cardinal Luigi les vers semblaient quelque peu démodés. Une polémique
d’Este, son mécène princier; Luzzascho Luzzaschi, qui était faisait rage au sujet d’une manière de composer les madrigaux
déjà maître de musique de chambre à la cour des Este en polyphoniques: Monteverdi, avec son nouveau style, avait
1571 offrit sa dédicace à Lucrezia d’Este, princesse de Urbino tracé une voie nouvelle, où la musique devait servir la parole,
(cette année est celle où eut lieu le premier Concerto delle au moyen d’audacieuses harmonies et de madrigalismes
Dame de Ferrare); en 1587, Monteverdi, sans doute dans le exprimant les sentiments et les passions humaines, mais
but de trouver un emploi digne et bien rémunéré, envoya s’opposant souvent aux «bonnes règles» de la composition
depuis sa Crémone natale son Premier Livre de Madrigaux à classique. Un an à peine après la publication du Premier Livre
5 au comte Marco Verità, de Vérone; au cours de son voyage de Sigismondo, Monteverdi publia son Orfeo, ouvrant ainsi
à Ferrare pour se marier avec Eleonora d’Este en 1594, Carlo la porte au mélodrame moderne.
Gesualdo, prince de Venosa, ne pouvant apparaître, de par Venant tout juste d’arriver dans le nord de la péninsule
son noble rang, comme le compositeur de so propre Premier pour chercher fortune et surtout trouver un précepteur, le jeune
Livre, commanda une dédicace à Scipione Stella qui, Sigismondo D’India2, publia le Premier Livre de madrigaux
s’excusant de son audace, prit la décision de livrer à l’édition à 5 voix en 1606 et le dédia à Vincenzo Gonzague. Les dates
les œuvres du prince pour qu’elles ne soient plus occultées de publication des livres ici commentés semblent situer
au monde; et Pomponio Nenna, compositeur appartenant à Sigismondo à la fin d’une longue liste de personnages plus
l’orbite gesualdienne à Naples, dédia le Premier Livre à cinq ou moins célèbres à leur époque, y qui appartenaient à l’élite
voix au duc Fabrizio Carafa en 1582, ce même Carafa amant musicale; et aussi à la fin de tant de choses déjà survenues
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FRANÇAIS
dans l’atmosphère musicale de ce début de siècle... Cependant naissance à sa première créature «à voix seule» Le Musiche
le siècle s’ouvrait aussi à de nouveaux évènements comme da cantar solo (Musiques à chanter seul), œuvres «qui
la naissance de la monodie, ce style de composition pour une pouvaient se composer de la vraie manière, avec des
voix accompagnée par une basse continue linéaire (l’évolution intervalles non habituels, passant avec la plus grande
de cette pratique conduira immédiatement à la naissance de nouveauté d’une consonance à l’autre, suivant la variété du
l’opéra). Et c’est dans ce panorama que Sigismondo fit son sens des paroles, ce moyen conférant aux musiques chantées
apparition précisément avec son Premier Livre de Madrigaux; un sentiment plus intense et une force plus grande dans
une œuvre fortunée si nous tenons compte de sa prompte l’expression des affects de l’âme...». Dans ces Musiche da
réimpression un an plus tard puis en 1610. Dans cette œuvre, cantar solo, Sigismondo présenta des textes et des mélodies
D’India révèle des dons peu communs et démontre que l’école –Intenerite voi et Cruda Amarilli– déjà incluses dans son
parthénopéenne (il semble certain que Sigismondo s’était Premier Livre de Madrigaux à cinq voix. Nous pouvons aussi
formé musicalement à Naples, malgré sa signature «Noble apprécier dans ce Premier Livre la façon dont Sigismondo
Palermitain»; et bien que nous n’ayons conservé aucun traite certains madrigaux déjà mis en musique par d’autres
document pouvant en témoigner, le compositeur se situe dans compositeurs suivant le nouveau style monodique. Luzzaschi
la lignée de De Macque et de Gesualdo) pouvait égaler celles avait, en 1601 déjà, inclus Ch’io non t’ami cor mio et Cor
des autres cours musicales, beaucoup plus cotées, de Ferrare, mio deh non languire dans ses célèbres Madrigaux pour 1, 2
Crémone, Mantoue, Venise ou Florence. Tandis qu’il et 3 sopranos et ce dernier madrigal fut cité en exemple dans
parcourait la péninsule du sud au nord, le jeune Sigismondo la préface des désormais célèbres Nuove Musiche (Nouvelles
eut l’occasion de côtoyer des personnalités musicales comme musiques) de Giulio Caccini. Nous trouvons aussi Fiume ch’a
Giulio Caccini et Vittoria Archilei (qu’il rencontre à Florence l’onde / Ahi, tu mel nieghi, franc hommage à Luca Marenzio
en 1609: ils firent l’éloge de ses compositions et et à son Neuvième Livre, publié en 1599, et un Parlo, miser, o
l’encouragèrent à «continuer de composer de cette manière, taccio, riche en chromatismes et suspensions, digne
car on ne connaissait aucun style qui ait tant de force, et anticipation des compositions de Monteverdi publiées dans
exprime les concepts avec une telle diversité d’accords et le Septième Livre de 1619. L’estime certaine de Sigismondo
variété dans l’harmonie...». Et il se peut aussi qu’il ait connu pour les madrigaux et le style de Claudio Monteverdi peut
Monteverdi quand ils coïncidèrent tous deux à Mantoue en s’apprécier dans Pur venisti cor mio, Ma con chi parlo: le
1607. Sigismondo, qui n’était en rien indifférent au nouveau compositeur développe ces madrigaux suivant une forme
style monodique, allait sans trop tarder (en 1609) donner chère à Monteverdi et en général à toute l’école de Padoue,
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FRANÇAIS
avec ses trois voix les plus aiguës commençant et proposant COMMENTAIRES AU SUJET DE
les thèmes, dans un style typique d’un Quatrième ou L’ENREGISTREMENT
Cinquième Livre monteverdien. Et ce n’est pas par hasard
que nous trouvons ici un Che non t’ami cor mio (déjà mis en If it be now, ’tis not to come.
musique par Monteverdi dans le Troisième Livre à 5 voix de If it be not to come, it will be now.
1592) et surtout Cruda Amarilli (Monteverdi publia ce If it be not now, yet it will come.
madrigal dans le Cinquième Livre de 1605, bien qu’il soit (Shakespeare: Hamlet)
cité par Artusi déjà en 1598 comme exemple de composition
qui s’opposait aux «règles»), qui contient un «défi» Je voudrais peindre comme un oiseau chante.
harmonique à la composition monteverdienne critiquée par (Monet)
Artusi: «... le son est âpre et peu plaisant»: D’India réussit à
rendre l’harmonie et les résolutions des cadences encore plus Sigismondo D’India continue à être considéré comme un
«cruelles» dotant la composition d’un maniérisme digne d’un grand compositeur; chanter ses madrigaux est une source de
David ou d’un Enlèvement de Proserpine sculptés par Bernini. plaisir et d’émerveillement inépuisables: émerveillement face
Nous pouvons apprécier dans toutes les compositions de ce à l’art d’un compositeur arrivant à créer avec si peu de notes
livre une attention particulière au texte et à la parole, signe des harmonies si émouvantes et modernes; et le plaisir est de
incontestable de la profonde influence exercée par la seconda nous submerger dans des compositions qui nous semblent
pratica et l’enseignement monteverdien sur le jeune entretenir une grande affinité avec notre façon de concevoir
Sigismondo. la musique. Et ainsi, surgissent à l’improviste des saveurs et
des parfums de notre enfance, si réels, tangibles, qui nous
CLAUDIO CAVINA projettent, durant un moment fugace, dans le passé, et nous
convertissent en enfants. Chanter la musique de Sigismondo,
1. Maria d’Avalos était l’épouse de Gesualdo c’est un peu cela pour nous: nous confier aux sens, aux vagues
2. Pour une information plus ample sur le compositeur, consulter: de souvenirs. La comprendre est facile: il suffit de se laisser
Sigismondo D’India, Il Terzo Libro di Madrigali, La Venexiana. aller.
GLOSSA GCD 920903
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DEUTSCH
des Ersten Buches Sigismondos sollte Monteverdi sein Orfeo erworben hatte, auch wenn er selbst mit Nobile Palermitano
veröffentlichen, womit dem modernen Melodram die Türen unterschrieb, und seine musikalische Ausbildung darf, ohne
geöffnet waren. dass dies durch erhaltene Dokumente zu belegen wäre, in
Gerade im Norden angekommen, wo er sein Glück und der Tradition von De Macque und Gesualdo gesehen werden.)
insbesondere auch einen Lehrmeister suchte, widmete Während er die italienische Halbinsel von Süden nach Norden
Sigismondo D’India2 1606 sein Erstes Madrigalbuch für fünf auf der Suche nach einem Lehrmeister und gesichertem
Stimmen Vincenzo Gonzaga. Die Veröffentlichungsdaten der Einkommen durchreiste, hatte Sigismondo Gelegenheit sich
hier erwähnten Bücher scheinen Sigismondo am Ende einer mit Musikerpersönlichkeiten wie Giulio Caccini und Vittoria
langen Liste von mehr oder weniger berühmten, zur Archilei zu messen, die er 1609 in Florenz kennenlernte, und
musikalischen Elite zählenden, Persönlichkeiten der Epoche die seine Kompositionen lobten und ihm zusprachen «weiter
anzusiedeln, als in der Musikwelt jenes Jahrhundertbeginns auf diese Weise zu komponieren, ist doch kein anderer Stil
schon so viel in Bewegung geraten war. Jedoch auch im neuen von solcher Kraft bekannt, der die Konzepte mit solcher
Jahrhundert sollte es zu weiteren musikalischen Vielfalt an Akkorden und harmonischer Varietät ausdrückt».
Errungenschaften kommen, wozu etwa die Monodie gehört, Nicht unwahrscheinlich traf er auch mit Monteverdi
jener Kompositionsstil, bei dem die Stimme nur von einem zusammen, als beide sich 1607 zur gleichen Zeit in Mantua
linearen Generalbass begleitet wurde. (Eine Praxis, deren aufhielten.
Weiterentwicklung auf direktem Wege in der Entstehung der Sigismondo, der dem neuen monodischen Stil
Oper münden sollte.) In diesem Umfeld macht Sigismondo keineswegs gleichgültig gegenüberstand, sollte nicht lange
gerade mit der Veröffentlichung seines Ersten brauchen bis er 1609 sein erstes Werk «nur für eine Stimme»
Madrigalbuches auf sich aufmerksam, ein von äußerst erschaffen hatte. Le Musiche da cantar solo waren Stücke,
günstigem Geschick begleitetes Werk, kam es doch schon die er seinen eigenen Worten zufolge «komponieren konnte
1607, ein Jahr nach Ersterscheinen, und 1610 zu weiteren nach wirklicher Art und Weise, mit nicht gewöhnlichen
Auflagen. In seinem Werk bewies D’India mit Intervallen, im neuesten Stile von einer Konsonanz zur
außergewöhnlichem Talent, dass die neapolitanische Schule nächsten übergehend, wie dies der Bedeutungsvielfalt des
sich durchaus messen konnte mit anderen Höfen wie Ferrara, Textes entsprach, ein Medium, das der gesungenen Musik
Cremona, Mantua, Venedig oder Florenz, deren Musik wohl einen intensiveren Sinn und den Gefühlen der Seele größere
in höherem Ansehen stand. (Es scheint gesichert, dass Ausdruckskraft verleiht». In Le Musiche da cantar solo
Sigismondo seine musikalischen Kenntnisse in Neapel präsentierte Sigismondo mit Intenerite voi und Cruda Amarilli
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DEUTSCH
Texte und Melodien, die auch schon in seinem Ersten Buch Madrigal, das aber schon 1598 von Artusi als Beispiel für
für fünf Stimmen vertreten waren. In diesem Ersten Buch ist den «Regeln» zuwiderlaufende Komposition zitiert worden
auch festzustellen, wie Sigismondo einige Madrigale war. Die Version Sigismondos stellte, was die Harmonie
bearbeitet, die schon bei anderen Komponisten aufgetreten betrifft, eine «Herausforderung» gar an die
waren, und zwar im neuen monodischen Stil: Luzzaschi hatte Kompositionsweise Monteverdis dar, die von Artusi als
Ch’io non t’ami cor mio und Cor mio deh non languire in die «schroff für das Gehör und wenig angenehm» kritisiert
berühmten Madrigale für 1, 2, 3 Soprane von 1601 worden war. D’India erreicht schließlich, dass die Harmonien
aufgenommen. Das zweite der genannten Madrigale und die Auflösungen der Kadenzen noch «grausamer»
Luzzaschis war als beispielhaft im Vorwort des bekannten anmuteten und dem Werk einen Manierismus verliehen, der
Werkes Nuove Musiche von Giulio Caccini zitiert worden. einem David oder einer Entführten Proserpina, wie sie von
Weiter stoßen wir auf Fiume ch’a l’onde / Ahi, tu me’l nieghi, Bernini aus dem Stein gehauen wurden, nicht nachstand. Bei
eindeutig eine Hommage an Luca Marenzio und sein 1599 allen Kompositionen dieses Buches lässt sich die besondere
veröffentlichtes Neuntes Buch, während Parlo, miser, o taccio, Aufmerksamkeit für den Text und das Wort beobachten, ein
sehr chromatisch mit in Spannung gehaltenen Sätzen, eine unverwechselbares Zeichen für den tiefen Einfluss, den die
würdige Vorwegnahme der Kompositionen Monteverdis in seconda pratica und die Lehre Monteverdis auf den jungen
dessen 1619 veröffentlichtem Siebten Buch ist. Die Sigismondo hatten.
Wertschätzung die Sigismondo für die Madrigale und den
Stil Monteverdis empfand ist insbesondere spürbar in Pur CLAUDIO CAVINA
venisti cor mio und Ma con chi parlo. Der junge Komponist
erschafft die Madrigale auf eine von Monteverdi und der 1. Maria d’Avalos war die Gemahlin Gesualdos.
Schule Paduas insgesamt sehr geschätzte Weise, wobei die 2. Ausführlichere Informationen zum Komponisten finden sich in:
drei höchsten Stimmen beginnen und die Themen vorstellen, Sigismondo D’India, Il Terzo Libro di Madrigali, La Venexiana.
was etwa auch für das Vierte und Fünfte Buch Monteverdis GLOSSA GCD 920903.
charakteristisch ist. Nicht zufällig treffen wir hier auch auf
ein Che non t’ami cor mio, das schon von Monteverdi im KOMMENTAR ZUR AUFNAHME
Dritten Buch für fünf Stimmen von 1592 bearbeitet worden
war, und insbesondere auch Cruda Amarilli, ein von If it be now, ’tis not to come.
Monteverdi 1605 in seinem Fünften Buch veröffentlichtes If it be not to come, it will be now.
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DEUTSCH
If it be not now, yet it will come. Unser größter Fehler besteht in dem Versuch, im Anderen
(Shakespeare: Hamlet) jene Qualitäten zu wecken, über die er gerade nicht verfügt,
und die nicht zu pflegen, die er hat.
Ich wollte malen, wie der Vogel singt. (M. Yourcenar: Ich zähmte die Wölfin. Die Erinnerungen des
(Monet) Kaisers Hadrian)
Sigismondo D’India war und ist auch heute noch ein großer Gebückt, mit der Stirn fast an die nächste Stufe anstoßend,
Komponist, und seine Madrigale zu singen ist stets aufs Neue auf deren rutschiger Fläche die flackernde Flamme kaum
eine Quelle des Vergnügens und der Verwunderung. ein schwaches blutfarbenes Licht reflektierte, stieg und stieg
Verwunderung, weil Sigismondo es erreicht, mit nur wenigen er nach oben, stieg er nach oben aus dem Innern des Berges,
Noten derart bewegende und moderne Harmonien zu ohne Vergnügen, so ängstlich machte ihn die bevorstehende
erschaffen; Vergnügen, weil wir uns in seine Kompositionen Befreiung. Und noch sah er die Öffnung nicht, die dort weit
versenkt haben, die wir unserer Art Musik zu machen so sehr oben sich zeigte wie ein kleines Auge, von köstlich silberner
verwandt fühlen. Geschmacksempfindungen und Düfte der Klarheit.
Kindheit können plötzlich zu uns zurückkehren, so wirklich Dies bemerkte er jedoch erst, als er die letzten Stufen
und greifbar, dass es ihnen gelingt, uns für einen Moment in betrat. Anfangs, wenn ihm auch alles recht befremdend
die Vergangenheit zurückzuversetzen und uns wieder zu erschien, dachte er, es seien die letzten Schimmer des Tages.
Kindern werden zu lassen. Vergleichbar damit ist es für uns, Doch die Klarheit wurde größer, größer, immer größer, als
die Musik Sigismondos zu singen: den Sinnen, den Wellen wäre die Sonne, die er hinter den Bergen untergehen gesehen
der Erinnerung vertrauen. Und es ist leicht, die Bedeutung hatte, wieder hervorgekommen.
zu verstehen, es genügt, sich ganz der Musik hinzugeben. Möglich?
Er blieb, kaum nach oben gekommen, verwundert. Die
POSTSKRIPTUM Last fiel ihm von den Schultern. Er erhob ein wenig die Arme,
öffnete die schwarzen Hände in jener silbernen Klarheit.
Was ist die Kunst? Groß, sanft und ruhig, wie in einem frischen
Wenn ich es wüsste, hütete ich mich es preiszugeben. lichterfüllten Ozean der Stille, war ihm gegenüber der Mond.
Ich suche nicht, ich finde. Ja, er wusste es, er wusste was es war, aber wie so viele
(Picasso) Dinge, die man weiß, und denen man nie eine Bedeutung
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SIGISMONDO D’INDIA
LIBRO PRIMO DE MADRIGALI
Testi
Texts
Textos
Textes
Texte
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1 INTENERITE VOI Intenerite voi, Render compassionate,
(O. Rinuccini) lagrime mie, tears of mine,
quel duro core that cruel heart
ch’in van percosse Amore, which in vain Love pursues.
versate a mille a mille, Fall by the thousands, aching drops,
fate di pianto un mar, dolenti stille. until my weeping a sea becomes.
O ch’el mio vago scoglio Oh that my precious reef
d’alterezz’e d’orgoglio of arrogance and pride
ripercosso da voi men duro sia, smitten by you would soften,
o se n’esca con voi l’anima mia. or that with you my soul would depart.
2 AL PARTIR DEL MIO SOLE Al partir del mio sole Upon parting from my sun,
(O. Rinuccini) pianse la vista sua la vita mia, my life bemoans its absence,
ch’al suo duro partir da me partia. whose cruel departure has sundered.
Or ch’egli torna al canto, Now when it returns to my side,
e con la rimembranza di quel giorno, and with the memory of that day,
sì pien d’amaro pianto, brimming with bitter weeping,
raddolcisco la gioia del ritorno; I abate the joy of the reunion;
o felice partita Oh happy departure
che fai più cara col morir la vita. which more dear turns with the death of life.
3 PARLO, MISER, O TACCIO? Parlo, miser, o taccio? Should I, poor wretch, speak out or hold my
(B. Guarini) s’io taccio, che soccorso avrà ’l morire? tongue?
s’io parlo, che perdono avrà l’ardire? If I keep silence, will death ease my troubles?
Taci, che ben s’intende If I speak, will boldness be forgiven?
chiusa fiamma talor da chi l’accende; Stay silent! For a smothered flame is clear
parla in me la pietate, indeed to he who lit the fire;
parla in lei la beltade, I heed the promptings of mercy,
e dice quel bel volto al crudo core: she heeds the promptings of beauty,
«Chi può mirarmi, e non morir d’amore?». and the handsome face says to the stony
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Enterneced, Attendrissez, Erweicht,
lágrimas mías, mes larmes, meine Tränen,
aquel corazón cruel ce cœur cruel jenes grausame Herz,
que en vano persigue Amor, qu’en vain poursuit Amour, dem vergebens nachstrebt die Liebe.
verted a millares, versez par milliers, Ergießt euch im Überfluss,
convirtiendo el llanto en un mar, gotas faites des pleurs une mer, gouttes dolentes. dass das Klagen schmerzender Tropfen ein
dolientes. Oh, que mon beau récif Meer werde.
Oh que mi bello arrecife superbe et orgueilleux O sei doch mein schönes Riff
de altivez y orgullo sous vos coups s’affaiblisse, aus Hochmut und Stolz weniger hart,
percutido por vosotras sea menos duro, ou qu’avec vous soit emportée mon âme. nachdem ihr an es angeschlagen seid,
o que se vaya con vosotras el alma mía. sonst gehe mit euch meine Seele.
Al alejarse de mi sol, En s’éloignant de mon soleil Wie sie sich entfernt von meiner Sonne,
lloró su ausencia mi vida, ma vie pleura son absence, beweint ihre Abwesenheit mein Leben,
que su dura partida partía. tranchée par cette cruelle partance. das der grausame Aufbruch teilte.
Ahora cuando vuelve al canto, À l’heure où elle revient au chant, Jetzt, wenn es wieder dem Gesang sich
y con el recuerdo de aquel día, et au souvenir de ce jour, hingibt,
tan lleno de amargo llanto, si chargé de pleurs amers, und ich, mit der Erinnerung jenes Tages,
endulzo la alegría del retorno; j’adoucis la joie du retour; so erfüllt von bitterem Klagen,
o feliz partida ô heureux départ die Freude der Rückkehr versüße.
que vuelve más cara con el morir la vida. rendant plus chère, par la mort, la vie. O glücklicher Aufbruch,
der mit dem Sterben wertvoller macht das
Leben.
¿Hablo, pobre de mí, o callo? Dois-je parler, pauvre de moi, ou me taire? Spreche ich, ich Ärmster, oder schweige ich?
Si callo, ¿qué consuelo tendrá la muerte? Si je parle, quel réconfort aura la mort? Wenn ich schweige, welchen Trost wird
Si hablo, ¿qué perdón tendrá el atrevimiento? Si je me tais, quel pardon aura l’audace? bringen der Tod?
¡Calla!, que bien entiende Silence! la flamme cachée Wenn ich spreche, welche Gnade wird
la llama recóndita quien la encendió; est bien connue de qui l’allume; bringen das Wagnis?
habla en mí la piedad, la pitié parle en moi, Schweig! Denn wohl weiß die verborgene
habla en ella la beldad, la beauté parle en elle, Flamme, wer sie entfachte.
y dice aquel hermoso rostro al corazón cruel: et le beau visage dit au cœur cruel: Es spricht in mir das Erbarmen,
«¿quién puede mirarme sin morir de amor?». «qui peut me voir sans mourir d’amour?». es spricht in ihr die Schönheit,
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heart:
«who can se me and not pine for love?».
5 HA DI SERPE IL VELEN Ha di serpe el velen Of the serpent she shares the venom
(G. B. Strozzi) di tigre il morso, of the tiger, its claw
e di lieve cervetta and of the fleet gazelle
quest’acerbetta fuggitiva ha il corso; yon cruel fugitive shares the stride;
ben sembr’ella angioletta, surely she resembles an angel,
di dolcezz’e di grazia ha le parole, the same sweetness and charm has her
ha le guance l’Aurora speech,
ha gli occhi il Sole. she has the complexion of the Aurora
and eyes like the Sun.
6 FELICE CHI VI MIRA Felice chi vi mira, Happy is he that looks upon you,
(B. Guarini) ma più felice chi per voi sospira; but happier still is he that for you longs;
felicissimo poi happiest of all, then,
chi sospirando fa sospirar voi. is he that in his longing kindles a longing in
Ben che ebbe amica stella you.
chi per Donna sì bella Friendly star, blessed is he
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und es sagt jenes schöne Gesicht dem
grausamen Herzen:
«Wer kann mich schauen und nicht vor Liebe
sterben?».
Tiene de la serpiente el veneno Du serpent elle a le venin, Von der Schlange hat sie das Gift,
del tigre la zarpa, du tigre la griffe vom Tiger die Pranke,
y de la ligera corza et de la biche légère von der flinken Gazelle
aquella fugitiva acerba tiene el paso; cette fugitive acerbe a l’allure; hat jene fliehend Grausame den Gang.
bien se parece a un ángel, elle ressemble tant à un ange, Scheint sie auch einem Engel gleich,
la misma dulzura y gracia tiene su palabra, douces et gracieuses sont ses paroles, dieselbe Süße und Anmut hat ihr Wort.
tiene las mejillas de la Aurora elle a les joues d’Aurore Sie hat von der Morgenröte die Wangen
y los ojos del Sol. et le yeux du Soleil. und von der Sonne die Augen.
Feliz aquel que os mira, Heureux qui vous voit, Glücklich, wer euch schaut,
pero más feliz aquel que por vos suspira; mais plus heureux qui pour vous soupire; doch glücklicher noch, wer euch ersehnt,
felicísimo pues et plus heureux encore, glücklichst nun,
aquel que suspirando os haga suspirar. celui qui en soupirant vous fait soupirer. wer ersehnend euch ersehnen macht.
Bien hallado estrella amiga Béni celui qui, étoile amie, Wohl gefunden hat jener seinen guten Stern,
aquel que con mujer tan bella avec une dame si belle wer mit einer Frau von solcher Schönheit
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può far content’in un l’occhio e’l desio, that with a woman of such beauty
e sicuro può dir: «Quel cor è mio!». can be of sight and desire content,
and with certainty say: «That heart is mine!».
7 FIUME CH’A L’ONDE TUE Fiume ch’a l’onde tue River that calls
(A. Ongaro) Ninfe e pastori your nymphs and shepherds
inviti con soave mormorio, to your water with a soft murmur,
col cui consiglio il suo bel crin vid’io thanks to your advice I see the fine hair
spesso Fillide mia cinger di fiori: of my Fillide often crowned with flowers:
s’a tuoi cristalli in su gl’estivi ardori If in your crystal waters in summer’s ardour
lagrimand’un rio, grieving should she weep,
mostrami per pietà l’idolo mio show me out of pity my idol
nel tuo fugace argento, ond’io l’onori. in your fleeting silver, where I shall honour
Ahi, tu me’l nieghi! her.
Io credea crudi i mari, i fiumi no: Ah, you deny me: I thought that seas were
ma tu da lo splendore cruel,
ch’in te si specchia, ad esser crudo impari. but not the rivers, but you have learned to be
Prodigo a te del pianto, a lei del core, cruel
fui lasso e sono, e voi mi siete avari, from the splendour which you reflect.
tu della bella imago, ella d’amore. You shall have my lament, she shall have my
heart.
I was sad and I remain so, you are both
miserly,
you, with the fair image and she, with love.
8 QUASI TRA ROSE E GIGLI Quasi tra rose e gigli Nearly between a rose and a lily
(F. Alberti) pallidetta viola, it resembles a pallid violet,
od altro che più forse le somigli or perhaps more like another flower
dal Sol anciso fiore, wounded by the sun,
stass’in leggiadro neo convers’Amore, in the beauty spot turned to Love,
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pueda contentar el ojo y el deseo, peut contenter l’œil et le désir. befrieden kann das Auge und das Verlangen
y con certeza decir pueda: «¡Aquel corazón et dire en toute certitude: «Ce cœur est und mit Gewissheit sagen kann: « Jenes Herz
es mío!». mien!». ist mein!».
Casi entre rosa y azucena Parmi les roses et les lis, Fast zwischen Rosen und Lilien,
una pálida violeta, comme une pâle violette, einem blassen Veilchen gleicht sie,
o quizá otra flor ou une autre fleur qui semble oder mehr noch einer anderen Blume,
que pareciera por el sol herida, par le soleil blessée, von der Sonne verletzt
en el agraciado lunar se convirtió Amor, en ce grain de beauté s’est transformé Amour, an dem anmutigen Ort zu dem die Liebe
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Che mentre ardito vola, Which while with ardour soars,
vago di quel bel lume, bewitched by that dazzling light
qual semplice farfalla arde se stesso. like the ingenuous butterfly is itself
Non già ch’ei si consume: consumed.
anzi nel cener suo più viv’involto, It is not that it is extinguished:
fiammeggiar fa la neve nel bel volto. as its ashes enliven its environs,
so the snow lights up the lovely countenance.
9 COR MIO, DEH, NON LANGUIRE Cor mio, deh, non languire Oh heart of mine, languish not
(B. Guarini) che fai teco languir l’anima mia; for with you my soul also languishes;
odi i caldi sospiri, a te l’invia hearken to this ardent sighing, to you
la pietat’el desire: desire entrusts pity:
s’io ti potessi dar morendo aita, if in expiring my death did you benefit,
morrei per darti vita. I would die to give you life.
Ma viv’ohimé ch’ingiustamente more Oh but he lives who unjustly dies
chi vivo tien ne l’atrui pett’il core. for having his heart in his loved one’s breast.
10 MA CON CHI PARL’ AHI LASSA Ma con chi parl’ahi lassa, But with whom do I speak oh so weary,
(B. Guarini) teco che non m’ascolti e via te’n fuggi? you who listens not and are gone?
Ma fuggi pur, ti seguirà Dorinda Yet you may hide, Dorinda will follow you
nel crud’Inferno ancor, s’alcun Inferno into cruel Hell, if I may know
più crud’ aver poss’io an inferno more cruel
de la fierezza tua, del dolor mio. than your own wrath, than my own pain.
11 CHE NON T’ AMI COR MIO? Che non t’ami cor mio? Do I not love you sweetheart of mine?
(B. Guarini) Ch’io non s’a la tua vita, e tu la mia? Am I not your life, and you mine?
Che per nuovo desio That for new desire,
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Que mientras ardidoso vuela, Volant de toute son ardeur wurde,
enamorado de esa bella luz enamouré de cette belle lumière Die im tapferen Fluge,
como ingenua mariposa, él solo, se quema. comme un papillon ingenu il brûle de lui- angezogen von jenem schönen Licht,
No es que ya se consuma: même. wie ein einfacher Schmetterling selbst
como su ceniza vuelve más vivo su entorno, Non qu’il se consume: verglüht.
así enciende la nieve en el bello rostro. ainsi la cendre fait briller ce qui l’entoure, Während in ihrer Flamme sie sich verzehrt,
ainsi il enflamme la neige dans le beau da ihre Asche lebendiger macht alles um sie,
visage. entzündet so sie den Schnee im schönen
Angesicht.
Corazón mío, ay, no languidezcas Mon cœur, las, ne languis, Mein Herz, ach, verwelke nicht,
que contigo languidece el alma mía; car avec toi languit mon âme; mit dir verwelkt meine Seele.
oye los cálidos suspiros, hacia ti envía entends les chauds soupirs, vers toi Erhöre das heiße Sehnen, das dir schicken
la piedad el deseo: la pitié dirige le désir: Erbarmen und Verlangen.
si pudiera, muriéndome, darte ayuda, si je pouvais, en mourant, t’aider Könnt sterbend ich dir Hilfe geben,
me moriría para darte vida. je mourrais pour pour que tu vives. sterben würd’ ich, um dir Leben zu geben.
Mas vive, ay, aquel que injustamente muere Mais il vit, las, celui qui meurt injustement Mehr lebt, ach, jener, der zu Unrecht stirbt,
por tener en el pecho ajeno el corazón. d’avoir son cœur dans le sein d’autrui. weil in der Brust ein fremdes Herz er trägt.
Mas con quien hablo, ay tan lasa, Mais à qui ais-je parlé ah, si lasse Aber mit wem sprech’ ich, ach, so kraftlos
contigo que no escuchas y huyes? a toi qui ne m’écoutes et qui fuis? matt,
Por más que huyas, te seguirá Dorinda Mais tu peux fuir, Dorinda te suivra mit dir, die du nicht hörst und fliehst?
hasta el cruel infierno, si algún infierno jusqu’au cruel enfer, si quelque enfer Doch fliehen kannst du, Dorinda wird dir
más cruel pudiera yo tener puis-je souffrir qui soit plus cruel folgen
que la fiereza tuya, que el dolor mío. que ton dédain, que ma douleur. bis zur grausamen Hölle, sollt’ es für mich
geben
eine Hölle schrecklicher
als deine Grausamkeit, als mein Schmerz.
¿Que no te quiero yo, corazón mío? Ne t’aimerais-je pas, mon cœur? Dass ich nicht dich liebte mein Herz?
¿No soy yo la vida tuya, y tú la mía? Ne suis-je pas ta vie, et toi la mienne? Bin ich nicht dein Leben und du meins?
¿Que por un nuevo deseo, Pour un nouveau désir Dass ich eines neuen Verlangens,
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e per nuova speranza io t’abbandoni? that for a new hope I would abandon you?
Prima che questo sia Before such a thing were to happen
morte non mi perdoni; may death not forgive me;
che se tu sei quel cor, onde la vita since you are indeed that heart where life
m’è sì dolce e gradita, for me is so sweet and pleasant,
fonte d’ogni mio ben, d’ogni desire, source of each joy, of each desire,
come posso lasciarti, e non morire? then how could I leave you, and not myself
die?
12 PUR VENISTI COR MIO Pur venisti cor mio In spite of your coming sweetheart of mine
(B. Guarini) e pur t’ho qui presente, e pur ti veggio, I no longer have you present, nor shield you,
e non dorm’e non sogn’e non vaneggio. nor do I sleep nor dream nor rave.
Venisti sì, ma fuggi Yes you came, but you flee
sì ratto che mi struggi. so soon that you undo me.
Ahi, fuggitiva vista degl’amanti: Oh, how ephemeral the vision of lovers:
come sogno sei tu d’occhi veggianti! like sleep are you to unsleeping eyes!
13 INTERDETTE SPERANZE E VAN Interdette speranze e van desio, Forbidden hopes and vain desires,
DESIO pensier fallace, liev’ingorde voglie, deceitful thought, trifling and avid appetites,
(I. Sannazzaro) lagrime triste e voi, sospir’e doglie, unhappy tears and you, longings and
date ormai fin al lasso viver mio. afflictions,
E se per me non val forza d’oblio, put an end to my weary life.
né per isdegni’ il nodo si discioglie, And if the power of oblivion sustains me not,
prenda morte di me l’ultime spoglie, nor will disdain undo the bond,
pur ch’abbia fin mio stato acerbo e rio. may the death of all things strip me,
Usin le stelle e’l ciel tutte lor prove, and put an end to my bitter and tormented
ch’a quel ch’io sento mi parranno un gioco, state.
da sì profonda parte il duol si move. Would that the celestial bodies assert their
Gitta pur l’arco amor, i strali e’l foco, influence,
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por una nueva esperanza vaya a abandonarte? pour une nouvelle espérance t’abandonnerais- einer neuen Hoffnung wegen dich verlasse?
Antes que eso ocurra je? Bevor dies geschehe,
que la muerte no me perdone; Avant que cela n’arrive soll noch nicht der Tod mir Gnade bringen.
si eres tú aquel corazón donde la vida que la mort ne m’épargne; Bist doch du jenes Herz, in dem das Leben
me es tan dulce y grata, étant ce cœur où la vie mir ist so süß, so angenehm.
fuente de cada alegría, de cada deseo, m’est si douce et agréable, Quelle jeder Freude, jeden Verlangens,
¿cómo podría dejarte, y no morirme? source de tout bien, de tout désir, wie könnt’ ich dich verlassen und nicht
comment pourrais-je te laisser, et ne point sterben?
mourir?
A pesar de tu venida corazón mío Malgré ta venue, mon cœur, Trotz deines Kommens, mein Herz,
ya no te tengo presente, ya no te velo, je n’ai plus ta présence, je ne peux plus te und obwohl ich hier dich hab’ und dich
y no duermo y no sueño y no deliro. voir bewache
Viniste sí, mas huyes et je ne dors plus, ni ne rêve ni ne délire. und nicht schlafe, nicht träume, nicht
tan veloz que me destrozas. Tu es venue, oui, mais tu fuis phantasiere.
Ay, fugitiva apariencia de los amantes: si véloce que j’en suis détruit. Wohl bist du gekommen, doch fliehst
como sueño eres, tú, la de los ojos insomnes! Ah, fugitive vue des amants: so schnell du, dass es mich zerstört.
comme un rêve, toi dont les yeux sont Ach, flüchtiger Blick der Liebenden:
d’insomnie! Wie ein Traum bist du, jene mit den
schlaflosen Augen.
Esperanzas prohibidas y vano deseo, Espérances interdites et vain désir, Verbotene Hoffnungen und eitles Verlangen,
pensamiento falaz, ligeras y ávidas ganas, pensées fallacieuses, légères et avides envies, trügerisches Denken, leichte und gierige Lust,
lágrimas tristes y vosotros, suspiros y duelos, larmes tristes et vous, soupirs et deuils, traurige Tränen und ihr, Seufzer und
poned fin ahora a mi agotada vida. faites que prenne fin ma vie épuisée. Schmerzen,
Y si no me ampara la fuerza del olvido, Et si ne me protège la force de l’oubli, macht ein Ende nun meinem erschöpften
ni el desdén puede deshacer el vínculo, si le dédain ne peut rompre le lien, Leben.
que la muerte de todo me despoje, que la mort me dépouille de tout, Und sollte nicht mich schützen des
para que finalice mi estado acerbo y pour que finisse mon état amer et douloureux. Vergessens Kraft,
doloroso. Que les étoiles et le ciel utilisent leurs noch Gleichgültigkeit und Verachtung das
Que usen las estrellas en el cielo de sus pouvoirs, bindende Band lösen,
influencias, afin que ce dont je souffre paraisse un jeu, dann befreie von allem mich der Tod,
para que lo que siento parezca un juego, et que le mal, si profondément enraciné damit ein Ende sei meinem grausam
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opra il tuo ingegn’e le tue forze altrove, so that what I feel as a game would seem,
che nova piaga in me non ha più loco. and drive away the evil so deeply rooted.
With your bow, Love, fling arrows and
flames,
and direct your talents and your efforts to
others,
that for renewed calamities, there is in me no
further room.
14 FILLI, MIRANDO IL CIELO Filli, mirando il cielo, Filli, gazing upon the heavens
(O. Rinuccini) dicea dogliosa, e’n tanto said mournfully, and meanwhile
empìa di calde perle un bianco velo: filled with warm pearls a white veil:
«Io mi distillo in pianto, «I dissolve in tears,
d’amor languisco e moro, of love do I languish and die,
nè ritrovo pietate, o ciel, o stelle. I find no pity, nor heavens, nor stars.
Io son pur giovinetta, e’l crin ho d’oro, Yet am I young, and my tresses are of gold,
e colorite e belle blushing and beautiful
sembran le guancie mie rose novelle. my cheeks are like new-born roses.
Ahi, qual sarà ’l tormento, Oh, which shall my torment be,
quand’avrò il volto e’l crin d’argento?». When my complexion and locks of silver
have become?».
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y para ahuyentar el mal tan hondamente s’éloigne. schmerzenden Sein.
arraigado. Bande ton arc Amour, lance flèche et feu, So machen geltend ihren Einfluss die Sterne
Dispara con tu arco Amor, flechas y fuego, et dirige ton art et tes forces ailleurs, am Himmel,
y dirige tu ingenio y tus fuerzas hacia otro car pour une nouvelle plaie, il n’y a plus de damit einem Spiele gleiche, was ich erleide
que para nueva plaga, en mí ya no queda place. und sie verjagen das so tief verwurzelte Übel.
sitio. Schieß ab mit deinem Bogen Amor, Pfeile
und Feuer,
und richte dein Genie und deine Kraft auf
anderen Ort,
denn für neue Mühsal ist nicht mehr Platz in
mir.
Filli, mirando el cielo Filli, regardant le ciel, Filli, den Blick zum Himmel gerichtet,
decía doliente, y mientras tanto disait dolente, pendant sagte schmerzerfüllt, während
llenaba de cálidas perlas un blanco velo: qu’elle emplissait de chaudes perles son voile die heißen Perlen ihrer Tränen auf den
«Me diluyo en llanto, blanc: weißen Schleier fielen:
de amor languidezco y muero, «Je fonds en pleurs, «Im Klagen verzehr ich mich,
no encuentro piedad, o cielo, o estrellas. d’amour languis et meurs vor Liebe verwelke und sterbe ich,
Soy joven todavía, y el cabello tengo de oro, je ne trouve pitié, ô ciel, ô étoiles. ich finde nicht Erbarmen, oh Himmel, oh
coloradas y bellas Je suis jeune encore, et ma chevelure est d’or, Sterne.
mis mejillas se parecen a las rosas recién colorées et belles Noch bin ich jung und gülden ist mein Haar,
nacidas. mes joues ressemblent aux roses naissantes. farbig und schön
Ay, ¿cual será mi tormento, Las, quel sera donc mon tourment gleichen meine Wangen den frisch
cuando tenga el rostro y el pelo de argento?». quand j’aurais le visage et le cheveu gesprossten Rosen.
d’argent?». Ach, wie wird sein meine Qual,
wenn einst silbern ist mein Angesicht und
mein Haar?».
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LA VENEXIANA: IL MADRIGALE ITALIANO
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