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musicologia comparata e scuola berlinese, attività dei confratelli cilentani, come si ascolta
la popular music, Justify my love, prog, il guitar hero, tecnologie di registrazione e
riproduzione del suono, la modalità, il blues bianco (più gli argomenti a piacere).
La grammatica della musica tutta (ma basati sugli appunti delle lezioni), il riff, world Music
ETNOMUSICOLOGIA
MODULO 1
- La Grammatica della Musica
Aksak: in una prospettiva tassonomica generale si definiscono aksak i metri asimmetrici o dispari
(bi-cromi, uniscono segmenti ritmici distinti), da una espressione turca che indica un andamento
zoppicante, detto anche ritmo bulgaro. Tipico delle musiche da danza dell’area balcanica
caratterizzata dalla successone di sequenze pari e dispari, difficilmente iscrivibile nelle misure
simmetricamente suddivise e accentate delle musiche occidentali.
• LA SCALA
Si tratta di un concetto introdotto dagli studiosi per rappresentare le altezze e gli intervalli presenti
in un brano musicale, in un repertorio, in un sistema musicale.
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Altezza (dato percettivo, psicologico): frequenza di vibrazioni prodotte da un corpo sonoro, suoni
del brano gravi/acuti a seconda della frequenza dell’onda che li ha generati. *
L'intervallo: costituisce una relazione, un rapporto di frequenza tra un minimo di due altezze, non
è una grandezza assoluta, e rappresenta il tempo che intercorre tra le due.
*Frequenza (dato fisico, dato assoluto e misurabile). (La Centrale di riferimento: 440 hertz (hz)
[442/444]. ) La capacità uditiva va da 20 Hz a 20 000 Hz (area di udibilità). Si affianca a questa
detta “area della parola” che va dai 100 a 4000 Hz. La pratica musicale tuttavia si serve di suoni la
cui frequenza è compresa in limiti più ristretti e precisamente tra 64 e 8 000 vibrazioni semplici al
secondo.
Una scala si costruisce all'interno dell'intervallo di ottava, ed è l’elemento base con cui ciascuna
cultura concretizza il continuum di frequenze udibili; si può articolare in quattro punti:
- Consiste in una successione di intervalli
- Determina un dato numero di altezze (gradi)
- E’ priva di funzioni privilegiate (non implica gerarchie tra suoni)
- Tutto all’interno di un corpus dato ( si basa sull’analisi di un corpus di musiche)
E’ possibile passare da una scala all’altra ma con effetti non sempre efficaci; la costruzione di una
scala permette la conoscenza anche delle differenze con le altre, e la loro conoscenza è alla base
degli assoli dei musicisti pop.
• MELODIA
Successione nel tempo di altezze determinate, definite da relazioni di durata stabili, secondo criteri
condivisi dalla cultura di afferenza (successione di altezze nel tempo con organizzazione ritmica
definifita).
Gli studiosi che più si sono occupati di analisi della "melodia" sono:
Curt Sachs (studioso tedesco, scomparso a New York nel 1959) per il quale il criterio tassonomico
preferito consiste nell'individuazione e valutazione degli intervalli presenti nella successione
melodica. Individua:
- melodie orizzontali (su una sola altezza, o su intervallo unico): melodie di origine logogenica
(logos, vicine al parlato)
- melodie "a picco": melodie di origine patogenica (pathos, simulano forte carica emotiva, suono
marcato simile al grido)
- melodie centriche: con altezze che ritornano, costruite intorno a al centro dominante;
- melodie costruite su una concatenazione di intervalli diversi;
Alan Lomax (studioso americano, scomparso nel 2002), per il quale il criterio tassonomico
preferito consiste nella individuazione della forma (morfologia) della successione melodica;
Lomax propone quattro livelli tassonomici:
- forma litanica (iterazione di una struttura monostica, di una sola frase: AAA'A''AAA');
- forma strofica (iterazione di più [almeno due] unità o frasi distinte: AB AB AB AB; ABCD ABCD,
ABABABCC);
- forma interamente composta (non prevede iterazioni rilevabili);
- forma canonica (iterazione differita nel tempo delle stesse frasi, in voci diverse), in una
dimensione polifonica;
Charles Adams, per il quale il criterio tassonomico preferito consiste nella individuazione e
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valutazione del profilo melodico ("melodic contour"): si basa sul fatto che ogni melodia sia
rappresentabile tramite una linea ed ogni suono ha la sua altezza nel tempo, in ascendendo e
discendendo rispetto alle note limitrofe. Individua 4 andamenti in relazione ai suoni estremi:
ad arco, a terrazza, ondulato, discendente.
• MODALITA’
La Modalità costituisce un sistema complesso di norme e comportamenti concernenti
l'organizzazione delle altezze nel tempo, secondo criteri specifici; è un paradigma mentale e
culturale per l’organizzazione della melodia nel tempo. La Modalità, come sistema generale
astratto, pertiene tutte le musiche che non risultano essere subordinate all'armonia tonale di
matrice europea: in questo senso, si riferisce sia a musiche colte, nelle grandi culture
extraeuropee, sia alle pratiche folkloriche, europee ed extraeuropee.
La Modalità costituisce, quindi, un contenitore generale e astratto di tutte le esperienze peculiari
prodotte nelle singole culture e pratiche musicali: in queste, si parlerà, quindi, non più di Modalità
in senso astratto, ma di sistemi modali specifici:
Quali sono gli ingredienti, i livelli strutturali e normativi di un sistema modale? La metafora
dell’armadio e dei cassetti in esso presenti.
Sistema modale: Scala generale: rappresenta tutte le scale presenti nel sistema.
- Ogni cassetto costituisce un Modo specifico: Scale modali: successione regolata
secondo
determinati criteri di altezze ed intervalli specifici dei modi
Al suo interno ci sono Gradi preminenti: altezze che acquisiscono prevalenza sulle
altre divenendo il riferimento centrale di quel Modo (percorso attraverso cui le
altezze di una scala sono utilizzate in una composizione)
Per favorire il percorso ogni modo ha le sue Formule melodiche stereotipe,
associate al modo, e subordinate alla sua scala modale e ai suoi gradi
preminenti;
Riferimenti simbolici ed emotivi extramusicali, associati ai modi
specifici (cfr. la concezione dell’Ethos in musica, già presente nel
mondo antico, in autori classici ed ellenistici).
il sist. mod. latino medioevale:
il sist. mod. greco-bizantino:
il sist. mod. medioevale/rinascimentale europeo i
il sist. mod. arabo/turco/persiano
il sist. mod. indiano
il sist. mod. cinese
il sist. mod. coreano
il sist. mod. giapponese
il sist. mod. giavanese
Il Sistema modale serve a orientare e incanalare l’invenzione dei musicisti che agiscono in
condizioni di improvvisazione, di azione estemporanea: costituisce una sorta di “piattaforma
di sicurezza” che valorizza l’azione dei musicisti e li tiene legati agli ascoltatori, i quali
condividono i saperi e le norme che i musicisti mettono in atto nel corso della performance.
• TONALITA’
La tonalità si esplica nel campo del sistema armonico-tonale, e consiste nella concatenazione nel
tempo di unità verticali, denominate "accordi" : questi sono costituiti dalla combinazione
simultanea di tre suoni disposti su intervalli di 3° (es: Do-Mi-Sol). Altrettanto frequente è la
concatenazione di accordi di quattro suoni, uno dei quali costituisce un raddoppio all'ottava dei tre
suoni principali; è frequente altresì la presenza di accordi di quattro suoni tutti diversi, senza
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raddoppi.
Condizione fondamentale per il funzionamento ampio del sistema armonico-tonale è il
temperamento equabile, vale a dire l’eliminazione di tutte le differenze tra i semitoni della scala
dodecafonica, che, proprio per questo, diventa equi-dodecafonica (scala temperata).
Nel sistema armonico-tonale acquisisce una particolare forza attrattiva il cosiddetto accordo
di tonica, vale a dire la triade costruita sul primo grado della scala di riferimento, nella
tonalità scelta. Pure determinante, nel definire la coerenza e compattezza del sistema, è
l’insieme delle regole di concatenazione degli accordi, consente di armonizzare una melodia.
POLIFONIA
Costituisce la combinazione simultanea di più (almeno due) parti distinte, vocali e/o
strumentali, eseguite e intese consapevolmente e stabilmente come diverse, ma costituite
da una stessa identità musicale.
* UNISONO
Esecuzione della stessa melodia tutti insieme, le stesse altezze.
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** DIAFONIA
Combinazione polifonica di due sole parti vocali (solistiche o di gruppo)
***ETEROFONIA
Combinazione simultanea di due o più parti che eseguono la medesima melodia, discostandosene
occasionalmente e casualmente.
*MONODIA
Qualsiasi esecuzione che preveda un’intonazione su una sola altezza.
*CANTILLAZIONE
Intonazione rettilinea sulla medesima altezza (recto tono) delle sillabe di testi salmodici o testi
narrativi in prosa (nella liturgia). Può essere eseguita come monodia solistica o di gruppo.
* Mentre in Germania l’esperienza era unitaria nel resto d’Europa si diffondono studi individuali.
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• Béla Bártók: (impero austro-ungarico) pianista e compositore fu uno dei primi etnomusicologi
impegnati sul terreno
- Interessato ai problemi diclassificazione (tipi, e famiglie di melodie) e trascrizione, i livelli di
autenticità (polemica vs Liszt e Brahms) e i processi di scambio e trasformazione fra aree culturali
contigue (musica non iscrivibile in confini politici);
-attivo sul terreno come rilevatore, facendo uso del fonografo Edison, insieme con il suo collega e
amico Zoltan Kodály; a Bártók si deve l’ideazione e la realizzazione iniziale del Corpus Musicae
Popularis Hungaricae: uno studio e un’analisi di queste musiche. A Bártók si deve una tra le prime
individuazioni di metri aksak, che egli stesso definì ritmo bulgaro, dopo averne individuato
numerose testimonianze nelle musiche tradizionali di comunità bulgare.
• Constantin Brailoiu: studioso rumeno, documentarista e rilevatore (fonografo e grammofono).
- Analisi sistematica della musica nel contesto sociale: musica è un marcatore sociale, segna le
occasioni e circostanze della vita individuale e comunitaria, contribuendo a delimitare e
differenziare le diverse procedure di organizzazione della vita comunitaria. Opera: Vie musicale
d’un village; (particolarmente importante fu il suo studio concernente la lamentazione funebre,
realizzata con ampio ricorso a questionari di matrice sociologica, presa a modello venti anni dopo
da Ernesto de Martino e Diego Carpitella nei loro studi sul lamento nel mondo antico e del Planctus
Mariae folklorico)
• André Schaeffner: organologo africanista, studio degli strumenti musicali come oggetti culturali.
Ideatore e protagonista della campagna di ricerca Dakar-Djibuti, che attraversò tutta l’Africa sub-
sahariana in direzione Ovest-Est, raccogliendo una quantità enorme di informazioni e oggetti, assai
utili per le valutazioni comparative su vasto raggio: etnografia e antropologia; Opera: Origine degli
strumenti musicali (1936);
a) Musicologia comparata (Scuola di Berlino: Curt Sachs, Carl Stumpf, Erich von Hornbostel,
Walter Wiora, Marius Schneider)
b) Etnomusicologia (Jaap Kunst e studiosi americani, inizio anni cinquanta del Novecento; la nuova
denominazione viene accolta in maniera generalizzata, in America e in Europa; negli Stati Uniti
viene istituita la Society for ethnomusicology, che pubblica il quadrimestrale “Ethnomusicology”);
International Council for Traditional Music (Unesco)
c) Antropologia della musica (Alan P. Merriam e altri studiosi americani, intorno alla metà degli
anni sessanta del Novecento)
Grande produzione documentaria (monografie, dischi, films). Negli anni Sessanta, la grande
produzione di dati empirici realizzata nei decenni precedenti, consente una ripresa della riflessione
sugli aspetti generali. Si perfeziona un orientamento definito Antropologia della musica, che
considera la musica come una componente determinante della cultura, e proprio nelle relazioni con
gli altri aspetti della cultura trova la sua più efficace pertinenza espressiva (Alan P. Merriam,
Anthropology of music, 1964).
La cultura è intesa secondo le prospettive della antropologia culturale: il sistema di credenze, saperi,
pratiche che una determinata società (piccola o grande) produce, conserva, tramanda e trasforma,
nel tempo e in uno spazio (ambiente) di riferimento.
2.8. Le nozioni di sistema musicale (norme e comportamenti che rendono peculiare un determinato
campo di espressioni musicali) e di cultura musicale (azioni, relazioni e funzioni che connotano un
determinato sistema musicale come proprio di una determinata società).
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*Il cantometrico (cantometrics) di Alan Lomax costituisce un tentativo di dedurre dai tratti stilistici
delle forme vocali e strumentali, le condizioni sociali e i tratti culturali della comunità di apparte-
nenza (Folk Song. Style and Culture, 1968). Fu tra i primi a utilizzare il calcolatore e l’informatica
nelle scienze umane. Coreometrico. Leadbelly: negli anni Trenta del Novecento il suo repertorio fu
documentato da John e Alan Lomax su dischi di alluminio. Viene in Europa negli anni Cinquanta e
lavora a lungo con la BBC: grande produzione documentaria. Nel cantometrico Alan Lomax
individua tre processi generali di organizzazione dell’azione musicale di gruppo:
a) Unisono (Unisone): tutti la stessa melodia su più altezze
b) Eterofonia (Heterophony): stessa melodia ma con differenze casuali
c) Polifonia (Polyphony): più voci si dispongono su altezze premeditate e stabili.
- L’etnomusicologia in Italia
Primi autori, pionieri isolati:
a) Giulio Fara (Sardegna) ha introdotto il concetto di etnofonìa, si occupò anche di
polifonia e di musica strumentale; is launeddas (triplo clarinetto a fiato continuo)
b) Alberto Favara (Sicilia); il Corpus di musiche popolari siciliane comprende oltre
mille trascrizioni musicali di espressioni le più diverse
c) Luigi Colacicchi (Lazio), Canti popolari di Ciociaria
d) Cesare Caravaglios, Il folklore musicale, Napoli, 1936.
e) Giorgio Nataletti e Goffredo Petrassi, Canti della campagna romana
Fondazione del Centro Nazionale Studi di Musica Popolare (CNSMP) presso l’Accademia
Nazionale di Santa Cecilia, in Roma, nel 1948, con il supporto tecnico della Radio italiana
(RAI): radio-squadre. Giorgio Nataletti e Diego Carpitella. Il CNSMP, successivamente, nel
1989, assumerà la denominazione di Archivi di Etnomusicologia.
Due prospettive di rilevazione sonora:
a) raccolte a carattere antologico: registrare tutte le musiche prodotte presso una comunità
locale;
b) raccolte monografiche: registrare musiche rappresentative di un genere, di una pratica
sociale, di una pratica rituale.
Esperienze:
- spedizione in Basilicata con Ernesto de Martino (la ricerca sul pianto rituale: 1952); volume
Morte e pianto rituale nel mondo antico, 1958;
- La ricerca in Puglia sul fenomeno del tarantismo pugliese/salentino nell’estate del 1959.
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- Le sorgenti della musica
La Musica Primitiva
Anche a livello più primitivo ed elementare, una melodia segue sempre regole precise e quasi
inderogabili. I più antichi brani musicali sono esclusivamente vocali, melodie pure. Una
conseguenza di tale soggezione alle regole è che le tribù sopravvissute all'età paleolitica usano
due stili nettamente distinti l'uno accanto all'altro.
MELODIE A PICCO
Il più suggestivo dei modelli melodici primitivi può essere definito "melodia a picco". Il suo
carattere è selvaggio e violento: dopo un passaggio brusco alla nota più alta di tutta la gamma
contabile, in un fortissimo quasi urlato, la voce precipita in basso con salti, cadute o slittamenti
verso una pausa, appena udibili; poi con un balzo vigoroso, la melodia recupera la nota più alta
per ripetere il movimento "a picco".
Il tratto essenziale, tipico delle melodie a picco, è il fatto che esse, a tratti, riconquistano l'ottava più
alta, persino ai livelli primitive come nei canti d'Australia e dello stretto di Torres
STRUMENTI MASCHILI/FEMMINILI
Il ruolo degli strumenti nelle culture impregnate di magia hanno aspetti così vari da confonderci, gli
strumenti sono come degli oggetti. Le connotazioni che ne conseguono sono spesso concordanti e
qualche volta contraddittorie. Tutto si riconduce all'universo maschile/femminile.
Secondo un criterio di incomparabile purezza, il maschile è rappresentato dalla tromba, con il suo
suono aggressivo e minaccioso essa ha un carattere chiaramente virile, associato alla guerra.
Il ruolo del flauto, in origine è virile al pari di quello della tromba. Grazie alla sua forma tubolare,
esso rappresenta l'organo sessuale maschile.
Gli strumenti a corde, piuttosto rari nelle civiltà primitive, sono classificati come femminili.
Originariamente erano percossi con una bacchetta sottili e producono un suono fragile, sommesso
e non aggressivo, tanto debole da richiedere una cassa di risonanza per poter essere udibile.
Alcuni strumenti possiedono caratteristiche discordanti che appartengono a entrambi i sessi.
Una tromba, ottenuta tagliando la sommità di una conchiglia o di un guscio è maschile in virtù del
suono aggressivo e terrificante, ma poiché deriva da un animale acquatico e per la sua forma e le
sue fessure ricordano l'organo sessuale femminile, ha anche una connotazione femminile.
Lo scambio dei ruoli è anche motivato dal conflitto tra forme e funzione sonora: i tamburi e i
cembali di legno, arrotondati e cavi, sono femminili per forma, ma maschili perché il primitivo vede
nell'atto della percussione un simbolo del coito.
L’articolazione del percorso è divisa in diversi fasi in cui vengono eseguiti questi brani; le
esecuzioni sono segnate da alcuni colpi percossi solennemente sul pavimento dal priore con il suo
bastone di rappresentanza.
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• Festival internazionale della Zampogna di Scapoli (Molise)
Si svolge da 35 anni nell’ultima settimana di luglio; zampognai di tutto il mondo sono impegnati a
suonare ovunque mattina e sera; nel tempo gli interessi si sono estesi alla documentazione,
formazione e documentazione di musicisti; favorita l’integrazione tra musicisti di tradizioni diverse,
creazione di esambles
• Recontres internazionales des Luthiers at Maihres sanneurs
(festival delle Cornamuse, Ghironde e Fisarmoniche a Saint Chartier – Francia)
Nasce a metà degli anni 70; denominazione dal romanzo di Sanal che racconta della vita dei
cornamusai; oltre la musica, attenzione per le danze locali e per la valorizzazione della ritualità.
• Festival nazionale del folklore bulgaro a Koprivshtitza (Bulgaria)
Ogni 5 anni la 1° settimana di agosto per 3 giorni; obiettivo: favorire consapevolezza dell’identità
nazionale. Ora maggior attenzione per le connotazioni e le differenze locali; caratterizzato da
costante competizione; si tengono anche seminari, conferenze ed esposizioni.
• Notte della Taranta e altre feste – Salento (Puglia)
Iniziata nel 1998 è diventato vettore di marketing territoriale valorizzando le espressioni locali della
musica e della danza; la taranta: ragno locale simbolo di povertà e sofferenza è divenuto sinonimo
di rinascita, bellezza e liberazione; si privilegia lo spettacolo dal vivo; programma di grande eco
tanto da comportare imitazioni, poi non riuscite.
• Venir cantar con noi, ai piedi dell’albero – Bajo Dora nel Cavanese (Piemonte)
All’insegna della gratuità e dello scambio reciproco, nasce nel 1982; il 30 aprile giovani del paese
tagliano un albero e lo infiggono nella piazza centrale (albero di maggio), si canta dunque per le
strade tutto all’insegna della gratuita ed ospitalità. Annunciata solo il primo anno poi diventata festa
per passaparola, tradizione che si riproduce automaticamente.
MODULO 2
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ballo, pubblicazioni periodiche, festival musicali e simili; vennero fondate etichette discografiche
indipendenti e una rete destinata alla promozione dei suoni esotici del terzo mondo presso un
pubblico di consumatori del primo mondo formato da perlopiù da cittadini benestanti e istruiti e,
almeno negli Stati Uniti e in Europa, in maggioranza bianchi.
All'incirca nello stesso periodo comparve la definizione di "world beat", etichetta di mercato che in
origine costituiva un sottoinsieme della world music e comprendeva una produzione destinata più
specificatamente alla danza dove l'elemento più importante era il ritmo.
L'antecedente più immediato della world beat è stato senza dubbio il reggae giamaicano che ha
spianato la strada alle altre musiche da ballo. Negli anni '70 il reggae si inserì pienamente e
stabilmente nel panorama della musica pop occidentale. Sulla scia del successo del reggae, la
nascente industria della world beat ha proposto al pubblico del nord del mondo una serie di
musiche popular provenienti da tutto in continente africano.
Il successo del world beat ha avuto l'effetto di stimolare l'interesse dei consumatori del nord verso
quegli stili musicali più tradizionali delle diverse parti del mondo che venivano commercializzati
come world music.
Al giorno d'oggi la world music occupa una nicchia ben definita e sempre più redditizia all'interno
dell'industria musicale internazionale, come dimostra ad esempio la principale pubblicazione
commerciale statunitense "Billboard" che riporta con regolarità le classifiche di vendita della world
music e aggiorna i suoi sviluppi.
La world music si colloca in prossimità dell'ambito della musica folk mentre il world beat è più
orientato verso il ballo e caratterizzato dall'uso di strumenti elettronici, risulta più vicino al rock. La
maggior parte delle musiche del world beat mantiene dichiaratamente legami forti ed evidenti con
le radici della tradizione.
Il fenomeno world music/world beat è significativo non soltanto per il livello degli scambi che è
riuscito a stimolare, ma anche per la capacità della relativa industria discografica a distinguersi
dalla controparte rappresentata dalla pop music, mettendo in campo argomenti attinenti alle
tematiche dell'istruzione e degli scambi culturali.
- WORLD MUSIC
Ciò che si chiama comunemente world music ha invaso, negli ultimi anni il paesaggio sonoro di
numerosi paesi: radio e televisioni diffondono massicciamente le registrazioni di musiche evocanti
lontani altrove, sia che provengono effettivamente da raccolte realizzate nei paesi considerati
come "esotici" dagli abitanti del paesi detti del Nord, sia prodotte in studio. La world music non ha
suscitato un grande interesse dei musicologi quindi la world music non sembra essere stata
oggetto di studi orientati specificatamente ad analizzare le sue caratteristiche principali e benché le
dimensioni economiche e sociali siano state attentamente esaminate si fa ancora molta fatica a
definire la world music da un punto di vista strettamente musicale.
Durante gli anni '50, in Francia, ad esempio canzoni e profumi orientali o latino-americani
conoscono un certo successo, ma rivelano, frequentemente, un carattere parodistico. Ciò che
comincia a manifestarsi negli anni '60, utilizzo del sitar indiano da parte dei Beatles e Kinks, si
inscrive nella continuità di un esotismo di cui le musiche di varietà sono impegnate almeno fin
dall'inizio del secolo scorso. L'esportazione del reggae fuori dalla Giamaica, intorno agli anni '70,
indica che un cambiamento è in procinto di realizzarsi. Bob Marley, i Wailers e altri interpreti
diventano popolari in Europa, in America del Nord e in Giappone: la loro diffusione è legata a un
mito di ribellione e una nebulosa di idee che associano il rifiuto delle società consumistiche e delle
convenzioni borghesi. Successivamente è il turno delle musiche africane urbane. Nel 1986, il nord-
americano Paul Simon registra con musicisti sud-africani un album intitolato Graceland a cui gli
viene attribuito un Grammy, da questo momento in poi si può dire che un nuovo mercato si sia
definitivamente aperto e che esiste un pubblico ormai a consumare le musiche del "Sud" al pari dei
concerti rock e pop di euro-americano. Numerosi produttori si trovano nella condizione di dover
cercare qualche criterio che dia una parvenza di omogeneità e alla fine si accordano per utilizzare
l'etichetta World Music.
La world music è senz'altro erede delle musiche esotiche che da tempo hanno incantato i
melomani dell'Europa e dell'America settentrionale. Si ritiene che la world music sia piena di
sensualità e possa testimoniare anche l'identità di certi popoli. Questo esotismo musicale che oggi
da identità risponde senza alcun dubbio a una domanda. Nello stesso momento in cui le secreta
occidentali cadevano in una crisi economica il rock e il pop occidentali si banalizzavano ed
essiccavano. A questa crisi morale ha risposto il desiderio di una rigenerazione che sembrerebbe
provenire da altrove. Gli anni '80 hanno visto moltiplicarsi gli sforzi per rispondere a questa
domanda. La world music ha costituito lo sfondo sonoro, e ha aperto un terreno in cui la
spoliazione e creazione si intrecciano.
La categoria world music deve essere considerata come una categoria commerciale non musicale,
un’ etichetta discografica.
- POPULAR MUSIC
L'espressione inglese popular music indica quell'insieme di attività musicali comuni nel mondo
contemporaneo che va dalle canzoni al rock, dalla musica cinematografica e televisiva al jazz,
create perché ne usufruisca un pubblico ampio. L'individuazione delle origini della musica popolare
contemporanea a New York tra fine 800 e inizio 900 nei generi più leggeri del Classicismo
dell'Europa centrale, ha spinto a interpretare la tradizione musicale popolare del XX secolo come
uno sviluppo lineare di quello stesso Classicismo, sviluppo che è andato ad occupare il territorio
lasciato vacante da modernismo e avanguardia.
Gli aspetti di maggior importanza della Popular music sono tre:
- le pratiche di ascolto: le caratteristiche fondamentali sono di tipo dualistico, la musica popolare
è stata commercializzata come fenomeno tipico della classe operaia ma a metà degli anni '60, con
incredibile popolarità dei Beatles, consentì all'industria discografica britannica di sviluppare un
mercato rivolto alla classe media. Negli Stati Uniti si ebbero analoghi sviluppi sulla produzione dei
cantautori. Emerge una distinzione tra “pensare” e “fare” nel modo di porsi di fronte alla musica.
- la geografia: notare l’importanza della collocazioni specifiche dove si sviluppa e tener conto
dell'importanza dell'origine stessa della pratica musicale contemporanea degli Stati Uniti alla metà
degli anni '50, è per questo che la lingua dominante nelle canzoni di musica popolare, tende ad
essere in inglese.
- lo stile: Non tutti gli stili si equivalgono nel graduare l'importanza da attribuirsi ai diversi aspetti
dell'esperienza musicale popular. Alcuni stili privilegiano la canzone in se. Alcuni privilegiano il
personaggio, ossia l'immagine rappresentata da un singolo cantante (boy bands) . Altri ancora la
nozione di intertestualità, ovvero musica tratta da stili del passato incastonata in strutture
contemporanee. Altri stili privilegiano la registrazione e la possibilità di intervento che questa offre
attraverso il mixaggio successivo. Nei tardi anni '90 questo è divenuto un aspetto così importante
che è ormai pratica quotidiana sottoporre a mixaggio successivo qualsiasi cosa.
La nascita di una musica per i giovani è in gran parte basata sull'identificazione di "gioventù" come
categoria a se stante. Negli Stati Uniti la ridistribuzione della ricchezza, l'espansione dei nuovi
mezzi di comunicazione e la crescente commercializzazione del tempo libero favorì la convinzione
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che la prosperità fosse a portata di mano per tutti, o lo stesse per diventarlo. In Gran Bretagna,
dopo il 1957, il pieno impiego, l'aumento dei livelli di consumo e lo sviluppo dello stato del
benessere cominciarono a suggerire che le divisioni di classe non fossero più rilevanti. Da qui il
paradosso dei teenager britannici: la loro cultura era essenzialmente un fenomeno di spartana la
cui esistenza dipendeva tuttavia dal potere d'acquisto raggiunto tramite la prosperità, la quale
derivava dal funzionamento degli stessi teenager come membri integrati a pieno titolo nella società
economica. Dal momento che questo nuovo teenager era non solo diverso, ma anche separato, la
sua identità sociale non poteva essere trovata all'interno delle strutture stabilite, ma doveva essere
creata ex-novo.
Il tratto di maggior rilievo nella musica che ha le proprie origini nel gospel e nel blues, è la
presenza di un esplicito strato metrico abitualmente rinforzato con l’aggiunta di uno strumento
bassp: il Groove. La popular music contemporanea propende a fondere queste informazioni in
un'unica linea:
- Permette immediatamente di ballare
- Rende libero il solista di giocare con la regolarità della pulsazione
- Può essere d'aiuto a definire alcuni stili: nel rock'n'roll abbiamo uno schema ritmico standard
ottenuto su charleston, rullante e grancassa, diventò standard anche nel rock degli anni '70. Negli
anni '80 la ripresa della musica da ballo, a partire dal proprio radicamento nel genere euro-disco
dei tardi anni '70, utilizza un groove diverso, basato su campane sintetizzate, rullante e grancassa.
Groove: interpretabile come la combinazione tra batterista e bassista volta alla pulsazione; è il
primo strato profondo intorno a cui si costruisce la parte melodica.
Back Beat: spostamento dell’energia metrica (accento) dal primo al secondo beat (pulsazione) della
misura (battuta) binaria dei 4 tempi.
Continuous pulse: pulsazione continua, esplicita e acusticamente ben marcata, determinata
dall’azione del batterista, con cui si integra il basso e può associarsi una o più chitarre, tastiere, ecc.
Drumming: è l’azione del batterista, in particolare il processo con cui agisce sui tamburi e la cassa
(membranofoni), e sui piatti (idiofoni); determina, perciò, il “Groove
Riff: motivo melodico ostinato, piuttosto breve e con una specifica definizione; metro-ritmica, che
connota emblematicamente una canzone .
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Guitar hero: (in inglese "eroe della chitarra"), entrò in uso negli anni ottanta per riferirsi ai virtuosi
della chitarra elettrica soprattutto in stile hard rock e heavy metal.
*** Livelli di testo nelle musiche di matrice “popular”
Primo livello di testo: la melodia cantata e i versi relativi. Tuttavia, i versi cantati possono subire
anche numerose traduzioni verso lingue anche lontane: i versi risultano mobili e possono mutare
perché non raramente sono tradotti in lingue diverse da quella originaria.
Secondo livello di testo: il disco, nei diversissimi formati e durate censiti, nella diffusione
commerciale, all’interno del sistema mediale (radio, tv, web, discografia, videografia,
cinematografia).
Terzo livello di testo: il concerto e lo spettacolo dal vivo; comprende anche gli eventuali prelievi
effettuati in rete (streaming), o nel sistema mediale più ampio (radio-tv);
Quarto livello di testo: la registrazione in disco di un concerto “live”
Quinto livello di testo: record score (trascrizione in partitura di quanto inciso in disco)
*** Caduta dell’Aura (Walter Benjamin): la riproducibilità tecnica dell’opera d’arte produce una
caduta della “aura” originaria, determinata dalla sua unicità e dalla irreperibilità.
Codifica neo-auratica prodotta dal disco, nella riproducibilità tecnica (Vincenzo Caporaletti): il
disco non è soltanto replica di una produzione seriale, ma costituisce altresì la testimonianza più
sicura dell’opera di un artista o di un gruppo di artisti; in questa prospettiva, può determinare, sugli
ascoltatori (musicisti e fruitori di musica), una forte attrazione, configurandosi come un exemplum,
come un modello “auratico” (effetto della codifica neo-auratica), cui i musicisti e i fruitori guardano
come un “testo” irrinunciabile, come in riferimento paradimatico.
Le musiche di matrice “popular” sono pensate, prodotte e fruite nella prospettiva di una diffusione
la più ampia possibile, all’interno del sistema mediale disponibile, attraverso una produzione di tipo
industriale, orientata verso la replica seriale dei prodotti.
- Il Progressive Rock
Fine anni 60 / inizio anni 70 – Regno unito, Italia. Musicisti del background accademico non si
accontentano più delle pratiche e delle strumentazioni rock usate fino a quel momento:
- Versificazione diversa data dai testi più simbolici, poetici, romantici, esoterici
- Scrittura più estesa, brani più lunghi
- Assetto metro-ritmico fibrillante e variabile, spesso sospeso (non come nel rock)
- Giustapposizione di episodi diversi, che non sono uno lo sviluppo dell’altro
- Sensibilità più anarchica, liberatoria (momenti in cui musicisti suonano tutti insieme come meglio
credono: episodi anarchici d’improvvisazione di gruppo)
- La forma tende a disarticolarsi da brano a brano, no forma stabile condivisa
- Utilizzo di strumenti diversi, solitamente poco utilizzati nel rock tradizionale
- Numerosi episodi solo strumentali
- Interesse per musiche colte, etniche
- Musicisti di prospettiva virtuosistica che mirano a scritture complesse e sofisticate
- Predilezione per i concept album (opera discografica complessa che lega le canzoni in una
prospettiva comune)
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Prog Italiano: artisti popular italiani acquistano per la prima volta un rilievo internazionale,
risentono dell’impegno politico data la situazione sociale degli anni 60/70. Città: Roma, Milano,
Napoli. Gruppi : PFM, Area, Banco del mutuo soccorso.
L'opera di Madonna mette in luce che la sessualità non è qualcosa di dato o di naturale, ma
qualcosa di costruito, costruito dalle persone, a loro misura e sotto il loro controllo;
conseguentemente il modo in cui la popular music può servire da mezzo di esplorazione e messa
alla prova della sessualità, al servizio della creazione e del mantenimento di identità personali e
collettive. Ciò che Madonna ha reso esplicito verso la fine del XX secolo era implicito nella popular
music perlomeno dalla fine del secolo precedente.
- Rap come protesta sociale
Alla fine degli anni '70 nasce negli Stati Uniti un nuovo movimento culturale: l'hip-hop. Una danza,
firme decorative su muri, i vasti affreschi murali che rivestono le città, un codice d'abbigliamento,
l'hip hop è anche, e forse soprattutto musica: il rap (predica)
La parola "rap" era utilizzata nel gergo di strada, quanto al termine hip hop deriva da "hip", slogan
degli afro americani che significa cool" e "to hop" significa danzare.
All'inizio il rap è considerato un movimento periferico, gli osservatori più importanti vedono solo la
manifestazione in genere violenta, di un'esclusione sociale. Il rap rappresenta prima di tutto la
realtà dei quartieri più degradati dei grandi agglomerati urbani, ghetti o periferia. Dopo alcuni anni,
dopo che il rap sta prendendo campo, le case discografiche lo inseriscono nei cataloghi di vendita,
ma in forme edulcorate: musiche e testi rimandano all'universo più familiare e tranquillo della
canzonetta. Successivamente i rappers creano associazioni di produzione, etichette indipendenti
per farsi conoscere.
Il rap ha avuto dapprima un'immagine musicalmente povera, poiché quello che conta è il testo ed è
articolato su motivi melodicamente e ritmicamente ripetitivi, ed è grazie a queste ripetizioni che il
rap diventerà un movimento musicalmente innovativo.
Fino all'inizio degli anni '90, la produzione resta essenzialmente artigianale, lo sviluppo delle
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tecniche informatiche, e la loro accessibilità economica, renderà possibile un nuovo lancio di
queste produzioni nella musica elettronica, alla quale oggi il rap appartiene.
Nelle strade e nei quartieri degradati, i giovani dei ghetti non hanno mezzi per ascoltare la musica
con gli apparecchi a disposizione delle classi medie. La ricerca del ritmo è l'ultima possibilità che
resta loro di produrre del suono. Nello stesso tempo dei giovani più grandi si raggruppano in
associazioni e tentano di lottare contro l'estrema violenza sociale in cui i più giovani crescono.
Gli Stati Uniti entrano negli anni "80 con i repubblicani e i ghetti subiscono le conseguenze delle
scelte politiche che limitano l'intervento dello stato e delle istituzioni. Il rap diventa uno strumento di
rivendicazione per quelli che temono di essere esclusi da ogni ascesa sociale, dividendosi in una
corrente dai contenuti leggeri, passata in radio, e una dai contenuti impegnati, ascoltata fuori dagli
spazi istituzionali. Il rap non resta soltanto isolato nei ghetti americani, si installa rapidamente in
Francia e in Inghilterra e nel corso degli anni '80 si espande in tutta Europa.
Il pianoforte Pneumatico
Alla fine dell'800 il player piano era un mobile montato su rotelle che veniva accoppiato alla
tastiera di un comune pianoforte e se ne azionava i tasti mediante un sistema pneumatico, davanti
al quale si srotolava un nastro di carta spessa, largo circa 40 centimetri, dove ogni perforazione
corrispondeva ad un tasto. Questo strumento era apprezzato come accompagnamento del canto
nelle serate in salotto.
Il fonografo di Edison
Thomas Edison concepì il primo apparecchio in grado di riprodurre e registrare il suono. Nel
fonografo si trovano in germe tutti gli elementi delle tecnologie posteriori. Un cilindro è percorso
lungo tutta la sua superficie da un solco a spirale e ricoperto da una sottile foglia di stagno; esso è
attraversato nel senso della lunghezza da un albero che termina con una manovella, azionando la
quale il rullo viene fatto girare e avanzare lateralmente davanti a una specie di imbuto dentro cui si
parla. L'estremità inferiore, più stretta, di questo imbuto è chiusa da una membrana posta in
vibrazione per risonanza, sul diaframma è fissato un ago che poggia sul solco e incide
avvallamenti e rilievi a seconda delle vibrazioni.
Il grammofono di Berliner
Nel 1886 Bell e Summer Tainter brevettarono negli Stati Uniti il grammofono, ma Berliner fece delle
importanti modifiche a questo apparecchio. Nel 1887 inventò un nuovo supporto: il disco, una
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sottile lamina di zinco ricoperta di cera, sulla quale veniva tracciato il solco a prillare entro cui la
puntina vibrava orizzontalmente e non più verticalmente come faceva sul rullo di cera. Nel 1888
mise a punto quella che era destinata a divenire la carta vincente del disco ossia la duplicazione
tramite bagno galvanoplastica a partire da un'impronta negativa. Egli perfezionò il suo disco e nel
1896 lo immise sul mercato assieme al relativo apparecchio lettore, il grammofono. Per un certo
periodo disco e rullo si fecero concorrenza; ma poco a poco il disco si impose. Diverse ragioni
spiegano il successo del disco:
Conteneva più musica;
Era più pratico, più facile da manovrare ed installare;
Le case discografiche offrivano un repertorio classico di qualità
Il disco aveva il grande vantaggio commerciale di poter essere riprodotto facilmente e in grande
quantità
La registrazione acustica
Fino al 1925 la registrazione era acustica, nel senso che l'incisione veniva fatta senza il contributo
dell'elettricità. Era il suono emesso dal cantante o dal musicista a provocare direttamente la
vibrazione della puntina e il suo affondamento nella cera, in questo modo le dinamiche deboli
andavano perdute. A causa della sua scadente qualità sonora, la registrazione acustica respingeva
i grandi musicisti. Dal punto di vista commerciale il successo della registrazione era assicurato, ma
si collocava al livello dell'intrattenimento facile e popolare.
La registrazione elettrica
Messa a punto nel 1924 dai laboratori della Bell Telephone, il microfono elettrico operò una
rivoluzione nel modo della registrazione. Nel microfono, una sottile membrana metallica viene
posta in vibrazione dal suono ed esercita variazioni di pressione su un materiale entro il quale
circola una debole corrente elettrica. Grazie al microfono la registrazione non dipendeva più dalla
potenza dell'immissione del suono. Diveniva accessibile una dimensione di sensibilità sonora del
tutto nuova: i suoni più deboli venivano captati.
Magnetofono e nastro magnetico
Durante la guerra il magnetofono era stato perfezionato a tal punto da poter ormai fare
concorrenza al disco sul piano della qualità sonora. Nel magnetofono in funzione di registrazione,
una sottile pellicola di materia plastica rivestita da ossido di ferro scorre davanti ad un
elettromagnete nel quale circola corrente elettrica proveniente dal microfono, le variazioni di
questa corrente imprimono sul nastro delle analoghe variazioni di carica magnetica. Nella funzione
di lettura il nastro ripassa davanti alla testina, che riproduce le stesse variazioni di corrente che
vengono incanalate verso l'altoparlante. La qualità di registrazione e proporzionale alla velocità di
scorrimento. La magnetizzazione del nastro può essere facilmente neutralizzata, cancellando così
il contenuto. Il nastro magnetico apportò numerosi perfezionamenti alla presa di suono e al lavoro
in studio:
Lunga durata delle prese di registrazione;
Ascolto immediato;
Copiatura immediata;
Editing del suono;
Montaggio
Mixaggio
Economia, il magnetofono è leggero, pratico e poco costoso. Il nastro magnetico è cancellabile e
riutilizzabile a volontà
Disco e Radio
Durante gli anni '50 la radio prese terreno a vantaggio della televisione. Anziché continuare a
realizzare programmi costosi si cominciarono a trasmettere dischi presentati da un disc-jockey,
soprattutto dischi di rock, in cui i ritmi energici crearono un nuovo stile radiofonico.
La stereofonia
La stereofonia poneva rimedio a una grave carenza della musica registrata nel primo '900, ovvero
la mancanza di prospettiva spaziale. Ma è solo nel 1958 che la stereofonia si impose con i primi
dischi commerciali "stereo", essi procuravano una sensazione di profondità e leggerezza, la
stereofonia crea un'illusione di spazio sonoro giocando sulla fisiologia uditiva.
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Il processo di registrazione in studio
Mentre all'inizio del '900 si incideva un 78 giri in cinque minuti, nel corso degli anni 50 la
realizzazione di un disco in studio è divenuta un processo che necessita di molteplici fasi con la
partecipazione di una squadra di musicisti e tecnici del suono.
Le musicassette
Durante gli anni '50 il magnetofono e il nastro magnetico avevano conquistato gli studi di
registrazione, ma non il grande pubblico. Una delle ragioni di questa riluttanza era la necessità di
agganciare il nastro alla bobina ricevente all'inizio di ogni esecuzione. Per rimediarvi si crearono le
musicassette. La cassetta era più pratica del disco a 33 giri, meno delicata da maneggiare, più
resistente all'usura, e neppure esigeva di essere suonata in posizione orizzontale. Tuttavia il suo
vantaggio incalcolabile, quello che l'ha resa popolare, sta nell'aver reso la registrazione un
processo facile e accessibile a chiunque.
La svolta digitale
La digitalizzazione del suono fu introdotta negli studi a partire dal 1979, alcuni anni più tardi
comparve un supporto digitale destinato al grande pubblico: il compact disc. Nella registrazione
analogica l'onda sonora viene successivamente convertita in diversi strati, nella registrazione
digitale l'onda sonora, una volta trasformata in segnale elettrico è misurata a scala infinitesimale e
tradotta in numeri binari. Per l'ingegnere del suono la tecnologia digitale presenta molteplici
vantaggi: miglior qualità del suono, eliminazione del rumore di fondo, possibilità di un numero
illimitato di copie senza perdita di qualità. Dal punto di vista dell'ascoltatore, il CD contiene più
musica del vinile a 33 giri, nonostante le dimensioni più ridotte, è più facile da maneggiare e da
classificare, e inoltre relativamente non soggetto ad usura.
- La Canzone
L’utilizzo del termine “canzone” è molto vario e ampio, con riferimenti che spesso vanno oltre
all’oggetto musicale che si ha in mente. Al termine di una serie di tentativi si può fornire una
definizione molto succinta: “una breve composizione di testo e musica”. Il concetto di canzone si
collega anche alla definizione dei diversi generi musicali, insieme di eventi musicali il cui
svolgimento è regolato da norme accettate da una comunità. La canzone è quindi un modo di
ordinare il materiale musicale che risponde ad una particolare funzione, ed è elemento importante
nella definizione di generi musicali come oggi la musicologia li intende, in sintonia con le teoria sui
generi artistici elaborati.
Riguardo la struttura della canzone essa è caratterizzata da relativa brevità e struttura ripetitiva.
Molte canzoni contengono elementi testuali e/o musicali che si ripetono su successioni di metri e
versi. Ciò che si attua è una vera e propria “politica della ripetizione” di cui possiamo trovare due
tipologie: musematica, ovvero brevi cellule melodico ritmiche (riff nel rok), e discorsiva, basata su
elementi dell’ordine della frase, del periodo, della sezione. Questo comporta che le canzoni si
presentino come composizioni modulari. Il blues è uno dei primi più chiari esempi di questa
struttura ripetuta e variata nel tempo. Strutture precise si ritrovano in quelle dette di modello
finalistico dove abbiamo parti ripetute in maniera identica con stessa musica e stesso testo: i
ritornelli (chorus inglese, refrain in francesce). Se si ripete una parte musicale ma con testo diverso
si parla di strofe, le quali spesso servono in preparazione al ritornello: strofa che prepara, ritornello,
strofa che prepara, ritornello ripetuto due volte.
Altra struttura la si trova nelle canzoni da commedia musicale: strofa introduttiva (verse,
facoltativo), doppia ripetizione del chorus (con funzioni diverse dal ritornello), sezione intermedia
di contrasto caratterizzata da un tono “grigio” (bridge), ritroviamo quindi il chorus, con possibile
seguente alternanza chorus-bridge.
Il verse verrà poi perso causa la durata dei 78 giri e dal ritmo incalzante della programmazione
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radiofonica.
Nella storia dell’ultimo secolo si nota lo sfumato confine tra folk e popular che si è creato con
l’interesse da parte dei paesi del nord per la musica dei paesi del sud. A fine dell’800 troviamo la
formazione di nuovi generi nei luoghi dove si ha interazione tra tradizione orale e professionismo di
una nuova classe di musicisti intrattenitori: jazz, tango, rebetico e fado (musiche fortemente
caratterizzate da un profilo etnico). A cavallo tra 800 e 900 la nascita di generi napoletani e
romanzi. Negli anni 10 Canzone e Disco si identificano con l’arrivo delle incisioni e dei 78 giri,
tanto che negli anni 20 il mercato discografico ha dimensioni enormi con alla base del suo
repertorio la canzone. Negli anni 20 inizia l’età dell’oro del musical americano che da Brodway si
sposterà in tutto il mondo. Con gli anni 30 entrano in gioco i mass media di rilievo musicale: radio e
cinema sonoro; il jazz raggiunge maturità nell’era dello swing e con i crooners, e si affermano il
blues e il country. In Europa si sente l’influenza di queste nuove proposte con la nascita del blues
bianco edulcorato.
Il dopoguerra vede il successo dei Crooners (tecnica vocale che con l’uso del microfono permette di
arrivare con una voce non “in maschera”). Sempre più evidenti sono le integrazioni con la cultura
afro americana: dal rhythm and blues fuoriescono, ballads, blue notes e il rock and roll (fa forza
sulle basse frequenza, letto come segnale di svecchiamento della popular music e rinnovare generi e
repertori). Protagonisti di questi nuovi generi Beatles, Rolling Stone, Who, Animals ecc. portati nel
mondo dal grande sviluppo della discografia. Negli anni 70 troviamo l’opposizione tra punk rock e
rock progressive nelle forme di reggae, ska e canzone d’autore. In Italia troviamo maggiormente la
canzone politica nata dalla situazione sociale presente intorno al 68’. Dagli anni 80 troviamo la
tecnologia e le nuove sperimentazioni alla base dell’innovazione musicale, su cui negli anni 90 il
rap farà forza per comunicare il suo messaggio di “verità”.
Blues Bianco
I Bianchi Americani lo scoprirono tramite gli Inglesi che per primi conobbero il Blues dai neri. Negli
anni 60 i britannici vengono a contatto con questo perché Liverpool era porto di attracco degli
americani. I viaggiatori e soldati neri portavano i loro dischi destinati al loro ascolto e vengono
intercettati dagli inglesi. Caratteristiche: Beat meno incisivo, No back beat iniziale, Narrazione
cantata di eventi di vita vissuta, No continus pulse, Accompagnamento leggero.
Il blues diventerà molto una prassi strumentale.
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I siti personali infine offrono agli utenti la possibilità di mettere in rete i propri contenuti, attraverso
piattaforme con blog e forum utili al confronto e alla discussione di fan , interpreti e critici.
Fra i documenti sonori, i primi ad essere accessibili su internet sono state le registrazioni di
concerti, in particolare le registrazioni storiche. Le case discografiche, le grandi etichette ma
manche le piccole case indipendenti, hanno offerto campioni sonori più o meno sostanziosi dei
loro prodotti. Questa pratica non ha tardato a sollevare problemi relativi ai diritti di autore e
d'interprete. Dalla fine degli anni '90 è legittimo domandarsi se internet non stia per sostituire il CD.
Per quanto riguarda la musica leggera la risposta è; già chiara. Se negli anni '80 le vendite dei CD
hanno superato largamente quelle delle cassette, nuove aperture tecnologiche hanno fatto di
internet un luogo importante dove su scambia e distribuisce musica.
Inoltre è possibile accedere su internet ad altri tipi di materiali, in particolare il software e i dati
grezzi. Alcuni di questi programmi permettono ad esempio di produrre partiture musicali e di
generare, nel caso della musica da camera o sinfonica, le copie di qualunque parte staccata. Altri
consentono di manipolare le campionature sonore per farne delle composizioni musicali, ci si
ritrova spesso di fronte un vero e proprio studio virtuale.
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