Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
ALTEZZA/LA MELODIA
- distinzione tra 2 tipi di sistemi di altezze;
- In Etnomusicologia si fa la distinzione tra modulo e scala;
- Modulo: insieme delle altezze che trovo in un brano che ho documentato;
- I moduli che possono contenere anche 2 o 3 altezze;
- Bifonico, Trifonico, Tetrafonico, no ad a quelli pentafonici e oltre;
- Da 5 suoni in su si parla di scala;
- Alcuni moduli, i bifonici, sono più di usi rispetto ad altri;
- Il modulo bifonico più di uso è quello di terza minore (es. sol-mi);
- Metodo “kodari” —> metodo di pedagogia musicale per bambini molto piccoli;
- Di erenza tra modulo e scala:
• Modulo —> è un dato di fatto, sentendo una musica riconosco determinate altezze;
• Scala —> la scala è un materiale prede nito, c’è una sistemazione teorica, vi è una gerarchia
tra le note;
- Un modulo non presenta questa spiegazione teorica;
- Passando ai moduli trifonici, anche qui abbiamo uno più di uso —> quello la-sol-mi;
- Tranne in Sardegna —> qui il modulo più di uso è quello mi-re-do;
- moduli pentafonici —> cominciamo ad avere delle gerarchie;
- Si comincia a parlare di scala ;
- Pentatonica o pentafonica —> sinonimi —> scale composte da 5 suoni;
- Di 2 tipi:
• Scala pentatonica anemitoniche —> senza semitoni —> Es. scala di do —> do-re-mi-sol-la -
—> scale senza semitoni;
- Questa si chiama scala pentatonica anemitonica prima;
- Se parto dal re invece abbiamo la scala pentatonica seconda;
- Se parto dal mi avremmo la pentatonica terza e così via;
- Ovviamente si può partire da qualsiasi suono (es.do#);
- Esistono anche pentatoniche che hanno semitoni;
ff
ff
ff
ff
ff
fi
fi
ff
fi
ff
fi
ff
Pro lo melodico
- È il contorno di una melodia;
- Ogni melodia ha un suono iniziale, un suono nale, un suono più acuto e uno più grave;
- Queste 4 cose ci sono sempre;
- ogni melodia in fondo segue necessariamente dei pro li melodici precisi;
- Si possono fare delle analisi attraverso i pro li melodici;
- Di solito certi pro li melodici hanno uno scopo comune;
- Es. melodie con pro li discendente —> usatissime —> nate da una esigenza sica di respiro
quando si canta;
Tipologie melodiche:
• Melodie a picco (ovvero a pro lo discendente) —> sono le più comuni in tutto il mondo,
probabilmente per una questione siologia dell’apparato fonatorio umano. Possibile derivazione
di certe melodie strumentali a pro lo discendente da melodie vocali (es. “Le fanciulle di
Kivledal”).
• Melodie ad intonazione relativa variabile —> con continui passaggi da parlato a cantato e
viceversa;
• Melodie a pro lo ondulato —> spesso legate a situazioni in cui l’oscillazione si traduce anche
in gesti: duru duru in Sardegna, canti rituali cosiddetti “in altalena” nei Paesi baltici —> sono
spesso collegate a situazioni in cui qualcosa sta veramente ondulando (es. canto per bambini)
—> il pro lo si mantiene sulla stessa altezza;
• Melodie a gradi variabili;
- Problema degli universali —> non tutti i popoli del mondo intendo elementi musicali in modo
diverso (es. rapporto tra tonica e dominante, o consonanze e dissonanza;
- Universali —> caratteristiche della musica uguali in tutto il mondo;
- Pentatonica —> FALSO UNIVERSALE, non è uguale per tutti i popoli;
- Veri universali —> sono solo 2;
- Una è l’esistenza della melodia a pro lo melodico discendente, succede in tutto il mondo
perché tutti gli esseri viventi hanno esigenze respiratorie uguali —> polmoni sono uguali;
- L’altro è un’associazione tra acuto alto e chiaro contrapposto al concetto grave, basso e scuro;
- Quando cantiamo una nota acuto la sentiamo risuonare in testa mentre una nota grave risuona
nel petto —> inoltre associamo le note alte al cielo e quindi alla luce e le note gravi al basso,
alla terra che è scura;
- le musiche di tradizione orale sono concepite tutte come mezzi che hanno uno scopo —>
accompagnano delle attività, hanno uno scopo;
- Musiche legate a momenti della vita;
- Musica e vita si collegano;
- La musica è tutt’una con la vita;
fi
fi
fi
fi
fi
fi
fi
fi
fi
fi
fi
fi
fi
Concetto di nota
- l’altezza viene identi cata spesso con il concetto di nota;
- Cos’è?
- In occidente si intende una nota che ha una determinata durata e posizione e che non muta;
- Per quanto riguarda le altezze siamo molto precisi (in Occidente);
- Questo modo di scrivere musica ovviamente per quella di tradizione orale non esiste;
- Non esiste il concetto di nota;
- Per lei la musica è un usso di suoni;
- I parametri del suono (altezza, timbro, ecc.) non sono separabili;
- Concetto di usso sonoro che non è una nota precisa ma può essere un suono che cambia
continuamente;
- Tutti gli aspetti del suono sono vissuti insieme, non sono separabili;
- Il suono è continuamente variabile;
- L’idea è quella di un usso di suoni che continuano a cambiare;
- Fa parte dello stile originale di tradizione orale;
- A volte possiamo trascrivere con le note ma è un’approssimazione;
- I suoni sono continuamente variabili —> normale variazione della voce a seconda della
tradizione;
TIMBRO
- nelle musiche di tradizione orale è l’aspetto più importante di tutti;
- È il parametro del suono più importante;
- È un pò il contrario di quello che avviene nella musica colta europea;
- In Europa l’altezza e la durata sono gli elementi più importanti e che scriviamo con più
precisione;
- Poi viene la dinamica anche se in modo meno preciso (es. quanti db meno?);
- Il timbro è l’elemento che viene scritto con meno precisione;
- Possiamo descriverlo attraverso la scelta dello strumento, possiamo usare delle parole che
in uiscono su di esso;
- Nessuno di questi modi è veramente preciso —> se consideriamo la precisione con cui
scriviamo le note;
• Ritmo Gamelan
- Ritmo concepito in modo diverso;
- considerato come mezzo per incastrare e combinare strutture complesse tramite eventi-
segnale;
- Gamelan —> genere musicale tipico dell’Asia sud-orientale (Soprattutto Indonesia);
- Genere musicale molto complesso che si esegue combinando molti strumenti a
percussione soprattutto metallici —> strumenti metallofoni;
- Orchestra Gamelan —> caratterizzata da incastri ritmici molto complessi;
- Ritmo concepito come una sorta di istruzioni per incastrarsi tra di loro;
- Come un set di istruzioni per coordinarci tra di loro;
- Contano in pulsazioni —> entrate a certe pulsazioni;
- Non in battute come noi (es. uno strumento deve entrare a tot. Pulsazione);
ff
fl
- ritmo complementare;
- Tecnica per cui quando una voce tende a non muoversi molto, un’altra voce tende a muoversi
al posto dell’altra;
- Una voce si muove mentre l’altra sta ferma;
- Es. quarto-2 ottavi - 2ottavi-quarto;
- Una voce tende a muoversi quando l’altro sta ferma;
- Ciò per mantenere l’interesse dell’ascoltatore;
Poliritmia
- Eseguire tanti ritmi diversi simultaneamente;
- Ci sono musiche in cui diversi esecutori eseguono ritmi anche molto diversi tra di loro
simultaneamente;
- Particolarmente di usa in africa;
- Li la poliritmia è la concezione normale del ritmo;
- La poliritmia ha lo stesso ruolo che ha la polifonia nella musica occidentale;
ff
ETNOMUSICOLOGIA 3
Polifonie tradizionali
POLIFONIA PADANO-ALPINA
- Com’è fatta?
- Caratterizzata dalla forte presenza di terze parallele e seste parallele;
- Quasi sempre in modo maggiore;
- Struttura principale —> melodia principale, una seconda voce che procede per terze o seste
parallele e un basso che esegue le fondamentali (spesso I-V e a volta anche il IV);
- Polifonia spesso praticata nella sua forma moderna (n20);
- La sua forma più antica è eseguita solamente in poche aree (n14);
Forma Tradizionale
- possono cantare uomini, donne, bambini, persone di ogni età;
- Nella musica tradizionale non ci sono dei momenti di concerto;
- La musica viene fatta durante la vita;
- Uno può cantare in qualsiasi momento della vita;
- Ovviamente i canti polifonici sono canti di gruppo;
- In generale di tratta soprattutto di lavori agricoli o momenti di ritrovo;
- Molto spesso nel mondo agricolo i canti si eseguono spesso all’aperto;
- L’ambiente intorno a noi in uisce molto sulla musica;
- Se si cambia il contesto si cambia automaticamente la musica;
- Se la eseguiamo all’aperto il timbro sarà molto più tagliente e di grande volume per farsi sentire;
- Tipo di canto: Il timbro è aperto (perché sia adatto a propagarsi in ambienti aperti), tagliente,
talvolta anche gridato; la voce non è impostata; si miscelano i timbri dei diversi registri vocali
delle persone di ogni età, su varie ottave;
- Abbiamo tanti timbri diversi tutti che cantano a modo loro ma cantano insieme;
- Nei villaggi alpini spesso la tradizione poteva avere diverse versioni;
- Tramandati da generazioni ciò portava delle varianti da famiglia a famiglia;
- Tanti timbri diversi e con tante varianti di erenti tutte nello stesso tempo;
- Cosa è successo? Questo tradizione sopravvive solo in alcune aree alpine;
- N14
- È ancora molto praticato a Premana (sopra il Lago di Como) e sull’alto piano di Asiago
(soprattutto durante le celebrazioni religiose);
fi
fl
ff
Forma Modernizzata
- esiste anche un modo modernizzato di fare musica padano/alpino;
- Modo che si è imposto negli anni ’30 e si protrae no ad oggi;
- Oggi lo chiamiamo “Canto di montagna“;
- Com’è nato? Nella I guerra mondiale hanno avuto parte importante gli alpini —> avevano dei
canti —> derivati da cani popolari riadattati;
- Coro degli alpini —> solo uomini, avevano un’impostazione molto rigorosa e composta;
- Si è sviluppata così una polifonia alpina;
- Erano molto coordinati tra di loro —> solo uomini;
- Dopo la I guerra mondiale questi canti sono diventati famosissimi;
- Successivamente a Trento nel 1926 è stato creato il coro della SAT (società alpinistica trentina);
- ‘26 —> periodo d’oro di questa società;
- Decidono di fondare un coro;
- Coro della SAT —> organizzato da un gruppo di parenti;
- Hanno cominciato a girare per le alpi del trentino per raccogliere canti da trascrivere su
pentagramma —> riadattandogli, e componendo nuovi adattamenti polifonici;
- Dopodiché hanno scritto nuove armonizzazioni e hanno chiesto a importanti musicisti classici
di comporre nuove di queste nuove composizioni;
- Questi grandi musicisti classici hanno scritto molte di queste nuove armonizzazioni;
- Si è creato così un coro di montagna maschile dove i canti venivano ri-armonizzati da musicisti/
compositori importantI;
- I più noti musicisti che coordinarono il coro sono i fratelli Enrico, Mario, Silvio ed Aldo Pedrotti,
Antonio Pedrotti (compositore e direttore d’orchestra allievo di Respighi, autore di numerose
armonizzazioni da loro usate), Luigi Pigarelli e Mauro Pedrotti ( glio di Mario);
- Tra i più famosi musicisti classici a cui venne chiesto di comporre delle armonizzazioni per il
coro ci sono il notissimo pianista Arturo Benedetti Michelangelo, Renato Dionisi, Andrea
Mascagni, Giorgio Federico Ghedini, Bruno Zanolini.
- Hanno cominciato ad esibirsi in pubblico;
- Avevano una propria divisa;
- Nasce così il coro di montagna;
- Ogni paese ha un proprio coro di montagna, con proprie divise, bandiere ecc.;
- Presentano ovviamente un timbro diverso —> più impostato e soprattutto educato;
- Leggevano con il pentagramma e si esibivano;
- Oggi ci sono molti cori di montagna;
- Musica tradizionale popolare riadattata e trascritta;
- Nasce così una maniera ri-modernizzata della tradizione padano/alpina;
- Il coro della S.A.T. ebbe un successo enorme, favorito anche dall’espandersi dell’alpinismo e
venne imitato da un numero sempre crescente di altri cori in tutto il nord Italia e,
successivamente, in ogni parte della nazione.
- Oggi esistono centinaia di cori di questo tipo, in quasi ogni città o paese delle Alpi ed in molte
altre parti d’Italia;
- i membri di tali cori percepiscono di solito la propria attività come una continuazione della
tradizione, e si è così creata una “nuova tradizione”, detta dei “canti di montagna” o “cori di
montagna”;
- La maniera “modernizzata” di eseguire la polifonia padano-alpina (n. 20) è fortemente
in uenzata sia dai canti degli Alpini, sia, soprattutto, dai “cori di montagna” nati in seguito
all’esperienza del Coro della S.A.T.;
- caratterizzata dalla presenza esclusiva di voci maschili, dalle armonizzazioni spesso elaborate e
composte da musicisti colti per iscritto, dalla voce impostata, dall’ampia varietà dinamica (dal
pianissimo più lieve al fortissimo), dall’esecuzione ordinata con i cantori schierati in la e vestiti
in uniforme, dalla presenza di melodie popolari riadattate e sottoposte a nuove armonizzazioni
e, non di rado, anche di canti completamente di nuova composizione e dell’esecuzione durante
concerti organizzati con la presenza di un pubblico, eventi organizzati nelle località di montagna
o rassegne specializzate.
fl
fi
fi
fi
ETNOMUSICOLOGIA 4
POLIFONIA TIRRENICA
SARDEGNA
Canto a Tenore
- Soprattutto in provincia di Nuoro;
- Canto a Tenore —> forma di polifonia tirrenica;
- Tenore —> da non intendere come una voce, una persona solo, ma si intende un gruppo;
- Canto a tenore —> canto a 4 voci maschili;
- Le 4 voci sono: Boghe (“voce”), Mesa Boghe (“mezza voce”), Contra (“contralto”) e Bassu
(“basso”);
- Si esegue in diversi contesti e con repertori molto vari—> per ballare danze tradizionali, per
protestare, di tipo lirico (dedicata a qualcosa);
- I testi spesso sono tramandati per generazioni e mandati a memoria —> sempre in lingua
sarda;
- Il contesto principale di questo canto è il bar, l’osteria oppure nel contesto di feste e sagre di
paese —> momento collettivo;
- Il canto a tenore è sempre in lingua sarda e i testi sono tramandati da generazioni a memoria;
- Possiamo ritrovare testi composti da poeti degli inizi dell’800;
- I testi, a volte anche lunghi, venivano imparati anche a memoria;
- Suddivisione voci:
• Boghe —> canta il testo (è l’unica);
• Mesa Boghe —> canta delle sillabe per tenere il ritmo —> interventi rapiti di funzione timbrica
e ritmica;
• Bassu —> canta anch’esso delle sillabe senza senso compiuto ma di tipo percussivo —> di
solito ha un timbro tagliente —> di solito esegue la fondamentale dell’accordo;
• Contra —> canta una quinta sopra il basso;
Tàsgia
- 2 zone principali:
• Aggius —> a 5 voci;
• Tempio Pausania —> a 4 vci con la quinta voce “virtuale” —> suono di combinazione;
- Può avere argomento sia sacro che profano;
CORSICA
- Ci sono varie forme di polifonia in Corsica;
- Una delle più caratteristiche è la Paghjella;
- Canto a 3 voci;
- Armonicamente presenta molti ritardi;
- Molte linee melodiche sono a pro lo discendente;
- Mentre i versi molto spesso sono distici;
- Rigido sistema di ordine di entrata, di ritmo e di rime;
LIGURIA
- a Genova in particolare vi è una forma di canto particolare;
- Trallallero;
- È una delle forme più complesse di polifonia tirrenica;
- Si è sviluppata a ne ‘800 nelle osterie e nei luoghi di ritrovo dove andavano i lavoratori del
porto;
- Si è sviluppato soprattutto nei quartieri periferici;
- Si tratta di una forma molto complessa;
- È molto in uenzata dall’armonia colta —> non presenta parallelismo accordale, ma è invece
basata su un impianto tonale moderno, con armonie che possono anche includere accordi di
settima e di gradi diversi dal I e del V;
- È una polifonia che presenta minimo 5 voci —> Primmu (canta la melodia), Segundu (canta in
falsetto, imita una voce femminile), Cuntrubassu, voce di chitarra (mette la mano davanti la
bocca ed emette dei suoni simili alla chitarra), Bassi (possono anche essere raddoppiati);
- Le voci sono tutte maschili;
- Prende alcune caratteristiche della polifonia tirrenica;
- L’armonia non presenta parallelismo accordale ma è più in uenzata dalla musica colta (triadi
maggiori in vari rivolti, l’alternativa tra tonica e dominante e le settime di dominate);
- Può arrivare no a 12 voci;
- Un gruppo si chiama “squadra”;
- Le strofe di solito sono composte da 4 versi e di solito alla ne di esse vengono riprese delle
parti di quest’ultimi però cantate con nuovo materiale melodico;
ff
fl
fi
fi
fi
fl
fi
- Ci possono anche essere dei riadattamenti che non erano nati come Trallallero;
- Riadattamenti in stile Trallallero —> trattandosi di uno stile esecutivo, talvolta anche melodie di
diversa provenienza possono essere eseguite a Trallallero;
- Intento —> spesso è comico;
- Essendo un canto di lavoratori al porto il risultato è comico;
- Questo tipo di canto è ancora attualmente praticato;
- Si pratica in 2 modi:
- Gruppi organizzati che si trovano da decenni in bar o osterie —> si chiamano Squadre (dalla
sua origine, in ambito portuale);
- Gruppi occasionali;
- Cosa si canta?
- 3 tipi di repertorio:
- Canti tradizionali di cui non si conosce neanche l’autore;
- Canti famosi genovesi —> si rivede l’armonia e si riadatta in stile Trallallero;
- Repertorio improvvisato —> si decide una melodia e di solito si possono improvvisare testi;
Basso Bordone
- Ci troviamo a Ceriana in provincia di Imperia, Liguria;
- È considerato una sorta di forma di transizione tra tre tradizioni:
• il canto su bordone —> presenta un bordone sulla dominante;
• la polifonia padano-alpina —> è in modo maggiore con seste o terze parallele;
• la polifonia tirrenica —> è per voci maschili, la timbrica e la presenza del suono di
combinazione detto “cantino”;
EMILIA
Trallallero Piacentino
- forma polifonica ancora molto praticata;
- Si trova nell’ Appennino di area piacentina;
- Pratico anche a sud della Lombardia —> con ne tra Genova e Piacenza;
- Zona detta “Appennino delle 4 province" —> Genova, Piacenza, Alessandria e Pavia);
- Culturalmente ha una cultura molto unitaria;
- Il Trallallero piacentino è una forma di transizione tra due aree —> Padano-Alpina e Trallallero
genovese;
- Ruolo tra le voci simile ma sempli cato;
- A questi canti possono partecipare anche donne;
- Le voci possono fare timbri e ritmi diversi —> come nel Trallallero genovese;
TOSCANA
Bei
- Si trova in Toscana;
- canto maschile nato nell’ambiente dei lavoratori di miniera del Monte Amiata;
- Non si basa su parallelismo accordale;
- Bei —> basato su un impianto tonale moderno;
- Canto esclusivamente maschile;
- Le voci hanno ruoli di erenti tra loro —> ci sono voci in falsetto e voci profonde di basso;
- è caratteristica la presenza di voci che eseguono continuamente un ostinato ritmico ripetitivo, a
volte alternando registro di petto e di falsetto;
- Canti di carattere satirico oppure di protesta;
- Diversi caratteri in comune con il Trallallero piacentino;
ff
fi
fi
CAMPANIA
ISTRIA
Bitinada
- Caso particolare che potremmo de nire di “polifonia tirrenica”, in senso lato;
- Stile di canto che si pratica nella comunità di lingua italiana di Rovigno, in Istria, in pieno mare
Adriatico;
- si sente assai chiaramente che questo stile di canto assomiglia moltissimo al Trallallero
genovese: è infatti quasi uguale nello stile, pur avendo un repertorio di testi e melodie di erenti
e, ovviamente, un dialetto diverso;
- La di erenza stilistica principale sta nel fatto che nella Bitinada si può anche schiare, oltre che
cantare;
- Somiglianza tra la Bitinada di Rovigno ed il Trallallero genovese può essere spiegata in due
modi:
• Etnomusicologi di scuola funzionalista —> sostengono che società organizzate in modo simile
(Genova e Rovigno sono entrambe città di mare, con gruppi di lavoratori prevalentemente
uomini ed aspetti simili dal punto di vista culturale, sociologico e produttivo) tendono a
produrre forme d’arte simili;
• Etnomusicologi di scuola di usionista —> ricorrono ad un’altra spiegazione: all’epoca delle
lotte tra le Repubbliche Marinare, infatti, Genova era in guerra con Venezia, ed è storicamente
certo e provato che i Genovesi occuparono e governarono proprio il paese di Rovigno, in
Istria, abbastanza a lungo da potervi esportare parte delle proprie tradizioni: dobbiamo però
ricordare che, a quell’epoca, non esisteva il Trallallero genovese moderno che si può ascoltare
ora, che è di origine recente, ma, al massimo, una qualche forma polifonica più antica che
poteva forse avere già alcune delle sue caratteristiche, ma non tutte e non identiche a quelle
attuali;
- È anche possibile che i due meccanismi abbiano operato insieme;
ff
ff
fi
fi
ff
ETNOMUSICOLOGIA 5
- Dal punto di vista musicale tutte queste caratteristiche sono uguali nelle forme abruzzesi,
Umbre, Istria ecc.;
- Anche se i dialetti cambiano;
- Come mai accade ciò?
- 2 ipotesi:
• Ci sono alcuni documenti romani che parlano di coloni che sono andati a colonizzare L’Istria;
• In realtà l’ipotesi più accreditata è che ci fosse un’area omogenea —> Si cantava in questo
modo in tutta la zona adriatica —> in epoca medioevale, pre romana;
- A testimonianza di ciò c’è il fatto che sono stati trovati dei canti in Romagna e nel basso veneto
(canti romanere o Canti alla Boara) —> uguali ai canti dell’Italia centrale (canto a Vatoccu) ma si
canta una sola voce;
- Il discanto medioevale si era ispirato a questa forma che già esisteva;
- La melodia però è uguale a quella della zona centrale del discanto adriatico;
- Grossa di erenza tra la polifonia dal lato adriatico e dal lato tirrenico;
- Lato adriatico —> 2 grosse di erenze:
- È sempre a 2 voci ed è sia maschile che femminile;
- Ci sono anche polifonie di 2 voci femminili (anche solo 2 cantanti);
- Si parla di diafonia/discanto adriatico;
- 2 modi diverse per dire che le 2 voci non sono parallele;
- Di solito le 2 voci non cantano la stessa melodia;
- Sia moto contrario che obliquo;
- Stile che comprende 2 località in apparenza lontane ma che magari prima erano in relazione;
- Da una parte abbiamo Abruzzo, marche e Umbria e dall’altra l’Istria italiana;
- Possono essere impiegate anche scale modali oltre a quelle maggiori e minori;
- È molto impiegato il modo frigio;
- Di solito i testi sono coppie di endecasillabi in rima tra di loro;
- Di solito il primo cantore canta il primo verso;
- Verso la ne del primo verso entra la seconda voce;
- In Istria ovviamente cantano così quelli di lingua Italiana;
fi
ff
ff
ff
fi
- I croati hanno altre tradizioni;
- Canto a Vatoccu —> parola abruzzese —> signi ca Battacchio (parte della campana che serve
a percuotere la campana);
- Questo è il nome che ha questa polifonia in Abruzzo;
- L’etnomusicologo ha poi esteso questo nome alle altre zone;
- Le voci rimbalzano come il battacchio;
- In Abruzzo e Umbria vengono utilizzati modi minore mentre nelle marche più modi maggiori;
- Particolarità del canto Vatoccu:
- Emissione quasi gridata;
- Molte note lunghe tenute;
- Modo minore con delle in essioni modali;
- Stile delle Marche —> stile un pò meno puro;
- È un pò in uenzato da forme settentrionali;
Canto salentino
- polifonia tradizionale del Salento;
- Presenta abbastanza spesso terze e seste parallele;
- Tuttavia presenta un’emissione a 2 voci e con note molto lunghe —> simile al canto a Vatoccu;
- Questa forma di polifonia è chiamata “Canto alla Stisa” (canto a voce spiegata);
- Era ed è di solito tradizionalmente legata ai lavori agricoli, o ai momenti di pausa nel lavoro nei
campi;
- Quando è legata ai lavori nei campi il nome cambia in “ canto alla spiga”;
- Emissione aperta, a volte gridata —> tipica dei canti da eseguire all’aperto;
- Il moto è misto —> presenti molte seste parallele e moti obliqui e contrari;
CANTO SU BORDONE
- Al di fuori dell’area mediterranea, si trovano in Europa due zone in cui il canto su bordone è
molto importante;
- queste zone non hanno nulla a che fare con l’Impero Bizantino e sono la Lettonia e la Georgia;
- casi di polifonie non temperate —> hanno un’intonazione che si discosta fortemente dalla
nostra scala cromatica;
- Utilizzo di intervalli più piccoli del semitono;
- Eterofonia;
Polifonia non temperata dei Setu
- siamo abituati a distinguere le consonanze dalle dissonanze;
- Cosa succede quando un brano è basato su intervalli più piccoli del semitono?
- chi non è abituato a sentire queste sonorità rimane impressionato;
- Popolazioni della Georgia del nord e i Setu;
- I Setu —> sono una minoranza dell’Estonia;
- L’Estonia ha una lingua simile al nlandese, nnica e sono di religione luterana;
- I Setu invece sono ortodossi e praticano una variante della religione ortodossa un pò popolare,
legata al lavoro nei campi;
- Tradizioni popolari presenti in questi paesini;
- Società fortemente legata al lavoro agricolo e alle vecchie tradizioni della campagna locale;
- Tradizioni molto signi cative;
- Della loro vita fa parte, inoltre, tutto in sistema di antiche credenze popolari, che rende ancora
piuttosto comune tra di loro l’uso di incantesimi, nonché di rituali scomparsi in altre parti
d’Europa;
- Nei Setu si è conservata una tradizione antichissima —> Tradizione del Lamento della Sposa;
- Cos’è? Nel momento in cui la sposa andava a sposarsi, andava a ringraziare e a salutare la
madre per l’ultima volta prima di avviarsi al luogo del matrimonio;
- Tradizione in cui la sposa faceva un vero e proprio lamento di dispiacere in cui lasciava la
mamma;
- Ringraziamento alla madre per tutto ciò che aveva fatto no a quel momento;
- Ciò era associato ad un canto;
- Questi canti sono stati persi —> sopravvivono in pochissimi posti;
- Questo rituale si fa ancora;
- Lamento della sposa —> non è polifonico ma monodico;
- I Setu sono famosi per le proprie ricche tradizioni di polifonia vocale, molto sviluppate, legate a
canti di lavoro nei campi e a canti celebrativi e di festa: sono canti polifonici detti “leelo”, a tre,
quattro o più voci, esclusivamente femminili, e, soprattutto, sono fortemente non temperati,
perché le scale musicali dei Setu non hanno un’intonazione temperata;
- Esse costituiscono infatti uno dei due maggiori esempi di polifonia vocale fortemente non
temperata in Europa;
fi
fi
fi
fi
ETNOMUSICOLOGIA 7
ETEROFONIA
- Eterofonia —> si indica l’esecuzione simultanea di varianti di erenti della medesima melodia;
- Varianti della stessa linea melodica eseguita simultaneamente;
- Varianti diverse della stessa cosa;
- Eseguendo contemporaneamente varianti diversi della stessa linea, infatti, la linea melodica di
base è fondamentalmente la stessa per tutti, ma in molti punti si di erenzia, perché si formano
comunque continuamente delle combinazioni di due, tre o più suoni simultanei tra loro diversi;
Musica irlandese
- Un altro noto caso di eterofonia si ha tra la parte del ddle (violino popolare tradizionale) e
quella del tin whistle ( auto dolce tradizionale di metallo) nella musica tradizionale irlandese;
- anche qui, i sistemi tradizionali di abbellimenti e di note ornamentali sono di erenti tra i due
strumenti, causando l’esecuzione simultanea di varianti diverse della stessa linea melodica;
Canto Mongolo
- per voce e strumento ad arco;
- Viene eseguito da un cantante solista (uomo o donna) e da un suonatore di morin chur;
- Impianto pentatonica anemitonico;
- presenta suoni prolungati, un andamento lento e solenne, un’estensione di registro
notevolissima e una grande ricchezza di abbellimenti tradizionali sia nella voce che nella parte
strumentale;
- Questa tradizione presenta eterofonia perché le linee della voce e dello strumento sono
fondamentalmente le stesse, ma subiscono continui sfasamenti;
- sono continuamente sottoposte ad una ricca ornamentazione che è del tutto diversa tra la voce
e lo strumento, quindi sono sempre molto di erenziate tra loro;
- in Europa e nel mondo esistono delle zone in qui l’intervallo più desiderato e ricercato è quello
di seconda;
- Canto per seconde;
- I linguaggi sono un fatto culturale;
- Le seconde maggiori e minori creano dei battimenti —> interferenza tra 2 frequenze molto
vicine tra di loro;
- Nella nostra tradizione musicale il battimento è considerato poco desiderabile mentre in altre
parti del mondo accade il contrario —> si cercano i battimenti perché considerati più belli;
- Canti per seconde:
- Ci sono tradizioni tutt’ora esistenti —> Lituania del nord-est, Alpi Dinariche (con ne tra Croazia
e bosnia), Arcipelago Dalmata (Isole al largo della costa croata), Bulgaria (soprattutto
occidentale), Macedonia del Nord;
- Vi sono anche tradizioni estinte: Milano (nel Duomo), centro Italia (Umbria e Lazio), Isola di
Creta, Inghilterra;
- una volta questa tradizione veniva chiamato a inizio ‘900 “Schwebungdiaphonie” (diafonia in
sospeso) —> seguendo la mentalità dei musicisti colti europei, si riteneva che le dissonanze
restassero “sospese”, perché non “risolte”;
- Il principale caso di polifonia per quinte parallele studiato nel corso è quello degli Tvísöngvar;
- canti a due voci islandesi;
- L’Islanda era praticamente disabitata no al 500 - 600 d.C. —> solo alcuni eremiti vi si erano
trasferiti per vivere in assoluto isolamento;
- dal 700 d.C circa, fu colonizzata dai Vichinghi, provenienti dalla Scandinavia;
- In tutta Europa, nell’alto Medioevo vigeva la pratica liturgica dell’organum, in cui c’era la vox
principalis accompagnata dalla vox organalis, e le due voci procedevano per quinte, ottave o
quarte parallele;
- dato che l’Islanda fu colonizzata in quel periodo, si di use questo stile di canto che, grazie al
fenomeno chiamato “sopravivenza marginale”, non è più sparito;
- Ciò signi ca che non è mai sparita l’abitudine medioevale di cantare per quinte parallele, che
nel resto di Europa è invece scomparsa da molto tempo;
- è considerato ancora normale improvvisare una seconda voce ad una quinta di distanza da una
qualsiasi melodia data;
- le voci possono anche scambiarsi di ruolo ad un certo punto —> la voce inferiore diventa la
superiore e viceversa;
fi
fi
fi
ff
ff
ETNOMUSICOLOGIA 9
ASPETTO FORMALE
Analisi Paradigmatica
- Metodo di analisi della forma più usato in Etnomusicologia;
- Analisi paradigmatica;
- Principale metodo di analisi per capire che forma ha un brano di tradizione orale;
- Nasce intorno agli anni ‘70 in ambito linguistico —> analisi fatta dagli studiosi di lingue;
- Subito dopo è stato trasportato in ambito etnomusicologico;
- Fasi dell’analisi paradigmatica:
• Assegnare le lettere ai vari passaggi, passi musicali —> A, B, A’ ecc.;
• Riscrivere le lettere in un altro modo —> si scrivono in verticale e continuiamo ad andare a
destra sulla stessa riga se la lettera è diversa, mentre andiamo a capo e incolonniamo sotto la
lettera originale una lettera che abbiamo già visto es A’ ecc.;
• Leggendola dall’alto verso il basso e da sinistra verso destra troviamo l’originale;
• Ciò ci dice quali solo gli elementi più frequenti —> possiamo già fare una statistica su quali
elementi sono più frequenti (in linguistica ci direbbe quale parola viene usata di più);
• Si può notare anche quale elemento ha la tendenza maggiore a variare e quale a rimanere
identica;
• A questo punto, di ogni elemento che varia bisogna de nire 2 rigorosamente cose: qual’è la
parte che non varia mai? e quali sono le regole per variare?;
• Dobbiamo scrivere rigorosamente quali elementi ci sono in comune in un passaggio che varia
e cosa cambia (F’ e F’’ —> dobbiamo capire cosa hanno in comune i 2 e cosa varia);
• Abbiamo quindi già un’informazione sulla frequenza degli elementi, sulla tendenza a variare e
quando variano (cosa varia, cosa non e quali sono le regole per variare);
• Successivamente si rappresenta gra camente, attraverso linee, quante volte si passa da un
passaggio all’altro —> si utilizzano le frecce circolari per indicare quante volte si va da un
passaggio all’altro (da A a B si va 1 volta ecc.);
• Ciò ci da come risultato una forma musicale;
• Una volta che siamo di fronte a questa forma, che prende il nome di Grafo orientato,
dobbiamo cercare di sempli carlo —> attraverso la distinzione di una parte iniziale, una parte
centrale e una nale;
• Una forma di questo genere si chiama Forma a Percorso;
Forma a percorso
- Posso seguire queste frecce ma fare ogni volta che le percorro fare scelte di erenti? Si;
- si è scoperto che moltissime forme di musica di tradizione orale funzionano con la logica delle
forme a percorso;
- Simile alla musica d’avanguardia degli anni ’60;
- Questa coisca nella musica di tradizione orale è stata inventata da millenni;
- Soprattutto nelle musiche che vengono danzate si è scoperto che ogni volta che si registra un
pezzo, questo viene sempre eseguito in modo diverso, con una forma diversa;
- Perché? La forma viene percepita come un percorso all’interno del quale posso fare delle
scelte;
- Le forme hanno questo tipico aspetto;
- Abbiamo una parte iniziale, una parte centrale e una nale;
- Ciò che accade all’interno di queste sezioni è a libera scelta e può avvenire per svariate ragioni;
- In base a cosa si decide? In base a diverse motivazioni (sta per venire a piovere allora chiudo
subito, oppure c’è un danzatore bravo e un passaggio è particolarmente di cile e lo si ripete
più volte per far vedere la bravura del danzatore ecc.);
- Per esempio in base alle circostanze —> Es. Se il ballo sta per nire o deve ancora continuare
ecc.;
- Ogni volta si fanno parti di erenti ecc.;
- Ciò che rimane invariata è la Forma;
- La forma è un percorso e in quanto tale rimane invariata;
- Il percorso è sempre quello ma ogni volta le esecuzioni sono diverse;
- Ma se le compariamo tutte risulta sempre la stessa forma, quella a grafo orientato;
fi
ff
fi
fi
fi
fi
fi
ffi
ff
- Questa forma a percorso si riscontra in moltissime tradizioni;
- In Italia si veri ca molto nei balli dell’Italia centro-meridionale;
- Nelle musiche danzate;
- Forma usata per il ballo —> es. Tarantella, saltarello ecc.;
- es. Tarantella di Montemarano —> è una forma aperta ovvero che si può prendere qualsiasi
percorso;
fi
ETNOMUSICOLOGIA 10
- Presenza simultanea nel gruppo di persone di tutte le età —> costituiscono una comunità
completa —> importante per la sopravvivenza delle tradizioni di un gruppo umano;
- È molto importante la trasmissione dai nonni ai nipoti;
- La memoria a lungo termine degli anziani ed il fatto che siano liberi da molti lavori attivi ed
abbiano il tempo di insegnare ai propri nipoti possono costituire una combinazione molto valida
nel tramandare le tradizioni;
- Spesso però si saltano delle generazioni;
- 2 cause:
• In uenze esterne che portano a trascurare l’ascolto degli anziani in favore di nuove
opportunità di ricchezza;
• troppa povertà con problemi di sopravvivenza degli anziani nel gruppo e problemi nel loro
mantenimento;
- Quindi —> o in uenze esterne su cientemente forti o problemi di sopravvivenza delle persone
o del gruppo;
- Dove non ci sono nonni e nipoti, la trasmissione è molto più di cile;
- sopravvivenza marginale —> è il concetto per cui di solito in un’area in cui la popolazione
rimane isolata, le tradizioni rimango più intatte e sopravvivono molto più a lungo;
- L’isolamento può avvenire per cause geogra che o linguistiche;
- Es. Georgia o Islanda;
- Può avvenire o per un isolamento geogra co (isole circondate dal mare, zone circondate da
alte catene montuose o da ambienti ostili) o un isolamento linguistico-culturale (minoranze
etniche circondate da persone con lingua o cultura molto diverse);
fl
fi
fl
ffi
fi
fi
fi
ffi
- Esistono tradizioni:
• Inclusive: implicano la partecipazione di molte persone, non considerate degli "specialisti"
nella comunità;
• Esclusive: richiedono competenze tecniche tali da essere mantenute in vita, di solito, da
specialisti, cioè da persone con capacità particolari, sviluppate con molto esercizio;
- Le tradizioni si trasmettono più a lungo ed in modo più stabile in società con prevalenza di
tradizioni inclusive, senza troppe specializzazioni al proprio interno, e senza quindi la possibilità
di competizione personale tra specialisti;
- Sopravvivenza inconsapevole;
- Traduzione che sopravvive anche per lunghissimo tempo ma le persone non sono consapevoli
del senso del suo contenuto;
- Percepita importante per la propria identità;
- Si sono perse le motivazioni principali;
- fenomeno dell’infantilizzazione;
- I bambini giocano imitando gli adulti;
- Quando gli adulti decidono di non seguire più una tradizione, i bambini continuano invece a
farlo, anche per decenni;
Scuole di pensiero
- Di usionismo —> studia come una tra dizione si di onde o si è di usa nel mondo —> a volte
mettendoci decenni o millenni;
- Si di onde su grande scala tramite:
• di usione demica —> spostamento di persone;
• di usione culturale —> spostamento delle sole idee, oggi molto favorito dai mezzi di
comunicazione di massa;
- Indigenismo —> tendenza opposta, ovvero a ermano che le tradizioni sono nate e si sono
sviluppate nel posto in cui si trovano —> nascono dai nativi della terra in cui è presente;
- principio delle aree laterali —> quando abbiamo 2 tipi di tradizioni in un unico posto e un tipo
è al centro mentre l’altra è ai lati, quest’ultima è quella più antica;
- Il popolo nuovo si impone al centro dell’area lasciando ai margini le tradizioni che vi erano
prima, le più antiche;
- principi di cronologia relativa —> non ci danno una data precisa ma ci sanno dire chi è più
antico e chi più recente;
- Deriva culturale —> fenomeno per cui ciascuno tenderà comunque a vivere una tradizione
secondo una propria particolare modalità o variante e a tramandarla seguendo tale modalità;
- l'accumulo di questo e etto produrrà nel tempo le microvarianti su base geogra ca ed i
dialetti culturali;
Micro varianti
- si hanno quando una tradizione si ripete molto oltre ma con piccole varianti;
- Le micro varianti si possono avere da una versione all’altra oppure da un’esecutore all’altro;
- Possono variare anche a seconda del posto;
- Queste micro varianti sono interessanti perché esiste una di erenza nel considerarle ora e
quando sono nate;
- Nel passato si pensava che fossero degli errori di trasmissione, che qualcuno stesse
sbagliando;
- Gli Etnomusicologia si muovevano in diversi modi —> decidendone una tra le tante oppure fare
un collage tra le varie versioni;
- Ora è diverso il modo di agire —> tutte le varianti sono di uguale importanza —> ciò aiuta la
sopravvivenza di una tradizione;
- Le tradizioni orali sono come dei “virus”, per sopravvivere deve mutare a nché il nostro
organismo non lo annienti;
- Stessa cosa le tradizioni orali —> deve avere diverse varianti per poter sopravvivere nel tempo;
- Tante versioni diverse contemporaneamente;
- Memetica;
ff
ff
ff
ff
ffi
ff
fi
ff
Collo di Bottiglia
- è il fenomeno per cui, in seguito ad un’estinzione, una tradizione minoritaria diventa
maggioritaria;
- tale elemento sarà quindi tramandato come maggioritario dai sopravvissuti;
- Questi episodi hanno cambiato moltissimo le tradizioni di certi posti;
Concetto di riassalita/ricaduta
- Risalita —> quando un fenomeno di tradizione orale viene scritto e diventa una tradizione colta
scritta;
- Ricaduta —> quando una traduzione scritta comincia ad essere trasmessa oralmente e si
perde ciò che era scritto;
- Passaggi di questo tipo sono all'origine della distinzione tra oralità primaria e oralità
secondaria;
- Primaria —> risalita;
- Secondaria —> ricaduta;
- Caratteri peculiari dell’oralità primaria:
• prevalenza di frasi coordinate e non di subordinate;
• Epiteti ssi;
• Formule sse ricorrenti;
• Importanza del suono, della voce e alle parole;
- Esistono molte tradizioni che marcano i diversi momenti della vita di un individuo;
- Tali elementi prendono il nome di "ciclo dell’uomo”;
- Altre tradizioni marcano invece i diversi momenti dell’anno —> "ciclo dell’anno";
fi
fi