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ETNOMUSICOLOGIA 1

- Cos’è? Come si a ronta?


- Si può a rontare secondo diverse modalità:
• Si può studiare per aree geogra che (area slava, Africa ecc.);
• Oppure parlare della storia dell’ Etnomusicologia, di come è nata e come si è evoluta;
• Per via induttiva, a rontando dettagliatamente dei casi di studio particolari usati come
campioni, e deducendo praticamente da essi cosa signi ca fare etnomusicologia;
• Facendo un paragone tra la musica occidentale e la tradizione orale —> come cambia il modo
di trattare la musica quando si passa da musica scritta a musica orale;

- Etnomusicologia —> parlare di musica popolare;


- Popolare —> musica del popolo;
- Cos’è il popolo? Concetto che non è stabilito;
- L’Etnomusicologia tratta soprattutto la musica orale di paesi occidentali e qualsiasi musica di
tutti gli altri paesi;
- 2 approcci per lo studio: etic (etica) e emic;
- Etic —> studiosi che sono interessati alla musica che viene prodotta, ai suoni (armonia,
melodie, ritmi ecc,) —> tendenza analitica;
- Emic —> studia le persone mentre fanno musica, che idea di musica hanno —> tendenza
antropologica;
- 2 oggetti di studio diverse;

ALTEZZA/LA MELODIA
- distinzione tra 2 tipi di sistemi di altezze;
- In Etnomusicologia si fa la distinzione tra modulo e scala;
- Modulo: insieme delle altezze che trovo in un brano che ho documentato;
- I moduli che possono contenere anche 2 o 3 altezze;
- Bifonico, Trifonico, Tetrafonico, no ad a quelli pentafonici e oltre;
- Da 5 suoni in su si parla di scala;
- Alcuni moduli, i bifonici, sono più di usi rispetto ad altri;
- Il modulo bifonico più di uso è quello di terza minore (es. sol-mi);
- Metodo “kodari” —> metodo di pedagogia musicale per bambini molto piccoli;
- Di erenza tra modulo e scala:
• Modulo —> è un dato di fatto, sentendo una musica riconosco determinate altezze;
• Scala —> la scala è un materiale prede nito, c’è una sistemazione teorica, vi è una gerarchia
tra le note;
- Un modulo non presenta questa spiegazione teorica;
- Passando ai moduli trifonici, anche qui abbiamo uno più di uso —> quello la-sol-mi;
- Tranne in Sardegna —> qui il modulo più di uso è quello mi-re-do;
- moduli pentafonici —> cominciamo ad avere delle gerarchie;
- Si comincia a parlare di scala ;
- Pentatonica o pentafonica —> sinonimi —> scale composte da 5 suoni;
- Di 2 tipi:
• Scala pentatonica anemitoniche —> senza semitoni —> Es. scala di do —> do-re-mi-sol-la -
—> scale senza semitoni;
- Questa si chiama scala pentatonica anemitonica prima;
- Se parto dal re invece abbiamo la scala pentatonica seconda;
- Se parto dal mi avremmo la pentatonica terza e così via;
- Ovviamente si può partire da qualsiasi suono (es.do#);
- Esistono anche pentatoniche che hanno semitoni;
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Pro lo melodico
- È il contorno di una melodia;
- Ogni melodia ha un suono iniziale, un suono nale, un suono più acuto e uno più grave;
- Queste 4 cose ci sono sempre;
- ogni melodia in fondo segue necessariamente dei pro li melodici precisi;
- Si possono fare delle analisi attraverso i pro li melodici;
- Di solito certi pro li melodici hanno uno scopo comune;
- Es. melodie con pro li discendente —> usatissime —> nate da una esigenza sica di respiro
quando si canta;

Tipologie melodiche:
• Melodie a picco (ovvero a pro lo discendente) —> sono le più comuni in tutto il mondo,
probabilmente per una questione siologia dell’apparato fonatorio umano. Possibile derivazione
di certe melodie strumentali a pro lo discendente da melodie vocali (es. “Le fanciulle di
Kivledal”).
• Melodie ad intonazione relativa variabile —> con continui passaggi da parlato a cantato e
viceversa;
• Melodie a pro lo ondulato —> spesso legate a situazioni in cui l’oscillazione si traduce anche
in gesti: duru duru in Sardegna, canti rituali cosiddetti “in altalena” nei Paesi baltici —> sono
spesso collegate a situazioni in cui qualcosa sta veramente ondulando (es. canto per bambini)
—> il pro lo si mantiene sulla stessa altezza;
• Melodie a gradi variabili;

- Problema degli universali —> non tutti i popoli del mondo intendo elementi musicali in modo
diverso (es. rapporto tra tonica e dominante, o consonanze e dissonanza;
- Universali —> caratteristiche della musica uguali in tutto il mondo;
- Pentatonica —> FALSO UNIVERSALE, non è uguale per tutti i popoli;
- Veri universali —> sono solo 2;
- Una è l’esistenza della melodia a pro lo melodico discendente, succede in tutto il mondo
perché tutti gli esseri viventi hanno esigenze respiratorie uguali —> polmoni sono uguali;
- L’altro è un’associazione tra acuto alto e chiaro contrapposto al concetto grave, basso e scuro;
- Quando cantiamo una nota acuto la sentiamo risuonare in testa mentre una nota grave risuona
nel petto —> inoltre associamo le note alte al cielo e quindi alla luce e le note gravi al basso,
alla terra che è scura;

- non esiste una musica più normale di altre;


- Ciò è dato dalle tradizioni e dalle culture di certe popolazioni;

- le musiche di tradizione orale sono concepite tutte come mezzi che hanno uno scopo —>
accompagnano delle attività, hanno uno scopo;
- Musiche legate a momenti della vita;
- Musica e vita si collegano;
- La musica è tutt’una con la vita;
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Concetto di nota
- l’altezza viene identi cata spesso con il concetto di nota;
- Cos’è?
- In occidente si intende una nota che ha una determinata durata e posizione e che non muta;
- Per quanto riguarda le altezze siamo molto precisi (in Occidente);
- Questo modo di scrivere musica ovviamente per quella di tradizione orale non esiste;
- Non esiste il concetto di nota;
- Per lei la musica è un usso di suoni;
- I parametri del suono (altezza, timbro, ecc.) non sono separabili;
- Concetto di usso sonoro che non è una nota precisa ma può essere un suono che cambia
continuamente;
- Tutti gli aspetti del suono sono vissuti insieme, non sono separabili;
- Il suono è continuamente variabile;
- L’idea è quella di un usso di suoni che continuano a cambiare;
- Fa parte dello stile originale di tradizione orale;
- A volte possiamo trascrivere con le note ma è un’approssimazione;
- I suoni sono continuamente variabili —> normale variazione della voce a seconda della
tradizione;

- problema dei musicologi? Trascrivere un suono;


- Tutti i suoni sono importanti alla stessa maniera;
- Nella musica occidentale si distinguono le note principali dai vari abbellimenti;
- Trascrivere è già analizzare;
- In etonomusicologia le trascrizioni non sono fatte per l’esecuzione bensì per analizzarle il brano;
- L’idea della nota ssa l’abbiamo solo noi che siamo abituati alla musica scritta ma ciò non è
una caratteristica insita;
- Nel repertorio di tradizione orale abbiamo il concetto di usso sonoro che è continuamente
variabile;

- Altro tipo di analisi delle altezze;


- rapporto tra note sillabe
- Se ci sono più suoni che sillabe il canto è melismatico;
- Se ci sono più sillabe vuole che dire ribattiamo più volte su un’unica nota;
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ETNOMUSICOLOGIA 2

TIMBRO
- nelle musiche di tradizione orale è l’aspetto più importante di tutti;
- È il parametro del suono più importante;
- È un pò il contrario di quello che avviene nella musica colta europea;
- In Europa l’altezza e la durata sono gli elementi più importanti e che scriviamo con più
precisione;
- Poi viene la dinamica anche se in modo meno preciso (es. quanti db meno?);
- Il timbro è l’elemento che viene scritto con meno precisione;
- Possiamo descriverlo attraverso la scelta dello strumento, possiamo usare delle parole che
in uiscono su di esso;
- Nessuno di questi modi è veramente preciso —> se consideriamo la precisione con cui
scriviamo le note;

- Nel repertorio di musica di tradizione orale il timbro è l’elemento più importante;


- Il timbro è l’elemento che tutti possono distinguere;
- L’altezza ha una grandissima importanza soltanto nella nostra cultura ma non è universale;
- Il timbro invece si;
- Le trascrizioni sono solo modalità di analisi;
- Non è possibile usarle per le esecuzioni —> il timbro di quelle musiche è talmente importante
che senza non è possibile intonarla;
- Il timbro è legato all’identità di chi lo sta facendo;
- È il 90% della composizione;
- Il timbro è anche legato all’ambiente;
- L’ambiente con le sue caratteristiche siche e morfologiche in uiscono fortemente sul timbro;
- Il timbro è fortemente identitario;
- Come le lingue nei vari posti, anche il timbro lo è;

- importanza del timbro nella musica colta europea;


- Nel ‘900 c’è una ricerca approfondita del timbro;
- es. scuola di Darmstadt ecc.;
- esistono musiche fatte di cambi improvvisi di timbro;
- Schoenberg —> melodia di timbri —> melodie che non sono determinate dalle varie altezze ma
dal cambiamento di vari timbri su una nota;
- Questa cosa nella musica di tradizione orale si faceva già da millenni;
- canto armonicale —> cambiando l’emissione delle vocali in modo continuo senza fermare il
canto, noteremo la presenza di armonici nella voce;
- Chi pratica questo canto riesce a cantare gli armonici molto più forte rispetto alle note
fondamentali;
- Basato su di erenze di timbro ma allo steso tempo gli armonici sono anche delle altezze;
- Melodia armonicale —> sia melodia di timbri che di altezze;
- Soprattutto in Mongolia e altre parti del mondo;
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RITMO
- noi concepiamo il ritmo sulla base di convinzioni;
- Concezioni ritmiche tradizionali diverse da quelle della musica colta:
• Ritmo quantitativo contrapposto a quello accentuativo:
- Ritmo per noi —> composto da una sequenza di suoni forti e suoni deboli —> metrica
acccentuativa;
- Contrapposto ad una metrica che distingue i suoni da quelli lunghi a quelli corti —>
quantitativa —> Vocali lunghe e vocali corte;
- In realtà alcune lingue distinguono ancora vocali lunghe e vocali brevi;
• Ritmo con pulsazioni ineguali ed allungamenti non misurati:
- Ritmo —> successione di pulsazioni;
- Diamo per scontato che queste siano tutte uguali;
- Non è così per tutte le culture;
- in alcune culture le pulsazioni non sono tutte uguali;
- Es. danze tradizionali norvegesi;
- Il ritmo non è solo una questione di accenti;
• Ritmi Aksak:
- Esiste una particolare categoria di ritmi —> ritmi aksak;
- Aksak —> zoppo in turco;
- Questi tipi di ritmi sono basati su 2 tipi diversi di pulsazione;
- Una pulsazione più breve e una più lunga;
- Questi sono dei tipi di ritmo molto di usi nei paesi Balcani (Romania, Bulgaria, Albania
ecc);
- Si può concepire in 2 maniere;
- Noi occidentali tendiamo a dividere questi ritmi in pulsazioni raggruppate a 2 e a 3 (es.
5/4);
- Li concepiamo come una serie di pulsazioni uguali che raggruppiamo in gruppi di 2 o 3;
- In quei paesi cambia la concezione;
- Se per noi è 3+2 per loro invece sono 2 pulsazioni, una più lunga e una più breve;
- Non contano tutte le suddivisioni —> non dividono la pulsazione in maniera precisa;
- Le pulsazioni sono circa più lunghe —> ciò vuol dire che sono più essibili;
- La durata delle pulsazioni non è precisamente divisa come da noi;
- Ritmo molto naturale —> cause eventi più elastici e non tutti metricamente uguali e
precisi;

• Ritmo Gamelan
- Ritmo concepito in modo diverso;
- considerato come mezzo per incastrare e combinare strutture complesse tramite eventi-
segnale;
- Gamelan —> genere musicale tipico dell’Asia sud-orientale (Soprattutto Indonesia);
- Genere musicale molto complesso che si esegue combinando molti strumenti a
percussione soprattutto metallici —> strumenti metallofoni;
- Orchestra Gamelan —> caratterizzata da incastri ritmici molto complessi;
- Ritmo concepito come una sorta di istruzioni per incastrarsi tra di loro;
- Come un set di istruzioni per coordinarci tra di loro;
- Contano in pulsazioni —> entrate a certe pulsazioni;
- Non in battute come noi (es. uno strumento deve entrare a tot. Pulsazione);
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- ritmo complementare;
- Tecnica per cui quando una voce tende a non muoversi molto, un’altra voce tende a muoversi
al posto dell’altra;
- Una voce si muove mentre l’altra sta ferma;
- Es. quarto-2 ottavi - 2ottavi-quarto;
- Una voce tende a muoversi quando l’altro sta ferma;
- Ciò per mantenere l’interesse dell’ascoltatore;

Poliritmia
- Eseguire tanti ritmi diversi simultaneamente;
- Ci sono musiche in cui diversi esecutori eseguono ritmi anche molto diversi tra di loro
simultaneamente;
- Particolarmente di usa in africa;
- Li la poliritmia è la concezione normale del ritmo;
- La poliritmia ha lo stesso ruolo che ha la polifonia nella musica occidentale;
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ETNOMUSICOLOGIA 3

Polifonie tradizionali

- principali stili polifonici che ci sono in Italia;


- Sono molti;
- Dopo la seconda guerra mondiale si è avviato un procedimento di industrializzazione che ha
portato alla perdita di alcune tradizioni;
- Si credeva non ci fosse più nulla;
- Alcuni musicologi hanno cominciato a fare analisi sul territorio e in quegli anni si è raccolto un
repertorio straordinario;
- l’Italia è ricchissima di tradizioni musicali popolari;
- Ancora oggi ci sono moltissime tradizioni musicali ancora vive;
- Queste tradizioni musicali popolari si possono dividere 5 macro aree:
• Polifonia padano/alpina —> si sviluppa in Lombardia e sulle alpi;
• Polifonia tirrenica —> si sviluppa nella parte del Mar Tirreno (Liguria, Campania, Sardegna,
Corsica, Sicilia occidentale e un pò toscana);
• Area della diafonia adriatica o discanto adriatico —> si sviluppa in tutta l’Italia centrale;
• Area del Canto su Bordone —> si sviluppa in Sicilia orientale, Calabria, Sardegna, Grecia,
Serbia, Albania, Romania, macedonia ecc.;
• Polifonia meridionale o Salentina;

POLIFONIA PADANO-ALPINA

- sulla cartina è indicata dai numeri 20 e 14;


- DOVE: è distribuita su tutto l’arco alpino ed in tutta la pianura padana, arrivando a toccare aree
della Toscana e della Corsica. Al di fuori dell’Italia, è comune in parte della Francia, in Germania
no alla Danimarca, in Svizzera, Austria, parte della Slovenia e parte della Croazia.

- Com’è fatta?
- Caratterizzata dalla forte presenza di terze parallele e seste parallele;
- Quasi sempre in modo maggiore;
- Struttura principale —> melodia principale, una seconda voce che procede per terze o seste
parallele e un basso che esegue le fondamentali (spesso I-V e a volta anche il IV);
- Polifonia spesso praticata nella sua forma moderna (n20);
- La sua forma più antica è eseguita solamente in poche aree (n14);
Forma Tradizionale
- possono cantare uomini, donne, bambini, persone di ogni età;
- Nella musica tradizionale non ci sono dei momenti di concerto;
- La musica viene fatta durante la vita;
- Uno può cantare in qualsiasi momento della vita;
- Ovviamente i canti polifonici sono canti di gruppo;
- In generale di tratta soprattutto di lavori agricoli o momenti di ritrovo;
- Molto spesso nel mondo agricolo i canti si eseguono spesso all’aperto;
- L’ambiente intorno a noi in uisce molto sulla musica;
- Se si cambia il contesto si cambia automaticamente la musica;
- Se la eseguiamo all’aperto il timbro sarà molto più tagliente e di grande volume per farsi sentire;
- Tipo di canto: Il timbro è aperto (perché sia adatto a propagarsi in ambienti aperti), tagliente,
talvolta anche gridato; la voce non è impostata; si miscelano i timbri dei diversi registri vocali
delle persone di ogni età, su varie ottave;
- Abbiamo tanti timbri diversi tutti che cantano a modo loro ma cantano insieme;
- Nei villaggi alpini spesso la tradizione poteva avere diverse versioni;
- Tramandati da generazioni ciò portava delle varianti da famiglia a famiglia;
- Tanti timbri diversi e con tante varianti di erenti tutte nello stesso tempo;
- Cosa è successo? Questo tradizione sopravvive solo in alcune aree alpine;
- N14
- È ancora molto praticato a Premana (sopra il Lago di Como) e sull’alto piano di Asiago
(soprattutto durante le celebrazioni religiose);
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Forma Modernizzata
- esiste anche un modo modernizzato di fare musica padano/alpino;
- Modo che si è imposto negli anni ’30 e si protrae no ad oggi;
- Oggi lo chiamiamo “Canto di montagna“;
- Com’è nato? Nella I guerra mondiale hanno avuto parte importante gli alpini —> avevano dei
canti —> derivati da cani popolari riadattati;
- Coro degli alpini —> solo uomini, avevano un’impostazione molto rigorosa e composta;
- Si è sviluppata così una polifonia alpina;
- Erano molto coordinati tra di loro —> solo uomini;
- Dopo la I guerra mondiale questi canti sono diventati famosissimi;
- Successivamente a Trento nel 1926 è stato creato il coro della SAT (società alpinistica trentina);
- ‘26 —> periodo d’oro di questa società;
- Decidono di fondare un coro;
- Coro della SAT —> organizzato da un gruppo di parenti;
- Hanno cominciato a girare per le alpi del trentino per raccogliere canti da trascrivere su
pentagramma —> riadattandogli, e componendo nuovi adattamenti polifonici;
- Dopodiché hanno scritto nuove armonizzazioni e hanno chiesto a importanti musicisti classici
di comporre nuove di queste nuove composizioni;
- Questi grandi musicisti classici hanno scritto molte di queste nuove armonizzazioni;
- Si è creato così un coro di montagna maschile dove i canti venivano ri-armonizzati da musicisti/
compositori importantI;
- I più noti musicisti che coordinarono il coro sono i fratelli Enrico, Mario, Silvio ed Aldo Pedrotti,
Antonio Pedrotti (compositore e direttore d’orchestra allievo di Respighi, autore di numerose
armonizzazioni da loro usate), Luigi Pigarelli e Mauro Pedrotti ( glio di Mario);
- Tra i più famosi musicisti classici a cui venne chiesto di comporre delle armonizzazioni per il
coro ci sono il notissimo pianista Arturo Benedetti Michelangelo, Renato Dionisi, Andrea
Mascagni, Giorgio Federico Ghedini, Bruno Zanolini.
- Hanno cominciato ad esibirsi in pubblico;
- Avevano una propria divisa;
- Nasce così il coro di montagna;
- Ogni paese ha un proprio coro di montagna, con proprie divise, bandiere ecc.;
- Presentano ovviamente un timbro diverso —> più impostato e soprattutto educato;
- Leggevano con il pentagramma e si esibivano;
- Oggi ci sono molti cori di montagna;
- Musica tradizionale popolare riadattata e trascritta;
- Nasce così una maniera ri-modernizzata della tradizione padano/alpina;
- Il coro della S.A.T. ebbe un successo enorme, favorito anche dall’espandersi dell’alpinismo e
venne imitato da un numero sempre crescente di altri cori in tutto il nord Italia e,
successivamente, in ogni parte della nazione.
- Oggi esistono centinaia di cori di questo tipo, in quasi ogni città o paese delle Alpi ed in molte
altre parti d’Italia;
- i membri di tali cori percepiscono di solito la propria attività come una continuazione della
tradizione, e si è così creata una “nuova tradizione”, detta dei “canti di montagna” o “cori di
montagna”;
- La maniera “modernizzata” di eseguire la polifonia padano-alpina (n. 20) è fortemente
in uenzata sia dai canti degli Alpini, sia, soprattutto, dai “cori di montagna” nati in seguito
all’esperienza del Coro della S.A.T.;
- caratterizzata dalla presenza esclusiva di voci maschili, dalle armonizzazioni spesso elaborate e
composte da musicisti colti per iscritto, dalla voce impostata, dall’ampia varietà dinamica (dal
pianissimo più lieve al fortissimo), dall’esecuzione ordinata con i cantori schierati in la e vestiti
in uniforme, dalla presenza di melodie popolari riadattate e sottoposte a nuove armonizzazioni
e, non di rado, anche di canti completamente di nuova composizione e dell’esecuzione durante
concerti organizzati con la presenza di un pubblico, eventi organizzati nelle località di montagna
o rassegne specializzate.
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ETNOMUSICOLOGIA 4

POLIFONIA TIRRENICA

- Si sviluppa in molte zone dell’Italia —> Zone diverse;


- Liguria, Toscana, Corsica, Sardegna, Campania (e, in parte, Sicilia occidentale);
- La polifonia tirrenica è un’insieme di molte tradizioni, molto diverse tra di loro di use in varie
zone che si a acciano sul Mar Tirreno;
- È un gruppo di forme che però hanno in comune alcune cose;
- Caratteristiche comuni:
Presenza di sole voci maschili;

Presenza frequente di accordi paralleli;

Elevato numero di voci —> sono sempre come minimo 3 no ad un massimo di 6/7 voci;

Le voci hanno speso dei ruoli di erenziati —> devono anche cantare timbri e ritmi di erenti;

Presenza di bassi profondi e spesso anche di parti cantate in falsetto;

Presenza di voci che pronunciano sillabe senza senso compiuto, onomatopeiche, con valore

ritmico e timbrico —> servono a dare importanza al ritmo e al timbro, oppure a richiamare
degli strumenti;
• Grande attenzione al timbro;
• Presenza di suoni di combinazione —> armonici comuni tra le voci che vengono rinforzati no
al punto di poter udire una sorta di “voce aggiuntiva” sovracuta, come se ci fosse un ulteriore
persona che canta;
- Non tutte le forme di polifonia tirrenica hanno in comune questi aspetti ma molti si;

Principali forme della polifonia tirrenica:

SARDEGNA

Canto a Tenore
- Soprattutto in provincia di Nuoro;
- Canto a Tenore —> forma di polifonia tirrenica;
- Tenore —> da non intendere come una voce, una persona solo, ma si intende un gruppo;
- Canto a tenore —> canto a 4 voci maschili;
- Le 4 voci sono: Boghe (“voce”), Mesa Boghe (“mezza voce”), Contra (“contralto”) e Bassu
(“basso”);
- Si esegue in diversi contesti e con repertori molto vari—> per ballare danze tradizionali, per
protestare, di tipo lirico (dedicata a qualcosa);
- I testi spesso sono tramandati per generazioni e mandati a memoria —> sempre in lingua
sarda;
- Il contesto principale di questo canto è il bar, l’osteria oppure nel contesto di feste e sagre di
paese —> momento collettivo;
- Il canto a tenore è sempre in lingua sarda e i testi sono tramandati da generazioni a memoria;
- Possiamo ritrovare testi composti da poeti degli inizi dell’800;
- I testi, a volte anche lunghi, venivano imparati anche a memoria;
- Suddivisione voci:
• Boghe —> canta il testo (è l’unica);
• Mesa Boghe —> canta delle sillabe per tenere il ritmo —> interventi rapiti di funzione timbrica
e ritmica;
• Bassu —> canta anch’esso delle sillabe senza senso compiuto ma di tipo percussivo —> di
solito ha un timbro tagliente —> di solito esegue la fondamentale dell’accordo;
• Contra —> canta una quinta sopra il basso;

- Questo tipo di canto prevede sempre un procedimento a parallelismi accordali;


- La timbrica è uno dei punti principali su cui si basa il canto a tenore;
- È uno degli aspetti più importanti —> più delle note;
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Canto a Concordu
- Forma tradizionale di polifonia tirrenica sarda;
- Di usa un pò in tutta l’isola —> soprattutto a sud;
- Questo tipo di canto può avere vari nomi locali a seconda di dove si esegue;
- A Concordu —> “mettersi d’accordo”;
- Può essere in sardo o in latino ed ha spesso carattere religioso;
- È sempre un canto che può andare da 3 a 5 voci;
- È basato sul parallelismo accordale;
- Caso particolare è quello di Castelsardo;
- Castelsardo —> particolare tipo di canto a Concordu;
- In occasione della “Settimana Santa" si esegue questo canto;
- Caratteristiche di questo canto:
- curando con grande precisione il timbro e l’intonazione, i quattro cantori riescono a far
sovrapporre i propri armonici producendo un suono di combinazione, detto “quintina”, che dà
l’impressione di udire un quinto cantore che stia eseguendo una nota in falsetto, ben udibile;
- in questo caso, non esiste alcun “quinto cantore” e si tratta di un suono di combinazione;

Tàsgia
- 2 zone principali:
• Aggius —> a 5 voci;
• Tempio Pausania —> a 4 vci con la quinta voce “virtuale” —> suono di combinazione;
- Può avere argomento sia sacro che profano;

CORSICA
- Ci sono varie forme di polifonia in Corsica;
- Una delle più caratteristiche è la Paghjella;
- Canto a 3 voci;
- Armonicamente presenta molti ritardi;
- Molte linee melodiche sono a pro lo discendente;
- Mentre i versi molto spesso sono distici;
- Rigido sistema di ordine di entrata, di ritmo e di rime;

LIGURIA
- a Genova in particolare vi è una forma di canto particolare;
- Trallallero;
- È una delle forme più complesse di polifonia tirrenica;
- Si è sviluppata a ne ‘800 nelle osterie e nei luoghi di ritrovo dove andavano i lavoratori del
porto;
- Si è sviluppato soprattutto nei quartieri periferici;
- Si tratta di una forma molto complessa;
- È molto in uenzata dall’armonia colta —> non presenta parallelismo accordale, ma è invece
basata su un impianto tonale moderno, con armonie che possono anche includere accordi di
settima e di gradi diversi dal I e del V;
- È una polifonia che presenta minimo 5 voci —> Primmu (canta la melodia), Segundu (canta in
falsetto, imita una voce femminile), Cuntrubassu, voce di chitarra (mette la mano davanti la
bocca ed emette dei suoni simili alla chitarra), Bassi (possono anche essere raddoppiati);
- Le voci sono tutte maschili;
- Prende alcune caratteristiche della polifonia tirrenica;
- L’armonia non presenta parallelismo accordale ma è più in uenzata dalla musica colta (triadi
maggiori in vari rivolti, l’alternativa tra tonica e dominante e le settime di dominate);
- Può arrivare no a 12 voci;
- Un gruppo si chiama “squadra”;
- Le strofe di solito sono composte da 4 versi e di solito alla ne di esse vengono riprese delle
parti di quest’ultimi però cantate con nuovo materiale melodico;
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- Ci possono anche essere dei riadattamenti che non erano nati come Trallallero;
- Riadattamenti in stile Trallallero —> trattandosi di uno stile esecutivo, talvolta anche melodie di
diversa provenienza possono essere eseguite a Trallallero;
- Intento —> spesso è comico;
- Essendo un canto di lavoratori al porto il risultato è comico;
- Questo tipo di canto è ancora attualmente praticato;
- Si pratica in 2 modi:
- Gruppi organizzati che si trovano da decenni in bar o osterie —> si chiamano Squadre (dalla
sua origine, in ambito portuale);
- Gruppi occasionali;
- Cosa si canta?
- 3 tipi di repertorio:
- Canti tradizionali di cui non si conosce neanche l’autore;
- Canti famosi genovesi —> si rivede l’armonia e si riadatta in stile Trallallero;
- Repertorio improvvisato —> si decide una melodia e di solito si possono improvvisare testi;

Basso Bordone
- Ci troviamo a Ceriana in provincia di Imperia, Liguria;
- È considerato una sorta di forma di transizione tra tre tradizioni:
• il canto su bordone —> presenta un bordone sulla dominante;
• la polifonia padano-alpina —> è in modo maggiore con seste o terze parallele;
• la polifonia tirrenica —> è per voci maschili, la timbrica e la presenza del suono di
combinazione detto “cantino”;

EMILIA

Trallallero Piacentino
- forma polifonica ancora molto praticata;
- Si trova nell’ Appennino di area piacentina;
- Pratico anche a sud della Lombardia —> con ne tra Genova e Piacenza;
- Zona detta “Appennino delle 4 province" —> Genova, Piacenza, Alessandria e Pavia);
- Culturalmente ha una cultura molto unitaria;
- Il Trallallero piacentino è una forma di transizione tra due aree —> Padano-Alpina e Trallallero
genovese;
- Ruolo tra le voci simile ma sempli cato;
- A questi canti possono partecipare anche donne;
- Le voci possono fare timbri e ritmi diversi —> come nel Trallallero genovese;

TOSCANA

Bei
- Si trova in Toscana;
- canto maschile nato nell’ambiente dei lavoratori di miniera del Monte Amiata;
- Non si basa su parallelismo accordale;
- Bei —> basato su un impianto tonale moderno;
- Canto esclusivamente maschile;
- Le voci hanno ruoli di erenti tra loro —> ci sono voci in falsetto e voci profonde di basso;
- è caratteristica la presenza di voci che eseguono continuamente un ostinato ritmico ripetitivo, a
volte alternando registro di petto e di falsetto;
- Canti di carattere satirico oppure di protesta;
- Diversi caratteri in comune con il Trallallero piacentino;
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CAMPANIA

Miserere di Sessa Aurunca


- Ci troviamo in Campania;
- viene eseguito con un enorme attenzione al timbro;
- Le voci devono formare un suono di combinazione;
- Attaccano e smettono nello stesso intento;
- Non è importante che la gente capisca le parole;
- Il timbro è più importante;
- Si canta di solito nelle processioni;
- Timbrica particolare molto ricercata;
- Sono molto rigido su questo aspetto;
- Diversi parallelismi con la forma sarda;
- il testo latino non viene pronunciato con chiarezza e nettezza, ma anzi viene volutamente
distorto, perché si ritiene più importante ottenere il giusto timbro di insieme, piuttosto che
rendere comprensibili le parole;

ISTRIA

Bitinada
- Caso particolare che potremmo de nire di “polifonia tirrenica”, in senso lato;
- Stile di canto che si pratica nella comunità di lingua italiana di Rovigno, in Istria, in pieno mare
Adriatico;
- si sente assai chiaramente che questo stile di canto assomiglia moltissimo al Trallallero
genovese: è infatti quasi uguale nello stile, pur avendo un repertorio di testi e melodie di erenti
e, ovviamente, un dialetto diverso;
- La di erenza stilistica principale sta nel fatto che nella Bitinada si può anche schiare, oltre che
cantare;
- Somiglianza tra la Bitinada di Rovigno ed il Trallallero genovese può essere spiegata in due
modi:
• Etnomusicologi di scuola funzionalista —> sostengono che società organizzate in modo simile
(Genova e Rovigno sono entrambe città di mare, con gruppi di lavoratori prevalentemente
uomini ed aspetti simili dal punto di vista culturale, sociologico e produttivo) tendono a
produrre forme d’arte simili;
• Etnomusicologi di scuola di usionista —> ricorrono ad un’altra spiegazione: all’epoca delle
lotte tra le Repubbliche Marinare, infatti, Genova era in guerra con Venezia, ed è storicamente
certo e provato che i Genovesi occuparono e governarono proprio il paese di Rovigno, in
Istria, abbastanza a lungo da potervi esportare parte delle proprie tradizioni: dobbiamo però
ricordare che, a quell’epoca, non esisteva il Trallallero genovese moderno che si può ascoltare
ora, che è di origine recente, ma, al massimo, una qualche forma polifonica più antica che
poteva forse avere già alcune delle sue caratteristiche, ma non tutte e non identiche a quelle
attuali;
- È anche possibile che i due meccanismi abbiano operato insieme;
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ETNOMUSICOLOGIA 5

DIAFONIA ADRIATICA o DISCANTO ADRIATICO

- tradizioni polifoniche vocali che oggi vengono praticate in due aree:


• località in Abruzzo, Umbria e Marche —> qui il discanto adriatico viene spesso chiamato con il
nome dialettale locale “canto a vatoccu”, dove il “vatoccu” è il batacchio della campana,
perché si ritiene che l’e etto di questo tipo di canto somigli un po’ ai rintocchi delle campane;
• villaggi e paesi abitati dalla minoranza linguistica italiana in Istria (in territori che politicamente
fanno parte di Slovenia e Croazia) —> qui la diafonia adriatica viene praticata solo dalle
popolazioni di lingua italiana, non da croati e sloveni, e viene chiamata con vari nomi locali,
come “canto a péra” (cioè “a paio”, “a coppia”), canto “a la longa” (cioè “alla lunga”,
contenente suoni prolungati), o “basso”;

- molto diverso dalla polifonia tirrenica;


- L’impianto non è sempre nel modo maggiore —> a volte è modale;
- Questa polifonia è sempre un canto di 2 voci;
- Si chiama sia discanto che diafonia;
- Discanto —> deriva dalla polifonia medioevale per indicare 2 voci che fanno 2 melodie diverse
e non parallele;
- Qui abbiamo di solito il moto contrario o obliquo tra le 2 voci;
- Modale, a 2 voci, procede per moto contrario o obliquo;
- Può essere sia maschile che femminile;
- Di solito i testi sono distici di endecasillabi (2 endecasillabi ogni strofa);
- Spesso il primo verso è monodico mentre la seconda voce entra alla ne del primo verso;
- I versi vengono ripetuti 2 volte;

- Dal punto di vista musicale tutte queste caratteristiche sono uguali nelle forme abruzzesi,
Umbre, Istria ecc.;
- Anche se i dialetti cambiano;
- Come mai accade ciò?
- 2 ipotesi:
• Ci sono alcuni documenti romani che parlano di coloni che sono andati a colonizzare L’Istria;
• In realtà l’ipotesi più accreditata è che ci fosse un’area omogenea —> Si cantava in questo
modo in tutta la zona adriatica —> in epoca medioevale, pre romana;
- A testimonianza di ciò c’è il fatto che sono stati trovati dei canti in Romagna e nel basso veneto
(canti romanere o Canti alla Boara) —> uguali ai canti dell’Italia centrale (canto a Vatoccu) ma si
canta una sola voce;
- Il discanto medioevale si era ispirato a questa forma che già esisteva;
- La melodia però è uguale a quella della zona centrale del discanto adriatico;

- Grossa di erenza tra la polifonia dal lato adriatico e dal lato tirrenico;
- Lato adriatico —> 2 grosse di erenze:
- È sempre a 2 voci ed è sia maschile che femminile;
- Ci sono anche polifonie di 2 voci femminili (anche solo 2 cantanti);
- Si parla di diafonia/discanto adriatico;
- 2 modi diverse per dire che le 2 voci non sono parallele;
- Di solito le 2 voci non cantano la stessa melodia;
- Sia moto contrario che obliquo;
- Stile che comprende 2 località in apparenza lontane ma che magari prima erano in relazione;
- Da una parte abbiamo Abruzzo, marche e Umbria e dall’altra l’Istria italiana;
- Possono essere impiegate anche scale modali oltre a quelle maggiori e minori;
- È molto impiegato il modo frigio;
- Di solito i testi sono coppie di endecasillabi in rima tra di loro;
- Di solito il primo cantore canta il primo verso;
- Verso la ne del primo verso entra la seconda voce;
- In Istria ovviamente cantano così quelli di lingua Italiana;
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- I croati hanno altre tradizioni;
- Canto a Vatoccu —> parola abruzzese —> signi ca Battacchio (parte della campana che serve
a percuotere la campana);
- Questo è il nome che ha questa polifonia in Abruzzo;
- L’etnomusicologo ha poi esteso questo nome alle altre zone;
- Le voci rimbalzano come il battacchio;
- In Abruzzo e Umbria vengono utilizzati modi minore mentre nelle marche più modi maggiori;
- Particolarità del canto Vatoccu:
- Emissione quasi gridata;
- Molte note lunghe tenute;
- Modo minore con delle in essioni modali;
- Stile delle Marche —> stile un pò meno puro;
- È un pò in uenzato da forme settentrionali;

- nell’Istria a seconda della città in cui siamo cambia il nome;


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ETNOMUSICOLOGIA 6

POLIFONIA MERIDIONALE ADRIATICA

Canto salentino
- polifonia tradizionale del Salento;
- Presenta abbastanza spesso terze e seste parallele;
- Tuttavia presenta un’emissione a 2 voci e con note molto lunghe —> simile al canto a Vatoccu;
- Questa forma di polifonia è chiamata “Canto alla Stisa” (canto a voce spiegata);
- Era ed è di solito tradizionalmente legata ai lavori agricoli, o ai momenti di pausa nel lavoro nei
campi;
- Quando è legata ai lavori nei campi il nome cambia in “ canto alla spiga”;
- Emissione aperta, a volte gridata —> tipica dei canti da eseguire all’aperto;
- Il moto è misto —> presenti molte seste parallele e moti obliqui e contrari;

CANTO SU BORDONE

- Nell’area mediterranea, il canto su bordone è particolarmente di uso in diversi stili e varianti in


tutta l’ampia zona che un tempo faceva parte dell’Impero Bizantino: Sicilia orientale, Grecia,
Albania Meridionale, Serbia meridionale, Kossovo, parte della macedonia, Calabria;
- Si torva anche in zone piccole e vicine dove un tempo sorgevano insediamenti commerciali o
militari greco-bizantini in Sardegna meridionale e anche in Liguria;
- Canto che si sviluppa nelle zone dell’impero Bizantino;
- Bordone —> nota che viene ripetuta costantemente;
- Esistono delle forme di canto su bordone anche il Lettonia e in Georgia;

Zona dell’ex impero Bizantino


- la teoria musicale bizantina prevedeva un pedale (bordone);
- In greco si chiamo “Ison” (nota lunga);
- Nei monasteri Greco-ortodossi, si pratica il canto su bordone in greco, in uno stile uguale a
come lo cantavano i bizantini;

Zona della Romania


- C’è una parte della Romania in cui si fa canto su bordone anche se non faceva parte
dell’impero bizantino;
- Il nome Romania deriva dalla presenza romana durante l’impero —> gli Aromeni;
- I romani avevo colonizzato la Dacia;
- Ciò implica fa il fatto che c’era un forte tra co tra l’Italia e la Romania;
- Il re per permettere alla gente di riposarsi ecc. —> vi era tutta una rete di romani tra la strada
tra l’Italia a la Romania;
- Quando l’impero romano è crollato, sono sopravvissute in varie parti dei Balcani dei popoli che
parlavano una lingua molto simile al rumeno;
- Queste minoranze hanno sviluppato delle forme di rumeno che però sono diverse da quelle in
Romania;
- Sul con ne tra Albania e Grecia troviamo i cosiddetti Aromeni;
- In Istria, in una paese del nord, c’è un paese in cui si parla questo rumeno;
- Ci sono queste minoranze sparse per i Balcani che parlano questa versione del rumeno;
- La Romania ha permesso a queste minoranze di rientrare in Romania ed essere riconosciuti
come cittadini rumeni;
- Parlano un rumeno diverso;
- La loro musica non è quella tipica della Romania;
- Hanno portato i loro canti —> canti sviluppati nelle zone in cui erano insediati;
- Hanno portato in Romania il canto su bordone che sarebbe di origine greco-albanese;
- Gli Aromeni parlano una lingua della stessa famiglia del romeno, ma diversa, perché nei secoli
si è di erenziata dal romeno della Romania;
- Questi immigrando in Romania nel ‘900, hanno portato anche lì le varie tradizioni di canto su
bordone dei posti da dove provenivano, quindi, a seconda della loro zona di provenienza, il loro
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canto può essere simile a quello dell’Epiro (Grecia nord- occidentale), a quello dell’Albania
meridionale, e così via;

- Al di fuori dell’area mediterranea, si trovano in Europa due zone in cui il canto su bordone è
molto importante;
- queste zone non hanno nulla a che fare con l’Impero Bizantino e sono la Lettonia e la Georgia;

Musicalmente il canto su bordone può avere caratteri diversi:


- Di solito il bordone è sulla tonica o sulla nalis del modo;
- Il bordone lo può eseguire una sola persona o più persone che si alternano;
- Quando uno nisce il ato c’è un’altro che continua;
- Prendono ato in momenti diversi in modo da tenere sempre la nota del bordone;
- Il bordone può intonare una vocale o delle parole;
- Sul bordone possono cantare più voci;
- Il moto di solito è discendente;
- È molto raro trovare delle note che scendono sotto il bordone;
- In altri luoghi, il canto su bordone viene praticato in molte lingue e dialetti e sui soggetti più vari
ed ha acquisito i caratteri delle vere tradizioni musicali orali popolari, di erenziandosi molto dal
canto bizantino originale e generando forme molto diverse tra loro;
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CASI PARTICOLARI DI POLIFONIE

- casi di polifonie non temperate —> hanno un’intonazione che si discosta fortemente dalla
nostra scala cromatica;
- Utilizzo di intervalli più piccoli del semitono;
- Eterofonia;
Polifonia non temperata dei Setu
- siamo abituati a distinguere le consonanze dalle dissonanze;
- Cosa succede quando un brano è basato su intervalli più piccoli del semitono?
- chi non è abituato a sentire queste sonorità rimane impressionato;
- Popolazioni della Georgia del nord e i Setu;
- I Setu —> sono una minoranza dell’Estonia;
- L’Estonia ha una lingua simile al nlandese, nnica e sono di religione luterana;
- I Setu invece sono ortodossi e praticano una variante della religione ortodossa un pò popolare,
legata al lavoro nei campi;
- Tradizioni popolari presenti in questi paesini;
- Società fortemente legata al lavoro agricolo e alle vecchie tradizioni della campagna locale;
- Tradizioni molto signi cative;
- Della loro vita fa parte, inoltre, tutto in sistema di antiche credenze popolari, che rende ancora
piuttosto comune tra di loro l’uso di incantesimi, nonché di rituali scomparsi in altre parti
d’Europa;
- Nei Setu si è conservata una tradizione antichissima —> Tradizione del Lamento della Sposa;
- Cos’è? Nel momento in cui la sposa andava a sposarsi, andava a ringraziare e a salutare la
madre per l’ultima volta prima di avviarsi al luogo del matrimonio;
- Tradizione in cui la sposa faceva un vero e proprio lamento di dispiacere in cui lasciava la
mamma;
- Ringraziamento alla madre per tutto ciò che aveva fatto no a quel momento;
- Ciò era associato ad un canto;
- Questi canti sono stati persi —> sopravvivono in pochissimi posti;
- Questo rituale si fa ancora;
- Lamento della sposa —> non è polifonico ma monodico;
- I Setu sono famosi per le proprie ricche tradizioni di polifonia vocale, molto sviluppate, legate a
canti di lavoro nei campi e a canti celebrativi e di festa: sono canti polifonici detti “leelo”, a tre,
quattro o più voci, esclusivamente femminili, e, soprattutto, sono fortemente non temperati,
perché le scale musicali dei Setu non hanno un’intonazione temperata;
- Esse costituiscono infatti uno dei due maggiori esempi di polifonia vocale fortemente non
temperata in Europa;
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ETNOMUSICOLOGIA 7

ETEROFONIA

- Eterofonia —> si indica l’esecuzione simultanea di varianti di erenti della medesima melodia;
- Varianti della stessa linea melodica eseguita simultaneamente;
- Varianti diverse della stessa cosa;
- Eseguendo contemporaneamente varianti diversi della stessa linea, infatti, la linea melodica di
base è fondamentalmente la stessa per tutti, ma in molti punti si di erenzia, perché si formano
comunque continuamente delle combinazioni di due, tre o più suoni simultanei tra loro diversi;

Musica irlandese
- Un altro noto caso di eterofonia si ha tra la parte del ddle (violino popolare tradizionale) e
quella del tin whistle ( auto dolce tradizionale di metallo) nella musica tradizionale irlandese;
- anche qui, i sistemi tradizionali di abbellimenti e di note ornamentali sono di erenti tra i due
strumenti, causando l’esecuzione simultanea di varianti diverse della stessa linea melodica;

Canto Mongolo
- per voce e strumento ad arco;
- Viene eseguito da un cantante solista (uomo o donna) e da un suonatore di morin chur;
- Impianto pentatonica anemitonico;
- presenta suoni prolungati, un andamento lento e solenne, un’estensione di registro
notevolissima e una grande ricchezza di abbellimenti tradizionali sia nella voce che nella parte
strumentale;
- Questa tradizione presenta eterofonia perché le linee della voce e dello strumento sono
fondamentalmente le stesse, ma subiscono continui sfasamenti;
- sono continuamente sottoposte ad una ricca ornamentazione che è del tutto diversa tra la voce
e lo strumento, quindi sono sempre molto di erenziate tra loro;

Canto delle Isole Faeoer


- Modo di cantare di uso in alcune località isolate in Europa —> ha origini vikinghe;
- Arcipelago di isole collocate tra la Scozia e l’Islanda —> ora fanno parte della Danimarca;
- Arcipelago formato da tantissime isole pochissimo abitate;
- Moltissima attività agro-pastorale;
- In queste isole ci sono fattorie isolate risalenti anche al medioevo;
- In queste fattorie abita un intero nucleo familiare —> come un piccolo villaggio;
- Queste fattorie sono completamente isolate le une dalle altre —> sono molto distanti tra di loro;
- Ciò ha fatto in modo che, col passare del tempo, le tradizioni musicali si siano di erenziate tra
una fattoria e l’altra;
- Gli inni religiosi, ad esempio, sono conosciuti in diverse varianti melodiche nelle di erenti
fattorie;

- Religione cristiana/protestante —> la domenica si incontrano in chiesa—> chiese distanti tra le


varie fattorie;
- Ognuno imparava le preghiere in casa propria —> di conseguenza ognuno la imparava a modo
proprio;
- Si ritrovavano così a cantare canti diversi tra le varie famiglie;
- quando si tratta di cantare un inno, ogni gruppo proveniente da una diversa fattoria ne conosce
una propria versione, parzialmente di erente nella musica dalle versioni conosciute dagli altri
gruppi, che invece provengono dalle altre fattorie;
- Mentre da noi si penserebbe di decidere una sola melodia comune a tutti, qui si adotta un’altra
strada —> ognuno canta la propria versione;
- Poter cantare ognuno la propria versione dell’inno —> diritto molto forte e sentito;
- Ognuno canta orgogliosamente la propria versione dell’inno tramandata da generazioni;
- Così fanno tutti;
- Diritto molto sentito;
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- Ciò causa frequenti dissonanze, urti, sfasamenti tra le diverse varianti della melodia dell’inno
cantate contemporaneamente —> ciò non disturba minimamente le persone presenti;
- Rappresenta un forte simbolo identitario della propria cultura tradizionale, in cui si riconosce
che tutti hanno gli stessi diritti, che non bisogna mai lasciare che qualcuno provi ad uniformare i
comportamenti delle persone, che il diritto individuale è qualcosa a cui non si deve mai
rinunciare, e che non esiste un capo assoluto;
- Risultato —> eterofonia dirompente, con urti di seconda e talvolta di tritono, abbellimenti
diversi eseguiti insieme e sfasamenti;

- Tradizione sopravvissuta rimasta dai vikinghi;


- Tradizione molto simile succedeva anche in Islanda, ha una storia simile alle Faeoer —> ora
però succede soltanto sulle isole Faeoer;
- È usuale trovare qualcuno che improvvisi una seconda voce una quinta sopra mentre una
intona la melodia con un leggero anticipo sugli altri —> situazione musicale molto interessante;
ETNOMUSICOLOGIA 8

CANTI PER SECONDE

- in Europa e nel mondo esistono delle zone in qui l’intervallo più desiderato e ricercato è quello
di seconda;
- Canto per seconde;
- I linguaggi sono un fatto culturale;
- Le seconde maggiori e minori creano dei battimenti —> interferenza tra 2 frequenze molto
vicine tra di loro;
- Nella nostra tradizione musicale il battimento è considerato poco desiderabile mentre in altre
parti del mondo accade il contrario —> si cercano i battimenti perché considerati più belli;
- Canti per seconde:
- Ci sono tradizioni tutt’ora esistenti —> Lituania del nord-est, Alpi Dinariche (con ne tra Croazia
e bosnia), Arcipelago Dalmata (Isole al largo della costa croata), Bulgaria (soprattutto
occidentale), Macedonia del Nord;
- Vi sono anche tradizioni estinte: Milano (nel Duomo), centro Italia (Umbria e Lazio), Isola di
Creta, Inghilterra;

- una volta questa tradizione veniva chiamato a inizio ‘900 “Schwebungdiaphonie” (diafonia in
sospeso) —> seguendo la mentalità dei musicisti colti europei, si riteneva che le dissonanze
restassero “sospese”, perché non “risolte”;

TRADIZIONI TUTTORA ESISTENTI

Lituania: canti “sutartine”


- Tradizione molto complessa —> si tratta di una delle tradizioni musicali popolari più complesse
al mondo;
- Canti “sutartine” —> “mettendosi d’accordo”;
- Canti vocali di solito femminili;
- Nascono come canti di lavoro —> soprattutto nei campi o in occasioni celebrative;
- In Lituania è molto importante la coltivazione di Lino;
- Tradizione vecchia di secoli;
- Durante le pause dal lavoro nei campi si eseguivano questi canti;
- Stavano per estinguersi —> molti giovani sono stati esortati a impararli;
- Si basa su dei canoni in niti a 2 o 3 voci più a volte una voce aggiuntiva che esegue un ostinato
senza partecipare al canone;
- Gli esecutori sono sempre uno in più;
- Uno a turno si riposa;
- Sono anche politestuali —> le varie voci cantano testi di erenti;
- A volte i testi commentano quello che dice l’altra voce;
- Testi che dialogano, a volte anche testi di erenti;
- Utilizzo di ritmi complementari e poliritmie;
- Canti a cui si aggiunge anche la danza —> spesso sono i cantanti stessi che danzano;

Croazia: arcipelago dalmata


- tono di voce più addolcito, timbro più tondo;
- Emissione più rilassata e tempi più lenti;
- Gli argomenti sono gli stessi —> soggetti allegri, gioiosi, satirici;
- Vengono cantati anche in occasione di matrimoni;
- C’è un uniformità tra la struttura scalare e armonica;
- Convergenza tra gli intervalli dell’armonia e delle voci che si incontrano;
- Si basano entrambi sulle secondo e intervalli molto piccoli;
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Croazia e Bosnia-Erzegovina: Canti delle Alpi Dinariche
- Alpi Dinarcihe —> catena montuosa che divide la Croazia dalla Bosnia-Erzegovina;
- C’è una tradizione di canti per seconde;
- Canto che può essere sia maschile che femminile
- Intensità di emissione molto forte —> anche per questo è principalmente maschile;
- Canto molto virile —> deve dare un’impressione di forza —> deve quasi spaventare;
- Di solito ha un intento sarcastico, di presa in giro oppure un intento di annuncio;
- Di solito viene praticato nelle osterie, nei bar, nei pranzi, nelle piazze;
- Il volume deve essere forte;
- Hanno carattere rude, vigoroso, potente;
- Sono soprattutto uomini che cantano;
- Usano molto un vibrato di glottide —> vibrato molto largo;
- Usano delle lettere che non sono presenti nel testo;
- Rendono più tagliente il testo stesso —> acciaccature con la i;
- L’inizio e la ne possono eseguirsi in modo improvviso;
- Finire con un enorme glissando oppure improvvisamente con un colpo di glottide;
- Si usa chiamarli canti “ganga”;

Bulgaria e Macedonia del nord: canti femminili per seconde


- canto prettamente femminile;
- Stile vocale simile a quello delle zone delle Alpi Dinariche —> uso di ampi vibrati di glottide, di
emissione aspra e gridata, di stop di glottide e di improvvisi glissandi al termine delle frasi;
- presentano inserimenti di acciaccature acute sulla vocale “i”, che non fa parte dei testi, ma
viene appunto aggiunta per enfatizzare i contrasti di registro e di timbro;
- Canti eseguita da 2 gruppi di donne;
- Canto antifonale;
- due diversi gruppi di donne che si rispondono dandosi il cambio, sovrapponendosi per alcuni
istanti prima di e ettuare il cambio;

Cina, Sichuan: canti per seconde del popolo Qiang


- Etnia Qiang;
- Canto per seconde;
- In occidente non era conosciuta no a poco tempo fa;
- presentano analogie con gli esempi bulgari;

Isola di Flores, Indonesia: canti per seconde


- Caso particolare;
- Isola di Flores —> si tratta di un mistero Etnomusicologico;
- Su questa isola si impiega lo stesso stile di canto che troviamo nella polifonia delle zone delle
Alpi Dinariche;
- Straordinariamente simili;
- I di usionisti non escludono antichissimi spostamenti di popolazioni;
- Di usione delle tradizioni per seconde in tutto il mondo;
- Ciò accade seguendo una linea orizzontale che parte da nord ovest e arriva al sud est;
- Si pensa si tratti di una lunga migrazione avvenuta in tempi antichissimi (Homo sapiens);
- È molto di cile che si tratti di una coincidenza dato che presentano esattamente le stesse
caratteristiche stilistiche: uso di ampi vibrati di glottide, emissione aspra e gridata, stop di
glottide e improvvisi glissandi al termine delle frasi, ed anche di inserimenti di acciaccature sulla
vocale “i” per enfatizzare i contrasti di registro e di timbro;
- Contatto avvenuto in tempi antichissimi;

Giappone settentrionale: Canti del popolo Ainu


- a nità con i canti Sutartite lituani;
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TRADIZIONI ESTINTE

Milano, Italia canto per seconde dei cantori del Duomo


- canto per seconde, eseguito tradizionalmente dai cantori del Duomo di Milano, è documentato
per iscritto alla ne del XV secolo da Franchino Ga urio, che fu maestro di cappella del Duomo
- Pare presentare analogie con gli esempi registrati recentemente dall’isola croata di Krk e con
alcuni esempi raccolti in Bulgaria;

CANTI PER QUINTE PARALLELE

- Il principale caso di polifonia per quinte parallele studiato nel corso è quello degli Tvísöngvar;
- canti a due voci islandesi;
- L’Islanda era praticamente disabitata no al 500 - 600 d.C. —> solo alcuni eremiti vi si erano
trasferiti per vivere in assoluto isolamento;
- dal 700 d.C circa, fu colonizzata dai Vichinghi, provenienti dalla Scandinavia;
- In tutta Europa, nell’alto Medioevo vigeva la pratica liturgica dell’organum, in cui c’era la vox
principalis accompagnata dalla vox organalis, e le due voci procedevano per quinte, ottave o
quarte parallele;
- dato che l’Islanda fu colonizzata in quel periodo, si di use questo stile di canto che, grazie al
fenomeno chiamato “sopravivenza marginale”, non è più sparito;
- Ciò signi ca che non è mai sparita l’abitudine medioevale di cantare per quinte parallele, che
nel resto di Europa è invece scomparsa da molto tempo;
- è considerato ancora normale improvvisare una seconda voce ad una quinta di distanza da una
qualsiasi melodia data;
- le voci possono anche scambiarsi di ruolo ad un certo punto —> la voce inferiore diventa la
superiore e viceversa;
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ETNOMUSICOLOGIA 9

ASPETTO FORMALE

Analisi Paradigmatica
- Metodo di analisi della forma più usato in Etnomusicologia;
- Analisi paradigmatica;
- Principale metodo di analisi per capire che forma ha un brano di tradizione orale;
- Nasce intorno agli anni ‘70 in ambito linguistico —> analisi fatta dagli studiosi di lingue;
- Subito dopo è stato trasportato in ambito etnomusicologico;
- Fasi dell’analisi paradigmatica:
• Assegnare le lettere ai vari passaggi, passi musicali —> A, B, A’ ecc.;
• Riscrivere le lettere in un altro modo —> si scrivono in verticale e continuiamo ad andare a
destra sulla stessa riga se la lettera è diversa, mentre andiamo a capo e incolonniamo sotto la
lettera originale una lettera che abbiamo già visto es A’ ecc.;
• Leggendola dall’alto verso il basso e da sinistra verso destra troviamo l’originale;
• Ciò ci dice quali solo gli elementi più frequenti —> possiamo già fare una statistica su quali
elementi sono più frequenti (in linguistica ci direbbe quale parola viene usata di più);
• Si può notare anche quale elemento ha la tendenza maggiore a variare e quale a rimanere
identica;
• A questo punto, di ogni elemento che varia bisogna de nire 2 rigorosamente cose: qual’è la
parte che non varia mai? e quali sono le regole per variare?;
• Dobbiamo scrivere rigorosamente quali elementi ci sono in comune in un passaggio che varia
e cosa cambia (F’ e F’’ —> dobbiamo capire cosa hanno in comune i 2 e cosa varia);
• Abbiamo quindi già un’informazione sulla frequenza degli elementi, sulla tendenza a variare e
quando variano (cosa varia, cosa non e quali sono le regole per variare);
• Successivamente si rappresenta gra camente, attraverso linee, quante volte si passa da un
passaggio all’altro —> si utilizzano le frecce circolari per indicare quante volte si va da un
passaggio all’altro (da A a B si va 1 volta ecc.);
• Ciò ci da come risultato una forma musicale;
• Una volta che siamo di fronte a questa forma, che prende il nome di Grafo orientato,
dobbiamo cercare di sempli carlo —> attraverso la distinzione di una parte iniziale, una parte
centrale e una nale;
• Una forma di questo genere si chiama Forma a Percorso;

Forma a percorso
- Posso seguire queste frecce ma fare ogni volta che le percorro fare scelte di erenti? Si;
- si è scoperto che moltissime forme di musica di tradizione orale funzionano con la logica delle
forme a percorso;
- Simile alla musica d’avanguardia degli anni ’60;
- Questa coisca nella musica di tradizione orale è stata inventata da millenni;
- Soprattutto nelle musiche che vengono danzate si è scoperto che ogni volta che si registra un
pezzo, questo viene sempre eseguito in modo diverso, con una forma diversa;
- Perché? La forma viene percepita come un percorso all’interno del quale posso fare delle
scelte;
- Le forme hanno questo tipico aspetto;
- Abbiamo una parte iniziale, una parte centrale e una nale;
- Ciò che accade all’interno di queste sezioni è a libera scelta e può avvenire per svariate ragioni;
- In base a cosa si decide? In base a diverse motivazioni (sta per venire a piovere allora chiudo
subito, oppure c’è un danzatore bravo e un passaggio è particolarmente di cile e lo si ripete
più volte per far vedere la bravura del danzatore ecc.);
- Per esempio in base alle circostanze —> Es. Se il ballo sta per nire o deve ancora continuare
ecc.;
- Ogni volta si fanno parti di erenti ecc.;
- Ciò che rimane invariata è la Forma;
- La forma è un percorso e in quanto tale rimane invariata;
- Il percorso è sempre quello ma ogni volta le esecuzioni sono diverse;
- Ma se le compariamo tutte risulta sempre la stessa forma, quella a grafo orientato;
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- Questa forma a percorso si riscontra in moltissime tradizioni;
- In Italia si veri ca molto nei balli dell’Italia centro-meridionale;
- Nelle musiche danzate;
- Forma usata per il ballo —> es. Tarantella, saltarello ecc.;
- es. Tarantella di Montemarano —> è una forma aperta ovvero che si può prendere qualsiasi
percorso;
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ETNOMUSICOLOGIA 10

LA TRASMISSIONE CULTURALE NELLA TRADIZIONE ORALE

- il fatto di trasmettere qualcosa oralmente modi ca di per se il contenuto;


- Alcuni pensavano che non si potesse trasmettere una tradizione fedelmente nel tempo —>
come quando si prova a copiare un nastro analogico che perde informazioni ogni volta che
viene duplicato;

- In realtà non funziona in questa maniera la trasmissione culturale;


- Nelle tradizioni orali non avviene solo tra una persona, non è lineare;
- Ci sono tanti che trasmettono e tanti che ricevono;
- È tutta una società che riceve la tradizione —> non soltanto da una tradizione all’altra ma
anche trasversalmente in svariati modi;
- sono presenti simultaneamente persone di ogni età, che quindi costituiscono una rete di
trasmissione e mantenimento culturale con caratteristiche di continuità;
- Inoltre possono venire trasmesse le motivazioni e le condizioni che, a suo tempo, hanno portato
al nascere ed al rinascere di un elemento culturale;
- in tal modo, esso viene continuamente fatto rinascere e si rigenera;
- La trasmissione viene costantemente corretta —> si vive tutti nella stessa società e c’è modo di
confrontarsi;
- Vengono trasmesse anche le motivazioni —> ciò vuol dire farla rinascere da capo, è come se
rinascesse —> viene trasmessa la necessità di fare quella cosa;
- In questo modo le tradizioni riescono ad essere trasmesse intatte;
- le trasmissioni a volta durano moltissimo;
- Questo fenomeno viene chiamato censura preventiva —> fenomeno per il quale c’è una serie di
persone che salvaguardano e censurano preventivamente una trasmissione errata della
tradizione;
- Censura preventiva —> molto importante;
- È una rete integrata e continuamente rinforzata, piuttosto complessa, che spesso si auto
corregge;
- Non si tratta di "tramandare", ma del fatto che una tradizione viene mantenuta viva nel
presente, nché viene percepita come importante per la propria identità ed autocoscienza;
- imprinting culturale;

- Presenza simultanea nel gruppo di persone di tutte le età —> costituiscono una comunità
completa —> importante per la sopravvivenza delle tradizioni di un gruppo umano;
- È molto importante la trasmissione dai nonni ai nipoti;
- La memoria a lungo termine degli anziani ed il fatto che siano liberi da molti lavori attivi ed
abbiano il tempo di insegnare ai propri nipoti possono costituire una combinazione molto valida
nel tramandare le tradizioni;
- Spesso però si saltano delle generazioni;
- 2 cause:
• In uenze esterne che portano a trascurare l’ascolto degli anziani in favore di nuove
opportunità di ricchezza;
• troppa povertà con problemi di sopravvivenza degli anziani nel gruppo e problemi nel loro
mantenimento;
- Quindi —> o in uenze esterne su cientemente forti o problemi di sopravvivenza delle persone
o del gruppo;
- Dove non ci sono nonni e nipoti, la trasmissione è molto più di cile;

- sopravvivenza marginale —> è il concetto per cui di solito in un’area in cui la popolazione
rimane isolata, le tradizioni rimango più intatte e sopravvivono molto più a lungo;
- L’isolamento può avvenire per cause geogra che o linguistiche;
- Es. Georgia o Islanda;
- Può avvenire o per un isolamento geogra co (isole circondate dal mare, zone circondate da
alte catene montuose o da ambienti ostili) o un isolamento linguistico-culturale (minoranze
etniche circondate da persone con lingua o cultura molto diverse);
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- Esistono tradizioni:
• Inclusive: implicano la partecipazione di molte persone, non considerate degli "specialisti"
nella comunità;
• Esclusive: richiedono competenze tecniche tali da essere mantenute in vita, di solito, da
specialisti, cioè da persone con capacità particolari, sviluppate con molto esercizio;
- Le tradizioni si trasmettono più a lungo ed in modo più stabile in società con prevalenza di
tradizioni inclusive, senza troppe specializzazioni al proprio interno, e senza quindi la possibilità
di competizione personale tra specialisti;

- Trasmissione culturale “da uno a molti”;


- un singolo verso la comunità, tenderà a subire di solito una forte censura preventiva, e così
anche se essa contiene novità eccessive, si uniformerà alla tradizione, oppure cesserà di
esistere sul nascere;

- Sopravvivenza inconsapevole;
- Traduzione che sopravvive anche per lunghissimo tempo ma le persone non sono consapevoli
del senso del suo contenuto;
- Percepita importante per la propria identità;
- Si sono perse le motivazioni principali;
- fenomeno dell’infantilizzazione;
- I bambini giocano imitando gli adulti;
- Quando gli adulti decidono di non seguire più una tradizione, i bambini continuano invece a
farlo, anche per decenni;

Scuole di pensiero
- Di usionismo —> studia come una tra dizione si di onde o si è di usa nel mondo —> a volte
mettendoci decenni o millenni;
- Si di onde su grande scala tramite:
• di usione demica —> spostamento di persone;
• di usione culturale —> spostamento delle sole idee, oggi molto favorito dai mezzi di
comunicazione di massa;

- Indigenismo —> tendenza opposta, ovvero a ermano che le tradizioni sono nate e si sono
sviluppate nel posto in cui si trovano —> nascono dai nativi della terra in cui è presente;

- Decostruzionismo —> un pò legata ad un pensiero relativista —> concetto che l’identità è


qualcosa di potenzialmente pericoloso —> secondo loro fa nascere con itti —> loro cercando
di dimostrare che avere un’identità chiara è un’esigenza malsana che è presente in molti umani
e di cui ci si deve liberare;
- Smontano la tua esigenza di identità forte, facendoti vedere che l’identità te la costruisci perché
è un’esigenza;
- Per loro un’identità vera e ssa non esiste;
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- Una situazione particolare nello studio delle tradizioni si ha quando vengono ritrovate tradizioni
pressoché identiche a grande distanza tra loro, nel contesto di popolazioni di erenti;
- In casi come questo si confrontano tre diversi approcci, che portano a tre ipotesi di erenti:
• Invenzione indipendente —> coincidenza, caratteristiche comuni agli esseri umani;
• Funzionalismo —> le tradizioni sono funzioni del modo di vivere di una società —> in base a
come una società è organizzata (soprattutto nel modo in cui si procurano da vivere) tende a
dare valore a certe cose e a fare manifestazioni culturali di un certo tipo —> le tradizioni sono
in funzione dell’essere pescatori, agricoltori ecc, sono una funzione di come è organizzata una
società —> la cultura si adatta in base a cosa si basa la società; Vi sarebbe quindi la tendenza
universale a ripetere certi adattamenti culturali in funzione del proprio modo di vita;
• Sopravvivenza di elementi antichi —> le tradizioni coincidenti avrebbero radici comuni e
risalirebbero ad un'unica tradizione più antica che si era di usa e che oggi sopravvive in alcuni
posti, mentre altrove si è estinta —> questo approccio dovrebbe prevalere nei casi in cui il
fenomeno studiato non sia legato a caratteri umani universali, né a fenomeni naturali, e non
abbia direttamente a che vedere con la struttura di una società o con i suoi mezzi di
produzione; i fenomeni che si ritrovano uguali in aree notevolmente distanti tra loro sono da
considerare probabilmente più antichi dei fenomeni che si ritrovano in zone tra loro contigue
("principio delle aree laterali"), sia perché al tempo necessario alla di usione del fenomeno
bisogna sommare il tempo necessario a creare una situazione di isolamento che separi le
zone in cui oggi la tradizione permane, sia per il noto fenomeno del maggiore conservatorismo
in situazioni di sopravvivenza marginale;

- principio delle aree laterali —> quando abbiamo 2 tipi di tradizioni in un unico posto e un tipo
è al centro mentre l’altra è ai lati, quest’ultima è quella più antica;
- Il popolo nuovo si impone al centro dell’area lasciando ai margini le tradizioni che vi erano
prima, le più antiche;

- principi di cronologia relativa —> non ci danno una data precisa ma ci sanno dire chi è più
antico e chi più recente;

- Deriva culturale —> fenomeno per cui ciascuno tenderà comunque a vivere una tradizione
secondo una propria particolare modalità o variante e a tramandarla seguendo tale modalità;
- l'accumulo di questo e etto produrrà nel tempo le microvarianti su base geogra ca ed i
dialetti culturali;

Micro varianti
- si hanno quando una tradizione si ripete molto oltre ma con piccole varianti;
- Le micro varianti si possono avere da una versione all’altra oppure da un’esecutore all’altro;
- Possono variare anche a seconda del posto;
- Queste micro varianti sono interessanti perché esiste una di erenza nel considerarle ora e
quando sono nate;
- Nel passato si pensava che fossero degli errori di trasmissione, che qualcuno stesse
sbagliando;
- Gli Etnomusicologia si muovevano in diversi modi —> decidendone una tra le tante oppure fare
un collage tra le varie versioni;
- Ora è diverso il modo di agire —> tutte le varianti sono di uguale importanza —> ciò aiuta la
sopravvivenza di una tradizione;
- Le tradizioni orali sono come dei “virus”, per sopravvivere deve mutare a nché il nostro
organismo non lo annienti;
- Stessa cosa le tradizioni orali —> deve avere diverse varianti per poter sopravvivere nel tempo;
- Tante versioni diverse contemporaneamente;
- Memetica;
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Collo di Bottiglia
- è il fenomeno per cui, in seguito ad un’estinzione, una tradizione minoritaria diventa
maggioritaria;
- tale elemento sarà quindi tramandato come maggioritario dai sopravvissuti;
- Questi episodi hanno cambiato moltissimo le tradizioni di certi posti;

Concetto di riassalita/ricaduta
- Risalita —> quando un fenomeno di tradizione orale viene scritto e diventa una tradizione colta
scritta;
- Ricaduta —> quando una traduzione scritta comincia ad essere trasmessa oralmente e si
perde ciò che era scritto;
- Passaggi di questo tipo sono all'origine della distinzione tra oralità primaria e oralità
secondaria;
- Primaria —> risalita;
- Secondaria —> ricaduta;
- Caratteri peculiari dell’oralità primaria:
• prevalenza di frasi coordinate e non di subordinate;
• Epiteti ssi;
• Formule sse ricorrenti;
• Importanza del suono, della voce e alle parole;

- Esistono molte tradizioni che marcano i diversi momenti della vita di un individuo;
- Tali elementi prendono il nome di "ciclo dell’uomo”;
- Altre tradizioni marcano invece i diversi momenti dell’anno —> "ciclo dell’anno";
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