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Riscoperta del teatro nel rinascimento

Con il rinascimento c’è una riscoperta del classicismo Greco e quindi anche del teatro, a
lungo dimenticato nel Medioevo.
Quindi la riscoperta anche delle commedie di Plauto e Terenzio, che vengono riproposte con
nuove edizioni stampate e commentate.
In queste reidizioni si possono notare dei disegni in cui la scena frontale perde la sua
monumentalità e viene rafficgurata come un accostamento di edicole, una di fianco all’altra.
LEon Battsita Alberti è il primo ad interrograsi sulla costruzione di un teatro stabile ed
introduce anche la scena di città, con le case dei personaggi.
Nel suo trattato, ripartendo dal deArchitettura, ripropone alcuni elementi classici, come
l’orchestra

1. Una zona libera a cielo aperto, corrisponde al centro dell’area(quella che per i greci e
romani erano l’orchestra, dalla quale si sbiluppavano i vari teatri)
2. Intorno ad esse le gradinate dei poste a sedere
3. Dinanzi allímboccatura in posizione elevata il palcoscenico
4. Sulla parte alta delle gradinate un portivato con tetto per la funzione acustica
5. Un drappo che ricopre l’area centrale e le gradinate.

Vengono anche codificate 3 tipi di scena


● La scena tragica
● La scena comica
● la scena boschereccia

Le scene sono tutte riorganizzate tramite la scoperta del secolo la prospettiva, che
riorganizza la città nella città ideale e che questo principio sarà utilizzato per mostrare il fasto
delle proprie città dai vari signori.
Usando la prospettiva nella realizzazione della scena porta ad un riordinamento del mondo,
quest'ordine prevede un centro, quindi la prospettiva può dare oridne ai monumenti, che non
nascono un po qua e un po la e il principio organizzatore è quello del principe per meglio
organizzare e renderla armonica.
Quindi l prospettiva ricade anche sulle scenografie teatrali che le riorganizza.

I due centri di dove si faceva teatro in questi anni erano le accademie e le corti.

Oltre alla trattatistica di Vitruvio si parlò anche di quella di Aristotele e vennero definite le tre
unità, di tempo, 24 ore, di luogo, un solo ambiente e di azione, i personaggi tutti coinvolti in
un unico problema.

In questi anni si scrissero molte tragedie, ma non ebbero molto successo, mentre fu la
commedia a spopolare.

Venivano rappresentate nelle corti e nelle accademie e gli attori erano principalmente
dilettanti, quindi ospiti della borghesia che si dilettano nella pratica attoriale.
Le parti della donna erano fatte da uomini.
Solitamente gli spettacoli teatrali venivano allestiti dalle accademie e dalle corti, all’interno di
un contesto celebrativo maggiore, come matrimoni, ecc…
Chiaramente la tragedia si adattava peggio a queste situazioni rispetto alla commedia,
questo fa anche capire il motivo dello spopolare degli intermezzi.

Il tetaro a Firenze, il teatro medicieo

A Firenze si instaura Cosimo I e durante i festeggiamenti delle sue nozze, il cortile del
palazzo Medici viene allestito come fosse una sala, coperto da tendoni, come l’antico
velarium romano e vengono allestiti dei gradoni ed un palco momentaneo per la
rappresentazione, donne sui gradoni, uomini nell’orchestra e duca spazio rialzato centrale,
in modo da avere la vista in perfetta sintonia con la prospettiva della scena.
In questa occasione la città rappresentata è Pisa.
Come sempre il pubblico accedeva su invito.
Tutti gli ingengni e la rappresentazione è opera di Bastiano da Sangallo, alievo del
Brunelleschi e la commedia è una di Plauto e Terenzio.
Anche in questo caso ci sono degli ingeni interessanti come il sole, che durante tutta la
rappresentazione si muove andando a simulare l’unità di tempo, cioè 24H.
L’accesso al palco avveniva tramite la sala che era connessa al palco tramite delle scalette,
questo perché gli attori erano dilettanti.

Questi eventi erano di tipo celebrativo, e venivano realizzati in momenti importanti della
consolidazione del potere e quindi dovevano mostrare tutto il fasto e la potenza della città in
questione.
Erano anche presenti delle testimonianze sulla celebrazione, ma che erano sempre
celebrative, non essendo scritte dagli invitati, ma da qualcuno affliato con il potere e che
dovevano restituire quell’enorme senso di potenza anche a chi non era potuto venire ad
assistere.
Tutte queste rappresentazioni facevano parte del gioco politico del tempo.
Questo è il primo esempio a meta tra classicismo e novità.

Un anno dopo le proprie nozze Cosimo, nel 1540, sposta la sua residenza da palazzo
MEdici in quello nella piazza della signoria, simbolo del potere di Firenze ed affida a Vasari il
compito della ristrutturazione, in primis il salone dei 500, che sarà anche la sala che
ospiterà le sue rappresentazioni.
La struttura rimane la stessa di quello nel cortile, con in più una zona di retropalco, in modo
da eliminmare la connessione sala-palco.
In più Cosimo affida a Vasari anche la costruzione del palazzo degli Uffizzi.

Nel 1565, il potere passa da Cosimo a suo figlio e per celebrare le sue nozze il salone viene
allestito per la rappresentazione teatrale.
lA DISPOSIZIONE RICORDA QUELLA DI Sangallo.
La scena viene incorniciata da un arco scenico, rendednola più lontana dal pubblico.
Le messeinscena fiorentine si distinguono anche per le perizie tecniche.
Infatti Vasari riuscirà a mettere in scena i cambi di scena istantanei, e molto spesso la
commedie faceva solo da sfondo per la visione di queste perizie tecniche, questo spiega
anche il perchè di molta visibilità degli intermezzi che si facevano carico di queste tecniche
spettacolari.
Nell'occasione dei festeggiamenti del 65, l’opera è la Cofanaria di Francesco d’Ambra e gli
intermezzi sono di Giovan Battista Cini sul tema dell’amore e pische.

Anche nel 1569 vennero organizzati dei festeggiamenti per la visita del fratello della moglie
di Francesco de Medici.

Dopo tutte queste sperimentazioni a Firenze si costruisce il primo vero teatro fisso,
all’interno degli uffizi e viene realizzato dal successore di Vasari, Bernardo Buontalenti con
inaugurazione nel 1586, per celebrare le nozze della sorella di Francesco.
Con il pavimento in discesa per favorire la visione e l’allestimento riprende un po quella
funzione di investire tutti i sensi, come negli spettacoli dei mimi dell’anticha Roma.
Anche in questa celebrazione l’interesse dello spettatore è indirizzato agli intermezzi più che
all’opera.
Come consuetudine sullo sfondo dell’opera sempre la città ideale che cambia però nella
rappresentazione degli intermezzi.
Manca l’arco scenico però.

Con la scomparsa del fratello prende le redini del potere Ferdinando e per celebrare il suo
matrimonio nel1589 allestisce una nuova rappresentazione e la gestione viene sempre
lasciata al Buontalenti.
La commedia sarà La Pellegrina di Girolamo Bargagli, che non sarà neanche inedita, questo
fa capire ormai l’importanza che avevano acquisito gli intermezzi.
Dai vecchi allestimenti del 86, la sala era diventata marmorea e di gusto più classico e la
cavea acquista una forma a U.
Gli intermezzi saranno 6, come gli atti della commedia, la commedia si svolgera sullo sfondo
della città di Pisa, che avrà sempre la solita vista privilegiata dalla prospettiva.

Il primo intermezzo avviene sullo sfondo di Roma, mentre dall’alto scende una nuvola dove
una donna intona un madrigale

Questi intermezzi erano cantati e da questi si sviluppera la partica del Madrigale.

Fu importantissimo anche il ruolo del Buontalenti che si destreggio come se fosse un regista
organizzando e dirigendo il tutto, infatti fino a quel punto la gestione veniva realizzata da
personaggi nobili che si dilettavano, ma non era presente un professionismo.

I festeggiamenti del 89 furono importantissimi per i futuri avvenimenti, se da una parte si


comincia a sviluppare la pratica del madrigale, dall’altra entra il professionismo dei comici
dell’arte, con Isabella Andreini(la furia di Isabella) e Vittoria Piissimi(la Cingana).
Siccome gli intermezzi ebberno un enorme successo, fu chiesto a granvoce una replica,
quindi venne realizzata una replica di questi ma mettendo in scena delle commedie di due
delle più famose comiche dell’arte.

Fino a quel momento i comici dell’arte erano confinati ai margini della società e facevano
parte di un teatro mercenario, nel quali si poteva andare ad assistere senza invito, ma
pagando un biglietto.
I comici dell’arte recitavano nel teatro di Baldracca che era il teatro della Dogana.
C’era già compromissione tra i due tipi di teatro, ma con i festeggiamneti dell’89 si arriva ad
una sorta di fusione.

Dopo essere stato a Palazzo Vecchio, il Grandduca si sposta in quello che sarà palazzo
Pitti, quindi da sovrano prova ad acquisire il valore di Dio, anche tramite la costruzione del
corridoio Vasariano.
Anche il cortile di Palazzo Pitti sarà adibito a teatro come nei festeggiamenti del 39.
Quetso cortile era anche utilizzato epr la realizzazione di eventi spettacolari come la sabarre
e poteve essere chiuso sempre con il velarium a simulare una stanza chiusa.

Durante i festeggiamenti dell’89, anche il cortile di palazzo Pitti viene allestito e viene
rappresentata sia una sabarra sia una naumachia, con la partecipazione di veri marinai di
Pisa.

L’anno precedente dell’innaugurazione dei qyellodegli uffizi viene inaugurato quello di


Vicenza, i Fiorentii non si facevano imbrigiare nei canoni classici, ma sperimentavano,
mentre in quellodi Vicenza ritroviamo tutti gli elementi del teatro greco-romano classico(la
cavea, orchestra ad emicliclo, lestatue, una scena frontale romana con la porta centrale e le
due laterali) unico elemento di distacco daun recupero di fedelissima classicità è nella scena
che è una scena prospettica, elemento rinascimentale, che riproduce la scenografia, in
questo caso dell’edipo re, ma in pratica mette sulla scena i palazzi di Vicenza.
Non è un caso che sia l’edipo re la prima tragedia rappresentata essendo quella che
arisotele considerava la migliore.
In questo teatro però mancavanotutti i vari meccansimi scenotecnici fiorentini che
suscitavano meravigli non essendo riproducibili in questo tipo di struttura classico.
Teatro cmmissionato a Palladio che poi muore e continua il figlio, ma la scenografia è opera
di Vincenzo scamozzi

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