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estense di Ercole I
Nuovo interesse per la
pratica teatrale comica
Roma,
Firenze, pubblico cortigiano commedie romane plautine
Ferrara antiche
unica notizia certa è che l’addetto all’apparato scenico fosse Giovanni Trullo
detto il Bianchino.
Prologo (dall’edizione a stampa di Venezia del 1530,
dal tipografo Nicolò d’Aristotile, detto Zoppino).
venne recitata da un gruppo di giovani poeti vicini alla corte estense, tra cui
Antonio Tebaldeo (nel ruolo di Anfitrione), Nicolò Tossico (nel ruolo di Alcmena),
Giovanni Pencaro (nel ruolo di Mercurio) ecc.
nel volgarizzamento viene inserito un lungo inserto conclusivo dedicato alle fatiche
dell’eroe mitico Ercole.
Battista Guarini: Plauto volgare in prosa.
Ridure
Minuire
adattamenti destinati a ricreare un’atmosfera più contemporanea.
Ridure
In conclusione…
il duca estense intendeva mostrare alla corte la sua potenza presentandosi come un
sagace promotore culturale, degno di lode per la difficoltà e soprattutto la novità
della sua impresa.