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Plauto alla corte

estense di Ercole I
Nuovo interesse per la
pratica teatrale comica

Roma,
Firenze, pubblico cortigiano commedie romane plautine
Ferrara antiche

due grandi scoperte umanistiche:


il rinvenimento delle dodici commedie plautine
(1429-1430) e il commento di Donato (1433)
Roma: spettacoli di stampo “accademico”in latino, che
venivano offerti ad un pubblico ben più ampio, all’aperto e in
contesti festivi di carattere cittadino;
Firenze: semplici recite in latino allestite da gruppi di allievi,
sotto la direzione del loro maestro, anche alla presenza di
La commedia Lorenzo il Magnifico e a palazzo della Signoria;
latina torna in Ferrara: recite in volgare, che vengono proposte ad un ampio
scena pubblico, in un contesto festivo (quello del carnevale) che
acquista il carattere di un’occasione quasi istituzionale nella
vita della città ducale.
CALENDARIO DEGLI SPETTACOLI TENUTI A FERRARA NEGLI ANNI 1486-1487

An Data Rappresentazione Occasione Luogo Scena


no
Menaechmi di Plauto
25 Carnevale Cortile vecchio 5 case, carro mobile
1486

genn con nave di


aio Anfitrione
Cefalo di Niccolò da Correggio
21 Nozze di Lucrezia Cortile nuovo “Un tribunale che
1487

genn d’Este con Annibale parea un castello”


aio Bentivoglio.
25 Amphitruo di Idem. Interrotto e Cortile nuovo 5 case, cielo
genn Plauto rimandato per meccanico a ruote
aio maltempo
Amphitruo di Plauto
5 Idem. Recupero del 25 Cortile nuovo 5 case, cielo
febbr gennaio. meccanico a ruote
aio
Le fatiche di Ercole (pantomima)
5 Nozze di Lucrezia Cortile nuovo?
febbr d’Este con Annibale
aio Bentivoglio.
I Menaechmi (o Menechini).
25 Gennaio 1486;

vennero rappresentati nel cortile del Palazzo Ducale;

in occasione dei festeggiamenti organizzati dal duca in onore di Francesco


Gonzaga, fidanzato di sua figlia Isabella;

non abbiamo notizie su traduttore, attori e registi dello spettacolo

unica notizia certa è che l’addetto all’apparato scenico fosse Giovanni Trullo
detto il Bianchino.
Prologo (dall’edizione a stampa di Venezia del 1530,
dal tipografo Nicolò d’Aristotile, detto Zoppino).

Annontio lieta e propitia salute

a me et da voi, o spettatori humani

con la mia lingua e mie parole acute

vi porto Plauto non già con le mani.


La recitazione

prima rappresentazione dei Menechini


speciale sonorità
In canto Ugo Caleffini (diarista ferrarese)
In canto come riporta Ugo Caleffini, diarista ferrarese, a proposito della prima
rappresentazione dei Menechini, e con parole acute come recitava l’attore prologante
con parole Elena Abramov-van Rijk
nei primissimi versi della commedia; queste espressioni come sottolinea la studiosa
acute
Elena Abramov-van Rijk ci permettono di immaginare come dovesse essere la
come recitava l’attore prologante
recitazione della commedia plautina: da un lato una speciale sonorità e dall’altro
improvvisazione di semplici
nei primissimi versi della
dall’improvvisazione di semplici modulazioni cui venivanomodulazioni
rivestiti i versi
cui declamati.
venivano
commedia
rivestiti i versi declamati
carme latino Battista Guarini celebra i Menechini ferraresi del 1486

Ferrara ridà vita al teatro antico

recitato e collocato su una scena moderna


da Bologna a
Mantova, dal Veneto
plebs, equites, e dalla Toscana.
senatus
Plautini Manes, numeri, gaudete salesque
Cum simili exulta fratre Menaechme tuo.
Quae fuerat Latiis olim celebrata Theatris
Herculea vobis Scena revixit ope,
Gestibs expressa est Comoedia vestra iocosis
Omnis ubi mimus Roscius arte fuit.
Et remis puppim et velo sine fluctibus actam
Vidimus in portus nare Epidamne tuos.
Vidimus effictam celsis cum moenibus urbem,
Structaque per latas tecta superba vias.
Ardua creverunt gradibus spectacula multis,
Velaruntque omnes stragula picta foros.
Graecia vix tales habuit vel Roma paratus
Dum regerent longis finibus imperium.
Venit et ad magnos populosa Bononia ludos,
Et cum finitimis Mantua principibus.
Euganeis iunctae properarunt collibus urbes Quique bibunt lymphas Arne vadose tuas.
Hinc plebs, hinc equites, plauserunt, inde senatus,
Hinc cum virgineo nupta caterva choro,
Cumque diu madidis latuisset nubibus aether,
Fulserunt illo clara serena die.
Scilicet haec aliis regalia munera divis
Ostendit nitidi Phoebus ab arce poli.
Grata fuit moris facies renovata vetusti,
Fabula desuetis iuvit et acta modis,
Cerberon Alcides priscus detraxit Averno,
Vatibus at noster saecula restituit,
Dulcius o quantum est vates quam monstra videre.
I nunc et Musas Herculis esse nega.
Amphitrione
27 Gennaio/5 Febbraio 1487;

in occasione delle nozze di Lucrezia d’Este con Annibale Bentivoglio;

tradotta con ogni probabilità da Pandolfo Collenuccio;

venne recitata da un gruppo di giovani poeti vicini alla corte estense, tra cui
Antonio Tebaldeo (nel ruolo di Anfitrione), Nicolò Tossico (nel ruolo di Alcmena),
Giovanni Pencaro (nel ruolo di Mercurio) ecc.

nel volgarizzamento viene inserito un lungo inserto conclusivo dedicato alle fatiche
dell’eroe mitico Ercole.
Battista Guarini: Plauto volgare in prosa.

figlio del grande umanista Guarino Veronese;

lavoro preparatorio sulla riduzione di Plauto in volgare già nel 1479;

volgarizzamenti di altre due commedie plautine l’Aulularia e il Curculio;

se fosse lui l’autore dei volgarizzamenti in versi messi in scena?

testimonianza di due lettere indirizzate al Duca (18 febbraio 1479; 26 febbraio


1479).
Lettera di Battista Guarini a Ercole I, 18 febbraio 1479, in
difesa della sua traduzione dell’Aulularia plautina.
«Ma parevami molto melgiore translatione nominare li ditti odori et ridure la
cosa ad la moderna, che volendo exprimere de parolla in parolla fare una
translatione obscura et puocho saporita. [...] Molti altri vocabuli sonno in quello
luogo li quali significano et colori de tintura et generatione di scarpette et habiti,
le quale mi parse di convertire ad la consuetudine nostra per fare lo sermone più
delectevole, perché in vero, ad volere seguire de parolla in parolla, se faria
secondo lo mio iudicio cosa goffa, et che harebbe puocho del piacevole, et
bisogna alcune fiate adiungere et minuire et ridure in forma de lo usitato
parlare quelle cose antiche. […] »
Principali tipi di modifiche nei volgarizzamenti
plautini
adattare in terzine e più raramente in ottave il testo plautino.

introduzione di un alto numero di “zeppe” , scelta di natura metrica e per esigenze


Versificazione
Versificazione foniche e lessicali; es. Amphitrione e inserto di poco meno di 800 versi sulle fatiche
d’Ercole lacuna IV atto.
Adiungere
Adiungere
Minuire tagli, soprattutto nei prologhi dei Menechini e dell’Amphitrione.

Ridure
Minuire
adattamenti destinati a ricreare un’atmosfera più contemporanea.
Ridure
In conclusione…

traduzioni ferraresi momento fondativo di pratiche teatrali nuove;

pubblico cortigiano di fine Quattrocento non disponeva ancora di adeguati filtri


culturali;

il duca estense intendeva mostrare alla corte la sua potenza presentandosi come un
sagace promotore culturale, degno di lode per la difficoltà e soprattutto la novità
della sua impresa.

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